Tibet
Amdo e Kham; dai laghi Ngompo e Ngoring a Dzongsar, Derge e Litang
Dalle vaste praterie dei Golok ai monti del Kawalungring, fino ai monasteri dello Yangtse e le gole di Nyarong









Sintesi del viaggio
Il viaggio inizia da Chengdu, capitale dello stato cinese del Sichuan, situata nelle pianure della Cina ad est della cintura di ripide montagne che nella storia ha segnato il confine naturale con i territori tibetani del Kham orientale. Da Chengdu ci si sposta in volo verso nord a Lanzhou, capitale del Gansu, e da qui si procede poi sempre via terra fino al rientro a Chengdu, seguendo un grande arco attraverso le regioni tibetane dell’Amdo e del Kham che porta inizialmente ad ovest verso Xining, la capitale del Qingai.
Presentazione del viaggio
Nella parte iniziale si assapora l’immensa vastità dell’altopiano dell’Amdo e dei grandi laghi che lo ornano, dal Kokonor al Ngoring Tso, da dove sorge il Fiume Giallo, toccando i siti più settentrionali raggiunti dalla cultura tibetana, da Drotsang e Gonlung fino alla grandiosa università monastica del Kumbum, sorta nel luogo dove nacque Tsongkhapa. Al vasto lago di Tso Ngompo, il più ampio di tutto il Tibet, ci si reca all’isola di Tsonying Mahadeva e proseguendo poi verso sud, prima di raggiungere la regione delle fonti del fiume Giallo, si incontrano alcuni siti importanti tra cui Drakar Tredzong, uno dei centri di ritiro spirituale più importanti della cultura Vajrayana. Dal lago di Ngoring si prosegue verso sud est attraverso le vaste praterie nomadiche dell’etnia tibetana dei Golok arrivando al grande monastero Ghelupa di Shershul ed a Dzogchen, storico caposaldo della tradizione Nyingmapa, e viaggiando attraverso alti passi e strette gole tra le foreste si giunge al bacino dello Yangse. In questo territorio si trova Derge, la cittadina nel cuore del Kham che è stata la capitale di uno dei regni più importanti e potenti di questa regione del Tibet, famosa anche per aver conservato un grande centro di stampa tradizionale. Da Derge si prosegue l’esplorazione di questa remota regione recandosi nel territorio di Pelyul, dove si trovano interessanti villaggi ed alcuni dei più affascinanti siti legati alle tradizioni Nyingmapa e Kagyu, tra cui i più importanti sono Pewar, Palpung, Dzongsar Tashi Lhatse, Katok Gompa e Pelyul Namgyel Jangchubling. Proseguendo ora verso est si attraversano le vallate che portano ad Adzom Gompa, immerso nella natura selvaggia di uno dei tratti meno esplorati del Kham e, oltre l’impervia catena glaciale del Kawalungring e le storiche regioni di Nyarong, un altro territorio con un epico passato feudale, si arriva al bacino del fiume Yalong, arrivando a Litang. Qui si sosta per due notti per godere appieno del grande festival nomadico, un momento molto interessante per le gare tradizionali, il folclore e la qualità dei costumi. Da Litang si rientra quindi verso est seguendo la direttrice di Dartsedo, un percorso particolarmente spettacolare anche ricco di siti, completando così egregiamente questa avvincente traversata di alcuni degli angoli più belli e meno conosciuti del Tibet. Raggiunte le regioni di cultura cinese si visita il monte Emei Shan, uno dei principali monti sacri nella cultura buddista della Cina.
