Tibet
Da Yarlung al Namtso, con il festival di Ganden
Siti classici e luoghi segreti del Paese delle Nevi









Sintesi del viaggio
Questo magnifico viaggio inizia dalla Valle dei Re di Yarlung e Samye, dove ebbe origine l’affascinante cultura del Tibet, e, dopo una bella visita di Lhasa e di tutti i siti che la rendono famosa, si partecipa al festival di Ganden, un momento di gioiosa devozione collettiva che vede la partecipazione di un gran numero di tibetani provenienti anche da regioni lontane per seguire gli intensi cerimoniali che culminano con l’esposizione della grande tanka di Sakyamuni. Si prosegue il tour esplorando le regioni a nord est di Lhasa, incontrando alcuni dei luoghi più cari al cuore mistico del Tibet: Tidro, dove risplende tutt’ora la presenza di Yeshe Tsogyel; Drigung Til, dove i monaci di questa esoterica scuola custodiscono il cimitero celeste più venerato del Tibet; Taklung con l’eremo di Sili Gotsang, forma quasi archetipa di un luogo di ricerca spirituale; e Reting, dove ai piedi di una magica foresta vi era la sede del reggente del Tibet. Si giunge così al grande lago salato di Nam Tso, sull’altopiano del Ciangtang, vasto specchio turchese contornato da altissimi monti, casa dei tenaci nomadi tibetani, dove la penisola del Tashidor regala una delle visuali più belle del Tibet. Rientrando a Lhasa si dedica un’ultima importante visita a Tsurphu, il grande monastero del Karmapa.
- Chengdun
- Gonkar
- Tsetang
- Samye
- Lhasa (Jokhang, Norbulingka, città vecchia)
- Ganden
- Tidro
- Drigung Til
- Taklung
- Reting
- Nam Tso
- Tsurphu
Presentazione del viaggio
È un percorso affascinante, perfetto per chi vuole avvicinare la cultura ed anche la natura del Paese delle Nevi; i dettagli del viaggio sono riportati nella descrizione delle tappe del Programma
Per informazioni sul Tibet, consultare Paesi e tradizioni.
L’ALTA QUOTA DEL TIBET
Andare in Tibet significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Lhasa stessa si trova a 3600 metri di quota. La buona riuscita di un viaggio quindi deve sempre tenere in considerazione questo fattore; per l’adattamento è necessario prevedere una gradualità di salita e bisogna non esagerare negli sforzi fisici nei primi giorni. L’itinerario previsto tiene conto di queste esigenze: si rimane tra i 3550 metri di Tsetang e Samye e i 3600 di Lhasa per sei notti; quindi nelle tappe nella regione a nord est di Lhasa le quote arrivano attorno ai 4000 metri con circa 4100 a Reting, prima di raggiungere il punto più alto del viaggio al lago del Nam Tso a 4700 metri.
Molte persone hanno avuto un riscontro positivo utilizzando il diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota, totale: 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2/3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico.
Si consideri comunque che migliaia di persone affrontano queste difficoltà senza particolari disturbi.
CLIMA E ATTREZZATURA
Le sistemazioni a Tsetang e Lhasa sono di livello europeo; a Samye e Tidro gli alberghi sono i migliori disponibili ma molto meno curati anche se si dispone di servizi in stanza e la posizione è ottima. A Reting si utilizza la locanda del monastero, è l’alloggio più spartano che si utilizza, e per rendere il tutto più comodo si portano da Lhasa lenzuola e trapunte. Al Nam Tso hanno costruito dei piccoli lodge, semplici ma comodi.
Nei centri principali del Tibet Classico è raro che la temperatura notturna ad agosto scenda sotto i 5°c e le massime sono di circa 20°c.; il punto più freddo è al Nan Tso, dove anche in estate può succedere di andare sotto lo zero di notte, con rare punte di minima anche a -5°c. Si tenga inoltre presente che alle alte quote del Tibet le escursioni termiche possono essere notevoli e il sole può bruciare la pelle nonostante l’aria fresca. Possono esserci piogge, che solitamente se si verificano sono di breve durata; ma negli ultimi anni anche in Tibet il clima è meno prevedibile. È opportuno attrezzarsi con indumenti caldi per passare con tranquillità le serate più fredde; si consiglia di portare dei capi in pile e una giacca da montagna possibilmente in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode, e un paio di scarponcini caldi adatti ai percorsi a piedi. Portare anche un piccolo zaino per gli oggetti d’uso giornaliero. È importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi e una pila, possibilmente frontale. Per chi ama la fotografia, si consiglia di portare il filtro polarizzatore.
