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Tibet


Kailash e regno di Gughe; estensione in Ciangtang

Un viaggio in collaborazione con la Jonang Foundation


PARTENZA
02/08/2013
RITORNO
21/08/2013
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
26/08/2013
2a ESTENSIONE
31/08/2013
DURATA
20 – 30 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio è eseguito in collaborazione con la Jonang Foundation e prevede anche un ricco insieme di visite a siti storici; viene rispettato il percorso di pellegrinaggio tradizionale con la visita completa del “Lago della Madre” prima di recarsi al Kailash. Vi è poi l’opzione di proseguire per il Regno di Gughe, che include Shangshung, Dungkar e Piyang, e l’ulteriore possibilità di eseguire il rientro attraverso una delle parti più belle dell’altopiano del Ciangtang.

Tra Amitaba e la Jonang Foundation vi è un progetto di collaborazione in corso da diversi anni; uno dei frutti importanti è stato la visita in Italia del Venerabile Kunga Sherab Saljay Rimpoce con la trasmissione del lignaggio Jonang del Kalachakra.

È meglio accendere una candela piuttosto che maledire l’oscurità.

 Presentazione del viaggio


UN VIAGGIO CON LA JONANG FOUNDATION 

Tra Amitaba e la Jonang Foundation vi è un progetto di collaborazione in corso da diversi anni; uno dei frutti importanti è stato la visita in Italia del Venerabile Kunga Sherab Saljay Rimpoce con la trasmissione del lignaggio Jonang del Kalachakra.

Kailash (2/8 – 21/8)

L’itinerario è stato curato per poter offrire una visione d’insieme completa degli sconfinati territori del Tibet occidentale, cogliendone gli aspetti naturalistici, storici e mistici, nel rispetto anche del percorso di pellegrinaggio tradizionale che percorre i lembi del “Lago della Madre” prima di recarsi al Kailash. Si inizia con una bella visita di Lhasa, utile per l’acclimatazione, con la possibilità di scegliere anche un’escursione a Thurphu. Il percorso verso ovest è ricco di visite interessanti e importanti, iniziando con Dolma Lhakhang, Yungdrungling e il Tashilhumpo. Quindi Puntshok Ling con il grande Chorten di Jomogang, che fu il primo kumbum del Tibet, e Chung Riwoche, dove si trova quello costruito da Tamtok Gyalpo; sul percorso di rientro si vedrà poi il kumbum di Gyantse, ammirando così i 3 grandi Chorten del Tibet classico – il 4°, a Ralung, è stato purtroppo raso al suolo dagli stolti, criminali invasori. Si segue quindi il bordo settentrionale dell’arco himalaiano, le cui vette glaciali spesso occhieggiano a sud, toccando luoghi molto belli, tra cui le dune di sabbia oltre Paryang e il lago di Te Tso sono particolarmente apprezzati dai viaggiatori, oltre ai monasteri di Dargyeling e Trongsa. Giunti al Manosarowar si segue la costa di quest’immenso specchio turchese impreziosito da piccoli monasteri benedetti dalla visione della cuspide del sacro Kailash a nord ovest, un luogo di bellezza impareggiabile che si estende ai piedi del grandioso Gurla Mandata, un monte glaciale che sfiora gli 8000 metri. Ci si reca quindi al magnifico Raksal Tal e a Purang, che fu una delle capitali di Gughe, e si arriva al Kailash per il kora. Al termine del percorso a piedi è prevista la possibilità di rientrare in Italia.

Shangshung e Gughe (2/8 – 26/8)

