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Myanmar


Il Paese del sorriso

Visita dei siti storici e incontro con una cultura e natura affascinanti


Swedagon a Yangon

Mercato di Myinkabar a Bagan

Monte Popa

Inle. pescatore

Grotte di Pindaya

PARTENZA
06/08/2017
RITORNO
19/08/2017
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
14 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Myanmar ci accoglie con importanti ed esteticamente accattivanti siti storici ed una natura tropicale molto bella che ospita un insieme di etnie con stili di vita ed abitudini molto diversi, ma con un importante punto in comune: il meraviglioso sorriso delle persone, che manifesta una serenità difficile da comprendere quando i mezzi materiali sono a volte così scarsi. Dall’immortale Bagan, Mandalay e Yangon, con i siti rupestri di Powintaung e Pindaya, le dimenticate pagode di Kakku e Indein, fino all’incontro con l’animismo birmano a Monte Popa, le popolazioni Danu ed il mondo sospeso dal tempo del lago di Inle, il viaggio consente una visione molto completa di questo Paese. Si svolge nelle regioni settentrionali e centrali iniziando da Mandalay, le aree che sono meno soggette al flusso monsonico che è ancora attivo nelle parti costiere, e si conclude a Yangon, la città principale.

Se incontri qualcuno senza un sorriso, regalagliene uno dei tuoi.
  • Mandalay
  • Mingun
  • Ava
  • Sagaing
  • Monywa
  • Grotte di Powintaung
  • Pakokku
  • Bagan
  • Monte Popa
  • Sale
  • Heho
  • Pindaya
  • Kakku Pagodas
  • Taunggyi
  • Nyaungshwe
  • Golden Island Cottages Thale-U
  • Lago di Inle
  • Indein
  • Yangon

 Presentazione del viaggio


L’itinerario inizia da Mandalay dove ci si immerge nelle visite di quello che è considerato il centro culturale del Paese, includendo l’antica capitale di Ava, Amarapura e Mingun, luoghi ricchissimi di storia; in queste regioni risiede la maggior parte dei monaci birmani e si trovano stupendi templi costruiti in legno di tek. Da Mandalay ci si sposta a Monywa sul fiume Chinwin, nei cui pressi si trovano le grotte di Powintaung dove tra gli innumerevoli templi rupestri sono custodite 400.000 statue e preziosi affreschi. Si prosegue sempre con un mezzo privato per Bagan, dove sorgono centinaia di pagode immerse nella bella natura di una grande ansa del fiume Irrawaddy; un luogo ritenuto tra i siti archeologici più affascinanti al mondo. Dopo un’approfondita visita e un’interessante escursione a Sale ed al Monte Popa, “l’Olimpo Birmano”, si parte in volo per Heho raggiungendo le “grotte dei mille Buddha” a Pindaya; nei pressi si visita un interessante villaggio dell’etnia Danu. Da qui si prosegue per Kakku, uno stupefacente sito che raccoglie innumerevoli stupa, e Taunggyi, dove si trova un interessante mercato, e si arriva al lago di Inle, considerato da molti viaggiatori il gioiello di Myanmar, uno spazio fuori dal tempo con villaggi su palafitte, orti galleggianti, pagode e mercati dove si vedono anche molte lavorazioni di artigianato tradizionale. Si esplora a fondo con la barca questo splendido specchio d’acqua con un percorso che porta al mercato di Mine Thauk e include siti di raro fascino come Indein e Taung To. Si torna quindi in volo a Yangon dove si visita la città e ci si reca alla grandiosa pagoda di Shwedagon, centro spirituale del Paese.

