Tibet
Kham e Amdo, dal Kumbum a Nangchen, Larung Gar e Dzamtang
Un grande abbraccio alla profonda anima del Tibet









Sintesi del viaggio
Il viaggio è stato preparato da Amitaba con grande attenzione e approfondito studio. Si esplorano territori remoti dell’Amdo e del Kham dove la cultura tibetana mostra tutta la sua profonda vitalità, avendo modo di apprezzare anche la bellezza naturale del Tibet nord orientale, un mondo fatto di vaste praterie, montagne glaciali, fiumi dirompenti e regioni ricche di foreste.
Si incontreranno persone affascinanti, anche piuttosto selvagge come tipicamente sono gli orgogliosi nomadi Golok, ma sempre animate da un bel sorriso, immergendosi in situazioni che sembrano essere poste fuori dal fluire del tempo, gustando dell’ottimo yogurt nelle tende dei nomadi e avendo anche modo di apprezzare i diversissimi stili e modi di costruzione dei villaggi. Anche i costumi e gli ornamenti delle persone riveleranno la grande varietà che sottostà al nome “Tibet”, un altopiano che è vasto come un continente. Per quasi tutto l’itinerario sarà poco probabile incontrare altri visitatori, e i punti ‘turistici’ sono forse un poco il Kumbum all’inizio e i parchi orientali, ultimamente frequentati dai cinesi, ma la cui bellezza leggendaria merita la nostra presenza.
Presentazione del viaggio
Si incontreranno persone affascinanti, anche piuttosto selvagge come tipicamente sono gli orgogliosi nomadi Golok, ma sempre animate da un bel sorriso, immergendosi in situazioni che sembrano essere poste fuori dal fluire del tempo, gustando dell’ottimo yogurt nelle tende dei nomadi e avendo anche modo di apprezzare i diversissimi stili e modi di costruzione dei villaggi. Anche i costumi e gli ornamenti delle persone riveleranno la grande varietà che sottostà al nome “Tibet”, un altopiano che è vasto come un continente. Per quasi tutto l’itinerario sarà poco probabile incontrare altri visitatori, e i punti ‘turistici’ sono forse un poco il Kumbum all’inizio e i parchi orientali, ultimamente frequentati dai cinesi, ma la cui bellezza leggendaria merita la nostra presenza.
Il viaggio prevede di arrivare in volo a Chengdu in Sichuan e di proseguire in volo per Xining, capitale del Qingai. Da qui si inizia il percorso via terra, utilizzano jeep tipo Landcruiser Toyota con massimo 4 passeggeri per veicolo, che riporta fino a Chengdu. Si lascia Xining in direzione sud attraversando l’Amdo fino al cuore del Kham e da qui si procede poi verso est, ritornando in Amdo nella zona dei Jonangpa e proseguendo oltre l’ansa del fiume Giallo fino ai parchi orientali. La distanza che si copre è di circa 4300 km.
NOTA TECNICA
Questo viaggio è riservato ai veri viaggiatori, che amano esplorare territori sconosciuti al turismo. Si esplorano aree remote dove i servizi sono spesso molto spartani; in alcune località non esistono neppure delle locande e si alloggia nei monasteri o in case private. Per evitare ulteriori costi si è preferito non portare con se un’attrezzatura da campo, mettendo in conto alcune notti che avranno un tono piuttosto avventuroso. Si consiglia di portare con se un sacco a pelo ed eventualmente un materassino. Le temperature previste non sono mai sotto lo zero e il clima è solitamente buono, con maggiori possibilità di pioggia nelle regioni più orientali alla fine del viaggio.
Programma del viaggio
1°g. Venerdì 10 agosto, partenza Chengdu
Per raggiungere Chengdu, capitale dello stato del Sichuan in Cina, ci sono diverse possibilità di volo che possono essere scelte secondo le preferenze dei viaggiatori.
