Nepal
Magia di natura, storia ed arte
Vette del mondo e dello spirito

Patan Durbar, decorazione porta

Bodnath

Chitawan, rinoceronte

Dattatraya, Baktapur

Donna a Changu Narayan









Sintesi del viaggio
Il Nepal offre alcuni degli scenari naturali più coinvolgenti al mondo, passando dalla giungla, casa delle tigri e dei rinoceronti, alle inaccessibili vette glaciali, dove l’uomo ha intuito che vi fosse la dimora degli dei. In questo magico insieme vivono popoli che nel corso dei secoli hanno sviluppato forme artistiche uniche, con una plasticità delle forme che evidenzia la progressiva fusione di elementi induisti e buddisti, favorite dal non aver subito le tremende invasioni e sconvolgimenti che hanno afflitto le altre aree dell’Asia.
Questa preziosa eredità, che si incontra sia nei palazzi storici che nel raffinato artigianato, si affianca ad una spiritualità che permea la vita ed il modo di pensare e di porsi della gente, un humus che consente ancora l’emergere di menti illuminate. Il viaggio nasce dal desiderio di avvicinare e condividere tutto questo.
- Katmandu
- Swayambhunath
- Bhaktapur
- Pashupatinat
- Bodnath
- Bhaktapur
- Changu Narayan
- Durbar
- Patan
- Pharping
- Daman
- Chitawan
- Lumbini
- Tansen
- Pokhara
- Sarangkot
- Birethanti
- Gandrung
Presentazione del viaggio
Arrivati a Katmandu ci si dedica alle visite dei siti più significativi. Si inizia salendo il colle dello Stupa di Swayambunath e, sulle rive del piccolo fiume Bagmati, ci si reca al santuario shivaita di Pashupatinath, completando da qui con il grande Stupa di Bodnath, il vivace cuore buddista della valle, circondato dai negozietti dei tibetani e da una profusione di monasteri. A Baktapur e Changu Narayan si incontrano alcuni degli esempi più elevati dell’arte e del mondo culturale nepalese, frammisti ad un ambiente dove pulsa una ricca vita artigiana e rurale, dove storia e vita quotidiana condividono il medesimo spazio. Il centro storico di Katmandu, con Durbar ed i suoi bei palazzi, stupisce per la preziosità delle sue forme, ed ospita la Kumari, la dea vivente dei nepalesi induisti. Si prosegue per Patan, la più antica delle capitali della valle, attiva già dai tempi Ashoka (III secolo a.C.), arrivando poi a Pharping, dove con un pizzico di fortuna si potrà incontrare un venerabile Lama tibetano. Da qui si sale sui monti di Damam per godere di una vista tra le più grandiose dell’arco himalaiano (se è limpido lo sguardo giunge fino all’Everest!), per scendere poi ai loro piedi ed immergersi nella giungla di Chitawan, dove con l’ausilio dei rangers ed utilizzando anche gli elefanti si esplorerà uno degli ultimi regni delle tigri. Si prosegue per Lumbini, luogo della nascita del Buddha, ed oggi anche centro di pratica meditativa e religiosa, con templi e monasteri di gran parte delle tradizioni buddiste del mondo. Tornando verso i monti si sosta a Tansen, l’antica capitale del regno Magar, e da qui si raggiunge il lago di Pokhara, dove si sale sui monti che lo sovrastano per ammirare il tramonto e l’alba: qui lo scenario spazia dal Daulagiri ad ovest fino al Manaslu ad est, di fronte si hanno gli Annapurna ed il Machapuchhare. Da qui, utilizzando dei fuoristrada e con una breve passeggiata, si arriva a Gandrung nella valle che fluisce dagli Annapurna, un villaggio tradizionale ai piedi dell’Annapurna Sud ed al cospetto del Machhapuchare, con le case in pietra nel perfetto stile dell’etnia gurung. Poiché fino a ier l’altro si giungeva qui solo camminando, il luogo mantiene l’atmosfera dei mitici villaggi dei trekking. Rientrati a Pokhara si torna in volo a Katmandu, dove si avrà del tempo per gli acquisti, per i quali il Nepal è giustamente famoso, e si completerà con una serata di musica e danze nepalesi.