NOTA TECNICA

Il viaggio si svolge nella tarda parte della stagione monsonica che è solitamente piuttosto intensa nelle aree costiere meridionali; l’itinerario tiene conto di questo  ed inizia dalle regioni settentrionali e si svolge da qui alle regioni centrali del Paese, ovvero le aree meno soggette al flusso monsonico. Il punto più meridionale è la città di Yangon, da dove si prende il volo di rientro. I valori stagionali indicano temperature minime di 25 gradi e massime di 33 gradi a Mandalay e massime di 30°C a Yangon; le precipitazioni a Mandalay in agosto indicano possibili piogge per 11 giorni nel mese con una caduta complessiva media di circa 130 millimetri su 31 giorni. Le sistemazioni sono comode e pulite, i trasporti si effettuano con mezzi privati, tranne nei pochi tratti dove è obbligatorio l’utilizzo di mezzi locali. Il cibo – incluso nel prezzo del viaggio – è molto vario; solitamente si consumano i pranzi nei pittoreschi ristorantini locali e la sera si cena o in hotel o in ristoranti tipici. È prevista un’escursione ai villaggi Danu nei pressi di Pindaya: circa un’ora e mezza a piedi in andata ed un’ora al ritorno; si consiglia di portare con sé scarpe adatte ai sentieri; chi preferisce potrà restare a rilassarsi presso il confortevole hotel Conqueror. In sintesi, il viaggio è molto ricco di contenuto e non richiede particolare spirito di adattamento.

 Programma del viaggio


1°g.    Domenica 6 agosto, partenza per Mandalay in Myanmar
Per raggiungere Mandalay, nel nord della Birmania, vi sono molte possibilità di scelta e Amitaba può prenotare il volo preferito dai viaggiatori; una compagnia molto utilizzata è la Ethiad che offre collegamenti in connessione da molte città d’Italia. Con Etihad la partenza per Abu Dhabi da Milano Malpensa è alle 10.55 con arrivo alle 19.20; da Roma Fiumicino alle 11.15 con arrivo alle 19.15. Si riparte da Abu Dhabi per Bangkok alle 21.25. Per gli orari degli altri collegamenti contattare Amitaba.

2°g.    7/8 Arrivo a Mandalay
Arrivo a Bangkok alle 7.10; si riparte alle 12.00 con il volo in connessione (si fa un unico check in del bagaglio nell’aeroporto di origine) della Bangkok Airways con arrivo a Mandalay alle 13.20, dove è in attesa dei partecipanti la guida birmana che parla la lingua italiana e che seguirà l’intero viaggio. Si alloggia presso l’hotel Ayarwaddy River View o simile. Mandalay è la città più importante dopo Yangon ed è considerata la capitale culturale e religiosa dello Stato: vi risiede oltre la metà dei monaci birmani. Già capitale del regno birmano settentrionale, il re Mingon vi eresse nel 1856 una suntuosa fortezza di cui resta l’imponente cinta muraria, lunga 8 km e alta 8 metri, circondata da un fossato di 70 metri di ampiezza. Nel pomeriggio si visitano il monastero di Shwe Kyaung, adornato di sculture lignee di raffinata esecuzione, e la pagoda di Kuthodaw, recentemente assurta a patrimonio dell’umanità, celebre perché vi sono incise su 729 lastre di marmo diverse scritture buddiste: motivo per cui è stata anche definita il “Libro più grande del mondo”. Si procede quindi per la sommità di Mandalay Hill, dai cui 200 metri di altitudine la vista spazia su tutta la città ed i dintorni, un punto stupendo per godersi il tramonto.

3°g.    8/8 Mandalay
Con una piacevolissima gita in barca sul fiume si raggiunge in circa un’ora l’antico sito di Mingun, dominato dalla mastodontica massa della pagoda incompiuta di Pahtodawgyi, dove è anche custodita un’enorme campana (90 tonnellate!) che si dice essere la più grande al mondo. Rientrati a Mandalay, nel pomeriggio ci si reca ad Ava (o Inwa), che fu la capitale delle Birmania per circa 400 anni e di cui restano alcuni siti interessanti immersi in un bell’ambiente rurale; la si percorre piacevolmente utilizzando dei calessi trainati da cavalli. Si vedono tre monasteri, tra cui il più celebre è il Bagayar Kyaung, interamente costruito con il legno di tek con 267 pilastri di legno, e sono molto belli anche lo Yadanar Simi Temple e il Mae Nu Brick. Si completa la giornata recandosi al tempio di Mahamuni, il principale luogo di culto di Mandalay che contiene una veneratissima statua del Buddha ricoperta di foglie d’oro, e, dopo una visita al quartiere dove vengono realizzate le sculture di pietra, ad Amarapura, dove si trova il ponte di U Bein che attraversa un tranquillo specchio d’acqua: è interamente costruito in legno di tek e lungo circa 1.200 metri.

