Myanmar
Festival di Inle e siti classici
Cultura, arte e storia del Paese del Sorriso

Mahamuni a Mandalay

Monaco birmano

Mandalay, Palazzo Reale

Mandalay, Mahamuni

Lago di Inle









Sintesi del viaggio
Il viaggio spazia dai luoghi famosi per qualità artistica e importanza storica ai siti più cari ai birmani, offrendo un forte contatto con la cultura del Paese; nella regione del lago di Inle si avrà l’opportunità di assistere al festival della pagoda di Phaungdaw Oo con la grandiosa processione rituale delle barche, uno dei momenti più belli del folclore birmano. E’ un percorso che porta ad avvicinare un popolo splendidamente sorridente, che trasmette un grande senso di cordialità, infondendo al visitatore un sereno senso di pace.
L’itinerario inizia con la visita di Yangon (Rangoon), la capitale, dove si trova la pagoda di Shwedagon, il centro spirituale della Birmania.
Presentazione del viaggio
L’itinerario inizia con la visita di Yangon (Rangoon), la capitale, dove si trova la pagoda di Shwedagon, il centro spirituale della Birmania. Si parte quindi con un volo per l’area archeologica di Bagan, un luogo tra i più affascinanti al mondo, dove sorgono centinaia di templi e pagode immersi nella bella natura di una grande ansa del fiume Irrawaddy, edificati in gran parte tra l’XI ed il XIII secolo quando la città fu la capitale dell’impero birmano. Da Bagan si vola a Heho e si prosegue per il lago di Inle dove si avrà l’opportunità di godere dei momenti più belli del grande festival annuale e si scopre un microcosmo con templi e villaggi costruiti su palafitte dove la gente coltiva gli orti galleggianti, mantenendo attive raffinate capacità artigianali: qui viene prodotto anche un raro tessuto creato con gli steli del fiore di loto. Oltre ai mercati in piroghe che scivolano sull’acqua, colpiscono in special modo i resti di Indain, dove centinaia di piccole pagode emergono dalla giungla, e il remoto sito di Sanghar, un luogo speciale poco conosciuto dal turismo che si raggiunge con un’escursione in barca. Ci si sposta quindi in volo a Mandalay per immergersi nelle visite dei siti di questa antica capitale e di Mingun, Amarapura, Sagaing e Ava, ricchissimi di storia; in queste regioni vivono la maggior parte dei monaci birmani e si trovano templi costruiti in legno di tek. Da Mandalay si rientra in volo a Yangon e si ritorna in Italia.
IL FESTIVAL DEL LAGO DI INLE
Il viaggio si svolge in occasione del festival del lago di Inle, o più precisamente il festival della pagoda di Phaungdaw Oo. E’ una ricorrenza eccezionale per chi è interessato a incontrare da vicino il folclore birmano in una delle sue manifestazioni più belle, nel contesto particolarmente accattivante del lago di Inle dove si trovano villaggi e templi in legno di tek su palafitte e la vita si svolge in simbiosi con l’acqua, con i mercati che si tengono sulle barche e le coltivazioni sviluppate con gli orti galleggianti. Durante il festival le immagini sacre della pagoda di Phaungdaw Oo, le più venerate della regione dello Shan di cui il lago è parte, vengono trasportate con tutti gli onori con una barca speciale (il Karaweick) in processione da villaggio a villaggio. L’evento più atteso è la processione principale, quando tutto attorno si crea una situazione gioiosa e di festa e anche un ampio mercatino con miriadi di banchetti che propongono cibi e mercanzie, dove si vedono anche spettacolini di pupazzi e teatrali. Passeggiando si incontra un gran numero delle diverse etnie che sfoggiano i propri costumi migliori, in particolare gruppi di Danu, Inntha, Pa-O, Palaung, Kachin e Taung Yoe, oltre ovviamente agli Shan.
Programma del viaggio
1°g. Mercoledì 9 ottobre, partenza per Myanmar
2°g. 10/10 Arrivo a Yangon
Arrivo a Yangon; ci si trasferisce presso l’hotel My. Si visitano la città e la pagoda di Shwedagon, immortale centro spirituale della Birmania, con la grande costruzione centrale circondata da una profusione di templi minori realizzati con diversi stili che creano un insieme stupefacemente armonico, dove numerosi devoti eseguono le proprie preghiere.
3°g. 11/10 Yangon – Bagan
Il volo per Bagan parte al mattino presto (orari da confermare). Giunti a destinazione si prende alloggio presso l’hotel Arthawka e si inizia a esplorare il vasto sito, uno dei siti archeologici più incredibili al mondo, con migliaia di costruzioni di circa 800 anni. L’area d’interesse è molto estesa, su circa 10 chilometri quadrati, ma i templi e pagode principali sono nei pressi della grande ansa del fiume Irrawaddy. Uno dei momenti più preziosi si ha al tramonto, che si ammira da una delle antiche pagode.
4°g. 12/10 Bagan