Programma del viaggio
1°g. Domenica 30 luglio, partenza in volo per Chengdu
Per andare a Chengdu, capitale dello stato cinese del Sichuan, vi sono diverse possibilità di volo offerte da British Airways, Etihad, Lufthansa, KLM e altre compagnie. Il volo suggerito, che fa da riferimento per i servizi del viaggio (orari da confermare), è quello della KLM con partenza da Milano Linate per Amsterdam (17.25 – 19.20); si riparte da Amsterdam per Chengdu alle 21.05. Per gli orari da altre località o di altre compagnie contattare Amitaba.
2°g. 31/7 Arrivo a Chengdu
Si arriva a Chengdu alle 12.50, dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente locale di Amitaba; trasferimento presso l’hotel Chengdu Airport Express nei pressi dell’aeroporto.
3°g. 1/8 Chengdu – Tsetang
Il volo della China Eastern parte alle 9.50 con arrivo alle 11.50 (orari da confermare). A Gonkar, l’aeroporto situato sulle rive dello Tsangpo che serve anche Lhasa, è in attesa dei partecipanti la guida tibetana. Trasferimento in pulmino privato a Tsetang, si percorrono circa 100 km seguendo il flusso del fiume verso est, un viaggio di circa 2 ore; a Tsetang, che è situata a 3550 mt di quota, si alloggia presso lo Tsetang Hotel. Nel pomeriggio per favorire l’acclimatazione si passeggia nella parte vecchia della città.
4°g. 2/8 Tsetang
Si dedica la giornata alle visite di Tsetang e Yarlung iniziando dal tempio di Tradruk, la cui fondazione è attribuita a Songtsen Gampo nell’VIII secolo. La struttura architettonica è simile al Jokhang di Lhasa e l’interno regala una splendida atmosfera con molte cappelle affrescate e statue di fine fattura; vi sono custodite anche alcune importanti reliquie. Si prosegue lungo la valle dello Yarlung, ricchissima di testimonianze che risalgono all’origine della storia del Tibet, con la visita del Yumbulagang, tra i luoghi più pittoreschi, che fu il primo palazzo degli antichi re ed è stato restaurato nel 1982. Ci continua con il sito delle tombe dei re di Yarlung, dove primeggia il grande tumulo di Songtsen Gampo, su cui è stato costruito un piccolo tempio da dove si ha una stupenda visuale verso il Gompa di Riwo Dechen. I tumuli dei re di Yarlung non sono mai stati oggetto di scavi archeologici e pare che non siano stati profanati: la tradizione tramanda che sotto al tempio dedicato a Songtsen Gampo vi siano interrati cinque santuari a struttura mandalica, con la salma del grande re posta nel tempio centrale e circondata da innumerevoli tesori. Ci si reca quindi a due delle grotte di meditazione più venerate di questa parte del Tibet. La prima, Bairo Phuk, è il minuscolo eremo utilizzato nell’VIII secolo da Vairochana, uno dei discepoli principali di Guru Padmasambhava, o Guru Rimpoce per i tibetani. A Rechung Phuk si ritirò il prediletto discepolo di Milarepa, il grande Rechung; il monastero è stato distrutto dai barbari invasori, ma i tibetani hanno ripristinato il tempio all’ingresso della grotta che conserva oggetti appartenuti al grande mistico. I partecipanti potranno valutare se, in funzione di come ci si sente con l’acclimatazione, sia meglio ammirare questi luoghi da più lontano o se fare i brevi percorsi a piedi che ci arrivano; se si dovesse ‘scegliere’, si consiglia Rachung Phuk, un sito che storicamente è più significativo.