4°g.    9/8 Mandalay – Monywa
La cittadina di Monywa dista 112 km verso ovest, un viaggio che richiede quasi 4 ore; nei pressi di Mandalay è prevista una sosta per visitare un interessante laboratorio orafo nel villaggio di Ywa Htaung, vicino a Sagaing. A Monywa si trovano diverse pagode e templi, di cui la Thanboddhay Paya è il sito più interessante da visitare; si alloggia presso l’Hotel Chindwin o simile. Dopo pranzo ci si reca alle grotte di Powintaung, utilizzando per un tratto un mezzo locale (utilizzato solo dal gruppo): qui nelle falesie si contano 947 grotte scavate nell’arenaria che preservano circa 400.000 statue e innumerevoli affreschi, un’incredibile collezione che gli esperti considerano la più vasta e ricca esistente al mondo. Dopo la visita si rientra a Monywa seguendo lo stesso percorso.

5°g.    10/8 Monywa – Pakokku – Bagan
Si percorrono 120 km in direzione sud arrivando a Pakokku, dove si può visitare la produzione di bastoncini d’incenso e di giocattoli di carta; si effettua un giro della cittadina utilizzando i tuk tuk. Con circa un’altra ora di guida (40 km) si giunge quindi a Bagan, dove si alloggia presso l’hotel Kaday Aung o simile. Bagan è uno dei siti archeologici più incredibili al mondo, con migliaia di costruzioni di circa 800 anni. Si iniziano le visite, l’area è molto estesa, circa 10 chilometri quadrati, ma i templi e pagode principali sono nei pressi della grande ansa del fiume Irrawaddy.

6°g.    11/8 Bagan
Si visitano i siti più interessanti, tra cui la pagoda di Shwezikone, particolarmente sacra; risalente all’undicesimo secolo, presenta un antico stile architettonico in pietre e sabbia. Quindi i templi di  Kyansitthar, famoso per le pitture murali, e di Wetkyiinn Gupyaukgyi con le pareti affrescate nel XIII secolo, Htilo Minlo, egregio esempio di architettura, il celebre tempio di Ananda dai battenti mirabilmente cesellati in legno teak, ed altri. Per il tramonto si raggiunge il tempio di Dhamayangyi utilizzando i calessi trainati da cavalli.

7°g.    12/8 Bagan, escursione a Monte Popa e Sale
Dopo una visita al mercatino di Myinkabar a Bagan con circa un’ora e mezza di guida si arriva al Monte Popa. Questo irto colle di origine vulcanica che domina le pianure è considerato l’Olimpo birmano: si pensa che molti Nat, ovvero gli spiriti dei defunti ed entità, abitino qui. Dalla cima del monte, che si raggiunge con una scalinata di 777 gradini che attraversa molti punti di interesse, si gode di una vista magnifica affacciandosi tra i molti templi bizzarramente decorati. Alla base del monte in un tempio che raccoglie le statue dei 37 principali Nat birmani spesso si svolgono pittoreschi rituali condotti dai truccatissimi sacerdoti che evocano e onorano questi spiriti. Dopo pranzo si prosegue per la località di Sale (40 km) dove si visita il monastero di Sale Yoke Sone, che conserva interessanti lavori in tek che ritraggono le vite precedenti del Buddha. Si rientra a Bagan per la cena.

8°g.    13/8 Bagan – Heho – Pindaya
Si parte in volo per Heho alle 9.35 con arrivo alle 10.15 (orario da confermare), una località situata più ad est nella regione centrale del Paese. Dall’aeroporto ci si reca a Pindaya (40 km), una graziosa cittadina dello stato di Shan con un laghetto su cui si affacciano le falesie dove si nascondono le “grotte dei mille Buddha”. Nella grotta principale nel corso dei secoli sono state poste oltre 8000 statue del Buddha. Si alloggia presso l’hotel Conqueror. Nel pomeriggio ci si reca con una passeggiata di circa un’ora e mezza ad un villaggio dell’etnia Danu, Taung Baw Gyi o Htut Ni: l’attività agricola più importate qui è legata alla produzione di tè; si potranno visitare le abitazioni e condividere per qualche ora le attività del villaggio. Si torna ai veicoli in circa un’ora; se il sentiero è bagnato è necessario avere scarpe da escursione per non scivolare.