Chi si reca a Gughe, al termine del kora prosegue con le jeep per la valle di Tirthapuri, a ovest del Kailash, dove sono ubicate le fonti sacre di Guru Padmasambhava e il monastero Bön di Gurugam. In quest’area si visitano le inimmaginabili rovine della città rupestre si Shangshung e si prosegue verso ovest. Tutto questo vasto territorio stupisce per la cromaticità e bellezza delle erosioni, contornate a sud dalle grandiose vette glaciali del Garwal indiano, tra cui svettano il Kamet e il Nanda Devi, templi della sacralità induista. A Toling si trova quello che fu il monastero principale di questa vasta regione del Tibet, dove sono sopravvissuti stupendi affreschi; quindi a Tsaparang si esplora la misteriosa città rupestre che fu capitale del regno, anche questo un luogo che trasporta in un mondo fuori dal tempo, dove si respira ancora la presenza di Yeshe O, Atisha e Rinchen Zangpo. Ci si sposta poi nella valle di Dunkhar e Piyang dedicando una giornata all’esplorazione di queste antiche cittadine che sembrano fondersi con le falesie rocciose, ai cui piedi vivono piccole comunità rurali, scoprendo affreschi di impareggiabile bellezza nascosti tra le grotte. Da Gughe inizia quindi il percorso di rientro, che prevede la visita di Gyantse.

Ciangtang (2/8 – 31/8)

Chi segue il viaggio completo dopo Gughe torna fino al Manosarowar e da qui segue la guida italiana attraverso le inesplorate regioni del’altopiano del Ciangtang, con un itinerario che giunge fino al lago del Nam Tso a settentrione di Lhasa. Si attraversa il territorio nomadico più affascinante del Tibet, una regione di laghi e montagne dove fino ad oggi pochissimi viaggiatori hanno provato ad andare. Buona parte del tracciato è stato provato dai nostri autisti lo scorso anno per verificarne la fattibilità. In alcuni punti saremo noi i “primi”; da fonti locali sappiamo che si può passare ma non se ne sono state già percorse le piste. Si viaggia in piena autonomia con campo, cibo e combustibile; quindi la spedizione è pronta per questa meravigliosa avventura.

NOTA TECNICA

Ogni viaggio al Kailash richiede un elevato spirito d’avventura e una discreta condizione fisica, ma è affrontabile da chiunque sia animato da una sufficiente motivazione. Si passano una buona parte delle notti in campi ben allestiti con tende per dormire da due o una persona, tenda comune per mangiare e tende per i servizi; accompagnano il gruppo un cuoco e assistenti per il montaggio. Solo durante il kora del Kailash non vengono utilizzati il tavolo e le sedie. Si viaggia su jeep tipo Toyota Landcruiser con al seguito un camion per il supporto logistico, che trasporta scorte di viveri, combustibile, attrezzature da campo e bagagli. Il clima previsto in questa stagione è solitamente bello, ma bisogna essere comunque sempre attrezzati per possibili piogge e nevicate. Le temperature minime previste si incontrano a Dirapuk a nord del Kailash, dove di notte si può scendere anche oltre i –5°c. Oltre all’usuale attrezzatura da montagna serve quindi un sacco a pelo caldo, omologato per essere comodi a –10°c..

 Programma del viaggio


1°g.  Venerdì 2 agosto, partenza per Chengdu  

2°g.  3/8 Chengdu  
Arrivo a Chengdu  sistemazione presso l’hotel Holiday Inn Express (4*). Nel pomeriggio è prevista una visita della città: al tempio taoista di Qing Yang, alla casa del poeta Du Fu e al tempio di Wu Hou, situato in uno splendido giardino cinese.

3°g.  4/8 Chengdu – Lhasa  
Il volo della China Airlines per Lhasa parte alle 7.50 con arrivo alle 10.00 (orario da confermare), dove è in attesa dei partecipanti la guida tibetana; trasferimento in pulmino privato a Lhasa. Ci si sistema presso l’hotel Gang Gyen (4*) o simile, situato nella città vecchia. Nel primo pomeriggio ci si reca con una passeggiata al circuito sacro del Barkor che circonda il Jokhang, il tempio più importante del Tibet che custodisce la statua di Jowo Sakyamuni.

4°g.  5/8 Lhasa  
Giornata dedicata alla visita di Lhasa. Ci si reca al Potala e al palazzo estivo, il Norbulingka, e alla cattedrale del Jokhang.Completato il tour si potranno percorrere a piedi le vie della città vecchia, che è fortunatamente ancora abitata in prevalenza da tibetani, dove tra i siti principali si trovano il convento di Ani Tshamkhung e il tempio di Ramoce, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang e ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto, e diversi siti minori, cari al cuore dei tibetani.