5°g. 3/8 Tsetang – Samye
Si attraversa lo Tsangpo su un ponte nei pressi della città e se ne risale il corso attraverso una zona dove inaspettatamente si trovano grandi dune di sabbia, immerse in questo grandioso ambiente d’alta quota, e si arriva a Samye (50 km). È il più antico monastero buddista del Tibet, fondato nell’VIII secolo da Guru Rimpoce (Padmasambhava), nei pressi di una zona di belle dune di sabbia non lontano dallo Tsangpo; il tempio principale, costruito su 4 livelli, rivela affreschi di rara bellezza e all’interno dell’ampio recinto sacro, delimitato da un lungo muro circolare sormontato da piccoli chorten, si trovano diversi templi e grandi Stupa. Dopo la visita per le persone interessate è previsto recarsi al vicino eremo di Chimpu, dove alla base del monte un piccolo monastero ospita giovani monache; per chi se la sente, passeggiando lungo il sentiero che si inerpica sul monte alle spalle del Gompa, tra formazioni di grandi massi e il bosco s’incontrano le casupole di solitari monaci e monache, piccoli templi e grotte di meditazione utilizzate dai maestri spirituali: qui si ritirarono anche Guru Rimpoce e Atisha e chi vi giunge con rispetto potrà essere invitato in alcuni di questi potenti luoghi d’energia spirituale dai sereni meditatori che hanno posto qui la propria dimora. Chi desidera un ottimo finale della giornata si può recare ad ammirare il tramonto dalla collina del Hepori da dove si osserva nel modo migliore la forma mandalica di Samye; sul colle si trova un tempietto in cui spesso la sera un monaco recita le preghiere di buon auspicio alla divinità protettrice che qui risiede: secondo la tradizione è un potente demone soggiogato da Guru Rimpoce. Si alloggia presso la ‘Monastery Guest House’, un semplice hotel che è il miglior alloggio disponibile, che richiede un po’ di adattabilità ma le stanze sono dotate di servizi ed è ubicato a pochi passi dal tempio.
6°g. 4/8 Samye – Lhasa
Si prosegue lungo la riva settentrionale dello Tsangpo arrivando al monastero sakyapa di Dorje Dra, storicamente importante, ubicato in una pittoresca posizione vicino al grande fiume. Si attraversa lo Tsangpo su di un ponte costruito di recente e si sosta al monastero di Gonsar Chode, anch’esso di scuola sakyapa, dove molti degli affreschi originali sono sopravvissuti alle vicissitudini dell’invasione cinese. Giunti a Lhasa si alloggia presso l’hotel Gang Gyen o simile, situato nella città vecchia. Si completa la giornata recandosi con una piacevolissima passeggiata al Barkor, la strada che pullula di pellegrini e circumambula la cattedrale di Lhasa, punto focale della vita tibetana animata da un vivace mercato e frequentata dai pellegrini, alcuni dei quali eseguono l’intera circumambulazione con le prostrazioni.
7°g. 5/8 Lhasa
Giornata dedicata alla visita di Lhasa. Al mattino ci si reca al Potala e al palazzo estivo, il Norbulingka. Si dedica il pomeriggio alle visite della città vecchia che è ancora abitata in prevalenza da tibetani, iniziando dalla magnifica cattedrale del Jokhang e passeggiando dal Barkor, il circuito sacro che la circonda, fino al convento di Ani Tshamkhung e al tempio di Ramoce, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang e ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto, toccando anche altri siti minori, cari al cuore dei tibetani.
8°g. 6/8 Lhasa
Si visitano le università monastiche poste negli immediati dintorni di Lhasa, iniziando da Drepung che prima dell’invasione era la più grande del Tibet, dove ci si reca anche al tempio di Nechung, una volta sede dell’Oracolo di stato tibetano che conserva dipinti difficilmente visibili altrove. Nel pomeriggio si visita l’università di Sera, dove spesso si può assistere al dibattito dei monaci, e si rientra nella città vecchia a curiosare nel Barkor.
