Tibet
Traversata del Kham, da Lhasa a Nyingtri, Chamdo, Derge e Kandze
Alla scoperta del Kham, il misterioso Tibet dell’est









Sintesi del viaggio
Amitaba ha studiato questo itinerario per offrire una visione d’insieme completa del Tibet dell’Est, il mitico Kham. Si visitano molti dei siti storici principali e luoghi meno conosciuti ma preziosi per la loro potenza spirituale che ispira e infonde forza ai tibetani; si percorrono scenari naturali di inimmaginabile grandiosità e varietà: dalle vaste praterie ai laghi turchesi circondati da picchi glaciali, a gole che affondano in climi quasi tropicali, scavalcando i monti che delimitano i bacini fluviali di 4 dei principali fiumi dell’Asia: Tsang Po (Bramaputra), Salween, Mekong e Yangtse.
Questa edizione del viaggio inizia in Nepal con le visite della valle di Katmandu e quindi di Lhasa, dove si giunge in volo. Da Lhasa a Chamdo si segue la strada meridionale coprendo la distanza di circa 1180 chilometri in 5 giorni godendo dello spettacolo del lago di Draksum Tso, della visita dei preziosi monasteri di Buchu e Lamaling e degli scenari delle valli e dei passi che separano i grandi fiumi.
Presentazione del viaggio
Questa edizione del viaggio inizia in Nepal con le visite della valle di Katmandu e quindi di Lhasa, dove si giunge in volo. Da Lhasa a Chamdo si segue la strada meridionale coprendo la distanza di circa 1180 chilometri in 5 giorni godendo dello spettacolo del lago di Draksum Tso, della visita dei preziosi monasteri di Buchu e Lamaling e degli scenari delle valli e dei passi che separano i grandi fiumi. Da Chamdo, sempre verso est, si segue un percorso che transita da Derge e Kandse, le aree che si possono considerare il cuore del Kham, dove si svolsero le vicende storiche principali della regione, e quindi, oltre i territori di Tawu e Lhagang si entra nel territorio storicamente cinese a Chengdu. Tra Chamdo e Chengdu la distanza è di circa 1350 chilometri, che si percorrono in 8 giorni. Da Chengdu si raggiunge Bangkok in volo, e si prosegue per l’Italia.
È un viaggio speciale per l’unicità dei luoghi e perché è condotto da una persona tibetana di elevata capacità e cultura che parla perfettamente italiano, in grado di spiegare in modo approfondito i significati della spiritualità e dell’iconografia e di avvicinare e comprendere il modo di vivere della gente. Non è un viaggio turistico: si richiede un buon spirito di adattamento perché la qualità dei pernottamenti, pur scegliendo il meglio, a volte è di bassa qualità, alcuni spostamenti sono lunghi e alcune tappe potrebbero subire modifiche per via di problemi tecnici delle strade. Si consiglia di portare un sacco lenzuolo.
IL KHAM, CUORE DEL TIBET
Il Tibet è vastissimo; il territorio che viene normalmente denominato “Tibet” è solo una porzione di quello che studiosi e conoscitori considerano l’estensione del meraviglioso mondo culturale tibetano. L’intero Tibet del nord est, l’Amdo, è stato suddiviso tra le regioni cinesi del Qingai e del Sichuan, con una piccola parte anche nel Gansu; mentre più della metà del Tibet dell’est, il Kham, risulta incorporato nel Qingai, nel Sichuan e alcune aree nel nord ovest dello Yunnan. Oggi nella “regione autonoma del Tibet” la popolazione cinese è ormai in maggioranza numerica, seppur concentrata nei principali centri urbani, mentre paradossalmente in molte aree esterne alla regione “ufficialmente tibetana”, nel Kham e nell’Amdo, i tibetani rappresentano il gruppo maggioritario.