5°g.  6/8 Lhasa  
Oggi si potrà scegliere tra due opzioni, una che prevede la visita delle Università Monastiche nei pressi di Lhasa con la guida tibetana e l’altra un’escursione a Tsurphu con il capogruppo italiano. Il primo percorso prevede di iniziare da Drepung, che prima dell’invasione era il Gompa più grande del Tibet, e di  recarsi al vicino tempio di Nechung, una volta sede dell’Oracolo di Stato tibetano, che conserva dipinti difficilmente visibili altrove. Nel pomeriggio si visita l’università di Sera, dove è abbastanza usuale poter assistere al dibattito dei monaci. Con l’altra opzione ci si reca a Tsurphu, il monastero a circa 70 chilometri da Lhasa da cui è fuggito il Karmapa nel 2000, lasciando le autorità cinesi sbalordite. Fu fondato nel 1187 dal primo Karmapa e da allora rimase la sede principale della scuola Karmakagyu; le gravi distruzioni subite a causa dell’invasione cinese sono state in buona parte riparate. Rientrando a Lhasa si sosta per una visita all’antico sito di Kyormolung, di origine Kadampa, che risale al XIII secolo; qui si trovano gli edifici di alcuni dei vecchi collegi e nel tempio principale gli affreschi sono sopravvissuti alla rivoluzione culturale.

6°g.  7/8 Lhasa – Yungdrunling – Shigatse  
Lasciata Lhasa si sosta per una visita monastero di Nyetang Dolma Lhakhang, storicamente importante perché fu la dimora di Atisha, con reperti artistici belli ed importanti; nei pressi si trova il tempio che contiene il chorten di questo grande santo dell’India. Si prosegue lungo il fiume Kyuchu fino alla confluenza con lo Tsangpo, di cui si risale il corso fino al ponte che porta verso le valli di Oyuk; lo si attraversa giungendo con una strada sterrata al monastero Bön di Yungdrungling, uno dei principali centri di questa religione, in buona parte ricostruito, che contiene alcune interessanti statue e una serie di mandala dipinti tipici di questa scuola tibetana. Nell’ampia piana alluvionale sottostante si trova un tipico villaggio rurale tibetano. Tornati al fiume si prosegue per Shigatse, la seconda città del Tibet, dove ci si sistema presso l’hotel Manosarovar o simile.

7°g.  8/8 Shigatse – Puntshok Ling (Jomogang) – Lhartse  
Prima di lasciare Shigatse ci si reca al grandioso monastero di Tashilhumpo, ricco di inestimabili tesori, che fu fondato dal primo Dalai Lama nel 1447, uno dei più grandi del Tibet, con molti templi e sale. Si lascia Shigatse seguendo la strada che porta verso Lhartse e il Nepal, lasciandola per seguire una valle che riporta verso nord al fiume Tsangpo, attraverso uno splendido ambiente rurale dove in un villaggio si trova un piccolo antichissimo monastero dell’esoterica scuola dei Bodonpa. Arrivati al fiume lo si segue per un tratto con panorami stupendi arrivando al monastero di Puntshok Ling, colmo di stupendi affreschi e ricchissimo di storia, costruito a ridosso dei contrafforti rocciosi che delimitano insieme a giganteschi crinali di sabbia l’ingresso di una valle che si apre verso sud; chi se la sente potrà risalirla lungo un sentiero arrivando con circa due ore di cammino, meno se si è allenati, al Kumbum di Jomogang. Si prosegue quindi per Lhartse, ricongiungendosi alla strada principale, dove si alloggia presso l’hotel Shangai o simile.

8°g.  9/8 Lhartse – Chung Riwoche
Si lascia la strada che procede verso il Nepal per seguire un percorso più settentrionale che supera un passo e transita da un lago oltre cui si imbocca una strada sterrata in vista del lago di Ngaring che porta fino alle rive dello Tsangpo a Chung Riwoche, dove si pone il primo campo. Questo è il luogo dove si trovano le rovine dello Dzong del mitico Tamtok Gyalpo, costruttore medioevale di ponti sospesi fatti con le catene di metallo, e si vede ancora il grande kumbum da lui realizzato.

