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Tibet


Kailash, Saga Dawa e festival di Tsurphu

Estensione: Shangshung e Regno di Gughe, rientro il 21/6


PARTENZA
31/05/2017
RITORNO
14/06/2017
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
21/06/2017
2a ESTENSIONE
DURATA
15 – 22 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Viaggio al Kailash per la ricorrenza di Saga Dawa, quando i pellegrini provenienti da ogni parte del Tibet celebrano il propagarsi degli insegnamenti religiosi e l’eliminazione delle interferenze negative; è un momento speciale, che alla magnificenza di luoghi che superano ogni descrizione aggiunge l’opportunità di condividere con uno stuolo di devoti il senso mistico del luogo: si sarà testimoni della tenacia di persone di ogni età, vecchi e bimbi inclusi, che affrontano con fede il cammino di purificazione attorno al sacro monte, vestiti solo dei propri abiti tradizionali. All’inizio del viaggio, arrivati  a Lhasa, si partecipa al festival di Tsurphu, uno degli eventi tradizionali più importanti del Tibet. Al termine della circumambulazione chi ha la necessità di un rientro rapido può tornare direttamente  in volo, oppure proseguire con l’esplorazione della regione di Gughe che include il magico sito rupestre di Shangshung.

È meglio accendere una candela piuttosto che maledire l’oscurità.
  • Chengdu
  • Lhasa
  • Tsurphu
  • Shigatse
  • lago di Ngaring
  • Zangzang
  • Saga
  • Dargyeling Gompa (Jongba)
  • Darchen
  • Kailash
  • Senge Tsangpo
  • Shangshung
  • Toling
  • Tsaparang
  • Piyang e Dunkhar
  • Manosarowar Est
  • Pelkho Tso
  • Shegar
  • Sakya

 Presentazione del viaggio


Il programma ha caratteristiche uniche, ed è reso possibile dalle date in cui cadono quest’anno Saga Dawa ed il festival di Tsurphu, entrambe legate a fattori astrologici, che nel 2017 le pongono vicine: un’occasione imperdibile! Grazie alla nuova strada recentemente completata si riesce a percorrere agevolmente in soli due giorni il tratto tra Shigatse ed il Kailash: sono due tappe lunghe, ma ben motivate dalla possibilità che offrono di partecipare in un unico viaggio a due degli eventi più interessanti del Tibet ed eseguire il kora del Kailash nei giorni  di maggior buon auspicio.

Per rendere accessibile il programma alle persone che in questo periodo dell’anno fan fatica ad assentarsi abbiamo organizzato la possibilità di un rientro velocissimo, utilizzando l’aeroporto di Senge Tsangpo, recentemente aperto al traffico civile, che è situato 250 km a nord ovest del Kailash: da qui si può raggiungere Chegdu via Lhasa ed imbarcarsi sul volo di rientro nella stessa giornata e il tour così richiede solo 16 giorni – si ricorda solo che per questa opzione si necessita dei documenti (visto cinese e passaporto) entro il 30 aprile 2017.

Chi segue il programma completo potrà gioire e molto probabilmente rimanere sbalordito dalla bellezza ed interesse del bacino erosivo del Sutlej, una vastità immensa di canyon e monti policromi che ha sullo sfondo meridionale la maestosa catena himalaiana del Garwal indiano. In questo contesto quasi surreale si visitano siti storici incastonati armonicamente nella natura, che rivelano tesori artistici impensabili; si inizia con l’antica capitale rupestre di Shangshung, il potente regno che fu antagonista del nascente impero del Tibet e mistico luogo a cui si ascrive l’origine del Bön e delle tradizioni Dzogchen; Toling e Tsaparang, capitali del regno centrale di Gughe; e i feudi di Pyiang e Dunkar. Rientrando, attendono i partecipanti il lago del Pelkho Tso, ritenuto da Amitaba uno dei luoghi nomadici più belli del Tibet, la ‘Montagna di Cristallo’ di Shegar e l’immortale grande monastero di Sakya. Per più specifici dettagli, si possono consultare le descrizioni delle tappe del programma di viaggio.

