Skip to main content

Nepal


Mustang

Il Regno di Lho, microcosmo himalaiano


Tsarang e Annapurna

Dhakmar

Lho Manthang

Donna del Mustang

Ngi Phu Gompa

PARTENZA
17/9/2022
RITORNO
29/9/2022
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
13 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


La regione nepalese del Mustang offre uno stupendo incontro con l’affascinante mondo culturale dell’Himalaia che qui è impreziosito dalle antichissime, ed ottimamente preservate, tradizioni del buddismo tibetano. Partendo con le jeep dalle regioni arboree tropicali, con un avvincente percorso che tocca tutte le regioni climatiche intermedie, si giunge nel magico ambiente naturale del deserto trans himalaiano: la bellezza della natura oltrepassa ogni capacità descrittiva. Il viaggio porta in tutti i villaggi ed i siti più belli, includendo il santuario di Muktinath, e si arriva fino a Lho Manthang, la ‘capitale’ del Mustang, dove si sosta alcuni giorni potendo così esplorare questa remota ed affascinante regione. Dal 2015 il Mustang è raggiungibile con la jeep; ma anche se più approcciabile, il territorio è perfettamente ricco di tutti gli stimoli che fino ad oggi hanno attirato lassù i rari visitatori.

Un bambino senza educazione è come un uccello senza ali.
  • Katmandu
  • Pokhara
  • Marpha
  • Jharkot
  • Geling
  • Lo Manthang
  • Jomsom
  • Pokhara
  • Katmandu

 Presentazione del viaggio


Giunti in volo a Katmandu inizia il viaggio attraverso l’Himalaia che porta fino al Mustang; la prima tappa è Pokhara, con il lago che è entrato nell’immaginario di tutti i viaggiatori d’oriente. Si prosegue utilizzando con le jeep ancora verso ovest per Baglung e, arrivati all’imbocco della valle del Kali Gandaki, si inizia a percorrerla verso nord. Questa valle presenta il maggior dislivello dei versanti al mondo: un intaglio tra il Daulagiri ad ovest e l’Annapurna ad est, che superano gli 8000 metri, con il fondovalle che all’imbocco della valle è a circa 650 metri. Un aspetto incredibile è il velocissimo cambiamento ambientale che si incontra percorrendola: iniziando dalla vegetazione tropicale che ci accompagna fino a Tatopani, ad ogni svolta della valle troviamo un ambiente diverso: s’inizia dai banani, quindi alberi di agrumi, poi foreste di conifere e alberi di mele. Oltre Tukuche, ai piedi della spettacolare cascata di ghiaccio del Daulagiri, e Marpha inizia gradatamente il deserto trans himalaiano di alta quota, lo scenario che caratterizzerà il resto del viaggio.

Oltre Marpha, grazioso paesello di pietra con un interessante monastero buddista tibetano, si transita da Jomoson e si risale ad est la valle che porta a Muktinath, L’anfiteatro formato dai monti che la contornano ha visto prosperare diversi feudi storici, di cui Dzong e Jharkot sono i più importanti e belli da visitare; il santuario di Muktinath (vedi le note sotto) è meta ininterrotta di pellegrinaggio da parte dei pellegrini giunti dall’India, ed i diversi piccoli templi buddisti tibetani della vallata, tra cui il particolare tempio di Chhaingur, contribuiscono al forte senso di sacralità dei luoghi. In queste vallate, ai piedi del passo del Thorong, transita il trekking più popolare dell’Himalaia, il circuito dell’Annapurna.