NOTA TECNICA
In Nepal a marzo il clima è secco e fresco; a Katmandu, che è situata a 1350 mt, le minime stagionali notturne indicano 7°C e le massime 24°C; si tenga comunque presente che possono sempre esserci piogge locali. Per gli spostamenti si utilizzano dei comodi pulmini e gli alloggi sono puliti con camere dotate di bagno con acqua calda e lenzuola, tranne che nel villaggio di Gandrung, dove si alloggia in un rifugio himalaiano in stanze non dotate di servizi.
Il visto nepalese viene rilasciato all’aeroporto, serve una foto e il passaporto deve avere almeno sei mesi di validità dal momento dell’ingresso nel Paese.
Programma del viaggio
1°g. Domenica 3 marzo, partenza in volo per il Nepal
Non ci sono collegamenti diretti dall’Italia per Katmandu ed alcuni viaggiatori scelgono di transitare da Delhi in India; vi è un’ampia scelta di compagnie aeree e Amitaba può prenotare quella di maggior gradimento. La maggior parte dei voli prevede di viaggiare la notte arrivando nella giornata successiva.
2°g. 4/3 Arrivo a Katmandu
Accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente nepalese di Amitaba e trasferimento all’hotel Shambaling. Per chi desidera sgranchirsi dopo il viaggio è prevista una passeggiata allo Stupa di Bodnath, che dista circa 15 min dall’hotel, per un primo incontro con la magia che si respira nei luoghi sacri di Katmandu.
3°g. 5/3 Katmandu: Swayambhunath, Pashupatinath, Bodnath
Si iniziano le visite recandosi all’antichissimo Stupa di Swayambhunath, che si erge su di un panoramico colle adornato di tempietti, attorno alla cui base vi è un percorso di circumambulazione arricchito da muri Mani, ruote e bandiere di preghiera; nei pressi e sulle adiacenti colline di Manjushri e Saraswati vi sono diversi templi ed anche grandi statue con le figure principali del buddismo tibetano. Si prosegue per Pashupatinath, l’antichissimo santuario indù lungo le rive del fiume Bagmati dedicato a Shiva, luogo di pellegrinaggio dove giungono anche molti pittoreschi Sadhu. L’intera collina è un mondo da scoprire, disseminata di antichi tempietti immersi nel verde; sulla riva del fiume avvengono le cremazioni. Da qui si raggiunge il vicino Stupa di Bodnath (se lo si desidera è possibile arrivarsi a piedi con un sentiero alle spalle del sito), nel cuore del quartiere tibetano, ricco di botteghe, negozi e importanti templi e monasteri; ci sono anche alcuni panoramici ristorantini dove per una gradita pausa. Nei dintorni del grande Stupa si visitano quello Nyingma di Sechen, sede della reincarnazione di Dilgo Kyentse Rinpoche, il “monastero bianco” Ka-Nying di tradizione Kagyu e Nyingma fondato da Urgyen Tulku e, tempo permettendo, anche altri.
4°g. 6/3 Katmandu: Baktapur, Changu Narayan, Durbar
Baktapur, il cui nome significa “città dei devoti”, è la meglio preservata tra le tre antiche capitali della valle di Katmandu. Qui è più facile rivivere l’atmosfera che permeava la vita della gente prima del recente avvento della “civiltà” moderna. Oltre al piacere di curiosare, questa città-villaggio offre esempi stupendi di architettura newari, tra cui la Nyatapola Mandir, una pagoda a cinque livelli, e le tre piazze di Durbar, Tumadhi e Dattatraya. Dopo la visita ci raggiunge Changu Narayan, un villaggio che ha conservato in larga misura il suo aspetto tradizionale, posto su un’altura, con un bel panorama sulla valle, dove al suo apice è ubicato un magnifico santuario dedicato a Vishnu. Si completa la giornata con la visita del centro storico di Katmandu: Durbar Square e dintorni con i magnifici templi, l’antico palazzo reale e la galleria nazionale d’arte.