UNA NOTA SUL FESTIVAL DI TSURPHU

Il viaggio inizia con la visita di Lhasa e la partecipazione al festival di Tsurphu: uno dei momenti di spiritualità e folclore più belli ed importanti del Tibet. Il grande evento, a cui confluisce una moltitudine di pellegrini, si svolge in un ampio e ben mantenuto complesso monastico situato in una tranquilla valle a nord ovest di Lhasa: è la sede storica del Karmapa, una figura importantissima nella storia sia mistica che spirituale del Paese delle Nevi. Infatti il lignaggio dei Karmapa, che in alcuni periodi storici ha avuto anche il potere temporale sul Tibet, fu il primo ad essere mantenuto tramite il riconoscimento della reincarnazione; dal lontano XII secolo si è giunti oggi al XVII successore, che nel 2001 è miracolosamente fuggito in India ed è ora residente a Dharamsala, vicino al Dalai Lama. Su come iniziò questa tradizione del riconoscimento si trova un gran numero di scritti interessanti; sicuramente molti degli episodi che circondano la figura di questo santo monaco inducono molti a crederci.

NOTA TECNICA

Un viaggio al Kailash richiede spirito d’avventura e una discreta condizione fisica, ma è affrontabile da chiunque sia animato da una sufficiente motivazione; i partecipanti devono avere un buon spirito di adattamento e disponibilità, anche perché le quote elevate possono rendere il carattere più spigoloso. Amitaba conduce spedizioni al Kailash fin dall’inizio della propria attività, e fa ovviamente tutto il possibile perché ogni cosa funzioni al meglio. Fino ad oggi, tutti i partecipanti hanno avuto la soddisfazione di valicare il mitico “Dolma La”, il temuto passo a nord del monte; per facilitare la salita, se richiesto con buon anticipo, è possibile noleggiare un cavallo.
Si passano 8 notti (per 4 notti consecutive al massimo) in campi ben allestiti con tende per dormire da due o una persona, tenda comune per mangiare e tende per i servizi; accompagnano il gruppo un cuoco e assistenti per il montaggio. Solo durante il kora del Kailash non vengono utilizzati il tavolo e le sedie. Si viaggia con al seguito il supporto logistico, che trasporta scorte di viveri, combustibile e attrezzature da campo. Il clima previsto in questa stagione è solitamente bello, ma bisogna essere comunque sempre attrezzati per possibili piogge e nevicate. Le temperature minime previste si incontrano a Dirapuk a nord del Kailash, dove di notte si può scendere anche oltre i –5°c. Oltre all’usuale attrezzatura da montagna serve quindi un sacco a pelo caldo, omologato per essere comodi a –10°c.

L’ALTA QUOTA DEL TIBET

Andare in Tibet significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Lhasa stessa si trova a 3600 metri di altitudine. La buona riuscita di un viaggio quindi deve sempre tenere in considerazione questo fattore. Per l’adattamento è necessario prevedere una gradualità di salita e bisogna non esagerare negli sforzi fisici nei primi giorni. L’itinerario previsto tiene conto di queste esigenze; si inizia pernottando a Lhasa due notti e si sale poi a Tsurphu una notte (4500 mt); quindi ancora Lhasa e a seguire Shigatse (3900 mt) , Saga (4500 mt), 4700 Darchen – Tarboche (4700 mt)).
Molte persone hanno avuto un riscontro positivo utilizzando il diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota, totale: 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2/3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico.
Si consideri comunque che migliaia di persone affrontano queste difficoltà senza particolari disturbi.

 Programma del viaggio


1°g.    Mercoledì 31 maggio, partenza in volo per Chengdu  
Per andare a Chengdu, capitale dello stato cinese del Sichuan, vi sono diverse possibilità di volo offerte da Air France, Etihad, Lufthansa, KLM e altre compagnie. Il volo suggerito, che fa da riferimento per i servizi del viaggio (orari da confermare), è quello della KLM con partenza da Milano Linate per Amsterdam (17.25 – 19.20) o Roma Fiumicino (17.25 – 20.00); si riparte da Amsterdam alle 21.05. Per gli orari da altre località o di altre compagnie contattare Amitaba.

