Tibet
Da Lhasa all’Everest e festival di Ganden Namgyeling
I siti principali e i grandi monasteri della regione









Sintesi del viaggio
Il viaggio inizia da Katmandu in Nepal, dove si avrà l’opportunità di fare un’interessante visita guidata ai siti storici della valle. Si raggiunge quindi Lhasa in volo da Katmandu, dove si visitano tutti i siti principali e i grandi monasteri della regione. Qui si avrà la meravigliosa opportunità di essere presenti per il festival dell’università monastica di Ganden, quando viene esposta una grandissima tanka; è un evento che richiama miriadi di pellegrini dando l’opportunità di condividere i momenti più intensi della vita culturale e del folclore tibetano. Inizia quindi l’itinerario che porta fino alle falde dell’Everest e, scavalcata la possente catena dell’Himalaia, riporta via terra fino a Katmandu.
Presentazione del viaggio
Lasciata Lhasa ci si reca all’importante monastero Nyingmapa di Mindroling e attraverso il passo di Gampa (4794 mt) si arriva al lago turchese di Yamdrok Tso, dove si visita lo spettacolare Gompa di Samding che appartiene all’esoterica scuola dei Bodonpa. Lasciato il lago e valicato un altro passo, su cui calano poderosi ghiacciai tra i pascoli popolati dagli yak, si arriva a Gyantse, la più preservata delle principali città del Tibet Classico dove si trova l’inestimabile Kumbum, lo stupa delle 100.000 divinità, oltre ad altri importanti siti. Continuando verso ovest si visita Shalu, lo storico monastero dove il celebre maestro Buton completò la stesura del Canone Buddista Tibetano, e si arriva a Shigatse, seconda città del Tibet, dove si trova lo splendido Tashilhumpo, sede storica del Panchen Lama. Prossimo sito di grande importanza storica, il grande monastero – fortezza di Sakya, che fu per un periodo anche sede del governo del Tibet; è un luogo decisamente speciale, ben preservato, posto a ridosso della grande barriera himalaiana.
Da Sakya si procede per Shegar, lo Dzong della “Montagna di Cristallo”, e da qui per Rongbuk, il mitico monastero al cospetto della parte nord dell’Everest (Chomolungma in tibetano), posto a circa 5000 metri di quota. Si sosta per due notti, avendo così la possibilità di dedicare una giornata all’esplorazione di quella che è tra le valli più affascinanti al mondo, godendo di alba e tramonti; per raggiungere il campo base (8 km) chi preferisce può noleggiare un carretto trainato da cavalli.
Da Rongbuk si seguono alcune stupende valli in alta quota fino a Tingri e da qui si valica l’Himalaia, godendo della vista di Cho Oyu e Shisha Pangma, immergendosi poi nelle profonde gole che portano al confine nepalese, da dove si raggiunge Katmandu per il rientro in Italia.
Si utilizzano hotel di buona qualità nei centri principali; solo a Sakya e Rongbuk l’alloggio è piuttosto modesto e spartano, ma situato in un luogo dall’atmosfera incomparabile. Tutti i trasporti vengono effettuati con veicoli privati.
Programma del viaggio
1°g. Sabato 28 luglio, partenza per il Nepal
2°g. 29/7 Arrivo a Katmandu
Arrivo a Katmandu; accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente locale di Amitaba e trasferimento all’Hotel Manaslu o Vajra. Dopo la registrazione in hotel si dovrà consegnare al nostro responsabile locale il passaporto per consentire l’apposizione del necessario visto presso l’ambasciata cinese nella mattina di domani.
3°g. 30/7 Katmandu
Visita guidata accompagnati da una nostra guida nepalese. Si inizia esplorando il centro storico di Katmandu, Durbar Square e dintorni, con i magnifici templi e l’antico palazzo reale. Ci si reca quindi a Pashupatinath, un antichissimo santuario indù lungo le rive del fiume Bagmati dedicato a Shiva, luogo di pellegrinaggio dove giungono anche molti pittoreschi Sadhu. L’intera collina è un mondo da scoprire, disseminata di antichi tempietti immersi nel verde; sulla riva del fiume avvengono le cremazioni. Si completa il tour allo Stupa di Bodnath, nel cuore del quartiere tibetano, ricco di botteghe, negozi e importanti templi e monasteri.
