Skip to main content

Tagikistan, Afganistan (Wakhan) e Kirghizistan


Un sorprendente incontro con le culture e la natura dell’Asia Centrale

Incontro con le ospitali popolazioni tagike, pamire, wakhi e kirghize


Afghanistan, bimbe

Afghanistan, uomini a riposo

Afghanistan, gente del Wakhan

Afghanistan, pranzo locale

Afghanistan, cammello

PARTENZA
6/8/2019
RITORNO
24/8/2019
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
19 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio parte da Dushambe, capitale del Tagikistan, e, dopo l’esplorazione delle valli del Panj e del Bartang tra le ardite cime aride del Pamir, porta nella regione del Wakhan in Afghanistan, dove si trascorrono 7 notti tra il Pamir e l’Indokush. Rientrati in Tagikistan si valicano le catene del Pamir e, oltre il vasto lago Karakul, su cui si affaccia la catena glaciale del monte Lenin (oltre 7000 mt), si arriva in Kirghizistan tra i nomadi di queste regioni; qui, dopo un tratto tra i monti Alay, propaggine del Tien Shan, si giunge ad Osh ai margini della valle di Fergana, da dove si rientra in volo. È un percorso che si immerge nello spettacolo infinito della inimmaginabile natura di queste regioni, a cui si aggiunge un aspetto forse ancor più interessante, l’incontro con le ospitali popolazioni tagike, pamire, wakhi e kirghize che esprimono una genuinità che nel mondo oggi è quasi sconosciuta.

È un errore riprovare il già provato.
  • Dushanbe
  • Kulyab
  • Kalai Khumb
  • Rushan
  • Khidjez (Valle di Bartang)
  • Khorog
  • Ishkashim
  • Sultan Ishkashim (AFGHANISTAN)
  • Qalaipanj
  • Sarhad
  • Langar
  • Passo di Khargush
  • Yashikul
  • Murghab
  • Passo di Ak Baital
  • Karakul
  • Passo di Kizil-Art
  • Sary Tash
  • Passo di Taldyk
  • Osh

 Presentazione del viaggio


Dopo la visita di Dushambe si lascia la capitale del Tagikistan in direzione sud est entrando nelle montagne del Pamir ed arrivando al ruggente fiume Panj, che demarca il confine con l’Afghanistan. Se ne risalgono le acque, si sosta a Kalai-Khunb e, procedendo in direzione sud est, oltre Rushan con una deviazione che risale il corso del Bartang ci si addentra nel cuore delle montagne pamire. Qui con una breve escursione a piedi si raggiunge il villaggio di Jizeu, tra i più belli di queste remote montagne, luogo dalla bellezza bucolica contornato da laghetti fluviali. Tornati al Panj si arriva a Khorog, centro principale del Pamir e, continuando lungo il fiume, giunti a Ishkashim, nel punto più meridionale del Tagikistan, si varca il confine afgano, incontrando la guida locale afgana con i nuovi mezzi. Si soggiorna in Afghanistan per 7 notti potendo compiere un’approfondita esplorazione del “corridoio del Wakhan”, percorrendo con le jeep una strada sterrata che arriva fino al villaggio di Sarad-e-Broghil, dove anche la mulattiera termina, esplorando i villaggi e scoprendo questi incredibili spazi incastonati tra Tagikistan, Cina e Pakistan, all’ombra dei possenti monti dell’Hindokush, che superano anche i 6000 metri. Al di là dell’estrema bellezza del contesto naturale, sorprende l’incontro con le cordiali ed ospitali popolazioni dei wakhi, di religione ismailita. Si rientra in Tagikistan dallo stesso punto di confine trovando in attesa la medesima guida locale coi mezzi già utilizzati fino a qui. Si prosegue lungo il versante settentrionale del fiume Panj; domina l’orizzonte il monte Karl Marx, ed i villaggi pamiri sono molto interessanti, in particolare Yangm dove vi è un piccolo museo dedicato ad un santo sufi; a Langar si vedono antichissimi petroglifi. Oltre Langar si valica il passo di Khargush e si accede così all’altopiano pamiro a Burunkul ed al lago di Yashikul, un mondo questo scarsamente popolato da tenaci gruppi semi nomadici, orgogliosissimi dei loro peculiari cappelli bianchi. Dopo una deviazione nella remota valle di Shakhty per scoprire delle pitture rupestri si giunge al paese di Murgab, dove colpisce il peculiare mercato, e si punta verso nord per andare ai laghi di Rankul, in vista del Muztagh Ata (7546 mt) che occhieggia nei giorni limpidi dal Pamir cinese. Attraverso regioni desolate e spettacolari, habitat naturale dei cammelli bactriani ma ornate da laghi che contrastano con l’aridità dell’ambiente, si supera il passo di Ak Baital (4655 mt), il punto più alto dell’intero percorso, arrivando allo spettacolare lago Karakul, dove i monti glaciali della catena del Picco Lenin o Ibn Sina (7134 mt), si specchiano sulle acque turchesi del vasto lago. Oltre il Karakul si valica in direzione nord il passo Kyzyl-Art al confine col Kirghizistan, dove si fa il cambio di mezzi e guide locali. A nord del passo s’incontrano le prime aree nomadiche kirghise, in un territorio dove le pasture coprono le vallate e le yurte punteggiano l’orizzonte tra le grandi greggi; da qui, attraverso il passo di Taldyk (3615 mt), si scende a Osh (950 mt) ai bordi della fertile valle di Fergana, una regione che è il polmone agricolo del centr’Asia e punto di incontro/scontro storico dei gruppi etnici principali, dove si trova uno dei bazar storici più importanti della Via della Seta.

