Myanmar
Conoscere la Birmania
Visita ai siti storici e culturali del paese del sorriso

Bagan, Shwezikone

Bimbo birmano

Yangon, Shwedagon

Alba a Bagan

Sagaing, rito di noviziato









Sintesi del viaggio
Il viaggio realizza una visita completa di Myanmar, la Birmania, avvicinando natura, storia e cultura di questo straordinario Paese abitato da un popolo sorridente, che trasmette un grande senso di cordialità e infonde al visitatore un sereno senso di pace. L’itinerario spazia dai luoghi giustamente famosi per qualità artistica e importanza storica ai siti più cari alla cultura della popolazione.
Presentazione del viaggio
L’itinerario inizia con la visita di Yangon, la capitale, con i tipici palazzi in stile coloniale e la grandiosa pagoda di Shwedagon, centro spirituale del Paese. Si procede in volo per il lago di Inle, vero gioiello di Myanmar, uno spazio fuori dal tempo con villaggi su palafitte, orti galleggianti, pagode e mercati dove si vedono anche molte lavorazioni di artigianato tradizionale. Completate le esplorazioni a Inle ci si sposta in volo a Mandalay per immergersi nelle visite dei siti di questa antica capitale e di Amarapura e Mingun, ricchissimi di storia; in queste regioni vivono la maggior parte dei monaci birmani e si trovano templi costruiti in legno di tek. Da Mandalay ci si sposta a Monywa sul fiume Chinwin, nei cui pressi si trovano le grotte di Powintaung dove tra gli innumerevoli templi rupestri sono custodite 400.000 statue e preziosi affreschi. Si prosegue sempre con un mezzo privato per Bagan, dove sorgono centinaia di pagode immerse nella bella natura di una grande ansa del fiume Irrawaddy; un luogo ritenuto tra i siti archeologici più affascinanti al mondo. Tenendo Bagan come base si effettua un’escursione a Monte Popa, l’ “Olimpo Birmano”, un sito di straordinario interesse cuore del culto animista dei Nat. Rientrati in volo a Yangon si completano le visite della capitale e quindi con una bella escursione di due giorni si visitano l’antica città di Bago e Kyaiktiyo, una delle mete di pellegrinaggio più care ai birmani dove un gigantesco masso ricoperto di foglie d’oro e circondato dai templi è inspiegabilmente posto in bilico sulla cima di un monte, con la visuale che spazia su di un vasto orizzonte di natura incontaminata. Si torna quindi a Yangon per il volo di rientro.
Programma del viaggio
1°g. Sabato 9 agosto, partenza per Myanmar
Per arrivare a Yangon, la capitale della Birmania il cui nome coloniale era Rangoon, ci sono diverse opzioni di volo e Amitaba può prenotare quella preferita dal viaggiatore.
2°g. 10/8 Arrivo a Yangon
Arrivo a Yangon, dove è in attesa dei partecipanti la guida birmana. Si inizia con un giro della città di Yangon con i tanti edifici in stile coloniale e si visitano l’antica pagoda di Sule, il Monument Park, la chiesa di Emanuele e ci si reca al piccolo mercato locale della verdura completando con il classico Strand Hotel. Si pranza in un ristorante tipico e si prende alloggio presso l’hotel My o il Central o il Clover City Center; ci si potrà poi immergere nel mercato di Scott (Bogyoke), che è ospitato in una tipica struttura coloniale. Completa questa ricca giornata la visita della pagoda di Shwedagon, immortale centro spirituale della Birmania dove numerosi devoti eseguono le proprie preghiere, con la grande costruzione centrale alta 98 metri circondata da una profusione di templi minori che, anche se realizzati con diversi stili, creano un insieme sorprendentemente armonico. Cena in un ristorante tipico.