4°g. 31/7 Katmandu – Lhasa
Il volo della China Airlines parte alle 10.35 con arrivo alle 14.05 (orari da confermare); se è limpido offre un panorama spettacolare sui colossi himalaiani, Everest incluso. All’arrivo sono in attesa dei partecipanti la guida tibetana e l’accompagnatrice italiana; trasferimento in pulmino privato a Lhasa dove si alloggia presso l’hotel Gang Gyen o simile, situato nella città vecchia. Ci si reca con una breve passeggiata al circuito sacro del Barkor che circonda il Jokhang, animato da un vivace mercato e frequentato dai pellegrini, alcuni dei quali eseguono l’intera circumambulazione con le prostrazioni: la città vecchia è fortunatamente ancora abitata in prevalenza da tibetani. Ci si muove a piedi, con calma, per favorire l’acclimatazione.
5°g. 1/8 Lhasa
Giornata dedicata alla visita di Lhasa. Al mattino ci si reca al Potala e al palazzo estivo, il Norbulingka. Si dedica il pomeriggio alle visite della città vecchia, iniziando dalla magnifica cattedrale del Jokhang e passeggiando fino al convento di Ani Tshamkhung e al tempio di Ramoce, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang e ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto, toccando anche altri siti minori, cari al cuore dei tibetani.
6°g. 2/8 Lhasa: escursione a Ganden per il festival
Si parte presto per andare a Ganden Namgyeling, l’università monastica fondata da Tsongkhapa, capostipite della scuola Ghelupa, costruita in posizione panoramica a 4500 mt su un monte che sovrasta la valle del fiume Kyuchu a est di Lhasa. Lo sforzo tenace e la devozione dei tibetani ha reso possibile la ricostruzione di tutti i templi principali; il grande stupa contiene alcune reliquie del corpo di Tsongkhapa che furono ritrovate passando con le mani le macerie lasciate dalla distruzione perpetrata dai cinesi, esaminando ogni pietra e setacciando anche la terra. Oggi qui è una giornata molto speciale perché viene esposta una grande tanka, momento culminante di un complesso insieme di rituali officiati dai monaci a cui assistono stuoli di pellegrini, richiamati sia dall’evento che dal valore molto speciale che Ganden ha nella tradizione del Tibet. Nell’arco della giornata si eseguirà anche la breve circumambulazione del monte dove sorgono i molti templi, unendosi ai pellegrini devoti e festosi, godendo sia dell’atmosfera intensa che degli splendidi panorami che offre sulla vallata del Kyuchu. In serata si rientra a Lhasa.
7°g. 3/8 Lhasa
Si visitano le università monastiche poste negli immediati dintorni di Lhasa, iniziando da Drepung che prima dell’invasione era la più grande del Tibet, dove ci si reca anche al tempio di Nechung, una volta sede dell’Oracolo di Stato tibetano, che conserva dipinti difficilmente visibili altrove. Nel pomeriggio si visita l’università di Sera, dove è abbastanza usuale poter assistere al dibattito dei monaci, e si rientra nella città vecchia a curiosare nel Barkor.