2°g.    1/6 Arrivo a Chengdu  
Si atterra a Chengdu alle 12.50; all’arrivo è in attesa dei partecipanti il corrispondente locale di Amitaba. Trasferimento presso l’hotel Chengdu Airport Express nei pressi dell’aeroporto e riposo.

3°g.    2/6 Chengdu – Lhasa  
Il volo della China Eastern parte alle 9.50 con arrivo alle 11.50 (orari da confermare). A Gonsar, l’aeroporto posto sulle rive dello Tsangpo, è in attesa dei partecipanti la guida tibetana. Trasferimento in pulmino privato a Lhasa e sistemazione presso l’hotel Gang Gyen o simile nella città vecchia. Nel pomeriggio per favorire l’acclimatazione e iniziare ad assaporare la parte vecchia della città ci si reca con una tranquilla passeggiata accompagnati dalla guida tibetana al Barkor, la strada che pullula di pellegrini e circumambula la cattedrale di Lhasa, punto focale della città vecchia e vivacissimo mercatino. Ci si muove con calma, piano, per iniziare ad acclimatarsi; la quota è di circa 3600 mt. Nel tardo pomeriggio raggiunge i partecipanti Giuseppe Tommasi, la guida italiana, in arrivo da Shigatse.

4°g.    3/6 Lhasa 
Si iniziano le visite dalla magnifica cattedrale del Jokhang che custodisce la statua di Jowo Sakyamuni, una reliquia circondata di mito e leggende, sicuramente l’oggetto più prezioso del Tibet. Ci si reca quindi al Potala – dove per molti la lunga scalinata per entrare è il test più duro dell’intero viaggio! Nel pomeriggio si esplora la città vecchia che fortunatamente è ancora abitata in prevalenza da tibetani; passeggiando dal Barkor si vedono il convento di Ani Tshamkhung, il tempio di Ramoce, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang ed ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto, il Gyume e diversi altri siti minori, cari al cuore dei tibetani.

5°g.    4/6 Lhasa – Tsurphu (festival) 
Le due giornate quando si sarà presenti a Tsurphu sono le conclusive e più importanti del grande festival annuale che si svolge in questo vasto complesso monastico situato 66 km a nord ovest di Lhasa, sede storica del Karmapa. L’evento attira un grande numero di pellegrini, un momento di festoso raccoglimento; per noi ospiti è un’occasione eccezionale per ammirare i costumi tradizionali sfoggiati con fierezza dalla persone ed assistere alle cerimonie religiose, che includono danze eseguite dai monaci con vesti variopinte e portando maschere che ritraggono diverse entità e figure anche di animali, accompagnati da musiche eseguite con evocativi strumenti rituali tradizionali. Tsurphu si raggiunge con circa due ore di guida; si alloggia in una locanda, la quota qui è di circa 4500 mt. Nel corso della giornata si avrà la possibilità di arricchire ulteriormente queste interessantissime giornate visitando il monastero di Nenang, situato sui monti della vallata poco prima di Tsurphu.

6°g.    5/6 Tsurphu (festival) – Lhasa
In questa ultima giornata del festival è prevista l’esposizione di una grande tanka: è il culmine dei cerimoniali, quando risalta in maniera particolarmente forte la profonda fede che i tibetani hanno preservato. Rientrando a Lhasa si sosta per una visita a Kyormolung, un sito Sakya raramente visitato dove sono conservati antichi affreschi sopravvissuti all’olocausto cinese, un luogo che conserva una forte spiritualità pur essendo ora inserito in un contesto urbanizzato. A Lhasa si alloggia nel medesimo hotel.

7°g.    6/6 Lhasa – Shigatse 
Si lascia la valle di Lhasa iniziando il lungo viaggio verso ovest seguendo il deflusso del fiume Kyuchu; dopo un tratto si arriva allo Tsangpo, di cui si seguono le rive fino a Shigatse. Si alloggia presso l’hotel Manosarovar o simile; la tappa è di 272 km e richiede circa 5 ore di guida. Ci si reca a visitare il grandioso monastero di Tashilhumpo, che fu fondato dal primo Dalai Lama nel 1447; è uno dei più grandi del Tibet, ricco di inestimabili tesori con molti templi e sale. La quota qui è di circa 3900 mt.

