Tibet
Saga Dawa a Samye e Festival di Tsurphu
Un viaggio completo, vicino alla cultura del Paese delle Nevi









Sintesi del viaggio
Il viaggio inizia con un’approfondita visita di Lhasa e la partecipazione al festival di Tsurphu, uno degli eventi tradizionali più importanti del Tibet, e si trascorre la ricorrenza di Saga Dawa, la principale del calendario buddista, nello stupendo monastero di Samye, dove nell’VIII secolo ebbe origine il buddismo tibetano. È un viaggio interessantissimo e completo nei contenuti che consente una visita ben fatta dei siti storici principali del Tibet classico, le regioni di U e Tsang: Lhasa, Shigatse, Gyantse, Tsetang. A queste imperdibili mete si aggiungono poi alcuni luoghi opportunamente scelti che completano egregiamente il tour. Tra i principali: Dolma Lhakhang, dove visse Atisha; Yungdrungling, squisito sito bön posto lungo il fiume Tsangpo attuale centro principale di quest’antichissima religione; Samding, sul lago dello Yamdrok, la casa della Kandroma situata in un luogo di impareggiabile bellezza.
- Lhasa
- Tsurphu
- Yungdrungling
- Shigatse
- Shalu
- Gyantse
- Samding
- Samye
- Tsetang
- Lhasa Gonggar Airport International Departure
Presentazione del viaggio
I dettagli del viaggio sono indicati nella descrizione del Programma. Per maggiori informazioni sul Paese, vedi anche Tibet e Buddismo tibetano.
UNA NOTA SUL FESTIVAL DI TSURPHU
Il festival di Tsurphu è uno dei momenti di spiritualità e folclore più belli ed importanti del Tibet. Il grande evento, a cui confluisce una moltitudine di pellegrini, si svolge in un ampio e ben mantenuto complesso monastico situato in una tranquilla valle a nord ovest di Lhasa: è la sede storica del Karmapa, una figura importantissima nella storia sia mistica che spirituale del Paese delle Nevi. Infatti il lignaggio dei Karmapa, che in alcuni periodi storici ha avuto anche il potere temporale sul Tibet, fu il primo ad essere istituito tramite il riconoscimento della reincarnazione; dal lontano XII secolo si è giunti oggi al XVII successore, che nel 2001 è miracolosamente fuggito in India ed è ora residente a Dharamsala, vicino al Dalai Lama. Su come iniziò questa tradizione del riconoscimento si trova un gran numero di scritti interessanti; sicuramente molti degli episodi che circondano la figura di questo santo monaco inducono molti a crederci.
L’ALTA QUOTA DEL TIBET
Andare in Tibet significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Lhasa stessa si trova a 3600 mt di quota. La buona riuscita di un viaggio quindi deve sempre tenere in considerazione questo fattore. Per l’adattamento è necessario prevedere una gradualità di salita e bisogna non esagerare negli sforzi fisici nei primi giorni. L’itinerario tiene conto di queste esigenze; si raggiunge Tsurphu, situato a circa 4500 mt, nel quarto giorno in quota e la tappa tra Gyantse e Samye, quando si valicano due passi di cui il più alto, il Kari, arriva a 5045 mt, si svolge nell’ottavo giorno di permanenza in quota ed in ogni caso non preoccupa perché poi si scende ad elevazioni inferiori.
Molte persone hanno avuto un riscontro positivo utilizzando il diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota, totale: 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2/3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico.
Si consideri comunque che migliaia di persone affrontano queste difficoltà senza particolari disturbi.
CLIMA E ATTREZZATURA
Nei centri principali del Tibet Classico è raro che la temperatura notturna a fine maggio scenda sotto i 4/5°c e le massime sono di circa 20°c; la notte più fredda è a Tsurphu dove può succedere di avvicinarsi allo zero termico. Si tenga presente che alle alte quote del Tibet le escursioni termiche possono essere notevoli e il sole può bruciare la pelle nonostante l’aria fresca. Possono esserci piogge, che solitamente se si verificano sono di breve durata; ma negli ultimi anni anche in Tibet il clima è meno prevedibile. È opportuno attrezzarsi con indumenti caldi per passare con tranquillità le serate più fredde; si consiglia di portare dei capi in pile e una giacca da montagna possibilmente in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode, e un paio di scarponcini caldi adatti ai percorsi a piedi. Portare anche un piccolo zaino per gli oggetti d’uso giornaliero. È importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi ed una pila, possibilmente frontale. Per chi ama la fotografia, si consiglia di avere con sé il filtro polarizzatore.
