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Tibet


Da Lhasa all’Everest, con il festival di Drak Yerpa

Meraviglie del Tibet e colossi dell’Himalaia


PARTENZA
18/08/2018
RITORNO
01/09/2018
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
15 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Da Lhasa, dopo una visita completa della città e dei dintorni, si segue un percorso che porta in gran parte dei luoghi importanti del Tibet Classico includendo Sakya e giunge nel cuore della regione himalaiana alle falde della parete settentrionale dell’Everest (Chomolungma in tibetano). Si toccano anche siti preziosi e meno conosciuti che avvicinano al cuore della cultura del Paese delle Nevi e si partecipa al festival di Drak Yerpa, lo storico eremo sui monti ad est di Lhasa.

Giunti a Lhasa si sosta per quattro notti godendo dei siti della città mentre ci si adatta all’alta quota e si utilizza un giorno per seguire il festival di Drak Yerpa. Per favorire l’adattamento si inizia tranquilli  immergendosi nel circuito sacro del Barkor che pullula di pellegrini ed è animato da un bel mercato.

È meglio accendere una candela piuttosto che maledire l’oscurità.
  • Lhasa
  • Drepung
  • Sera
  • Lago Yamdrok Tso
  • Gyantse
  • Shigatse
  • Sakya
  • Shegar
  • Rongbuk

 Presentazione del viaggio


Giunti a Lhasa si sosta per quattro notti godendo dei siti della città mentre ci si adatta all’alta quota e si utilizza un giorno per seguire il festival di Drak Yerpa. Per favorire l’adattamento si inizia tranquilli  immergendosi nel circuito sacro del Barkor che pullula di pellegrini ed è animato da un bel mercato; l’hotel è situato nei pressi, nella città vecchia. Nei giorni seguenti si visitano il Potala, il palazzo estivo (Norbulingka), il Jokhang (la veneratissima cattedrale di Lhasa), e le due grandi università monastiche di Drepung e Sera, oltre ad un insieme di interessanti luoghi meno celebri ma eccezionalmente interessanti. Si lascia quindi la grande valle dello Tsangpo arrivando al lago turchese di Yamdrok, dove ha sede il monastero di Samding, ed a Gyantse, dove tra le mura dell’antico complesso monastico di Pelkor Chode si erge il grandioso Stupa del Kumbum, lo stupa delle 100.000 divinità. Da Gyantse si prosegue per Shalu e Shigatse, sede del monastero del Panchen Lama: il Tashilhumpo, sopravvissuto quasi indenne alla rivoluzione culturale. Continuando poi verso il cuore della zona himalaiana ci si reca a Phuntshok Ling, situato in posizione magnifica lungo lo Tsangpo e ricco di affreschi molto interessanti, a Sakya, il monastero – fortezza che fu anche capitale del Tibet, e, nella valle di Shegar, si esplorano i resti dello spettacolare Dzong. Si giunge quindi a Rongbuk di fronte alla parete nord del Chomolungma, a circa 5000 mt di altezza. Dopo questa spettacolare sosta si rientra direttamente a Shigatse e da qui a Lhasa seguendo il corso dello Tsangpo, potendo visitare il monastero bön di Yungdrungling e Nyetang Dolma Lhakhang, che fu la dimora di Atisha, e completare con un’irrinunciabile ultima passeggiata al Barkor nella parte vecchi di Lhasa.

L’itinerario fornisce così una visione d’insieme stupenda del Tibet Classico e offre l’opportunità di giungere ai piedi della mitica parete nord del monte più alto della Terra. Si alloggia in hotel di buona qualità nei centri principali; solo a Sakya e a Rongbuk gli alloggi sono piuttosto modesti, ma situati in luoghi incomparabili. Gli spostamenti vengono effettuati con veicoli privati.

I dettagli del viaggio sono indicati nella descrizione del Programma. Per maggiori informazioni sul Paese, vedi anche Tibet Buddismo tibetano.

