Nepal
L’Alta Via del Solo Kumbhu e salita all’Imja Tse (6160 mt)
Estensione, salita al Mera Peak (6476 mt)









Sintesi del viaggio
Ogni appassionato di montagna ha nel cuore il desiderio di recarsi nel Solo Khumbu in Nepal, giustamente ritenuta la regione più spettacolare del nostro pianeta. Questo viaggio è stato organizzato sulla base di una trentennale esperienza, delineando un percorso che porti a vedere quanto di meglio la natura rivela nella terra degli Sherpa, vero cuore dell’Himalaia, dove sorge maestoso l’Everest. L’itinerario è ottimo anche per chi si fosse già recato all’Everest e desideri conoscere in modo più completo le valli che lo cingono.
Presentazione del viaggio
Le tre valli alte del Solo Khumbu sono, da ovest ad est, la valle di Gokyo che oltre Namche Bazar, la ‘capitale’ degli Sherpa, si dirama in direzione nord fino alla base del Cho Oyu; la valle principale si divide in due rami, uno che porta al campo base dell’Everest e l’altro verso est ai piedi della strepitosa parete sud del Lhotse. Il programma prevede di visitare ciascuna di queste tre valli, collegandosi da una all’altra attraverso dei passi che offrono prospettive e visuali meravigliose e consentono di tracciare un’Alta Via. Arrivati in volo a Lukla si inizia il trekking per Namche Bazar, dove si utilizzano due giorni per acclimatarsi risalendo con un’escursione la bella valle che porta a Thame e salendo al villaggio di Khumjung. Si prosegue per Gokyo, dove si sosta per due notti potendo salire il Gokyo Ri, un punto panoramico di una bellezza che va oltre l’immaginabile, dove la visuale parte dal Cho Oyu al massiccio dell’Everest e verso est spazia fino al Makalu. Si attraversa quindi il ghiacciaio (morenico, senza problemi di crepacci) e si valica il passo del Cho verso la valle che conduce al campo base dell’Everest arrivando a Gorak Shep, da dove si raggiunge il campo base e si sale sul Kala Pattar, uno dei punti panoramici più celebri dell’Himalaia. Da qui per collegarsi alla valle del Lhotse si attraversa il passo di Kongma e giunti a Chhukung si prosegue verso il bacino glaciale che chiude la valle ad est arrivando alla base dell’Imja Tse (Island Peak), che si erge in un mare di ghiaccio di fronte all’imponente parete sud del Lhotse. I partecipanti avranno la possibilità di cimentarsi con la salita a questa vetta, che tecnicamente non è difficile, cogliendo la soddisfazione di provare a respirare l’aria oltre i 6000 metri di quota. Quindi con quattro giorni di cammino si torna a Lukla e da qui in volo a Katmandu
Per chi ne ha la possibilità, dopo la salita all’Imja Tse si prevede un’estensione del viaggio che porta nel remoto bacino glaciale di Honku, a sud est dell’Ama Dablang, una zona raramente visitata da cui si giunge al Mera Peak, una stupenda montagna alta 6476 mt che si erge di fronte all’arco himalaiano offrendo una celeberrima visuale, la cui salita richiede una progressione su ghiaccio poco tecnica. Dal Mera Peak a Lukla, dove si riprende l’aereo per Katmandu, si attraversa un’interessante regione ricca di foreste dove si incontrano alcuni isolati villaggi.
Durante il trekking per dormire si utilizzano i lodge, piccoli rifugi costruiti dagli Sherpa, che consentono di dormire più caldi; è necessario un solo campo, alla base dell’Imja Tse. L’estensione al Mera Peak (rientro del 5/11) prevede tutte le notti in campo.
NOTA TECNICA
L’Alta Via del Solo Kumbhu è un trekking per persone in buona salute che abbiano una discreta forma fisica. Le tappe previste sono ragionate sulla base di una lunga esperienza; la parte iniziale prevede un’adeguata acclimatazione che consente di arrivare a superare le alte quote dei passi, il primo (Cho La) di 5420 mt e il secondo (Kongma La) di 5535 metri. Sono previste anche due salite, al Gokyo Ri (5483 mt) nella valle del Cho Oyu e al Kala Pattar (5545 mt) ai piedi dell’Everest, i punti panoramici tra i più belli del pianeta. Tutta questa parte non è tecnica, non bisogna essere alpinisti e basta avere un po’ determinazione. La salita all’Imja Tse (Island Peak), una vetta alta 6160 mt, si esegue alla fine quando l’acclimatazione è ormai ottima; per salire bisogna utilizzare ramponi e picozza e, anche se la salita non è particolarmente difficile e con l’aiuto del capogruppo e della guida Sherpa un principiante può farcela, è preferibile avere avuto già delle esperienze di progressione sul ghiaccio. Questa salita non è “obbligatoria”, chi non se la sentisse può restare al campo a godersi la magnificenza del bacino glaciale mentre i compagni eseguono il tentativo.
