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Tibet


Da Lhasa col festival di Ganden a Lhodrak e Yamdrok

Spiritualità del Paese delle Nevi


PARTENZA
07/08/2011
RITORNO
29/08/2011
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
23 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Viaggio ai siti principali del Tibet Classico e nella fascia trans himalaiana tra il Bhutan e lo Tsangpo, incluse le mitiche valli di Lhodrak che videro l’incontro tra Milarepa e Marpa, e della regione dei laghi a meridione dello Yamdrok Tso e di Yarlung. E’ un percorso frutto di approfondite ricerche; tocca un gran numero dei siti di maggior sacralità della tradizione spirituale del Tibet e si svolge in un ambiente naturale di bellezza eccezionale.

Il viaggio richiede un certo spirito di adattamento perché si utilizzano molti campi: in buona parte dei luoghi dove andremo non esistono strutture ricettive.

Dopo una visita di Chengdu, capitale del Sichuan, si raggiunge Lhasa in volo e ci si dedica alle visite della città e delle università monastiche che sorgono alle sue porte. Si parte quindi per Drak Yerpa e Ganden, dove si partecipa al grande festival che ha come momento più atteso l’esposizione di una grande tanka; sarà un’ottima opportunità per condividere con la miriade di pellegrini che affluiscono da tutto il Tibet uno dei momenti più vitali del loro fervore religioso, sopravvissuto forte e vigoroso alle tremende traversie dell’invasione cinese.

È meglio accendere una candela piuttosto che maledire l’oscurità.

 Presentazione del viaggio


Il viaggio richiede un certo spirito di adattamento perché si utilizzano molti campi: in buona parte dei luoghi dove andremo non esistono strutture ricettive.

Dopo una visita di Chengdu, capitale del Sichuan, si raggiunge Lhasa in volo e ci si dedica alle visite della città e delle università monastiche che sorgono alle sue porte. Si parte quindi per Drak Yerpa e Ganden, dove si partecipa al grande festival che ha come momento più atteso l’esposizione di una grande tanka; sarà un’ottima opportunità per condividere con la miriade di pellegrini che affluiscono da tutto il Tibet uno dei momenti più vitali del loro fervore religioso, sopravvissuto forte e vigoroso alle tremende traversie dell’invasione cinese.

Si lascia la valle del Kyuchu attraverso il Magon La per esplorare la bucolica regione di Olka, ponendo il campo presso l’eremo di Tsong Khapa, proseguendo per l’eremo della yogini Machik Labdron, Zangri Khamar, e il panoramico sito storico di Densatil, arrivando a Samye, il primo monastero costruito in Tibet. Quindi da Tsetang ci si dirige verso sud tra le pasture nomadiche del lago di Trigu e si valica lo spartiacque himalaiano verso le valli che si aprono verso il Bhutan orientale, una zona fatta di gole impressionanti, tra gli ambienti erosivi più spettacolari del Tibet che rivela alcuni siti di importanza eccezionale, tra cui spiccano Mawochok, che è tra i luoghi considerati più potenti in tutto il Paese delle Nevi per la pratica di ritiri meditativi, e il panoramico monastero di Kharchu, da cui i pellegrini accedono alla grotta di Chakpurchen, simbolo mistico della mente di Buddha. Si risale quindi la valle dello Sechu, cuore della regione di Lhodrak, dove Milarepa incontrò Marpa: vi si trovano ancora la torre che il santo costruì per la propria purificazione ed il Gompa del suo maestro con le rispettive grotte di meditazione. Tornando da qui a nord dello spartiacque himalaiano si hanno visuali spettacolari sulle grandiose vette di questa zona remota, tra cui si staglia il Kulha Kangri, il monte più elevato del Bhutan. Giunti nella zona nomadica dei laghi, tra cui il Phuma Yumtso e lo Yamdrok Tso sono i principali, si visitano alcuni monasteri e si fa un giro in barca sullo Yamdrok, perla turchese tra i monti e le pasture del Tibet classico. Dai laghi ci si sposta a Ralung e quindi si arriva alla città di Gyantse, molto bella da visitare, tornando tra i monti lontani dalle mete del turismo per esplorare a nord dello Tsangpo la valle di Tobgyel, roccaforte spirituale della tradizione bonpo, ponendo un campo presso Menri, il loro monastero principale. Si completa il tour con la visita di Shigatse e dei siti adiacenti di maggior interesse, raggiungendo direttamente da qui l’aeroporto per il rientro a Chengdu e da qui l’Italia.