Queste regioni, poco frequentate dai visitatori, rivelano luoghi dove la bellezza naturale entusiasmante incornicia persone che mantengono con tenacia le proprie tradizioni. In modo particolare nel Kham la gente, aiutata dalla fierezza che gli è propria e dal territorio selvaggio, è riuscita a tener testa alla politica di assimilazione culturale che il governo cinese ha cercato di imporre. Fu qui che scoppiò la grande rivolta alla fine degli anni ’50, che portò gli sconfitti guerrieri Khampa a cercare rifugio nel lontanissimo Mustang, in Nepal. Oggi è in corso un eroico tentativo di far rinascere, con pochi mezzi ma con un’assoluta volontà, quanto è possibile delle tradizioni; molti monasteri sono stati ricostruiti e alcuni Lama hanno potuto riprendere, sotto attenta sorveglianza, a diffondere i propri insegnamenti.
Programma del viaggio
(Località e siti vengono indicati con i nomi tibetani; dove è utile viene anche menzionato il nome cinese)
1°g. Venerdì 5 agosto, partenza per Katmandu
2°g. 6/8 Arrivo a Katmandu
Accoglienza in aeroporto e sistemazione in albergo.
3°g. 7/8 Katmandu
Visita di Pashupatinath, uno dei luoghi sacri agli Shivaiti, dove avvengono le cerimonie funerarie con le cremazioni e dello Stupa di Bodnath, nel cuore del quartiere tibetano, ricco di botteghe e negozi, importanti templi e monasteri. Si completa la giornata recandosi a Patan, la più antica delle capitali della valle che offre spunti artistici stupendi, dove sono preservate delle tradizioni buddiste che risalgono ai tempi di Ashoka.
4°g. 8/8 Katmandu
Visita del centro di Katmandu, la piazza di Durbar con i bellissimi monumenti e mercati. Ci si reca poi a Baktapur, una delle tre antiche capitali della valle, la meglio preservata, dove si respira l’antica atmosfera del Nepal. In serata si salgono i gradini che conducono allo Stupa di Swayambu, un luogo santo da cui si gode anche di una bella visuale della valle.
5°g. 9/8 Katmandu – Gongsar (Lhasa)
Partenza in volo per il Tibet. A Lhasa ci si sistema in un hotel nei pressi del Barkor, nel cuore della città vecchia. Si passa il pomeriggio in modo tranquillo, per favorire l’acclimatazione (siamo a 3600 metri di quota), passeggiando per il circuito sacro del Barkor che circonda la cattedrale di Lhasa, animato da un vivace mercato e frequentato dai pellegrini, alcuni dei quali eseguono ancora l’intera circumambulazione con le prostrazioni, e ci si immerge nelle stradine del quartiere vecchio recandosi al convento di Ani Tshamkhung, ove oggi vivono un’ottantina di monache.
6°g. 10/8 Lhasa
Giornata dedicata all’esplorazione di Lhasa, con le visite del Potala, del palazzo estivo – il Norbulingka e del Jokhang, il tempio più importante del Tibet. Dal Jokhang ci si recherà poi a piedi al vicino Ramoche, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang ed è la sede del collegio tantrico del Gyuto.
7°g. 11/8 Lhasa
Si visitano le università monastiche poste negli immediati dintorni di Lhasa, iniziando da Drepung, dove ci si reca anche al tempio di Nechung, sede dell’Oracolo di stato tibetano che contiene dipinti difficilmente visibili altrove. Nel pomeriggio, dopo la visita dell’università di Sera, ci si reca al piccolo monastero di Pawangka, dove in una grotta posta ai piedi della roccia sotto le mura rotonde del gompa meditava Songtsen Gampo, il re del Tibet, nell’VIII° secolo.
8°g. 12/8 Lhasa – Draksum Tso
Si lascia Lhasa iniziando il grande viaggio verso est. Oltre il valico del Mi La (4865 mt) si raggiunge Kongpo Gyamda, dove una stradina porta al lago di Draksum (3450 mt), sacro ai tibetani, con un magico monastero posto su di un’isoletta, immerso in un grandioso scenario di monti. Si percorrono 296 km; sistemazione in guest house.