L’estensione al Mera Peak, una stupenda vetta alta 6476 mt situata nella remota regione di Honku, offre l’opportunità di vivere una vera avventura attraverso dei remoti territori himalaiani e concede la vista di panorami incomparabili, ma richiede maggior dimestichezza ed adattabilità. Il punto più difficile di questo trekking si affronta all’inizio, quando si accede all’alto bacino di Honku attraverso il passo del Mingbo (5871 mt) posto sulla dorsale meridionale dell’Ama Dablang che richiede la risalita di un pendio glaciale; la progressione alla vetta del Mera è non è più difficile di questo tratto, solo molto più alta.
ATTREZZATURA
Per godere appieno di questa magnifica avventura è necessario premunirsi per le basse temperature. È fondamentale un sacco a pelo omologato per i – 20°C e vestiario e calzature che consentano il confort a queste temperature. È un fattore di prudenza, perché non è usuale avere –20! Ma a volte anche a ottobre può succedere che le temperature scendano. Chi si cimenta nella salita all’Imja Tse deve avere ramponi, picozza e imbragatura; questi attrezzi sono necessari anche per l’estensione al Mera Peak. Per chi non avesse materiali adatti a Katmandu è possibile noleggiare o acquistare a prezzi convenienti tutto, ma in questo caso è meglio avvisare il capogruppo prima della partenza per fare predisporre il materiale. È però obbligatorio avere con se prima di partire gli scarponi, perché non è detto che si trovino quelli adatti a Katmandu.
Programma del viaggio
(I tempi indicati per le tappe sono riferiti a persone che procedono senza soste con un ritmo lento)
1°g. Venerdì 6 ottobre, partenza per Katmandu
2°g. 7/10 Katmandu
Arrivo a Katmandu, trasferimento in hotel e riposo.
3°g. 8/10 Katamandu
Giornata a disposizione, utile per controllare l’attrezzatura e fare eventuali acquisti.
4°g. 9/10 Katmandu – Lukla – Phakding (2600) o Bengkar
Partenza in volo per Lukla, tipico aeroporto himalaiano appeso al bordo di una valle posto a circa 2800 mt di quota, che si raggiunge in circa 30 minuti. Si inizia già oggi il cammino con una facile tappa di circa 2 ore e mezza, scendendo al fiume Dudh Kosi e risalendo verso nord la valle che porta a Namche Bazar, arrivando a Phakding.
5°g. 10/10 Phakding – Namche Bazar (3440)
Si segue il fiume fino alla base della salita che porta al villaggio di Namche Bazar, il centro principale degli Sherpa. Tappa di circa 5 ore.
6°g. 11/10 Namche Bazar
Giornata di acclimatazione. Chi vuole può fare un’escursione fino al villaggio di Thame (3800), seguendo la valle che porta verso il Rolwaling; a Thame si trova un interessante monastero.
7°g. 12/10 Namche Bazar – Khumjung (3790)
Per proseguire con l’acclimatazione si sale al bel villaggio di Khumjung, situato su di un poggio sopra Namche, che si raggiunge in meno di due ore.
8°g. 13/10 Kumjung – Machhermo (4410) o Luza (4360)
Si segue il sentiero che costeggia la montagna fino ad una discesa di circa 400 mt che porta a Phortse Tenga, dove si inizia a risalire il fiume che origina dal ghiacciaio del Cho Oyu e si attraversano alcuni alpeggi fino a raggiungere quello di Machhermo. Tappa di circa 7 ore.
9°g. 14/10 Machhermo – Gokyo (4750)
Si prosegue camminando tra le pasture degli Yak, con visuali sempre più entusiasmanti, a nord domina l’orizzonte il Cho Oyu; si arriva ad un primo lago e poco oltre si giunge al lago turchese di Gokyo. Tappa di circa 3 ore e mezza.
