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Tibet


Kham orientale e festival di Litang

Luoghi, natura e cultura delle regioni al confine storico con la Cina


PARTENZA
23/07/2007
RITORNO
08/08/2007
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
17 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio consente una visita completa della regione storica del Kham tibetano orientale e si svolge in concomitanza con il festival di Litang, uno dei principali del Tibet, quando si radunano migliaia di nomadi della regione per un loro momento annuale di incontro e scambio catalizzato dalle gare di cavalli. Il tour inizia e termina nella città di Chengdu, capitale del Sichuan, situata nelle pianure della Cina a breve distanza dalla cintura di ripide montagne che nella storia ha segnato il confine naturale con i territori tibetani del Kham orientale.

Questa barriera naturale, costituita da profonde gole coperte da fitte foreste che culminano in grandiose vette, dallo Zhara Lhatse all’inviolato Minyak Gangkar (7556 mt), e più a sud, verso lo Yunnan, dal gruppo del Kawa Karpo, è solcata da fiumi possenti, dove anche gli affluenti minori impressionano per la fenomenale portata d’acqua. Nelle valli uno spazio limitato per l’agricoltura ha consentito lo sviluppo di piccoli villaggi, che in buona parte conservano la solida architettura tradizionale, e di alcune cittadine commerciali dove oggi vivono anche i cinesi, mentre nelle aree in alta quota, generalmente oltre i 4000 metri, si trovano le ricche pasture che sono il regno dei nomadi.

 Presentazione del viaggio


Questa barriera naturale, costituita da profonde gole coperte da fitte foreste che culminano in grandiose vette, dallo Zhara Lhatse all’inviolato Minyak Gangkar (7556 mt), e più a sud, verso lo Yunnan, dal gruppo del Kawa Karpo, è solcata da fiumi possenti, dove anche gli affluenti minori impressionano per la fenomenale portata d’acqua. Nelle valli uno spazio limitato per l’agricoltura ha consentito lo sviluppo di piccoli villaggi, che in buona parte conservano la solida architettura tradizionale, e di alcune cittadine commerciali dove oggi vivono anche i cinesi, mentre nelle aree in alta quota, generalmente oltre i 4000 metri, si trovano le ricche pasture che sono il regno dei nomadi.

Oggi l’intero Kham orientale, in seguito all’invasione cinese, è inglobato nelle province del Sichuan e dello Yunnan, quindi formalmente non è più tibetano; ma fortunatamente nella gran parte del territorio i tibetani sono ancora il gruppo maggioritario, e la gente, aiutata dalla fierezza che le è propria e dal territorio selvaggio, è riuscita a tener testa alla politica di assimilazione culturale che il governo ha cercato di imporre. Fu qui che scoppiò la grande rivolta alla fine degli anni ’50, che portò gli sconfitti guerrieri Khampa a cercare rifugio nel lontanissimo Mustang, in Nepal. Oggi è in corso un eroico tentativo di far rinascere, con pochi mezzi ma con un’assoluta volontà, quanto è possibile delle tradizioni; molti monasteri sono stati ricostruiti e alcuni Lama hanno potuto ricominciare, sotto attenta sorveglianza, a diffondere i propri insegnamenti.

Il percorso inizia da Chengdu con un’interessante visita dei siti, entrando già nel primo giorno di viaggio nel cuore delle montagne giungendo alla riserva naturale di Wolong, fondata nel 1983 dal WWF per proteggere i panda giganti. Proseguendo verso nord ovest si transita da Barkham quindi verso sud ovest si arriva nel cuore del Kham orientale a Drango e Kandze, un’area ricca di storia e bellezze naturali, dove si trovano anche molti importanti monasteri. Si segue quindi il vorticoso fiume Yalong attraverso la regione del Nyarong arrivando a Litang, dove si avrà il tempo necessario per immergersi nel festival, unico per la qualità dei costumi e del folclore. Da Litang si rientra quindi verso est tornando a Chengdu seguendo la direttrice di Dartsedo, un percorso particolarmente spettacolare e anche ricco di siti, completando così egregiamente questo anello che consente di visitare tutti i luoghi principali e di maggior interesse del Kham orientale.

È un viaggio speciale per l’unicità del percorso e non è un viaggio turistico: si richiede un buono spirito di adattamento perché la qualità dei pernottamenti, pur scegliendo il meglio, a volte è di bassa qualità, alcuni spostamenti sono lunghi e alcune tappe potrebbero subire modifiche per problemi tecnici delle strade.

