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Tibet


Siti storici e festival di Shoton e Drak Yerpa

Viaggio in collaborazione con l’Istituto Lama Tzong Khapa (Pomaia)


PARTENZA
02/08/2013
RITORNO
17/08/2013
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
16 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Un viaggio ricco e intenso che inizia da Lhasa durante la ricorrenza principale dell’anno, il festival di Shoton, quando nel giardino del Norbulingka si tengono le rappresentazioni del teatro classico tibetano in concomitanza con le celebrazioni delle grandi università monastiche di Drepung e Sera; per completare in bellezza, si trascorre l’ultima giornata in Tibet al festival di Drak Yerpa, la mistica valle dove ebbe sede il centro di ritiro del collegio tantrico del Gyuto ai piedi delle grotte di meditazione di alcune delle figure principali della storia tibetana, tra cui l’imperatore Songtsen Gampo.

È meglio accendere una candela piuttosto che maledire l’oscurità.

 Presentazione del viaggio


Il tour prevede la visita dei siti storici di U, ovvero la regione del Tibet dove nacque e prosperò questa sopraffina civiltà, e di luoghi fuori dai circuiti turistici dove s’incontrano le sue radici mistiche e spirituali. (Per informazioni generali: Tibet).

Dopo una breve visita di Chengdu, capitale dello stato cinese del Sichuan, si inizia arrivando in volo a Lhasa dove è prevista una visita, e ci si reca in tutti i siti principali delle regioni di Lhasa e dell’antico Regno di Yarlung, includendo anche Ganden, Tsurphu, Dolma Lhakhang, Mindroling e tanti altri. Oltre ai siti classici, alcuni dei momenti più belli si avranno nei molti luoghi fuori dalle ‘piste battute’, dove fiorì la quintessenza del misticismo tibetano, iniziando nei dintorni di Tsetang con Rechung Phuk, Bairo Phuk e Zodang Gongpori, il mitico luogo d’origine dell’etnia tibetana. Nei dintorni di Samye, che oltre ad essere il più antico monastero del Tibet è forse anche il più bello, con Chimpu, Yamalung, Tsogyel Lhatso e Drak Yangdzong avremo l’esperienza di risettare il nostro tempo, perché qui la presenza dei grandi Lama della storia è palpabile, tangibile, e incarnata dai molti praticanti che sono tornati a popolare gli eremi. Tra Samye e Lhasa si attraversano le montagne, godendo della bellezza delle alte pasture nomadiche, e s’incontrano il luogo dive visse Macik Labdron, mitica donna che fondò un proprio lignaggio, e Olka Cholung, punto d’inizio della tradizione Ghelupa dove Lama Tsongkhapa realizzò molte delle qualità che lo fecero percepire agli occhi del mondo come l’emanazione del Buddha della Saggezza.

Tutti i mezzi di trasporto utilizzati sono privati e si alloggia in hotel di buona qualità ovunque possibile; a Samye ci si accomoda nell’albergo del monastero, che è abbastanza decente e comunque il migliore disponibile. Le due notti a Olka Cholung si dorme in campo: qui non esistono strutture ricettive di alcun tipo. Tutta l’attrezzatura, ad eccezione del sacco a pelo, viene fornita da Amitaba; chi vuole potrà noleggiare il sacco a pelo a Lhasa, nel qual caso è opportuno avvisare prima delle partenza. Si dispone di tende da due posti (chi usufruisce di stanza singola le utilizzerà da solo) di buona qualità adatte a ogni clima, di tenda comune per consumare i pasti e tende per i servizi; i pasti vengono preparati da un nostro cuoco e gli allestimenti eseguiti da nostri assistenti. Per il vestiario, si faccia conto che la temperatura notturna minima prevista sarà attorno ai 10°C.; quindi si raccomanda di portare dei vestiti caldi e un sacco a pelo che sia omologato per un minimo termico si zero gradi (in quanto le tabelle termiche fornite sono sempre molto ottimistiche).