10°g. 15/10 Salita al Gokyo Ri (5483)
Si parte prestissimo, per godere delle prime luci del mattino dalla vetta. La salita è facile, lungo crinali erbosi, e richiede al massimo tre ore. Nel pomeriggio chi se la sente può proseguire verso il Cho Oyu seguendo le morene erbose fino ad un primo o ad un secondo lago.
11°g. 16/10 Gokyo – Taknak
Si attraversa il ghiacciaio che scende dal Cho Oyu; il ghiaccio è coperto dai sassi, il percorso è segnato da ometti di pietra e non presenta pericoli. Raggiunto il versante orientale della valle ci si accomoda nel villaggetto di Taknak.
12°g. 17/10 Passo del Cho La (5420) – Dzongla – Lobuche (4830)
Si risale una conca laterale e superando alcune creste si arriva nei pressi del passo; l’uscita al passo è ripida solo nell’ultimo tratto – si giunge fin qui ni circa 3 ore e mezza. Lla parte iniziale della discesa transita da un nevaio e, dopo una tratto più ripido, attraversa una zona di alpeggi. Per chi vuole, anziché seguire il costone settentrionale della valle scendendo fino a Duglha (4620 mt), raggiungendo in quel punto la valle principale che porta a Lobuche, è possibile risalire il costone sempre sul versante nord accorciando la distanza verso Lobuche e salendo all’Awi Peak (5245 mt), un ottimo punto panoramico che si erge sullo spigolo della montagna, da dove si scende a Lobuche. Tappa di circa 6 ore.
13°g. 18/10 Lobuche – Gorak Shep (5100); escursione al campo base
Si seguono le morene lungo i bordi del ghiacciaio godendo della vista del Pumori che si erge di fronte; dopo l’attraversamento di un ghiacciaio che confluisce dal lato della valle, anche questo coperto da sassi e senza pericolo di crepacci, si arriva a Gorak Shep, impiegando circa 2 ore e mezza. Da qui il campo base dell’Everest, situato di fronte alla famosa cascata di ghiaccio, dista circa 2 ore; chi lo desidera può recarvisi, rientrando poi a Gorak Shep per la notte.
14°g. 19/10 Salita al Kala Pattar (5545) – Lobuche
La salita al Kala Pattar, uno dei punti panoramici più celebri al mondo, non presenta difficoltà ed impegna al massimo per due ore. Nel pomeriggio si torna a Lobuche.
15°g. 20/10 Lobuche – Kongma La (5535) – Chhukung (4730)
Si attraversa il ghiacciaio, coperto da sassi e senza pericolo di crepacci, portandosi sul versante orientale della valle e iniziando la salita dell’altro versante. Le parti ripide del percorso sono in prossimità del passo, che offre uno dei più bei panorami del versante sud del Lhotse, una parete alta 4000 metri, ritenuta una delle più difficili di tutto l’Himalaia. Raggiunte le pasture della valle si arriva all’alpeggio di Chhukung, situato a nord dell’Ama Dablam. Tappa di circa 7 ore.
16°g. 21/10 Chhukung – base dell’Imja Tse
Si risale la valle del ghiacciaio di Imja verso est, godendo di un panorama fantastico sulle formazioni di ghiaccio a canna d’organo del grande bacino a nord dell’Ama Dablam. Si raggiunge un primo punto possibile per il campo a Pareshaya Gyab (5087) in circa 3 ore. Solitamente si procede nella stessa giornata fino ad un punto più alto, ponendo le tende a circa 5280 mt.
17°g. 22/10 Salita all’Imja Tse (6160) – Dingboche (4412)
Si parte prestissimo arrivando in breve ad una rampa di neve che porta sulla cresta nord ovest, che si segue fino in vetta; i tempi di salita variano in base alle condizioni, con un tempo minimo di circa 5 ore. L’Imja Tse è collegato a nord da un passo di 5700 mt al grande spigolo centrale della parete sud del Lhotse, di cui di fatto è un contrafforte: un luogo da capogiro! Tornati al campo avanzato si prosegue la discesa fino a Dingboche, un tragitto in discesa di circa 3 ore e mezza.
PER CHI RIENTRA
18°g. 23/10 Dingboche – Temboche (3867)
Si percorre la parte iniziale del sentiero assieme ai compagni che proseguono per il Mera Peak. Il capogruppo saluta i partecipanti; la responsabilità del trekking da qui a Lukla sarà in carico ad uno Sherpa che parla la lingua inglese. Tutto il percorso segue dei comodi sentieri, quindi non sono previste difficoltà. La prima tappa del percorso di rientro richiede circa 4 ore e porta a Temboche, dove si trova un bel monastero buddista in vista della spettacolare parete sud dell’Ama Dablam.
