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Tagikistan


Wakhan, Pamir e Tien Shan, nel cuore dell’Asia Centrale

Un viaggio tra culture ed etnie affascinanti, alla scoperta di una natura sorprendente


Yurta kirghisa

Rankul, donne

Langar graffiti

Lago Karakul

Tra Sary Tash e Osh

PARTENZA
04/08/2018
RITORNO
19/08/2018
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
16 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio, ora alla quarta edizione, porta nel cuore dell’Asia Centrale alla scoperta di una regione dalle bellezze naturali entusiasmanti e con una orografia complessa che ha favorito la vicinanza di popoli con caratteristiche culturali ed etniche diverse, ma che condividono un punto in comune: la cordialità delle persone. È un itinerario che non presenta problemi di sicurezza, richiede solo un minimo di adattabilità.

Il percorso parte da Dushambe, capitale del Tagikistan, ed arriva a Bishkek, capitale del Kirghizistan, attraversando le maestose catene di monti che coronano il centro dell’Asia: l’Hindo Kush nella regione del Wakhan, l’altopiano del Pamir, ornato da laghi cristallini e altissime vette glaciali, e i grandi cordoni del Tien Shan che contornano le alte pasture nomadiche e giungono fino alle fertile valle di Fergana.

  • Dushanbe
  • Kulyab
  • Kalai Khumb
  • Khorog
  • Yangm
  • Stupa di Vrang
  • Langar
  • Passo di Khargush (4286 mt)
  • Burunkul
  • Yashikul
  • Murgab
  • Rankul
  • Passo di Ak Baital (4655 mt)
  • Karakul
  • Passo di Kizil-Art (4336 mt)
  • Passo di Taldyk (3615 mt)
  • Osh (950 mt)
  • Arslanbob
  • Kazarman
  • Lago di Son-Kul (3016 mt)
  • Issikul
  • Bishkek

 Presentazione del viaggio


Dopo la visita di Dushambe e di Hissar si lascia la capitale del Tagikistan in direzione sud est entrando nelle montagne del Pamir ed arrivando al ruggente fiume Panj, che demarca il confine con l’Afganistan. Se ne risalgono le acque, si sosta a Kalai-Khunb e, procedendo in direzione sud, si arriva a Khorog, centro principale del Pamir. Continuando lungo il fiume si transita da Ishkashim dove, all’imbocco del corridoio del Wakhan, si arriva nel punto più meridionale del tour. In queste regioni si incontrano le sorridenti popolazioni ismailite del Wakhan tra le ampie valli contornate da impressionanti monti che superano i 7000 metri; oltre il fiume si ergono le spettacolari vette dell’Indokush. Si procede ora in direzione nord est seguendo il versante tagiko del Wakhan e sostando nell’interessante villaggio di Yangm. Oltre Langar, località celebre per i graffiti rupestri e la vista che da questi si ha sul corridoio del Wakhan afgano, si valica il passo di Khargush accedendo all’altopiano pamiro nella regione del lago di Yashikul, un mondo questo scarsamente popolato da tenaci gruppi semi nomadici, orgogliosissimi dei loro peculiari cappelli bianchi. Dopo una deviazione nella remota valle di Shakhty si giunge al paese di Murgab, dove si sarà presenti (NB: non è ‘garantito’ perché la data prevista del 10/8 potrebbe non essere rispettata) per un’interessante evento di folclore locale che include le corse coi cavalli e sfilate, e si punta verso nord attraverso le regioni più desolate e forse più spettacolari dell’itinerario, l’habitat naturale dei cammelli bactriani, un territorio ornato da laghi che contrastano con l’aridità dell’ambiente. Superato il passo di Ak Baital (4655 mt), il punto più alto dell’intero percorso, si giunge allo spettacolare lago Karakul, dove i monti glaciali della catena del Picco Lenin che superano i 7000 metri si specchiano nelle vaste acque turchesi. Oltre Karakul si valica, ancora in direzione nord, il passo Kyzyl-Art al confine col Kirghizistan, dove si fa il cambio di mezzi e guide locali; si attraversano le prime regioni nomadiche kirghise, con le verdi pasture che coprono le vallate e le yurte che punteggiano l’orizzonte tra grandi greggi e, oltre il passo di Taldyk (3615 mt) attraverso valli cromatiche, si scende ad Osh (950 mt) ai bordi orientali della fertile valle di Fergana. Questa regione è il polmone agricolo del centr’Asia, e fu punto di incontro/scontro storico dei gruppi etnici principali che la abitano. Ammirevoli sono l’antica città di Osh, i bazar fuori dal tempo, come Uzgen, e, nell’area di Arslanbob, le sorprendenti foreste secolari di noce e le cascate. Proseguendo, la direttrice è ora nord est: attraverso il valico di Ak Moinok (2940 mt) e superando spettacolari costoni e vallate si arriva a Kazarman e da qui si continua nell’ambiente selvaggio del Tien Shan occidentale, ritrovando i nomadi tra le yurte che contornano il lago di Son Kul, considerato da molti il punto più bello del Kirghizistan. Proseguendo ancora a nord est, si sosta a Kochkor e da qui, oltre il sito di Burana, si raggiunge Bishkek, capitale del Kirghizistan, in direzione nord ovest.