IL “CORRIDOIO DEL WAKHAN”

La sottile striscia di territorio che nell’estremo nord-est dell’Afghanistan si protende ad est verso la Cina e che divide il Tajikistan dal Pakistan è conosciuta come il “corridoio del Wakhan”. Questa peculiare definizione dei confini venne istituita nel XIX secolo per creare una barriera tra l’impero russo e quello britannico che si erano contesi il favore del khanato uzbeko di Kokand. La contesa di queste remote regioni dell’Asia Centrale tra i due imperi fu la prima guerra fredda, definita “Il Grande Gioco”. A composizione parziale del contrasto gli accordi anglo-russi assegnarono poi alla Russia gran parte del Pamir e, per siglare le zone d’influenza, fu creato questo corridoio di separazione.

NOTA TECNICA

SICUREZZA – Il sito della Farnesina (viaggiaresicuri.it) per il Tagikistan consiglia di prestare attenzione in particolare nel sud del Paese, anche se precisa che reati verso gli stranieri sono rari, mentre per l’Afghanistan sconsiglia assolutamente di andarci e precisa che se ci si reca è sotto la propria personale responsabilità. In merito, con riferimento al Tagikistan, va precisato che le zone oggetto di cautela sono principalmente nella parte sudoccidentale del Paese, mentre il viaggio si svolge lungo il confine sudorientale e tra i monti del Pamir, quindi in gran parte tra popolazioni ismailite e poi kirghise dove non risultano esserci stati problemi di terrorismo. Per l’Afghanistan il viaggio si svolge nei territori nordorientali del “Corridoio del Wakhan”, all’interno di un lembo di territorio compreso tra Pakistan, Cina e Tagikistan a cui si accede solo da Iskashim: di fatto un’enclave che con il resto del Paese non ha nulla a che fare ed è popolata da gente ismailita di etnia wakhi che è anche in assoluto contrasto ideologico con i talebani che controllano le valli a sud ovest. Anche qui, nel corridoio del Wakhan, non risultano esserci stati problemi di terrorismo. Detto questo, in considerazione del fatto che da un punto di vista istituzionale non si pongono distinzioni tra le diverse “aree” dell’Afghanistan, di cui il Wakhan rappresenta un’anomalia positiva, va tenuto presente che per la parte del viaggio che si svolge in Afghanistan non vi è la possibilità di alcuna polizza assicurativa e che Amitaba necessita da parte del viaggiatore una liberatoria di responsabilità che certifichi che si è informati di dove si sta andando e che lo si fa sotto la propria responsabilità.