Si prosegue con l’esplorazione di Bagan; sarà molto interessante anche recarsi al mercato locale. Per chi lo desidera, è possibile noleggiare delle biciclette e percorrere tra le pagode i sentieri più tranquilli, scoprendo luoghi preziosi e sconosciuti. Si gode il tramonto da una barca sul fiume Irrawaddy.
5°g. 13/10 Bagan – Heho – Lago di Inle
Si parte in volo per Heho al mattino presto (orari da confermare), nella regione centrale del Paese. Dall’aeroporto si prosegue per il lago di Inle; si sosta per una visita del monastero di tek di Shwe Yan Pyae, dove studiano dei piccoli monaci. Dal villaggio di Nyaung Shwe, sulle rive del lago, si raggiunge in barca l’hotel Golden Island Cottages. Si dedica il pomeriggio all’esplorazione con la barca del lago, lungo 22 chilometri e largo 11, una perla di bellezza naturale; vi si trovano 17 villaggi e molti templi costruiti su palafitte. L’industriosa gente che vi abita ha creato dei giardini galleggianti per poter coltivare e ha sviluppato molte interessanti forme di artigianato, compresa una filatura eseguita con i fiori di loto; la visita delle botteghe di produzione è molto interessante. Tra i diversi luoghi che si visitano vi è il bel monastero di Nga Phe Kyaung, dove si trovano statue e decorazioni di ottima fattura e i monaci fanno esibire dei gatti che saltano.
6°g. 14/10 Lago di Inle: festival di Phaungdaw Oo
Oggi è in corso la grande processione, con la barca sacra (il Karaweick) che trasporta le preziose statue seguita da uno stuolo di barche adornate e decorate, con tutti che indossano costumi titpici. Si segue l’evento e al termine si proseguono le esplorazioni del lago.
7°g. 15/10 Lago di Inle, festival e visita di Indein
La processione del lago continua, oggi le barche vanno da Mine Tauk a Tha Le; si segue l’evento e quindi, navigando lungo i canali che si dipartono dal bordo del lago, ci si reca al villaggio di Indein. Alle spalle del villaggio si raggiunge uno dei siti più interessanti, una miriade di pagode che sorge dalla giungla in cima a un colle a cui si accede risalendo una stradina gradinata, interamente coperta da una tettoia sotto cui sostano e vendono prodotti locali d’artigianato genti appartenenti a diverse etnie.
8°g. 16/10 Lago di Inle, escursione a Sanghar
Giunti al bordo meridionale del lago, accompagnati anche da una guida dell’etnia Pa-O, si imbocca un fiume fino a un secondo lago seguendo un percorso molto panoramico e interessante che richiede circa 3 ore di navigazione. Si arriva a Sanghar, un remoto villaggio che nel XVIII secolo era un’importante città dello stato di Shan; è molto interessante da visitare, nei pressi si trovano un gran numero di Stupa e si potranno osservare attività artigianali.
9°g. 17/10 Lago di Inle – Heho – Mandalay
Si raggiunge in barca il villaggio di Nyaung Shwe, dove oggi è giorno di mercato, un’ulteriore occasione di incontro con la vita e il colore birmani. Si prosegue per l’aeroporto di Heho per prendere il volo per Mandalay (12.25 – 13.00, orari da confermare). Questa città, il centro più importante dopo Yangon, è considerata la capitale culturale e religiosa dello stato: vi risiede oltre la metà dei monaci birmani. Già capitale del regno birmano settentrionale, il re Mingon vi eresse nel 1856 una sontuosa fortezza di cui resta l’imponente cinta muraria, lunga 8 km e alta 8 metri, circondata da un fossato pieno d’acqua di 70 metri di ampiezza. Nei dintorni della città e lungo l’Irrawaddy (il fiume degli elefanti), si trovano località e monumenti di commovente bellezza. Nel pomeriggio con una piacevolissima gita in barca sul fiume si raggiunge in circa un’ora l’antico sito di Mingun, dominato dalla mastodontica massa di una pagoda incompiuta, dove è anche custodita un’enorme campana che si dice essere la più grande al mondo; tornando, si godrà del tramonto sul fiume Irrawaddy. Si alloggia presso l’hotel Ayeyarwaddy Riverview o il Mandalay City.
10°g. 18/10 Mandalay
Si iniziano le visite con il tempio di Mahamuni, il principale luogo di culto di Mandalay che contiene una veneratissima statua del Buddha ricoperta di foglie d’oro. Ci si reca quindi nei pressi della città ad Amarapura dove si trova il ponte di U Bein che attraversa un tranquillo specchio d’acqua, interamente costruito in legno di tek e lungo circa 1.200 metri; nei pressi si trova il grande monastero di Mahagandayon, dove si può assistere alla processione e pranzo dei monaci e osservare lo svolgimento della loro vita quotidiana. Ci si reca quindi all’antica capitale di Sagaing che presenta una collina disseminata di templi e pagode; è considerata il centro spirituale del paese con circa 3000 monaci e molti centri di meditazione. In serata si ammirerà il tramonto dalla panoramica collina di Mandalay, dove si erge un interessante tempio.
11°g. 19/10 Mandalay, escursione a Kyaukse