9°g.  10/8 Chung Riwoche – Saga – Dargyeling Gompa (Jongba)
Tornati sulla strada principale nei pressi di Zangzang, un villaggio dove si trova un interessante convento femminile di scuola Nyingmapa, si prosegue il viaggio verso ovest con una lunga tappa che si svolge in un ambiente di alti monti e praterie d’alta quota fino a Saga, sul fiume Tsang Po, e oltre un ultimo passo si giunge a Jongba, dove si pone il campo nei pressi di un bel monastero posto panoramicamente sopra le vaste vallate.

10°g. 11/8 Jongba – Manosarowar (Seralung)  
Il bellissimo percorso di questa lunga tappa, che impegna per circa 8 ore di guida ed è resa possibile grazie a dei lavori di miglioramento che sono stati recentemente eseguiti sulla strada, attraversa una regione dove spesso si incontrano le tende dei nomadi. A Trongsa si trova un interessante monastero e, prima di Paryang, una zona di dune di sabbia sullo sfondo dell’alto Himalaia. Oltre il passo del Mayum e il lago di Te Tso si raggiungono le acque turchesi del “lago della madre”, il sacro Manosarowar, che viene circumambulato a piedi da molti pellegrini tibetani; da qui si vede per la prima volta il Kailash, oltre le vaste acque del lago. Si pone il campo nei pressi del piccolo monastero di Seralung sulla sponda nord occidentale, in vista del Gurla Mandata.

11°g. 12/8 Manosarowar: Seralung, Trugo, Gossul, Chiu  
Si seguono le rive del lago sacro in senso orario; i panorami sono fantastici, i colori del lago continuano a variare nell’arco della giornata, si ha la mole del Gurla Mandata (7800 mt) a sud est e, se è limpido, la visuale del Kailash a nord ovest oltre le acque del lago. Da Seralung al monastero di Trugo, un Gompa, posto alle pendici del Gurla Mandata sul lato meridionale del lago, sono circa 23 km. Oltre, si continua lungo la sponda meridionale per il monastero di Gossul, luogo di ritiro spirituale dove ci sono anche alcuni eremi, famoso per le sabbie che si trovano nei dintorni utilizzate per la preparazione dei mandala. Si raggiunge quindi il monastero di Chiu, vera perla del Manosarowar, posto su di colle che domina una spiaggia della costa nord ovest, dove si pone il campo.

12°g. 13/8 Chiu – Raksal Tal – Purang – Darchen   
Da Chiu ci si reca al lago Raksal Tal, un bacino d’acqua altrettanto vasto, temutissimo dai pellegrini perché secondo la tradizione esoterica cela l’oscura energia magica del principio femminile: sulle sue sponde non si trovano segni di devozione (bandiere, muri mani, né monasteri); la vista del Gurla Mandata che si specchia nelle acque riesce però a mitigare almeno per un po’ ogni timore! A sud del lago si trova la cittadina di Purang, che fu una delle capitali del Regno di Gughe; ci si reca a visitare i Gompa di Khorzak e Gokung. Si torna quindi al Manosarowar, un percorso panoramicissimo tra i due grandi laghi con il Gurla Mandata a est e il Kailash a nord, arrivando a Darchen, punto di partenza per il kora della montagna sacra. Questo villaggio purtroppo è pieno di sporcizia e ad alcuni toglie la poesia del luogo; purtroppo la sosta qui è obbligatoria e si riposa per obbligo in una locanda.

13°g. 14/8 Kora del Kailash: Darchen – Dirapuk  
Il sentiero attorno al Kailash forma un grande anello di 54 chilometri; lungo il percorso sacro si incontrano una miriade di luoghi legati a storia, mito e leggenda, e anche alcuni piccoli monasteri: l’insieme lo rende decisamente unico al mondo. La tappa di oggi porta dopo le prime due ore circa sulla piana di Tarboche, all’ingresso della valle occidentale del Kailash, il luogo dove si svolge Saga Dawa. Si transita ai piedi del monastero di Choku che si erge sul versante occidentale, che viene visitato solo dai più tenaci, e si sale gradualmente al cospetto dei colossali muraglioni occidentali del Kailash; a tratti dal sentiero appare altissima la cuspide sommitale. Si aggira il monte finché appare l’immortale parete nord, ai cui piedi si trova l’eremo di Dirapuk, dove si pone il campo (5000 mt circa) in vista della maestosa parete.