L’ALTA QUOTA DEL TIBET

Andare in Tibet significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Lhasa stessa si trova a 3600 metri di quota. La buona riuscita di un viaggio quindi deve sempre tenere in considerazione questo fattore. Per l’adattamento è necessario prevedere una gradualità di salita e bisogna non esagerare negli sforzi fisici nei primi giorni. L’itinerario previsto tiene conto di queste esigenze; nella tappa tra Lhasa e Gyantse si valicano due passi di cui il più alto, il Kari, arriva a 5045 metri; ma la quota di questo non deve preoccupare perché poi si scende ai 4000 metri di Gyantse e ai 3900 mt di Shigatse; si procede quindi per Sakya e Shegar a circa 4300 mt, pronti oramai per affrontare i 5000 mt di Rongbuk.
Molte persone hanno avuto un riscontro positivo utilizzando il diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota, totale: 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2/3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico.
Si consideri comunque che migliaia di persone affrontano queste difficoltà senza particolari disturbi.

NOTA TECNICA – CLIMA E ATTREZZATURA

Nei centri principali del Tibet Classico è raro che la temperatura notturna a agosto scenda sotto i 5°c e le massime sono di circa 20°c.; nella parte himalaiana a Sakya e Shegar anche a fine agosto di notte ci si può invece avvicinare allo zero termico ed a Rongbuk, alle falde dell’Everest, è normale andare sotto lo zero di notte, con rare punte di minima anche a -10°c.  Si tenga inoltre presente che alle alte quote del Tibet le escursioni termiche possono essere notevoli e il sole può bruciare la pelle nonostante l’aria fresca. Possono esserci piogge, che solitamente se si verificano sono di breve durata; ma negli ultimi anni anche in Tibet il clima è meno prevedibile. è opportuno attrezzarsi con indumenti caldi per passare con tranquillità le serate più fredde; si consiglia di portare dei capi in pile e una giacca da montagna possibilmente in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode, e un paio di scarponcini caldi adatti ai percorsi a piedi. Portare anche un piccolo zaino per gli oggetti d’uso giornaliero. È importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi e una pila, possibilmente frontale. Per chi ama la fotografia, si consiglia di portare il filtro polarizzatore.

 Programma del viaggio


1°g.    Sabato 18 agosto, partenza in volo
Per arrivare a Lhasa in Tibet vi sono diverse possibilità di volo; i collegamenti suggeriti per il viaggio, che fanno da riferimento per i servizi di trasferimento aeroportuale, sono, per partenze da Milano Malpensa, con la China Airlines con partenza alle 13.30 per Pechino; da Roma Fiumicino con Hainan Airlines alle 12.30 per Xian. Per gli orari da altre località o di altre compagnie contattare Amitaba.

2°g.    19/8 Arrivo a Lhasa
Chi parte da Milano Malpensa atterra a Pechino alle 5.30; il volo per Lhasa parte da qui alle 7.35 con arrivo alle 12.05. Chi parte da Roma arriva a Xian alle 5.10; il volo per Lhasa parte da qui alle 7.40 con arrivo alle 12.00. A Lhasa è in attesa dei partecipanti la guida tibetana; trasferimento in pulmino privato a Lhasa (64 km, poco più di un’ora), sistemazione presso l’hotel Gang Gyen o simile nella città vecchia e riposo. Per favorire l’acclimatazione e iniziare ad assaporare la parte vecchia della città ci si reca con una tranquilla passeggiata al Barkor, la strada che pullula di pellegrini e circumambula la cattedrale di Lhasa, punto focale della vita tibetana e vivacissimo mercatino. Ci si muove con calma, piano, per iniziare ad acclimatarsi; la quota è di circa 3600 mt.

3°g.    20/8 Lhasa
(NB: una nota pratica: l’ingresso al Potala viene fissato dalle autorità ad un orario predeterminato, quindi la sequenza delle visite dei siti di Lhasa potrà variare) Si iniziano le visite dalla magnifica cattedrale del Jokhang che custodisce la statua di Jowo Sakyamuni, una reliquia circondata di mito e leggende, sicuramente l’oggetto più prezioso del Tibet. Ci reca quindi al Potala, l’imperdibile Palazzo del Dalai Lama colmo di tesori d’arte  – dove per molti di noi la lunga scalinata per entrare è il test più duro dell’intero viaggio! Prossima tappa il Norbulingka, il palazzo estivo dei Dalai Lama immerso in un bel giardino. Nel pomeriggio si esplora la città vecchia che è abitata in prevalenza da tibetani; passeggiando dal Barkor si vedono il convento di Ani Tshamkhung, il tempio di Ramoce, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang ed ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto, il Gyume e diversi altri siti minori, cari al cuore dei tibetani.