NOTA TECNICA

Il viaggio richiede un certo spirito di adattamento perché si passano molte notti in campo: buona parte dei siti che si visitano sono in aree sprovviste di strutture ricettive. Tra Ganden e Samye sono previsti 3 campi consecutivi, quindi 7 tra Tsetang e Gyantse ed uno a Menri. Sono ben allestiti con tende per dormire da due o una persona, tenda comune per mangiare e tende per i servizi; accompagnano il gruppo un cuoco ed assistenti per il montaggio. Si viaggia su jeep tipo Toyota Landcruiser in massimo quattro passeggeri per mezzo con al seguito un veicolo per il supporto logistico, che trasporta scorte di viveri e attrezzature da campo.

 Programma del viaggio


1°g.     Domenica 7 agosto, partenza per Chengdu

2°g.    8/8 Chengdu  

Arrivo a Chengdu alle 9.00, dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente locale di Amitaba; trasferimento presso l’hotel Shufeng Huayuan. E’ prevista una visita guidata con una guida locale che parla la lingua inglese della città ai templi di Wuhou, di Qing Yang, che è di tradizione taoista, ed alla casa del poeta Du Fu, dove nei giardini si trova anche una splendida collezione di bonsai.

3°g.     9/8 Chengdu – Lhasa  

Al mattino (orario da confermare) parte il volo per Gongsar, l’aeroporto posto sulle rive dello Tsangpo. E’ in attesa dei partecipanti la guida tibetana; trasferimento in pulmino privato a Lhasa dove si alloggia presso l’hotel Gang Gyen, situato nella città vecchia. Nel pomeriggio ci si reca a visitare il Jokhang, il tempio più importante del Tibet, e si passeggia nel circuito sacro del Barkor che lo circonda, animato da un vivace mercato e frequentato dai pellegrini, alcuni dei quali eseguono l’intera circumambulazione con le prostrazioni. Ci si muove a piedi, con calma, per favorire l’acclimatazione.

4°g.     10/8 Lhasa  

Giornata dedicata alla visita di Lhasa, ci si reca al Potala e al palazzo estivo, il Norbulingka. Si dedica il pomeriggio alle visite della città vecchia che è fortunatamente ancora abitata in prevalenza da tibetani, iniziando dalla magnifica cattedrale del Jokhang e passeggiando dal Barkor, il circuito sacro che la circonda, fino al convento di Ani Tshamkhung ed al tempio di Ramoce, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang ed ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto, toccando anche altri siti minori, cari al cuore dei tibetani.

5°g.     11/8 Lhasa  

Si visitano le università monastiche poste negli immediati dintorni di Lhasa, iniziando da Drepung, dove ci si reca anche al tempio di Nechung, una volta sede dell’Oracolo di stato tibetano che conserva dipinti difficilmente visibili altrove. Nel pomeriggio si visita l’università di Sera e si rientra nella città vecchia a curiosare nel Barkor.