14°g. 15/8 Kora del Kailash: Dirapuk – Dolma La – valle di Zutrulpuk  
Salendo verso il passo di Dolma si transita da alcuni laghetti e da un punto dove i pellegrini usano lasciare qualcosa di personale: solitamente dei vestiti, e a volte anche delle … dentiere, per significare l’abbandono del peso del proprio karma e delle negatività del passato. Il mitico passo è alto circa 5600 metri; quindi la salita viene sempre svolta procedendo con grande tranquillità, senza fretta: sarà faticoso, ma fino ad oggi tutte le persone giunte qui con Amitaba che ci hanno provato ce l’hanno fatta!! Il capogruppo proverà ad attraversare un colle più interno, il Kadro Saglam, che richiede però capacità tecniche su neve e ghiaccio, mentre la guida tibetana segue il sentiero normale coi partecipanti. Dal Dolma, dove un’infinità di bandiere di preghiera sventolano al vento e non si vede più la vetta del Kailash, un luogo che commuove molti pellegrini, si scende ripidi passando subito dal laghetto di Tara, dove può capitare di vedere pellegrini induisti che eseguono un’abluzione nell’acqua gelida, a circa 5500 metri di altezza. Arrivati alle pasture della valle sottostante, dove si trovano usualmente degli yak al pascolo, si continua con un lungo tratto di cammino pianeggiante allietato da una visuale dello spigolo nord est del Kailash e finalmente si pone il campo.

PER CHI RIENTRA

15°g. 16/8 Kora del Kailash: Zutrulpuk – Darchen; Manosarowar est 
Ormai in vista dei laghi sacri di Manosarowar e Raksal Tal, si passa dal monastero di Zutrulpuk, costruito sul luogo dove il santo Milarepa meditava in una grotta, e si esce dalla valle di Akshobya raggiungendo Darchen, completando il cammino. Ci salutano qui i partecipanti che proseguono il viaggio e si inizia il percorso di rientro con una guida tibetana; si lascia Darchen e si pone il campo sulle rive del grande lago turchese Manosarovar, per un ultimo saluto al “Lago della Madre”.

16°g. 17/8 Manosarowar est – Dargyeling Gompa (Jongba)   T
Tra oggi e domani si ripercorrono le tappe più lunghe del viaggio, i cui meravigliosi panorami compensano egregiamente i tempi di guida: nel percorso odierno si rivedono il lago di Te Tso, il Mayun La, il versante settentrionale dell’arco Himalaiano, le dune di Paryang, Trongsa Gompa, ecc. Si pone il campo presso il monastero di Dargyeling, come all’andata.

17°g. 18/8 Jongba – Lhartse  
Dal Gompa di Dargyeling si arriva sullo Tsang Po a Saga, e attraverso le vaste montagne erbose e diversi passi si transita da Zangzang, quindi dal lago di Ngaring e così via arrivando infine a Lhartse, dove si alloggia nel medesimo hotel.

18°g. 19/8 Lhartse – Sakya – Shigatse  
In una valle a sud di Lhartse si trova il colossale tempio – fortezza di Sakya, uno dei luoghi storici principali del Tibet. Già nelle torri perimetrali sono alloggiati dei templi ed all’interno delle poderose mura si trovano una serie di edifici importanti, tra cui la casa dell’Abate accanto a cui si trova un impressionante Gonkhang, e, se si sale sul tetto del tempio centrale, si trova la cappella del protettore principale, luogo di grande forza esoterica. Ma è dal cortile più interno che si accede a tre colossali Lhakhang, con una profusione di affreschi e reperti artistici eccezionali: a sinistra quello dedicato alle cerimonie rituali, a destra uno che conserva colossali Stupa dei maestri storici dei Sakya con incredibili affreschi di mandala e, di fronte, la sala principale dove nella mistica penombra vi sono statue di fattezza perfetta e dietro al tempio una delle biblioteche più preziose del Tibet, con migliaia di testi originali posti su scaffali alti una diecina di metri o più. Completata la visita si parte per Shigatse, seguendo la comoda strada che giunge dal Nepal; si alloggia nel medesimo hotel utilizzato all’andata.