3°g.11/8 Yangon – Heho – Lago di Inle
Si parte in volo per Heho al mattino presto (orario da confermare), nella regione centrale del Paese. Dall’aeroporto si prosegue per il lago di Inle, che dista circa 30 km; si sosta per una visita del monastero di Shwe Yan Pyae realizzato in tipico stile Shan con il legno di tek, dove studiano dei piccoli monaci. Dal villaggio di Nyaung Shwe, sulle rive del lago, si raggiunge con una barca privata l’hotel, il Golden Palace Resort o Golden Island Cottages o simile. Si esplora con la barca il lago, lungo 22 chilometri e largo 11 adagiato a 800 mt di altitudine, una perla di bellezza naturale e animato dai pescatori che, abilmente, utilizzano le caratteristiche reti coniche di bambù in equilibrio su una sola gamba: una pesca unica che, per il visitatore, è un intrattenimento sorprendente. Sul lago si trovano 17 villaggi e molti templi costruiti su palafitte. L’industriosa gente che vi abita ha creato dei giardini galleggianti per poter coltivare e ha sviluppato molte interessanti forme di artigianato, compresa una filatura eseguita con i fiori di loto; la visita delle botteghe di produzione è molto interessante e spesso si incontrano le “donne giraffa”, giunte fin qui di fatto per farsi fotografare in cambio di piccole mance, un effetto questo dell’arrivo del turismo ma che a loro sembra compiacere. Si vedono anche interessanti pagode; tra queste, Phaungdaw Oo è il tempio più importante. Si pranza in un ristorantino tipico e la cena è in hotel.
4°g. 12/8 Lago di Inle, escursione a Indein
Navigando lungo i canali che si diramano dal bordo del lago ci si reca al villaggio di Indein per raggiungere uno dei siti più interessanti, una miriade di pagode che sorge dalla giungla in cima ad un colle. Si accede risalendo un sentiero interamente coperto da una tettoia di legno sotto cui sostano, e vendono prodotti locali molto particolari, genti appartenenti a diverse etnie. Si pranza in un ristorante tipico e nel pomeriggio si prosegue l’esplorazione del lago con la visita del grazioso villaggio di Inthar, la cui sussistenza è affidata all’agricoltura ed alla cucina di gallette di riso. Cena in hotel.
5°g. 13/8 Lago di Inle – Heho – Mandalay
Si inizia la giornata con la visita di un colorato mercato locale, dove affluiscono diversi gruppi etnici con le proprie mercanzie. Ci si reca quindi al bel monastero di Nga Phe Kyaung costruito in tek con molti pilastri decorati, dove si trovano statue di ottima fattura e i monaci fanno esibire dei gatti che saltano. Raggiunto con la barca il villaggio di Nyaung Shwe si parte in pulmino per l’aeroporto di Heho per prendere il volo per Mandalay (orario da confermare), dove si alloggia presso l’Ayarwaddy River View o il Mandalay City Hotel o lo Smart Hotel o simile. Questa città, il centro più importante dopo Yangon, è considerata la capitale culturale e religiosa dello stato: vi risiede oltre la metà dei monaci birmani. Già capitale del regno birmano settentrionale, il re Mingon vi eresse nel 1856 una suntuosa fortezza di cui resta l’imponente cinta muraria, lunga 8 km e alta 8 metri, circondata da un fossato di 70 metri di ampiezza. Si pranza e cena in ristoranti tipici.
6°g. 14/8 Mandalay
Ci si reca nei pressi della città ad Amarapura, con una sosta per visitare l’industria della tessitura della seta. Qui si trova il ponte di U Bein che attraversa un tranquillo specchio d’acqua, interamente costruito in legno di tek e lungo circa 1.200 metri; nei pressi vi è il grande monastero di Mahagandayon, dove si può assistere alla processione e pranzo dei monaci e osservare lo svolgimento della loro vita quotidiana. Rientrati a Mandalay si fa tappa al monastero di Shwe Kyaung, adornato di sculture lignee di raffinata esecuzione, ed alla pagoda di Kuthodaw, recentemente assurta a patrimonio dell’umanità, celebre perché vi sono incise su 729 lastre di marmo diverse scritture buddiste e motivo per cui è stata anche nominata il ‘Libro più grande del mondo’. Si procede quindi in automobile per guadagnare la sommità di Mandalay Hill, dai cui 200 metri di altitudine la vista spazia su tutta la città ed i dintorni, un punto stupendo per godersi il tramonto. Pranzo e cena sono previsti in ottimi ristoranti locali.
