Nepal
Ganesh Himal (Tsum) e Manaslu (Larkya La)
Estensione: lago del Tilicho









Sintesi del viaggio
Questo specialissimo trekking è stato organizzato per gli appassionati dell’Himalaia: un grande circuito in una delle regioni meno visitate dell’Himalaia: si contorna il massiccio del Manaslu estendendo l’esplorazione alle remote valli di Tsum e giungendo ai piedi del Ganesh Himal. Completato il giro del Manaslu, si potrà decidere se rientrare o oltrepassare a nord la catena dell’Annapurna salendo al lago del Tilicho e tornando in volo da Jomoson.
Presentazione del viaggio
Il cammino inizia nel distretto di Gorka ad ovest di Katmandu seguendo verso nord il possente fiume Buri Gandaki, per poi risalire ad est le remote vallate della regione di Tsum, aperte al trekking solo nel 2008, dove si esplora a fondo la regione andando sia nella valle di Mu Gompa (3700 mt) che di Gumba Lungdang, arrivando da qui al Campo base del Ganesh Himal (4600 mt). Si torna quindi al Buri Gandaki e si prosegue la risalita arrivando al cospetto del Manaslu (8163 mt), dove ci si reca a Pung Gyen Gompa ai piedi della maestosa parte sud est ed al Campo Base (4400 mt). Si prosegue il circuito attorno al Manaslu valicando il passo di Larkya (5160 mt) che conduce ad ovest del massiccio e, tornati verso sud al villaggio di Dharapani, si rientra da qui a Katmandu con le auto accompagnati da una nostra guida. In alternativa è possibile proseguire da Dharapani col capogruppo per Manang risalendo la bella valle che si snoda a nord degli Annapurna; fino a Manang esiste oggi una mulattiera jeeppabile e quindi per questa parte per un giorno si utilizzano i mezzi meccanici. Da Manang si valica lo spartiacque che porta ad ovest dell’Annapurna attraversando i passi al cospetto del lago del Tilicho, che è situato a 4920 mt, con un magnifico percorso che si svolge tutto sopra i 5000 metri attraverso i passi di Mesokanto Est (5340 mt) e Mesokanto nord (5250 mt), scendendo quindi nella grande vallata di Jomoson, tra il Nilgiri ed il Daulagiri, da dove si rientra a Katmandu in volo via Pokhara.
UNA NOTA SULLE VALLI DI TSUM
Le alte valli di Tsum sono incastonate in una magnifica zona dell’Himalaia, tra i gruppi del Sringi Himal e del possente Ganesh Himal che le protegge a sud, e fino a tempi recenti formavano un piccolo regno indipendente. Grazie alla posizione remota sono rimaste molto isolate e la popolazione, di origine tibetana, ha preservato costumi e tradizioni; si tramanda che qui venne a meditare anche il grande santo Milarepa e la tradizione buddista è molto viva, come si evince anche dalla presenza di molti piccoli monasteri, templi, Chorten e muri Mani (i lunghi muri creati con pietre su cui vengono incisi i mantra) che abbelliscono i sentieri. A Tsum la pesca e la caccia sono vietate e si trovano diverse specie di animali selvatici, tra cui le ‘blue sheep’ e i daini himalaiani. L’area è stata aperta al trekking nel 2008 e viene raggiunta solo da un piccolo numero di appassionati; fortunatamente, per noi che andremo, non è ancora entrata nella ‘moda’ degli escursionisti! Si avrà così l’opportunità di incontrare oltre alle splendide valli, alle maestose vette e agli interessanti villaggi che solo il Nepal riesce ad offrirci, un piccolo mondo rimasto al di fuori del tumultuoso divenire del tempo d’oggi.