8°g.    7/6 Shigatse – Saga – Dargyeling Gompa (Jongba)
Le tappe di questi due prossimi giorni sono rese possibili dalla nuova strada che non richiede più dei guadi e consente una guida comoda e veloce. Si parte presto da Shigatse seguendo la via che porta verso il Nepal fino a Lhartse, dove la si lascia per un percorso più settentrionale che supera un passo e transita da un primo lago e quindi arriva al lago di Ngaring, attraverso un ambiente di praterie d’alta quota si transita da Zangzang, un villaggio dove si trova un interessante convento femminile di scuola Nyingmapa. Si continua sempre verso ovest in un bell’ambiente naturale tra valli e passi erbosi fino a Saga, sul fiume Tsang Po. Si prosegue oltre un altro passo fino a Jongba, dove si troverà il campo allestito dai nostri assistenti tibetani nei pressi di un bel monastero posto panoramicamente sopra le vaste vallate; la quota è di circa 4500 mt. La tappa è di circa 450 km e richiede da 8 a 9 ore.

9°g.    8/6 Jongba – Darchen 
Il bellissimo percorso di questa seconda lunga tappa, che si sviluppa su circa 470 km e impegna per approssimativamente 8 ore di guida, attraversa una regione dove spesso si incontrano le tende dei nomadi. A Trongsa si trova un interessante monastero e, prima di Paryang, una zona di dune di sabbia sullo sfondo dell’alto Himalaia. Oltre il passo del Mayum ed il lago di Te Tso si raggiungono le acque turchesi del “lago della madre”, il sacro Manosarovar; lo si supera lungo il lato nord arrivando ai piedi del monte Kailash a Darchen (4700 mt circa), punto di partenza del pellegrinaggio attorno alla  montagna sacra. È un percorso di 54 chilometri; lungo il sentiero sacro si incontrano una miriade di luoghi legati a storia, mito e leggenda, ed anche alcuni piccoli monasteri: l’insieme lo rende decisamente unico al mondo. Purtroppo il villaggio è pieno di sporcizia e ad alcuni toglie la poesia del luogo; ma la sosta qui è obbligatoria. Si alloggia presso l’hotel Himalaya.

10°g.    9/6 Kora del Kailash: Saga Dawa a Tarboche 
La piana di Tarboche, dove si svolgono le celebrazioni per Saga Dawa, dista circa 2 ore di cammino. Una vasta folla di pellegrini giunta fin qui da ogni angolo del Tibet si raduna attorno alla piana al cui centro viene issato un grande palo, seguendo un antico rituale di purificazione condotto da alcuni Lama, una sorta di agopuntura esoterica che serve per tenere sopite le negatività. L’evento è poi seguito da momenti festosi, circumambulazioni vorticose, lanci di farina di tsampa, corse di cavalli. Si avrà del tempo per esplorare la zona, salendo alla piattaforma dei “Mahasiddha”, dove si trova un celebre cimitero celeste, e recandosi al monastero di Choku, appollaiato alle pareti occidentali della valle, che offre anche un ottimo panorama della parete sud del Kailash. Si alloggia in campo nei pressi della piana (4800 mt circa).

11°g.    10/6 Kora del Kailash: Tarboche – Dirapuk  
Lasciata la piana di Tarboche si procede lungo la valle di Amitabha; i pellegrini tibetani hanno un’ “attrezzatura” che spesso è costituita solo da scarpe da ginnastica a suola liscia e da una coperta posata sulle spalle, la qual cosa avendo noi a disposizione goretex, microfibre ed integratori energetici a volte ti fa sentire un po’ un marziano, e sicuramente aumenta la motivazione e acquieta il desiderio di lamentarsi della fatica… Si sale gradualmente al cospetto dei colossali muraglioni occidentali del Kailash; a tratti dal sentiero appare altissima la cuspide sommitale. Si aggira il monte finché appare l’immortale parete nord, ai cui piedi si trova l’eremo di Dirapuk, dove si pone il campo (5000 mt circa) in vista della maestosa parete.

