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Tibet


Regioni storiche e Monte Everest

Da Lhasa e Tsetang alle falde dell’Himalaia


PARTENZA
06/10/2017
RITORNO
21/10/2017
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
16 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio, bello e completo nei contenuti, si svolge nelle regioni storiche di U e Tsang dove si trovano i luoghi più importanti e famosi del Tibet tra cui Lhasa, Tsetang e Gyantse e porta, oltre Shigatse e Sakya, fino ai piedi della parete nord dell’Everest (il Chomolungma in tibetano); il tour include anche molti siti preziosi e meno conosciuti, che ci avvicinano al cuore della cultura tibetana. Il mese di ottobre è noto per l’aria limpida che rende ancora più spettacolari gli intensi colori del Tibet, le piogge sono quasi inesistenti e le temperature ancora accettabili.

Giunti in volo nell’ampia valle dello Tsangpo ci si reca a Tsetang iniziando l’esplorazione dai siti più antichi del Tibet con Tradruk, la valle dello Yarlung – che fu la culla della civiltà tibetana, Samye – dove ebbe origine la diffusione del buddismo nel Paese delle Nevi, ed includendo alcuni interessanti luoghi di ritiro: Bairo Phuk, Rechung Phuk e l’eremo di Chimpu.

È meglio accendere una candela piuttosto che maledire l’oscurità.
  • Chengdun
  • Tsetang
  • Yumbulagang
  • Tomba dei Re
  • Samye
  • Gonsar Chode
  • Samding
  • Gyantse
  • Shalu
  • Shigatse
  • Sakya
  • Shegar
  • Rongbuk
  • Yungdrungling
  • Nyetang Dolma Lhakhang
  • Lhasa

 Presentazione del viaggio


Giunti in volo nell’ampia valle dello Tsangpo ci si reca a Tsetang iniziando l’esplorazione dai siti più antichi del Tibet con Tradruk, la valle dello Yarlung – che fu la culla della civiltà tibetana, Samye – dove ebbe origine la diffusione del buddismo nel Paese delle Nevi, ed includendo alcuni interessanti luoghi di ritiro: Bairo Phuk, Rechung Phuk e l’eremo di Chimpu. Dopo la visita di Mindroling e Gonsar Chode si lascia la grande valle dello Tsangpo arrivando al lago turchese di Yamdrok, dove ha sede il monastero di Samding, e a Gyantse, dove tra le mura dell’antico complesso monastico di Pelkor Chode si erge il grandioso Stupa del Kumbum, lo stupa delle 100.000 divinità. Dopo la visita di Shalu si giunge a Shigatse, sede del monastero del Panchen Lama: il Tashilhumpo, uno dei pochi a non essere stato distrutto durante la rivoluzione culturale. Proseguendo poi verso il cuore della zona himalaiana ci si reca a Phuntshok Ling e Sakya, il monastero – fortezza che fu anche capitale del Tibet, e nella valle di Shegar, dove si esplorano i resti dello spettacolare Dzong, arrivando fino a Rongbuk di fronte alla parete nord del Chomolungma, a circa 5000 mt di altezza. Si torna quindi a Shigatse e da qui a Lhasa seguendo il corso dello Tsangpo, potendo visitare il monastero bön di Yungdrungling e Nyetang Dolma Lhakhang, che fu la dimora di Atisha. Arrivati a Lhasa si corona questo splendido percorso immergendosi nel circuito sacro del Barkor, che pullula di pellegrini ed è animato da un bel mercato; l’hotel è situato nei pressi, nella città vecchia. Qui nel corso di due giorni si visitano il  Potala, il palazzo estivo (Norbulingka), il Jokhang (la veneratissima cattedrale di Lhasa), e le due grandi università monastiche di Drepung e Sera, oltre ad un insieme di interessanti luoghi meno celebri ma eccezionalmente interessanti.

I dettagli del viaggio sono riportati nella descrizione delle tappe del Programma.

Per informazioni sul Tibet, consultare Paesi e tradizioni.