NOTA TECNICA
È richiesto un livello di allenamento discreto per chi va in montagna, le tappe medie di cammino effettivo sono di circa 5/6 ore con alcune anche più lunghe. Non è necessaria una preparazione tecnica: si tratta di spostarsi lungo i sentieri con la possibilità di incontrare neve nei tratti più alti. Il punto più alto nella prima parte è il passo del Larkya con 5160 mt; ci si arriva gradatamente e non dovrebbero presentarsi problemi di acclimatazione. Con l’estensione al lago del Tilicho si toccano i 5340 mt; durante l’estensione il punto potenzialmente più arduo è il campo al lago che è a circa 5000 mt, sia per la quota che per le possibili temperature minime: per prudenza qui si deve essere attrezzati per -15°C, mentre per il resto del viaggio è sufficiente prevedere per essere cauti da -5° a -10°C, anche se nella stagione in cui si svolge è raro che si arrivi a queste punte di freddo. Il clima previsto è mediamente secco; ma bisogna essere preparati nell’eventualità che possa piovere o anche nevicare nelle parti alte. Durante il trekking si alloggia e si consumano i pasti nei logde, ovvero nei rifugetti nepalesi che offrono un discreto livello di comodità e pulizia quasi ovunque; in alcuni di questi sono anche disponibili docce con acqua calda ad un prezzo modico. Si segnala che nella parte di Tsum e a Daramsala prima del passo del Larkya il livello delle sistemazioni è molto modesto; la parte verso il Ganesh richiede due campi consecutivi e così anche l’estensione al lago di Tilicho. Il bagaglio personale è trasportato da portatori (massimo 15 kg a testa). E’ necessario avere un sacco a pelo con un sufficiente gradiente termico minimo, anche se nei lodge sono disponibili le coperte. Si segnala che fuori Katmandu non è possibile garantire la stanza singola – per chi avesse questa esigenza si vedrà di volta in volta se è possibile saldando direttamente in loco l’eventuale extra; le docce, nelle locande dove è disponibile acqua calda, vanno pagate localmente (2 – 3$).
Programma del viaggio
NB: i tempi di tappa riportati sono indicativi, riferiti ad escursionisti di capacità media. Le tappe potranno essere variate dal capogruppo in funzione delle condizioni di forma dei partecipanti, del tempo od altro.
1°g. Sabato 22 aprile, partenza in volo per il Nepal
Per andare a Katmandu non ci sono collegamenti diretti dall’Italia e molti viaggiatori scelgono di transitare da Delhi in India o utilizzano linee aeree che fanno scalo in Medio Oriente; vi è un’ampia scelta e Amitaba può prenotare quella di maggior gradimento. La maggior parte dei voli prevede di viaggiare la notte arrivando nella giornata successiva.
2°g. 23/4 Arrivo a Katmandu
Accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente nepalese di Amitaba e trasferimento all’Hotel Vajra, immerso in un bel giardino ad un quarto d’ora di cammino dal centro della città e dallo Stupa di Swayambhu. L’hotel dispone di buoni servizi, è costruito nello stile tradizionale newari con decorazioni in legno eseguite dall’artista Utam Raj di Patan ed è dotato di piacevoli spazi comuni; relax e riposo.
3°g. 24/4 Katmandu
Giornata a disposizione. Vengono ritirati i permessi e il capogruppo verifica i diversi dettagli organizzativi. Se servisse completare l’attrezzatura a Katmandu si trovano diversi negozi specializzati che offrono tutto il necessario a prezzi interessanti. Per chi è interessato, possono essere organizzate delle visite nella zona storica del centro.
4°g. 25/4 Katmandu – Arughat – Soti Khola
Si parte in jeep per Arughat; si prolunga fino a Soti Khola, il punto dove oggi giunge la strada sterrata. Il percorso (bello e panoramico) richiede solitamente circa 7 ore. Sistemazione in una locanda.
5°g. 26/4 Soti Kola – Lapubesi – Khorla Besi (970 mt)
In questa parte iniziale del trekking si risale per alcuni giorni la valle del fiume Buri Gandaki, alimentato da grandi massicci himalaiani tra cui il Manaslu e il Ganesh Himal e su cui si gettano numerose cascate, in una regione selvaggia popolata prevalentemente dall’etnia Gurung. La parte iniziale richiede l’aggiramento di una gigantesca frana che richiede di passare sul lato opposto della valle con un impegnativo saliscendi, tipico dell’Himalaia! Si inizia così subito la grande avventura. La tappa è di circa 6 ore; sistemazione in una locanda.