Kagbeni, un bel villaggetto tradizionale con i viottoli stretti che si snodano tra antichi edifici, muri Mani e immagini di protettori che contornano l’antico Gompa, segna l’ingresso nel territorio ad accesso ristretto dell’Alto Mustang. Si procede da qui risalendo le anse del Kali Gandaki, tra le cromie delle rocce sempre più intense che impreziosiscono lo stupefacente scenario naturale dei villaggi di Tangbe e Chhusang, e, poco oltre, si sale sopra le profonde gole, dove in diversi punti occhieggiano le finestre scolpite di antiche dimore rupestri, godendo di un crescendo della bellezza naturale. Superando altissimi costoni desertici si incontrano stupende oasi d’alta quota, con i villaggi ornati dai particolari Chorten edificati nello stile unico del Mustang, dove si ammirano alcuni tradizionali templi buddisti. Le guglie di roccia rossa di Dhakmar (o Tramar), intrise di leggende, sono oltre l’immaginabile e, dai diversi punti del percorso, si ammira a sud la sfavillante vetta glaciale dell’Annapurna che troneggia su di un candido stuolo di monti ‘minori’. L’ampia oasi di Tsarang offre la visita di un monastero Sakya e del vecchio palazzo reale e, nella parte alta della vallata, si trova il sito Nyingmapa di Lo Gekar, che secondo la tradizione orale è il più antico del Nepal in quanto la sua fondazione è attribuita a Padmasambhava. Oltre Tsarang si giunge nell’ampia vallata dove sorge Lho Manthang, la capitale, cinta da mura che conservano un mondo fuori dal divenire del tempo, dove la gente vive con i propri greggi seguendo modi ed abitudini antiche: vi sorgono l’antico palazzo del re e templi che sorprendono per la preziosità delle opere d’arte. Ai margini settentrionali dell’ampio anfiteatro arido che la circonda si scorge l’ormai prossimo confine del Tibet.

A Lho Manthang si sosta per tre notti, potendo così godere appieno del luogo e dei suoi preziosi siti, includendo, fuori porta, Kimaling ed i Gompa di Namgyal. Ci si spinge con un’escursione verso nord a Garphu,

con il grazioso Gompa di tradizione Nyingmapa, il sito Sakya di Ngi Phu e le vicine grotte di Jhong, dove si entra in un antico rifugio rupestre potendo sporgersi dalle finestrelle intagliate a picco sulle rocce, simili alle molte altre che, poste in luoghi altrettanto inavvicinabili, ci avranno incuriositi ed affascinati fin qui. Completa l’escursione una camminata fino al remotissimo Konchhokling Gompa, dove si trovano anche antichi affreschi. È anche prevista una piacevole escursione a cavallo (opzionale) che porta sopra a Lho Manthang verso Serkhang e alle rovine del vecchio Dzong di Thinggar.

Tornando verso sud si segue la medesima strada fino a Jomoson dove si prende un aereo per tornare a Pokhara e da qui, con un altro volo, si prosegue per Katmandu dove, prima del rientro, si dedica una giornata ad interessanti visite culturali. (NB: questa giornata di visite si svolge alla fine del viaggio onde consentire un possibile giorno di recupero se vi fossero dei ritardi sul percorso).

NOTA TECNICA

Il Mustang, aperto al turismo dal 1992, è una delle zone del Nepal ad accesso ristretto; il numero di permessi rilasciati ogni anno è limitato e richiede il pagamento di cospicue tasse giornaliere, il cui costo è incluso nel prezzo del viaggio.

Per il tour vengono utilizzate jeep tipo Scorpio con 5 passeggeri (i mezzi dispongono di tre file di sedie). Il clima in questa stagione è normalmente secco, ma è sempre necessario essere attrezzati in modo opportuno per eventuali piogge; le temperature diurne sono confortevoli e le minime notturne previste nelle aree più alte sono di 5 – 6°C, ma si consiglia di portare con sé un abbigliamento adatto fino allo zero termico.

In tutto il tratto himalaiano fino al rientro a Katmandu si alloggia e si consumano i pasti nei ‘lodge’, le locande – rifugio himalaiane, che dopo decenni di trekking e passaggio di visitatori sono diventate dignitose e sufficientemente pulite; viene servito cibo gradevole con una discreta scelta. Ciascuna di queste è stata opportunamente selezionata tra le migliori disponibili; ma si tenga presente che i servizi sono spesso comuni e che l’acqua calda non è sempre disponibile.

È opportuno portare un proprio sacco a pelo; si suggerisce di avere con sé un sacco che offra un gradiente termico minimo di -5°c, stante che i valori citati dai produttori sono sempre stimati in modo molto ottimistico; nelle locande sono comunque disponibili coperte e trapunte, ma per motivi igienici è preferibile avere il proprio sacco a pelo.