9°g. 13/8 Draksum Tso – Nyingtri
Rientrati dal lago alla strada principale si prosegue fino a Bayi, da dove con una deviazione si raggiungono i monasteri di Bachu e Lamaling. Bachu Sergyi Lhakhang si individua da lontano per il tetto d’oro che sormonta un tempio su due piani; è il più antico di questa regione, fu fondato nel VII° secolo dal re Songtsen Gampo su uno dei punti geomantici che servirono secondo la tradizione per immobilizzare la demonessa del Tibet. Lamaling è stato la residenza del più venerato abate della scuola Nyingmapa, Dudjom Rimpoce, e a volte vi risiede l’attuale reincarnazione, un ragazzo di circa 14 anni. Tornati sulla strada principale, da Bayu si prosegue per circa 20 km fino a Nyangtri (c.a. 3000 mt), una zona dove fiorisce la religione Bon, di cui si trovano alcuni piccoli monasteri, in special modo lungo il circuito della loro montagna sacra, il Bonri, che si erge a nord. Sistemazione in guest house; si percorrono in tutto circa 207 km, comprese le deviazioni previste.
10°g. 14/8 Nyingtri – Pome
Valicato il passo di Serkhym (4551 mt) la strada scende attraverso scenari montani stupendi verso Tangme, arrivando fino a soli 1700 metri; seguendo il fiume si arriva a Kanam, dove un ponte conduce al monastero di Bakha, costruito su di un isolotto, che ospita una piccola comunità monastica. Si risale quindi fino a Pome, situata a 3000 mt, dove ci si sistema in hotel; si percorrono 214 km. A Pome si trova il monastero di Dodung, che si raggiunge con un passeggiata.
11°g. 15/8 Pome – Pasho (chiamata anche Pema o Bashe)
Si valica il passo di Anju (4618 mt) giungendo alle acque azzurre del lago di Ngam e attraverso uno scenario sempre stupendo si supera il passo di Ngajuk (4468 mt) arrivando a Pasho, percorrendo 217 km. A Pasho si trovano due monasteri minori, Neru e Dola; sistemazione in hotel.
12°g. 16/8 Pasho – Chamdo
Da Pasho si raggiunge il ponte sul Salween per poi risalire al passo di Gama (4718 mt) che porta a Pomda (4084 mt), un bel villaggio sede del monastero di Sangak Dechen. Valicato il passo di Lona (4511 mt) si arriva a Chamdo (3600 mt), dove ci si sistema in hotel; si percorrono 248 km.
13°g. 17/8 Chamdo
Visita della città, la principale di questa regione del Tibet, posta sulla confluenza dei fiumi Ngom e Dza che danno origine al Mekong, e del grande monastero di Golden Jampaling. fondato nel XV° secolo da un discepolo di Lama Tsongkhapa, distrutto dai cinesi ed ora ricostruito.
14°g. 18/8 Chamdo – Derge
La tappa di oggi è lunga (345 km), ma interessantissima. Valicati i primi tre passi, il Toma (4511 mt), il Jape (4680 mt) e il Lazhi (4450 mt) si arriva al monastero di Dordzong, centro monastico principale di questa regione nomadica. Proseguendo oltre il passo di Gele (4352 mt) a Jomda, 106 km prima di Derge, si trova Troru, un monastero di scuola Karmakagyu e prima dell’ultimo passo, il Nge (4245 mt), il monastero di Wara, di scuola Sakya. Attraversato il ponte sul fiume Yangtse si arriva a Derge (3292 mt); sistemazione in hotel.
15°g. 19/8 Derge
I siti principali che si visitano sono il monastero di Derge Gonchen, edificato nel XV° secolo e ricostruito dopo il 1987 attorno alla struttura originaria, il tempio di Tangyel e l’antica stamperia di Parkhang, che custodisce gli affreschi più interessanti, dove si producono i testi sacri del canone buddista tibetano utilizzando le tecniche tradizionali; si potranno osservare tutte le fasi di lavorazione: la produzione di carta e inchiostro, l’incisione delle matrici di legno e la stampa.