6°g. 27/4 Khorla Besi – Jagat (1340 mt)
Si continua lungo la valle rigogliosa, il fiume è sempre possente e i pochi villaggi ospitano gente sorridente; iniziano ad essere più frequenti i segnali della cultura tibetana tipica delle valli più alte, con i muri Mani e così via. Tappa di circa 6 ore; sistemazione in una locanda.
7°g. 28/4 Jagat – Lokpa (2240 m)
Superati i bei villaggi di Sirdibas e Phillin, di cultura tibetana, poco oltre la valle di Rupina che confluisce da ovest si lascia il corso del fiume Buri Gandaki immergendosi nella ripida valle che conduce a nord est verso Tsum. Tappa di circa 6 ore; sistemazione in una locanda.
8°g. 29/4 Lokpa – Chumling (2386 mt)
Da Lokpa inizia il percorso che porta nelle valli di Tsum; con una serie di saliscendi attraverso foreste rigogliose su cui troneggiano altissime le vette ci giunge a Chumling; a sud est troneggia il Ganesh II (7118 mt). Tappa di circa 4,5 / 5 ore; sistemazione in una locanda spartana.
9°g. 30/4 Chumling – Chhokang Paro (3030 mt)
Oggi si entra nella regione di Tsum arrivando a Chhokang Paro. La vallata inizia ad aprirsi maggiormente ed i panorami sulle alte vette circostanti sono entusiasmanti, con anche una visuale sul Ganesh I (7429 mt); si transita da Domje e, superata una zona di frane dove è necessario procedere con attenzione, si arriva al villaggio. A Chhokang si trova un vecchio tempio con alcuni affreschi interessanti. Tappa di circa 4,5 / 5 ore; sistemazione in una semplice locanda familiare.
10°g. 1/5 Chhokang Paro – Nile (3347 mt)
Continua la risalita della valle principale di Tsum; sul versante opposto a sud si vedono le case in pietra di Ripchet, dove si passerà nel ritorno. Nella zona di Lamagaon si possono visitare il convento femminile di Rachen Gompa e la grotta dove si dice abbia meditato il santo Milarepa. Arrivando verso Chhule verso nord si intravede Mu Gompa, punto di arrivo di questa parte del trekking, ed un grande Chorten dà il benvenuto ai viandanti; il villaggio è posto in una splendida conca adornata da una cascata ed un monastero posto sul monte. Di rimpetto vi è il villaggio di Nile, dove si sosta. La tappa di circa 4,5 / 5 ore più le eventuali visite; sistemazione in una semplice locanda familiare.
11°g. 2/5 Nile – Mu Gompa (3700 mt)
Oggi si arriva in circa 2 ore e mezza al monastero tibetano di Mu, nel cuore della regione di Tsum. Si alloggia nelle stanzette messe a disposizione dai monaci, sostanzialmente uguali a quelle già utilizzate in questi ultimi giorni. Si esplora la zona recandosi anche all’eremo femminile di Choo Syong. L’orizzonte a meridione è adornato dallo splendido Ganesh I.
12°g. 3/5 Mu Gompa – Chhokang Paro (3030 mt)
Si ridiscende la vallata rientrando ad ovest, godendo delle visuali e dei bei villaggi di Tsum; sistemazione nella medesima locanda famigliare utilizzata arrivando. Tappa di circa 6 ore.
13°g. 4/5 Chhokang Paro – Domje (2460 mt) – Gumba Lungdang (3000 mt c.a.) – Landa Kharka (3740 mt)
Scesi al paesello di Domje, dove si era già transitati all’arrivo, inizia la lunga salita che porta a Gumba Lungdang. Superati i boschi profumati dai pini dove fioriscono anche i rododendri himalaiani il sentiero si erge altissimo sulla valle con una visione imperdibile dei monti della catena del Ganesh, il II di fronte a sud e l’I in testa alla valle. Oltre il tempio tibetano di Lungdang, uno dei punti focali per le persone di questa remota valle della regione di Tsum, si prosegue per un ultimo tratto, ancora piuttosto impegnativo, fino all’alpeggio di Landa Kharka, dove si posizionano le tende. La tappa è di circa 8 ore.
