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Nepal


Trekking a Muktinath, dalla giungla all’Himalaia

Da Chitawan alla gemma dell’Annapurna


PARTENZA
23/04/2009
RITORNO
03/05/2009
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
11 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Amitaba ha messo a punto questo programma per vivere in modo completo le fantastiche esperienze che una visita in Nepal ci può offrire. Investendo pochi giorni di tempo si gode delle bellezze artistiche, del contatto con le forme religiose principali, dell’esplorazione della giungla a dorso di elefante e si vola tra le montagne più belle del mondo per raggiungere un luogo accuratamente scelto per una esperienza di trekking che non presenta particolari difficoltà fisiche, ma porta nel cuore dell’Himalaia, a nord dell’Annapurna e del Daulagiri, tra i villaggi medioevali alle porte del Mustang, ed a Muktinath, uno dei luoghi più sacri dell’intero arco himalaiano

Se apriamo le mani, possiamo ricevere ogni cosa. Se siamo vuoti, possiamo contenere l’Universo.

 Presentazione del viaggio


Il viaggio prevede la visita dei siti principali della valle di Katmandu per scoprire il meglio dell’arte nepalese, unica per un sincretismo che crea le forme più intricate e bizzarre di dei e demoni, gli intarsi più ricchi di dettagli. Nelle tre antiche capitali (Baktapur, Patan e Katmandu) ne troviamo gli esempi più interessanti; lo spirito religioso che vivifica le persone dimora invece a Bodnath e Swayambu per i buddisti e a Pashupatinath per gli induisti. Ci si immerge in tutto questo appena giunti e si completano le visite dopo il rientro da Muktinath con l’ausilio di un’esperta guida nepalese che parla la lingua italiana.

Lasciata la valle di Katmandu si raggiunge il fiume Trisuli e lo si segue fino a raggiungere la giungla di Chitawan, il parco naturale più importante del Terai, dove ci si sistema in un lodge nel cuore della giungla, in piccoli cottage di legno. I Rangers istruiscono sulla vita della fauna e l’ambiente, e conducono a dorso di elefante alla ricerca dei rinoceronti bianchi e dei mille animali che popolano la foresta, tra cui la tigre, che però è difficilissima da avvistare. Dalle pianure del Terai si raggiunge Pokhara, una cittadina posta su un lago tropicale dove si specchiano le altissime vette glaciali, e ci si sistema in albergo.

Da Pokhara si raggiunge Jomoson in volo, un villaggio posto a 2713 mt d’altezza. Si utilizza un piccolo aereo che sorvola la Kali Gandaki, la valle più profonda del mondo che si apre tra l’Annapurna e il Daulagiri e conduce fino in Mustang e poi in Tibet, i cui versanti passano dagli 800 metri di Tatopani, dove crescono le banane, agli 8167 metri della vetta artica del Daulagiri. Di rimpetto si erge l’Annapurna, di 8091 metri. Due sentinelle gigantesche che segnano anche la transizione climatica dal caldo dell’India al deserto alto e freddo del Tibet. Oltre agli “ottomila”, nel cuore resta impresso il Machhapuchare, detto il Cervino dell’Himalaia, monte sacro alle genti del Nepal e i villaggi che sembrano appesi ai costoni ripidi ed alti di queste valli profonde. Con un facile trekking si esplora la valle, dove villaggi e monasteri rendono ricco e vario anche l’ambiente culturale, passando in poche ore dai boschi al deserto d’alta quota, al cospetto di cime glaciali inimmaginabili che si ergono fino a ben 5500 mt sopra al letto della valle: a ovest sorge l’incredibile parete del Nilgiri, a sud regna sull’orizzonte la massa glaciale del Daulagiri. È una zona anche ricca di storia: nel grande anfiteatro naturale, al cui apice si trova Muktinath, nei secoli scorsi si formò un piccolo feudo himalaiano legato alle vicende del regno di Lho del Mustang, di cui si trovano i resti più affascinanti nel villaggio di Dzong.

Il trekking dura in tutto quattro giorni e può essere facilitato per i meno allenati dall’utilizzo di montature (docili, dette anche le “seggiovie a quattro zampe”!). Si pernotta nei lodge: dei confortevoli rifugi nepalesi, e il bagaglio è trasportato dai portatori o dai cavalli. Tappe e tempi previsti e la possibilità di utilizzare montature per alleviare le salite nelle edizioni passate di questo viaggio hanno consentito ai partecipanti di vivere una bella avventura, anche se alla prima esperienza e non particolarmente allenati. La possibilità di avvicinare bellissimi luoghi raggiungibili solo a piedi ripaga di gran lunga ogni sforzo, e apre nuove possibilità e prospettive.