4°g.    21/8 Lhasa, festival di Drak Yerpa
L’eremo di Drak Yerpa, situato in una valle laterale a nord del fiume Kichu circa 30 km ad est di Lhasa, è un luogo molto importante nella tradizione del Tibet: qui sorgeva il monastero di Atisha che vi dimorò e insegnò attorno all’anno 1057 (si può vedere il trono di pietra da lui utilizzato), e il sito divenne anche il luogo di ritiro del collegio tantrico del Gyuto. All’intorno vi sono molte grotte di meditazione poste in un anfiteatro di rocce chiare tra una profusione di bandiere di preghiera dove in tempi ancora più antichi il re Songtsen Gampo e le sue consorti venivano qui per i loro ritiri spirituali; a Dawa Puk, la “Grotta della Luna”, Guru Rimpoce (Padmasambhava) fece un ritiro di 7 mesi. Il sito ha oggi una vitalità sorprendente, e vi dimorano molti mediatori. Nella data odierna vi si tiene il festival annuale, un momento che richiama molti pellegrini; si tenga però presente che a volte le autorità cinesi per motivi insondabili e anche all’ultimo momento potrebbero vietare le celebrazioni, un comportamento che riflette il loro timore dello spirito indipendentista tibetano. Se si dovesse incorrere in questo divieto si visita il sito, che merita assolutamente di per sé, e quindi si prosegue per Ganden Namgyeling, l’università monastica fondata da Tsongkhapa, capostipite della scuola Ghelupa, costruita in posizione panoramica a 4500 mt su un monte che sovrasta da sud la valle del fiume Kyuchu circa 40 km a est di Lhasa. Lo sforzo tenace e la devozione dei tibetani ha reso possibile la ricostruzione di tutti i templi principali; il grande stupa contiene alcune reliquie del corpo di Tsongkhapa che furono ritrovate setacciando con le mani le macerie lasciate dalla distruzione perpetrata dai cinesi, esaminando ogni pietra e la terra. Si consiglia se vi è tempo sufficiente di eseguire anche la breve circumambulazione del monte dove sorgono i molti templi e collegi, godendo sia dell’atmosfera intensa che degli splendidi panorami che il kora offre sulla vallata del Kyuchu; sul percorso vi sono alcune grotte di meditazione e alla fine del sentiero il piccolo Gompa di Tsongkhapa.

5°g.    22/8 Lhasa: Drepung, Nechung e Sera
Oggi si visitano le università monastiche nei pressi di Lhasa. Si inizia con Drepung, che prima dell’invasione era la più grande del Tibet, includendo il vicino tempio di Nechung, antica sede dell’oracolo di stato tibetano che conserva dipinti difficilmente visibili altrove. Nel pomeriggio ci si reca a visitare l’università monastica di Sera, posta ai margini della città, dove spesso si può assistere al dibattito dei monaci. Rientrati in città si avrà un po’ di tempo libero, ottima occasione per recarsi a curiosare nel Barkor.

6°g.    23/8 Lhasa – Yamdrok Tso – Samding – Gyantse
Si lascia la grande valle dello Tsangpo salendo verso sud al passo di Gampa (4794 mt) che offre una visuale indimenticabile sul vasto specchio turchese del lago Yamdrok Tso, una delle perle naturali del Tibet, incastonato tra magnifiche vette di cui alcune  superano i 7000 metri. Raggiunte le sponde del lago se ne segue il perimetro per un bel tratto e con una deviazione ci si reca al monastero di Samding, uno dei rari siti dell’esoterica scuola dei Bodonpa che risale al XII secolo, la cui badessa è riconosciuta come una Kandroma (dakini) ed è considerata una delle maestre spiritualmente più elevate del Tibet. La posizione è fantastica, con grandiosi panorami sui monti e sul lago, e nel Gompa si trovano molti affreschi recentemente restaurati. Proseguendo, si valica lo spettacolare passo di Khari (5045 mt) dove la strada passa tra le pasture degli yak sfiorando i poderosi ghiacciai del Nyengchen Kang Ksa, la cui vetta si staglia oltre i 7000 metri, e, dopo aver costeggiato un lago di origine artificiale, si arriva a Gyantse, dove si alloggia all’hotel Gyantse o simile; la tappa è di circa 260 km, a cui si aggiunge la deviazione per Samding.

