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Nepal trek


Dolpo e Alto Dolpo, ai confini del mondo

Viaggio da 13 a 27 giorni. Periodo consigliato fine maggio e giugno


Arrivando a Dho Tarap

Tso La, tenda di pastori

Bijer

Tsagan Gompa

Cascata di Phoksumdo

 Sintesi del viaggio


Le valli del Dolpo sono tra i territori più remoti dell’Himalaia, in particolare l’area dell’Alto Dolpo a ridosso del Tibet. Vi sono diverse opzioni per tracciare un percorso: la scelta principale è l’inclusione dell’Alto Dolpo in quanto, al di là del maggior impegno richiesto, pone delle costrizioni importanti sulla scelta del periodo di visita. Il percorso qui illustrato espone in dettaglio un’opzione esplorativa piuttosto completa, che spazia da Dho Tarap fino ai confini settentrionali e rientra dall’imperdibile lago del Phoksumdo. La perlustrazione può essere ulteriormente estesa, ed ovviamente anche ridotta, limitandosi a visitare il Basso Dolpo, avendo in questo caso più opzioni per la scelta del periodo di visita. Nel testo di seguito sono indicate anche queste possibilità.

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 Presentazione del viaggio


Per delle informazioni generali può essere utile la pagina in “Paesi e tradizioni” dedicata al Dolpo

DURATA DEL VIAGGIO

Il programma suggerito prevede un tempo di 27 giorni, includendo due giorni di sosta, uno a Dho Tarap ed uno a Saldang, e due giorni di riserva per possibili ritardi nei voli interni nepalesi o altro. L’itinerario può essere ulteriormente esteso, ma già così come è delineato offre una visione bella e completa della regione. Per un percorso che includa solo la parte bassa del Dolpo può essere utilizzato un minino di 13 giorni in tutto: le tappe sono uguali fino a Dho Tarap e sul rientro da Ringmo al lago del Phoksumdo e, tra questi due punti, servono tre giorni attraverso due semplici passi.

IL PERCORSO QUI ILLUSTRATO (27 giorni)

Arrivati all’aeroportino di Juphal, adagiato sui fianchi di un monte, si risale il corso del fiume giungendo a Dho Tarap in quattro giorni, incluso quello del volo. In questo tratto sono di particolare interesse i villaggi di Dangibeta, Dunai e Heutaghar, Chhedul Gompa e le gole del fiume, progressivamente più aride, sono molto spettacolari. Dho è il villaggio principale del Basso Dolpo, dove si sosta due notti per godere del luogo e visitare la valle, con Ribo Gompa e i villaggi a est: Thoro, con il piccolo Gompa di Nyingma Phuk, e Sipchhog, anche questo con un interessante tempio. Proseguendo ad ovest di Dho oltre il bel villaggio di Takyu, ornato anche questo da un bel tempio, si sale al passo di Tso (4900 mt) che porta verso nord nella remota valle di Tingkyu in Alto Dolpo; si transita da Panzang, con i resti dell’antica dimora dei Re Ranag, e, oltre Tingkyu e l’eremo di Totung che lo sovrasta, si giunge a Shimen; ognuno di questi luoghi è estremamente pittoresco e interessante. Si valicano da qui i monti verso sud ovest (4500 mt) transitando da Koma, dove risiede uno dei Lama più venerati della regione, ed arrivando sull’altro versante a Saldang, il villaggio principale dell’Alto Dolpo. Oltre Saldang a nord si arriva fino alla remotissima valle del monastero di Yangtsher, con il villaggio di  Nishal e l’eremo di Pal Jang Chhup, poi da qui si scavalcano i monti verso ovest attraverso il passo di Yang (5200 mt) che porta a Bhijer, il punto meno facilmente raggiungibile dell’Alto Dolpo. Il sentiero da qui a Shey Gompa, che è il luogo di culto più importante della regione, è tra i più spettacolari dell’itinerario; si transita dall’eremo Bon di Samling e, nei pressi  di Shey, si visita l’eremo di Tsagan, incastonato magnificamente tra le rocce. Si ha ora di fronte il passo di Kang (5400 mt), il cui nome significa ‘neve’ e ne denota l’imprevedibilità, che porta verso sud al magnifico lago di Phoksumdo, dove si specchia il monastero Bon di Ringmo; si è così tornati nel Basso Dolpo. Da qui si ridiscendono le acque del possente fiume originato dal lago e, oltre i villaggi di Sepka e Suligad, si giunge a Juphal, dove si prende il volo per rientrare.