2°g. 11/8 Chengdu – Xining – Kumbum
Arrivo a Chengdu dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente locale di Amitaba. Ci si reca in città per il pranzo e una breve visita, andando a visitare il tempio di Wu Hou, situato in uno splendido giardino cinese. Il volo per Xining parte alle 19.10 con arrivo alle 20.50 (orari da confermare). Giunti a Xining, un grande centro urbano privo di particolare interesse, si prosegue per circa 20 chilometri a sud della città arrivando al grande monastero del Kumbum; si alloggia presso l’hotel Tsongka, nei pressi del grandioso ingresso. La quota qui è di circa 2200 mt.
3°g. 12/8 Kumbum – Tso Ngompo (lago Kokonor)
La giornata inizia con la visita dell’università monastica di Kumbum Jampaling, uno dei cinque grandi centri di studio della scuola Ghelupa in Tibet. Fu edificata nel XVI secolo da Rinchen Tsondru, discepolo del grande maestro Tsong Khapa, attorno a un albero e allo stupa che segnano il luogo in cui egli nacque. Divenne uno dei centri monastici principali del Tibet, con una miriade di templi e conventi e nei secoli subì attacchi e saccheggi anche da parte dei musulmani. Negli anni ’90 venne in buona parte restaurato e oggi ospita una comunità di monaci di cui i tibetani sono circa la metà. Dopo la visita ci si sposta verso ovest giungendo al villaggio di Tsaka sulla costa sud orientale dello Tso Ngompo, il famoso lago Kokonor, che è lo specchio d’acqua più vasto di tutto l’altopiano tibetano a 3000 mt di quota. Sistemazione in un alberghetto, semplice ma pulito.
4°g. 13/8 Tso Ngompo – Matho
La strada per Matho, che dista circa 400 km, è di recente costruzione e comoda per viaggiare. Si procede verso sud attraverso il vasto altipiano valicando dei passi oltre i 4000 metri di quota; dall’ultimo di questi verso est se il tempo è limpido si ammira la massa glaciale dell’Amnye Machen, la montagna sacra del Tibet orientale, e si transita vicino ad alcuni laghi. Matho è un paesotto posto a 4200 metri di quota, il punto più alto dove si sosta in tutto il viaggio, con l’aspetto un po’ selvaggio che ricorda un posto di frontiera, una località importante per i nomadi golok della regione perché qui si trovano rifornimenti e provviste. Si alloggia in un albergo locale.
5°g. 14/8 Matho – Jyekundo (Yushu)
Si riprende il viaggio verso sud fino a Jyekundo, che dista circa 330 km. Una sessantina di chilometri da Matho si valica la catena dei monti Bayankala, spartiacque tra l’Amdo e il Kham, attraverso un passo che sfiora i 5000 metri di altezza. Proseguendo, si sosta a Zhiwu per visitare il monastero di Drogon Puntshok Dargyeling di scuola Sakya, dove sono particolarmente interessanti il Gonkhang e il tempio di Vajrayogini. A Jyekundo, situata a una quota di 3700 metri, si alloggia in hotel. Questa cittadina, diventata un punto importante per gli scambi commerciali della regione, ha subito un terremoto nel 2010 che ha prodotto molte vittime e causato la distruzione della città e dei suoi monasteri, tra cui il famoso Gompa di Dondrubling, un importante centro di scuola Sakya del XIV secolo; è oggi in fase di intensa ricostruzione.
6°g. 15/8 Jyekundo – Zurmang Nangyeltse
Si segue per un tratto la strada che prosegue verso Nangchen lasciandola per immergersi nelle montagne verso sud est; si valica un passo di circa 4600 mt attraverso un ambiente che ricorda un poco le nostre Dolomiti e, oltre un altro valico tra monti erbosi, si arriva con una deviazione al monastero di scuola Karmakagyu di Zurmang Dutsitil, che risale al XV secolo. Tornati sul percorso che si stava seguendo, si supera lo spartiacque e si giunge a Toto Gompa, di scuola Sakya, che sorge alla confluenza di due fiumi al centro di una bella valle. Da qui si risale una vallata giungendo al grande complesso monastico di Zurmang Nangyeltse, il principale della regione, dove si alloggia nella semplice locanda del monastero. Qui sorge un gran numero di templi, di cui uno rappresenta la terra pura di Zangtopelri; in un’ansa della vallata sorge un bellissimo convento femminile.