 Programma del viaggio


1°g.  Venerdì 2 agosto, partenza per Chengdu

2°g.  3/8 Arrivo a Chengdu  

Arrivo a Chengdu alle 12.20; ci si sistema presso l’hotel Holiday Inn Express (4*). Nel pomeriggio è prevista una visita della città: al tempio taoista di Qing Yang, alla casa del poeta Du Fu e al tempio di Wu Hou, situato in uno splendido giardino cinese.

3°g.  4/8 Chengdu – Lhasa  

Il volo della China Airlines per Lhasa parte alle 7.50 con arrivo alle 10.00 (orario da confermare), dove è in attesa dei partecipanti la guida tibetana; trasferimento in pulmino privato a Lhasa. Ci si sistema presso l’hotel Gang Gyen (4*) o simile, situato nella città vecchia. Nel primo pomeriggio ci si reca con una breve passeggiata al circuito sacro del Barkor che circonda il Jokhang. E’ il tempio più importante del Tibet che custodisce la statua di Jowo Sakyamuni, edificato sul punto geomantico posizionato sul cuore della mitica “orchessa del Tibet”; si iniziano da qui le visite. Si passeggia lungo il Barkor, animato da un vivace mercato e frequentato dai pellegrini, alcuni dei quali eseguono l’intera circumambulazione con le prostrazioni. Ci si muove a piedi, con calma, per favorire l’acclimatazione.

4°g.  5/8 Lhasa  

Si visitano il Potala e l’Università Monastica di Sera. Il resto del tempo viene utilizzato  per esplorare la città vecchia, che è fortunatamente ancora abitata in prevalenza da tibetani, e passeggiando si raggiungono il convento di Ani Tshamkhung e il tempio di Ramoce, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang e ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto, toccando anche altri siti minori, cari al cuore dei tibetani.

5°g.  6/8 Lhasa, festival di Shoton  

Oggi è il giorno di Shoton, conosciuto anche come il “festival dello yogurt”. Una grande folla di tibetani si reca già dalle prime luci del giorno alla grande Università Monastica di Drepung, che prima dell’invasione era la più grande del Tibet. Qui prima del sorgere del sole la grande tanka di Buddha Sakyamuni viene portata a spalle con una coloratissima processione che parte dal tempio principale tra suoni di corni e fumo di erbe aromatiche, per essere issata sul bordo della montagna. Per arrivare sarà necessario camminare un poco, perché i mezzi oggi si devono lasciare all’inizio della strada che sale al monastero. Il festival è anche un ottimo momento per visitare i molti templi di questo storico sito, che per un periodo fu anche sede del Dalai Lama, perché in questa occasione pullulano di pellegrini. Nei pressi, ci si reca al tempio di Nechung, una volta sede dell’Oracolo di Stato tibetano, che conserva dipinti difficilmente visibili altrove. Ovunque nei pressi di Drepung migliaia di famiglie tibetane festeggiano con gioiosi picnic, ed è frequente essere invitati a bere un tè in compagnia. Rientrati in città ci si reca al giardino del Norbulinka dove sono in corso le rappresentazioni di teatro tradizionale, anche qui ci si mescola con miriadi di tibetani che fanno festa.

6°g. 7/8 Lhasa – Tsetang  

Si lascia Lhasa seguendo il corso del fiume Kyuchu verso ovest arrivando in breve al monastero di Nyetang Dolma Lhakhang, storicamente importante perché fu la dimora di Atisha, con reperti artistici belli e importanti e alcuni oggetti attribuiti a questo Maestro; in un piccolo tempio nella vicina campagna si trova il suo Stupa. Raggiunto lo Tsang Po se ne segue il flusso per un tratto sostando a Gongkar Chode, un bel sito Sakya che conserva stupendi affreschi antichi, sopravvissuti alle devastazioni delle rivoluzione culturale. Prossima tappa, Orgyen Mindroling, il monastero di scuola Nyingmapa più importante del Tibet classico; fondato nel 1670, più volte distrutto e ricostruito ma in buona parte restaurato, conserva interessanti opere d’arte. Dopo la visita di prosegue per Tsetang, dove si alloggia presso l’hotel Yalonghe (4*) o simile.