19°g. 20/8 Shigatse – Lhasa  
Si risale il corso dello Tsang Po fino alla confluenza col Kyuchu giungendo a Lhasa, dove si alloggia nel medesimo hotel utilizzato all’andata. Pomeriggio libero.

20°g. Mercoledì 21 agosto, Lhasa – Chengdu e volo di rientro.

PER CHI SI RECA A SHANGSHUNG E GUGHE

15°g. 16/8 Kora del Kailash: Zutrulpuk – Darchen; Thirtapuri  
Ormai  in vista dei laghi sacri di Manosarowar e Raksal Tal, si passa dal monastero di Zutrulpuk, costruito sul luogo dove il santo Milarepa meditava in una grotta, e si esce dalla valle di Akshobya raggiungendo Darchen, completando il cammino. A Darchen si incontrano i nuovi compagni di viaggio giunti per seguire questa parte dell’itinerario e si ‘fugge’ da questo posto mal gestito dai cinesi proseguendo con le jeep verso ovest, passando al cospetto del monte Kailash e arrivando fino a Tirthapuri dove si pone il campo. E’ un luogo sacro alla memoria di Guru Rimpoce (Padmasambhava) dove, ai piedi di un colle ricco di muri mani e templi che si possono contornare con un bellissimo e panoramico breve kora, si trovano le acque sulfuree in cui i pellegrini tradizionalmente si bagnano dopo il completamento del pellegrinaggio del Manosarovar e del Kailash.

16°g. 17/8 Tirthapuri – Shangshung – Toling  
Di prima mattina ci si reca al monastero Bön di Gurugam; si prosegue quindi lungo il Sutlej arrivando alla misteriosa città rupestre di Shangshung, un regno che precedette Gughe; il Prof. Tucci qui ha individuato degli insediamenti che risalgono almeno a 3000 anni fa. Questo luogo sconosciuto è il sito più antico del Tibet: una città cesellata in un anfiteatro di rocce colorate che domina una valle deserta solcata da un fiume blu. Dopo la visita si ritorna verso Thirtapuri e alla strada che proviene dal Kailash, e la si segue verso ovest. Valicando un passo verso sud si accede alla regione di Gughe, con affascinanti visuali sull’immenso bacino erosivo del fiume Sutlej. Ci si immerge nei meravigliosi canyon colorati arrivando a Toling. Sistemazione in un semplice hotel.

17°g. 18/8 Toling – Dungkar  
Visita dell’enclave monastica di Toling: il Tempio Rosso e il Tempio Bianco sono stati costruiti sotto la guida del Grande Traduttore, Rinchen Zangpo; questi templi secondo il Prof. Tucci costituiscono l’esempio più elevato dello stile artistico del Tibet Occidentale. Ci si reca poi alla vicina Tsaparang, il sito forse più affascinante di tutta Gughe: un sentiero si inerpica tra alcuni templi e miriadi di abitazioni rupestri (alcune sono affrescate) fino a che si immerge in un tunnel scavato nella roccia che porta nella cittadella che corona l’inaccessibile monte, dove l’imperatore aveva il suo semplice palazzo e i suoi templi. Al fascino del luogo si unisce il senso della presenza dei grandi santi che vi hanno abitato. Da Tsaparang si prosegue per circa due ore attraverso stupendi canyon erosivi con punti panoramici verso i monti glaciali dell’India per la valle di Dungkar, dove si pone il campo.

18°g. 19/8 Dungkar  
Si dedica la giornata all’esplorazione dei templi rupestri di Dungkar e Piyang, che furono riscoperti nel 1992 e presentano alcuni degli affreschi più raffinati dell’arte tibetana; lo sfondo azzurro dei dipinti di Dungkhar rende le figure ancora più eteree, incredibilmente sospese fuori dal tempo.