7°g. 16/8 Zurmang Nangyeltse – Nangchen
Si lascia Nangyeltse valicando verso ovest il passo di Yi Gu, alto circa 4800 metri, che immette nel bacino idrografico del Mekong, tra monti di rocce calcaree e ricche pasture dove prosperano i greggi di yak; oltre una stupenda gola ornata di mantra incisi nelle rocce si giunge nella grande vallata dove si trova Sharda, il centro principale di questa regione, dove si alloggia in una locanda. In questa parte del Kham incastonata tra i monti, che è stata la sede di diversi regni indipendenti, si trova un gran numero di monasteri, chorten e strutture piramidali e coniche costituite da bandiere di preghiera. Si visitano solo i più significativi, iniziando con il Gompa di Pel-me, di scuola Drigung Kagyu, che sorge ai bordi della cittadina, e di Gonshab (Karma Kagyu), situato nell’abitato. La gente che si incontra è molto amichevole e facile al sorriso.
8°g. 17/8 Nangchen
Si effettua un’escursione verso sud per visitare la magica valle dove sorge il centro Drigung Kagyu di Nangchen Gar, uno dei luoghi di ritiro e meditazione più venerati in questa remota area del Tibet; un Gompa al centro di un umile villaggio fa da punto d’ingresso a un monastero abbarbicato a ripide pareti rocciose, dove vive una comunità dedita a pratiche meditative intense. Poco lontano, su di un poggio incastonato tra questi bei monti, vive una comunità di monache. Rientrando si visita il vasto complesso monastico Karma Kagyu di Cha Gon, posto tra i monti erbosi del passo che riconduce verso Nangchen; qui sorprende in particolare la raffinata qualità delle decorazioni e delle statue del tempio di Zangtopelri, dove nella cappella più alta sono conservate anche delle tanke sopravvissute all’olocausto cinese.
9°g. 18/8 Nangchen – Jyekundo
Si torna verso nord seguendo la strada principale che valica il Ke La (4200 mt c.a.) e il passo di Zhung (4500 mt) arrivando nella vasta vallata da cui si raggiunge Jyekundo; qui ci si ferma a visitare il Gompa di Wenchen e, in una vicina valle letteralmente tappezzata di bandiere di preghiera, il tempio di Tango. Questo luogo custodisce magnifiche sculture rupestri che risalgono all’VIII secolo con la rappresentazione principale che evoca Dipankara, il Buddha che precedette Sakyamuni, circondata da otto figure di Bhodisattva; è un sito di finissimo valore artistico considerato secondo per sacralità solo al Jokhang di Lhasa. A Jyekhundo si alloggia nel medesimo hotel utilizzato precedentemente; la tappa è di circa 180 km.
10°g. 19/8 Jyekundo – Shershul (Jumang)
Si ripercorre per 48 chilometri la strada che porta verso Matho fino a Ziwu, dove si devia verso est per valicare il passo di Ngamba (4450 mt) giungendo al grande complesso monastico Ghelupa di Shershul Tekchen Dargyeling il principale di questa regione che ospita oltre 1500 monaci e novizi, posto a 4054 mt di quota tra praterie e monti tondeggianti. Il tempio più vecchio risale a circa 300 anni fa; durante la rivoluzione culturale venne risparmiato perché fu trasformato in fienile e stalla e vi vengono conservate anche diverse preziose reliquie, tra cui chorten d’oro e un Chenresi di sandalo a cui gli scienziati hanno confermato un’antichità di circa 2000 anni. Si prosegue quindi verso est valicando un altro passo (circa 4300 mt) arrivando all’omonima cittadina di Shershul, dove si alloggia in un albergo locale.