7°g. 8/8 Tsetang  

Si iniziano le visite dal tempio di Tradruk, la cui fondazione è attribuita a Songtsen Gampo nell’VIII secolo; la struttura architettonica è simile al Jokhang di Lhasa con statue e affreschi molto belli e vi vengono custodite alcune importanti reliquie. Si prosegue lungo la valle dello Yarlung, ricchissima di testimonianze che risalgono all’origine della storia del Tibet, con la visita del Yumbulagang, tra i luoghi più pittoreschi, che fu il primo palazzo degli antichi re ed è stato restaurato nel 1982. Ci si reca quindi a due delle grotte di meditazione più venerate di Yarlung. Nella prima, Rechung Phuk, si ritirò il primo discepolo di Milarepa, il grande Rechung; il monastero è stato distrutto dai barbari invasori, ma i tibetani hanno ripristinato il tempio all’ingresso della sua grotta che conserva oggetti appartenuti al grande mistico. La seconda, Bairo Phuk, è il minuscolo eremo utilizzato nell’VIII secolo da Vairochana, uno dei discepoli principali di Guru Rimpoce (Padmasambhava). Si prosegue arrivando al sito delle tombe dei re di Yarlung, dove primeggia il grande tumulo di Songtsen Gampo, su cui è stato costruito un piccolo tempio da dove si ha una stupenda visuale di Riwo Dechen Gompa. I tumuli dei re di Yarlung non sono mai stati oggetto di scavi archeologici e non sono stati profanati: la tradizione tramanda che sotto al tumulo di  Songtsen Gampo vi siano interrati cinque templi a struttura mandalica, con la salma del grande re posta in quello centrale e circondata da innumerevoli tesori.

8°g.  9/8 Tsetang – Samye  

Sul monte a est di Tsetang si trova la grotta di Zodang Gongpori, il luogo dove secondo la leggenda originò la razza tibetana dall’unione di Chenresi e Dolma, che in quel mentre assunse la forma di orchessa. Il sentiero che conduce lì parte dal convento femminile alle spalle della città vecchia, e la salita richiede circa due ore per le persone abbastanza allenate; i panorami sono molto belli. Chi non se la sente potrà visitare il Gompa e il convento, e curiosare nei negozietti della città. Lasciata Tsetang si attraversa lo Tsang Po risalendone le acque fino a Samye; le stupende dune di sabbia che si vedono arrivando sono a dir poco sorprendenti. Qui si alloggia presso l’albergo del Gompa. Samye è il più antico monastero buddista del Tibet, fondato nell’VIII secolo da Guru Rimpoce, nei pressi di una zona di belle dune di sabbia non lontano dallo Tsangpo. Il tempio principale è costruito su 4 livelli, un luogo che irradia profondissima spiritualità, contiene statue stupende e rivela affreschi di bellezza indimenticabile, in particolare nei kora all’interno; attorno, dentro al grande recinto sacro delimitato da un muro circolare decorato con piccoli chorten, si trovano diversi templi minori e grandi Stupa. E’ molto bello salire sulla vicina collina del Hepori dove si trova un tempietto in cui spesso la sera un monaco recita le preghiere di buon auspicio alla divinità protettrice che qui risiede e la tradizione indica essere un potente demone soggiogato da Guru Rimpoce; da questo punto al tramonto la forma mandalica del complesso si ammira nella luce migliore.

9°g.  10/8 Samye: eremo di Chimpu  

Ci si reca al vicino eremo di Chimpu, un magico luogo formato da un anfiteatro naturale al cui centro scorrono le acque di un piccolo torrente; tutt’attorno si trovano le grotte e le casupole di monache e monaci che eseguono ritiri spirituali. Alla base del monte è situato il convento femminile di Chimpu Utse, ma il punto più venerato è la grotta di Drakmar Keutsang che i pellegrini tibetani considerano il luogo dove si manifesta la parola del Buddha, in virtù forse del fatto che Guru Rimpoce trasmise qui molti dei suoi insegnamenti. A Chimpu furono rinvenuti moltissimi terma, i “tesori nascosti” della tradizione tibetana, ovvero testi esoterici od oggetti lasciati dai maestri tra il VIII e il IX secolo, per essere riscoperti da uno spirito preposto, chiamato terton, nel momento storico adatto. I terma di Chimpu sono stati attribuiti a Guru Rimpoce, Yeshe Tsogyel, Nyang Tingedzin e altri. Passeggiando lungo il sentiero che si inerpica alle spalle del Gompa, tra formazioni di grandi sassi e il bosco s’incontrano le casupole di solitari monaci e monache, piccoli templi e grotte di meditazione utilizzate dai maestri spirituali: qui si ritirarono anche Guru Rimpoce e Atisha e chi vi giunge con rispetto potrà essere invitato in alcuni di questi potenti luoghi d’energia spirituale dai sereni meditatori che hanno posto qui la propria dimora.