È un viaggio speciale per l’unicità del percorso e per la possibilità di incontrare luoghi e situazioni che offrono un genuino contatto con la cultura tradizionale del Tibet. Non è un viaggio turistico: si richiede un certo spirito di adattamento perché, pur non essendo necessario utilizzare dei campi, in alcune località gli alloggi sono di bassa qualità, ci sono degli spostamenti lunghi con alcune tappe che potrebbero subire modifiche per lo stato delle strade e si arriva in alta quota. Potrebbe essere utile avere un proprio sacco a pelo e / o un sacco lenzuolo per avere una maggiore sicurezza igienica. Le temperature minime previste sono nella regione di Mato, dove di notte si possono avere anche meno di 10°C. Per l’intero percorso da Lanzhou a Chengdu si utilizzano jeep tipo Toyota Landcruiser con massimo 4 passeggeri più l’autista.
Programma del viaggio
Località e siti vengono indicati con i nomi tradizionali tibetani, non con i nomi imposti dai cinesi. Tempi di percorrenza e distanze sono indicativi; le altitudini sono quelle da noi rilevate. Si ricorda che alcune tappe potranno essere modificate lungo il percorso.
1°g. Domenica 18 luglio, partenza per Chengdu
2°g. 19/7 Chengdu – Lanzhou
Arrivo a Chengdu, capitale dello stato cinese del Sichuan. In funzione dell’orario di partenza del volo per Lanzhou si potrà avere l’opportunità per una breve visita, recandosi a vedere la casa del poeta Du Fu e pranzando in città; se la coincidenza è troppo stretta si resterà in aeroporto. L’arrivo a Lanzhou è previsto in serata; trasferimento all’hotel Gansu International e relax.
3°g. 20/7 Lanzhou – Kumbum
Dopo una breve visita della collina di Baitha Shan si parte a bordo delle jeep, che verranno utilizzate per tutto l’itinerario fino a Chengdu, seguendo l’autostrada che porta da Lanzhou verso ovest fino a Xining, capitale dello stato cinese del Qingai, che dista circa 200 km. Lungo il percorso, nei pressi della cittadina di Ledu una deviazione di 25 km verso sud porta al monastero tibetano di Drotsang, fondato nel XIV secolo in tipico stile cino-tibetano e preserva interessanti affreschi. Proseguendo verso ovest, una seconda deviazione di circa 30 km a nord porta al complesso di Gonlung Jampaling, uno storico ed importante centro di culto tibetano che ospita oggi circa 300 monaci, situato in una bella valle boschiva; rientrando, tempo permettendo, si potrà far visita anche a Martsang Drak, appeso in modo spettacolare ad una falesia, un sito molto pittoresco ma privo di reperti artistici. Giunti a Xining, un grande centro urbano privo di particolare interesse, si prosegue per circa 20 km a sud della città arrivando al grande monastero del Kumbum; si alloggia presso l’hotel Tsongka, nei pressi del grandioso ingresso.
4°g. 21/7 Kumbum – Tso Ngompo (lago Kokonor)
La giornata inizia con la visita dell’università monastica di Kumbum Jampaling, uno dei cinque grandi centri di studio della scuola Ghelupa in Tibet. Fu edificata nel XVI secolo da Rinchen Tsondru, discepolo del grande maestro Tsong Khapa, attorno ad un albero ed allo stupa che segnano il luogo in cui egli nacque. Divenne uno dei centri monastici principali del Tibet, con una miriade di templi e conventi e nei secoli subì attacchi e saccheggi anche da parte dei musulmani. Negli anni ’90 venne in buona parte restaurata ed oggi ospita una comunità di monaci di cui i tibetani sono circa la metà. Ci si sposta quindi verso ovest per raggiungere il lago di Kokonor, lo specchio d’acqua più vasto di tutto l’altopiano tibetano a 3000 mt di quota. Sistemazione in un alberghetto a Tsaka, semplice ma pulito.
5°g. 22/7 Tso Ngompo (lago Kokonor)
Sulle pendici dei monti che contornano il lago Kokonor sono sorti nei secoli un certo numero di monasteri, ma il luogo più venerato è l’isola di Tsonying Mahadeva dove sorge l’omonimo tempio, dove si proverà ad andare usando una barca. Ci si reca sulla penisola occidentale costeggiando al costa meridionale del lago, dove in una riserva naturale tra scogliere e isolette vivono grandi colonie di uccelli.