11°g. 20/8 Shershul – Dzochen
Raggiunto il fiume Yalong lo si attraversa e oltre un passo verso nord si arriva nella valle di Arikdza Gompa, un vasto complesso monastico Nyingmapa dove risiedono circa 700 monaci e monache, immerso in una regione di ricche pasture dove sono preminenti i nomadi Golok, che sfoggiano i loro interessanti costumi. Si prosegue lungo la valle e tornati allo Yalong lo si riattraversa verso sud e, incontrando stupende aree nomadiche dove abbondano anche gli animali selvatici, tra cui i lupi, si valica un passo giungendo ad Achuk, un grande villaggio ben preservato che secondo la tradizione è il luogo dove nacque la mitica figura di Ghesar, l’epico re guerriero tibetano. Oltre agli interessanti costumi della gente sono di interesse i molti Gompa che qui adornano entrambe le rive del possente Yalong. Si prosegue per un tratto lungo il fiume e, imboccando una valle laterale, si giunge a Sechen Gompa, dove prima dell’invasione cinese risedette il grande maestro contemporaneo Dilgo Kyentse. Si arriva quindi nella valle di Rudam Kyitram, ornata da imponenti montagne glaciali, dove sorge il monastero di Dzogchen. Fondato nel 1684, divenne uno dei centri monastici principali del Kham e il centro più stimato della tradizione Nyingmapa. Attualmente vi sono oltre 1000 monaci residenti e buona parte dei templi sono stati ricostruiti; risalendo i monti che chiudono la valle si trovano alcuni importanti luoghi di ritiro, in buona parte utilizzati. Si alloggia in una umile locanda.
12°g. 21/8 Dzogchen – Kandze
Si valica il Muri la (4400 mt), dove le grandi tende nere dei nomadi punteggiano qua e là il vasto paesaggio, dominato verso sud dalla grandiosa mole della catena del Kawalungring che verso est si protende fino oltre Kandze, da cui si formano molti ghiacciai e laghetti. Superato il villaggio di Manigango si prosegue verso est fino a Kandze; 26 km prima della cittadina si visita Dargye Gompa, un bel monastero in gran parte ricostruito. Nella gradevole cittadina di Kandze posta a circa 3300 mt di quota, ricca anche di bei negozietti e di parti vecchie, si trova un grande monastero che risale al XVII secolo, recentemente restaurato. In questo panoramico sito le sale dei protettori conservano tanke antiche e statue di magnifica fattura; sul tetto si trova un mandala tridimensionale di Kalachakra. E’ peculiare il nuovo tempio dove è stata realizzata una coloratissima gigantesca rappresentazione del ‘campo dei meriti’. Al centro del paese nell’antico tempio di Den, dedicato a Mahakala, molti degli affreschi antichi sono ancora intatti perché durante la rivoluzione culturale era usato come granaio. Il percorso di oggi è di 143 chilometri; sistemazione in hotel.
13°g. 22/8 Kandze – Sertal (Gogentang)
Completate le visite a Kandze si lascia la valle dello Yalong verso nord seguendo una strada in buona parte sterrata attraverso una zona di tipici villaggi rurali; si transita da Tongkor Neri, dove le bandiere di preghiera adornano un intero monte dove vi è incastonato un eremo, e oltre lo spettacolare passo di Dzivu e un secondo passo tra monti ricchi di pasture si entra nella regione di Sertal. Si incontra subito il Gompa di Yarlung Pemako e proseguendo si transita ai piedi del monastero di Dunkar dove si erge un gigantesco Chorten dorato e si arriva a Sertal, dove si alloggia in un alberghetto locale.
14°g. 23/8 Sertal
Ci si reca a sud della cittadina al grande sito Nyingmapa di Larung Gar, che ospita circa 10000 studenti, sparsi nelle casupole di legno che coprono l’intera vallata contornando i grandi edifici delle scuole monastiche: è uno dei due centri monastici principali del Tibet. Non vi sono molti templi: è un luogo dedicato allo studio ed alla contemplazione dove non sono previsti rituali di massa; non manca però un tempio di Zangtopelri, posto in perfetta posizione panoramica. Nei pressi si trova un importante cimitero celeste attivo quasi ogni giorno. Rientrati a Sertal ci visitano i siti della cittadina e ci si reca poco più a nord a Dunkar Gompa, esplorando anche lo spazio coperto di bandiere di preghiera e tempietti di tsa tsa posto ai piedi della collina; il gigantesco tempio nel grande Chorten regala ad ognuno contrastanti impressioni.