7°g.    24/8 Gyantse
Gyantse è la città del Tibet Classico meglio preservata. L’enclave monastica prima delle distruzioni perpetrate conteneva 16 collegi monastici appartenenti a diverse scuole; fortunatamente il tempio principale, lo Tsuklakhang (XV sec.), e la costruzione più preziosa, l’inestimabile stupa di Kumbum, sono rimasti intatti. Lo “Stupa delle 100.000 divinità” è una struttura costituita da più piani progettati secondo una planimetria mandalica arricchita da 75 cappelle, statue e affreschi: chi è in grado di decifrarne la complessa simbologia può leggervi l’intero percorso iniziatico del misticismo tibetano. La visita al castello di Gyantse regala un’ottima panoramica sul complesso, sulla cittadina e le valli circostanti.

8°g.    25/8 Gyantse – Shalu – Shigatse
Prima di arrivare a Shigatse (90 km) una breve deviazione porta a Shalu, sito del tempio di Serkhang Tramo, che conserva un’antica atmosfera dove si indovinano interessanti affreschi nella penombra. Fu qui che Buton Rimpoce nel XIV secolo editò i 227 volumi del Canone Buddista Tibetano; nei pressi si trova l’antichissimo tempio di Gyengong Lhakang, fondato nel 997. Giunti a Shigatse, seconda città del Tibet, ci si reca a visitare il grandioso complesso monastico di Tashilhumpo fondato nel 1447 dal primo discepolo di Tsong Khapa, retrospettivamente riconosciuto come la prima incarnazione del Dalai Lama, e sede storica del Panchen Lama; è uno dei più grandi del Tibet, con molti templi e sale dove sono conservati inestimabili tesori, tra cui primeggiano i giganteschi Stupa dei Panchen Lama. Completa la giornata un giro nella parte vecchia ai piedi del ricostruito Dzong. Si alloggia presso il Manosarowar hotel o simile.

9°g.    26/8 Shigatse – Puntshok Ling – Sakya
Si imbocca la strada che porta verso Lhartse e la regione himalaiana lasciandola per seguire una valle che riporta verso nord al fiume Tsangpo attraverso un bucolico ambiente rurale; si sosta in un semplice villaggio per visitare un antico tempio della scuola Bodompa. Arrivati al maestoso Tsang Po se ne risale il corso lungo una spettacolare vallata fino al monastero di Puntshok Ling. Il Gompa sorge vicino al fiume immerso in una natura splendida a ridosso di contrafforti rocciosi che delimitano l’ingresso di una valle che si apre verso sud, è incorniciato da incredibili dune di sabbia e sovrastato da vaste fortificazioni che ne testimoniano il grandioso passato. Questo sito fu la sede principale della scuola Jonang fino ai tempi del maestro Taranatha (XVII secolo); sorprende per la bellezza architettonica dell’insieme e la qualità dei ben conservati affreschi. Si prosegue lungo lo Tsangpo fino al vecchio villaggio di Lhartse, dove si trova anche un interessante monastero, e si continua quindi per Sakya dove si alloggia presso il Sakya Manosarovar Hotel o simile.

10°g.    27/8 Sakya – Shegar
Il colossale tempio – fortezza di Sakya, posto alle propaggini della grande catena himalaiana, tra il 1268 e il 1365 fu anche sede del governo del Tibet; è un sito ottimamente conservato di dimensioni impressionanti, con molti monaci che sono da tempo tornati a viverci, ed è ricchissimo da visitare. Già nelle torri perimetrali sono alloggiati dei templi e all’interno delle poderose mura si trovano una serie di edifici importanti, tra cui la casa dell’Abate accanto a cui si trova un impressionante Gonkhang, e, se qui si sale sul tetto del tempio centrale, si trova la cappella del protettore principale, luogo di grande forza esoterica. Ma è dal cortile più interno che si accede a tre colossali Lhakhang, con una profusione di affreschi e reperti artistici eccezionali: a sinistra quello dedicato alle cerimonie rituali, a destra uno che conserva colossali Stupa dei maestri storici dei Sakya e incredibili affreschi di mandala e, di fronte, la sala principale dove nella mistica penombra vi sono statue di fattezza perfetta. Dietro a quest’ultimo tempio si trova una delle biblioteche più preziose del Tibet, con migliaia di testi originali posti su scaffali alti una decina di metri o più. Sul monte di fronte al complesso, oltre il precipitoso torrente, vi sono le rovine dello Dzong più antico ed i resti di vecchi templi con un certo numero di chorten, alcuni templi attivi, tra cui quello edificato di fronte alla grotta del grande Siddha Kunga Nienpo, mitico fondatore della scuola sakyapa, e il convento femminile. Dopo pranzo si lascia Sakya tornando per un tratto a nord e, raggiunta la strada principale che porta verso il Nepal, la si segue verso sud ovest valicando il passo del Gyatso che supera i 5000 mt e si apre sulla valle di Shegar, dove si alloggia presso l’hotel Tibet Roof of the World; la tappa è di 136 km.