16°g. 20/8 Derge – Kandze (Gansi)
Valicato il passo di Tro (4916 mt) si transita dal lago di Yilhun Tso, tra i più belli del Tibet, dedicato alla divinità tantrica Chakrasamvara, situato in un contesto naturale magnifico e circondato da muri mani che affiancano il sentiero che i pellegrini seguono attorno alle sue acque turchesi. Proseguendo, si arriva a Dargye Gompa, in gran parte ricostruito, e quindi al sito della capitale di un regno Bon del XVII° secolo, dove si trovano i monasteri di Beri e Kablung. Raggiunta Kandze (3581 mt), che dista in tutto 194 km, ci si sistema in guest house.
17°g. 21/8 Kandze
Si trascorre la giornata a Kandze, dove il grande monastero, che risale al XVII° secolo e ospita circa 700 monaci, è in buona parte restaurato. È molto interessante anche il tempio di Den, dove sono sopravvissuti molti degli affreschi antichi perché durante la rivoluzione culturale era utilizzato come granaio.
18°g. 22/8 Kandze – Dawu
Superato il valico di Latseka (3962 mt) si incontra il monastero di Drango, posto su di un colle sopra la confluenza dei fiumi Nyi e Zhe; è un edificio imponente, con una grande sala delle adunanze retta da 63 pilastri ornata con arazzi che rappresentano i 1000 Buddha dell’attuale ciclo cosmico, contornata da cappelle che contengono statue e reliquiari. Si prosegue per Dawu (3125 mt), che dista 165 km da Kandze, dove ci si sistema in guest house. A Dawu il monastero di Nyitso, che prima dell’invasione ospitava 400 monaci, è stato ricostruito.
19°g. 23/8 Dawu – Lhagang
Un percorso di 126 chilometri porta oltre il passo di Nedreheka (4115 mt) a Lhagang, sito di un famoso monastero di scuola Sakya, ricco di sale ed affreschi, dove giungono pellegrini da tutta la regione del Kham per ricevere la benedizione di una veneratissima statua di Jowo Semnyi Ngalso, una rappresentazione del Buddha che risale ai tempi del primo re del Tibet. A Lhagang si trova anche una scuola monastica Nyingmapa. Sistemazione in guest house.
20°g. 24/8 Lhagang – Dartsedo (Kangding)
Lasciata Lhagang la strada passa dal grande Chorten di Minyak Chakdra, dedicato agli 8 Buddha della medicina, dove si trova anche un piccolo monastero; si valica quindi il passo di Gye (4290 mt) giungendo a Dartsedo (2600 mt), con un percorso di 114 km. Dartsedo è una cittadina posta a 2600 metri di quota che storicamente ha segnato il confine tra il mondo cinese e il Tibet, la cui popolazione oggi è in maggioranza cinese ed è inglobata nello stato del Sichuan. Si visitano i monasteri di Ngachu (del XVII° secolo, tradizionalmente legato a Drepung), Dordrak (collegato al monastero Sakya di Dorje Drak) e Lhamotse. Sistemazione in hotel.
21°g. 25/8 Dartsedo – Chengdu
Un lungo trasferimento di circa 400 km porta oltre il valico di Khakha verso le calde regioni della Cina, transitando da Yaan. A Chengdu sistemazione in hotel.
22°g. 26/8 Chengdu – Bangkok
Al mattino visita della città; il volo della Thai Airlines per Bangkok parte alle 15.40 con arrivo alle 17.50. A Bangkok sistemazione in hotel.
23°g. 27/8 Bangkok e volo di rientro
Giornata a disposizione; il volo di rientro parte in serata.
24°g. Domenica 28 agosto, arrivo a destinazione
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Amdo, donna nomade
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