UN BREVE CENNO SUL REGNO DEL MUSTANG

Il Regno del Mustang è una regione nel Nepal settentrionale situata a nord dei giganteschi massicci himalaiani del Daulagiri e dell’Annapurna a ridosso dell’altopiano tibetano del Ciangtang, che preserva un raro microcosmo dell’antica cultura tibetana himalaiana. Grazie all’inaccessibilità e remotezza dei luoghi il lignaggio reale, che conserva un ruolo di autorevolezza e di riferimento rispetto ai valori tradizionali più che di potere effettivo, è rimasto intatto dal 1400 giungendo oggi al 25° discendente di questa nobile dinastia. L’isolamento ha evitato i traumi subiti dalle regioni confinanti: dal passaggio dei Mongoli, alla conquista del Raja di Jumla e al dominio dei Gurkha. La predominanza di monasteri tibetani appartenenti alla scuola dei Sakya sono la testimonianza di legami con il Tibet che risalgono al XIII secolo, quando Sakya Pandita fu nominato tutore del Tibet da Kublai Khan, ed enfatizzano con la loro presenza la mancanza di successive interferenze. Gli appassionati d’arte trovano a Lho Manthang affreschi originali di stupefacente fattura, che esibiscono rarissimi mandala e figure tipiche di questa esoterica tradizione.
Nel passaggio dei secoli la diminuzione delle opportunità offerte dal commercio del sale dal Tibet unitamente al progressivo inaridirsi dei territori trans himalaiani ha contribuito a porre questa regione sempre più ai margini del divenire del mondo, portandolo ad un’economia di sussistenza che ha impedito una crescita demografica. Ma questi fattori fortunatamente non sono riusciti ad estinguerne la cultura, come la storia ha invece testimoniato per i vicini regni tibetani di Shangshung e Gughe.
La gente del Mustang, costituita da stirpi Bothia e tibetane, vive della coltivazione della tsampa (orzo) e di pastorizia. Ogni villaggio è essenzialmente autosufficiente; la gente è abituata da secoli a ritenere che nulla e nessuno sarà in grado di offrire un aiuto in condizioni avverse. Ma la durezza della vita non ne ha influenzato il carattere: troviamo un popolo miracolosamente sorridente ed ospitale, dei volti sereni, degli sguardi profondi. Un contributo a questa tranquillità giunge sicuramente dalla forte fede religiosa, immersa in una cultura esoterica che permea ogni cosa, un mondo spirituale dove si intrecciano il potente sciamanesimo himalaiano con il misticismo del buddismo tantrico: due anime fuse armoniosamente in un unico immaginario, i cui diversi tratti sono riconoscibili in modo distinto solo all’occhio di un esperto. Le figure dei Lama, i simboli ed i rituali forniscono un forte sostegno, proteggendo dalle influenze negative e dai pericoli naturali. Attraggono lo sguardo del visitatore le trappole per gli spiriti fatte con fili colorati e i teschi di animali posti a difesa dell’ingresso di molte case, o le statue falliche che proteggono l’entrata di alcuni villaggi; ma la forza maggiore, che spesso si rivela nello sguardo amorevole di molti anziani, è la potenza del mantra della compassione universale, Om Mani Padme Hum, scolpito ovunque sulle rocce e salmodiato da tutti.

MUKTINATH

Vedi anche: qui.   In tempi antichi i Santi provenienti dall’India alla ricerca del mitico regno di Shambala scoprirono nel cuore dell’Himalaia, a nord del massiccio dell’Annapurna, una misteriosa fonte d’acqua che sgorga tra le fiamme tenui di un fuoco perenne: di fronte ai loro cocchi vi era la sintesi degli elementi terra, acqua, fuoco ed aria. Iniziarono così a raggiungere questo luogo per meditare, rivelando a pochi discepoli l’ubicazione della sacra fonte, e nel corso del tempo Muktinath divenne la meta di pellegrini devoti. Qui l’acqua miracolosa consente alle piante di crescere anche se ci si trova a 3660 mt di quota, formando un bosco ornato da bandiere di preghiera, dove l’aria purissima è impreziosita dal suono di campanelle; assaporando la magia di questo eterico bosco ci si sorprende a chiedersi se non sia proprio qui la casa degli elfi. In questo giardino si siedono i Sadhu giunti scalzi dall’India ed i monaci tibetani; le fedi convivono armoniosamente, e all’interno del recinto sacro sono sorti alcuni piccoli luoghi di ritiro e templi che appartengono a induisti, sia vishvaiti che shivaiti, e buddisti.