19°g. 20/8 Dungkar – Manosarowar est  
Si riemerge dalle valli erosive di Gughe attraverso un alto passo che concede un’ultima grandiosa visione d’insieme della regione. Proseguendo verso est si transita ai piedi del monte Kailash proseguendo fino alle rive del grande lago turchese Manosarovar, dove si pone il campo per un ultimo saluto al “Lago della Madre”.

PER CHI RIENTRA

20°g. 21/8 Manosarowar est – Dargyeling Gompa (Jongba)  
Si salutano qui i partecipanti che proseguono per il Ciangtang e si continua il viaggio con una giuda tibetana i partecipanti americani della Jonang Foundation. Tra oggi e domani si ripercorrono le tappe più lunghe del viaggio, i cui meravigliosi panorami compensano egregiamente i tempi di guida: nel percorso odierno si rivedono il lago di Te Tso, il Mayun La, il versante settentrionale dell’arco Himalaiano, le dune di Paryang, Trongsa Gompa, ecc. Si pone il campo presso il monastero di Dargyeling, come all’andata.

21°g. 22/8 Jongba – Lhartse  
Dal Gompa di Dargyeling si arriva sullo Tsang Po a Saga, e attraverso le vaste montagne erbose e diversi passi si transita da Zangzang, dove ci si reca a visitare il convento femminile, quindi dal lago di Ngaring e così via arrivando infine a Lhartse, dove si alloggia nel medesimo hotel.

22°g. 23/8 Lhartse – Gyantse  
Da Lhartse di procede per Shigatse seguendo la rapida strada principale e da qui si arriva a Gyantse. E’ tra le città del Tibet meglio preservate; l’enclave monastica prima delle distruzioni perpetrate conteneva 16 collegi monastici appartenenti a diverse scuole. Fortunatamente il tempio principale, lo Tsuklakhang (XV sec.) e la costruzione più preziosa, l’inestimabile stupa di Kumbum, sono rimasti intatti. Lo “Stupa delle 100.000 divinità” è una struttura costituita da più piani progettati secondo una planimetria mandalica arricchita da 75 cappelle, statue ed affreschi: chi è in grado di decifrare la complessa simbologia che qui è raffigurata può leggervi l’intera storia iniziatica dell’essere. La visita al castello di Gyantse, che si cercherà di fare in serata, regala un’ottima panoramica sul complesso, sulla cittadina e le valli circostanti. Si alloggia presso l’hotel Yeti o simile.

23°g. 24/8 Gyantse – Lhasa  
Si salutano i partecipanti venuti dagli Stati Uniti che oggi lasciano il Tibet andando in volo a Chengdu e dovranno procedere più spediti. Valicato lo spettacolare passo di Khari (5045 mt) si giunge allo specchio turchese del lago Yamdrok Tso, una delle perle naturali del Tibet, incastonato tra magnifiche vette di cui alcune superano i 7000 metri. Si lascia il bacino del lago col passo di Gampa (4794 mt), che si apre sulla valle dello Tsangpo, e offre una visuale indimenticabile sul lago. Giunti a valle si prosegue per Lhasa, dove si alloggia nel medesimo hotel utilizzato all’andata.

24°g. 25/8 Lhasa  
Giornata libera.

25°g. Lunedì 26 agosto, Lhasa – Chengdu e volo di rientro  
Il volo per Chengdu parte alle 10.00 con arrivo alle 11.45 (orario da confermare); da qui si prosegue con il volo di rientro.

PER CHI SI RECA IN CIANGTANG

Si ricorda che questa parte del viaggio è esplorativa e le tappe indicate potranno essere variate. Per l’intero percorso fino al Nam Tso si vivrà nel vasto ambiente nomadico del Ciangtang; la rotta tracciata segue sia piccole strade che tratti di piste attraverso la parte meridionale dell’immenso altipiano. Dal punto di vista naturale è la sua parte più bella, per la presenza di catene montuose inframmezzate da tantissimi laghi, di cui qui si menzionano solo alcuni dei principali. I nomi dei luoghi indicati sono quelli usati localmente o utilizzati dall’Amnye Machen Institute di Dharamsala e da Gyurme Dorje.