L’ALTA QUOTA DEL TIBET

Andare in Tibet significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Tsetang si trova a 3560 metri di quota e Lhasa a 3660; la buona riuscita di un viaggio quindi deve tenere in considerazione questo fattore. Per l’adattamento è necessario prevedere una gradualità di salita e bisogna non esagerare negli sforzi fisici nei primi giorni. L’itinerario previsto tiene conto di queste esigenze; nella tappa tra Samye e Gyantse si valicano due passi di cui il più alto, il Kari, supera i 5000 metri; ma la quota di questi non deve preoccupare perché poi si scende ad elevazioni inferiori. Il punto più alto del percorso è alle falde dell’Everest a Rongbuk, dove si pernotta a 5045 mt; si giunge qui al nono giorni di permanenza in quota, quindi non dovrebbero sorgere delle difficoltà.
Molte persone hanno avuto un riscontro positivo utilizzando il diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota, totale: 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2/3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico.
Si consideri comunque che migliaia di persone affrontano queste difficoltà senza particolari disturbi.

CLIMA E ATTREZZATURA

In ottobre il clima in Tibet è secco e soleggiato; nei centri principali di giorno le temperature sono comode, a Lhasa si hanno fino a 15 gradi mentre di notte si può raggiungere lo zero termico. Il punto più freddo è a Rongbuk all’Everest dove anche di giorno si può andare sotto lo zero. Si tenga presente che alle alte quote del Tibet le escursioni termiche possono essere notevoli e il sole può bruciare la pelle nonostante l’aria fresca. E’ opportuno attrezzarsi con indumenti caldi per passare con tranquillità le serate più fredde; si consiglia di portare dei capi in pile e una giacca da montagna possibilmente in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode, e un paio di scarponcini caldi adatti ai percorsi a piedi. Portare anche un piccolo zaino per gli oggetti d’uso giornaliero. E’ importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi e una pila, possibilmente frontale. Per chi ama la fotografia, si consiglia di portare il filtro polarizzatore.

 Programma del viaggio


1°g.    Venerdì 6 ottobre, partenza in volo per Chengdu
Per andare a Chengdu, capitale dello stato cinese del Sichuan, vi sono diverse possibilità di volo offerte da Air France, Etihad, Lufthansa, KLM e altre compagnie. Il volo suggerito, che fa da riferimento per i servizi del viaggio (orari da confermare), è quello della KLM con partenza da Milano Malpensa (17.05 – 18.55) o Roma Fiumicino (17.25 – 16.15) per Amsterdam; si per Chengdu alle 21.05. Per gli orari da altre località o di altre compagnie contattare Amitaba.

2°g.    7/10 Arrivo a Chengdu
Si atterra a Chengdu parte da qui alle 12.50; all’arrivo è in attesa dei partecipanti il corrispondente locale di Amitaba. Trasferimento presso l’hotel Chengdu Airport Express nei pressi dell’aeroporto e riposo.

3°g.    8/10 Chengdu – Tsetang 
Il volo della China Airlines parte alle 7.35 con arrivo alle 9.55 (orari da confermare). A Gonsar, l’aeroporto situato sulle rive dello Tsangpo che serve anche Lhasa, è in attesa dei partecipanti la guida tibetana. Trasferimento in pulmino privato a Tsetang, si percorrono circa 100 km seguendo il flusso del fiume, un viaggio di massimo 2 ore; a Tsetang, che è situata a 3560 mt di quota, si alloggia presso lo Tsetang Hotel. Nel pomeriggio ci si reca al tempio di Tradruk, la cui fondazione è attribuita a Songtsen Gampo nell’VIII secolo. La struttura architettonica è simile al Jokhang di Lhasa e l’interno regala una splendida atmosfera con molte cappelle affrescate e statue di fine fattura; vi sono custodite anche alcune importanti reliquie. Ci si reca quindi a fare un giro nella parte vecchia di Tsetang, dove si possono visitare il Gompa e il vicino convento femminile, posto al punto d’inizio del sentiero che porta a Gangapori.

