Nepal trek
Alto Mustang – Rechung, Lho Manthang, Garphu e Luri; est. Muktinath
Viaggio da 18 a 21 giorni. Periodo consigliato da maggio a ottobre

Salendo verso Muktinath. valle di Tetang

Tetang

Cresta di Siyarko

Rechung Gompa

Luri Gompa

Sintesi del viaggio
L’Alto Mustang, situato a nord dei giganteschi massicci himalaiani del Daulagiri e dell’Annapurna, preserva un raro microcosmo dell’antica cultura tibetana; per accedervi sono necessari un permesso ed il rispetto di alcune formalità, motivo per cui l’ampio flusso di camminatori che frequenta la regione dell’Annapurna non ha mai invaso queste valli. Dal 2015 Lho Manthang, che è il centro principale delle regione, e diversi altri villaggi sono raggiungibili con una mulattiera percorribile in jeep; ma la strada non giunge in molti siti di grande interesse e bellezza e non arriva in alcune aree particolarmente spettacolari, tra cui la cresta di Siyarko. Pertanto molti appassionati della cultura himalaiana e del trekking prediligono esplorare questa regione camminando. Il percorso qui suggerito offre un’esperienza completa del territorio, della gente e della cultura del Mustang
.
Presentazione del viaggio
Da Katmandu si raggiunge in volo Pokhara e da qui, sempre in volo, la valle di Jomoson, da dove si inizia il trekking percorrendo inizialmente il versante occidentale della valle del fiume Kaligandaki. Si seguono profonde gole che stupiscono per la cromia delle rocce, godendo di un crescendo della bellezza naturale che nelle guglie di roccia rossa di Tramar va oltre l’immaginabile, e si giunge con alcuni giorni di cammino nelle zone più aperte adiacenti al Tibet. Si incontrano villaggi e isolati monasteri, tra cui Rechung e Lo Gekar, che secondo la tradizione orale è ritenuto essere il più antico del Nepal in quanto la sua fondazione è attribuita a Padmasambhava. Oltre Tsetang si arriva nella vallata dove sorge Lho Manthang, la capitale, cinta da mura che conservano un mondo fuori dal divenire del tempo, dove la gente vive con i propri greggi seguendo modi ed abitudini antiche: vi sorgono l’antico palazzo del re e alcuni templi che sorprendono per la preziosità delle opere d’arte. Da Lho Manthang ci si spinge con un’escursione a Garphu e alle grotte di Jhong, dove si potrà visitare un antico paese rupestre potendo sporgersi da una finestrella intagliata a picco sulle rocce, simile alle molte altre che, poste in luoghi altrettanto inavvicinabili, ci avranno incuriositi ed affascinati fin qui. Tornando verso sud si utilizza una giornata per raggiungere Luri Gompa, uno dei monasteri più antichi di Lho, appeso alle rocce in modo spettacolare, che nasconde uno Stupa finemente affrescato. Il sentiero del ritorno, raramente percorso, porta sui versanti orientali del grande bacino del fiume Kali Gandaki consentendo di visitare alcuni isolatissimi villaggi e di percorrere alcuni dei tratti più spettacolari dell’Himalaia tra Yara e Tange e lungo l’incredibile cresta di Siyarko, dove le profondissime erosioni colorate non trovano un confronto al mondo. Ridiscesi al fiume si può quindi scegliere se proseguire con un giorno di facile cammino per l’aeroportino di Jomoson, iniziando il rientro, o risalire il versante est della valle arrivando al santuario himalaiano di Muktinath.
Per un quadro sintetico sulla storia e la gente del Mustang è interessante consultare la pagina La regione del Mustang
La descrizione del programma si limita alla parte che si svolge in Mustang; solitamente i partecipanti arricchiscono il tour con delle estensioni per visitare siti d’interesse storico e culturale nella valle di Katmandu o in altre aree. Amitaba è a disposizione per modulare come si preferisce tutte queste esigenze, per le quali vi sono anche diverse indicazioni nel sito, e predispone anche tutti gli altri servizi necessari, se richiesti: voli internazionali dall’Italia, collegamenti aerei dall’India, dal Bhutan, dal Tibet e da altre destinazioni o collegamenti terrestri dall’India o dal Tibet.