7°g. 15/8 Mandalay
Con una piacevolissima gita in barca sul fiume si raggiunge in circa un’ora l’antico sito di Mingun, dominato dalla mastodontica massa di una pagoda incompiuta, dove è anche custodita un’enorme campana che si dice essere la più grande al mondo. Si rientra con la barca a Mandalay e nel pomeriggio si visita il tempio di Mahamuni, il principale luogo di culto di Mandalay che contiene una veneratissima statua del Buddha ricoperta di foglie d’oro. Dopo la visita si vedono le lavorazioni artigianali; le specializzazioni più importanti sono la scultura delle statue in marmo e dei manufatti di foglie d’oro, con anche un ampio insieme di altre lavorazioni. Pranzo e cena sono previsti in ristoranti tipici.
8°g. 16/8 Mandalay – Monywa
La cittadina di Monywa dista circa 112 km, un viaggio che richiede quasi 4 ore; nei pressi di Mandalay è prevista una sosta per visitare un interessante laboratorio orafo nel villaggio Ywa Htaung, vicino a Sagaing. A Monywa si trovano diverse pagode e templi, tra cui la Thanboddhay Paya è il sito più interessante da visitare; si alloggia presso l’Hotel Chin Dwin o il Win Unity Resort Hotel. Pranzo e cena sono previsti in ristoranti locali. Per recarsi alle grotte di Powintaung si prende un traghetto per la sponda opposta del fiume Chinwin (circa 20 minuti) e con dei pick up locali si prosegue per circa 45 min arrivando alle grotte. Qui nelle falesie si contano 947 grotte scavate nell’arenaria che preservano circa 400.000 statue e innumerevoli affreschi, un’incredibile collezione che gli archeologi considerano la più vasta e ricca esistente al mondo. Dopo la visita si rientra a Monywa seguendo lo stesso percorso.
9°g. 17/8 Monywa – Bagan
Si percorrono con circa 4 ore di automobile i 130 chilometri che separano Monywa e Pakokku, dove si può visitare la produzione di bastoncini d’incenso e di giocattoli di carta. Con circa un’altra mezz’ora di guida si giunge quindi a Bagan, dove si alloggia presso l’Arthawka Hotel o il Kumudara o il Shwe Yee Pwint; pranzo e cena presso i ristoranti locali. Bagan è uno dei siti archeologici più incredibili al mondo, con migliaia di costruzioni di circa 800 anni. L’area è molto estesa, circa 10 chilometri quadrati, ma i templi e pagode principali sono nei pressi della grande ansa del fiume Irrawaddy. Si iniziano le visite nel pomeriggio.
10°g. 18/8 Bagan
Si dedica la giornata alla visita dei siti di Bagan: citando i siti principali, si visitano la pagoda di Shwezikone, la cui sacralità è grande; risalente all’undicesimo secolo, presenta un antico stile architettonico in pietre e sabbia. Quindi Kyansitthar famoso per le pitture murali, il tempio di Wetkyiinn Gupyaukgyi con le pareti affrescate nel tredicesimo secolo, Htilo Minlo, egregio esempio di architettura, il celebre tempio di Ananda, dai battenti mirabilmente cesellati in legno teak. Si avrà anche tempo per una digressione profana quanto interessante presso la locale industria di lacche, e si conclude la giornata percorrendo col calesse le stradine tra le centinaia di pagode di questo sito immortale. Pranzo e cena si consumano in ristoranti tipici.