5°g. 7/3 Katmandu – Patan – Pharping – Daman
Ci si reca a Patan, la più antica delle tre capitali della valle di Katmandu. La piazzetta centrale, dove sono anche qui ancora evidenti i danni causati dal recente terremoto, è un gioiello dell’architettura newari; tra i vari templi della zona circostante i più importanti sono il Tempio d’Oro e il Kumbeshwor. Si prosegue quindi per il villaggio di Pharping, a sud di Patan, per incontrare presso la sua residenza, se è presente, Lama Monlam, un sant’uomo di 92 anni che ha visitato più volte l’Italia; in gioventù era uno dei monaci del Potala e dopo la fuga dal Tibet ha proseguito con una vita profondamente ascetica diventando per molti oggi un esempio fortissimo di profondità spirituale e nobiltà d’animo. Stante l’età della persona, l’incontro potrà svolgersi in funzione del suo stato di salute. Da Pharping si continua per Danan, salendo le montagne in direzione sud ovest, un tratto che da Pharping è di soli 57 km ma che può richiedere anche 3 ore o più. Qui si alloggia e si cena presso l’Everest Panoramic View Resort, situato a circa 2300 mt. La posizione offre uno stupendo panorama sulla catena himalaiana, perché si è un poco arretrati a sud e non si hanno cime più alte tra qui e l’arco dei giganteschi monti che contornano l’altopiano del Tibet; si ha così una visuale ampissima che diventa ancor più bella con le luci del tramonto e dell’alba.
6°g. 8/3 Daman – Chitawan
Si scende da Daman verso sud e giunti nelle aree più pianeggianti alla base dei monti si prosegue verso ovest per il Parco Nazionale di Chitawan, arrivando per il pranzo al Safari Narayani; il tragitto è di circa 130 km, approssimativamente 5 ore. Questo resort è una comoda base da cui si esplora il territorio, immersi nella foresta del parco su di un colle che sovrasta il fiume Rapti, il corso d’acqua che segna il confine occidentale del Parco. Quest’area naturale, dichiarata riserva nel 1970 e successivamente Parco Nazionale, si estende per 932 kmq e ospita; tra gli animali più celebri, un gran numero di rinoceronti e di tigri, oltre a diversi tipi di gazzelle, bufali, coccodrilli ed una grandissima varietà di uccelli (525 specie!). Nel corso del giorno e mezzo che si trascorre qui si seguiranno diverse attività con la guida degli esperti ranger, iniziando con un’introduzione al luogo che solitamente si tiene presso le stalle degli elefanti. Si consumano tutti i pasti nel ristorante del resort.
7°g. 9/3 Chitawan
Nella giornata di oggi si inizia all’alba, quando è più facile vedere gli animali. Le attività previste durante il soggiorno a Chitawan sono diverse ed interessanti. Un safari di circa un’ora e mezza con gli elefanti nella foresta; la visita ad un villaggio dell’etnia Tharus utilizzando carri trainati dai buoi; una camminata guidata nella foresta – che presuppone di attenersi scrupolosamente alle indicazioni date dal ranger; discendere il corso del fiume Rapti per circa 5 km con le canoe tradizionali, che è il modo migliore per osservare gli uccelli acquatici e gli animali sulle rive mentre si scivola in silenzio sull’acqua; la visita al centro di riproduzione dei coccodrilli; e si assiste al bagno degli elefanti nel fiume, dove chi vuole potrà aiutare a spazzolare i pachidermi!