NOTA TECNICA

Il viaggio prevede di camminare partendo da una quota di circa 2.700 mt fino ai 3.660 mt di Muktinath; quote relativamente basse quindi per l’Himalaia, ma che richiedono un minimo di preparazione. Il clima previsto è secco con il sole caldo, ma le temperature notturne a Muktinath, il punto più alto del percorso, possono a volte anche avvicinarsi allo zero; si richiede quindi un’attrezzatura adeguata, eventualmente noleggiabile a Katmandu. Durante il trekking nei lodge vengono fornite anche le lenzuola, ma quasi tutti per dormire preferiscono utilizzare un proprio sacco a pelo. Nei lodge è solitamente possibile avere una doccia calda, ma i servizi igienici sono comuni.

UN CENNO SU MUKTINATH

Nel cuore dell’Himalaia a nord del massiccio dell’Annapurna, Muktinath è meta di pellegrinaggi da tempo immemorabile. In tempi antichi i Santi provenienti dall’India alla ricerca del mitico regno di Shambala scoprirono la misteriosa fonte d’acqua che sgorga tra le fiamme tenui di un fuoco perenne; la Terra poneva di fronte a loro la sintesi degli elementi: terra, acqua, fuoco e aria. Iniziarono così a raggiungere questo luogo remoto per meditare, rivelando solo a pochi discepoli l’ubicazione della sacra fonte. A Muktinath l’acqua miracolosa consente alle piante di crescere anche se ci si trova a 3660 mt di quota, formando un bosco ornato da bandiere di preghiera, dove l’aria purissima è impreziosita dal suono di campanelle; ci si sorprende a chiedersi se non sia qui la casa degli elfi. In questo giardino naturale si siedono i Sadhu giunti scalzi dall’India e i monaci tibetani; le fedi convivono armoniosamente e sono sorti alcuni piccoli luoghi di ritiro e templi, che appartengono a induisti, sia vishvaiti che shivaiti, e buddisti.

 Programma del viaggio


1°g.  Giovedì 23 aprile 2009, partenza per Katmandu 

2°g.  24/4 Arrivo a Katmandu
All’arrivo si viene ricevuti dal corrispondente di Amitaba; trasferimento in albergo. Si alloggia all’Hotel Vajra, immerso in un bel giardino ad un quarto d’ora di cammino dal centro della città e dallo Stupa di Swayambhu. L’hotel  dispone di buoni servizi e di confortevoli stanze singole e doppie con bagno; è costruito nello stile tradizionale newari con decorazioni in legno eseguite dall’artista Utam Raj di Patan, ed è dotato di piacevoli spazi comuni. Nel pomeriggio, accompagnati dalla guida nepalese che parla la lingua italiana, che segue i partecipanti in tutte le escursioni previste a Katmandu, ci si reca a Pashupatinath, l’antichissimo santuario indù lungo le rive del fiume Bagmati dedicato a Shiva. E’ un luogo di pellegrinaggio dove giungono anche molti pittoreschi Sadhu e l’intera collina alle spalle dei ghat è un mondo da scoprire, disseminata di antichi tempietti immersi nel verde; sulla riva del fiume avvengono le cremazioni. Si prosegue con la visita dello stupa di Bodnath, nel cuore del quartiere tibetano, ricco di botteghe, negozi e importanti templi e monasteri; nei dintorni si possono visitare alcuni monasteri tibetani, tra cui Sechen, sede della reincarnazione di Lama Dilgo Kyentse Rimpoce, e il “monastero bianco” Ka-Nying fondato da Urgyen Tulku.

3°g.  25/4 Katmandu – Chitawan  
Si lascia la valle di Katmandu utilizzando un pulmino privato diretti a Chitawan, il grande parco nazionale nepalese del Terai, un percorso di circa 140 km. L’itinerario è interessante, si transita da molti villaggi e si segue il grande fiume Trisuli finchè sfocia nel Terai ai piedi della catena himalaiana. A Chitawan si alloggia all’Island Jungle Resort, posto su di un’isola in mezzo alla giungla; nel pomeriggio si inizia l’esplorazione del parco.

4°g.  26/4 Chitawan – Pokhara
La giornata inizia di prima mattina aprendosi la via nella foresta a dorso di elefante, un momento quando si vedono molti animali e spesso si riesce ad individuare il rinoceronte bianco. Nel pomeriggio si parte per Pokhara che dista circa 140 km, un viaggio di circa 4 ore. Ci si sistema presso l’hotel Kantipur e si visita la cittadina, celebre per il lago semitropicale da cui si ammirano le vette himalaiane.

