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Tibet


Festival di Ganden e radici mistiche della cultura tibetana

Viaggio in collaborazione con l’Istituto Lama Tzong Khapa (Pomaia)


PARTENZA
14/07/2013
RITORNO
27/07/2013
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
14 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


La civiltà tibetana nacque nelle valli che si affacciano sul grande fiume Tsangpo nella regione di U, dove i primi siti storici risalgono all’VIII secolo. Nei tempi che seguirono si costituì un particolarissimo intreccio tra i fondamenti mistici del buddismo e la realtà quotidiana delle persone di ogni rango sociale, formando le basi di un mondo con caratteristiche uniche e, forse, irripetibili nella storia. Con questo tour si esplorando molti dei siti che furono testimoni dei momenti salienti di questo processo, e si potrà riscontare come la potente forza spirituale che lo ha sostenuto sia ancora viva nonostante le tremende vicissitudini dei tempi recenti. Il festival dell’università monastica di Ganden darà poi l’opportunità di condividere un momento intenso della vita culturale e del folclore tibetano, tra le miriadi di pellegrini giunti da ogni dove.

È meglio accendere una candela piuttosto che maledire l’oscurità.

 Presentazione del viaggio


(Nel sito si trovano dei cenni generali sul Tibet, notizie storiche e altri temi correlati)

L’itinerario prevede di arrivare in volo a Lhasa da Chengdu e di visitare tutti i siti principali della regione. Vengono effettuate due ampie escursioni, la prima che porta a Tsetang e Samye esplorando molti monasteri, siti ed eremi tra cui Olka Cholung dove Lama Tsongkhapa espletò i più importanti ritiri ascetici e diede origine alla nuova scuola riformata. Rientrati a Lhasa, ci si reca al festival di Ganden e si segue un circuito a nord est che porta in alcuni dei monasteri più importanti del Tibet e a Tidro (Terdrom), che la tradizione indica essere il luogo dove Yeshe Tsogyel, la mitica principessa tibetana consorte di Guru Padmasambhava, raggiunse la piena illuminazione. Molti di questi luoghi fuori dalle ‘piste battute’ sono tutt’ora utilizzati da yogi e persone dedite alla pratica spirituale, e furono prescelti anche per l’incomparabile bellezza naturale e per le particolari caratteristiche geomantiche. (Su questo tema, si veda la pagina Tibet, luoghi di potere).

Tutti i mezzi di trasporto utilizzati sono privati e si alloggia in hotel di buona qualità ovunque possibile; a Samye ci si accomoda nell’albergo del monastero, che è abbastanza decente e comunque il migliore disponibile. A Drigung, Tidro e Reting non esistono vere strutture ricettive, solo locande molto semplici utilizzate dalle persone che si recano in questi siti in pellegrinaggio e, per i nostri standard, non sono molto pulite; per queste tre notti si consiglia così di portare un sacco lenzuolo o, meglio ancora, un sacco a pelo.

 Programma del viaggio


1°g.  Domenica 14 luglio, partenza per Chengdu  

2°g.  15/7 Arrivo a Chengdu  

Arrivo a Chengdu alle 12.20; ci si sistema presso l’hotel Holiday Inn Express (4*). Nel pomeriggio è prevista una visita della città: ci si reca al tempio taoista di Qing Yang, alla casa del poeta Du Fu e al tempio di Wu Hou, situato in uno splendido giardino cinese.

3°g.  16/7 Chengdu – Lhasa  

Il volo della China Airlines per Lhasa parte alle 7.50 con arrivo alle 10.00 (orario da confermare), dove è in attesa dei partecipanti la guida tibetana; trasferimento in pulmino privato a Lhasa. Ci si sistema presso l’hotel Gang Gyen (4*) o simile, situato nella città vecchia. Nel primo pomeriggio ci si reca con una breve passeggiata al circuito sacro del Barkor che circonda il Jokhang, il tempio più importante del Tibet che custodisce la statua di Jowo Sakyamuni, posizionato sul punto geomantico situato sul cuore della mitica “orchessa del Tibet”; si iniziano da qui le nostre visite. Si passeggia lungo il Barkor, animato da un vivace mercato e frequentato dai pellegrini, alcuni dei quali eseguono l’intera circumambulazione con le prostrazioni. Ci si muove a piedi, con calma, per favorire l’acclimatazione.

4°g.  17/7 Lhasa  

Giornata dedicata alla visita di Lhasa. Al mattino ci si reca al Potala e al palazzo estivo, il Norbulingka. Si dedica il pomeriggio alle visite della città vecchia, che è fortunatamente ancora abitata in prevalenza da tibetani, e passeggiando si raggiungono il convento di Ani Tshamkhung e il tempio di Ramoce, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang e ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto, toccando anche altri siti minori, cari al cuore dei tibetani.