VARIANTI E POSSIBILITA’ ULTERIORI

Alto Dolpo con Nam Gompa e senza lo Yang La – L’11°g. dell’itinerario suggerito si arriva a Shimen e si sale a Koma, che merita; se da qui poi si torna nella vallata di Shimen e si prosegue, seguendo il deflusso del fiume, si arriva direttamente nella valle del monastero di Yangtsher e, proseguendo, si può includere (o meno) il villaggio di Karang, bello e con magnifiche visuali, e scendere quindi a Saldang. Da Saldang si prosegue per il monastero di Nam e da qui si risale poi la valle che porta a Shey Gompa, che dista circa un giorno e mezzo di cammino da Saldang. Da Shey se si volessero includere Samling e Bijer vanno investiti quattro giorni, rientrando a Shey.

Alto Dolpo centrale – Da Dho Tarap si può andare direttamente a Saldang esplorando l’area più centrale. Da Dho Tarap si arriva alla base del passo di Jenjla (5080 mt) e lo si valica il giorno successivo arrivando sull’altopiano di Chutang; si prosegue oltrepassando il Langmosi La (4900 mt) arrivando a Nyalde, lungo il fiume che fluisce verso Saldang, giungendo il giorno successivo al villaggio di Sibu, che è a cinque ore di cammino da Saldang. Un tragitto che richiede quattro giorni e mezzo.

Restare nel Basso Dolpo – Arrivati a Dho Tarap si può procedere per Ringmo, sul lago del Poksumdo, seguendo un sentiero che impegna per tre giorni attraverso i passi di Numla (5190 mt) e Bagar (5182 mt); si può fare questo anello anche arrivando prima a Ringmo

Arrivare o uscire da est (Mustang) – Un progetto che affascina molti appassionati è arrivare in Dolpo dal Mustang, che è situato più ad est. Non è un progetto impossibile, ma richiede adeguata preparazione. Il punto di raccordo è il villaggio di Charka, posizionato tra il Dolpo e la Kali Gandaki, la bellissima valle che si dipana tra Daulagiri ed Annapurna e porta attraverso il Mustang fino al Tibet. Charka è collegato da sentieri sia a Dho Tarap che a Tingkyu, all’estremo nord est dell’Alto Dolpo, che richiedono da due a tre giorni di cammino da entrambi i punti. Tra Charka e Jomason, villaggio principale della Kali Gandaki con anche un piccolo aeroporto, servono da cinque a sei giorni di cammino. Esiste poi anche un percorso che attraverso tre passi collega Chhedul Gompa, situato sul fiume Tarap prima di Dho, a Jomoson.

Arrivare o uscire da ovest – Vi è un tracciato che porta da Ringmo (lago del Poksumdo) fino a Jumla, in direzione ovest rispetto al Dolpo, un percorso che è seguito dagli appassionati della vita nepalese delle regioni arboree ad altitudini più basse.

QUANDO ANDARE, FATTORI CLIMATICI

I passi che portano nell’Alto Dolpo dall’autunno alla primavera sono chiusi per la neve mentre in estate, a causa dei monsoni, può essere problematico riuscire ad arrivare a Juphal, il villaggio perso nei monti del Nepal occidentale che si raggiunge con un volo “a vista”, da dove inizia il percorso a piedi. Per questi motivi il periodo migliore per andare nell’Alto Dolpo è sicuramente tra metà maggio e giugno, ovvero alle soglie del monsone ma dopo che il grosso delle nevi si è sciolto sui passaggi alle quote più elevate; in questo momento dell’anno si vedono anche bellissimi fioriture. Per il Basso Dolpo si possono considerare buoni anche i periodi primaverili ed autunnali. Come sempre per il clima, queste non sono regole assolute e diversi gruppi che hanno raggiunto Shey Gompa e Saldang anche in piena estate.