6°g.     12/8 Lhasa – Drak Yerpa – Ganden  

Dopo circa 1 ora e mezza di guida si raggiunge Drak Yerpa, dove si trovano delle grotte di meditazione poste in un anfiteatro di rocce chiare. Il re Songtsen Gampo e le sue consorti venivano qui per i loro ritiri spirituali. A Dawa Puk, la Grotta della Luna, Guru Rimpoce fece un ritiro di 7 mesi e, nei pressi, intorno all’anno 1057 Atisha dimorò ed insegnò per tre anni. Alcuni monaci ed eremiti sono ora tornati qui: è un luogo che pulsa di storia, interessante da esplorare. Ci si reca poi a Ganden Namgyeling, l’università monastica fondata da Tsongkhapa, il capostipite della scuola Ghelupa, costruita in posizione panoramica a 4500 mt su un monte che sovrasta la valle del fiume Kyuchu. Lo sforzo tenace e la devozione dei tibetani ha reso possibile la ricostruzione di tutti i templi principali; il grande stupa contiene alcune reliquie del corpo di Tsongkhapa che furono ritrovate passando con le mani le macerie lasciate dalla distruzione perpetrata dai cinesi, esaminando ogni pietra e setacciando anche la terra. Si pone il primo campo nei pressi del complesso monastico.

7°g.    13/8 Ganden, giornata dedicata al festival  

Oggi è una giornata molto speciale perché viene esposta una grande tanka, momento culminante di un complesso insieme di rituali officiati dai monaci a cui assistono stuoli di pellegrini, richiamati sia dall’evento che dal valore molto speciale che Ganden ha nella tradizione del Tibet. Nell’arco della giornata si eseguirà anche la breve circumambulazione del monte dove sorgono i molti templi, unendosi ai pellegrini devoti e festosi, godendo sia dell’atmosfera intensa che degli splendidi panorami che offre sulla vallata del Kyuchu.

8°g.     14/8 Ganden – Olka Cholung  

Si torna a valle per seguire la strada che verso sud est conduce nelle regioni del Kham, lasciandola a Ruthok con un percorso sterrato che si dirama a sud ovest risalendo al Magon La, un valico di circa 4800 mt che porta nella regione di Olka. Oltre il passo si trova l’eremo di Cholung, fondato da Tsongkhapa nel XIV secolo; sopra al monastero sulle pendici del sacro Ode Gungyel, un monte che sfiora i 7000 mt, si trova la grotta di Ozerpuk dove egli stette per lungo tempo in ritiro con 8 discepoli. E’ il luogo da cui ebbe origine la nuova scuola Ghelupa da lui fondata, un sito molto venerato anche perché sulla roccia sono rimaste le impronte dei piedi del grande Lama. Si pone il campo nelle vicinanze.

9°g.     15/8 Olka Cholung – Samye  

Si prosegue lungo la valle incontrando i resti del monastero di Dzingchi e dello Dzong di Taktse arrivando a Zangri Khamar, l’eremo di Machik Labdron, una veneratissima yogini dell’XI secolo posto su di una roccia rossiccia che si erge alta una cinquantina di metri sulla valle. E’ un luogo che i tibetani considerano di elevatissima forza spirituale, imbevuto del potere delle dakini; sulla sommità del promontorio si trovano un tempio e dei chorten. Si continua per un tratto risalendo lo Tsangpo fino a Jang, entrando nella valle a settentrione del fiume dove si trova il monastero Kagyupa di Desantil, posto a ben 4750 metri di quota: fortunatamente si riesce ad arrivare fin li con le jeep. E’ un luogo di importanza storica eccezionale: fondato nel XII secolo da Phakmodrupa Dorje è il sito da cui trassero origine molti lignaggi Kagyupa. I grandi templi del passato non sono sopravvissuti alle distruzioni e solo alcune parti che sono state ripristinate, ma il luogo è di struggente bellezza anche per i panorami che si godono verso la vasta valle dello Tsangpo. Tornati a valle si prosegue risalendo lo Tsangpo, incontrando inaspettatamente grandi dune di sabbia immerse in questo grandioso ambiente d’alta quota man mano che ci si avvicina a Samye, dove si alloggia nel semplice hotel situato nei pressi del monastero. Chi se la sente potrà salire sul colle del Hepori per il tramonto (circa 30 min di cammino).