LA “VIA DELLA SETA”, IL VIAGGIO DI UNA VITA

Questo viaggio, “Tagikistan e Kirghizistan”, costituisce la seconda parte di un percorso che copre l’intera Via della Seta con tre viaggi consecutivi, eseguibili anche singolarmente. La prima parte inizia il 21/7 con il programma “Da Khiva a Samarcanda”: un percorso che, iniziando da Nukus e Khiva nell’ovest dell’Uzbekistan, giunge, attraverso la parte uzbeka di Fergana ed i monti Fan, a Dushambe, punto d’inizio del percorso qui descritto. Arrivati a Bishkek, al termine del programma qui presentato, inizia la terza parte, “Dal Kirghizistan a Kashgar e Xian”, che prosegue per il Sinkiang cinese attraverso gli alti passi del Pamir. Si arriva a Kashgar, si visitano le alte valli del Muztaghata ed i siti principali della rotta settentrionale della Via della Seta: Turfan, Bezeklik, Gao Chang, Jiahoe e Dunhuang con le grotte di Mogao, includendo anche il punto finale della Grande Muraglia a Jiayuguan ed il deserto colorato di Zhangye. Da qui si raggiunge in volo l’antica capitale di Xian e si completa il tour arrivando fino al sito rupestre buddista di Longmen nei pressi della città di Luoyang.

NOTA TECNICA

Se ci si chiede se in questa regione ci siano dei pericoli la risposta è semplice: no. Si resterà positivamente colpiti dall’amichevolezza e ottima disponibilità delle persone, in particolare tra gli ismailiti, ma non solo. La parte più temuta da molti è la regione tagika; si tenga presente che il confine afgano è molto controllato ed in ogni caso lungo il fiume Panj, che delimita i due paesi, vivono ‘al di la del fiume’ altri pamiri ismailiti che nulla hanno a che vedere con i temibili talebani che imperversano più a sud. Nel Wakhan le donne velate sono rare, ed in generale una piccola minoranza ovunque; può succedere di rimanere basiti perché spesso è possibile intrattenere con loro delle conversazioni in inglese! Il viaggio si svolge in gran parte in aree non turistiche e quindi richiesto un certo grado di adattabilità: tutto perfetto per un viaggiatore, ma poco adatto per un “turista”. Fuori dalle città le sistemazioni sono semplici; lungo il Panj solo a Khorog c’è un alberghetto considerabile tale (acqua calda e bagno in stanza); a Yangm si alloggia in una bellissima casa pamira, presso famiglie locali ad Arslanbob, a Kazarman ed a Kochkor, in locanda tipica a Murgab, un alloggio per viaggiatori a Karakul e ci si accomoda una notte nelle yurte a Son Kul (qui vengono posti i materassi su dei tappeti, in effetti è molto comodo). Alloggiando nelle diverse sistemazioni locali si potrà sperimentare l’ottima ospitalità di queste persone che, pur abitando in territori selvaggi, sono molto accoglienti. Si tenga presente però che a volte si utilizzano residenze private, con le stanze senza servizi e dove può essere necessario dividersi tra donne e uomini del gruppo utilizzando due o tre stanze in tutto. La pulizia è di norma accettabile ed il cibo che viene proposto è sostanzioso e saporito; è importante portare con sé un sacco a pelo. Per i trasporti in Tagikistan si utilizzano veicoli tipo Hyundai Starex (porta fino a 5 persone); in Kirghizistan un pulmino Mercedes Sprinter. La stagione prescelta è statisticamente la migliore; bisogna però tener presente che a volte può piovere e alle quote più alte dei passi non sono escluse precipitazioni nevose. Le temperature notturne nei luoghi più alti del percorso possono anche avvicinarsi allo zero termico mentre di giorno nei punti più caldi (es. Osh) si possono avere fino a 30 – 35 gradi.