Programma del viaggio
1°g. Domenica 20 maggio, partenza per il Tibet
Per arrivare a Lhasa in Tibet vi sono diverse possibilità di volo; i collegamenti suggeriti per il viaggio, che fanno da riferimento per i servizi di trasferimento aeroportuale, sono, per partenze da Milano Malpensa, con la China Airlines alle 13.30 per Pechino; da Roma Fiumicino con Alitalia alle 8.40 per Francoforte con arrivo alle 10.45, da dove si prosegue con la China Airlines per Chengdu alle 14.15. Per gli orari da altre località o di altre compagnie contattare Amitaba.
2°g. 21/5 Arrivo a Lhasa
Chi parte da Milano Malpensa atterra a Pechino alle 5.30; il volo per Chengdu parte da qui alle 7.00 con arrivo alle 10.10. Chi parte da Roma arriva a Chengdu alle 6.05. Il collegamento da Chengdu per Lhasa per entrambi i voli è alle 12.45 con arrivo alle 15.05. A Lhasa è in attesa dei partecipanti la guida tibetana; trasferimento in pulmino privato a Lhasa (64 km, poco più di un’ora), sistemazione presso l’hotel Gang Gyen o simile nella città vecchia e riposo. Per favorire l’acclimatazione e iniziare ad assaporare la parte vecchia della città ci si reca con una tranquilla passeggiata al Barkor, la strada che pullula di pellegrini e circumambula la cattedrale di Lhasa, punto focale della vita tibetana e vivacissimo mercatino. Ci si muove con calma, piano, per iniziare ad acclimatarsi; la quota è di circa 3600 mt.
3°g. 22/5 Lhasa
Si iniziano le visite dalla magnifica cattedrale del Jokhang, posta al centro del Barkor, che custodisce la statua di Jowo Sakyamuni, una reliquia circondata di mito e leggende che è sicuramente l’oggetto più prezioso del Tibet. Si passeggia poi da qui fino al convento di Ani Tshamkhung, al Gyume, al tempio di Ramoce, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang e ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto, toccando anche altri siti minori, cari al cuore dei tibetani. Nel pomeriggio ci si reca a visitare l’università monastica di Sera, posta ai margini della città, dove spesso si può assistere al dibattito dei monaci.
4°g. 23/5 Lhasa
Ci si reca al Potala, l’imperdibile Palazzo del Dalai Lama colmo di tesori d’arte che, fortunatamente, in questo periodo dell’anno ha un flusso di visitatori meno intenso. Prossima tappa il Norbulingka, il palazzo estivo dei Dalai Lama immerso in un bel giardino. Nel pomeriggio ci si reca all’università monastica di Drepung, che prima dell’invasione era la più grande del Tibet, ed al vicino tempio di Nechung, antica sede dell’oracolo di stato tibetano che conserva dipinti difficilmente visibili altrove.
5°g. 24/5 Lhasa – Tsurphu (festival)
Le due giornate quando si sarà presenti a Tsurphu sono le conclusive e più importanti del grande festival annuale che si svolge in questo vasto complesso monastico situato 66 km a nord ovest di Lhasa, sede storica del Karmapa, che si raggiunge con circa due ore di guida. L’evento attira un grande numero di pellegrini, un momento di festoso raccoglimento; per noi ospiti è un’occasione eccezionale per ammirare i costumi tradizionali sfoggiati con fierezza dalla persone ed assistere alle cerimonie religiose, che includono danze eseguite dai monaci con vesti variopinte e portando maschere che ritraggono diverse entità e figure anche di animali, accompagnati da musiche eseguite con evocativi strumenti rituali tradizionali. Nel corso della giornata si avrà la possibilità di arricchire ulteriormente il programma visitando il monastero di Nenang, situato sui monti della vallata poco prima di Tsurphu. Si alloggia in una locanda, tra le migliori disponibile; la quota qui è di circa 4500 metri.
6°g. 25/5 Tsurphu (festival) – Lhasa
In questa ultima giornata del festival è prevista l’esposizione di una grande tanka: è il culmine dei cerimoniali, quando risalta in maniera particolarmente forte la profonda fede che i tibetani hanno preservato. Rientrando a Lhasa si sosta per una visita a Kyormolung, un sito Sakya raramente visitato dove sono conservati antichi affreschi sopravvissuti all’olocausto cinese, un luogo che conserva una forte spiritualità pur essendo ora inserito in un contesto urbanizzato. A Lhasa si alloggia nel medesimo hotel.
