Mongolia
Vaste steppe e deserto del Gobi
Alla scoperta del Paese di Gengis Khan









Sintesi del viaggio
Il viaggio segue un ampio anello che partendo da Ulaanbaatar percorre la Mongolia centrale e meridionale, un percorso di circa 2500 chilometri che spazia dalle praterie e dalle vaste steppe al deserto del Gobi, unendo la scoperta di luoghi famosi, impossibili da ignorare, ad angoli ancora sconosciuti. Si avrà così una visione d’insieme completa di questa terra così speciale che può regalare la sensazione di essere catapultati in un’altra epoca se non addirittura su di un altro pianeta, godendo dell’immensità di spazi senza barriere né recinzioni dove le tenaci persone che vi abitano mantengono tradizioni antiche e rivelano un cuore sorprendente. Sono previste alcune escursioni a piedi che seguono sentieri non impegnativi della durata massima di un paio d’ore.
- Ulaanbaatar
- Ikh Nart
- Ikh Gazryn Chuluu
- Tsagaan Suvraga
- Yoliin Am
- Dune di Khongoryn Els
- Bayanzag
- Monastero di Onghiin
- Tuvkhun e Khujirt
- Cascate di Tsutgalan
- Kharkhorin – Shank
- Monastero di Manzushir
- Bogd Uul
Presentazione del viaggio
Per maggiori dettagli sul Paese, vedi Mongolia.
ORGANIZZAZIONE DI AMITABA IN MONGOLIA
I viaggi di Amitaba in Mongolia dal 2010 vengono organizzati con la cooperativa Sain Sanaa (il cui nome in mongolo significa “buona idea”) che è stata fondata con il nostro supporto aggregando un gruppo di persone mongole guidate da Alfredo Savino, con l’obbiettivo di curare attentamente la qualità dei servizi offerti. Ogni socio mette a disposizione le proprie conoscenze ed abilità iniziando dal tracciare itinerari che consentano ai viaggiatori di entrare in contatto con la Mongolia più vera, e, ovunque opportuno, si estendono al di fuori dai circuiti turistici. Le finalità della cooperativa sono in sintesi le seguenti: ridistribuire gli utili ricavati dai viaggi ugualmente fra i soci (siano essi guide, autisti o cuochi, stranieri o mongoli); non portare fuori dal Paese i ricavati del turismo; pagare i non soci locali che collaborano alla realizzazione dei viaggi in modo equo; favorire le piccole realtà imprenditoriali locali; cogliere l’opportunità del soggiorno di ospiti stranieri in Mongolia per generare un mezzo concreto d’aiuto; favorire progetti d’aiuto, destinando alle iniziative di sostegno una parte dei ricavi della cooperativa; aiutare gli studenti mongoli meritevoli che studiano l’italiano ad avere delle esperienze formative; soggiornare nei monasteri di campagna con lo scopo di fornire un aiuto a queste piccole realtà locali dando nel contempo ai viaggiatori la possibilità di conoscere più approfonditamente un aspetto fondamentale della cultura mongola.
Amitaba in Mongolia è attiva con diverse attività di sostegno, come indicato nel nostro sito.
MODALITÀ DEL VIAGGIO
Per l’intero viaggio vengono utilizzati veicoli a quattro ruote motrici, solitamente Uaz, seguendo sia strade che piste tracciate dal passaggio di altri veicoli; i tratti asfaltati sono nei pressi della capitale e lungo alcune arterie stradali principali. Le Uaz russe sono i mezzi più idonei per la Mongolia: sono il tipo di veicolo più diffuso e ogni eventuale problema tecnico può essere facilmente risolto pressocchè ovunque, sono molto solide e comunque comode. La velocità sugli sterrati è abbastanza buona, si tengono medie di circa 50 km/h con alcuni tratti anche più veloci o più lenti in relazione all’irregolarità del terreno. Il percorso complessivo previsto è di circa 2500 chilometri.
Fuori Ulaanbaatar si alloggia due notti in tenda, una presso famiglie mongole, una nel monastero di Shank e sei nelle gher: le tipiche tende mongole che si trovano predisposte in campi fissi, forniti di letti con lenzuola e asciugamani. In questi campi si trovano anche servizi e docce con acqua calda. La cucina proposta è semplice ma sostanziosa e, per chi lo desidera, anche vegetariana. I campi mobili vengono allestiti con tende di tipo europeo a due posti e si dispone di una tenda comune dove mangiare; cucina e allestimento delle parti comuni sono curati dal nostro personale mentre le tende individuali vengono montate dai partecipanti, se necessario con l’aiuto degli assistenti. Viene fornita tutta l’attrezzatura necessaria dall’organizzazione, ad eccezione del sacco a pelo e del cuscino. Le famiglie che ci ospitano mettono a disposizione delle gher con 4/5 letti senza lenzuola e cuscino, quindi anche per questa sistemazione serve il sacco a pelo; per chi preferisce sarà comunque possibile montare le tende nei pressi. Si segnala che i servizi igienici a Shank sono rudimentali, come lo erano nelle vecchie campagne italiane.