ORGANIZZAZIONE DEL VIAGGIO E NOTA TECNICA
Con il trekking si raggiugono diversi punti remoti dove non vi sono le caratteristiche locande himalaiane; si avrà quindi con sé tutto quel che serve per essere autonomi. L’organizzazione è curata meticolosamente, oltre alle tende biposto per dormire si dispone di una tenda comune per i pasti e la convivialità, i campi vengono montati dagli assistenti nepalesi, la cucina è curata in modo adeguato da un cuoco professionista ed il bagaglio è trasportato da cavalli o portatori. Si dorme nella propria tenda ma sovente i pasti preparati dal nostro cuoco si consumano nelle case dei villaggi, avendo così un’occasione in più per vivere a contatto con la gente del Mustang; quando si è in cammino solitamente il pranzo è al sacco. In alcuni dei villaggi si potrà anche alloggiare nelle locande, usufruendo però sempre del proprio servizio di cucina. È prevista sempre la presenza di un accompagnatore locale per l’intero viaggio e ci sono disponibili guide locali esperte dell’arte e della cultura che parlano la lingua italiana, che vanno prenotate con un certo anticipo. Ci si muove in un ambiente naturale stupendo dove il terreno arido viene irrigato dallo scioglimento delle nevi, a nord di una cintura di monti glaciali che formano un’imponente barriera al flusso monsonico.
A Katmandu vi sono diverse possibilità per la scelta degli hotel; Amitaba ne predilige alcuni ma possiamo riservare quelli preferiti se diversi.
Il clima nell’Alto Mustang è normalmente secco, ma è sempre necessario essere attrezzati in modo opportuno per eventuali piogge, in particolare nel periodo monsonico, quando le precipitazioni nelle parti basse del percorso sono di norma. Le temperature variano in funzione del mese in cui si fa il viaggio, con punte sotto lo zero termico all’inizio ed alla fine del periodo ottimale per una visita, che va da fine aprile a metà novembre.
È necessario portare un proprio sacco a pelo; si suggerisce di avere con sé un sacco che offra un gradiente termico minimo di -5°c, stante che i valori citati dai produttori sono sempre stimati in modo molto ottimistico; nelle locande sono comunque disponibili coperte e trapunte, ma per motivi igienici solitamente si preferisce avere il proprio sacco a pelo.
Il costo del viaggio varia in funzione del numero dei partecipanti (è possibile svolgerlo anche individualmente), del tipo di servizi, trattamento, alberghi e voli richiesti; sarà nostra cura fornire una valutazione economica in tempi brevi. I preventivi di viaggio di Amitaba includono sempre la polizza assicurativa Europ Assistance e non richiedono costi extra per iscrizione o altro.
Per dei consigli pratici di viaggio consultare la pagina Viaggiare in Nepal; per ogni chiarimento o richiesta, contattateci: amitaba@amitaba.net – tel.: 02 33614196
DURATA DEL VIAGGIO
Il viaggio completo richiede 18 giorni. Per l’estensione a Muktinath ne servono altri 3, riducibili a due se si sosta lì una sola notte facendo le visite tra il giorno dell’arrivo e la prima parte del giorno successivo. Se si giunge a Lho Manthang in occasione del festival annuale è consigliabile sostarvi un giorno in più (quindi quattro notti anziché tre) potendo così seguire le celebrazioni senza rinunciare alle interessanti visite nella zona.
Se si vuole ridurre la durata del percorso si può sostare una notte in meno a Lho Manthang ed è anche possibile scegliere di effettuarne una parte con le jeep, tenendo presente però che questa opzione è possibile solo lungo il versante occidentale del Kaligandaki, tra Jomoson e Lho Manthang (il sentiero segue quasi sempre una traccia diversa dalla mulattiera jeeppabile, ma in più punti la interseca).
Programma del viaggio
(I tempi delle tappe sono indicativi, valutati per una persona mediamente allenata)
1°g. Arrivo a Katmandu
Accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente nepalese di Amitaba e trasferimento in hotel. Per chi desidera sgranchirsi dopo il viaggio è prevista una passeggiata o allo Stupa di Bodnath o a quello di Swayambhunath, in funzione dell’hotel che si utilizza.
2°g. Katmandu – Pokhara
Nel corso della mattina si prende il volo per Pokhara dove ci si sistema in hotel. Giornata libera.