Per i visti: l’ingresso nei Paesi richiede un passaporto con sei mesi di validità minima dal momento dell’arrivo. Il timbro d’ingresso in Kirghizistan viene apposto al confine e non ha costo; per il Tagikistan il visto va fatto in internet sul sito ufficiale ed ha un costo complessivo di $ 70 (sul formato della richiesta in internet va cliccata la casella “GBAO Permit” che è il permesso aggiuntivo per il Pamir che porta il costo a $ 70 – attenzione, non fare il visto da $ 50 perché esclude l’ingresso nel Gorno-Badakhshan, ovvero il Pamir) – si consiglia di chiedere l’ingresso dal 31/7.

 Programma del viaggio


1°g.    Sabato 4 agosto, partenza per Dushambe
Il volo suggerito è quello della Aeroflot che parte da Milano Malpensa alle 14.50 con arrivo a Mosca alle 19.15; o da Roma Fiumicino alle 12.35 con arrivo alle 17.25. Da Mosca si prosegue per Almaty alle 21.15.

2°g.    5/8 Dushambe 
Si atterra ad Almaty alle 4.40; si riparte da qui per Dushambe alle 11.10 con arrivo alle 12.00 dove è in attesa dei partecipanti la guida locale e ci si trasferisce presso l’hotel Atlas o simile. Nel pomeriggio si effettua una visita in città e ci si reca nella vicina località di Hissor (23 km) per vedere la fortezza antica più importante del Tajikistan, oggi restaurata, l’adiacente madrassa del XVI secolo e la tomba di un santo sufi. A Dushambe sono particolarmente interessanti il museo archeologico (con reperti che includono una statua del Buddha del regno Kushan e testimonianze che iniziano dal periodo greco – bactriano) ed il museo nazionale (che ritrae la storia del Tajikistan includendo reperti degli scavi di Penjikent).

3°g.    6/8 Dushambe – Kulyab – Kalai Khumb
Si lascia Dushambe entrando nei monti ad est ed incontrando presto il grande lago artificiale formato dalla diga che ha creato forti dissapori con l’Uzbekistan, per il problema del controllo delle acque e l’irrigazione. Si transita da Kulyab, dove si vede il mausoleo di Saiyid Ali Hamadoni, e sul percorso si visitano le rovine della città di Hulbuk (IX – XI secolo). Superata un’altra barriera di monti si arriva nella spettacolare valle del fiume Panj, uno dei grandi affluenti dell’Amu Darya, e raggiunte le rive si inizia a risalirne il corso; sul versante opposto si vedono i villaggi afgani, da dove non traspare alcun segno del “mondo moderno” e si osservano delle coltivazioni fatte su pendii di una pendenza estrema – è veramente difficile comprendere quale arte contadina possa riuscire a ricavare dei raccolti in tali posizioni, forse le più scomode al mondo? Giunti a Kalai Khumb si alloggia in una locanda locale, il “Karon Palace” o simile; la tappa è di circa 380 km.