10°g.  11/8 Samye: Tsogyel Lhatso e Drak Yangdzong  

Si risale il corso dello Tsang Po fino alla valle che porta verso nord al laghetto di Tsogyel Latso, dove si racconta che il giorno della nascita di Yeshe Tsogyel, figlia del Re della valle, si manifestò un’imprevista fioritura; i devoti tibetani asseriscono che lo spirito della grande yogini sia tutt’ora presente qui. Il piccolo specchio d’acqua è immerso nel verde tra un’infinità di bandiere di preghiere e accanto vi è un tempio accudito da gentili monache. Proseguendo lungo la valle, sul versate est si individua la grotta di meditazione di Dzong Kumbum; oltre il villaggio di Ngadrak inizia il sentiero che dal Gompa porta all’eremo più prezioso della regione, Drak Yangdzong, considerato il luogo di pellegrinaggio principale per l’emanazione del Corpo di Buddha di Guru Rimpoce. Nella grotta più grande, alta una trentina di metri, è stato costruito un piccolo eremo che è in utilizzo. Con l’aiuto di una persona del luogo si potranno esplorare le grotte, scoprendone gli incredibili valori esoterici e gli accadimenti più straordinari: secondo la tradizione orale infatti in questo prezioso luogo di ritiro ben 55 discepoli di Guru Rimpoce ottennero il corpo di arcobaleno. La salita richiede da una a tre ore, dipende dalla propria forma, è meno lunga di quella per Zodang Gongpori del 9/8. Tornati a valle si rientra a Samye.

11°g.  12/8 Samye – Zangri Karmar – Olka Cholung    

Alle spalle di Samye a circa 18 km oltre il villaggio di Nyango, incastonato 300 metri sopra il versante occidentale della valle, si trova l’eremo di Yamalung, attualmente utilizzato. In questo luogo sotto una navata di roccia, Orgyen Puk, Guru Rimpoce passò lunghi periodi in meditazione; Yeshe Tsogyel vi ricevette la prima iniziazione e il maestro Vairochana fece un ritiro di tre anni in una vicina grotta. Guru Rimpoce ebbe qui la visione del Buddha della Medicina: quel giorno scaturì dalla roccia una fonte d’acqua, un talismano prezioso ancora oggi per la buona salute di chi ne assapora la freschezza. Rientrati a Samye, si parte seguendo il corso dello Tsang Po arrivando fino a Zangri Khamar, l’eremo di Machik Labdron, una veneratissima yogini dell’XI secolo posto su di una rupe che si erge una cinquantina di metri sopra la valle e il fiume. E’ un luogo che i tibetani considerano di elevatissima forza spirituale, imbevuto del potere delle Dakini, con un tempio, dei chorten e la grotta di meditazione di Machik: si tramanda che, giunta lì in volo, vi rimase per 70 anni. Proseguendo, si lascia il grande fiume verso nord seguendo una valle che serpeggia verso le pasture che contornano i grandi monti che culminano nella vetta dell’Ode Gungyel, sacro ai tibetani, che sfiora i 7000 mt. Si pone un campo sulle pasture della valle alla base del monte dove si trovano Olka Cholung e Chosang; qui non esistono strutture ricettive.