8°g. 10/3 Chitawan – Lumbini
Si seguono verso ovest le pianure che lambiscono in monti himalaiani arrivando a Lumbini, un viaggio di circa 140 km che richiede da 4 a 5 ore; si alloggia e si cena presso l’hotel Buddha Maya Garden e si dedica il pomeriggio alle visite. A Lumbini nacque il Buddha; nel Giardino Sacro nel 1996 è stata portata alla luce una pietra che segna il punto dove secondo la tradizione avvenne la nascita. Il sito è tranquillo ed è istituita una vasta area protetta dove sono stati costruiti i monasteri di tante diverse tradizioni, molti dei quali interessanti da visitare; si ha così l’opportunità di vedere in un unico spazio i diversi stili dei templi buddisti dell’Asia.
LA NASCITA DEL BUDDHA
Secondo la tradizione, il padre di Siddharta Gautama fu il re Shuddhodana e sua madre la regina Maya, che lo partorì nel parco di Lumbini, non lontano dalla città di Kapilavastu, capitale del piccolo regno dei Shakya. La data di nascita del Buddha è ancora oggetto di discussioni: secondo il pandit kashmiro Sakya Sri, che giunse in Tibet all’inizio del XIII secolo, il Buddha nacque circa 2500 anni fa. Ciò concorda con la posizione generalmente accettata dalla tradizione Theravada ma, secondo alcuni studiosi tibetani, il Buddha apparve nel mondo più di 3000 anni fa. C’è poi una terza opinione che fa risalire la nascita del Buddha all’VIII secolo a.C. Nonostante le contrastanti asserzioni sulla data di nascita del Buddha, la letteratura mostra generale accordo riguardo agli eventi principali della sua vita che, al di là della leggenda, esemplifica le immense potenzialità e capacità che sono intrinseche della natura umana. Si narra che Siddharta, dopo una serie innumerevole di esistenze in forma animale, umana e divina condotte compiendo azioni compassionevoli verso ogni essere vivente, fosse giunto all’ultima incarnazione durante la quale, per i meriti acquisiti, avrebbe conseguito l’Illuminazione e predicato la dottrina che ad essa conduce. Si racconta che egli, prima di rinascere nel parco di Lumbini, risiedesse nel paradiso di Tushita, il luogo in cui gli dei vivono in perfetta beatitudine. Qui, essendo maturato il tempo dell’ultima esistenza, decise di venire al mondo. La narrazione della nascita di Buddha è arricchita da particolari straordinari: egli nasce dal fianco destro della madre, la terra trema e soffiano leggere brezze che conducono nell’aria soavi profumi, mentre gli dei esprimono il loro compiacimento facendo cadere una pioggia di fiori di loto. La tradizione artistica raffigura generalmente questo avvenimento mostrando la madre Maya in piedi, sotto un albero, circondata dalle ancelle e sorretta dalla sorella, mentre il bimbo fuoriesce dal suo fianco. Al parto miracoloso partecipano anche due divinità del pantheon brahmanico: Brahma e Indra. Quest’ultimo accoglie il bimbo su un candido panno, a significare che la sua nascita è un evento che coinvolge non solo le sorti del genere umano, ma l’intero cosmo. Gli stessi dei si prostrano dinanzi al Buddha nascente poiché attendono ansiosi la predicazione del Dharma (la dottrina) che li renderà finalmente liberi. Al bambino vengono posti i nomi di Siddharta (Colui che ha raggiunto lo scopo) e di Gautama poichè egli deriva dalla stirpe brahmanica di Gotama. La mamma morì pochi giorni dopo il parto ed il bimbo venne allevato dalla sorella di lei, Mahaprajapati, che era la seconda moglie del re. Gautama era venuto al mondo recando sul proprio corpo dei segni straordinari che ne lasciavano intuire la grandezza. Interpretandoli, i veggenti che frequentavano il palazzo predissero a Shuddodana, il papà, che il bambino, qualora fosse rimasto nel mondo sarebbe divenuto un chakravartin, ossia un sovrano universale. Se diversamente, nel corso della sua esistenza, avesse deciso di abbandonare la vita di corte per intraprendere un sentiero spirituale, sarebbe giunto allo stato di Buddha perfettamente compiuto.