20°g. 21/8 Manosarowar est – Yarra o Ringkor  
Si lascia la strada principale verso nord e si valica un passo di 5148 mt che porta verso il lago di Rgo Tso, in vista di diverse montagne innevate. Il villaggio di Yarra, situato a circa 4600 mt di quota, dista in tutto circa 180 km. La strada è piuttosto accidentata, quindi in funzione dell’andamento si valuterà se porre il campo in questa zona o procedere per Ringkor.

21°g. 22/8 Yakra – Lungkar  
Oltre Yakra inizia il percorso verso est, si supera un passo di circa 4800 mt arrivando a un piccolo lago e quindi al villaggio di Ringdor (4673 mt), che dista circa 2 ore. Giunti al lago di Rinchen Shurtso se ne segue la costa per una quindicina di chilometri; oltre si vedrà in distanza, risalendo un altro passo, il lago di Nyangla Ringtso e quindi il prossimo riferimento importante è il grande lago di Darok (o Taro) Tso, dove si programma di porre il campo vicino alla riva. Il villaggio di Lungkar è posizionato lungo la costa meridionale.

22°g. 23/8 Lungkar – Tsochen   
Si seguono i contorni del Darok e, procedendo sempre verso est, si attraversano diversi corsi d’acqua tra laghi e pasture fino a Tsochen (Mendong), il punto di campo, un paese posto sulla strada che a sud arriva fino alla via che si è seguita andando al Kailash e a nord si collega al lungo percorso camionabile che attraversa il Ciangtang da Senge Tsangpo e Draknak.

23°g. 24/8 Tsochen – Dongra Yutso  
La meta di oggi è il lago di Dongra Yutso, considerato sacro dalle persone del luogo, sulle cui acque si affacciano alcuni piccoli monasteri tra cui, nei pressi, un venerato sito Bön. Il Dongra si trova ad est oltre il Tashi Namtso, un altro vasto specchio azzurro; si dovrà vedere localmente che via seguire, l’obbiettivo è di esplorare anche le vallate del Tashi, ma dipenderà dalle condizioni delle piste. Si pone il campo sul Dongra; sempre in funzione delle condizioni delle piste si dovrà valutare se è meglio seguirne il bordo meridionale o settentrionale.

24°g. 25/8 Dongra Yutso – Ngangtse Tso  
Completate le esplorazioni, si prosegue ad est del Dongra Tso verso le vallate del lago di Ngangtse, di cui si segue la costa settentrionale ponendo il campo nelle vicinanze.

25°g. 26/8 Ngangtse Tso – Kering Tso  
L’esplorazione prosegue sempre verso est arrivando al lago di Kering Tso.

26°g. 27/8 Kering Tso – Shentsa  
Oltre il Kering si entra nel distretto di Shentsa (Naktsang); da qui si cercherà si seguire le piste che portano direttamente al Nam Tso per i villaggi di Jakrol e Dzachyok passando a meridione di Zhung-me e Namru (Pengon); in alternativa si procede per un tratto verso nord fino a Dayul tornando poi da lì verso Namru in direzione del Nam Tso.

27°g. 28/8 Shentsa – Nam Tso  
Oggi si arriva al vasto Nam Tso, sulla costa nord occidentale. La si segue per un tratto e si pone il campo.

28°g. 29/8 Nam Tso  
Giornata dedicata all’esplorazione dlla zona di Jadho Gompa.

29°g. 30/8 Nam Tso – Lhasa  
Si parte presto proseguendo a nord del Nam Tso fino a raggiungere la strada principale che porta verso sud a Lhasa, dove si conta di arrivare nel primo pomeriggio. Si alloggia nel medesimo hotel utilizzato all’andata.

30°g. Sabato 31 agosto, Lhasa – Chengdu e volo di rientro  
Il volo per Chengdu parte alle 10.00 con arrivo alle 11.45 (orario da confermare); da qui si prosegue con il volo di rientro.

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 DOCUMENTI DI VIAGGIO

PAESI E TRADIZIONI

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Amdo, donna nomade

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Visuale da Dargyeling Gompa

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.