MODALITA’ DEL VIAGGIO – Il viaggio si svolge quasi tutto in aree non turistiche e richiede quindi un certo grado di adattabilità: tutto perfetto per un viaggiatore, ma poco adatto per un “turista”. Fuori dalle città di Dushambe e Osh le sistemazioni sono semplici e in Tagikistan lungo il Panj c’è un alberghetto considerabile tale (acqua calda e bagno in stanza) solo a Khorog; tutte le altre sistemazioni sono in piccole locande tipiche o case. Alloggiando presso le famiglie locali si potrà sperimentare l’ottima ospitalità di persone che, pur abitando spesso in territori selvaggi, sono molto accoglienti. Si tenga presente però che sono alloggi in case private o semplici locande, con le stanze senza servizi e dove a volte può essere necessario dividersi tra donne e uomini del gruppo utilizzando due o tre stanze in tutto. Il cibo che viene proposto è sostanzioso e saporito; è importante portare con sé un sacco a pelo o almeno un sacco lenzuolo.
Per i trasporti in Tagikistan si utilizzano veicoli tipo Hyundai Starex (porta fino a 6 persone); in Afghanistan veicoli tipo Prado, Landruiser o simili; in Kirghizistan un pulmino Mercedes Sprinter.
La stagione prescelta è statisticamente la migliore; bisogna però tener presente che a volte può piovere e alle quote più alte dei passi non possono mai essere escluse precipitazioni nevose. Le temperature notturne nei luoghi più alti del percorso possono anche avvicinarsi allo zero termico mentre di giorno nei punti più caldi (es. Osh) si possono avere fino a 30 – 35 gradi.

UN APPUNTO SULLE QUOTE – La regione del Wakhan è situata a quote attorno ai 3000 metri e quando si sale sull’altopiano del Pamir si sosta a 3630 mt a Murgab e la notte successiva al lago Karakul a 3823 mt. Questa progressione di salita, dal fiume Panj al lago Karakul, nei viaggi svolti in modo analogo nelle cinque passate edizioni non ha causato problemi ai partecipanti; questo itinerario prevede in più un lungo periodo in Wakhan e quindi si giunge sul Pamir molto ben acclimatati.

 Programma del viaggio


1°g.  Martedì 6 agosto, partenza per Dushambe (TAGIKISTAN)
Il volo suggerito in andata è quello della Turkish Airlines che parte da Milano Malpensa alle 14.45 con arrivo a Istanbul alle 18.35; o da Roma Fiumicino alle 15.25 con arrivo alle 19.00. Da Istanbul si prosegue per Dushambe alle 20.55. (Orari dei voli da confermare)

2°g.  7/8 Dushambe
Si atterra a Dushambe alle 3.35 dove è in attesa dei partecipanti la guida locale; ci si trasferisce presso l’hotel Atlas (atlashoteldushanbe.com) o simile. Nel pomeriggio si visita la città; a Dushambe sono particolarmente interessanti il museo archeologico (con reperti che includono una statua del Budda che risale al regno di Kushan e testimonianze che iniziano dal periodo greco – bactriano) ed il museo nazionale (che ritrae la storia del Tagikistan includendo reperti degli scavi di Penjikent). Ci si reca poi al bazar di Shah Mansur e, dopo una cena tipica in cui si potrà gustare dell’ottimo qurutob, il piatto nazionale tagiko fatto con pane, yogurt, insalata di pomodori, cipolle ed erbette fresche, si completa la giornata con una breve passeggiata serale.