14°g. 5/5 Landa Kharka – Campo Base del Ganesh Himal (4600 mt) – Gumba Lungdang (3000 mt c.a.)
Si seguono le morene del ghiacciaio formato dallo straordinario bacino della catena del Ganesh Himal arrivando fino al Campo Base del Ganesh I. Si rientra quindi all’alpeggio di Landa Kharka continuando da qui fino a Gumba Lungdang, dove viene posizionato il secondo campo. La tappa è di circa 7 ore, di cui circa 5 per l’esplorazione lungo il ghiacciaio.
15°g. 6/5 Gumba Lungdang – Ripchet – Lokpa (2240 mt)
Si ridiscende fino a Domje e si segue il versante meridionale della valle transitando dal bel villaggio tradizionale di Ripchet e ricongiungendosi quindi al sentiero dell’arrivo al ponte che porta verso Chumling. Si segue quindi il tratto già percorso fino a Lokpa, dove si alloggia nella medesima locanda utilizzata all’arrivo. Tappa di circa 7 ore.
16°g. 7/5 Lokpa – Bihi Phedi (1990 mt)
Oggi la tappa è relativamente tranquilla, ottima per recuperare le energie dopo l’esplorazione della regione del Ganesh. Si torna sul sentiero che porta verso nord al Manaslu e si riprende la risalita del fiume Buri Gandaki. Giunti al villaggio di Bihi Phedi (circa 5 ore) si alloggia in una semplice locanda.
17°g. 8/5 Bihi Phedi – Namrung – Lihi (2920 mt)
Oltre il villaggio la valle piega un poco ad ovest, iniziando l’aggiramento del Manaslu; le visuali e i villaggi sono molto interessanti con diverse cascate, monasteri e templi tibetani che ornano in diversi punti i versanti. Oltre la rigogliosa piana del villaggio di Ghap si sale attraverso le foreste fino a Namrung e si prosegue per il villaggio di Lihi, un luogo che sembra fermo nel tempo; dai pressi del villaggio a sud ovest troneggia il gruppo dell’Himal Chuli, il cui picco maggiore arriva a 7893 mt. La tappa è di circa 6 ore; sistemazione in una locanda spartana.
18°g. 9/5 Lihi – Lho – Sho – Shyala (3500 mt)
Superata la valle che fluisce dal gruppo dell’Himal Chuli si transita dal bel villaggio di Sho, dove si trova un bel tempo tibetano; da qui verso sud est si ammira la mole del Ganesh I. Si arriva quindi a Lho, uno dei villaggi più importanti in quest’area con le case tradizionali in pietra, dove si trova un bel monastero di scuola Nyingmapa; da qui si ha una prima, stupenda panoramica sul Manaslu (8163 mt). Si prosegue per Shyala, un villaggio posto ai piedi del grandioso anfiteatro formato dal Peak 29 (7871 mt) e dal maestoso Manaslu. Si alloggia in una locanda, la tappa è di circa 4 ore e mezza.
19°g. 10/5 Shyala – Pung Gyen Gompa (4100 mt c.a.) – Sama Gau (3520 mt)
Oltre il ponte sospeso che supera il torrente che fluisce dalla valle glaciale del Peak 29 e del Manaslu si segue il sentiero che ne risale il bordo arrivando alle pasture incastonate tra morena e monti, un’area dove spesso si vedono le “blue sheep”, i caprioli himalaiani. Arrivati a Pung Gyen Gompa si ha la sorpresa di emergere in una vasta pastura pianeggiante dove brucano tranquilli gli yak, tra le molte marmotte. La massa verticale del Manaslu qui è da capogiro! Si consiglia di andare fino al bordo della morena ad ovest del piccolo Gompa: offre uno dei panorami più impressionanti, ai piedi del Manaslu e del Peak 29. Si ridiscende quindi al punto di deviazione, da dove in circa mezz’ora si arriva a Sama Gau. La tappa richiede circa 6 ore; si alloggia in una locanda.