4°g.    9/10 Tsetang – Samye 
Si raggiunge l’imbocco della valle dello Yarlung nei pressi della città, proseguendo con le visite.  S’inizia  dallo Yumbulagang, tra i luoghi più pittoreschi: fu il primo palazzo degli antichi re del Tibet ed è stato restaurato nel 1982. Si continua con il sito delle tombe dei re di Yarlung, dove primeggia il grande tumulo di Songtsen Gampo, su cui è stato costruito un piccolo tempio da dove si ha una stupenda visuale di Riwo Dechen, un vicino monastero dove solitamente non si può andare. I tumuli dei re di Yarlung non sono mai stati oggetto di scavi archeologici e pare che non siano stati profanati: la tradizione tramanda che sotto il tempio dedicato a Songtsen Gampo vi siano interrati cinque templi a struttura mandalica, con la salma del grande re posta nel tempio centrale e circondata da innumerevoli tesori. Ci si reca quindi a due delle grotte di meditazione più venerate di questa parte del Tibet. La prima, Bairo Phuk, è il minuscolo eremo utilizzato nell’VIII secolo da Vairochana, uno dei discepoli principali di Guru Padmasambhava, o Guru Rimpoce per i tibetani. A Rechung Phuk si ritirò il prediletto discepolo di Milarepa, il grande Rechung; il monastero è stato distrutto dai barbari invasori, ma i tibetani hanno ripristinato il tempio all’ingresso della grotta che conserva oggetti appartenuti al grande mistico. I partecipanti potranno valutare se, stante la poca acclimatazione, sia meglio ammirare questi luoghi da più lontano o se fare i brevi percorsi a piedi che ci arrivano; se si dovesse ‘scegliere’, si consiglia Rachung Phuk, un sito che storicamente è più significativo. Completate le visite si lascia Taetang attraversando lo Tsangpo su un ponte nei pressi della città (nei pressi si notano i resti dell’antico ponte di ferro costruito da Tamtok Gyalpo nel XV secolo) e se ne risale il corso attraverso una zona dove inaspettatamente si trovano grandi dune di sabbia, immerse in questo grandioso ambiente d’alta quota, fino a Samye (50 km). Si alloggia presso la “Monastery Guest House”, un semplice hotel che è il miglior alloggio disponibile, che richiede un po’ di adattabilità ma le stanze sono dotate di servizi ed è ubicato a pochi passi dal tempio.

5°g.    10/10 Samye 
Samye è il più antico monastero buddista del Tibet, fondato nell’VIII secolo da Guru Rimpoce (Padmasambhava), nei pressi di una zona di belle dune di sabbia non lontano dallo Tsangpo; il tempio principale, costruito su 4 livelli, rivela affreschi di bellezza indimenticabile e all’interno del grande recinto sacro, delimitato da un lungo muro circolare sormontato da piccoli chorten, si trovano diversi templi e grandi Stupa. La forma mandalica dell’insieme si ammira nella luce migliore al tramonto dalla vicina collina del Hepori, dove si trova un tempietto in cui spesso la sera un monaco recita le preghiere di buon auspicio alla divinità protettrice che qui risiede e la tradizione dice essere un potente demone soggiogato da Guru Rimpoce. Nel pomeriggio ci si reca al vicino eremo di Chimpu, dove alla base del monte un piccolo monastero ospita giovani monache; per chi se la sente passeggiando lungo il sentiero che si inerpica alle spalle del Gompa, tra formazioni di grandi massi ed il bosco s’incontrano le casupole di solitari monaci e monache, piccoli templi e grotte di meditazione utilizzate dai maestri spirituali: qui si ritirarono anche Guru Rimpoce ed Atisha e chi vi giunge con rispetto potrà essere invitato in alcuni di questi potenti luoghi d’energia spirituale dai sereni meditatori che hanno posto qui la propria dimora.