4°g.    7/8 Kalai Khumb – Khorog (2100 mt)
Si procede in direzione sud est contornando il confine con l’Afganistan e seguendo il corso del fiume Panj. Dal villaggio di Rushan inizia il territorio a predominanza ismailita; a Parshinev vi è il tempio dedicato a Nosiry Khusrav, che diffuse per primo questa branca dell’islam nella regione. Arrivati a Khorog, centro amministrativo della regione del Gorno-Badakshan, una cittadina situata tra ripidi monti alla confluenza del precipitoso fiume Gunt con il Panj, si visitano il giardino botanico ed il museo, dove si resterà sorpresi nel vedere tra i numerosi oggetti i grandi ritratti dei padri della rivoluzione russa ed anche di Stalin. Si alloggia in un semplice hotel, il Dehli Darbor, il Lal o lo Zafar; la tappa è di circa 260 km, da 5 a 6 ore di viaggio.

5°g.    8/8 Khorog – Yangm
Si continua in direzione sud arrivando nei remoti territori più meridionali del percorso. Dopo circa 50 km si passa dalle fonti termali di Garm Chashma e dalle miniere di rubini di Khi i Lal, aperte nel XIV secolo. Si arriva quindi a Ishkashim nel punto più a sud dell’itinerario, all’imbocco del corridoio del Wakhan tra il Pamir e l’Indokush, in una zona molto panoramica. Oltre, si prosegue ora in direzione est seguendo il bordo tagiko del corridoio del Wakhan con i ripidi monti del dell’Indokush che orlano con vette glaciali spettacolari il versante afgano del fiume Panj, e si vedono le prime caratteristiche case pamire. A Namadgut si visita la vecchia fortezza di Kakh-Kah ed il mausoleo ismailita di Oston-I Shobi Mardon (XI sec); vi è anche un piccolo museo, a volte… aperto. Procedendo si ha la visuale del monte Karl Marx (6726 mt) che si erge sul bordo settentrionale della grande vallata; si sale con una panoramica deviazione alla fortezza di Yamchun, e, poco oltre, si arriva alle fonti termali di Bibi Fatima Zahra dove è possibile fare un bagno (è stata costruita un’apposita struttura con fondi da donazioni straniere). Tornati a valle si prosegue per il villaggio di Yangm, dove si alloggia in una tipica casa pamira. Qui è molto interessante e bello il museo dedicato al santo sufi Muboraki Vakhoni, dove con un pizzico di fortuna si verrà accompagnati dal suo stesso pronipote, l’uomo interessante e geniale che lo ha realizzato. La tappa è di circa 190 km, più la salita a Yamchun.

6°g.    9/8 Yangm – Passo di Khargush (4286 mt) – Burunkul (3700 mt)
Continuando verso est di incontra il sito buddista con lo stupa di Vrang e quindi il villaggio di Langar (circa 100 km). Da qui salendo a piedi sul versante del monte si possono raggiungere gli interessanti graffiti rupestri sopra al villaggio; vi è un primo sito abbastanza vicino (30 min circa) e uno più in alto (poco più di un’ora), che è più lontano ma più interessante e con una vista magnifica sulla valle. Dopo pranzo si parte in direzione nord avendo una visuale a ovest verso il picco Engels (6510 mt); si entra in zone ora molto più aride e desolate, un territorio che inizia ad essere abitato dai nomadi kirghisi, ed attraverso il passo di Khargush si lascia la regione del Wakhan arrivando sull’altopiano del Pamir. Oltre il passo superato un bel lago si incrocia la “Highway M41” che arriva da Khorog. La si segue per un breve tratto verso ovest e con una deviazione si arriva al villaggio di Burunkul, a breve distanza dall’omonimo lago, dove si alloggia presso una famiglia locale. Da Langar sono circa 120 km, da 3 a 4 ore di viaggio.