15°g. 24/8 Sertal – Dzamtang
Dzamtang dista circa 152 km; prima di arrivare nella cittadina si incontra l’interessante centro Karmakagyu di Sekhar Gon caratterizzato da alcune torri di pietra, reminiscenti dei travagli purificatori del grande Milarepa. Da Dzamtang si proverà a recarsi a Yutok (c.a. 56 km), seguendo una valle che si diparte a nord est: vi si trovano due importanti centri monastici Nyingmapa, Yutok e Shukchung; ma non è garantita la possibilità di accesso. Sistemazione in un albergo locale.
16°g. 25/8 Dzamtang – Dzamtang Gompa
Si risale un passo verso est che porta nella valle dove si rifugiò una parte dei seguaci della scuola Jonangpa nel XVII secolo, una zona considerata dai tibetani già parte dell’Amdo. I villaggi qui presentano un’architettura ancora diversa e tipica, bella e interessante, ora senza l’abbondante uso di legno che si vede nel Kham. In questa remota valle, alla cui testa il monte che la chiude è stato battezzato “Shambala” a ricordo dell’intensa pratica di Kalachakra che viene promossa da questa esoterica scuola, che è detentrice del lignaggio di Dro e della filosofia Madyamika Shentong, si trovano degli importanti centri e scuole monastiche a cui fan capo circa 2000 monaci. Il più grande è Tsangwa, dove è sono stati recentemente edificati due grandi templi che contengono un gigantesco Chorten e una statua di Maitreya; qui si trova anche una collezione completa di matrici di legno di testi sacri, tale da rivaleggiare per dimensioni con l’archivio di Derge. Il monastero più antico è Choje e di grande interesse è anche Chotang. Attorno pian piano sta crescendo un paese ed è in fase di costruzione un gigantesco mandala tridimensionale di Kalachakra, che sarà il più grande finora mai prodotto. Impressiona anche qui la vivacità del mondo culturale del Tibet, che sembra essere riuscito a sopravvivere nonostante tutto all’olocausto cinese. Si alloggia in una umile locanda.
17°g. 26/8 Dzamtang Gompa – Pema (Selitang)
Si lascia i centro monastico seguendo il deflusso della valle, ornata da bei villaggi, transitando da Katol, con un bel numero di antichi Chorten. Arrivati alla confluenza col fiume Mar se ne risale il corso tra monti coperti di foreste arrivando dopo circa 90 km nella valle di Pema, dove si alloggia in un alberghetto locale. Nei pressi della cittadina, nei cui dintorni molti colli sono letteralmente coperti da bandiere di preghiera, si visita Yarthang, un altro importante centro dei Jonangpa. Poco lontano è di particolare interesse anche Jangritang Gompa, dove si trova un tempio in pietra e legno edificato su di un piccolo colle nella forma di Zangtopelri, la rappresentazione della ‘terra pura’ di Guru Rimpoce, circondato da un muro mani circolare tra una profusione di chorten e tempietti con le ruote di preghiera.
18°g. 27/8 Pema – Jigdril (Drukchen Sumdo)
Da Pema si segue l’ottima strada che porta a nord est a Tarthang, un villaggio animato da molti nomadi Golok, sede di un importante centro di tradizione Nyingmapa. Si prosegue quindi per Lungkar, dove si trova un monastero di scuola Ghelupa, lasciando quindi la strada principale per raggiungere Jhamda Gompa. Situato tra ampie montagne erbose, dove capita di vedere ancora persone che cavalcano gli yak, questo centro monastico è la sede dell’Abate anziano dei Jonang, Lama Saljay Kunga Sherab Rimpoce, un personaggio che emana un’aura di santità. L’anziano Maestro visitò l’Italia con Amitaba tra fine 2007 e inizio 2008, conferendo anche un’iniziazione di Kalachakra. Il sito è di grande interessante, con molti monaci che eseguono ritiri pluriennali e una trentina di tulku dediti agli approfonditi studi. Il Lama ha seguito personalmente anche la realizzazione di un grande mandala tridimensionale di Kalachakra. Dopo la visita si prosegue per Jigdril, dove si alloggia in un semplice hotel. Sul percorso, caratterizzato da stupende pasture nomadiche con una serie di passi panoramici, con una breve deviazione si può arrivare ai piedi dei monti della catena Nyanpo Yurtse, sacro ai Golok, dove si trova un bel lago.