ORGANIZZAZIONE DEL VIAGGIO E NOTA TECNICA

Permessi – Il  Dolpo è un’area protetta e servono dei permessi speciali, che vengono predisposti dalla nostra organizzazione; le tasse d’ingresso per l’Alto Dolpo sono più alte che per la parte meridionale.

Logistica – È necessario utilizzare una logistica autosufficiente con campi mobili per dormire e scorte alimentari per mangiare; in alcune località ci sono oggi delle piccole locande, ma non ci si può farci conto per coprire gli itinerari. I campi vengono curati meticolosamente, oltre alle tende biposto per dormire si dispone di una tenda comune per i pasti e la convivialità, i campi vengono montati dagli assistenti nepalesi, la cucina è curata in modo adeguato da un cuoco professionista ed il bagaglio è trasportato da cavalli o portatori. Quando si è in cammino solitamente il pranzo è al sacco. Per lavarsi viene scaldata dell’acqua sul fornello da campo e il campo dispone di una tenda wc. È prevista sempre la presenza di un accompagnatore locale per l’intero viaggio e ci sono disponibili guide locali esperte dell’arte e della cultura che parlano la lingua italiana, che vanno prenotate con un certo anticipo.

A Katmandu vi sono diverse possibilità per la scelta degli hotel; Amitaba ne predilige alcuni ma possiamo riservare quelli preferiti se diversi.

Attrezzatura – È necessario attrezzarsi per sopportare anche le basse temperature e possibili piogge o nevicate. È fondamentale un sacco a pelo omologato a -10°C e vestiario e calzature che consentano il confort a queste temperature: un fattore di prudenza, perché non è usuale avere –10! Ma a volte può succedere che le temperature scendano anche nel periodo estivo e che arrivi la neve sui passi e anche più sotto.

Requisiti fisici e adattabilità – L’esplorazione del Dolpo richiede di dormire in tenda per un lungo periodo di tempo, si superano passi molto alti, anche oltre i 5000 metri, e alcune tappe sono lunghe, fino a 8 ore di cammino effettivo. È quindi un percorso adatto a persone in buona salute e forma fisica che abbiano già precedenti esperienze di viaggi esplorativi. Le tappe suggerite tengono conto del fattore di acclimatazione, misurato su una capacità di adattamento media. In molte aree all’occorrenza è possibile montare dei cavalli in caso di problemi sul percorso

Costo – Il costo varia in funzione del numero dei partecipanti (è possibile svolgere il viaggio anche individualmente), del tipo di servizi, alberghi e voli richiesti; sarà nostra cura fornire una valutazione economica in tempi brevi. I preventivi di viaggio di Amitaba includono sempre la polizza assicurativa Europ Assistance e non richiedono costi extra per iscrizione o altro.

 

Per dei consigli pratici di viaggio consultare la pagina Viaggiare in Nepal; per ogni chiarimento o richiesta, contattateci: amitaba@amitaba.net   – tel.: 02 33614196

 Programma del viaggio


(I tempi delle tappe sono indicativi, valutati per una persona mediamente allenata)

1°g.  Arrivo a Katmandu 
Accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente nepalese di Amitaba e trasferimento in hotel. Per chi desidera sgranchirsi dopo il viaggio è bello fare una passeggiata o allo Stupa di Bodnath o a quello di Swayambhunath, in funzione dell’hotel che si utilizza.

2°g.  Katmandu – Nepalganj
Partenza in volo per Nepalganj, una cittadina situata ai margini meridionali dei monti del Nepal occidentale. Alloggio in un modesto hotel, il migliore disponibile. Non è normalmente pianificabile di proseguire in volo per Juphal lo stesso giorno perché i voli per Juphal partono presto.