 Programma del viaggio


Località e siti vengono indicati con i nomi tibetani; dove è utile viene anche menzionato il nome cinese. Tempi di percorrenza effettivi e distanze sono indicativi; le altitudini sono quelle da noi rilevate.

1°g.  Lunedì 23 luglio partenza per Chengdu

2°g.  24/7 Arrivo a Chengdu  

Arrivo a Chengdu; sistemazione presso l’hotel Shufeng Huayuan e riposo.

3°g.  25/7 Chengdu – Wolong Panda Reserve  

Da Chengdu il viaggio inizia in direzione nord ovest lasciando presto alle spalle le calde regioni della Cina ed entrando nelle valli ricche di foreste che  nei secoli hanno mantenuto una separazione naturale tra il mondo dei cinesi Han e i tibetani. Il parco di Wolong dista circa 250 km; giunti a destinazione ci accomoda in hotel.

4°g.  26/7 Wolong Panda Reserve  

Wolong è una riserva di 2000 km quadrati dove, secondo i custodi del parco, vivono circa 1600 panda giganti, oltre a numerosissime altre specie di animali.

5°g.  27/7 Wolong – Barkham

Il viaggio prosegue verso nord ovest fino alla città di Barkham, il centro principale della regione di Ngawa che dista circa 275 km, dove si alloggia in hotel. L’ambiente naturale è quello tipico del Kham orientale, con i monti ricchi di foreste e le pasture nelle aree in alta quota; il dialetto tibetano di questa zona è quasi incomprensibile alle persone di altre regioni e i costumi sono piuttosto particolari, con le donne che sfoggiano foulard variopinti e cinture e grembiuli molto ornati.

6°g.  28/7 Barkham – Drango  

Prosegue l’esplorazione con una spettacolare tappa di circa 240 km fino a Drango. Le case di queste regioni più interne sono costruite con un peculiare utilizzo dei tronchi di legno che vengono dipinti e lasciati a vista, molto ordinate e ben rifinite, quasi fosse un “Tirolo tibetano”. Un panoramico passo di 4200 mt ci porta verso Drango, una tranquilla cittadina che sorge alla confluenza di due fiumi, dove ci si sistema in un semplice hotel.

7°g.  29/7 Drango – Kandze  

Visita del monastero di Drango, posto su di un colle di fronte alla cittadina, che oggi ospita più di 300 monaci, consacrato dal Panchen Lama nel 1985 (il precedente era stato distrutto da un terremoto). Vi sono molte sale interessanti, di cui quella principale è retta da 63 pilastri, e un tempio dedicato al Jowo, una bellissima statua di recente fattura portata dall’India. Lasciata Drango verso ovest con una deviazione si raggiunge il monastero di Trehor, dove le case del villaggio tibetano circondano ancora le rovine dell’antico forte costruito dai mongoli. Tornati sulla strada principale si sale verso il passo del Latseka (3950 mt) godendo di una stupenda visuale, con anche un laghetto dove si affaccia l’eremo femminile di Joro; verso Kandze si ha la vista dell’imponente catena del Kawalungring che cinge a sud la valle del fiume Yalong. Si percorrono circa 100 km, più la deviazione per Trehor; a Kandze, posta a circa 3400 mt di quota, ci si sistema in hotel.

8°g.  30/7 Kandze  

Nella gradevole cittadina di Kandze, ricca anche di bei negozietti e con alcune parti vecchie, si trova un grande monastero che risale al XVII secolo, che è stato restaurato. In questo panoramico sito le sale dei protettori conservano molte tanke antiche e statue di magnifica fattura e sul tetto si trova un mandala tridimensionale di Kalachakra; è peculiare il nuovo tempio dove è stata realizzata una gigantesca rappresentazione coloratissima del ‘campo dei meriti’. Al centro del paese nell’antico tempio di Den, dedicato a Mahakala, molti degli affreschi antichi sono ancora intatti perché durante la rivoluzione culturale era usato come granaio. Nel pomeriggio ci si reca con una breve escursione a Beri, sito della capitale di un regno Bön del XVII secolo, dove si trovano due piccoli monasteri, Beri (Ghelupa) e Kablung (Nyingmapa). Per godere del tramonto, si suggerisce di recarsi sul colle dove è situato Ani Gompa, il convento femminile.