8°g. 4/8 Lhasa – Gyantse
Lasciata Lhasa si sosta per una visita a Orgyen Mindroling, il monastero di scuola Nyingmapa più importante del Tibet classico; fondato nel 1670, più volte distrutto e ricostruito ma in buona parte restaurato, conserva interessanti opere d’arte. Si lascia la grande valle dello Tsangpo salendo verso sud al passo di Gampa (4794 mt) che offre una visuale indimenticabile sul vasto specchio turchese del lago Yamdrok Tso, una delle perle naturali del Tibet, incastonato tra magnifiche vette di cui alcune superano i 7000 metri. Raggiunte le sponde del lago se ne segue il perimetro per un bel tratto e con una deviazione ci si reca al monastero di Samding, uno dei rari siti dell’esoterica scuola dei Bodonpa che risale al XII secolo, la cui badessa è riconosciuta come una Kandroma (dakini) ed è considerata una delle maestre spiritualmente più elevate del Tibet. La posizione è fantastica, con grandiosi panorami sui monti e sul lago, e nel Gompa si trovano molti affreschi recentemente restaurati. Proseguendo, si valica lo spettacolare passo di Khari (5045 mt) dove la strada passa tra le pasture degli yak sfiorando i poderosi ghiacciai del Nyengchen Kang Ksa, la cui vetta si staglia oltre i 7000 metri, e, dopo aver costeggiato un lago di origine artificiale, si arriva a Gyantse, dove si alloggia all’hotel Yeti.
9°g. 5/8 Gyantse
Gyantse è la città del Tibet classico meglio preservata. L’enclave monastica prima delle distruzioni perpetrate conteneva 16 collegi monastici appartenenti a diverse scuole; fortunatamente il tempio principale, lo Tsuklakhang (XV sec.) e la costruzione più preziosa, l’inestimabile stupa di Kumbum, sono rimasti intatti. Lo “Stupa delle 100.000 divinità” è una struttura costituita da più piani progettati secondo una planimetria mandalica arricchita da 75 cappelle, statue ed affreschi: chi è in grado di decifrare la complessa simbologia che qui è rappresentata può leggervi l’intera storia iniziatica dell’essere. La visita al castello di Gyantse regala un’ottima panoramica sul complesso, sulla cittadina e le valli circostanti.
10°g. 6/8 Gyantse – Shigatse
Prima di arrivare a Shigatse una breve deviazione porta a Shalu, sito del tempio di Serkhang Tramo, che conserva un’antica atmosfera dove si indovinano interessanti affreschi nella penombra; fu qui che Buton Rimpoce nel XIV secolo editò i 227 volumi del Canone Buddista Tibetano; nei pressi si trova l’antichissimo tempio di Gyengong Lhakang, fondato nel 997. Giunti a Shigatse, seconda città del Tibet, ci si reca a visitare il grandioso grandioso complesso monastico di Tashilhumpo fondato nel 1447 dal primo discepolo di Tsong Khapa, retrospettivamente riconosciuto come la prima incarnazione del Dalai Lama, e sede storica del Panchen Lama del Tibet; è uno dei più grandi del Tibet, con molti templi e sale dove sono conservati inestimabili tesori, tra cui primeggiano i giganteschi Stupa dei Panchen Lama. Si alloggia presso il Manosarowar hotel.
11°g. 7/8 Shigatse – Sakya
Si lascia Shigatse seguendo la strada che porta verso Lhartse e il Nepal; con una deviazione verso sud si arriva a Sakya, dove si alloggia presso il Sakya Manosarovar Hotel. Ci si reca a visitare il colossale tempio – fortezza, dove già nelle torri perimetrali sono alloggiati dei templi ed all’interno delle poderose mura si trovano una serie di edifici importanti, tra cui la casa dell’Abate accanto a cui si trova un impressionante Gonkhang, e, se si sale sul tetto del tempio centrale, si trova la cappella del protettore principale, luogo di grande forza esoterica. Ma è dal cortile più interno che si accede a tre colossali Lhakhang, con una profusione di affreschi e reperti artistici eccezionali: a sinistra quello dedicato alle cerimonie rituali, a destra uno che conserva colossali Stupa dei maestri storici dei Sakya e incredibili affreschi di mandala e, di fronte, la sala principale dove nella mistica penombra vi sono statue di fattezza perfetta e dietro al tempio una delle biblioteche più preziose del Tibet, con migliaia di testi originali posti su scaffali alti una diecina di metri o più. Si dedica il tempo restante a esplorare la collina di rimpetto al tempio principale, dove vi sono molti templi, tra cui quello edificato di fronte alla grotta del grande Siddha Kunga Nienpo, mitico fondatore della scuola sakyapa, e il convento femminile.