9°g.    14/8 Pindaya – Kakku – Taunggyi – Lago di Inle 
Si parte per Kakku, che dista circa 125 km (3 ore), un sito che custodisce un numero incredibile di Stupa in stile Shan (circa 2200!) edificati ne XVII secolo; all’intorno si trovano villaggi Pa O ed alcune pagode rupestri. Si prosegue per Taungyyi dove ci si reca al mercato e quindi si prosegue per il villaggio di Nyaung Shwe (30 km), sulle rive del lago Inle; arrivando, tempo permettendo (in alternativa ci si potrà fermare qui anche il 17/8), si sosta per una visita del monastero di Shwe Yan Pyae, realizzato in tipico stile Shan con il legno di tek, dove studiano dei piccoli monaci. Si lascia il paese in barca navigando lungo il canale che immette sul lago di Inle, iniziando l’esplorazione di questo luogo incantato: lungo 22 chilometri e largo 11, adagiato a 800 mt di altitudine, è una perla di bellezza naturale dove i pescatori utilizzano con grande maestria le caratteristiche reti coniche di bambù in equilibrio su una sola gamba, una pesca unica che per il visitatore è un intrattenimento sorprendente. Si approda all’hotel Golden Cottage o simile.

10°g.    15/8 Lago di Inle
Inle è interessantissimo da esplorare con la barca: sul lago si trovano 17 villaggi con molti templi costruiti su palafitte. Tra i diversi siti meritevoli di particolare nota è Phaungdaw Oo, il tempio più importante; molto conosciuto è anche il monastero di Nga Phe Kyaung costruito in tek con molti pilastri decorati, dove si trovano statue di ottima fattura e i monaci fanno esibire dei gatti che saltano. L’industriosa gente che popola Inle ha creato dei giardini galleggianti per poter coltivare, oltre ad aver sviluppato molte particolari forme di artigianato, compresa una filatura eseguita con i gambi dei fiori di loto; la visita delle botteghe di produzione è molto interessante e spesso si incontrano le “donne giraffa” dell’etnia Pa O, giunte fin qui di fatto per farsi fotografare in cambio di piccole mance, un effetto questo dell’arrivo del turismo ma che a loro sembra gradito. All’inizio della giornata ci si reca in barca al mercato locale di Mine Thauk, che ricorre ogni 5 giorni e si svolge oggi; dal mercato si prosegue per Taung To dove si ammirano Stupa del XVII secolo.

11°g.    16/8 Lago di Inle, Indein
Si proseguono le esplorazioni; tra le mete di oggi, navigando lungo i canali che si dipartono dal bordo del lago ci si reca al villaggio di Indein per raggiungere uno dei siti più interessanti, dove una miriade di pagode sorge dalla giungla in cima ad un colle. Si accede risalendo una stradina gradinata, interamente coperta da una tettoia sotto cui sostano e vendono prodotti locali d’artigianato genti appartenenti a diverse etnie.

12°g.    17/8 Lago di Inle – Heho – Yangon
Si parte con la barca arrivando sulla sponda settentrionale del lago a Nyaung Shwe e con un pulmino privato si prosegue per l’aeroporto di Heho dove ci si imbarca alle 9.40 o alle 10.40 sul volo per Yangon, dove si arriva alle 10.50 o 11.40 (orari da confermare). Nel pomeriggio si visitano il monastero di Kalaywa Tawya e il parco dove vi è il venerato elefante bianco. Completa la giornata la visita della pagoda di Shwedagon, immortale centro spirituale della Birmania dove numerosi devoti eseguono le proprie preghiere, con la grande costruzione centrale alta 98 metri circondata da una profusione di templi minori che, anche se realizzati in diversi stili, creano un insieme sorprendentemente armonico. Si alloggia presso l’hotel Jasmine Palace o simile.