12°g. 13/8 Olka Cholung  

Olka Cholung è un piccolo monastero che fu costruito a seguito di una visione dal re della valle per Tsongkhapa, il quale meditava nella grotta appena sopra l’edificio; si ammira ancora la sua semplicissima stanza priva di finestre, a cui si accede con una botola. Tra le molte reliquie importanti vi sono la pietra consumata dal maestro facendo 3.000.000 di prostrazioni, la pietra da lui utilizzata per il ritiro del Mandala e il trono utilizzato da tutti i Dalai Lama quando, dopo il loro riconoscimento, andando per il tradizionale pellegrinaggio da Lhasa al lago dell’oracolo (Lhamo Latso), facevano sosta qui. Nel corso della giornata ci si reca anche al vicino tempio di Chosang, che origina dalla stessa epoca.

13°g. 14/8 Olka Cholung – Lhasa  

bordo dei jeepponi giunti da Lhasa, necessari per questo tratto, si prosegue lungo la valle salendo fino al passo del Magon, attraversando una bellissima zona di pasture d’alta quota tra i monti, dove pascolano gli yak e risiedono i nomadi con le loro tende nere. Raggiunta la strada principale si arriva alla valle del Kyuchu, che conduce fino a Lhasa; dopo un tratto si sale sul versante meridionale della grande vallata arrivando a Ganden Namgyeling, l’università monastica fondata da Tsongkhapa, capostipite della scuola Ghelupa, costruita in posizione panoramica a 4500 mt. Lo sforzo tenace e la devozione dei tibetani ha reso possibile la ricostruzione di tutti i templi principali; il grande stupa contiene alcune reliquie del corpo di Tsongkhapa che furono ritrovate passando con le mani le macerie lasciate dalla distruzione perpetrata dai cinesi, esaminando ogni pietra e setacciando anche la terra. Dopo le visite si eseguirà anche la breve circumambulazione del monte dove sorgono i molti templi e collegi, godendo degli splendidi panorami che il kora offre sulla vallata del Kyuchu; sul percorso vi sono alcune grotte di meditazione e alla fine del sentiero il piccolo Gompa di Tsongkhapa. Si prosegue quindi per Lhasa, dove si alloggia nel medesimo hotel.

14°g.  15/8 Lhasa, escursione a Tsurphu  

Tsurphu è il monastero a circa 70 chilometri da Lhasa da cui è fuggito il Karmapa nel 2000, lasciando le autorità cinesi sbalordite. Fu fondato nel 1187 dal primo Karmapa e da allora rimase la sede principale della scuola Karmakagyu; le gravi distruzioni subite a causa dell’invasione cinese sono state in buona parte riparate. Nella stessa valle ci si reca anche a Nenang, un vicino monastero posto in posizione panoramica. Rientrando a Lhasa si sosta per una visita all’antico sito di Kyormolung, di origine Kadampa, che risale al XIII secolo; si vedono gli edifici di alcuni dei vecchi collegi e nel tempio principale gli affreschi sono sopravvissuti alla rivoluzione culturale.

15°g.  16/8 Lhasa, a Drak Yerpa per il festival  

Con circa 1 ora e mezza di guida si raggiunge Drak Yerpa, dove sorgeva il monastero di Atisha che qui dimorò e insegnò attorno all’anno 1057 (si può vedere il trono di pietra da lui utilizzato), un sito che divenne il luogo di ritiro del collegio tantrico del Gyuto; all’intorno vi sono molte grotte di meditazione poste in un anfiteatro di rocce chiare. In tempi ancora più antichi, il re Songtsen Gampo e le sue consorti venivano qui per i loro ritiri spirituali; e a Dawa Puk, la “Grotta della Luna”, Guru Rimpoce fece un ritiro di 7 mesi. In questo luogo che pulsa di storia, interessante da esplorare, oggi si svolge il festival annuale, una ricorrenza che si è potuta riprendere da pochissimo tempo che prevede anche l’esposizione di una grande tanka di Atisha. Una giornata intensa, da condividere con il gran numero di pellegrini giunti per le celebrazioni.

16°g.  Sabato 17 agosto, Lhasa – Chengdu e volo di rientro

Il volo per Chengdu parte alle 10.00 con arrivo alle 11.45 (orario da confermare). Da Chengdu si prosegue con il volo di rientro.

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Amdo, donna nomade

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Shoton, trasporto della tanka a Drepung

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

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