6°g. 23/7 Tso Ngompo (lago Kokonor) – Tsigortang [Xinghai] – Drakar Tredzong
Si lascia la regione del Kokonor in direzione sud iniziando la traversata dell’Amdo; nei pressi della cittadina di Chabcha una breve deviazione porta al villaggio di Gandi dove si trova il monastero principale della regione, Kyamru Gon Tashi Gepeling, che è una branchia dell’università monastica di Labrang. Si prosegue seguendo la nuova strada che procede celermente verso sud attraverso le vaste praterie dei nomadi Golok ed oltre Santala con una deviazione si raggiunge ad est la gola del fiume Giallo arrivando ad Atsok Gon, un luogo magico ai piendi di colorate falesie che purtroppo verrà sommerso dalla nuova diga sul fiume. Rientrati sulla strada si valicano due passi arrivando alla deviazione che dal ponte di Tohoba porta verso sud est alla cittadina di Tsigortang, centro amministrativo di questa remota regione posto a circa 3350 mt di quota. Si prosegue verso sud ovest per Drakar Tredzong, dove ci si accomoda in una umile locanda.
7°g. 24/7 Drakar Tredzong – Tsigortang – Mato
A Drakar Tredzong ai piedi del monte sacro, che i pellegrini circumambulano, alcuni con le prostrazioni, si trovano alcuni monasteri, luoghi di ritiro, in parte ancora utilizzati, e grotte di meditazione storiche; secondo la tradizione risedettero qui anche Guru Padmasambhava e la mistica Yeshe Tsogyel e vi sono innumerevoli segni di una lunghissima e profonda tradizione. Dopo un’esplorazione del sito si torna a Tsigortang e rientrati sulla strada principale si prosegue per Mato, valicando dei passi oltre i 4000 metri di quota; dall’ultimo di questi verso est si ammira la massa glaciale dell’Amnye Machen, la montagna sacra del Tibet orientale, e si transita vicino ad alcuni laghi. Mato è un villaggio posto a 4300 mt di quota, il punto più alto dove si sosta in tutto il viaggio, con l’ aspetto un po’ selvaggio che ricorda un posto di frontiera, ma importante per i nomadi della regione perché qui si trovano rifornimenti e provviste; si alloggia in una locanda.
8°g. 25/7 Mato, escursione a Ngoring e Kyaring Tso
Con un’escursione verso ovest (circa 180 km tra andata e ritorno) attraverso un vasto territorio nomadico punteggiato da laghetti si raggiungono i grandi laghi di Ngoring e Kyaring, che danno origine al fiume Giallo. Tra i laghi ai piedi di un colle a 4600 metri di altezza, dove si sale anche in jeep, si trova il piccolo monastero di Tsowar Kartse Doka. In questa regione nidificano molte specie di uccelli, incluse le gru dal collo nero.
9°g. 26/7 Mato – Gyume (Darlag)
Da Mato si torna per un tratto verso nord fino a Tsogyenrawa e da qui si procede verso est attraversando verso est le pasture nomadiche della magnifica regione posta tra l’Amnye Machen, la cui vetta in un tratto si vede, ed il fiume Giallo arrivando alla cittadina di Gyume, posta a circa 4000 mt di quota sulle rive del fiume, dove si alloggia in una semplice locanda. Nei pressi della cittadina ci si reca al grande monastero Nyingmapa di Traling, molto interessante da visitare; sulla collina sovrastante è ubicato il cimitero celeste più importante della regione. La tappa è di circa 280 km.