Un viaggio in Mongolia richiede quindi un certo spirito d’avventura: per chi ama viaggiare ed è disposto ad affrontare qualche disagio, attraversare la Mongolia è una grandiosa esperienza d’incontro con una popolazione cordiale e ospitale e di totale immersione in un ambiente naturale stupendo.
CLIMA E ATTREZZATURA
Il clima in giugno è mediamente piuttosto secco, le temperature previste sono tra i 15 e i 30 gradi, con possibili punte minime notturne di 5 gradi. È necessario disporre di un sacco a pelo, che abbia un gradiente di minimo termico di -5 gradi; Alfredo Savino può procurarlo sia a noleggio (€ 25), fornendo anche un sacco lenzuolo da utilizzare all’interno dello stesso, che acquistandolo a € 50. Prevedere un abbigliamento che possa resistere ad acqua e vento, scarponcini tipo trekking leggeri possibilmente con l’interno in goretex, portare creme protettive per il sole e occhiali. Per le escursioni a piedi è utile avere un proprio zaino con cui portare l’occorrente per la giornata. Si tenga presente che lungo il percorso non ci sono lavanderie.
ALCUNI CENNI GENERALI E STORICI
La Mongolia è vasta quasi cinque volte l’Italia e la maggior parte del territorio è situata a quote piuttosto elevate, con un’altezza media di circa 1600 metri e poche aree coltivabili. La popolazione di circa 2,4 milioni si disperde con una densità di solo 1,3 abitanti per chilometro quadrato; la matrice culturale dei mongoli è tipicamente nomadica e nei contenuti abbina tratti di sciamanesimo alla sofisticazione del buddismo tibetano. L’ambiente naturale presenta quattro aree principali: a nord il territorio della taiga, con grandi laghi e foreste di conifere, a ovest i monti dell’Altai, dal centro ad est le steppe e la regione degli altopiani, mentre il sud è il regno del deserto del Gobi.
Le origini della Mongolia secondo le fonti storiche si individuano nella presenza di tribù di stirpe unna a partire dal V secolo e di stirpe turca dal VII secolo. Nel XII secolo la figura mitica di Gengis Khan porta all’unificazione territoriale e sono di questo periodo le più antiche testimonianze documentate. Nella sua massima espansione dell’impero mongolo giunse al Mar Giallo ad est ed alla piana del Danubio ad ovest, grazie alla capacità combattiva degli indomabili guerrieri nomadi mongoli, abilissimi cavalieri che seppero adottare strategie razionali ed equipaggiamenti efficienti.
L’occupazione sovietica nel secolo scorso è stata devastante, sia per il tentativo di rendere sedentaria una popolazione storicamente nomadica, sia per la furibonda repressione culturale: al tempo dell’instaurazione del regime sovietico nel 1921 circa 100.000 monaci vivevano in 700 monasteri, ma nei decenni successivi le cerimonie furono dichiarate fuorilegge ed i luoghi di culto furono inizialmente chiusi e poi quasi tutti distrutti. Furono risparmiati solo alcuni dei monasteri principali ed oggi in tutta la Mongolia se ne contano solo una ventina. La libertà di culto è stata reintrodotta solo dal 1990 e da allora l’antico legame con il buddismo tibetano si va rinsaldando; sono attivi anche missionari cristiani appartenenti in maggioranza a chiese minori nordamericane a “caccia” di conversioni.
Oggi la Mongolia è indipendente ed è ricca di risorse naturali, il cui sfruttamento rischia ora di stravolgere l’ambiente naturale ed il tessuto sociale. Al di fuori della capitale si trovano pochi insediamenti urbani, fondati durante l’impero sovietico del dopoguerra per motivi industriali e produttivi, dove si trovano strutture educative e sanitarie. Il sostentamento della popolazione nomadica è costituito dall’allevamento di animali quali cammelli, yak, cavalli, pecore e capre; la maggioranza dei nomadi vive nelle gher, le tipiche tende mongole.