11°g.    28/8 Shegar – Rongbuk 
Ci si reca a visitare le rovine dell’affascinante Dzong di Shegar, che i tibetani chiamavano la “Montagna di Cristallo”; nella parte più bassa il tempio principale è stato ricostruito e vi vivono dei monaci. Per chi ha voglia di cimentarsi, dalla sommità dell’affascinante colle fortificato nelle giornate limpide lo sguardo spazia fino all’Everest. Si prosegue valicando un passo verso sud che supera anch’esso i 5000 mt da dove, se è limpido, lo sguardo spazia dal Makalu al Cho Oyu con l’Everest (chiamato Chomolungma in tibetano) che troneggia al centro. Raggiunte le acque dell’Arun, dove lungo la bella vallata si incontrano tipici villaggi di montagna tibetani, se ne risale il corso per un tratto e, seguendo una valle laterale, di colpo ad una svolta si ha la grandiosa visuale della parte nord del monte più lato della Terra! Le albe e i tramonti che si godono da questo prezioso luogo restano per sempre nel cuore. Sistemazione in una semplice locanda.

12°g.    29/8 Rongbuk – Shigaste
A Rongbuk il monastero è stato in parte ricostruito mentre sul versante est della valle le rovine del convento femminile testimoniano la scelleratezza degli invasori; ci si reca al vicino campo base del Chomolungma, posto a circa 5000 metri d’altezza, utilizzando l’autobus della ‘Everest Conservation’, l’organizzazione che cura il parco. La visuale sulla parete nord dell’Everest è onnipresente. Si lascia la valle tornando verso nord, godendo ancora delle splendide visuali del passo che porta a Shegar; si segue la strada principale fino a Shigatse, dove si alloggia nel medesimo hotel.

13°g.    30/8 Shigatse – Yungdrungling – Lhasa
Lhasa dista 270 km, un percorso che si svolge lungo un’ottima strada che segue il flusso dello Tsangpo e richiede circa 5 ore. Dopo un tratto, giunti al ponte che porta a nord verso Oyuk e il Nam Tso, lo si attraversa arrivando con una breve deviazione al monastero bön di Yungdrungling, il centro maggiore di questa tradizione nella provincia tibetana di Tsang, in buona parte ricostruito, che contiene alcune interessanti statue ed una serie di mandala dipinti tipici di questa scuola tibetana. Nell’ampia piana alluvionale sottostante si trova un tipico villaggio rurale tibetano. Tornati alla strada principale si continua il viaggio fino alla confluenza col fiume Kyuchu, di cui si risale il corso fino a Lhasa; prima di giungere in città si visita il monastero di Nyetang Dolma Lhakhang, storicamente importante perché fu la dimora di Atisha, con reperti artistici belli e importanti. A Lhasa si alloggia presso il medesimo hotel.

14°g.    31/8 Lhasa, volo di rientro
La giornata è a disposizione. Nel pomeriggio ci si reca all’aeroporto di Lhasa dove il volo della China Eastern per Kunming parte alle 18.50 con arrivo alle 21.20.

15°g.    Sabato 1 settembre, arrivo a destinazione
Il volo della China Eastern per Parigi parte alle 0.55 con arrivo alle 6.50. Per Milano Linate Alitalia parte alle 9.35 con arrivo alle 11.05; per Roma Fiumicino Air France parte alle 13.05 con arrivo alle 15.10.

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L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.