10°g. 27/7 Gyume – Jumang (Shershul)
Si lasciano le rive del fiume Giallo in direzione sud ovest seguendo la strada che attraversa le ricche pasture nomadiche ed i monti che separano questa regione dal bacino del fiume Yalong, proseguendo l’esplorazione degli spazi sconfinati delle alte pasture dell’Amdo. Quando si valica il confine tra Qingai e Sichuan (4600 mt) si segue un tratto di mulattiera, praticamente un fuoripista, che pian piano diventa una stradina. Nei pressi dello Yalong si incontra il villaggio e monastero Nyingmapa di Arikdza, un’importante branchia di Dzochen che lascia stupefatti per la quantità di templi e le montagne letteralmente coperte da bandiere di preghiera che formano vari simboli e disegni. Proseguendo si arriva alla cittadina di Jumang posta a circa 4100 mt, dove si è installata una comunità di immigrati cinesi che interagiscono attraverso le attività commerciali con le popolazioni nomadiche tibetane della regione; si alloggia in una locanda.
11°g. 28/7 Jumang – Dzochen Gompa
Una deviazione di circa 40 km ad ovest di Jumang porta al monastero Ghelupa di Shershul Tekchen Dargyeling, posto a 4054 mt di quota, il principale di questa regione che ospita circa 800 monaci ed è stato in buona parte ricostruito. Si rientra quindi verso Jumang e si prosegue ora verso sud valicando un colle di 4650 mt che porta, con un rapido cambiamento ambientale, nei territori tibetani del Kham e nel bacino dello Yangtse, sulle cui rive nel villaggio di Denkhok si trova uno dei principali templi geomantici del Tibet, Langang Dolma Lhakang, che secondo la tradizione venne posto nell’VIII secolo sul punto corrispondente alla mano destra dell’orchessa del Tibet. Si prosegue ora verso sud est tra villaggi e montagne boschive con alcuni monasteri, lontani ormai dalla praterie dell’Amdo; oltre un altro passo (4100 mt) si ha una grandiosa visuale su catena del Kawalungring. Si giunge alla valle di Rudam Kyitram, ornata da imponenti montagne glaciali, dove sorge il monastero di Dzogchen. Fondato nel 1684, divenne uno dei centri monastici principali del Kham e il centro più stimato della tradizione Nyingmapa. Attualmente vi sono circa 1000 monaci residenti e buona parte dei templi sono stati ricostruiti; risalendo i monti che chiudono la valle si trovano alcuni importanti luoghi di ritiro, in buona parte utilizzati. Si alloggia in una semplice locanda.
12°g. 29/7 Dzochen Gompa – Derge
Si valica il Muri la (4400 mt), dove le grandi tende nere dei nomadi punteggiano qua e là il vasto paesaggio, dominato verso sud dalla grandiosa mole della catena del Kawalungring che verso est si protende fino oltre Kandze, da cui si formano molti ghiacciai e laghetti. Superato il villaggio di Manigango si devia verso sud godendo della vista del magnifico lago di Yilhun Tso, tra i più belli del Tibet, dedicato alla divinità tantrica Chakrasamvara, circondato da muri mani che affiancano il sentiero che i pellegrini seguono attorno alle sue acque turchesi. Dopo il lago tra colossali montagne irte di spettacolari cuspidi granitiche e sovrastate da ghiacciai, si valica il passo di Tro (4750 mt), da cui si scende rapidamente entrando in un ambiente boschivo. Superato uno spettacolare canyon si raggiunge Derge (3250 mt), considerata il cuore culturale del Kham, che fu la capitale del regno più potente di questa regione tra il XV e il XIX secolo. La distanza è di 163 chilometri, un percorso di circa 4 ore. Sistemazione presso l’hotel Derge Trola.