7°g. 26/5 Lhasa – Yungdrungling – Shigatse
Si lascia la valle di Lhasa verso ovest seguendo il deflusso del fiume Kyuchu; Shigatse dista circa 270 km, un percorso che richiede circa 5 ore di viaggio lungo una strada veloce e ben tracciata. Nei pressi di Lhasa si sosta per una visita al monastero di Nyetang Dolma Lhakhang, storicamente importante perché fu la dimora di Atisha, con reperti artistici belli ed importanti. Si incontra in breve il fiume Tsangpo, di cui si seguono le rive fino a Shigatse; giunti al ponte che porta a nord verso Oyuk ed al Nam Tso lo si attraversa arrivando con una breve deviazione al monastero bön di Yungdrungling, il centro maggiore di questa tradizione nella provincia tibetana di Tsang, in buona parte ricostruito, che contiene alcune interessanti statue e molti mandala dipinti tipici di questa scuola tibetana. A Shigatse si alloggia presso l’hotel Manosarovar o simile. Ci si reca a visitare il grandioso monastero di Tashilhumpo, fondato nel 1447 dal primo discepolo di Tsong Khapa, retrospettivamente riconosciuto come la prima incarnazione del Dalai Lama, e sede storica del Panchen Lama; è uno dei più grandi del Tibet, con molti templi e sale dove sono conservati inestimabili tesori, tra cui primeggiano i giganteschi Stupa dei Panchen Lama. La quota qui è di circa 4000 mt.
8°g. 27/5 Shigatse – Shalu – Gyantse
Lasciata la città una breve deviazione porta a Shalu, sito del tempio di Serkhang Tramo, che conserva un’antica atmosfera dove si indovinano interessanti affreschi nella penombra. Fu qui che Buton Rimpoce nel XIV secolo editò i 227 volumi del Canone Buddista Tibetano; nei pressi si trova l’antichissimo tempio di Gyengong Lhakang, fondato nel 997. Si prosegue per Gyantse, che dista 90 km, la città del Tibet Classico meglio preservata. L’enclave monastica prima delle distruzioni perpetrate conteneva 16 collegi monastici appartenenti a diverse scuole; fortunatamente il tempio principale, lo Tsuklakhang (XV sec.), e la costruzione più preziosa, l’inestimabile stupa di Kumbum, sono rimasti intatti. Lo “Stupa delle 100.000 divinità” è una struttura costituita da più piani progettati secondo una planimetria mandalica arricchita da 75 cappelle, statue e affreschi: chi è in grado di decifrarne la complessa simbologia può leggervi l’intero percorso iniziatico del misticismo tibetano. La visita al castello di Gyantse regala un’ottima panoramica sul complesso, sulla cittadina e le valli circostanti. Si alloggia presso l’hotel Yeti o simile.
9°g. 28/5 Gyantse – Samding – Samye
Si parte per Samye seguendo un percorso tra i più belli del Tibet. Dopo aver costeggiato un lago di origine artificiale si valica verso est lo spettacolare passo di Khari (5045 mt), dove tra le pasture degli yak si sporgono i poderosi ghiacciai del Nyengchen Kang Ksa, la cui vetta si staglia oltre i 7000 metri. Oltre il passo si arriva sulle rive del vasto specchio turchese dello Yamdrok Tso, una delle perle naturali del Tibet, incastonato tra magnifiche vette. Con una deviazione ci si reca al monastero di Samding che risale al XII secolo, uno dei rari siti dell’esoterica scuola dei Bodonpa la cui badessa è riconosciuta come una Kandroma (dakini) ed è anche considerata una delle maestre spiritualmente più elevate del Tibet. La posizione è fantastica, con grandiosi panorami sui monti e sul lago, e nel Gompa si trovano molti affreschi recentemente restaurati. Si prosegue quindi lungo il perimetro del lago per un bel tratto e lo si lascia valicando verso nord il passo di Gampa (4794 mt), che offre una visuale indimenticabile. Sull’altro versante si raggiunge il fiume Tsangpo e se ne segue il corso fino a Samye dove si alloggia presso la Monastery Guest House, il miglior alloggio disponibile, che richiede un po’ di adattabilità ma quantomeno ha le stanze dotate di servizi e, soprattutto, è ubicato a pochi passi dal tempio.