19°g. 28/8 Jigdril – Dzoghe
Si lascia in direzione nord est la strada principale che continua verso Ngawa, incontrando subito il sito Nyingmapa di Taklung Gompa dove si ergono due colossali statue di Cenresi e Guru Rimpoce, e valicato un passo si procede verso la prima grande ansa del fiume Giallo; lo si attraversa due volte percorrendo vaste vallate erbose, regno dei nomadi, dove pullulano gli yak al pascolo. Si transita da Dzoghe Nyma (Machu) e si prosegue per Taktshang Lhamo, una cittadina tra monti che ricordano le nostre dolomiti dove si trovano due grandi monasteri di scuola Ghelupa, Kirti e Sartang. Dopo una visita si prosegue per Dzoghe, continuando a godere di questa vastissima area di pasture verdissime che in quest’area del Tibet hanno un’ampiezza che ricorda il mare. Si alloggia in hotel; la cittadina è sede del grande complesso monastico di Taktsha Gondrong.
20°g. 29/8 Dzoghe – Parco Nazionale di Dzitsa Degu
Si raggiunge il bordo orientale dell’altopiano tibetano, dove le vaste pasture dell’Amdo pian piano si trasformano in vallate più profonde ricche di foreste. Tra poderose montagne rocciose che ricordano un poco il Tirolo si arriva nella regione dei parchi nazionali di Dzitsa Degu e Sertso, che preservano una delle più belle aree del confine naturale tra il Tibet e il mondo dei cinesi han delle pianure, una delimitazione naturale formata da un’ininterrotta barriera di gole e montagne che contornano il bordo orientale e sud meridionale del vasto altopiano. A Dritsa Degu, che dista circa 250 km da Dzoghe, si alloggia presso l’hotel Xinyu. Qui con il pullman del parco si risale una splendida valle incastonata tra altissimi monti rocciosi, scoprendo cascate e laghetti turchesi, con miriadi di ruscelli e torrenti che si fan largo tra alberi e cespugli; si passeggia nei punti più scenici lungo le passerelle di legno allestite anche grazie agli aiuti dell’Unesco – questo prezioso luogo, insieme a Sertso, è una delle meraviglie naturali protette a livello mondiale.
21°g. 30/8 Dzitsa Degu – Parco nazionale di Sertso
Ci si sposta al parco di Sertso (circa 130 km), dove si dedica la giornata all’esplorazione. Si raggiunge la cima della vallata con una ovovia e da li si scende a piedi lungo un comodo percorso realizzato in legno con gli auspici dell’Unesco; si incontrano una miriade di laghetti e pozze calcaree con il fondo di diversi colori, tra ruscelli e boschi, oltre ad alcune piccole cascate e tempietti. La discesa richiede un minimo di 3 ore di cammino. Al termine si torna al panoramico passo che si è valicato per giungere qui e ci si ferma ad Aling (Chuanzhusi) che dista in tutto circa 50 km, dove si alloggia presso l’hotel Gyarong Xingong.
22°g. 31/8 Sertso – Chengdu
Si parte per Chengdu, che dista circa 350 km, tornando nelle pianure della Cina, da dove il viaggio era iniziato. Si alloggia presso l’hotel Holyday Inn Express.
23°g. Sabato 1 settembre, volo di rientro
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Amdo, donna nomade
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Praterie dell’Amdo, Tsigortang
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.