10°g.  16/8 Samye – Tsetang  

Samye è il più antico monastero buddista del Tibet, fondato nell’VIII secolo da Guru Rimpoce; il tempio principale è costruito su 4 livelli e rivela affreschi di bellezza indimenticabile; all’interno del grande recinto sacro si trovano diversi templi e grandi Stupa. La forma mandalica dell’insieme si ammira nella luce migliore al tramonto dalla vicina collina del Hepori, dove si trova un tempietto in cui spesso la sera un monaco recita le preghiere di buon auspicio alla divinità protettrice che qui risiede e la tradizione dice essere un potente demone soggiogato da Guru Rimpoce. Nel pomeriggio si raggiunge Tsetang, ripercorrendo la strada che segue la riva settentrionale dello Tsangpo; arrivati in città chi vuole potrà fare col capogruppo una passeggiata nella parte vecchia, visitando il convento femminile ed il tempio tibetano. Si alloggia presso l’hotel Yulong.

11°g.  17/8 Tsetang – Trigu  

Prima di lasciare Tsetang si visita il tempio di Tradruk, la cui fondazione è attribuita a Songtsen Gampo nell’VIII secolo, dove sono custodite alcune importanti reliquie, la cui struttura architettonica è simile al Jokhang di Lhasa. Ci si reca quindi a Yumbulagang, che fu il primo palazzo degli antichi re ed è stato restaurato nel 1982. Si prosegue lungo la valle dello Yarlung arrivando al sito delle tombe dei re di Yarlung, dove primeggia il grande tumulo di Songtsen Gampo, su cui è stato costruito un piccolo tempio da dove si ha una stupenda visuale di Riwo Dechen Gompa. I tumuli dei re di Yarlung non sono mai stati oggetto di scavi archeologici e pare che non siano stati profanati: la tradizione tramanda che sotto il tempio dedicato a Songtsen Gampo vi sono interrati cinque templi a struttura mandalica, con la salma del grande re posta nel tempio centrale e circondata da innumerevoli tesori. Proseguendo verso sud si valica il Lugu La, di circa 4600 mt, arrivando al lago di Trigu, una gemma tra le pasture degli yak contornate dalle montagne; si pone il campo nei pressi.

12°g.  18/8 Trigu – Drak Sinmo Barje  

Il passo di Shar Khaleb (5129 mt) valica lo spartiacque himalaiano attraversando una zona erosiva eccezionale, tra le più belle ed impressionanti del Tibet, arrivando nella regione orientale di Lhodrak a Tsome, dove si trovano i siti di Mawochok e Nezhi. Il primo è tra i più rinomati luoghi di meditazione di tutto il Tibet, utilizzato già all’epoca di Guru Padmasambhava nell’VIII secolo, situato su di un costone di roccia rossa di fronte a tre monti che per i tibetani sono una dimora dei principali bodhisattva: Avalokiteshvara al centro, Manjushri a destra e Vajrapani a sinistra; motivo questo della potenza formidabile che il sito ha per i meditatori. Sulla cima del monte si può eseguire una breve circumambulazione. Oltre nella valle, Nezhi Zhitro Lhakhang è legato alle vicende del terton Chowang, un’importante figura Nyingmapa del XIII secolo. Si pone il campo nei pressi di Drak Sinmo Barje, nei pressi di Nezhi, dove secondo i tibetani l’orchessa che unendosi a Chenresi diede origine alla razza tibetana lasciò dei graffi che si intravedono sulla roccia.

