Tibet
Kailash, laghi sacri e regno di Gughe
La montagna sacra per eccellenza









Sintesi del viaggio
Il Kailash si erge al centro di una mitica regione che è stata fonte d’ispirazione per gran parte delle culture dell’Asia, una zona dell’altopiano del Tibet che è tra i più bei luoghi in assoluto al mondo, ricca anche di testimonianze storiche affascinanti. E’ la montagna sacra per eccellenza, luogo simbolo per le religioni dell’Asia, venerato in oriente come il punto di congiunzione tra la dimensione del mondo umano e le sfere pure degli esseri superiori.
Per molte delle religioni d’oriente è un punto centrale nelle simbologie e visioni cosmologiche, la forma visibile del mitico Monte Meru: per gli induisti è il trono di Shiva, per i jainisti di Tirthankara, per i bön di Tonpa Shenrab e per i buddisti tibetani di Chakrasamvara, espressione della chiara luce della mente onnisciente. Per tutti, se un pellegrino compie con devozione la circumambulazione del monte (kora), grazie alla particolare connessione che questo luogo ha con i piani di esistenza puri, ottiene una profonda purificazione del proprio karma. Secondo molte tradizioni, se una persona riuscisse ad eseguire in una vita 108 kora in modo corretto conseguirebbe la completa purificazione di tutte le negatività accumulate nel corso del proprio incommensurabile ciclo di trasmigrazione.
Presentazione del viaggio
Per molte delle religioni d’oriente è un punto centrale nelle simbologie e visioni cosmologiche, la forma visibile del mitico Monte Meru: per gli induisti è il trono di Shiva, per i jainisti di Tirthankara, per i bön di Tonpa Shenrab e per i buddisti tibetani di Chakrasamvara, espressione della chiara luce della mente onnisciente. Per tutti, se un pellegrino compie con devozione la circumambulazione del monte (kora), grazie alla particolare connessione che questo luogo ha con i piani di esistenza puri, ottiene una profonda purificazione del proprio karma. Secondo molte tradizioni, se una persona riuscisse ad eseguire in una vita 108 kora in modo corretto conseguirebbe la completa purificazione di tutte le negatività accumulate nel corso del proprio incommensurabile ciclo di trasmigrazione.
Sia per i devoti che per le persone che hanno sensibilità culturale, il Kailash rappresenta una delle mete più ambite della vita. Chi vi è già stato non fa che confermare quanto sia ben riposto questo forte desiderio, e solitamente ognuno trova una risposta all’ispirazione che spinge ad andare in un luogo così remoto e traboccante di energia spirituale.
Questo viaggio è stato preparato da Amitaba sulla base di molti anni di esperienza nell’esplorazione di queste regioni. Si arriverà al Kailash partendo da Lhasa avendo accumulato una buona acclimatazione e il kora viene eseguito utilizzando un giorno in più, per poter godere appieno di questo magico luogo. Il percorso verso le regioni del Tibet occidentale segue ove possibile strade diverse all’andata ed al ritorno, ampliando la visione del territorio, e prevede l’esplorazione completa dei laghi sacri e del regno di Gughe.
Il programma prevede di raggiungere Lhasa in volo da Chengdu, capitale del Sichuan, e, dopo una pausa di acclimatazione, ottima opportunità per una visita della città, si risale il corso dello Tsangpo fino a Shigatse e, oltre Lhartse, si segue la strada che procede a ridosso dell’arco himalaiano transitando dalla regione di Tingri, dove si ergono le vette dell’Everest e del Cho Oyu. Si transita dal lago di Pelkho Tso, situato in una zona nomadica ai piedi dello Shisha Pangma, che rivaleggia per un primato di bellezza con gli specchi d’acqua più pittoreschi del Tibet, e, attraversato lo Tsangpo sul nuovo ponte di Saga, si prosegue verso ovest fino all’incomparabile Manosarovar, il “lago sacro della madre”, immenso specchio turchese ai piedi del grandioso Gurla Mandata, un monte glaciale che sfiora gli 8000 metri. Si segue il perimetro del lago da est a sud e fino al bordo occidentale, ponendo due campi, visitando i piccoli monasteri e recandosi anche al Raksal Tal, il “lago dell’energia oscura”.