3°g. Nepalganj – Juphal (2400 mt) – Dunai
Si parte in volo per Juphal, un villaggio posto a circa 2400 mt su di un poggio a sud del fiume Thuli Beri, che raccoglie le acque delle valli del Dolpo. Si inizia già oggi il percorso a piedi con una tappa breve (circa due ore e mezza),  tenendo conto che dopo l’arrivo a Juphal serve organizzare il trasporto dei bagagli e fare un controllo finale dell’attrezzatura. Solitamente si pranza qui. Da Juphal si transita dall’interessante villaggio Dangibeta e si scende fino al fiume a circa 2100 mt e lo si segue risalendone le acque verso ovest fino a Dunai.

4°g. Dunai – Chhedhul Gompa (2600 mt)
Si prosegue lungo il fiume tutto il giorno oltrepassando il villaggio di Heutaghar e arrivando a Chhedhul Gompa, dove si pone il campo; circa sette ore di cammino. Da questo punto vi seguirà poi la valle che devia verso nord, nell’altra direzione vi è un sentiero che conduce fino a Charkha, da dove si arriva poi in Mustang.

5°g. Chhedhul Gompa – Serkam (3500 mt)
Oltre Chhedul Gompa la valle si stringe e diventa più ripida e progressivamente meno arborea; oltre Lahini nell’area di Serkham si supera un costone a circa 3600 mt, si scende quindi un poco e si continua fino al punto di campo. La tappa è di circa sette ore.

6°g. Serkam – Dho Tarap (4000 mt)
Si continua sempre lungo il fiume Tsarap con tratti di sentiero a volte alti sopra le acque ruggenti entrando nel territorio della valle di Dho, uno spazio più ampio tra le ripide ed aride montagne che ha consentito la fondazione di alcuni piccoli villaggi, di cui Dho è il principale. L’ambiente, la lingua, la cultura e le abitudini qui sono marcatamente tibetane, si coltiva la tsampa e lo yak è l’animale prediletto. 

7°g. Dho Tarap, Thoro e Sipchhog
Giornata dedicata all’esplorazione della valle. A Dho, oltre ai tipici Chorten, alcuni dei quali sormontano delle arcate quadrate che consentono di ammirare nella loro parte sottostante colorati mandala dipinti, è molto interessante il tempio Nyingmapa di Ribo Bumpa, fondato nell’XI secolo, considerato il più antico del Dolpo. Una bella passeggiata tra i campi di tsampa porta verso est al villaggio di Thoro, dove si trova il tempietto di Nyingma Phuk, e al villaggio di Sipchhog dove il tempio, di tradizione bon, rivela alcune belle statue.

8°g. Dho Tarap – Base Tso La
Si lascia il villaggio verso ovest; s’incontrano la scuola della valle ed alcuni villaggetti; a Takyu, il più grande, si visita Kakar Gompa. Si devia quindi verso nord iniziando la salita al passo dello Tso e ponendo il campo a circa 4600 mt di quota. La tappa è di circa quattro ore, più il tempo che si dedica ad esplorare i villaggi.

9°g. Tso La (4900 mt) – Verso Tingkyu
Il sentiero per il passo è piuttosto graduale e offre una progressiva apertura panoramica su un vasto orizzonte di montagne aride. La discesa lungo il versante settentrionale porta verso la valle di Tingkyu; in questa zona si vedono spesso le tende dei pastori che accudiscono le proprie greggi di preziosi yak. Si pone il campo dopo circa cinque ore di cammino.