 Programma del viaggio


1°g. Sabato 17 settembre, partenza in volo per il Nepal
Per andare a Katmandu non ci sono collegamenti diretti dall’Italia e molti viaggiatori scelgono di transitare da Delhi in India o utilizzano linee aeree che fanno scalo in Medio Oriente; vi è un’ampia scelta e Amitaba può prenotare il volo di maggior gradimento. La maggior parte dei collegamenti prevede di viaggiare la notte arrivando nella giornata successiva.

2°g. 18/9 Arrivo a Katmandu
Accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente nepalese di Amitaba e trasferimento presso l’hotel Manaslu. Relax, riposo e cena di benvenuto.

3°g. 19/9 Katmandu – Pokhara
Si lascia la valle di Katmandu con le jeep superando il piccolo passo che la cinge ad ovest e raggiungendo il fiume Trisuli, di cui si segue la corrente per un tratto; all’intorno si vedono diversi villaggi con i tipici campi terrazzati. Si continua sempre verso ovest incontrando diversi fiumi e valli fino a Pokhara, la cittadina più importante della regione posta sulle rive dell’omonimo lago. Qui ci si reca alla panoramica Stupa della Pace e quindi sulle rive del celebre lago, che è diventato un piccolo paradiso per gli acquisti e per un momento di relax in uno dei tipici baretti. Pernottamento presso l’Hotel Kuti resort, Kantipur o similare. La tappa è di circa 200 km e richiede approssimativamente 7 ore, offrendo un percorso molto interessante attraverso il mondo rurale del Nepal.

4°g. 20/9 Pokhara – Marpha (2600 mt)
Oggi la meta è Marpha, che dista circa 146 km. A Baglung (80 km) si arriva al fiume Kali Gandaki; da qui se ne risalgono le acque in direzione nord. Questo possente corso d’acqua scorre nella valle più profonda del mondo, che si apre tra l’Annapurna ed il Daulagiri e conduce fino in Mustang e poi in Tibet, con i ciclopici versanti dei monti che passano dai 650 dell’imbocco a fondovalle, dove crescono le banane, agli 8167 della vetta artica del Daulagiri ad ovest. Dirimpetto si erge l’Annapurna, di 8091 metri. Si attraversa un’incredibile varietà di aree climatiche, iniziando dalla natura tropicale e, ad ogni svolta della vallata, si osservano nuove forme arboree: dopo le banane troviamo prima gli agrumi, quindi le mele arrivando tra le foreste d’alta quota. Si transita da diversi paeselli, di cui i principali sono Beni, Tatopani (dove vi è una vasca d’acqua calda termale dove chi volesse può fare un bagno), Ghasa, Larjhung e Tukuche, quest’ultimo situato ai piedi dell’immensa cascata di ghiaccio del Daulagiri. Giunti a Marpha (2600 mt), un pittoresco villaggio con strette viuzze tra le case di pietra chiara sopra cui occhieggia un interessante Gompa, ci si accomoda in una caratteristica locanda (Tai Pong Lodge o simile); ad est troneggiano le incredibili pareti del Nilgiri, che svetta oltre i 7000 metri di quota. Si esplora questo stupendo villaggio e si potrà salire anche al Gompa, che offre una bella posizione panoramica. La tappa è la più lunga del percorso oltre Pokhara e richiede indicativamente da 6 a 7 ore di guida, in funzione delle condizioni in cui si trova la strada; lungo il Kali Gandaki il percorso è quasi tutta su sterrato.

5°g. 21/9 Marpha – Jharkot (3519 mt)
Si continua verso nord transitando da Jomoson (2790 mt), centro principale della regione dove vi è un piccolo aeroporto, da cui si prenderà il volo di rientro per Pokhara al termine del tour. Proseguendo si lascia la base della vallata risalendone il versante orientale; la transizione climatica è oramai completata: si è giunti nel territorio trans himalaiano caratterizzato da un clima prevalentemente secco, quasi desertico, con i monti privi di manto arboreo che rivelano la struttura geologica ed i colori della terra. Si esplora il versante settentrionale della vallata incontrando i villaggi di Dzong che, come suggerisce il nome, fu un antico feudo ed il cui castello, che si erge sul villaggio tradizionale, è ora in rovina, e di Purang. Prima di Muktinath vi è il villaggetto di Chhaingur, dove si trova un antico piccolo Gompa di scuola Nyingma e, poco oltre, il monastero femminile di Tharcholing. Giunti a Muktinath (3750 mt) si visita il santuario, uno dei luoghi più venerati dell’Himalaia; la vista spazia a sud ovest sul Daulagiri ed il Tukuche. Si scende quindi a Jharkot, un bel villaggio tradizionale, piacevolissimo da esplorare e con un interessante monastero, dove si alloggia in una tipica locanda.