12°g.    11/6 Kora del Kailash: Dirapuk – Dolma La – valle di Zutrulpuk
Salendo verso il passo di Dolma si transita da alcuni laghetti e da un punto dove i pellegrini usano lasciare qualcosa di personale: solitamente dei vestiti, e a volte anche delle … dentiere, per significare l’abbandono del peso del proprio karma e delle negatività del passato. Il mitico passo è alto circa 5600 metri; quindi la salita viene sempre svolta procedendo con grande tranquillità, senza fretta: sarà faticoso, ma fino ad oggi tutti coloro che sono giunti qui con Amitaba ce l’hanno fatta!! Dal Dolma, dove un’infinità di bandiere di preghiera sventolano al vento e non si vede più la vetta del Kailash, un luogo che commuove molti pellegrini, si scende ripidi passando subito dal laghetto di Tara, dove può capitare di vedere pellegrini induisti che eseguono un’abluzione nell’acqua gelida, a circa 5500 metri di altezza. Arrivati alle pasture della valle sottostante, dove si trovano usualmente degli yak al pascolo, si continua con un lungo tratto di cammino pianeggiante allietato da una visuale dello spigolo nord est del Kailash e finalmente si giunge al campo.

PER CHI RIENTRA

13°g.    12/6 Kora del Kailash: Zutrulpuk – Darchen; Senge Tsangpo (cinese: Shiquanhe o Ali)
Nell’ultima giornata di cammino, ormai  in vista dei laghi sacri di Manosarovar e Raksal Tal, si passa dal monastero di Zutrulpuk, costruito sul luogo dove il santo Milarepa meditava in una grotta, e si esce dalla valle di Akshobya raggiungendo Darchen, completando il cammino. Si lasciano i partecipanti e la guida italiana che proseguono con l’estensione e accompagnati dalla guida tibetana che parla la lingua inglese si parte in direzione nord ovest per Senge Tsangpo (in cinese, Shiquanhe o Ali), il centro principale di questa remota regione del Tibet Occidentale che dista circa 250 km; la strada è comoda, veloce e ben tracciata – si prevedono circa 5 ore. Si alloggia in hotel; la guida torna poi a Darchen e per il volo di domani vi è l’assistenza del nostro corrispondente locale.

14°g.    13/6 Senge Tsangpo – Lhasa – Chengdu e volo di rientro 
Si prende il volo per Lhasa, da dove si prosegue per Chengdu; i voli partono la mattina (orari da confermare). A Chengdu ci si trasferisce al terminal internazionale per l’imbarco sul volo di rientro; chi è giunto con KLM parte alle 16.50 per Pechino con arrivo alle 19.40; si riparte per Amsterdam alle 0.50.

15°g.    Mercoledì 14 giugno, arrivo a destinazione 
L’arrivo ad Amsterdam è previsto alle 5.40; per Milano Linate la prosecuzione è alle 8.25 con arrivo alle 10.05, per Roma Fiumicino alle 7.20 con arrivo alle 9.35.

PER CHI PROSEGUE CON L’ESTENSIONE

13°g.    12/6 Kora del Kailash: Zutrulpuk – Darchen
Nell’ultima giornata di cammino, ormai  in vista dei laghi sacri di Manosarovar e Raksal Tal, si passa dal monastero di Zutrulpuk, costruito sul luogo dove il santo Milarepa meditava in una grotta, e si esce dalla valle di Akshobya raggiungendo Darchen, completando il cammino. Si alloggia presso io medesimo hotel.