9°g. 7/8 Lhasa – Ganden (festival) – Tidro
Ganden Namgyeling, l’università monastica fondata da Tsongkhapa, capostipite della scuola Ghelupa, è costruita in posizione panoramica a 4500 mt su di un monte che sovrasta la valle del fiume Kyuchu, circa 40 km a est di Lhasa. Lo sforzo tenace e la devozione dei tibetani ha reso possibile la ricostruzione di tutti i templi principali; il grande stupa contiene alcune reliquie del corpo di Tsongkhapa che furono ritrovate setacciando con le mani le macerie lasciate dalla distruzione perpetrata dai cinesi, esaminando ogni pietra e la terra. Oggi è una giornata molto speciale perché viene esposta la grande tanka che rappresenta Buddha Sakyamuni, momento culminante di un complesso insieme di rituali officiati dai monaci a cui assistono stuoli di pellegrini, richiamati sia dall’evento che dal valore molto speciale che Ganden ha nella tradizione del Tibet. Nell’arco della giornata si eseguirà anche la breve circumambulazione del monte dove sorgono i molti templi e collegi, godendo sia dell’atmosfera intensa che degli splendidi panorami che il kora offre sulla vallata del Kyuchu; sul percorso vi sono alcune grotte di meditazione e alla fine del sentiero il piccolo Gompa di Tsongkhapa. Tornati al Kyuchu si prosegue verso est lungo la valle; si sosta al tempio di Uru Katsel: è uno dei 108 templi costruiti originariamente da Songtsen Gampo nell’VIII secolo sui punti che corrisponderebbero al corpo del mitico demone del Tibet, una feroce orchessa, con il tempio posizionato in questo caso sulla sua spalla destra (il Jokhang di Lhasa sarebbe invece posizionato sul cuore). Nella tradizione il tempio ha così una funzione comparabile ad una sorta di agopuntura mistica utile a domare le forze devastatrici occulte; è un piccolo Gompa, recentemente restaurato, di scuola Kagyu. Si continua risalendo ancora le acque del fiume e si imbocca una stretta valle laterale verso Tidro; si sosta un poco prima presso un alberghetto dove vi sono delle fonti termali (caldissime!), il House of Shambaka Tridom.
10°g. 8/8 Tidro, Drigung Til
Si raggiunge il monastero femminile di Tidro (o Terdrom), posto nei pressi di acque termali terapeutiche dove i pellegrini si rilassano. Il luogo è particolarmente riverito per il legame che ha con la figura di Yeshe Tsogyel, la mitica consorte di Guru Rimpoce che secondo la tradizione giunse alla suprema realizzazione nella grotta del “Tempio delle Dakini” ubicata a poche ore di cammino sui monti a nord del monastero; la badessa, che però risiede qui raramente, da molti è considerata una sua emanazione. Per questo motivo molte giovani donne tibetane sono attratte da questa comunità spirituale, ispirate dalla sottile presenza di Yeshe Tsogyel; è molto piacevole fare una passeggiata tra gli eremi ubicati sopra il monastero. Nel pomeriggio ci si reca a Drigung Til, costruito in posizione panoramica su un monte; fondato nel 1179, è la sede principale dell’omonima branchia della scuola Kagyu, con diverse sale molto interessanti da visitare. Nei pressi si trova il cimitero celeste più sacro del Tibet dove quasi ogni giorno vengono alimentati dei grassissimi avvoltoi con i resti smembrati dei morti. Questa tradizione apparentemente cruenta e lontana dal nostro culto dei defunti nella cultura tibetana ha un triplice significato: elimina l’attaccamento dello spirito del deceduto alla sua forma passata evitando di indurlo a trattenersi nello stadio intermedio (bardo) tra le rinascite, regala del cibo agli animali e, rispetto ad una cremazione, risparmia il legno, elemento prezioso in queste regioni.
11°g. 9/8 Tidro – Taklung – Reting
Da Tidro si prosegue l’esplorazione di questa raramente visitata regione a nord est di Lhasa; la prima meta è la valle di Taklung, che si raggiunge dopo aver oltrepassato una nuova grande diga. Questo sito è la sede principale della scuola Taklung Kagyu, uno dei grandi lignaggi monastici che si formarono dai discepoli che succedettero a Milarepa; fu fondato nel 1180 nel luogo dove visse Potowa, il grande maestro Kadampa. Nel momento di massimo splendore contava ben 7000 monaci, ora ve ne solo circa 100; nei pressi verso l’imbocco della valle si trova l’eremo di Sili Gotsang, interessantissimo da visitare, che si raggiunge con una passeggiata. Si continua ora per Reting, posto ad una quota di 4100 mt., un importante centro monastico tra i monti che fu fondato da Dromtonpa, il principale discepolo di Atisha, e divenne la sede della scuola Kadampa; l’abate di Reting era una figura molto importante in Tibet perché poteva essere nominato reggente quando il Dalai Lama era giovane o non ancora rinato. Questa zona non è per nulla turistica, si alloggia nella locanda del monastero che è molto spartana; verranno portate da Lhasa lenzuola pulite e trapunte per non dover utilizzare le coperte disponibili che possono non essere adatte a dei viaggiatori occidentali. Per chi fosse interessato, seguendo un bel sentiero che sale attraverso il bosco, si arriva con una passeggiata di circa 2 ore al convento femminile.