10°g. Panzang – Tingkyu (4100 mt)  e Totung (4400 mt) – Phalwa (4050 mt)
Arrivati nella valle di Tingkyu, che si collega verso sud est, la direzione opposta al nostro percorso, al villaggio di Charkha da dove si può poi procedere verso il Mustang, si resta colpiti dai lunghi muri Mani, dagli antichi Chorten e dalle rovine di un antico villaggio. Qui si individuano ancora le rovine dello Dzong di Panzang, il castello da dove la dinastia Ranag prosperò a partire all’incirca dal XV secolo. Oltre, si arriva al villaggio di Tingkyu (circa tre ore e mezzo dal campo), il primo che s’incontra qui in Alto Dolpo, con le case di pietra scura dove sbucano piccole finestre, spesso colorate ed adorne di simboli di protezione, con i tetti pieni di arbusti secchi per il focolare, che sembrano quasi formare una piccola corona attorno ai tetti. Un luogo molto autentico da visitare, che ha anche una piccola scuola con studentelli belli e curiosissimi; ci si sente oggettivamente molto lontani dalle nostre dimore ed abitudini. Si dedica un po’ di tempo ad un’escursione sui monti a nord del villaggio per raggiungere Totung Gompa, un affascinante eremo appollaiato circa 300 mt più in alto, da dove si gode anche di un magnifico panorama. Tornati a valle si prosegue per un breve tratto, ponendo il campo al piccolissimo villaggio di Phalwa, impreziosito da un bel gruppo d Chorten.

11°g. Phalwa – Shimen (3900 mt) – Shimen La (4300 mt) – Koma (4015 mt)
Si segue il flusso del fiume fino a Shimen; sul versante opposto si vede il Gompa di Phu, che si può facilmente raggiungere superando un ponticello; è un luogo che ha un significato storico, perché fu qui che nel XIV secolo Sherab Gyaltsen, il grande illuminato annoverato tra le figure principali del buddismo tibetano, popolarmente conosciuto come Dolpopa, iniziò la sua progressione spirituale. Arrivando a Shimen (circa tre ore, più il tempo dedicato a Phu)  si vedono grandiosi muri Mani e importanti Chorten; il villaggio, edificato col medesimo stile, è più grande di Tingkyu. Qui si attraversa il fiume e si risale il versante meridionale della valle; se si proseguisse lungo il fiume si arriverebbe direttamente alla valle del monastero di Yangtsher, dove si giunge il 14°g. Si supera un panoramicissimo costone (Shimen La, 4300 mt) con grandiose visuali sulla valle di Shimen ed i monti circostanti; oltre una spettacolare gola si giunge a Koma, circa tre ore da Shimen, dove le case hanno un colore meno cupo perché per la costruzione vengono utilizzati anche mattoni terrosi.

12°g. Koma – Koma la (4500 mt) – Saldang (3900 mt)
Prima di lasciare Koma si visita il Gompa, accudito da Lama Tangla Tshawang, un Maestro di tradizione Nyngmapa che qui è molto venerato; non è raro vedere persone che portano la sua effige al collo, che fa capolino tra rosari di preghiera e cordini colorati di protezione. Si sale al passo (4500 mt), che si affaccia sulla valle di Saldang; si hanno panorami molto ampi sulle distese di monti aridi e, a nord ovest di Saldang, fanno capolino le cime che contornano lo Yang La, il passo dove si transita il 16°g. Si scende fino al fiume, ammirando il territorio arido, con diverse aree nelle parti più basse con ardite erosioni. Si sale quindi a Saldang, la cui quota ‘media’ è 3900 mt: infatti si considerano parte del villaggio le abitazione dal fiume alle creste dei monti. La tappa è di circa quattro ore.

13°g. Saldang
Questo bel villaggio, ben sparpagliato tra i monti e centro principale dell’Alto Dolpo, era stato scelto come punto di partenza del film ‘Himalaya’, che portò l’immagine di queste remote valli a conoscenza del mondo. L’Amci, o medico sciamano, che viene ritratto nel film risiede qui con la sua grande famiglia e, grazie all’aiuto dei francesi, ha potuto istituire un dispensario di medicina tradizionale. I siti più significativi sono i monasteri Nyingmapa di Samye Choeling (XVI secolo) e Jova (XIII secolo), e, nella parte alta del villaggio, è interessante visitare la piccola scuola.