13°g.  19/8 Drak Sinmo Barje – Kharchu  

Proseguendo per Benpa, dove si trova l’antico sito Kagyu di Benpa Chakdor che conserva le impronte di Milarepa ed altri mistici, si vedono molte tipiche torri difensive tibetane, posizionate qui per la vicinanza del confine bhutanese. La strada segue il deflusso del fiume fino a Komting, vicinissimo al confine bhutanese, dove si trova uno dei templi geomantici edificati da Songten Gampo nell’VIII secolo, che sarebbe posizionato sul gomito sinistro dell’orchessa. Si pone qui il campo sui monti sovrastanti presso Kharchu Gompa, situato in una splendida posizione su di un alto poggio tra le pasture che sovrano una profonda gola coperta di foreste dove si nascondono un gran numero di luoghi di meditazione importantissimi nella storia del misticismo del Tibet. Un sentiero porta a questi siti, tra cui il più importante è la grotta di meditazione di Chakpurchen, uno dei supremi luoghi di meditazione di Guru Padmasambhava che per i tibetani rappresenta la manifestazione della mente di Buddha, che dista circa mezz’ora di cammino dal monastero.

14°g.  20/8 Kharchu – Drowolung  

Tornati a valle si risale il corso del fiume Sechu che scorre da nord ovest arrivando nel cuore della regione di Lhodrak a Sekhar Gutok, dove è sopravvissuta la torre a nove piani costruita da Milarepa per ordine del suo Guru Marpa, un sito tra i più evocativi per tutti gli appassionati del Tibet che conoscono le vicende di colui che è la quintessenza ed il simbolo della vita spirituale più intensa. Si procede quindi per il vicino monastero di Drowolung, la residenza di Marpa dove egli tradusse i testi che aveva portato dall’India ed istruì i suoi discepoli, il luogo da cui traggono origine tutte le scuole dei Kagypa. Si pone il campo nelle vicinanze. Nei pressi si trova un eremo di meditazione con le grotte di Marpa, Milarepa e Gampopa.

15°g.  21/8 Drowolung – Yamdrok  

Si transita da Dowa Dzong dove si ergono i resti della vecchia fortezza e si arriva a Lhalung, un bel monastero con una storia antichissima, sede principale di due importanti reincarnazioni della tradizione Nyingmapa. Si continua ora verso nord valicando il Monda La (5266 mt) che riporta nella parte orografica settentrionale della catena himalaiana, con incredibili panorami verso le maestose montagne glaciali e visuali anche verso il Kulha Kangri (7554 mt), la vetta più alta del Bhutan, ed il Monda Kangri (6425 mt) at est. Si arriva così nella regione dei laghi compresa tra l’Himalaia e lo Tsangpo, un territorio principalmente nomadico che offre scenari tra i più belli in assoluto al mondo. Nel vasto bacino dello stupendo Phuma Yutso si osservano molte tende e greggi di yak, e, valicando il passo dello Ye, si giunge a Taklung, nel bacino dello Yamdrok Tso. In questa località si trovano due Gompa, Taklung e Tarling Chode. Proseguendo, si pone il campo nei pressi del lago a Dramda.

16°g.  22/8 Yamdrok, esplorazione del lago in barca fino a Takso  

Da Dramda si prende il traghetto che porta fino a Takso, dove nel frattempo saranno andate le jeep e viene allestito il campo, godendo della navigazione sulle acque turchesi del lago sacro dello Yamdrok Tso, lo specchio d’acqua più grande di questa parte del Tibet, meravigliosamente incastonato tra pasture ed altissime montagne. Si proverà a raggiungere un’isola dove si trova un piccolo monastero: non sempre si riesce perché i monaci non effettuano un ‘servizio regolare’.

17°g. 23/8 Takso – Ralung  

Da Takso si percorre la regione meridionale dello Yamdrok Tso ripassando da Taklung e, continuando lungo il perimetro sud occidentale del lago si arriva alla strada principale che collega Lhasa con Gyantse. Con una deviazione ci si reca al monastero di Samding, uno dei rari siti dei Bodonpa che risale al XII secolo, la cui badessa è riconosciuta come una Kandroma (dakini) ed è considerata una delle maestre spiritualmente più elevate del Tibet. La posizione è fantastica, con grandiosi panorami sui monti e sul lago, e nel Gompa si trovano molti affreschi recentemente restaurati. Si riprende quindi la strada principale valicando verso ovest il passo di Khari (5045 mt) che offre un grandioso panorama sui ghiacciai del Nienche Kangsang (7191 mt), lasciandola poi di nuovo per arrivare fino al monastero di Ralung, dove si pone il campo. Questo è il sito da dove provenne lo Shabdrung, il Lama che nel XVII secolo fondò lo stato del Bhutan; il grande monastero ed il kumbum sono stati distrutti, ed oggi vive qui una piccola comunità di monaci.