3°g. Pokhara – Jomoson (2713 mt) – Kagbeni (2810 mt)
Si parte con un piccolo aereo da Pokhara per Jomoson con un volo spettacolare alle pendici dell’Annapurna. Inizia il trekking con una breve tappa di circa tre ore di cammino fino al bel villaggio di Kagbeni, dove si respira già la cultura del Mustang e si trova un piccolo monastero di scuola Sakya. Già nel breve percorso fino a Kagbeni si completa la transizione climatica dalle regioni arboree meridionali alla zona arida transhimalaiana; da ora si vivrà nel tipico ambiente del deserto d’alta quota. Sistemazione in tenda o in una semplice guest house.
4°g. Kagbeni – Tangbe (3060 mt) – Chhusang (2980 mt)
Si prosegue verso nord seguendo il corso del fiume, godendo verso sud della visuale sui ghiacci del Nilgiri e sul versante ovest del villaggio di Ty. Una breve salita impreziosita da muri Mani e chorten porta al villaggio di Tangbe a circa due ore da Kagbeni, dove si trovano anche i resti di un antico castello. Si consuma qui il pranzo al sacco portato dalla guida nepalese, avendo così la possibilità di visitare il villaggio. Si prosegue seguendo due grandiose anse della valle giungendo in breve a Chhusang, dove si montano le tende. Sulle pendici di un colle dietro al villaggio si può visitare un interessante tempio.
5°g. Chhusang – Chele (3050 mt) – Samar (3660 mt)
Per chi è interessato, al mattino una breve passeggiata porta al villaggio di Tetang, tra campi terrazzati incastonati in una spettacolare valle. Da Chhusang al villaggio di Chele, dove si sosta per il pranzo, si impiega circa un’ora; ai piedi di Chele il fiume scava il proprio percorso formando un tunnel nelle rocce, e dalle pareti di roccia rossa a picco occhieggiano le finestre di un antico rifugio rupestre. La salita per Samar (almeno 2 ore) si inerpica lungo una profonda gola dove sopravvive il villaggio di Gyakar, emergendo tra le alte pasture del villaggio di Samar, dove si pone il campo.
6°g. Samar – Rechung Gompa – Shyammochen La (3850 mt) – Geling (3570 mt)
Superata una piccola gola si raggiunge un panoramico colle da cui si vede la catena dell’Annapurna; ci si immerge in un profondo intaglio che conduce all’eremo di Rechung, che rivela nella grotta la presenza di alcuni Stupa. Dopo la visita si pranza e si sale quindi alle case di Shyammochen e all’omonimo passo, che segna l’ingresso nella regione di Lho, da cui si vede il villaggio di Geling, dove si trovano un monastero e alcuni stupendi Stupa decorati nello stile del Mustang. La tappa fino a Geling, dove si monta il campo, è di circa 5 ore.
7°g. Geling – Nya La (4010 mt) – Ghami (3520 mt) – Tramar (3820 mt)
Una graduale salita porta in meno di due ore al passo di Nya, da cui si accede alla valle di Ghami, dove si sosta per il pranzo; nei pressi del villaggio si trova il muro Mani più lungo del Nepal, visibile anche dal sentiero. Nel pomeriggio si risale il costone sul versante opposto della vallata di Ghami arrivando in breve all’area di Tramar (Dhakmar), dove si trovano stupende formazioni di roccia rossa. Una tappa di circa 5 ore; si pone il campo a Tramar.
8°g. Tramar – Mui La (4170 mt) – Lo Gekar – Tsarang (3560 mt)
Il sentiero lascia ripido le guglie rosse di Tramar emergendo da una stretta gola sulle alte pasture che portano al passo di Mui, da cui lo sguardo spazia sul vasto orizzonte incorniciato a sud dall’Annapurna e dalle cime “minori” del Thorong, Tilicho e Nilgiri – per menzionare solo le principali! La discesa porta all’antico monastero di Lo Gekar, la cui fondazione è attribuita dalla tradizione orale a Guru Rimpoce nell’VIII secolo. All’interno vi sono interessantissime e decorative figure in pietra scolpita; si sosta qui per il pranzo. La discesa transita dal villaggio di Gekar arrivando al massimo in due ore al campo nel bel villaggio di Tsarang, uno dei centri principali del Mustang, dove si trovano un monastero ed un vecchio palazzo reale.