14°g. Saldang – Valle di Yangtsher Gompa (3900 mt)
Rimanendo alti sul versante della valle si segue il corso del fiume arrivando fino alla confluenza con le acque che scorrono da Shimen (11°g.) – è interessante notare che questi fiumi fluiscono verso nord per poi scendere, dopo un tortuoso percorso tra profondissime gole, verso le pianure indiane a sud. Si pone il campo nei pressi della confluenza (3640 mt), a circa tre ore da Saldang. Da qui si risale la valle di Yangtsher fino al remoto villaggio di Nishal e quindi si raggiunge Yangtsher Gompa, il più grande monastero della regione, impiegando circa un’ora e mezza. Si visita anche il sovrastante eremo di Pal Jang Chhup, luogo mistico e sacro, molto interessante. Si torna quindi al campo presso la confluenza dei fiumi.

15°g. Yangtsher – Karang (4300 mt) –  Base dello Yang La
Si ripercorre per un breve tratto il sentiero di ieri e lo si lascia inerpicandosi sui crinali dei monti fino al villaggio di Karang in circa tre ore. Si sosta solitamente qui, nella parta lata di Karang, per una visita ed il pranzo; quindi di continua la salita sempre verso ovest, con panorami ampi e stupendi, arrivando alla base del passo. Vi sono diverse scelte possibili per il campo, il punto più usuale è situato a circa 4800 mt.

16°g. Yang La (5200 mt) – Bijer (3800 mt)
Il passo dello Yang è semplice, unica possibile difficoltà se dovesse nevicare, ma non è troppo scosceso e si passa tranquillamente; la salita dal campo suggerito richiede circa due ore. La discesa porta nella vallata di Bijer, una delle località più remote dell’Alto Dolpo che, per via delle cadute nevose sui sentieri di accesso, resta isolata per parecchi mesi all’anno. Il Gompa del villaggio è molto ben tenuto ed accudito da Lama Tenzin Gyaltsen e nel villaggio vi è una scuola costruita con l’aiuto dei francesi. Dal passo a qui servono circa tre ore e mezza di cammino.

17°g. Bijer – Samling – Tra (4450 mt)
Si lascia Bijer risalendo il versante meridionale della valle, potendo così godere di ottime visuali sul villaggio. Con una breve deviazione verso la gola si raggiunge il monastero Bon di Samling, circondato da 22 Stupa; fu fondato da Gyaltsen Rinchen nel XII secolo. Vive qui una piccola, ascetica comunità. Si riprende il sentiero principale, tra creste e pasture dove spesso si vedono brucare gli yak; si superano diversi costoni, il più alto di circa 4700 mt, con panoramiche entusiasmanti sulla profondissima gola che si snoda irraggiungibile e profonda ai nostri piedi. Si pone il campo nell’alpeggio di Tra, a circa 4450 mt di quota. La tappa è di circa sette ore.

18°g. Tra – Tra La (4700 mt) – Shey Gompa (4250 mt) e Tsagan Gompa
Dall’alpeggio si sale un altro panoramico costone a circa 4700 metri di quota, da dove si ha una bella visuale della valle che prosegue oltre Shey per il passo del Kang. Si scende ora verso la valle di Shey Gompa, dove si arriva in circa tre ore in tutto e si pone il campo. Si visita il sito e nel pomeriggio si segue per un tratto il fiume che si ammirava dall’alto raggiungendo in circa due ore l’eremo di Tsagan Gompa, abbarbicato alle rocce di una falesia.