Si prosegue per la regione di Gughe, oltre il Kailash verso ovest, sostando a Tirthapuri e Gurugam, un interessante sito bön. Si godrà dei siti di Toling, che fu il monastero principale di questa vasta regione del Tibet, dove sono sopravvissuti stupendi affreschi, e di Tsaparang, la grandiosa città rupestre che fu capitale del regno, dall’aspetto misterioso, inespugnabile, scavata tra ripide falesie erosive, un luogo che ci trasporta in un mondo fuori dal tempo, dove si respira ancora la presenza di Yeshe O, Atisha e Rinchen Zangpo. Si raggiunge quindi la magnifica valle di Piyang e Dunkhar, il punto più occidentale dell’itinerario, dove sono stati recentemente scoperti affreschi di impareggiabile bellezza, nascosti tra le grotte di queste antiche cittadine rupestri che sembrano fondersi con le falesie rocciose, ai cui piedi vivono piccole comunità rurali.
Da Gughe si torna verso il monte Kailash, giungendo ben acclimatati all’imbocco del sentiero del kora che circumambula il più sacro dei monti di questa Terra. Lo si percorre in 3 giorni e mezzo, potendo così utilizzare un giorno intero a Dirapuk al cospetto della maestosa parete nord del monte, per esplorare e godere appieno di questo luogo; chi se la sente potrà risalire la valle che porta fino ai piedi della maestosa parete. Il percorso a piedi può essere facilitato, se occorresse, dall’utilizzo di docili cavalli da monta, utili per i meno allenati che desiderano assaporare il piacere di valicare il leggendario passo di Dolma.
Completato il kora da Darchen si torna al Manosarovar, dove ci si reca a visitare il piccolo monastero della costa settentrionale, e si pone un campo nella parte orientale del lago. La via del rientro segue poi la medesima strada utilizzata all’andata fino a Saga, da dove si procede per Lhartse seguendo la via settentrionale che attraversa una stupenda area del Ciangtang fino al lago di Ngamring. Arrivati a Shigatse ci si porta direttamente a Gongsar per il volo di rientro a Chengdu e in Italia.
Programma del viaggio
1°g. Domenica 9 agosto, partenza per Chengdu
2°g. 10/8 Arrivo a Chengdu
Arrivo a Chengdu, dove si viene accolti dal corrispondente locale di Amitaba, trasferimento presso l’hotel Shufeng Huayuan. Nel pomeriggio è prevista una visita guidata della città; ci si reca al tempio taoista di Qing Yang, alla casa del poeta Du Fu e al tempio di Wu Hou, situato in uno splendido giardino cinese.
3°g. 11/8 Volo Chengdu – Lhasa
Il volo per Lhasa parte alle 7.50 con arrivo alle 9.40. Dall’aeroporto di Gongsar si raggiunge la città con circa un’ora di guida utilizzando un comodo pulmino privato che verrà usato per l’intero percorso previsto in Tibet; ci si sistema in un comodo hotel nei pressi del Barkor, lo Yak o il Gang Gyen. Nel pomeriggio si visita il Jokhang, il tempio più importante del Tibet che custodisce la statua di Jowo Sakyamuni, e si passeggia per il circuito sacro del Barkor che lo circonda, animato da un vivace mercato e frequentato dai pellegrini, alcuni dei quali eseguono ancora l’intera circumambulazione con le prostrazioni. Ci si muove a piedi, con calma, per favorire l’acclimatazione.
4°g. 12/8 Lhasa
Giornata dedicata all’esplorazione di Lhasa con le visite del Potala e del palazzo estivo, o Norbulingka e del Jokhang. Ci si reca poi al monastero di Drepung ed al vicino tempio di Nechung, una volta sede dell’Oracolo di stato tibetano che conserva dipinti difficilmente visibili altrove.
5°g. 13/8 Lhasa – Shigatse
Inizia il viaggio verso ovest con gli autisti e i veicoli che verranno utilizzati fino al rientro dal Tibet occidentale, solitamente jeep Toyota Land Cruiser in cui ci si accomoda in 4, con al seguito un camion che trasporta i rifornimenti necessari. Raggiunta la confluenza con il fiume Tsangpo se ne risale il corso fino a Shigatse, dove ci si reca a visitare il grandioso monastero di Tashilhumpo, ricco di inestimabili tesori, che fu fondato dal primo Dalai Lama nel 1447 ed è stato la sede storica del Panchen Lama. Sistemazione presso l’hotel Holy Land.
6°g. 14/8 Shigatse – Tingri – Pelkho
Da Shigatse si percorre la strada che porta verso il Nepal lasciandola dopo Tingri per entrare nella regione nomadica di Pelkho Tso, una zona di bellezza incomparabile: sul grande lago blu turchese di Pelko, in un ambiente abitato solo dai nomadi, si affacciano le maestose vette dello Shisha Pangma, una gigantesca montagna di oltre 8000 metri. Si pone il primo campo nei pressi del lago.