14°g.    13/6 Darchen – Shangshung – Toling  
Si lascia il Kailash verso nord ovest; dopo un tratto con una deviazione ci si dirige verso sud incontrando in breve il fiume Sutlej e il monastero Bön di Gurugam. Si prosegue lungo il fiume arrivando alla misteriosa città rupestre di Shangshung, un regno che precedette Gughe; il Prof. G. Tucci qui ha individuato alcuni insediamenti che risalgono almeno a 3000 anni fa. Questo luogo sconosciuto è il sito più antico del Tibet: una città cesellata in un anfiteatro di rocce policrome che contorna una valle deserta solcata dal fiume blu. Dopo la visita si ritorna verso la strada principale; tempo permettendo si sosta a Thirtapuri, luogo sacro alla memoria di Guru Rimpoce (Padmasambhava), dove si trovano le acque sulfuree in cui i pellegrini tradizionalmente si bagnano dopo il completamento dei kora. Tornati sulla strada che proviene dal Kailash la si segue ancora verso nord ovest valicando quindi un passo verso sud da cui si accede alla regione di Gughe, con affascinanti visuali sull’immenso bacino erosivo del fiume Sutlej. Ci si immerge nei meravigliosi canyon colorati arrivando a Toling. Sistemazione in un semplice hotel.

15°g.    14/6 Toling – Tsaparang – Dunkar 
Visita dell’enclave monastica di Toling: il Tempio Rosso e il Tempio Bianco sono stati costruiti con la supervisione del Grande Traduttore, Rinchen Zangpo; secondo il Prof. Tucci costituiscono l’esempio più elevato dello stile artistico del Tibet Occidentale. Ci si reca poi alla vicina Tsaparang, il sito forse più affascinante di tutta Gughe: un sentiero si inerpica tra alcuni templi e miriadi di abitazioni rupestri (alcune sono affrescate) fino a che si immerge in un tunnel scavato nella roccia che porta nella cittadella che corona l’inaccessibile monte, dove l’imperatore aveva il suo semplice palazzo e i suoi templi. Al fascino del luogo si unisce il senso della presenza dei grandi santi che vi hanno abitato. Da Tsaparang si prosegue per circa due ore attraverso stupendi canyon erosivi con punti panoramici verso i monti glaciali dell’India per la valle di Dungkar, dove si pone il campo. Tempo permettendo (se no si rimanda al mattino successivo), si visita il sito di Piyang, posto all’inizio della vallata; fu uno dei feudi dell’antica Gughe, con resti estremamente interessanti e, nascosti in alcune grotte dell’antica cittadella, antichissimi affreschi.

16°g.    15/6 Dunkhar – Mansoravar Est  
Si visitano i templi rupestri di Dunkhar. I capolavori d’arte preservati in questa falesia furono riscoperti nel 1992 e presentano alcuni degli affreschi più raffinati dell’antica arte tibetana; lo sfondo azzurro dei dipinti rende le figure ancora più eteree, incredibilmente sospese fuori dal tempo. Si potrà anche visitare la cittadella, individuando il sentiero che, alle spalle delle poche case del minuscolo paese di Dunkar, si inerpica sul monte e, attraverso una stretta apertura, conduce sulla sommità: i resti sono molto interessanti, e i panorami incredibili. Dopo queste indimenticabili esplorazioni si parte per tornare ad est verso il Kailash. Si riemerge dalle valli erosive di Gughe attraverso i grandiosi passi utilizzati per giungere fin qui godendo di panorami impossibili da immaginare e, proseguendo verso est, si oltrepassa il monte Kailash arrivando al lago Manosarovar, dove si pone il campo sulla costa nord orientale per un ultimo saluto a questa splendida regione: da qui, ancora in vista del Kailash, si gode del tramonto sulle acque e l’orizzonte a sud e ornato dal Gurla Mandata, che svetta candido con i suoi 7800 mt di quota.

17°g.    16/6 Manosarowar Est – Dargyeling Gompa (Jongba)  
Oggi si ripercorre la tappa più lunga del viaggio, i cui meravigliosi panorami compensano egregiamente i tempi di guida: si rivedono il lago di Te Tso, il Mayun La, il versante settentrionale dell’arco Himalaiano, le dune di Paryang, Trongsa Gompa, ecc. Si pone il campo presso il monastero di Dargyeling, come all’andata.