10°g. 29/5 Samye, Saga Dawa
Samye è il più antico monastero buddista del Tibet, situato nei pressi di una zona di belle dune di sabbia non lontano dallo Tsangpo; il tempio principale è costruito su 4 livelli e rivela affreschi di bellezza indimenticabile mentre all’interno del grande recinto sacro si trovano diversi templi e grandi Stupa. La forma mandalica dell’insieme, un’area interessantissima che merita una minuziosa visita, si ammira nella luce migliore al tramonto dalla vicina collina del Hepori, dove si trova un tempietto in cui spesso la sera un monaco recita le preghiere di buon auspicio alla divinità protettrice. Per la ricorrenza di Saga Dawa accorrono a Samye un gran numero di pellegrini ed i monaci eseguono diversi rituali; il sito è un luogo molto importante, bello da visitare a prescindere dalle festività in corso, che lo rendono ancora più vivo e vibrante.
11°g. 30/5 Samye – Tsetang
Lasciato Samye ci si reca al vicino eremo di Chimpu, dove alla base del monte un piccolo monastero ospita giovani monache; per chi se la sente passeggiando lungo il sentiero che si inerpica alle spalle del Gompa, tra formazioni di grandi massi ed il bosco, s’incontrano le casupole di solitari monaci e monache, piccoli templi e grotte di meditazione utilizzate dai maestri spirituali: qui si ritirarono anche Guru Rimpoce e Atisha e chi vi giunge con rispetto potrà essere invitato in alcuni di questi potenti luoghi d’energia spirituale dai sereni meditatori che hanno posto qui la propria dimora. Completata l’esplorazione si parte per Tsetang (50 km), dove si alloggia presso l’hotel Tsetang.
12°g. 31/5 Tsetang
Si dedica la giornata alle visite di Tsetang e Yarlung iniziando dal tempio di Tradruk, la cui fondazione è attribuita a Songtsen Gampo nell’VIII secolo. La struttura architettonica è simile al Jokhang di Lhasa e l’interno regala una splendida atmosfera con molte cappelle affrescate e statue di fine fattura; vi sono custodite anche alcune importanti reliquie. Si prosegue lungo la valle dello Yarlung, ricchissima di testimonianze che risalgono all’origine della storia del Tibet, con la visita del Yumbulagang, tra i luoghi più pittoreschi, che fu il primo palazzo degli antichi re ed è stato restaurato nel 1982. Ci continua con il sito delle tombe dei re di Yarlung, dove primeggia il grande tumulo di Songtsen Gampo, su cui è stato costruito un piccolo tempio da dove si ha una stupenda visuale del monastero di Riwo Dechen. I tumuli dei re di Yarlung non sono mai stati oggetto di scavi archeologici e pare che non siano stati profanati: la tradizione tramanda che sotto il tempio dedicato a Songtsen Gampo vi siano interrati cinque templi a struttura mandalica, con la salma del grande re posta nel tempio centrale e circondata da innumerevoli tesori. Ci si reca quindi a due delle grotte di meditazione più venerate di questa parte del Tibet. La prima, Bairo Phuk, è il minuscolo eremo utilizzato nell’VIII secolo da Vairochana, uno dei discepoli principali di Guru Padmasambhava, o Guru Rimpoce per i tibetani. A Rechung Phuk si ritirò il prediletto discepolo di Milarepa, il grande Rechung; il monastero è stato distrutto dai barbari invasori, ma i tibetani hanno ripristinato il tempio all’ingresso della grotta dove sono conservati anche alcuni oggetti appartenuti al grande mistico.
13°g. 1/6 Volo di rientro
La mattina è a disposizione; chi è interessato può recarsi nella parte vecchia della cittadina dove si trovano il Gompa e, nei pressi, il convento femminile. Ci si reca quindi all’aeroporto di Lhasa, che dista 97 km, un tragitto di massimo 2 ore. Il volo della China Airlines per Chengdu parte alle 16.20 con arrivo alle 18.25. Chi rientra su Milano parte da qui alle 20.30 per Shangai con arrivo alle 23.30. Chi rientra su Roma da Chengdu si imbarca con Alitalia per Abu Dhabi alle 21.00.
14°g. Sabato 2 giugno, arrivo a destinazione
Il volo della China Airlines parte da Shangai alle 1.30 e atterra a Milano Malpensa alle 8.05. Il volo Alitalia giunge ad Abu Dhabi alle 1.00; si riparte alle 2.35 con arrivo a Roma Fiumicino alle 7.05.
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Samye Gompa
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