5°g. 18/7 Lhasa – Tsetang  

Si lascia Lhasa seguendo il corso del fiume Kyuchu verso ovest arrivando in breve al monastero di Nyetang Dolma Lhakhang, storicamente importante perché fu la dimora di Atisha, con reperti artistici belli e importanti e alcuni oggetti attribuiti a questo Maestro; in un piccolo tempio nella vicina campagna si trova il suo Stupa. Raggiunto lo Tsang Po se ne segue il flusso per un tratto sostando a Gongkar Chode, un bel sito Sakya che conserva stupendi affreschi antichi, sopravvissuti alle devastazioni delle rivoluzione culturale. Prossima tappa, Orgyen Mindroling, il monastero di scuola Nyingmapa più importante del Tibet classico; fondato nel 1670, più volte distrutto e ricostruito ma in buona parte restaurato, conserva interessanti opere d’arte. Oggi è possibile che vi siano in corso delle cerimonie perché è la ricorrenza della nascita di Guru Padmasambhava. Dopo la visita di prosegue per Tsetang, dove si alloggia presso l’hotel Yalonghe (4*) o simile.

6°g.  19/7 Tsetang – Olka Cholung – Samye  

Si parte presto seguendo ancora il corso dello Tsang Po arrivando a Zangri Khamar, l’eremo di Machik Labdron, una veneratissima yogini dell’XI secolo posto su di una rupe che si erge una cinquantina di metri sopra la valle e il fiume. E’ un luogo che i tibetani considerano di elevatissima forza spirituale, imbevuto del potere delle Dakini, con un tempio, dei chorten e la grotta di meditazione di Machik: si tramanda che, giunta lì in volo, vi rimase per 70 anni. Proseguendo, si lascia il grande fiume verso nord seguendo una valle che serpeggia verso le pasture che contornano i grandi monti che culminano nella vetta dell’Ode Gungyel, sacro ai tibetani, che sfiora i 7000 mt. Qui si trova Olka Cholung, un piccolo monastero che fu costruito a seguito di una visione dal re della valle per Tsongkhapa, il quale meditava nella grotta appena sopra l’edificio; si ammira ancora la sua semplicissima stanza priva di finestre, a cui si accede con una botola. Tra le molte reliquie importanti vi sono la pietra consumata dal maestro facendo 3.000.000 di prostrazioni, la pietra da lui utilizzata per il ritiro del Mandala e il trono utilizzato da tutti i Dalai Lama quando, dopo il loro riconoscimento, andando per il tradizionale pellegrinaggio da Lhasa al lago dell’oracolo (Lhamo Latso), facevano sosta qui. Poco lontano si visita anche il tempio di Chosang, che origina dalla stessa epoca. Si torna quindi allo Tsang Po e se ne risale il flusso arrivando fino a Samye; le stupende dune di sabbia che si vedono arrivando sono a dir poco sorprendenti. Si alloggia presso l’albergo del monastero.

7°g.  20/7 Samye  

Samye è il più antico monastero buddista del Tibet, fondato nell’VIII secolo da Guru Rimpoce, nei pressi di una zona di belle dune di sabbia non lontano dallo Tsangpo. Il tempio principale è costruito su 4 livelli, un luogo che irradia profondissima spiritualità, contiene statue stupende e rivela affreschi di bellezza indimenticabile, in particolare nei kora all’interno; attorno, dentro al grande recinto sacro delimitato da un muro circolare decorato con piccoli chorten, si trovano diversi templi minori e grandi Stupa. Dopo la visita ci si reca al vicino eremo di Chimpu, un magico luogo formato da un anfiteatro naturale al cui centro scorrono le acque di un piccolo torrente; tutt’attorno si trovano le grotte di ritiro di monache e monaci che eseguono ritiri spirituali. Alla base del monte è situato il convento femminile di Chimpu Utse, ma il punto più venerato è la grotta di Drakmar Keutsang che i pellegrini tibetani considerano il luogo dove si manifesta la parola del Buddha, in virtù forse del fatto che Guru Rimpoce trasmise qui molti dei suoi insegnamenti. A Chimpu furono rinvenuti moltissimi terma, i “tesori nascosti” della tradizione tibetana, ovvero testi esoterici o oggetti lasciati dai maestri tra il VIII e il IX secolo, per essere riscoperti da uno spirito preposto, chiamato terton, nel momento storico adatto. I terma di Chimpu sono stati attribuiti a Guru Rimpoce, Yeshe Tsogyel, Nyang Tingedzin e altri. Passeggiando lungo il sentiero che si inerpica alle spalle del Gompa, tra formazioni di grandi sassi e il bosco s’incontrano le casupole di solitari monaci e monache, piccoli templi e grotte di meditazione utilizzate dai maestri spirituali: qui si ritirarono anche Guru Rimpoce e Atisha e chi vi giunge con rispetto potrà essere invitato in alcuni di questi potenti luoghi d’energia spirituale dai sereni meditatori che hanno posto qui la propria dimora. Tornati a Samye, è molto bello salire sulla vicina collina del Hepori dove si trova un tempietto in cui spesso la sera un monaco recita le preghiere di buon auspicio alla divinità protettrice che qui risiede e la tradizione indica essere un potente demone soggiogato da Guru Rimpoce; da questo punto al tramonto la forma mandalica del complesso si ammira nella luce migliore.