3°g.  8/8 Dushambe – Kulyab – Kalai Khumb
Si lascia Dushambe entrando nei monti ad est ed incontrando presto il grande lago artificiale formato da una diga, che ha creato forti dissapori con l’Uzbekistan per il problema del controllo delle acque e l’irrigazione. Si transita da Kulyab, dove si vede il mausoleo di Saiyid Ali Hamadoni, e sul percorso si visitano le rovine della città di Hulbuk (IX – XI secolo). Superata un’altra barriera di monti si arriva nella spettacolare valle del fiume Panj, uno dei grandi affluenti dell’Amu Darya, e, raggiunte le rive, si inizia a risalirne il corso. Sul versante opposto si vedono i villaggi afgani, da dove non traspare alcun segno del ‘mondo moderno’ e si osservano delle coltivazioni fatte su pendii di una pendenza estrema – è veramente difficile comprendere quale arte contadina possa riuscire a ricavare dei raccolti in tali posizioni, forse le più scomode al mondo? Giunti a Kalai Khumb si alloggia in un hotel, il ‘Karon Palace’ (karon-palace.com) o simile; la tappa è di circa 380 km.

4°g.  9/8 Kalai Khumb – Rushan – Khidjez (Valle di Bartang)
Si prosegue la risalita delle anse del possente fiume Panj, che continua a delineare il confine con l’Afghanistan; si è contornati da altissimi monti aridi, un percorso spettacolare. Si passano diversi villaggi e, dopo 174 km, quasi 5 ore, si transita da Rushan, un villaggio situato a sud est di Kalai Khumb che è già a maggioranza ismailita; a Parshinev vi è il tempio dedicato a Nosiry Khusrav, che diffuse per primo questa branca dell’islam nella regione. A Rushan si lascia la valle principale risalendo per circa 50 km le acque del fiume Bartang, un affluente, risalendone le svolte ed i cambi di direzione, procedendo gradatamente verso nord est. Si osservano piccoli villaggi abitati da persone ospitali che riescono a sopravvivere tra questi monti ripidissimi, nel cuore del Pamir, in un contesto naturale spettacolare. Si giunge così al villaggio di Khidjez (o Khijez), dove ci si accomoda in una tipica e accogliente casa pamira, la “homestay” Goibnazar, la nostra prima sosta in una casa tipica, il cui stile è molto simile a quello delle sistemazioni che sia avranno anche in Afghanistan. La pulizia solitamente è buona, si dispone di materassini posizionati a terra sui tappeti in stanze che spesso accolgono più persone (a volte ci si divide tra uomini e donne del gruppo) con i servizi esterni, al centro del soffitto della stanza principale comune spesso si ha un lucernario sostenuto da intrecci di legno geometrici. Un aspetto molto bello di queste sistemazioni è la condivisione che si ha con le persone del luogo, un magico momento d’incontro.

5°g.  10/8 Khidjez – Jizeu – Khorog (2200 mt)
Nei pressi del villaggio di Bargu si attraversa il fiume su un ponte sospeso e si imbocca il sentiero che risalendo un’area detritica porta in circa due ore al villaggio di Jizeu tra diversi laghetti fluviali, considerato tra i più pittoreschi della regione di Bartang e del Pamir tagiko. Si consiglia di esplorare il villaggio fino a dove finisce (30 min circa) per godere dei fantastici panorami. Tornati a valle si scende in auto lungo il corso del fiume fino alla confluenza col fiume Panj, dove si prosegue lungo la strada principale per Khorog (circa 60 km dal bivio). Arrivati a Khorog, centro amministrativo della regione del Gorno-Badakshan, una cittadina situata tra ripidi monti alla confluenza del precipitoso fiume Gunt con il Panj, si alloggia presso l’Hotel Lal (3*) o simile. La tappa è di circa 110 km, approssimativamente 3 ore di viaggio.