12°g. 8/8 Sakya – Rongbuk
Rientrati sulla strada principale si supera Lhartse e si valica un passo di circa 5000 metri che si apre sulla valle di Shegar, dove con una breve deviazione ci si reca a visitare le rovine di un affascinante Dzong che i tibetani chiamavano la “Montagna di Cristallo”; nella parte più bassa il tempio principale è stato ricostruito e vi vivono dei monaci. Per chi ha voglia di cimentarsi, dalla sommità dell’affascinante colle fortificato nelle giornate limpide lo sguardo spazia fino all’Everest. Si prosegue valicando un altro passo che supera anch’esso i 5000 da dove, se è limpido, lo sguardo spazia dal Makalu al Cho Oyu con l’Everest (chiamato Chomolungma in tibetano) che troneggia al centro. Raggiunte le acque dell’Arun, dove lungo la bella vallata si incontrano tipici villaggi di montagna tibetani, se ne risale il corso per un tratto e, seguendo una valle laterale, di colpo a una svolta si ha la grandiosa visuale della parte nord del monte più lato della Terra! Le albe e i tramonti che si godono da questo prezioso luogo restano per sempre nel cuore. Sistemazione in un semplice hotel.
13°g. 9/8 Rongbuk: campo base dell’Everest
Giornata dedicata all’esplorazione; a Rongbuk il monastero è stato in parte ricostruito mentre sul versante est della valle le rovine del convento femminile testimoniano la scelleratezza degli invasori. Il campo base del Chomolungma, posto a circa 5000 metri d’altezza, si può raggiungere a piedi (circa 8 km per la maggior parte pianeggianti) o utilizzando dei piccoli carretti tirati dai cavalli dei nomadi Khampa. Al campo base i Khampa hanno allestito delle tende dove si può mangiare e riposare; la visuale sulla parete nord dell’Everest è onnipresente. Sul lato orientale della valle poco oltre Rongbuk tra i colossali massi di un’antica frana si nascondono gli eremi di meditazione dove gli yogi tibetani si ritiravano, sfidando anche il freddissimo inverno; è un sito interessantissimo da esplorare. Qui un piccolo tempio è stato ricostruito nel punto in cui vi è una grotta che i devoti dicono essere stata utilizzata anche da Guru Rimpoce. Tornando dal campo base il percorso più bello si ha salendo per un tratto le morene che lo sovrastano ad est e seguendo da lì il bordo della montagna, individuando il vecchio sentiero.
14°g. 10/8 Rongbuk – Tingri – Zangmu
Si segue per un breve tratto la strada dell’arrivo e la si lascia verso ovest seguendo le alte pasture degli yak valicando un passo che porta nel bacino del Cho Oyu e da qui verso Tingri, dove si incontra la strada che porta verso il confine nepalese. Oltre Tingri si valica il passo di Lalung, a 5200 mt, dove le vaste pendici dello Shisha Pangma dominano la vista a sud ovest e a est un mare di monti glaciali culmina nella vetta del Cho Oyu. Si scende rapidamente e si arriva al sito del monastero di Milarepa, recentemente restaurato. Si continua verso sud immergendosi in gole ripidissime e umide, ricche di cascate che si fan largo nella foresta; un totale cambiamento ambientale. Si sosta a Zangmu, punto di confine, presso l’omonimo hotel.
15°g. 11/8 Zangmu – Katmandu
Al mattino si saluta l’accompagnatrice italiana che rientra da qui a Lhasa e si raggiunge con la guida locale il “ponte dell’amicizia”, che segna l’ingresso in Nepal. Si viene accolti dal corrispondente nepalese di Amitaba e si arriva nel pomeriggio a Katmandu, dove si alloggia nel medesimo hotel utilizzato all’andata.
16°g. 12/8 Katmandu e partenza col volo di rientro
Giornata libera, ottima opportunità anche per fare degli acquisti, un’attività per cui la città è giustamente famosa. In serata ci si reca all’aeroporto per l’imbarco sul volo di rientro.
17°g. Lunedì 13 agosto, arrivo a destinazione
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Everest da Rongbuk
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.