19°g. Shey Gompa – Kang La (5400 mt) – Phoksumdo Khola (3700 mt)
Oggi si affronta una tappa impegnativa oltrepassando il punto più alto del percorso. Da Shey si procede lungo la valle che si inerpica verso ovest; giunti verso la conca in fondo ci sono due sentieri, uno più diretto e l’altro, più lungo, che fa un arco aggirando il monte verso nord, che è adatto agli animali da carico. Quindi solitamente la carovana dei cavalli segue il secondo e i viaggiatori la via diretta; alcuni preferiscono seguire le montature per evitare il rischio di trovarsi con dei ritardi nel trasporto del campo sull’altro versante. In ogni caso va fatta una valutazione sul posto, in funzione anche dell’eventuale presenza di neve che renda difficile il percorso diretto, infatti il sentiero adatto agli umani ha un’uscita piuttosto ripida. Il tempo richiesto per arrivare al passo è di circa quattro ore e mezza. La discesa è ripida e in più punti richiede di guadare il torrente. Si giunge infine a fondovalle e ci si accampa un poco più aventi dell’uscita della valletta. La tappa è di circa otto ore in tutto.

20°g. Phoksumdo Khola – Ringmo (3650 mt)
Seguendo la vallata, dopo aver superato un guado piuttosto ampio, si arriva in circa due ore sulle sponde del meraviglioso lago di Phoksumdo: una gemma turchese tra monti ora coperti di foreste, uno dei luoghi più pittoreschi dell’intero arco himalaiano. Si segue la sponda del lago alzandosi di circa 350 mt ed arrivando al villaggio di Ringmo, ubicato nel punto più meridionale del lago; una tappa che richiede da cinque a sei ore. Siamo ora rientrati nel Basso Dolpo.

21°g. Rigmo Gompa – Renje
Con una bella passeggiata (meno di mezz’ora) lungo le sponde del lago si raggiunge l’importante monastero Bon di Ringmo, Tshowa, fondato nel XIII secolo. Nel pomeriggio si lascia il villaggio iniziando il tragitto di rientro; ci attende la visuale sulla bellissima cascata formata dalla fuoriuscita delle acque del lago. Si cammina circa tre ore arrivando a Renje.

NB: se si avesse necessità di recuperare una giornata, partendo prima da Ringmo si può arrivare oggi a Sekpa e da lì a Juphal il giorno successivo. 

22°g. Renje – Sekpa – Suligad
Il sentiero si dipana tra meravigliose foreste arrivando al villaggio d Sekpa (circa tre ore); altre quattro ore circa e si giunge Suligad.

23°g. Suligad – Juphal
Ultimo tratto di cammino, in circa tre ore si arriva a Juphal. Qui, se si preferisce, si può dormire, anziché in tenda, in una locanda.

24°g Juphal – Nepalganj – Katmandu
Ci si imbraca sul piccolo areo che porta a Nepalganj, dove si prende un altro volo per Katmandu.

25° – 26°g. Giornate di riserva
È opportuno tenere almeno due giorni di riserva disponibili per possibili ritardi dovuti a cancellazioni di volo o imprevisti sul percorso. Se si completa il cammino nei tempi previsti, a parte un poco di gradito relax, si potranno fare delle visite nella valle di Katmandu, o anche recarsi a Chitawan o Pokhara.

27°g. Katmandu e volo di rientro 
Tempo libero fino a quando ci si reca all’aeroporto per l’imbarco sul volo internazionale. In funzione del volo di rientro utilizzato Amitaba predisporrà gli eventuali servizi aggiuntivi richiesti sia a Katmandu che a Delhi per chi transitasse dall’India.

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 DOCUMENTI DI VIAGGIO

PAESI E TRADIZIONI

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Famiglia di Koma

 GALLERIA FOTOGRAFICA

Shey, saluto tradizionale
Karang
Arrivando a Dho Tarap
Tso La, tenda di pastori
Bijer
Tsagan Gompa
Cascata di Phoksumdo
Valle dello Tsarap
Dho Tarap
Villaggio di Thoro
Salta allo Tso La
Panzang
Tingkyu
Donna e nipotino a Tingkyu
Totung Gompa
Koma Gompa
Yangtsher Gompa e Nisha
Bimbi a Samling
Samling Bon Gompa
Mamma e bimbo a Shey Gompa
Uscita dal Kang La
Ringmo Bon Gompa a Phoksumdo
Ringmo Bon Gompa
Villaggio di Ringmo
Decollo da Juphal

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.