6°g.    11/10 Samye – Mindroling – Gonsar Chode – Samding – Gyantse
Si prosegue il viaggio risalendo il corso dello Tsangpo lungo la riva settentrionale; lo si attraversa e si raggiunge una vallata verso sud per raggiungere Orgyen Mindroling. E’ il monastero di scuola Nyingmapa più importante del Tibet Classico; fondato nel 1670, più volte distrutto e ricostruito ma in buona parte restaurato, conserva interessanti opere d’arte. Proseguendo lungo lo Tsangpo si sosta poi al monastero sakyapa di Gonsar Chode, dove molti degli affreschi originali sono sopravvissuti alle vicissitudini dell’invasione cinese. Si prosegue ancora per un tratto verso est per poi lasciare la grande vallata salendo verso sud al passo di Gampa (4794 mt) che offre una visuale indimenticabile sul vasto specchio turchese del lago Yamdrok Tso, una delle perle naturali del Tibet, incastonato tra magnifiche vette di cui alcune  superano i 7000 metri. Raggiunte le sponde del lago se ne segue il perimetro per un bel tratto e con una deviazione ci si reca al monastero di Samding, uno dei rari siti dell’esoterica scuola dei Bodonpa che risale al XII secolo, la cui badessa è riconosciuta come una Kandroma (dakini) ed è considerata una delle maestre spiritualmente più elevate del Tibet. La posizione è fantastica, con grandiosi panorami sui monti e sul lago, e nel Gompa si trovano molti affreschi recentemente restaurati. Proseguendo, si valica lo spettacolare passo di Khari (5045 mt) dove la strada passa tra le pasture degli yak sfiorando i poderosi ghiacciai del Nyengchen Kang Ksa, la cui vetta si staglia oltre i 7000 metri, e, dopo aver costeggiato un lago di origine artificiale, si arriva a Gyantse, dove si alloggia all’hotel Yeti.

7°g.    12/10 Gyantse  
Gyantse, situata a 4040 mt di quota, è la città meglio preservata del Tibet Classico. L’enclave del Pelkhor Chode prima delle distruzioni perpetrate conteneva 16 collegi monastici appartenenti a diverse scuole; fortunatamente il tempio principale, lo Tsuklakhang (XV sec.), e la costruzione più preziosa, l’inestimabile stupa di Kumbum, sono rimasti intatti. Lo “Stupa delle 100.000 divinità” è una struttura costituita da più piani progettati secondo una planimetria mandalica arricchita da 75 cappelle, statue e affreschi: chi è in grado di decifrarne la complessa simbologia può leggervi l’intero percorso iniziatico del misticismo tibetano. La visita al castello di Gyantse regala un’ottima panoramica sul complesso, sulla cittadina e le valli circostanti; solitamente si sale qui al tramonto.

8°g.    13/10 Gyantse – Shalu – Shigatse  
Prima di arrivare a Shigatse, che dista circa 90 km, una breve deviazione porta a Shalu, sito del tempio di Serkhang Tramo, che conserva un’antica atmosfera dove si indovinano interessanti affreschi nella penombra; fu qui che Buton Rimpoce nel XIV secolo editò i 227 volumi del Canone Buddista Tibetano; nei pressi si trova l’antichissimo tempio di Gyengong Lhakang, fondato nel 997. Giunti a Shigatse, seconda città del Tibet, ci si reca a visitare il grandioso complesso monastico di Tashilhumpo fondato nel 1447 dal primo discepolo di Tsong Khapa, retrospettivamente riconosciuto come la prima incarnazione del Dalai Lama, e sede storica del Panchen Lama; è uno dei più grandi del Tibet, con molti templi e sale dove sono conservati inestimabili tesori, tra cui primeggiano i giganteschi Stupa dei Panchen Lama. Si completa la giornata con un giro nella parte vecchia della città. Si alloggia presso il Manosarowar hotel.