11°g. 19/8 Bagan, escursione a Monte Popa
Dopo una visita al mercatino di Myinkabar, con circa un’ora e mezza di guida si arriva a Popa. Questo monte di origine vulcanica che domina le pianure è considerato l’Olimpo birmano: si pensa che molti Nat, ovvero gli spiriti dei defunti ed entità, abitino qui. Dalla cima del monte, che si raggiunge con una scalinata di 777 gradini che attraversa molti punti di interesse, si gode di una vista magnifica affacciandosi tra i molti templi bizzarramente decorati. Alla base del monte in un tempio che raccoglie le statue dei 37 principali Nat birmani spesso si svolgono dei pittoreschi rituali condotti dai truccatissimi sacerdoti per evocare e onorare questi spiriti. Dopo la visita si rientra a Bagan; sul percorso si può visitare una piantagione dove viene anche prodotto l’olio di arachidi. Si completa la giornata con delle visite ad alcuni templi e pagode (Munuhar, Nan Pha Yar, Mya Zay Di, Myin Ka Bar Gu Pyauk Gyi, ecc.), in funzione del tempo disponibile; si gode il tramonto dalla pagoda di Buu, posta sulle rive del fiume, assieme ai pellegrini birmani. Pranzo e cena si consumano in ristoranti tipici.
12°g. 20/8 Bagan – Yangon
Dopo colazione si parte in volo per Yangon (orario del volo da confermare). Giunti nella capitale si visita Kalaywatawya, dove migliaia di monaci novizi apprendono i precetti buddisti; ci si reca quindi alla pagoda di Kyauktawgyi e al parco dove vengono tenuti gli elefanti bianchi. Nel pomeriggio si passeggia nel rigoglioso giardino di Kandawgyi, dove su uno specchio d’acqua galleggia Karaweik Hall, una grande chiatta dorata, la cui prua rappresenta due creature mitiche dalla testa di uccello; ci si reca quindi a vedere una colossale rappresentazione di Buddha reclinato lunga ben 70 metri e la pagoda di Chauk Htut Gyi, compresa in un esteso complesso di monasteri. Le soste per il pranzo e la cena avverranno in ristoranti locali mentre il pernottamento sarà presso il medesimo hotel utilizzato all’arrivo.
13°g. 21/8 Yangon – Kyaiktiyo (Golden Rock)
Si parte per il villaggio di Kyaiktiyo, che dista circa 190 km, un bel viaggio attraverso campagne e piantagioni di gomma, che conduce in zone sempre più selvagge. Giunti nei pressi di Kyaiktiyo si entra in un territorio dove non transitano i veicoli privati e, lasciato il proprio mezzo, si percorre con un trasporto locale una stradina che porta tra i monti in uno dei luoghi più sacri della Birmania: un grande masso sovrastato da uno Stupa in bilico sulla cima di un monte, entrambi ricoperti di foglie d’oro. È un luogo di grande bellezza anche naturale, dove i pellegrini birmani salgono il sentiero che conduce allo Stupa con circa un’ora di cammino, alcuni seduti su comode portantine. Lungo il percorso e sulla cima del monte si trovano negozietti che propongono erbe medicinali, artigianato e una miriade di banchetti dove è possibile sostare per mangiare e ristorarsi. Si alloggia presso l’hotel Moutain Top o Kyaikhto o simile; si pranza in un ristorante tipico e la cena è in hotel.
14°g. 22/8 Kyaiktiyo – Bago – Yangon
Rientrando a Yangon ci si reca a visitare l’antica città di Bago, dove si trovano la pagoda di Shwemawdaw, che è la più alta della Birmania (114 metri) e che contiene delle reliquie del Buddha, la statua del Buddha reclinato di Shwethalyaung e il palazzo di Kanbawzathadi. Tempo permettendo, si sosterà poi al cimitero di guerra di Htauk Kyant, dove giacciono i resti di 27.000 soldati delle truppe alleate caduti durante il secondo conflitto mondiale. A Yangon si alloggia presso il medesimo hotel; pranzo e cena presso ristornati tipici.