6°g. 22/9 Jharkot – Geling (3570 mt)
Si scende fino a Kagbeni (2810 mt), tradizionale paesello posto lungo il fiume Kali Gandaki, molto accattivante da visitare, che presenta i tratti tipici dell’Alto Mustang, di cui demarca il punto d’ingresso ufficiale. Si gode verso sud della visuale dei ghiacci del Nilgiri e sul versante ovest del villaggio di Ty; la strada passa sopra al villaggio di Tange (3060 mt), dove si trovano diversi Chorten ed i resti di un antico castello, e si prosegue seguendo due grandiose anse della valle giungendo in breve a Chhusang (2980 mt), dove sulle pendici di un colle dietro al villaggio si può visitare un interessante tempio. Ai piedi di Chele, poco lontano da Chhusang, il fiume scava il proprio percorso formando un tunnel nelle rocce, e dalle pareti di roccia rossa a picco occhieggiano le finestre di un antico rifugio rupestre. Si prosegue il viaggio risalendo ora il versante occidentale della valle, oltrepassando Chele e Samar (3660 mt); si superano altissimi costoni, godendo di panorami inimmaginabili, e, oltre il colle di Yamda (3860 mt), si transita dal villaggio di Shyammochen, e, superato l’omonimo colle (3920 mt), che segna l’ingresso nella regione di Lho, si giunge al villaggio di Geling. Si fa tappa qui presso la locanda Tashi Lodge; l’oasi ospita alcuni stupendi Chorten decorati nello stile tipico del Mustang ed un bel tempio buddista tibetano.

7°g. 23/9 Geling – Lho Manthang (3810 mt)
Si sale al colle di Nya (4010 mt), il punto più alto del percorso che offre scorci panoramici eccezionali, dove lo sguardo spazia sul vasto orizzonte incorniciato a sud dall’Annapurna e dalle cime “minori” del Thorong, Tilicho e Nilgiri – per menzionare solo le principali! La discesa porta al villaggio di Ghami, nei cui pressi si trova il muro Mani più lungo del Nepal, edificato nel punto dove, secondo le tradizioni del luogo, Guru Padmasambhava sconfisse il terribile demone che ottenebrava queste regioni del mondo. Una magnifica deviazione porta da qui alla vicina vallata di Dhakmar (o Tramar), un piccolo villaggio con un tempio buddista dove si ammirano spettacolari falesie di roccia rossa, che, secondo le saghe, sarebbero di questo colore così intenso per via del sangue spillato dal demone. Tornati sul tracciato principale si continua verso nord superando un altro costone, il colle di Chinggel (3970 mt), e poco oltre si arriva nella vallata di Tsarang, uno dei centri principali del Mustang, dove si visitano il monastero ed il vecchio palazzo reale. Si risale quindi la vallata per raggiungere il monastero di Lo Gekar, che si dice originare dall’VIII secolo e la cui fondazione è attribuita a Guru Padmasambhava; all’interno vi sono interessantissime e decorative figure in pietra scolpita. Si torna quindi per un tratto a valle e si prosegue poi verso nord per Lho Manthang, l’antica capitale del Regno del Mustang, una cittadella di fiaba situata in un plateau contornato da rocce erosive. Ci si accomoda presso una delle sistemazioni migliori, il Lotus Hotel o simile, la locanda che farà da base per i prossimi giorni.