Oggi a Kyaukse, a circa 50 km da Mandalay, si svolge il festival della ‘Danza dell’elefante’: viene creata una grande effige d’elefante col bambù che viene portata da due uomini che danzano con grande perizia tra il suono di strumenti e tamburi ed eseguono per tre volte la circumambulazione della pagoda di Shwe Tha Lyaung. Per la ricorrenza affluiscono qui un gran numero di persone da tutti i villaggi della zona e anche da Mandalay e si forma una grande festa. Si potrà anche visitare la panoramica pagoda di Shwe Tha Lyaung, posta su di un colle, che si raggiunge con una passeggiata. Rientrati a Mandalay si visita la pagoda di Kuthodaw, celebre perché vi sono incise su 729 lastre di marmo diverse scritture buddiste, motivo per cui è stata anche nominata il ‘Libro più grande del mondo’.
12°g. 20/10 Mandalay – Yangon
Si visita lo Shwe Nan Daw, il “monastero d’oro”, costruito in legno di tek che originariamente era posizionato nel Palazzo Reale. Ci si reca quindi ad Ava (o Inwa), che si raggiunge con un piccolo traghetto e la si percorre piacevolmente utilizzando dei calessi trainati da cavalli; Ava è stata la capitale della Birmania per circa 400 anni, e tra i molti spunti interessanti si trovano dei bellissimi monasteri, tra cui il Bagaya Kyaung, interamente costruito con il legno di tek. Nel pomeriggio si parte in volo per Yangon, dove si alloggia presso il medesimo hotel.
13°g. Lunedì 21 ottobre, volo di rientro
ALCUNE NOTE GENERALI SULLA BIRMANIA, “UNIONE DI MYANMAR”
L’Unione di Myanmar (nome ufficiale della Birmania dal 1988) si estende per oltre 2.000 km dall’istmo di Kra nella penisola di Malacca sino alla regione himalaiana, dove si trova la montagna più alta del Paese, il Hkakabo Razi di c.a. 5900 mt. Il clima è principalmente monsonico con precipitazioni consistenti soprattutto nelle parti vicine alla costa; le piogge iniziano in maggio e durano fino a settembre. Il periodo premonsonico è particolarmente caldo; i mesi più indicati per una visita vanno quindi da ottobre a febbraio.
I birmani sono circa 46 milioni. La gran parte della popolazione (70%) vive nelle pianure centrali, dal golfo di Martaban sino a Mandalay; il resto del Paese è generalmente poco popolato, con densità tra i 5 e 25 abitanti per chilometro quadrato. Tre quarti della popolazione vive in aree rurali; la città principale è Yangon (il cui precedente nome era Rangoon) dove vivono circa 4 milioni di abitanti; altre città importanti sono Mandalay (circa 800.000 ab.), Pathein, Mawlamyine, Taunggyi e Sittwe, ciascuna con 2-300.000 abitanti. Nel mosaico delle oltre 40 etnie che formano la popolazione del Paese il gruppo principale è il Birmano, originario del Tibet, stabilitosi nella regione tra l’VIII e il X secolo della nostra era. Al medesimo gruppo etnico appartengono anche le popolazioni Rakhine, Chin, Kachin, Lisu, Lahu, Akha ed altre minori. Le principali popolazioni di origine non tibetana sono i Mon-Khmer (nel golfo di Martaban), i Cino-Siamesi (Shan, nel nord e nord est del Paese) e i Karenni (Karen e Khaya, di origine cinese, che abitano lungo il confine orientale tra Birmania e Thailandia).
La lingua ufficiale è il birmano, parlato dal 75% della popolazione, a cui si accompagnano una quarantina di differenti lingue e dialetti; è una lingua di origine indo-ariana che presenta forti analogie con il sanscrito. La scrittura deriva direttamente dal pali, l’antica scrittura indiana, tuttora considerata la lingua letteraria della Birmania.
Il buddismo approdò in questa regione in epoca precristiana tramite i missionari inviati dall’imperatore indiano Ashoka, e si radicò in seguito all’influsso cingalese a partire dal VI secolo. La fede buddista ha costituito il profondo elemento di coesione delle tradizioni e della cultura della gente attraverso tutti gli stravolgimenti subiti da queste terre: la storia della Birmania è costellata di intricate vicissitudini che hanno visto invasioni, insurrezioni, guerre, lotte fratricide e regicidi, sino alla dominazione inglese durata quasi un secolo e terminata con l’indipendenza ottenuta nel 1948. Il buddismo Theravada praticato in Birmania, dove si contano circa 600.000 monaci, ha accolto elementi del buddismo Mahayana, dell’induismo e dell’animismo / spiritismo autoctono, dove i nat, spiriti dei defunti e della natura, svolgono un ruolo basilare. Un famoso proverbio birmano dice: ”Adora Buddha, ma temi i nat”. L’influsso induista è forte soprattutto nell’astrologia birmana, che è fondamentale per decidere le date e l’ora di tutti gli avvenimenti importanti della vita.
La Birmania è costellata da un’infinità di pagode erette nel corso dei secoli da generazioni di fedeli, ma quel che resta maggiormente impresso a chi visita questo meraviglioso Paese è il sorriso e la cordialità della gente.
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