20°g. 11/5 Sama Gau – Lago Birendra Tal (3780 mt) – Campo Base del Manaslu (4400 mt) – Samdo (3875 mt)
Poco oltre il villaggio un sentiero ad ovest porta al lago di Birendra Tal, formato dalle cascate di ghiaccio che fluiscono dal Manaslu; da qui è possibile proseguire fino al Campo Base del Manaslu. Tornati sul sentiero principale si segue la valle verso nord, un percorso quasi pianeggiante fino alla confluenza dei fiumi dove si sale al piccolo villaggio di Samdo. Tappa di circa 7 ore (o 3 / 4 se si va solo fino al lago); sistemazione in una semplice locanda.
21°g. 12/5 Samdo – Daramsala (4460 mt)
Si sale al punto di attacco del passo del Larkya, piegando ad ovest; prima di arrivare al luogo di sosta si ha una bella visuale sul Manaslu, che ora si trova a sud. Tappa di circa 4 ore; sistemazione in una locanda molto spartana – se le stanzette sono occupate vengono offerte delle tende.
22°g. 13/5 Daramsala – Larkya La (5160 mt) – Bhimtang (3590 mt)
Oggi si valica il passo del Larkya, che porta ad ovest del Manaslu. La salita è graduale e si svolge in gran parte lungo le morene del ghiacciaio del Larkya, la cui vetta è a nord ovest. La discesa sull’altro versante è piuttosto ripida fino a quando si raggiungono i bordi delle morene sottostanti; la visuale è molto panoramica con l’ardita vetta dello Himlung (7126 mt) e diversi ghiacciai che confluiscono verso il centro della valle formando anche dei laghi, tra cui il Ponkar Tal è particolarmente bello. Si segue quindi il bordo della morena fino a Bhimtang, un paesello formato da alcune locande, dove si alloggia; da qui si rivedono le vette del Manaslu e del Peak 29, ora da nord ovest, ed a nord l’orizzonte è cinto dalla catena dello Himlung e del Larkya. La tappa è di circa 8 ore.
23°g. 14/5 Bhimtang – Dharapani (1963 mt)
Oltre Bhimtang si contorna la testa di morena con panoramiche spettacolari ad est sull’ampia valle, dove diversi ghiacciai si tuffano dalle altissime montagne; ci si immerge gradatamente in foreste stupende ai bordi del fiume spumeggiante. Si transita da alcune locande, ottimi punti per rilassarsi un poco e bersi un buon tè. Il primo villaggio che si incontra è Gho, quindi Tilije, villaggio principale di queste valle, e si completa la discesa arrivando a Dharapani, dove oggi giunge la strada jeeppabile. Tappa di circa 7 ore; sistemazione in una locanda.
PER CHI RIENTRA
24°g. 15/5 Dharapani – Katmandu
Dal villaggio di Dharapani si parte in auto al mattino presto per Katmandu, dove si arriva in serata. Si alloggia all’hotel Vajra, il medesimo usato all’inizio del viaggio.
25°g. 16/5 Katmandu
Giornata libera (giorno di riserva, utilizzabile lungo il percorso se le condizioni lo richiedessero).
26°g. 17/5 Katmandu e volo di rientro
Tempo libero fino a quando ci si reca all’aeroporto per l’imbarco sul volo internazionale. In funzione del volo di rientro utilizzato Amitaba predisporrà gli eventuali servizi aggiuntivi richiesti sia a Katmandu che a Delhi per chi transitasse dall’India.
27°g. Giovedì 18 maggio, arrivo a destinazione
PER CHI PROSEGUE
24°g. 15/5 Dharapani – Manang (3450 mt)
Dal villaggio di Dharapani si parte in jeep per Manang, il centro principale di questa magnifica valle a nord degli Annapurna, dove si alloggia in una confortevole locanda; la strada in diversi tratti è molto sconnessa e si procede piano – si prevedono da 5 a 6 ore di viaggio. Il percorso è molto bello, in particolare oltre Chame dove, superata la parte più stretta della gola, sulla parte destra della valle si ergono le alti pareti rocciose di Suarga Duari che formano una grande svolta; la visuale di questa particolare formazione è molto bella da Dhikur. A meridione della strada in questa parte più alta del percorso sopra i radi boschi di bellezza elfica si erge una parata di monti straordinaria che si rivela man mano che ci si avvicina a Manang: si inizia con il Lanjung Himal (6983 mt), quindi Annapurna II (7932), Annapurna IV (7525), Annapurna III (7555) e Gangapurna (7454), che si staglia sopra ad un turchese laghetto morenico di rimpetto a Manang; a nord si ammirano le più approcciabili vette del Pisang e della catena del Gungang Himal composta dalle vette dei 4 Chulu, tutte oltre i 6000 metri, ed in fondo alla valle ad ovest il Tilicho (7134 mt). La zona è ornata da diversi templi, chorten e muri Mani; il monastero di Braka poco prima di Manang è tra i siti più importanti.