8°g. – 9°g. (24/9 – 25/9) Lho Manthang ed escursioni
Lho Manthang è molto interessante da visitare, all’interno delle mura vi sono alcuni antichi monasteri di scuola Sakya con affreschi originali e il Palazzo Reale con la piazzetta dove si svolge il festival annuale. Camminando tra i viottoli ci si sente fuori dal tempo, incontrando la gente sorridente impegnata nelle proprie attività tradizionali. Si avrà anche l’opportunità di per fare delle escursioni nella zona all’intorno, dove vi sono diversi luoghi che meritano una visita. Nei pressi del paese si trova il monastero di Namgyal e, un poco oltre lungo la medesima valle, Kimaling, ovvero il Palazzo estivo, ed il convento del Namgyal, dove si potrà visitare la scuola riservata alle piccole monache, che è sostenuta anche da un’organizzazione italiana. L’escursione più ampia porta a nord di Lho Manthang al villaggio di Garphu, dove si trovano un tempio Nyingmapa, e, poco oltre, il Gompa Sakya di Ngi Phu. Si raggiungono da qui le grotte di Jhong, ben incastonate in una parete di roccia colorata, dove è possibile entrare; servivano da rifugio alla popolazione della valle in caso di incursioni ostili ed erano anche usate dagli eremiti. Si completa questa magnifica esplorazione con un percorso a piedi che porta al Gompa di Konchhokling.

10°g. 26/9 Lho Manthang – Jomoson
Prima di lasciare quest’angolo di paradiso, partendo alla mattina presto chi è interessato si potrà recare con una passeggiata a cavallo sui monti alle spalle del paese (i cavalli vanno al passo e sono condotti dai loro proprietari, non serve essere cavallerizzi; il costo del cavallo – circa 15 euro – non è incluso, e si può anche fare il percorso a piedi). La meta sono i Chorten situati sull’altura ai piedi dell’eremo di Serkhang e da qui si prosegue per le rovine del monastero e dello Dzaong di Thingar. Il tragitto offre uno stupendo insieme di scorci storici e visuali. Le jeep attendono i partecipanti all’uscita del sentiero, ai piedi delle rovine dello Dzong, per rientrare a Lho Manthang. Si parte quindi verso le 11.30 per ripercorre in circa 6 / 7 ore la panoramicissima strada che porta a sud fino a Jomoson, dove si alloggia in un alberghetto, l’Om’s Home o simile.

11°g. 27/9 Jomoson – Pokhara – Katmandu
Partenza in volo per Pokhara nelle prime ore del mattino; la panoramicissima rotta contorna le falde del Daulagiri e dell’Annapurna. Con un secondo volo di raggiunge quindi Katmandu; sistemazione presso il medesimo hotel, pomeriggio e cena liberi.

12°g. 28/9 Katmandu: Pashupatinath, Bodnath, Durbar
Ci si reca a Pashupatinath, l’antichissimo santuario indù lungo le rive del fiume Bagmati dedicato a Shiva, luogo di pellegrinaggio dove giungono anche molti pittoreschi Sadhu. L’intera collina è un mondo da scoprire, disseminata di antichi tempietti immersi nel verde; sulla riva del fiume avvengono le cremazioni. Da qui si raggiunge il vicino Stupa di Bodnath, nel cuore del quartiere tibetano, ricco di botteghe, negozi e importanti templi e monasteri, dove si potrà scegliere un panoramico ristorantino per il pranzo. Si completa la giornata con la visita del centro storico di Katmandu: Durbar Square e dintorni con i magnifici templi, l’antico palazzo reale e la galleria nazionale d’arte. In serata è prevista la cena in un locale tipico dove si tiene uno spettacolo folcloristico. (NB: questa giornata di visite si svolge alla fine del viaggio onde consentire un possibile giorno di recupero se vi fossero dei ritardi sul percorso).

13°g. Martedì 29 settembre, volo di rientro
Tempo libero fino a quando ci si reca all’aeroporto per l’imbarco sul volo internazionale. In funzione del volo di rientro utilizzato Amitaba predisporrà gli eventuali servizi aggiuntivi che fossero richiesti sia a Katmandu che a Delhi per chi transitasse dall’India.

RICHIESTA INFORMAZIONI

Per qualsiasi domanda e curiosità,
compila tutti i campi del form:

 DOCUMENTI DI VIAGGIO

PAESI E TRADIZIONI

Entra nella sezione dedicata agli approfondimenti culturali:

Pietra scolpita, muro Mani di Ghami

 GALLERIA FOTOGRAFICA

Lho Manthang
Mura di Lho Manthang
Tsarang e Annapurna
Dhakmar
Lho Manthang
Donna del Mustang
Ngi Phu Gompa
Alto Mustang, strada sopra a Chele
Geling
Muro Mani, Ghami
Chorten verso Dhakmar
Tsarang
Chorten a Lho Manthang
Namgyal Gompa
Convento del Namgyal
Dzong di Thinggar
Grotte di Jhong
Valle di Lho Manthang

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.