9°g. Tsarang – Lho Manthang (3809 mt)
Si scende al fiume che fluisce dalla valle di Lo Gekar; dal versante a nord si godono ottimi panorami di Tsarang e del vasto arco himalaiano che circonda il villaggio. Si sale gradualmente ad un passo (3950 mt) che si apre sulla valle di Lho Manthang, che si erge come una cittadella di fiaba su di un plateau contornato da rocce erosive; la tappa richiede circa 4 ore e mezza. Dopo pranzo si dedica il pomeriggio all’esplorazione di questo splendido luogo. Lho Manthang è molto interessante da visitare, all’interno delle mura vi sono alcuni antichi monasteri di scuola Sakya con affreschi originali, il Palazzo Reale con la piazzetta dove si svolge il festival annuale (il Tiji). Camminando tra i viottoli ci si sente fuori dal tempo, incontrando la gente sorridente impegnata nelle proprie attività tradizionali.
10°g. Lho Manthang e dintorni
Nei pressi di Lho Manthang ci si può recare con una passeggiata, eseguibile anche a cavallo, a visitare Serkang, un luogo di ritiro dove si trovano anche diversi antichi Chorten, situato sui monti ad ovest di Lho; da qui si raggiunge il villaggio di Thingar, dove si trovano le rovine di uno Dzong. Rientrando a Lho si passa dal monastero di Namgyal.
11°g. Lho Manthang, escursione a Garphu, Chhoser e Jhong
Per questa escursione a nord di Lho si possono noleggiare dei cavalli; il percorso richiede in tutto tra le 4 e le 5 ore. Si lascia Lho lungo la mulattiera sterrata che congiunge il Mustang al Tibet. Si vedono alcuni bei villaggi; a Garphu c’è anche un piccolo monastero e nei pressi, a Chhoser, dove si transita per andare a Jhong, se ne trova un secondo, abbarbicato su una piccola rupe. Le grotte di Jhong, ben incastonate su di una parete di roccia colorata, sono accessibili; servivano da rifugio alla popolazione della valle in caso di incursioni ostili ed erano anche usate dagli eremiti.
12°g. Lho Manthang – Dhi (3300 mt c.a.) – Yara (3500 mt c.a.)
Si ripercorre il sentiero utilizzato arrivando fin poco oltre il passo, dove se ne imbocca uno poco battuto che segue la cresta dei monti spostandosi pian piano verso est. I panorami dalla cresta, che a tratti supera i 4000 mt di quota, sono inimmaginabili, con una visuale che spazia dall’Annapurna al Daulagiri verso sud e a tutte le montagne del Mustang attorno. Si scende lungo un ripido canyon con formazioni colorate di rocce erose che porta al fiume presso il villaggio di Dhi, dove si sosta per il pranzo; fin qui si impiegano circa 4 ore. Il sentiero per il piccolo villaggio di Yara, dove si pone il campo, risale un canyon formato da caratteristiche erosioni a canna d’organo, tipiche della regione che si attraversa, e impegna per circa un’ora e mezza.
13°g. Yara, escursione a Luri Gompa
Il sentiero prosegue lungo la valle, si può seguire il letto del fiume oppure salire ad un villaggio sul versante nord. In meno di due ore si arriva all’eremo di Luri, abbarbicato su di una rupe. La squisitezza degli interni sembra quasi incongrua con un luogo così selvaggio! Ai piedi della rupe sorge anche un tempio più recente e nelle pareti dei dintorni vi sono molti rifugi rupestri – se si esplorano, bisogna farlo con molta attenzione, perché sono molto friabili.
14°g. Yara – Tangge (3240 mt)
Si sale ad un plateau procedendo verso sud fino ad un profondo intaglio che porta con una discesa di 260 mt al guado sul fiume Dhechyang; se la corrente è forte si può attraversarlo montando un cavallo. Si sale quindi ad un passo che riporta a circa 3900 mt per poi raggiungere l’intaglio del fiume Tangge, dove si scende all’omonimo isolatissimo villaggio, un luogo molto bello con Chorten e muri Mani ad est dell’abitato. Si pone il campo; la tappa è di circa 6 ore.
15°g. Tangge – Pa (4050 mt c.a.)
Il sentiero risale per un breve tratto la valle ad est e porta ad un guado; superato il fiume si sale ad un passo di circa 4150 mt che offre avvincenti panorami verso nord, impiegando in tutto circa 3 ore e mezza. Oltre, si prosegue mantenendo la quota raggiunta fino al campo che dista circa mezz’ora, il luogo di sosta più alto del viaggio.