7°g. 15/8 Pelkho Tso – Saga – Jongba Gompa
Si transita da Saga e, attraversato lo Tsangpo con il nuovo ponte, Si costeggiano alcuni bei laghi minori e si valicano alcuni colli raggiungendo il fiume Tsangpo nei pressi di Saga dove è stato costruito un nuovo ponte. Si prosegue fino al monastero di Dargyeling, dove si pone il secondo campo; in funzione delle condizioni del percorso il capogruppo potrebbe eventualmente decidere di prolungare un poco la tappa.
8°g. 16/8 Jongba Gompa – Manosarovar (Seralung)
Questa lunga tappa, che fino a tempi recenti veniva eseguita in due giorni, è oggi fattibile grazie alle migliorie apportate alla strada. I paesaggi sono decisamente stupendi, lungo un percorso che si snoda a ridosso della catena himalaiana che cinge l’orizzonte meridionale. Si transita dal monastero di Trongsa, dove si trova anche un breve kora ornato da miriadi di pietre mani e tsa tsa, che offre una bella visuale sui monti del Mustang a sud. Prima di Paryang si incontra una zona di stupende dune di sabbia, sullo sfondo le acque dello Tsangpo e i monti nepalesi, e, oltre il passo del Mayum e il lago di Te Tso, si arriva al mitico lago Manosarovar, dove si pone il campo nei pressi del monastero di Seralung, sulla riva nord orientale, a circa 4600 metri di quota.
9°g. 17/8 Manosarovar: Seralung – Chiu
Si segue il perimetro del grandioso Manosarovar fino al lembo nord occidentale: i panorami sono fantastici, i colori del lago continuano a variare nell’arco della giornata, si ha la mole del Gurla Mandata (7800 mt) di fronte e, se è limpido, la visuale del Kailash a nord ovest! Si possono eseguire dei tratti a piedi, e si visitano sul percorso i monasteri di Trugo e Gossul. Da Gossul con le jeep si fa una puntata al vicino lago di Raksal Tal, che nella tradizione esoterica della regione è sempre stato un lago temuto per la presenza di forti entità iniziatiche, e si torna poi fino al monastero di Chiu, vera perla del Manosarovar, posto su di un colle che domina la spiaggia della costa nord ovest; si pone il campo sulla riva del lago.
10°g. 18/8 Chiu – Thirtapuri – Toling
Lasciato Chiu si passa al cospetto del Kailash proseguendo fino a Thirtapuri, luogo sacro alla memoria di Guru Rimpoce (Padmasambhava) dove si trovano le acque sulfuree in cui i pellegrini tradizionalmente si bagnano dopo il completamento dei kora del Manosarovar e del Kailash. Si raggiunge quindi il monastero Bon di Gurugam, il centro principale di questa religione nella regione. Dopo la visita si prosegue verso ovest risalendo poi un passo che si apre verso sud sull’incredibile regione erosiva del bacino dell’alto Sutlej, dove si trova l’insediamento di Toling, Qui si alloggia in un semplice albergo.
11°g. 19/8 Toling – Dunkhar
Si visita l’enclave monastica di Toling, dove il Tempio Rosso ed il Tempio Bianco sono stati costruiti sotto la guida del grande Traduttore, Rinchen Zangpo, e sono stati considerati dal Prof. Tucci l’esempio più elevato dello stile artistico del Tibet Occidentale. Ci si sposta poi alla vicina città – fortezza di Tsaparang, il sito forse più affascinante: un sentiero si inerpica tra alcuni templi e miriadi di abitazioni rupestri (alcune sono affrescate) immergendosi in un tunnel scavato nella roccia emergente nella cittadella che corona l’inaccessibile monte, dove l’imperatore di Gughe aveva il suo semplice palazzo e i suoi templi. Al fascino del luogo si unisce la presenza eterea dei grandi santi che hanno abitato questi luoghi. Dopo la visita si attraversa il fiume Sutlej e ci si inoltra per una splendida regione erosiva immergendosi nei meravigliosi canyon colorati per arrivare con circa due opre di guida nella valle di Dungkar, dove si pone il campo.
12°g. 20/8 Dunkhar – Darchen
I templi rupestri di Dungkar e Piyang furono riscoperti nel 1992 e presentano alcuni degli affreschi più raffinati dell’arte tibetana; lo sfondo azzurro dei dipinti di Dungkar rende le figure ancora più eteree, incredibilmente sospese fuori dal tempo. Se le condizioni lo consentono (siamo in una zona classificata come militare ad accesso ristretto) si potranno esplorare anche i resti delle cittadelle rupestri di Dungkar e Piyang, che dista pochi chilometri. Si riemerge dalle valli erosive di Gughe attraverso un alto passo che concede un’ultima grandiosa visione d’insieme della regione. Arrivati a Darchen ai piedi del Kailash si dorme una notte; non è un posto ameno, ma è una sosta obbligatoria per via delle regole dei permessi.