5°g.  27/4 Pokhara – Jomoson – Kagbeni (2810 mt)  
Un volo stupendo che costeggia le falde dell’Annapurna e del Daulagiri, due giganti himalaiani di oltre 8000 metri, porta a Jomoson a 2713 metri d’altezza. Da Jomoson inizia il trekking, con una passeggiata di circa 3 ore verso nord che si svolge in un ambiente vasto, tra montagne che troneggiano 5000 mt più in alto! Il bagaglio personale, per tutto il percorso, è trasportato da portatori o dai cavalli. Il sentiero segue il greto del fiume, quasi sempre  pianeggiante. Man mano che si procede verso nord l’ambiente è sempre più desertico. Il villaggio di Kagbeni sorge in un’oasi incastonata tra ripide montagne terrose ai bordi del vasto greto del fiume Kali Gandaki; è culturalmente parte del regno del Mustang e la maggioranza degli amichevoli abitanti veste l’abito tradizionale. E’ un luogo fuori dal tempo, con le caratteristiche tipiche dei villaggi d’alta quota tibetani e un interessante piccolo monastero di scuola Sakya. Agli ingressi del piccolo agglomerato più antico si notano degli strani feticci fallici, posizionati per tenere lontani gli spiriti malvagi, e le porte di molte case sono ornate con degli strani diagrammi di fili colorati, anch’essi parte del vasto patrimonio esorcistico di queste regioni. Per tutte le giornate di trekking si alloggia nei lodge, semplici ma confortevoli, simili ai nostri rifugi alpini.

6°g.  28/4 Kagbeni – Jarkot (3400 mt)  
a salita per Jarkot inizia ripida per un tratto, con panorami meravigliosi sull’oasi di Kagbeni e la lunga e arida valle che porta verso nord in Mustang; si notano nelle falesie terrose molte piccole grotte artificiali scavate come luoghi di ritiro dagli yogi, che venivano utilizzate anche dalla gente della valle in caso di pericolo. Si raggiunge presto l’oasi d’alta quota di Jarkot su cui troneggia il monastero di questo stupendo villaggio. E’ la giornata più impegnativa, circa 5 ore di cammino.

7°g.  29/4 Jarkot – Muktinath (3660 mt)  
Una breve salita porta al villaggio posto sotto al santuario di Muktinath,  dove si sosta per la notte. Ci si reca a visitare il giardino sacro del santuario, uno dei luoghi più puri dell’Himalaia. Chi lo desidera nel pomeriggio può recarsi ad esplorare i villaggi posti sul lato nord della valle, che rivelano alcuni piccoli antichissimi monasteri dove è molto forte l’influenza del Bon, l’antichissima religione pre-buddista del Tibet. Il più vicino è Chhuigur, che dista circa mezz’ora; i più allenati possono spingersi fino a Dzong (un’ora e mezza), che fu la capitale di un piccolo regno e conserva tutt’ora gli interessanti resti del castello.

8°g.  30/4 Muktinath – Jomoson (2713 mt)  
Giornata di facile discesa che impegna per circa 5 ore di cammino; non si passa da Kagbeni ma si raggiunge il fiume Kali Gandaki più a sud, percorrendo un panoramicissimo sentiero a mezza costa da cui si gode della vista delle immense masse di Nilgiri e Daulagiri (8167 mt) che dominano l’orizzonte a sud. Al mattino, prima di iniziare a scendere, è possibile recarsi un’ultima visita al santuario.

9°g.  1/5 Jomoson – Pokhara – Katmandu  
Da  Jomoson con l’aereo si torna prima a Pokhara e da qui, con un secondo volo, si rientra a Katmandu arrivando in tarda mattinata. Ci si sistema in albergo e quindi nel pomeriggio ci si reca a visitare Swayambhu, l’antichissimo stupa ornato dai famosi occhi del Buddha, costruito su di una collina popolata da migliaia di scimmie ai bordi della città.

10°g.  2/5 Katmandu: Bhaktapur, Patan e Durbar  
Visita di Bhaktapur, il cui nome significa “città dei devoti”; delle tre antiche capitali della valle di Katmandu è quella preservata meglio. Qui è più facile rivivere l’atmosfera che permeava la vita della gente prima del recente avvento della ‘civiltà’ moderna. Oltre al piacere di curiosare, questa città-villaggio offre esempi stupendi di architettura newari, tra cui la Nyatapola Mandir, una pagoda a cinque livelli, e le tre piazze di Durbar, Tumadhi e Dattatraya. Ci si reca quindi a Patan, dove la piazzetta centrale è un gioiello dell’architettura newari; tra i vari templi della zona circostante i più importanti sono il Tempio d’Oro ed il Kumbeshwor. Si completano le visite recandosi al centro storico di Katmandu: Durbar Square e dintorni, con i magnifici templi, l’antico palazzo reale e la Galleria Nazionale d’arte; ci si reca anche a Indra Chowk, il grande mercato con tantissimi negozi circostanti.

11°g.  Domenica 3 maggio, volo di rientro

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