25°g. 16/5 Manang – Khangsar – Thare Gomba – Tilicho La BC (4150 mt)
Si riprende il cammino continuando lungo la biforcazione più meridionale della valle e transitando dal villaggio di Khangsar e dal monastero di Thare. Tra le erosioni si scorge a nord la vetta del Chulu Ovest (6419 mt) e a sud appare ora anche il Roc Noir (7465 mt), posizionato ad est del Tilicho, che è l’ultima propaggine verso l’Annapurna I, che resta nascosto dalla gigantesca barriera di vette glaciali; verso est lo sguardo spazia fino al Manaslu e al Peak 29. Si attraversa un’area di erosioni stupefacenti, con pinnacoli e altissimi scivoli di pietrame; l’esile sentiero è però sicuro, richiede solo una certa attenzione. Arrivati al Campo Base del Tilicho si alloggia in una locanda. La tappa di circa 7 ore.
26°g. 17/5 Tilicho La BC – Lago del Tilicho (4920 mt)
La salita al lago del Tilicho richiede al massimo 4 ore; ad est l’orizzonte spazia fino all’oramai lontano Manaslu. Raggiunto il lago, il cui bordo meridionale è formato dai ghiacci che calano dal Tilicho ed è spesso gelato, si pone il campo.
27°g. 18/5 Lago di Tilicho – Eastern Pass (5340 mt) – Mesokanto North Pass (5250 mt) – Yak Kharka (4000 mt)
Si contorna per un tratto il lago e quindi si sale graduale con una breve impennata finale al primo passo, il punto più altro del trekking. Proseguendo oltre ad ovest si percorre un alto plateau, non si scende mai sotto i ‘5000’, e si riprende la salita vero l’ultimo passo; la difficoltà in questa parte può essere data dalla neve, ma solitamente nella seconda metà di maggio non è un problema. Superato il Mesokanto si scende all’alpeggio di Yak Kharka dove si pone il campo. Oltre il Tilicho si ha ora lo spettacolo del Nilgiri e, a sud ovest, della vetta del Daulagiri. La tappa è di circa 5 / 6 ore.
28°g. 19/5 Yak Kharka – Jomoson (2720 mt)
Si completa la discesa arrivando a Jomoson, ad ovest dell’Annapurna, dove vi è un piccolo aeroporto ai piedi del Nilgiri e in vista del Daulagiri a sud ovest. Tappa di circa 5 / 6 ore, si alloggia in una confortevole locanda.
29°g. 20/5 Jomoson – Pokhara – Katmandu
Si parte in volo per Pokhara, molto spettacolare: si gode tra i tanti punti meravigliosi della visuale della cascata di ghiaccio del Daulagiri e della vetta del Machapuchhare. Da Pokhara si riparte con un altro volo per Katmandu, dove si alloggia presso l’hotel Vajra, il medesimo usato all’inizio del viaggio.
30°g. 21/5 Katmandu
Giornata libera (giorno di riserva, utilizzabile lungo il percorso se le condizioni lo richiedessero).
31°g. 22/5 Katmandu e volo di rientro
Tempo libero fino a quando ci si reca all’aeroporto per l’imbarco sul volo internazionale. In funzione del volo di rientro utilizzato Amitaba predisporrà gli eventuali servizi aggiuntivi richiesti sia a Katmandu che a Delhi per chi transitasse dall’India.
32°g. Martedì 23 maggio, arrivo a destinazione
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Ganesh Himal
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
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