6°g.  11/8 Khorog
Al mattino ci eseguono le procedure per ottenere il visto afghano. Dopo pranzo si visitano il giardino botanico ed il museo, dove si resterà sorpresi nel vedere, tra i numerosi oggetti, i grandi ritratti dei padri della rivoluzione russa ed anche di Stalin.

7°g.  12/8 Khorog – Ishkashim – Sultan Ishkashim (AFGHANISTAN)
Si prosegue il viaggio lungo il fiume Panj arrivando nei remoti territori più meridionali del Tagikistan al villaggio di Ishkashim, nei cui pressi vi è il ponte che consente di entrare in Afghanistan, 104 km a sud di Khorog (circa 3 ore). Si passa il confine incontrando la guida afgana e le jeep, necessarie per la parte del viaggio che si svolge in Afghanistan; si pranza qui e nel pomeriggio si visita il “Woman business centre”, il tempio del villaggio ed il bazar. Si alloggia in una locanda.

8°g. – 13°g.  (13 – 18/8) Esplorazione del Wakhan afgano
Prima di partire è necessario far registrare i permessi per il rilascio del visto d’ingresso, si lascia quindi Sultan Ishkashim. In queste sei giornate si esplora la valle del Wakhan, percorrendola da ovest ad est lungo una strada sterrata che costeggia prima il fiume Panj e poi il fiume Wakhan, un tragitto che tra andata e ritorno copre circa 450 km. In questa regione convergono le catene montuose del Pamir e dell’Indukush e il paesaggio è meraviglioso, si osservano villaggi abbarbicati su verdi pendii coltivati e le bianche vette dell’Indukush che segnano il confine tra Afghanistan e Pakistan. La strada a tratti corre vicino o a strapiombo sul fiume per poi aprirsi in un’ampia vallata man mano che ci si avvicina a Sarad-e-Broghil, il paese dove termina la strada carrozzabile. Lungo il tragitto vi sono diversi siti interessanti, tra cui rovine e antichi santuari ornati con corna di stambecchi; si attraversano molti villaggi e si ammira il monte Kohe-Safed (o Baba Tangi) alto 6513 mt.
Straordinario è l’incontro con la popolazione dei wakhi che risiede in questa valle da più di 2500 anni; la loro lingua appartiene al ceppo iraniano e professano l’ismailismo sciita il cui attuale capo spirituale è Karim Aga Khan, che i wakhi venerano come diretto discendente del profeta Maometto, nonché 49° Imam. Si occupano di agricoltura (frumento, orzo, patate, legumi e alberi da frutto) e allevamento (capre, pecore e yak). Le case tradizionali sono costituite da una grande stanza sorretta da cinque colonne con quattro aree rialzate disposte attorno ad una parte centrale, da una cucina ed un atrio; la luce naturale proviene da un lucernario del tetto. Le cinque colonne rappresentano i cinque profeti maggiori (Fatima, Ali, Mohammad, Hassan e Hussein) oltre che i 5 pilastri dell’islam e, secondo alcuni, le cinque divinità di Zoroastro: infatti le origini di questo tipo di architettura risalgono a 2500 anni fa, ben prima dell’avvento dell’Islam.
Il programma, salvo aggiustamenti in loco che si rendano opportuni, prevede i seguenti spostamenti: 15/8 Sultan Ishkashim – Shukhawer – Khandod; 16/8 Khandod – Cascata d Abgarch – Gazkhan; 17/8 Gazkhan – Sargaz – Korat – Rachon – Sarad-e-Broghil e fonti termali; 18/8 Sarhad – Gazkhan; 19/8 Gazkhan – Qalaipanj; 20/8 Qalaipanj – Sultan Ishkashim.
Per l’intero percorso si alloggia in locande e case private, pulite e comode con i materassini adagiati sui tappeti, con i servizi esterni e dove a volte ci si divide tra uomini e donne del gruppo in stanze comuni.