7°g.    10/8 Burunkul – Yashikul – Shakthy – Murgab (3630 mt)
Ci si reca al vicino lago di Yashikul, posto a 3700 mt di quota oltre un colle ad ovest del villaggio, uno specchio di acqua purissima, rara gemma di bellezza tra le montagne selvagge del Pamir. Si continua il viaggio tornando sulla “Highway M41” e procedendo ora in direzione nord est si transita dal villaggio di Ali Chor, dove si visita la piccola moschea, e prima di Murgab si effettua una deviazione seguendo una traccia sterrata che porta verso sud tra le stupende ampie valli semidesertiche del Pamir fino al sito di Shakthy, dove in un anfratto del monte si trovano delle semplici pitture rupestri. Rientrati sulla strada principale si arriva quindi a Murgab, il paese più importante della regione, dove si alloggia presso una tipica locanda locale, il Pamir Hotel o simile. La tappa è di 140 km, da 3 a 4 ore di viaggio, più la deviazione. In questo paese si possono acquistare manufatti artigianali realizzati col feltro, passeggiando nello stranissimo mercato con le botteghe alloggiate in… container; la popolazione della regione è kirghisa ma in questo paese una metà è costituita da tagiki.

8°g.    11/8 Murgab – Rankul (3784 mt) – Passo di Ak Baital (4655 mt) – Karakul (3823 mt)
Si prosegue il viaggio verso il passo che porta nel bacino del grande lago Karakul; con una deviazione si entra nella valle di Rankul, a circa 60 km da Murgab, ornata dai laghi di Shor e Rang e da dove nei giorni limpidi si ammira la vetta del Muztagh Ata (7546 mt), situato oltre il confine cinese. Qui è possibile provare a cavalcare i cammelli bactriani; si pranza in una casa del villaggio. Tornati sulla “M41” si prosegue la salita verso nord valicando il passo di Ak Baital, con panorami fantastici; si resta stupefatti dalla barriera che in molti tratti accompagna ed in diversi punti arriva a lambire la strada ad est: è il nuovo confine marcato dai cinesi dopo che hanno comprato un pezzo di territorio del paese dall’attuale governo, annettendolo così agli altri territori da loro conquistati in questo remoto angolo di mondo … La discesa, sempre in direzione nord, porta in breve al grande lago di Karakul, la vasta gemma di queste regioni nomadiche: oltre le acque turchesi a nord ovest si erge il Picco Lenin (7134 mt). Si alloggia in una semplice locanda locale recentemente allestita per i turisti, dove è anche possibile stare in una yurta; la tappa è di circa 200 km.

9°g.    12/8 Karakul – Passo di Kizil-Art (4336 mt) – Ingresso in Kirghizistan – Sary Tash – Passo di Taldyk (3615 mt) – Osh (950 mt)
Si lascia il vasto bacino del Karakul procedendo verso nord. Al passo di Kizil-Art vi è il punto di confine dove si salutano la guida e gli autisti tagiki e, superate le formalità di frontiera, si prosegue con la nuova guida ed i mezzi kirghisi; il controllo dei passaporti per l’ingresso in Kirghizistan è alla base del passo. Si transita in un nuovo mondo fatto di vaste praterie punteggiate dalle yurte e da grandi greggi al pascolo, un radicale cambiamento dall’arido Pamir. Giunti nell’ampia vallata verde di Sary Tash, dove si affaccia imponente a meridione la candida catena del Pamir su cui svetta il Picco Lenin, si incrocia la strada che porta verso Kashgar nel Sinkiang; si valicano verso nord est i monti attraverso il passo di Taldyk, da dove col tempo limpido si vede per l’ultima volta la vetta del Picco Lenin, e si scende in direzione nord ovest incontrando vallate spettacolari anche policrome, dove si vedono i primi insediamenti di coltivatori. Si supera quindi il passo di Chyrchyk (2381 mt) arrivando nella città di Osh, la seconda per dimensioni del Paese, situata ai bordi della grande vallata di Fergana dell’Uzbekistan. Si alloggia presso l’hotel Sunrise  o simile; la tappa è di 280 km.