18°g.    17/6 Dargyeling – Pelkho Tso – Shegar  
Superata Saga si attraversa lo Tsangpo con il nuovo ponte, si costeggiano laghi minori e si valicano alcuni passi raggiungendo la stupenda area nomadica del lago di Pelko, una zona di bellezza incomparabile: su questo grande lago blu turchese, in un ambiente abitato solo dai nomadi, si affacciano maestose vette himalaiane tra cui lo Shisha Pangma, che supera gli 8000 metri di quota. Oltre Pelkho ci si congiunge con la strada che proviene dal Nepal e si continua a seguire l’arco himalaiano; nei giorni limpidi si vedono il Cho Oyu e l’Everest. Superata Tingri si arriva a Shegar, dove si alloggia presso l’Everest Hotel.

19°g.    18/6 Shegar – Sakya – Shigatse  
Si visita la “Montagna di cristallo”: le ardite mura del castello di Shegar giungono altissime fino in vetta al monte che sovrasta il bel villaggio, che conserva lo stile tradizionale. Dal punto più alto si vede la vetta dell’Everest; ma già sotto, dove si trova l’interessante Gompa, si effettua una visita di prim’ordine! Si lascia Shegar valicando il Gyatso La che porta a Lhartse, e poco oltre con una deviazione a sud si raggiunge il grande monastero di Sakya. Questo colossale tempio – fortezza, posto alle propaggini della grande catena himalaiana, tra il 1268 e il 1365 fu anche sede del governo del Tibet; è un sito ottimamente conservato di dimensioni impressionanti, con molti monaci che sono da tempo tornati a viverci, ed è ricchissimo da visitare. Già nelle torri perimetrali sono alloggiati dei templi e all’interno delle poderose mura si trovano una serie di edifici importanti, tra cui la casa dell’Abate accanto a cui si trova un impressionante Gonkhang, e, se si sale sul tetto del tempio centrale, si trova la cappella del protettore principale, luogo di grande forza esoterica. Ma è dal cortile più interno che si accede a tre colossali Lhakhang, con una profusione di affreschi e reperti artistici eccezionali: a sinistra quello dedicato alle cerimonie rituali, a destra uno che conserva colossali Stupa dei maestri storici dei Sakya e incredibili affreschi di mandala e, di fronte, la sala principale dove nella mistica penombra vi sono statue di fattezza perfetta. Dietro a quest’ultimo tempio si trova una delle biblioteche più preziose del Tibet, con migliaia di testi originali posti su scaffali alti una diecina di metri o più. Sul monte di fronte al complesso, oltre il precipitoso torrente, vi sono le rovine dello Dzong più antico ed i resti di vecchi templi con un certo numero di chorten, alcuni templi attivi, tra cui quello edificato di fronte alla grotta del grande Siddha Kunga Nienpo, mitico fondatore della scuola sakyapa, e il convento femminile. Rientrati sulla strada principale si prosegue verso est attraverso un altro valico fino a Shigatse, dove ci si sistema presso il medesimo hotel, il Manosarovar o simile.

20°g.    19/6 Shigatse – Lhasa 
Da Shigatse si ripercorre la strada con cui si è giunti da Lhasa, dove si alloggia nel medesimo hotel, il Gang Gyen o simile. Pomeriggio libero.

21°g.    20/6 Lhasa – Chengdu e volo di rientro
Il volo della Air China parte alle 11.00 con arrivo a Chengdu alle 12.50 (orari da confermare – vi sono anche dei voli più tardi ma non è prudente prenderli per non avvicinarsi troppo all’ora dell’imbarco del transcontinentale). Ci si trasferisce al terminal internazionale per l’imbarco sul volo di rientro; chi è giunto con KLM parte alle 16.50 per Pechino con arrivo alle 19.40; si riparte per Amsterdam alle 0.50.

22°g.    Mercoledì 21 giugno, arrivo a destinazione  
L’arrivo ad Amsterdam è previsto alle 5.40; per Milano Linate la prosecuzione è alle 8.25 con arrivo alle 10.05, per Roma Fiumicino alle 7.20 con arrivo alle 9.35.

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Pellegrini tibetani
Saga Dawa al Kailash

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.