14°g.  19/8 Sultan Ishkashim – Ishkashim (TAGIKISTAN) – Langar (2909 mt)
Si lascia l’Afghanistan riattraversando il ponte sul fiume Panj che riconduce in Tagikistan, ritrovando la squadra ed i mezzi tagiki che si erano lasciati il 14/8; superata Ishkashim si prosegue in direzione est seguendo ora il bordo tagiko del corridoio del Wakhan, con i ripidi monti dell’Indokush che orlano con vette glaciali spettacolari il versante afgano del fiume Panj e si ha la visuale del monte Karl Marx (6726 mt) che si erge sul bordo settentrionale della grande vallata. Giunti al villaggio di Yangm è molto interessante il museo dedicato al santo sufi Muboraki Vakhoni, dove con un pizzico di fortuna si viene accompagnati dal suo pronipote, l’uomo interessante e geniale che lo ha realizzato. Dopo questa bella esplorazione del villaggio si continua verso est incontrando il sito buddista con lo Stupa di Vrang e quindi il villaggio di Langar (circa 130 km da Sultan Ishkashim), dove si sosta per la notte. Nel pomeriggio salendo a piedi sul versante del monte si possono raggiungere gli interessanti graffiti rupestri sopra al villaggio; vi è un primo sito abbastanza vicino (30 min circa) ed uno più in alto (poco più di un’ora), che è più lontano ma più interessante e che offe una vista magnifica sulla valle ed il “Corridoio del Wakhan”.

15°g.  20/8 Langar – Passo di Khargush (4286 mt) – Yashikul – Shakthy – Murgab (3630 mt)
Si parte in direzione nord avendo una visuale ad ovest verso il picco Engels (6510 mt); si entra in zone ora molto più aride e desolate, un territorio che inizia ad essere abitato dai nomadi kirghisi, ed attraverso il passo di Khargush si lascia la regione del Wakhan arrivando sull’altopiano del Pamir. Oltre il passo superato un bel lago si incrocia la “M41” che arriva da Khorog. La si segue per un breve tratto verso ovest e con una deviazione si arriva al lago di Yashikul, posto a 3700 mt di quota oltre un colle ad ovest del villaggio di Burunkul, uno specchio di acqua purissima, rara gemma di bellezza tra le montagne selvagge del Pamir. Si continua il viaggio tornando sulla “Highway M41” e procedendo ora in direzione nord est si transita dal villaggio di Ali Chor, dove si visita la piccola moschea, e prima di Murgab si effettua una deviazione seguendo una traccia sterrata che porta verso sud tra le stupende ampie valli semidesertiche del Pamir fino al sito di Shakthy, dove in un anfratto del monte si trovano delle semplici pitture rupestri. Rientrati sulla strada principale si arriva quindi a Murgab, il paese più importante della regione, dove si alloggia presso una tipica locanda locale, il Pamir Hotel (pamirhotel.com) o simile. La tappa è di 140 km, 3 / 4 ore, più la deviazione. In questo paese si possono acquistare manufatti artigianali realizzati col feltro, passeggiando nello stranissimo mercato con le botteghe alloggiate in … container; la popolazione della regione è kirghisa ma in questo paese una metà è costituita da tagiki.

16°g.  21/8 Murgab – Rankul (3784 mt) – Passo di Ak Baital (4655 mt) – Karakul (3823 mt)
Si prosegue il viaggio verso il passo che porta nel bacino del grande lago Karakul; con una deviazione si entra nella valle di Rankul, a circa 60 km da Murgab: ornata dai laghi di Shor e Rang, nei giorni limpidi si ammira la vetta del Muztagh Ata (7546 mt), situato oltre il confine cinese. Qui è possibile provare a cavalcare i cammelli bactriani. Tornati sulla “M41” si prosegue la salita verso nord valicando il passo di Ak Baital, con panorami fantastici; si resta stupefatti dalla barriera che in molti tratti accompagna ed in diversi punti arriva a lambire la strada ad est: è il nuovo confine marcato dai cinesi dopo che hanno comprato un pezzo di territorio del paese dall’attuale governo, annettendolo così agli altri territori da loro conquistati in questo remoto angolo di mondo. La discesa, sempre in direzione nord, porta in breve al grande lago di Karakul, la vasta gemma di queste regioni nomadiche, formatosi nel bacino creato da un gigantesco meteorite: oltre le acque turchesi a nord ovest si erge il Picco Lenin o Ibn Sina (7134 mt). Si alloggia presso una semplice sistemazione locale; la tappa è di circa 150 km.