8°g.  21/7 Samye – Lhasa

Si lascia Samye ripassando da Tsetang dove si utilizza la giornata per le visite iniziando dal tempio di Tradruk, la cui fondazione è attribuita a Songtsen Gampo nell’VIII secolo; la struttura architettonica è simile al Jokhang di Lhasa con statue e affreschi molto belli e vi vengono custodite alcune importanti reliquie. Si prosegue lungo la valle dello Yarlung, ricchissima di testimonianze che risalgono all’origine della storia del Tibet, con la visita del Yumbulagang, tra i luoghi più pittoreschi, che fu il primo palazzo degli antichi re ed è stato restaurato nel 1982. Ci si reca quindi a due delle grotte di meditazione più venerate di Yarlung. Nella prima, Rechung Phuk, si ritirò il primo discepolo di Milarepa, il grande Rechung; il monastero è stato distrutto dai barbari invasori, ma i tibetani hanno ripristinato il tempio all’ingresso della sua grotta che conserva oggetti appartenuti al grande mistico. La seconda, Bairo Phuk, è il minuscolo eremo utilizzato nell’VIII secolo da Vairochana, uno dei discepoli principali di Guru Padmasambhava. Si prosegue arrivando al sito delle tombe dei re di Yarlung, dove primeggia il grande tumulo di Songtsen Gampo, su cui è stato costruito un piccolo tempio da dove si ha una stupenda visuale di Riwo Dechen Gompa. I tumuli dei re di Yarlung non sono mai stati oggetto di scavi archeologici e non sono stati profanati: la tradizione tramanda che sotto al tumulo di  Songtsen Gampo vi siano interrati cinque templi a struttura mandalica, con la salma del grande re posta in quello centrale e circondata da innumerevoli tesori. Completate le visite di parte per Lhasa, dove si alloggia nel medesimo hotel.

9°g.  22/7 Lhasa – Ganden (festival) – Drigung  

Ganden Namgyeling, l’università monastica fondata da Tsongkhapa, capostipite della scuola Ghelupa, è costruita in posizione panoramica a 4500 mt su un monte che sovrasta la valle del fiume Kyuchu a est di Lhasa. Lo sforzo tenace e la devozione dei tibetani ha reso possibile la ricostruzione di tutti i templi principali; il grande stupa contiene alcune reliquie del corpo di Tsongkhapa che furono ritrovate passando con le mani le macerie lasciate dalla distruzione perpetrata dai cinesi, esaminando ogni pietra e setacciando anche la terra. Oggi è una giornata molto speciale perché viene esposta la grande tanka che rappresenta Buddha Sakyamuni, momento culminante di un complesso insieme di rituali officiati dai monaci a cui assistono stuoli di pellegrini, richiamati sia dall’evento che dal valore molto speciale che Ganden ha nella tradizione del Tibet. Nell’arco della giornata si eseguirà anche la breve circumambulazione del monte dove sorgono i molti templi e collegi, unendosi ai pellegrini devoti e festosi, godendo sia dell’atmosfera intensa che degli splendidi panorami che il kora offre sulla vallata del Kyuchu; sul percorso vi sono alcune grotte di meditazione e alla fine del sentiero il piccolo Gompa di Tsongkhapa. Nel pomeriggio si torna a valle e si prosegue verso est risalendo il corso del fiume arrivando nella valle di Drigung Til, dove si alloggia in una semplice locanda, la migliore sistemazione disponibile.