15°g. Sabato 23 agosto, volo di rientro
Per chi è giunto con Qatar Airways il volo di rientro parte da Yangon alle 8.10 con arrivo a Doha alle 11.10; si riparte per Milano Malpensa alle 13.40 con arrivo alle 19.05. Per gli orari di altre destinazioni e di altre compagnie contattare Amitaba.
ALCUNE NOTE GENERALI SULLA BIRMANIA, “UNIONE DI MYANMAR”
L’Unione di Myanmar (nome ufficiale della Birmania dal 1988) si estende per oltre 2.000 km dall’istmo di Kra nella penisola di Malacca sino alla regione himalaiana, dove si trova la montagna più alta del Paese, il Hkakabo Razi di c.a. 5900 mt. Il clima è principalmente monsonico con precipitazioni consistenti soprattutto nelle parti vicine alla costa; le piogge iniziano in maggio e durano fino a settembre. Il periodo premonsonico è particolarmente caldo; i mesi più indicati per una visita vanno quindi da ottobre a febbraio.
I birmani sono circa 46 milioni. La gran parte della popolazione (70%) vive nelle pianure centrali, dal golfo di Martaban sino a Mandalay; il resto del Paese è generalmente poco popolato, con densità tra i 5 e 25 abitanti per chilometro quadrato. Tre quarti della popolazione vive in aree rurali; la città principale è Yangon (il cui precedente nome era Rangoon) dove vivono circa 4 milioni di abitanti; altre città importanti sono Mandalay (circa 800.000 ab.), Pathein, Mawlamyine, Taunggyi e Sittwe, ciascuna con 2-300.000 abitanti. Nel mosaico delle oltre 40 etnie che formano la popolazione del Paese il gruppo principale è il Birmano, originario del Tibet, stabilitosi nella regione tra l’VIII e il X secolo della nostra era. Al medesimo gruppo etnico appartengono anche le popolazioni Rakhine, Chin, Kachin, Lisu, Lahu, Akha ed altre minori. Le principali popolazioni di origine non tibetana sono i Mon-Khmer (nel golfo di Martaban), i Cino-Siamesi (Shan, nel nord e nord est del Paese) e i Karenni (Karen e Khaya, di origine cinese, che abitano lungo il confine orientale tra Birmania e Thailandia).
La lingua ufficiale è il birmano, parlato dal 75% della popolazione, a cui si accompagnano una quarantina di differenti lingue e dialetti; è una lingua di origine indo-ariana che presenta forti analogie con il sanscrito. La scrittura deriva direttamente dal pali, l’antica scrittura indiana, tuttora considerata la lingua letteraria della Birmania.
Il buddismo approdò in questa regione in epoca precristiana tramite i missionari inviati dall’imperatore indiano Ashoka, e si radicò in seguito all’influsso cingalese a partire dal VI secolo. La fede buddista ha costituito il profondo elemento di coesione delle tradizioni e della cultura della gente attraverso tutti gli stravolgimenti subiti da queste terre: la storia della Birmania è costellata di intricate vicissitudini che hanno visto invasioni, insurrezioni, guerre, lotte fratricide e regicidi, sino alla dominazione inglese durata quasi un secolo e terminata con l’indipendenza ottenuta nel 1948. Il buddismo Theravada praticato in Birmania, dove si contano circa 600.000 monaci, ha accolto elementi del buddismo Mahayana, dell’induismo e dell’animismo / spiritismo autoctono, dove i nat, spiriti dei defunti e della natura, svolgono un ruolo basilare. Un famoso proverbio birmano dice: ”Adora Buddha, ma temi i nat”. L’influsso induista è forte soprattutto nell’astrologia birmana, che è fondamentale per decidere le date e l’ora di tutti gli avvenimenti importanti della vita.
La Birmania è costellata da un’infinità di pagode erette nel corso dei secoli da generazioni di fedeli, ma quel che resta maggiormente impresso a chi visita questo meraviglioso Paese è il sorriso e la cordialità della gente, che dimostra una sconcertante serenità pur conducendo una vita irta di difficoltà materiali.
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