12°g. 10/8 Reting – Nam Tso
Attorno a Reting cresce un bellissimo bosco, cosa inusuale in quest’area, con molti antichissimi alberi che anche per il loro affascinante aspetto vengono chiamati i ‘capelli di Dromtompa’; si percorre il bel sentiero che porta fino al luogo dove visse Lama Tsongkhapa che qui ebbe la visione di Atisha e compilò il celebre Lamrim Chenmo, uno dei testi fondamentali utilizzati da chi pratica gli insegnamenti del buddismo tibetano. Si parte quindi per il lago del Namtso, procedendo verso nord ovest per valli bellissime, dimenticate dal mondo, e valicando il bel passo di Yongdra tra monti ricchi di pasture. Raggiunta la strada che collega Lhasa a Golmund la si segue verso sud ovest per un tratto, incontrando il tracciato della ferrovia che porta a Lhasa, e da Damzung si procede verso nord ovest per il passo di Lhachen (5150mt), che si apre sulla distesa turchese del lago salato di Nam Tso. È uno dei luoghi più belli del Tibet, ai bordi meridionali dell’altopiano del Ciangtang, il mondo quasi disabitato e senza confini dei nomadi, vasto quanto un continente con un’altezza media di 4700 metri; il lago si estende per 70 chilometri, sullo sfondo a sud ovest domina l’orizzonte la massa glaciale del Nyenchen, un colosso che supera i 7000 mt. Giunti alla penisola di Tashidor ci si accomoda in un semplice lodge.
13°g. 11/8 Nam Tso (Tashidor)
La penisola di Tashidor si protende nel lago turchese; la si percorre a piedi lungo un sentiero che offre panorami indimenticabili. È un luogo meta di pellegrinaggi, ornato con bandiere di preghiera e quantità infinite di sciarpe rituali (katak). Nelle grotte che circondano Tashidor meditarono, oltre a Guru Rimpoce e a Yeshe Tsogyel, molti importanti maestri, tra cui il terzo Karmapa, Rangjung Dorje; vi sono anche dei tempietti ed alcuni eremiti sono tornati ad abitare qui. Il tramonto dalla sommità del promontorio, che si raggiunge in breve tempo, è indimenticabile.
14°g. 12/8 Nam Tso – Tsurphu – Lhasa
Si riattraversa il passo del Lhachen e si segue la strada che prosegue verso sud in direzione di Lhasa; con una deviazione verso ovest si arriva a Tsurphu, il grande complesso monastico da cui proviene il Karmapa, il monaco capo della scuola Karmakagyu che è ora rifugiato in India. Rientrati alla strada principale di prosegue verso sud fino alla valle del Kyuchu arrivando a Lhasa, dove si alloggia nel medesimo hotel.
15°g. 13/8 Lhasa e volo di rientro
Il volo della Sichuan Airlines parte alle 12.50 con arrivo a Chengdu alle 14.40 (orari da confermare – vi sono anche dei voli più tardi ma non è prudente prenderli per non avvicinarsi troppo all’ora dell’imbarco del transcontinentale). Ci si trasferisce al terminal internazionale per l’imbarco sul volo di rientro. Chi è giunto con KLM sul rientro utilizza China Southern, partendo alle 19.20 per Guangzhou dove si arriva alle 21.30; si riparte per Amsterdam alle 00.05.
16°g. Lunedì 14 agosto, arrivo a destinazione
Arrivo ad Amsterdam alle 6.45; per Milano Linate la prosecuzione è alle 8.25 con arrivo alle 10.05, per Roma Fiumicino alle 9.50 con arrivo alle 12.05.
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Nam Tso
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.