13°g. 30/7 Derge – Pelpung Gompa
I siti più importanti a Derge sono il monastero di Derge Gonchen, edificato nel XV secolo e ricostruito dopo il 1987 attorno alla struttura originaria, ed il tempio di Tangyel, entrambi di tradizione Sakya, ma quello più interessante è l’antica stamperia di Parkhang che produce i testi sacri del canone buddista tibetano utilizzando le tecniche tradizionali dove si possono osservare tutte le fasi di lavorazione. Impressionano anche la quantità di antiche matrici di legno, la più grande collezione dell’intero Tibet, e la bellezza degli affreschi del tempio. Si lascia Derge arrivando verso sud al fiume Yangtse; se ne segue il corso per un breve tratto lasciandolo per seguire una ripida vallata ricca di pinete che porta verso nord per circa 30 km a Pelpung Gompa, il complesso monastico di scuola Kagyu più importante della regione, fondato dall’VIII reincarnazione del Tai Situ, il cui lignaggio iniziò nel 1377 ed attualmente giunto alla XII manifestazione. Lungo la valle si potrà visitare anche Pewar Gompa, di scuola Sakya, appollaiato sulle falesie, dove gli antichi affreschi sono stati ben restaurati. Sistemazione nella locanda del monastero.
14°g. 31/7 Palpung Gompa – Pelyul
Prosegue l’esplorazione delle vallate poste a nord dello Yangtse, nel cuore della regione di Derge. La prima meta è Dzongsar Tashi Lhatse, situato in una valle parallela, uno splendido sito di scuola Sakya fondato nel XIII secolo. Quindi ci si sposta al villaggio di Horpo (3170 mt) e ci si inerpica con le jeep per circa 900 mt di salita fino a Katok Dorjeden, un sito Nyingmapa che risale al XII secolo che era noto per l’assoluta sacralità e bellezza, posto sulla cima dei monti, tra le più importanti mete di pellegrinaggio del Kham: si pensi che i tibetani dicevano che la vista di Katok renda evidente il significato di “visione pura”. Oggi il sito è stato ribaltato dalla costruzione di un ampio numero di nuovi templi e scuole, assumendo un nuovo connotato, interessante ma sicuramente molto diverso da quello che era nei tempi passati. Tornati a valle si prosegue per Pelyul, che dista circa 50 km; sistemazione in un semplice hotel.
15°g. 1/8 Pelyul – Adzom Gompa
Prima di lasciare Pelyul si visita il monastero di Namgyel Jangchubling, di tradizione Nyingmapa, fondato nel XVII secolo. Si prosegue lungo la valle di Pelyul in direzione nord est verso la regione di Adzom, dove si trova un remoto ma importante monastero Nyingmapa che ha preservato il lignaggio di Longchenpa, giunto recentemente a notorietà nei circoli mistici del Tibet per via della recante trasformazione in corpo di luce di uno dei monaci anziani, sulla scia di un simile accadimento del primo dei maestri del Gompa che pare si sia dissolto lasciando solo un’immagine di Heruka, che è ora posta nello Stupa costruito nel punto dove ciò avvenne. Sistemazione in una locanda.
16°g. 2/8 Andzom Gompa – Litang
Si prosegue per il villaggio di Tromtar attraversando una grande comunità monastica Nyingmapa; si segue la strada sterrata che porta ad est verso l’antico distretto di Nyarong, dove fiorì un grande feudo che rivaleggiò per secoli con il potente regno di Derge. Si valica un passo di 4450 mt e si scende fino a raggiungere l’impetuoso fiume Yalong che scorre attraverso valli strette e profonde. Anche questa regione è ricca di foreste e le case sono costruite nel peculiare stile in terra o pietra con le finestre decorate, tipico di quest’area del Kham orientale. Si transita dalla cittadina di Barshok e con una deviazione di circa 15 km lungo una valle laterale ci si reca al monastero di Karzang, tipico luogo di culto di questa remota regione. Si lascia la valle dello Yalong seguendo una strada secondaria ci si inerpica su di un passo che sale a 4400 mt portando in un’area di pasture dove vivono i nomadi. Si incrocia presto la strada per Litang che, valicato un altro passo un poco più basso, rivela una vasta panoramica sulla grande valle dove è situata questa cittadina, posta a quasi 4000 mt di quota. Ci si sistema presso l’hotel Genye o simile.