10°g.    13/8 Osh
Si visita il “Trono di Salomone”, importante luogo di pellegrinaggio musulmano, ed il museo. Oltre ai siti storici, una parte molto accattivante è il bazar di Jayma, ubicato nelle medesima posizione dai tempi del Via della Seta, ritenuto tra i più interessanti dell’Asia Centrale; vi si affollano kirghisi, tagiki e uzbechi e vi si trova ogni tipo di mercanzia e oggetti.

11°g.    14/8 Osh – Arslanbob (1700 mt)
Si lascia Osh contornando il confine uzbeco che delimita la parte più orientale della valle di Fergana transitando da Uzgen, che funse da capitale del canato di Kara-Khanid tra l’XI ed il XII secolo; si vista il mausoleo e si ci si reca al magnifico mercato, che è più piccolo ma forse anche più bello di quello di Osh. Oltre Jalal Abad (104 km) si prosegue per Arslanbob, dove si trova la più grande foresta di alberi di noce del mondo: si estende su un’area di 600.000 ettari. Si arriva per il pranzo presso una famiglia locale dove si alloggia anche per la notte. Si inizia quindi ad esplorare la zona con una passeggiata attraverso un ambiente di grande bellezza naturale dove si incontrano anche due cascate. La tappa è di circa 240 km.

12°g.    15/8 Arslanbob – Passo di Ak Moinok (2940 mt) – Kazarman (1310 mt)
Ci si reca a vedere la cascata più alta utilizzando una jeep Uaz locale (circa mezz’ora) a cui si aggiunge un tratto a piedi. Quindi si parte tornando a Jalal Adab per il pranzo. Si procede quindi in direzione nord est attraversando la catena di Fergana con il passo di Ak Moinok e, seguendo gli spettacolari costoni dei monti, si arriva a Kazarman, dove si alloggia in una comoda casa privata. La tappa è di circa 250 km.

13°g.    16/8 Kazarman – Passo Moldu-Ashu (3346 mt) – Lago di Son-Kul (3016 mt)  
Si procede in direzione est seguendo la strada che porta a Naryn; la si lascia andando a nord superando attraverso il passo di Moldu-Ashu la barriera di monti che cingono le alte pasture del bacino del Son-Kul. Questo stupendo e vasto lago è al centro di una regione utilizzata per la transumanza estiva dove si vedono anche diversi animali selvaggi; si alloggia nelle yurte, l’abitazione utilizzata da tutti i kirghisi che passano i mesi caldi attorno al lago. Per esplorare i dintorni è possibile noleggiare un cavallo. Si percorrono circa 240 km.

14°g.    17/8 Son Kul – Issikul 
Mattinata libera. Dopo pranzo si parte verso nord est per Kochkor (120 km) dove si vedono le produzioni artigianali di tappeti di feltro. Si prosegue arrivando in breve al lembo occidentale del vasto lago Issykul: lungo 170 km e largo 70, è un bacino d’acqua senza emissari che per via del contenuto salino e delle attività termali non gela mai. È situato tra due grandi catene di monti, propaggini del Tien Shan, i Kungey Ala-Too a nord, che delineano il confine col Kazakistan, e i Terskey Ala-Too a sud, dove si trovano diversi sentieri per il trekking. Si alloggia a Beltan (160 km da Kochkor) in un campo di yurte posto sulle rive del lago.

15°g.    18/8 Issikul – Bishkek
Si lascia il vasto lago di Issikul in direzione nord ovest per Bishkek, la capitale del Kirghizistan che dista circa 300 km. Sul percorso si visita il minareto di Burana, dell’XI secolo. Giunti in città ci si sistema presso l’hotel Asia Mountains o simile e si effettua una visita: le piazze Ala-Too e Pobeda, il parco Duboviy e la Galleria d’Arte.

16°g.    Domenica 19 agosto, volo di rientro
Il volo della Aeroflot parte alle 6.20 con arrivo a Mosca alle 7.50; si riparte per Milano Malpensa alle 11.05 con arrivo alle 13.40 o per Roma Fiumicino alle 8.50 con arrivo alle 11.35. Per gli orari di altre connessioni contattare Amitaba.

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L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

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