18°g.  24/8 Ralung – Gyantse  

Nella valle ai piedi di Ralung ci si ricongiunge alla strada principale che procede verso ovest per Gyantse, che costeggia anche un lago artificiale. Gyantse è tra le città del Tibet meglio preservate; l’enclave monastica prima delle distruzioni perpetrate conteneva 16 collegi monastici appartenenti a diverse scuole. Fortunatamente il tempio principale, lo Tsuklakhang (XV sec.) e la costruzione più preziosa, l’inestimabile stupa di Kumbum, sono rimasti intatti. Lo “Stupa delle 100.000 divinità” è una struttura costituita da più piani progettati secondo una planimetria mandalica arricchita da 75 cappelle, statue ed affreschi: chi è in grado di decifrare la complessa simbologia che qui è raffigurata può leggervi l’intera storia iniziatica dell’essere. La visita al castello di Gyantse, che si cercherà di fare in serata, regala un’ottima panoramica sul complesso, sulla cittadina e le valli circostanti. Si alloggia presso l’hotel Dzongri.

19°g.  25/8 Gyantse – Menri  

Si segue per un tratto la strada per Shigatse lasciandola poi verso nord raggiungendo lo Tsangpo; oltre il fiume si entra nella valle di Tobgyel incontrando il monastero di  Ensakha e l’eremo di Kharna, entambi di tradizione bon. Si giunge quindi a Menri, il sito bonpo più importante del Tibet classico e si pone il campo nei pressi.

20°g.  26/8 Menri – Shigatse  

Tornati sullo Tsangpo si prosegue per Shigatse, la seconda città del Tibet, dove ci si sistema presso l’hotel Manosarovar. Ci si reca a visitare il grandioso monastero di Tashilhumpo fondato dal primo Dalai Lama nel 1447, uno dei più grandi del Tibet, con molti templi e sale che meritano un’attenta visita, dove sono conservati inestimabili tesori tra cui primeggiano i giganteschi Stupa dei Panchen Lama.

21°g.  27/8 Shigatse  

Nei pressi di Shigatse ci si reca al monastero di scuola Sakya di Ngor ed a Nartang, un complesso di cui restano ancora buona parte delle mura perimetrali, dove è custodita un’antica collezione delle matrici in legno del Kangyur, il canone buddista tibetano, che si dice risalire all’epoca di Buton Rimpoce che ne fu l’autore all’inizio del XIV secolo. Si prosegue poi per Shalu, sito del tempio di Serkhang Tramo, che conserva un’antica atmosfera dove si indovinano affreschi meravigliosi nella penombra; fu qui che Buton editò i 227 volumi del Canone Buddista Tibetano. Nei pressi si trova l’antichissimo tempio di Gyengong Lhakang, fondato nel 997, sede di un’importante entità di protezione. Completate le visite si rientra in città e si avrà del tempo disponibile per passeggiare nella parte vecchia della città.

22°g.  x28/8 Shigatse – Gongsar – Chengdu

Da Shigatse si raggiunge Gongsar, l’aeroporto sul fiume Tsangpo che serve Lhasa; un percorso di circa 5 ore. Il volo per Chengdu parte alle 15.55 e arriva alle 18.00, dove si viene accolti dal corrispondente locale e ci si trasferisce nel medesimo hotel utilizzato all’inizio del viaggio.

23°g.  Lunedì 29 agosto, volo di rientro

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Amdo, donna nomade

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Lago di Yamdrok

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