19°g. 24/10 Temboche – Namche Bazar
Da Temboche si scende al fiume (3250) e si risale il versante settentrionale della valle verso Namche Bazar (3440). Con la buona acclimatazione che si possiede, si impiegano al massimo 4 ore.
20°g. 25/10 Namche Bazar – Lukla
Si ripercorrono in discesa le prime due tappe.
21°g. 26/10 Lukla – Katmandu
Si parte in volo per Katmandu; all’arrivo, trasferimento in hotel e relax.
22°g. 27/10 Katmandu
Giornata a disposizione.
23°g. 28/10 Katmandu e volo di rientro
Giornata libera; in serata ci si imbarca sul volo di rientro.
24°g. Domenica 29 ottobre, arrivo a destinazione
PER CHI PROSEGUE
(Per questa parte i tempi di tappa non vengono indicati; i tratti più lunghi sono ci circa 7 ore)
18°g. 23/10 Dingboche – base del Mingbo La
Si lascia il sentiero principale imboccando la valle che scorre a sud dell’Ama Dablam risalendola verso il passo, che è posto sul lato nord orientale. Si pone il primo campo ai limiti del ghiacciaio che porta al Mingbo La.
19°g. 24/10 Mingbo La (5871) – Bacino di Honku
La salita al passo di Mingbo è simile alla salita ad una vetta, lungo pendii glaciali piuttosto ripidi ma stabili. La zona di Honku è disabitata e molto selvaggia, con molti ghiacciai che confluiscono verso la valle che porta a sud verso il Mera Peak.
20°g. – 21°g. 25 e 26/10 Bacino di Honku – Passo del Mera (5300)
Raggiunto il fiume si segue la valle in direzione sud per poi risalirne il versante occidentale fino al passo di Mera, che si apre sul bacino glaciale della parerte nord della montagna. Si pone il campo nei pressi del passo, solitamente sul versante orientale.
22°g. 27/10 Passo del Mera – Campo avanzato (5800)
Si porta il campo più in alto per essere faciliti nella salita. Il punto del campo avanzato gode già di panorami eccezionali.
23°g. –24°g. 28 e 29/10 Salita al Mera Peak (6476)
Dal campo avanzato la vetta si raggiunge in giornata; si tengono a disposizione due giorni per avere più tempo a disposizione ed eventualmente provare a salire anche la vetta settentrionale, che è più bassa (6124) ma più difficile. I panorami dalla cima del Mera sono di una bellezza leggendaria, perché verso sud non ci sono montagne più alte e la posizione è abbastanza staccata rispetto alla barriera che parte dal Cho Oyu ad ovest e attraverso la zona dell’Everest arriva fino al Makalu ad ovest. Nelle giornate limpide, usuali in questa stagione, si vede buona parte dell’Himalaia nepalese, fino al Kanchendzonga.
25°g. 30/10 Passo del Mera – Thagnak (4056)
Inizia il percorso di rientro verso Lukla scendendo in direzione ovest lungo il ripido bordo settentrionale della valle fino a raggiungere l’alpeggio di Thagnak in una regione tornata arborea; prima dell’alpeggio se si risale il bordo di una morena a nord del sentiero si arriva al lago di Sabai.
26°g. 31/10 Thagnak – Thasing Dingma (4030)
Si scende in direzione sud la valle di Thagnak fino ad una quota di circa 3600 mt iniziando quindi a risalire il versante occidentale della valle fino all’alpeggio di Thasing Dingma.
27°g. 1/11 Thasing Dingma – Kharka (4200)
Si prosegue la salita del versante occidentale della valle fino a Kharka.
28°g. 2/11 Kharka – Lukla
Oltre Kharka si attraversa un colle posto a circa 4600 metri il costone che separa queste remote regioni dalla vallata del fiume Dudh Kosi, dove si trova Lukla.
29°g. 3/11 Lukla – Katmandu
Si parte in volo per Katmandu; all’arrivo, trasferimento in hotel e relax.
30°g. 4/11 Katmandu e volo di rientro
Giornata libera; in serata ci si imbarca sul volo di rientro
31°g. Domenica 5 novembre, arrivo a destinazione
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Salendo all’Island Peak
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