17°g.  22/8 Karakul – Passo di Kizil-Art (4336 mt) – Sary Tash (KIRGHIZISTAN) – Passo di Taldyk (3615 mt) – Osh (950 mt)
Si lascia il vasto bacino del Karakul procedendo verso nord. Al passo di Kizil-Art vi è il punto di confine dove si salutano la guida e gli autisti tagiki e, superate le formalità di uscita, si prosegue con la nuova guida ed i mezzi kirghisi; il controllo dei passaporti per l’ingresso in Kirghizistan è alla base del passo. Si transita in un nuovo mondo fatto di vaste praterie punteggiate dalle yurte dove pascolano grandi greggi, un radicale cambiamento dall’arido Pamir. Giunti nell’ampia vallata verde di Sary Tash, dove si affaccia imponente a meridione la candida catena del Pamir su cui svetta il Picco Lenin, si incrocia la strada che porta verso Kashgar nel Sinkiang; si valicano verso nord est i monti attraverso il passo di Taldyk, da dove col tempo limpido si vede per l’ultima volta la vetta del Picco Lenin, e si scende in direzione nord ovest incontrando vallate spettacolari anche policrome, dove si vedono i primi insediamenti di coltivatori. Si supera quindi il passo di Chyrchyk (2381 mt) arrivando nella città di Osh, la seconda per dimensioni del Paese, situata ai bordi della grande vallata di Fergana dell’Uzbekistan. Si alloggia presso l’hotel Orto Asia (ortoasia.kg/index.php/en) o simile; la tappa è di 280 km.

18°g.  23/8 Osh
Si visita il ‘Trono di Salomone’, importante luogo di pellegrinaggio musulmano, ed il museo. Oltre ai siti storici, una parte molto accattivante è il bazar di Jayma, ubicato nella medesima posizione dai tempi del Via della Seta, ritenuto tra i più interessanti dell’Asia Centrale; vi si affollano kirghisi, tagiki e uzbechi e vi si trova ogni tipo di mercanzia ed oggetti.

19°g.  Sabato 24 agosto, volo di rientro
Il volo suggerito per il rientro è quello della Aeroflot che parte alle 5.30 con arrivo a Mosca alle 7.10; si riparte per Milano Malpensa alle 8.25 con arrivo alle 11.10 o per Roma Fiumicino alle 9.40 con arrivo alle 11.45 (orari dei voli da confermare). Per gli orari di altre connessioni contattare Amitaba.

RICHIESTA INFORMAZIONI

Per qualsiasi domanda e curiosità,
compila tutti i campi del form:

 DOCUMENTI DI VIAGGIO

PAESI E TRADIZIONI

Entra nella sezione dedicata agli approfondimenti culturali:

Afghanistan, strada sterrata

 GALLERIA FOTOGRAFICA

Fiume Panj, arrivo nella vallata
Afghanistan, Safi la nostra guida
Afghanistan, bimbe
Afghanistan, uomini a riposo
Afghanistan, gente del Wakhan
Afghanistan, pranzo locale
Afghanistan, cammello
Vicino al confine
Afghanistan, casa locale
Valle afgana
Afghanistan, valle del Wakhan
Kirghizistan, yurte al Son Kul
Afghanistan, interno di una casa
Khorog
Lago Karakul

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.