17°g. 3/8 Litang
Si dedica la giornata agli eventi del festival, con una piena immersione nel modo tibetano. Il grande festival di Litang è uno degli eventi più importanti del folclore dell’altopiano: un mare di tende punteggia la prateria nella grande vallata erbosa che si estende a sud della cittadina di Litang. Migliaia di persone si riuniscono indossando i propri abiti tradizionali migliori per condividere un momento festoso, tra gare di cavalli e commerci. E’ un momento in cui si incontrano anche molti nomadi delle etnie Golok e Khampa, uomini e donne dagli sguardi semplici e fieri, che approfitta del festival per incontrarsi. Vedere un certo numero di cinesi che si aggirano tra i tibetani nel ruolo di tranquilli turisti, impegnati a fotografare e riprendere, fa quasi dimenticare per un momento la realtà dell’invasione.
18°g. 4/8 Litang – Dartsedo (Kanding)
Prima di lasciare Litang si visita il grande monastero, un grandioso complesso costituito da molti templi che venne fondato nel 1580 dal terzo Dalai Lama. La tappa inizia seguendo per circa 20 km la strada percorsa il 2/8, risalendo lo spettacolare passo a nord est di Litang e continuando verso est seguendo uno stupendo tracciato che serpeggia per lunghi tratti sopra i 4000 mt di quota tra le creste delle montagne superando otto passi con poco dislivello. Si scende quindi a Pundadrong, una cittadina amministrativa situata nella stretta valle del fiume Yalong a circa 2800 mt, risalendo poi sul versante opposto fino ad un passo di circa 4200 mt dove si attraversano alcune praterie; se si ha fortuna, verso sud est da alcuni punti è visibile la vetta inviolata del misterioso Minyak Gangkar (7556 mt) e a nord est lo Zara Lhatse. Si scende quindi in una bella regione con i monti coperti di un manto erboso dove le solide case costruite in pietra presentano la bella simmetria tipica di quest’area del Kham; si vedono ancora qua e là delle tende di nomadi. Si transita dal Chorten di Minyak Chakdra, dedicato agli 8 Buddha della medicina, dove si trova anche un piccolo monastero, e oltre il passo del Gye La (4219 mt), si scende rapidamente a Dartsedo (2500 mt), una cittadina che storicamente ha segnato il confine tra il Tibet e il mondo cinese Han, oggi inglobata nello stato del Sichuan e con la popolazione in maggioranza cinese. Qui si possono visitare i monasteri Ghelupa di Ngachu (del XVII sec, tradizionalmente legato a Drepung) e Nyingmapa di Dordrak. La tappa è di quasi 300 km, circa 7 hrs di guida; si alloggia presso l’hotel Qingke Dajiudian o simile.
19°g. 5/8 Dartsedo – Emei Shan
Una nuova strada con un tunnel sotto il passo di Khakha attraversando profonde gole ricche di foreste supera velocemente la barriera naturale che ha costituito il confine storico del mondo tibetano con la Cina e porta a Yaan, nelle regioni calde del Sichuan. Da qui si prosegue per Emei Shan, con un percorso complessivo di circa 380 km che porta in circa 5 ore alle pendici del monte più sacro ai cinesi, dove si alloggia presso l’hotel Emei Shan o simile. La salita alla cima dell’Emei Shan è facilitata da una funivia.
20°g. 6/8 Emei Shan – Chengdu
Completate le visite all’Emei Shan si prosegue verso nord raggiungendo Chengdu in circa due ore; la distanza di 180 km è quasi tutta su autostrada. A Chengdu si alloggia presso l’hotel Shufeng Huayuan o simile; nel tempo che rimane è prevista una breve visita della città.
21°g. Sabato 7 agosto, volo di rientro
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Amdo, donna nomade
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Valle di Adzong Gompa
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