9°g. 11/3 Lumbini – Tansen
Nel corso della mattina si potranno completare le visite e, prima di partire, visitare le rovine di Kapilvastu, la capitale del regno dove nacque il Buddha (vi è ‘concorrenza’ su questo: anche oltre il vicino confine dell’India ci sono delle rovine che là vengono considerate quelle “vere”…). Si procede quindi per Tansen, centro principale della regione di Palpa, 75 km a nord ovest di Lumbini, un percorso di circa 3 ore e mezza. Questa cittadina è un luogo interessante: il centro ha un aspetto medioevale con vicoli ripidi dove le auto non possono transitare e palazzi in stile Newari con le tipiche finestre finemente intagliate; in passato fu la capitale del regno Magar, che per un luogo periodo fu uno dei più potenti principati del Nepal. Si alloggia e si cena presso l’hotel Papali Chen.
10°g. 12/3 Tansen – Shanti Stupa – Pokhara – Sarangkhot
Si parte per Pokhara che dista circa 123 km a nord ovest, un percorso che richiede circa 4 ore di guida. Giunti a destinazione ci si reca per una visita alla Pagoda della Pace, posizionata in bel punto panoramico sopra al celebre lago di Pokhara. Si visita la cittadina, dove il lungolago (siamo a 800 metri ed il clima è quasi tropicale) è strapieno di ristorantini e negozietti con più o meno tutto quello che si può trovare in Nepal. Si sale quindi a Sarangkhot, dove si alloggia presso l’hotel Himalayan Front, situato in posizione spettacolare a circa 1500 metri; dalla torre panoramica del colle se è limpido lo sguardo spazia dal Daulagiri ad ovest fino al Manaslu ad est e si vedono le cime dei 4 Annapurna, oltre all’Annapurna Sud ed al Machhapuchare.
11°g. 13/3 Sarangkhot – Birethanti – Gandrung
Si segue verso ovest il colle di Sarangkhot raggiungendo la strada principale che proviene da Pokhara; si valica un passo (1750 mt) e si prosegue per il villaggio di Birethanti, situato a 1100 mt lungo il fiume che scorre dall’Annapurna. Si risalgono le acque fino al punto in cui termina la strada; si impiegano in tutto circa 2 ore e mezza (sono pochi chilometri, ma la strada è lenta). Si lasciano qui i veicoli ed il bagaglio superfluo (viene custodito dagli autisti) e si prosegue a piedi per il villaggio di Gandrung, che dista circa mezz’ora di cammino. Gandrung (1940 mt) è forse il più bello dei villaggi gurung della regione, con le case tipiche costruite in pietra, ed è situato in un’ottima posizione panoramica di fronte alla vallata del Machhapuchare ed alla parete dell’Annapurna Sud. Si alloggia in un comodo rifugio; questa zona infatti da circa 50 anni è percorsa dai trekking e la gente è abituata a curare i visitatori.
12°g. 14/3 Gangdrung – Pokhara – Katmandu
Dopo aver goduto dell’alba e di una buona colazione si torna a valle dove sono in attesa i veicoli con cui si torna fino a Pokhara, dove si arriva indicativamente per l’ora di pranzo. Si rientra a Katmandu in volo, dove si alloggia nel medesimo hotel e si avrà il resto del tempo a disposizione. È prevista una serata folk con cena in un locale tipico.
13°g. 15/3 Katmandu e volo di rientro
Tempo libero fino al trasferimento all’aeroporto per il volo di rientro. Quasi tutti i voli partono nel pomeriggio con arrivo nella giornata successiva.
14°g. Sabato 16 marzo, arrivo a destinazione
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