13°g. – 16°g. (21/8 – 24/8) Kora del Kailash
Il percorso complessivo della circumambulazione del sacro monte (il kora) è di 54 chilometri; è possibile noleggiare un cavallo per facilitare il percorso. Lungo il kora si incontrano una miriade di luoghi legati a storia, mito e leggenda, ed anche alcuni piccoli monasteri: l’insieme rende il sentiero decisamente unico al mondo. Lasciata Darchen (4600 mt. circa), da dove la vetta del Kailash non è visibile, si transita da Tarboche, la piana in vista della parete sud posta ai piedi della piattaforma dei Mahasiddha dove ogni anno in occasione di Saga Dawa viene rinnovato un rito di purificazione erigendo un grande palo, una sorta di agopuntura mistica per le energie sottili della Terra. Poco oltre, appollaiato alle pareti occidentali della valle, troviamo il monastero di Choku che, se raggiunto, offre anche un ottimo panorama della parete sud, e a nord l’eremo di Dirapuk, dove si pone il primo campo (5000 mt. circa). La giornata del 22/8 viene utilizzata per godersi la visuale sulla parete settentrionale del Kailash. Si possono eseguire escursioni esplorative; il percorso più avvincente è la risalita della valle che porta ai piedi della parete nord del Kailash: chi ha dimestichezza, potrà percorrere anche parte del ghiacciaio fino alla morena centrale al cospetto dell’imponente parete. Il 23/8 salendo verso il passo di Dolma si transita da alcuni laghetti e da un punto dove i pellegrini usano lasciare qualcosa di personale: solitamente dei vestiti, e a volte anche delle … dentiere, per significare l’abbandono del peso del proprio karma e delle negatività del passato. Il mitico passo è alto circa 5600 metri; quindi la salita viene sempre svolta procedendo con grande tranquillità, senza fretta. Dal Dolma, dove sventola un’infinità di bandiere di preghiera e non si vede più la vetta del Kailash, si scende ripidi passando subito dal laghetto di Tara, dove può capitare di vedere pellegrini induisti che si immergono nell’acqua gelida, a circa 5500 metri di altezza, arrivando poi alle pasture della valle sottostante dove si trovano sempre degli yak al pascolo e si pone il campo. Nell’ultima giornata, ormai in vista della vallata dei laghi sacri di Manosarovar e Raksal Tal, si passa dal monastero di Zutrulpuk, costruito sul luogo dove venne a meditare Milarepa, e si esce dalla valle di Akshobya raggiungendo Darchen. Da Darchen ci si sposta con le jeep al lago Manosarovar andando a visitare il monastero di Longbona sulla riva nord, completando con questo la visita dei siti sacri del lago. Si pongono le tende sulla riva nord est per godere di un ultimo tramonto sul Gurla Mandata.
17°g. 25/8 Manosarovar Est – Jongba Gompa
Lasciato il Manosarovar si transita dal lago di Te Tso e dal passo di Mayun, iniziando a costeggiare il versante settentrionale dell’arco Himalaiano, ripercorrendo la medesima strada utilizzata all’andata fino al monastero di Dargyeling, dove si pone il campo.
18°g. 26/8 Jongba Gompa – Ngamring
Raggiunta Saga si lascia la valle dello Tsangpo scavalcando i monti a nord del fiume e si segue la strada che porta ad est attraversando gli altopiani del Ciangtang, un ambiente di praterie di alta quota dove vivono i nomadi tibetani. Si transita da Zangzang, un villaggio dove si trova un interessante convento femminile di scuola Nyingmapa, e si arriva al lago di Ngamring, dove nell’omonima cittadina si trova un bel monastero di scuola Sakya.
19°g. 27/8 Ngamring – Shigatse
Proseguendo verso est si valicano altri passi erbosi e transitando da un altro bel lago si arriva alla vallata di Lhartse, sulla strada utilizzata all’andata che si segue fino a Shigatse dove si alloggia nel medesimo hotel utilizzato all’andata.
20°g. 28/8 Shigatse – Gongsar – Chengdu
Da Shigatse si raggiunge Gongsar, l’aeroporto sul fiume Tsangpo che serve Lhasa; un percorso di circa 4 ore. Il volo per Chengdu parte alle 15.55 e arriva alle 18.00, dove si viene accolti dal corrispondente locale e ci si trasferisce nel medesimo hotel utilizzato all’inizio del viaggio.
21°g. Sabato 29 agosto, Chengdu e volo di rientro
Mattina a disposizione; nel pomeriggio, volo di rientro.
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Kailash
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