16°g. Pa – Chhusang (2980 mt)
Si raggiunge camminando senza molti saliscendi la cresta di Siyarko Tangk Danda, la cui spettacolarità non è descrivibile, dire “gran canyon” non basta! La si segue per un lungo tratto e si inizia poi la discesa seguendone il bordo, passando alti sopra al villaggio di Tetang. Si scende quindi fino a Chhusang, con una vasta panoramica verso sud e una visuale ad ovest sul sentiero di Chele percorso all’andata. La tappa fino al campo di Chhusang è di circa 5 ore (si fa sosta qui se si opta per andare a Muktinath).
Per chi rientra
16°g. Chhusang – Jomoson (2713 mt)
Da Chhusang per arrivare a Jomoson si può utilizzare una jeep locale, scendendo lungo il corso del fiume Kali Gandaki che si era seguito all’inizio e transitando da Kagbeni; a Jomoson, dove si alloggia in una guest house. Se si desidera fare tutto il tratto a piedi (si può richiedere un mezzo anche solo da Kagbeni) vanno calcolate al massimo 6 ore.
17°g. Jomoson – Pokhara – Katmandu
Partenza in volo per Pokhara nelle prime ore del mattino; la panoramicissima rotta contorna le falde del Daulagiri e dell’Annapurna. Con un secondo volo di raggiunge quindi Katmandu; sistemazione presso il medesimo hotel e pomeriggio libero.
18°g. Katmandu e volo di rientro
Tempo libero fino a quando ci si reca all’aeroporto per l’imbarco sul volo internazionale. In funzione del volo di rientro utilizzato Amitaba predisporrà gli eventuali servizi aggiuntivi richiesti sia a Katmandu che a Delhi per chi transitasse dall’India.
ESTENSIONE A MUKTINATH
17°g. Chhusang – Muktinath (3600 mt)
Il sentiero risale una valle laterale verso Tetang e da qui si inerpica sul versante meridionale giungendo ad un passo che si apre sull’anfiteatro tra i monti dove è ubicata Muktinath. La tappa è di circa 6 ore. Qui si alloggia in un lodge himalaiano (non serve un campo).
18°g. Muktinath
Muktinath è’ meta di pellegrinaggi da tempo immemorabile. In tempi antichi i Santi provenienti dall’India alla ricerca del mitico regno di Shambala scoprirono la misteriosa fonte d’acqua che sgorga tra le fiamme tenui di un fuoco perenne; la Terra poneva di fronte a loro la sintesi degli elementi, terra, acqua, fuoco e aria. Iniziarono così a raggiungere questo luogo remoto per meditare, rivelando solo a pochi discepoli l’ubicazione della sacra fonte. A Muktinath l’acqua miracolosa consente alle piante di crescere anche se ci si trova a 3660 mt, formando un bosco adornato da bandiere di preghiera, dove l’aria purissima è impreziosita dal suono di campanelle. In questo giardino naturale si siedono i Sadhu giunti scalzi dall’India e i monaci tibetani; le fedi convivono armoniosamente e sono sorti alcuni piccoli luoghi di ritiro, che appartengono a induisti, sia vishvaiti che shivaiti, e buddisti. Nei pressi di Muktinath, per chi è interessato, è possibile esplorare i villaggi posti sul lato nord della valle, che rivelano alcuni piccoli, antichissimi monasteri dove è ancora molto forte l’aspetto sciamanico Bön. Il più vicino è Chhuigur, di scuola Nyingma, che dista circa mezz’ora; proseguendo un poco ci si può spingere fino a Dzong (un’ora e mezza), che fu la capitale di un piccolo regno e conserva tutt’ora gli interessanti resti del castello.
19°g. Muktinath – Jomoson (2713 mt)
Facile e graduale discesa verso il fiume; si transita dal bel villaggio di Jarkot. La vista dall’alto di Kagbeni, con lo sguardo che spazia dalla vetta del Dhaulagiri al Mustang, lascia un ultimo, profondo ricordo. Tappa di circa 5 ore.
20°g. Jomoson – Pokhara – Katmandu
Partenza in volo per Pokhara nelle prime ore del mattino; la panoramicissima rotta contorna le falde del Daulagiri e dell’Annapurna. Con un secondo volo di raggiunge quindi Katmandu; sistemazione presso il medesimo hotel e pomeriggio libero.
21°g. Katmandu e volo di rientro
Tempo libero fino a quando ci si reca all’aeroporto per l’imbarco sul volo internazionale. In funzione del volo di rientro utilizzato Amitaba predisporrà gli eventuali servizi aggiuntivi richiesti sia a Katmandu che a Delhi per chi transitasse dall’India.
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