9°g.    14/10 Shigatse – Puntshok Ling – Sakya  
Si imbocca la strada che porta verso Lhartse e la regione himalaiana lasciandola per seguire una valle che riporta verso nord al fiume Tsangpo attraverso un bucolico ambiente rurale; si sosta in un semplice villaggio per visitare un antico tempio della scuola Bodompa. Arrivati al maestoso Tsang Po se ne risale il corso lungo una spettacolare vallata fino al monastero di Puntshok Ling. Il Gompa sorge vicino al fiume immerso in una natura splendida a ridosso di contrafforti rocciosi che delimitano l’ingresso di una valle che si apre verso sud, è incorniciato da incredibili dune di sabbia e sovrastato da vaste fortificazioni che ne testimoniano il grandioso passato. Questo sito fu la sede principale della scuola Jonang fino ai tempi del maestro Taranatha (XVII secolo); sorprende per la bellezza architettonica dell’insieme e la qualità dei ben conservati affreschi. Si prosegue lungo lo Tsangpo fino al vecchio villaggio di Lhartse, dove si trova anche un interessante monastero, e si continua quindi per Sakya dove si alloggia presso il Sakya Manosarovar Hotel.

10°g.    15/10 Sakya – Shegar  
Il colossale tempio – fortezza di Sakya, posto alle propaggini della grande catena himalaiana, tra il 1268 e il 1365 fu anche sede del governo del Tibet; è un sito ottimamente conservato di dimensioni impressionanti, con molti monaci che sono da tempo tornati a viverci, ed è ricchissimo da visitare. Già nelle torri perimetrali sono alloggiati dei templi e all’interno delle poderose mura si trovano una serie di edifici importanti, tra cui la casa dell’Abate accanto a cui si trova un impressionante Gonkhang, e, se si sale sul tetto del tempio centrale, si trova la cappella del protettore principale, luogo di grande forza esoterica. Ma è dal cortile più interno che si accede a tre colossali Lhakhang, con una profusione di affreschi e reperti artistici eccezionali: a sinistra quello dedicato alle cerimonie rituali, a destra uno che conserva colossali Stupa dei maestri storici dei Sakya e incredibili affreschi di mandala e, di fronte, la sala principale dove nella mistica penombra vi sono statue di fattezza perfetta. Dietro a quest’ultimo tempio si trova una delle biblioteche più preziose del Tibet, con migliaia di testi originali posti su scaffali alti una diecina di metri o più. Sul monte di fronte al complesso, oltre il precipitoso torrente, vi sono le rovine dello Dzong più antico ed i resti di vecchi templi con un certo numero di chorten, alcuni templi attivi, tra cui quello edificato di fronte alla grotta del grande Siddha Kunga Nienpo, mitico fondatore della scuola sakyapa, e il convento femminile. Dopo pranzo si lascia Sakya tornando per un tratto a nord e, raggiunta la strada principale che porta verso il Nepal, la si segue verso sud ovest valicando il passo del Gyatso che supera i 5000 mt e si apre sulla valle di Shegar, dove si alloggia presso l’hotel Everest.

11°g.    16/10 Shegar – Rongbuk  
Ci si reca a visitare le rovine dell’affascinante Dzong di Shegar, che i tibetani chiamavano la “Montagna di Cristallo”; nella parte più bassa il tempio principale è stato ricostruito e vi vivono dei monaci. Per chi ha voglia di cimentarsi, dalla sommità dell’affascinante colle fortificato nelle giornate limpide lo sguardo spazia fino all’Everest. Si prosegue valicando un passo verso sud che supera anch’esso i 5000 mt da dove, se è limpido, lo sguardo spazia dal Makalu al Cho Oyu con l’Everest (chiamato Chomolungma in tibetano) che troneggia al centro. Raggiunte le acque dell’Arun, dove lungo la bella vallata si incontrano tipici villaggi di montagna tibetani, se ne risale il corso per un tratto e, seguendo una valle laterale, di colpo ad una svolta si ha la grandiosa visuale della parte nord del monte più lato della Terra! Le albe e i tramonti che si godono da questo prezioso luogo restano per sempre nel cuore. Sistemazione in Guest House; la quota qui è di 5045 mt.