9°g.  31/7 Kandze – Litang  

Da Kandze si segue il corso dell’impetuoso fiume Yalong attraverso valli strette e profonde per circa 160 km. L’ambiente è ricco di foreste e le case sono costruite nel peculiare stile di quest’area del Kham meridionale; siamo nell’antico distretto di Nyarong, dove fiorì un grande feudo che rivaleggiò per secoli con il potente regno di Derge. Oltre la cittadina di Nyakcong, dove si riscontra una sensibile presenza di cinesi, seguendo una strada secondaria ci si inerpica su di un passo che sale a 4400 metri portando in un’area di pasture dove vivono i nomadi. Si incrocia presto la strada per Litang che, valicato un altro passo un poco più basso, rivela una vasta panoramica sulla grande valle dove è situata questa cittadina posta a quasi 4000 metri di quota. Ci si sistema in hotel, dopo aver percorso in tutto circa 270 km da Kandze in circa 7 ore.

10°g. – 12°g. (1 – 3/8) Festival di Litang  

Si utilizzano questi giorni per godere degli eventi del festival, con una piena immersione nel modo tibetano. Il grande festival di Litang è uno degli eventi più importanti del folclore tibetano: un mare di tende punteggia la prateria nella grande vallata erbosa che si estende a sud della cittadina di Litang. Migliaia di persone si riuniscono indossando i propri abiti tradizionali migliori per condividere un momento festoso, tra gare di cavalli e commerci. È un momento in cui si incontrano anche molti nomadi delle etnie Golok e Khampa, uomini e donne dagli sguardi semplici e fieri, che approfittano del festival per avere l’occasione di incontrarsi. Vedere un certo numero di cinesi che si aggirano tra i tibetani nel ruolo di tranquilli turisti, impegnati a fotografare e riprendere, fa quasi dimenticare per un momento la realtà dell’invasione. Durante il soggiorno si visita il grande monastero di Litang, un grandioso complesso costituito da molti templi che venne fondato nel 1580 dal terzo Dalai Lama, e si avrà del tempo anche per curiosare nella cittadina.

13°g.  4/8 Litang – Nyachuka (Pundadrong)

La tappa inizia seguendo per circa 20 km la strada fatta il 31/7, risalendo lo spettacolare passo a nord est di Litang e continuando verso est seguendo uno stupendo tracciato che serpeggia per lunghi tratti sopra i 4000 metri di quota tra le creste delle montagne con spettacolari panorami e superando diversi passi con poco dislivello. In questa regione si trovano i piccoli monasteri di Golok Gonsar, fondato nel XVII secolo, branchia di Litang, e il convento femminile di Hiku. Si scende quindi a Pundadrong, una cittadina amministrativa situata nella stretta valle del fiume Yalong a circa 2800 mt, dove ci si sistema in hotel; si percorrono circa 146 km in meno di 4 ore.

14°g.  5/8 Nyachuka – Dartsedo (Kangding)

Si risalgono le dorsali dei monti ad est di Pundadrong fino ad un passo di circa 4200 mt dove si attraversano alcune praterie; se si ha fortuna, verso sud est da alcuni punti è visibile la vetta inviolata del misterioso Minyak Gangkar (7556 mt). Si scende quindi in una bella regione con i monti coperti di un manto erboso dove le solide case costruite in pietra presentano la bella simmetria tipica di quest’area del Kham; si vedono ancora qua e la delle tende di nomadi. Si transita dal Chorten di Minyak Chakdra, dedicato agli 8 Buddha della medicina, dove si trova anche un piccolo monastero, e oltre il passo del Gye La (4219 mt), si scende rapidamente a Dartsedo, una cittadina posta a circa 2500 metri di quota che storicamente ha segnato il confine tra il Tibet e il mondo cinese Han, oggi inglobata nello stato del Sichuan e con la popolazione in maggioranza cinese. Qui si possono visitare i monasteri Ghelupa di Ngachu (del XVII sec, tradizionalmente legato a Drepung) e Nyingmapa di Dordrak (collegato al monastero Sakya di Dorje Drak). Sistemazione in hotel; la tappa è di circa 150 km.

15°g.  6/8 Dartsedo – Chengdu  

Proseguendo verso est si utilizza il tunnel che ora passa sotto il passo di Khakha e attraversando una regione di foreste si arriva nei pressi di Yaan, dove si imbocca l’autostrada che porta a Chengdu, nelle calde regioni della Cina. Si percorrono 320 km in circa sei ore. Sistemazione in hotel.

16°g.  7/8 Chengdu e volo di rientro  

Visita di Chengdu; si potranno vedere alcuni siti interessanti: la casa del poeta Du Fu e templi situati in splendidi giardini cinesi, tra cui i più interessanti sono forse quello buddista di tradizione Cham, quello taoista di Qing Yang e il tempio dedicato a Wu Hou. Nel tardo pomeriggio ci si reca all’aeroporto per il volo di rientro.

17°g.  Mercoledì 8 agosto, arrivo a destinazione

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