13°g.    18/8 Yangon e volo di rientro
Si inizia la giornata con un giro di un’ora su di un treno locale, ottima finestra per osservare la vita locale; ci si reca quindi al tempio di Chauk Hut Gyi, che preserva una gigantesca immagine del Buddha reclinato. Si completa con lo “Scott Market”, storico paradiso per gli acquisti in Birmania. Per chi è giunto con Etihad il volo per Bangkok parte alle 15.20 con arrivo alle 17.15; si parte da qui per Abu Dhabi alle 20.35 con arrivo alle 0.10.

14°g.    Sabato 19 agosto, arrivo a destinazione
La partenza da Abu Dhabi per Milano Malpensa è alle 2.45 con arrivo alle 7.40; per Roma Fiumicino alle 2.35 con arrivo alle 7.05.

ALCUNE NOTE GENERALI SULLA BIRMANIA, “UNIONE DI MYANMAR”

L’Unione di Myanmar (nome ufficiale della Birmania dal 1988) si estende per oltre 2.000 km dall’istmo di Kra nella penisola di Malacca sino alla regione himalaiana, dove si trova la montagna più alta del Paese, il Hkakabo Razi di c.a. 5900 mt. Il clima è principalmente monsonico con precipitazioni consistenti soprattutto nelle parti vicine alla costa; le piogge iniziano in maggio e durano fino a settembre con il periodo premonsonico particolarmente caldo.
I birmani sono circa 46 milioni. La gran parte della popolazione (70%) vive nelle pianure centrali, dal golfo di Martaban sino a Mandalay; il resto del Paese è generalmente poco popolato, con densità tra i 5 e 25 abitanti per chilometro quadrato. Tre quarti della popolazione vive in aree rurali; la città principale è Yangon (il cui precedente nome era Rangoon) dove vivono circa 4 milioni di abitanti; altre città importanti sono Mandalay (circa 800.000 ab.), Pathein, Mawlamyine, Taunggyi e Sittwe, ciascuna con 2-300.000 abitanti. Nel mosaico delle oltre 40 etnie che formano la popolazione del Paese il gruppo principale è il Birmano, originario del Tibet, stabilitosi nella regione tra l’VIII e il X secolo. Al medesimo gruppo etnico appartengono anche le popolazioni Rakhine, Chin, Kachin, Lisu, Lahu, Akha ed altre minori. Le principali popolazioni di origine non tibetana sono i Mon-Khmer (nel golfo di Martaban), i Cino-Siamesi (Shan, nel nord e nord est del Paese) e i Karenni (Karen e Khaya, di origine cinese, che abitano lungo il confine orientale tra Birmania e Thailandia).
La lingua ufficiale è il birmano, parlato dal 75% della popolazione, a cui si accompagnano una quarantina di differenti lingue e dialetti; è una lingua di origine indo-ariana che presenta forti analogie con il sanscrito. La scrittura deriva direttamente dal pali, l’antica scrittura indiana, tuttora considerata la lingua letteraria della Birmania.
Il buddismo approdò in questa regione in epoca precristiana tramite i missionari inviati dall’imperatore indiano Ashoka, e si radicò in seguito all’influsso cingalese a partire dal VI secolo. La fede buddista ha costituito il profondo elemento di coesione delle tradizioni e della cultura della gente attraverso tutti gli stravolgimenti subiti da queste terre: la storia della Birmania è costellata di intricate vicissitudini che hanno visto invasioni, insurrezioni, guerre, lotte fratricide e regicidi, sino alla dominazione inglese durata quasi un secolo e terminata con l’indipendenza ottenuta nel 1948. Il buddismo Theravada praticato in Birmania, dove si contano circa 600.000 monaci, ha accolto elementi del buddismo Mahayana, dell’induismo e dell’animismo / spiritismo autoctono, dove i nat, spiriti dei defunti e della natura, svolgono un ruolo basilare. Un famoso proverbio birmano dice: “Adora Buddha, ma temi i nat”. L’influsso induista è forte soprattutto nell’astrologia birmana, che è fondamentale per decidere le date e l’ora di tutti gli avvenimenti importanti della vita.
La Birmania è costellata da un’infinità di pagode erette nel corso dei secoli da generazioni di fedeli, ma quel che resta maggiormente impresso a chi visita questo meraviglioso Paese è il sorriso e la cordialità della gente, che dimostra una sconcertante serenità pur conducendo una vita tutt’oggi irta di difficoltà materiali.

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L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.