10°g.  23/7 Drigung – Tidro  

Drigung Til fu fondato nel 1179 ed è il monastero principale della scuola Drigung Kagyu, molto apprezzata in Tibet per la competenza sui diversi aspetti del Bardo; il grande Gompa, che oggi conta circa 250 / 300 monaci, è situato sui monti del versante nord della vallata. Il sito è molto importante anche perché è il cimitero celeste più sacro di questa regione del Tibet, e quasi ogni girono viene sfamata una moltitudine di enormi avvoltoi coi resti smembrati di corpi umani; si vedono spesso le casse coi corpi allineate nel cortile del Gompa e se così si desidera è possibile recarsi ad assistere. Dopo la visita si prosegue per Tidro, ridiscendendo per un tratto la valle e dirigendosi poi verso nord; si alloggia in una semplice locanda. Qui il convento femminile, fondato nell’VIII secolo dal Re Tritsong Detsen, oggi ospita circa 150 monache; il Gompa contorna il punto dove ci sono le acque termali… e si, ci si può immergere! Motivo della presenza di tante monache è perché secondo la tradizione fu in una grotta qui vicino, Kiri Yangdzong, che Yeshe Tsogyel dopo la dipartita dal Tibet di Guru Rimpoce acquisì la piena realizzazione: quindi è un luogo di ottimo auspicio per le donne che praticano il Dharma. Chi lo desidera se abbastanza allenato può cimentarsi nel raggiungerla: si tratta di risalire il corso del torrente fino al’eremo di Drang e da qui bisogna poi inerpicarsi su terreno ripido fino alla grotta; non è difficile trovare un ‘volontario’ locale che faccia da guida, ma non si sottovaluti l’impegno della cosa perché si sale fino a circa 5400 metri. La grotta o ‘Tempio delle Dakini’ è un luogo particolare, una caverna con il soffitto alto 50 metri con dentro un piccolo eremo e, all’interno, la Grotta Segreta di Yeshe Tsogyel dove trascorse lunghi periodi di ritiro, sola e con Guru Rimpoce. Il nome di “Yogini cinta di bianco” le venne conferito dopo il ritiro da lei praticato qui per tre anni consecutivi indossando solo un panno di cotone bianco, anche nel pieno dell’inverno tibetano a oltre 5000 metri di quota! Un modo tradizionale di recarsi là è seguire il circuito sacro del Nangkor, un percorso attorno ai monti che parte da Tidro, eseguibile se si è molto ben allenati in una giornata piena di cammino; per farlo è assolutamente necessario andare con una persona che conosca bene il percorso perché ci sono da superare due passi e varie creste, e il sentiero che taglia ad un certo punto verso la grotta parte come riferimento da un piccolo cimitero celeste, ma è difficile sia da individuare che da percorrere.

11°g.  24/7 Tidro – Reting  

Da Tidro ci si sposta a Reting (c.a. 120 km), dove si alloggia nella locanda del monastero. Reting, posto a una quota di 4100 mt., fu fondato da Dromtonpa, il principale discepolo di Atisha, e divenne la sede della scuola Kadampa. L’abate di Reting era una figura molto importante in Tibet perché poteva essere nominato reggente quando il Dalai Lama era giovane o non ancora rinato. In questo luogo Lama Tsongkhapa ebbe la visione di Atisha e si può visitare la sua residenza, dove compilò il celebre Lamrim Chenmo, uno dei testi fondamentali utilizzati da chi pratica gli insegnamenti del buddismo tibetano. Attorno cresce un bellissimo bosco, cosa inusuale in quest’area, e gli alberi vengono chiamati i ‘capelli di Dromtompa’. Un sentiero salendo attraverso i boschi porta con una piacevole passeggiata al convento femminile.

12°g.  25/7 Reting – Taklung – Nalanda – Lhasa  

Taklung, a circa 60 chilometri, fu fondato nel 1180 sul luogo che era stato abitato da Potowa, il grande maestro Kadampa; è un monastero Kagyu che nel momento di massimo splendore contava ben 7000 monaci, ora ve ne solo circa 100. Da qui si raggiunge la bucolica valle di Lhundrup dove si trova l’importante sito Sakya di Nalanda, fondato nel XV secolo da Rongtongpa dove si possono ammirare reperti interessanti, e dove ora ha ripreso a funzionare il collegio di studi filosofici. Continuando lungo la spettacolare strada si arriva infine nella valle di Lhasa (la tappa è di c.a. 170 km);  giunti in città si alloggia nel medesimo hotel.

13°g.  26/7 Lhasa  

Si visitano le università monastiche poste negli immediati dintorni di Lhasa, iniziando da Drepung che prima dell’invasione era la più grande del Tibet, dove ci si reca anche al tempio di Nechung, una volta sede dell’Oracolo di Stato tibetano, che conserva dipinti difficilmente visibili altrove. Nel pomeriggio si visita l’università di Sera, dove è abbastanza usuale poter assistere al dibattito dei monaci, e si rientra nella città vecchia a curiosare nel Barkor.

14°g.  Sabato 27 luglio, Lhasa – Chengdu e volo di rientro

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