12°g.    17/10 Rongbuk – Shigaste  
A Rongbuk il monastero è stato in parte ricostruito mentre sul versante est della valle le rovine del convento femminile testimoniano la scelleratezza degli invasori; ci si reca al vicino campo base del Chomolungma utilizzando l’autobus della ‘Everest Conservation’, l’organizzazione che cura il parco. La visuale sulla parete nord dell’Everest è onnipresente. Si lascia la valle tornando verso nord, godendo ancora delle splendide visuali del passo che porta a Shegar; si segue la strada principale fino a Shigatse, che ripercorre il passo di Gyatso e, oltre Lhartse, segue un tracciato più meridionale rispetto al 14/10. Giunti in città si alloggia nel medesimo hotel.

13°g.    18/10 Shigatse – Yungdrungling – Dolma Lhakhang – Lhasa  
Lhasa dista 270 km, un percorso che si svolge lungo un’ottima strada che segue il flusso dello Tsangpo e richiede circa 5 ore. Dopo un tratto, giunti al ponte che porta a nord verso Oyuk e il Nam Tso, lo si attraversa arrivando con una breve deviazione al monastero bön di Yungdrungling, il centro maggiore di questa tradizione nella provincia tibetana di Tsang, in buona parte ricostruito, che contiene alcune interessanti statue e una serie di mandala dipinti tipici di questa scuola tibetana. Nell’ampia piana alluvionale sottostante si trova un tipico villaggio rurale tibetano. Tornati alla strada principale si continua il viaggio fino alla confluenza col fiume Kyuchu, di cui si risale il corso fino a Lhasa; prima di giungere in città si visita il monastero di Nyetang Dolma Lhakhang, storicamente importante perché fu la dimora di Atisha, con reperti artistici belli ed importanti. A Lhasa si alloggia presso l’hotel Gang Gyen, situato nella città vecchia. Dall’hotel con una breve passeggiata ci si può recare al Barkor, centro della città vecchia.

14°g.    19/10 Lhasa 
Giornata dedicata alla visita di Lhasa. Al mattino ci si reca al Potala e al palazzo estivo, il Norbulingka. Si dedica il pomeriggio alle visite della città vecchia che è fortunatamente ancora abitata in prevalenza da tibetani, iniziando dalla magnifica cattedrale del Jokhang e passeggiando dal Barkor, il circuito sacro che la circonda, fino al convento di Ani Tshamkhung e al tempio di Ramoce, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang e ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto, toccando anche altri siti minori, cari al cuore dei tibetani.

15°g.    20/10 Lhasa  
Si visitano le università monastiche poste negli immediati dintorni di Lhasa, iniziando da Drepung che prima dell’invasione era la più grande del Tibet, dove ci si reca anche al tempio di Nechung, una volta sede dell’Oracolo di stato tibetano che conserva dipinti difficilmente visibili altrove. Nel pomeriggio si visita l’università di Sera, dove spesso si può assistere al dibattito dei monaci, e si rientra nella città vecchia a curiosare nel Barkor.

16°g.    Sabato 21 ottobre, Lhasa – Chengdu e volo di rientro 
Si saluta la guida italiana che da qui raggiunge Katmandu per seguire i programmi in Nepal e Bhutan. La guida tibetana, che parla inglese, si occuperà di accompagnare i partecipanti all’aeroporto e assistere le operazioni di imbarco. Il volo della Sichuan Airlines parte alle 9.20 con arrivo a Chengdu alle 11.20 (orari da confermare – vi sono anche dei voli più tardi ma non è prudente prenderli per non avvicinarsi troppo all’ora dell’imbarco del transcontinentale). Ci si trasferisce al terminal internazionale per l’imbarco sul volo di rientro; KLM parte alle 14.35 con arrivo ad Amsterdam alle 19.05; si prosegue per Milano Malpensa alle 21.00 con arrivo alle 22.40 o per Roma Fiumicino alle 20.35 con arrivo alle 22.45.

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Yumbulagang

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.