Programma del viaggio
Si ricorda che l’itinerario previsto può subire modifiche dovute a fattori naturali e climatici
1°g. Sabato 2 giugno, partenza per la Mongolia
Per raggiungere Ulaanbaatar un volo comodo è quello della Aeroflot, ma vi sono anche opzioni diverse; nel programma si considera l’utilizzo di questo collegamento come riferimento per i servizi del viaggio, ma Amitaba può verificare anche le possibilità offerte dalle altre compagnie (si segnala solo che se per via di un orario d’arrivo diverso fossero necessari servizi d’accoglienza e trasferimento aggiuntivi, per questi verrà richiesto un piccolo extra). Con Aeroflot la partenza da Milano Malpensa per Mosca è alle 12.15 con arrivo alle 16.40; da Roma Fiumicino alle 12.35 con arrivo alle 17.25. Il volo transcontinentale da Mosca per Ulaanbaatar parte alle 19.00 (orari da confermare).
2°g. 3/6 Arrivo a Ulaanbaatar
Arrivo alle ore 6.00, trasferimento e sistemazione in centro città presso l’hotel Sant Asar (3*) o simile. Incontro con la guida e presentazione del programma di viaggio. Visita del monastero di Gandan, il principale monastero della Mongolia costruito circa 300 anni fa, ascesa alla collina Zaisan alla cui base si trova un’enorme statua di Buddha, da dove si gode un bellissimo panorama sulla città e delle colline circostanti, e visita del Museo di Bogd Khan, il palazzo invernale dell’ultimo imperatore-lama.
3°g. 4/6 Ulaanbaatar – Riserva naturale di Ikh Nart
Oggi si entra nella regione del Gobi centrale raggiungendo Ikh Nart, un’area famosa per la presenza di molte pecore argali, che qui si inerpicano su montagne granitiche. Cena e pernottamento nel campo gher Ikh Nart o simile. Si percorrono circa 400 km.
4°g. 5/6 Riserva naturale di Ikh Nart – Ikh Gazryn Chuluu
Dopo il completamento della visita dell’area ci si sposta verso nord, la tappa è di circa 100 km; si posiziona il campo tendato all’interno del complesso granitico di Ikh Gazryn Chuluu in un punto molto bello, ottima base per esplorare il territorio con tranquille passeggiate. Questa catena di monti lunga una trentina di chilometri nasconde interessanti grotte intrise di antiche leggende, tra rocce granitiche consumate dal tempo che creano forme plastiche sorprendenti.
5°g. 6/6 Ikh Gazryn Chuluu – Tsagaan Suvraga
Il percorso attraversa un’area molto bella per i panorami, caratterizzata da una profonda fenditura che taglia il terreno da est a ovest con la visuale della steppa sul fondo della vallata. Questa zona un tempo era sommersa, probabilmente non dall’antico mare che occupava l’attuale area del Gobi, ma da acque fluviali. Da lontano le formazioni calcaree di Tsagaan Suvraga, alte fino a 30 metri, assomigliano ad antiche rovine di una città bianca. Pernottamento al campo gher Tsagaan Suvarga o simile, la tappa è di circa 220 km.
6°g. 7/6 Tsagaan Suvraga – Yoliin Am
Si prosegue il viaggio arrivando nel Parco Nazionale di Gurvan Saikhan, dove si visita Yoliin Am, posizionata ad un’altezza di 200 mt sul livello del mare e chiamata erroneamente dalle guide “Valle delle aquile” (…qui le aquile non si sono mai viste…). Sempre fresca, con lingue di ghiaccio al suo interno anche durante la prima parte dell’estate, in contrasto con l’arido deserto, e dove con un po’ di fortuna sarà possibile vedere gli stambecchi e gli enormi gipeti. Pernottamento al campo gher Saijrah Gobi o simile; la tappa è di circa 340 km.
7°g. 8/6. Yoliin Am – Parco Nazionale di Khongoryn Els
Oggi si giunge al Parco Nazionale di Khongoryn Els, con le dune di sabbia più alte e spettacolari della Mongolia, alcune delle quali arrivano fino a 800 metri di altezza. Salire sulle dune più alte è molto impegnativo, ma si è ripagati da un panorama incredibile: è sorprende vedere ai bordi della sabbia zone d’acqua che rendono fertile il terreno formando un ottimo pascolo per i cammelli. Pernottamento presso il campo gher Saijrah Gobi o simile; la tappa è di circa 220 km.
8°g. 9/6 Khongoryn Els – Graffiti di Khavtsagait – Bayanzag
Proseguendo nel deserto del Gobi si ammirano i particolari graffiti rupestri di Khavtsagait, che si trovano sulle pendici di un complesso montuoso. Si arriva quindi a Bayanzag – che tradotto significa “Vette infuocate” – dove la spedizione americana di Chapman nel 1924 ha fatto le più grandi scoperte paleontologiche, trovando un’impressionante quantità di reperti tra cui uova e scheletri interi di dinosauri appartenenti a molte specie fino ad allora sconosciute. Si esplora la zona; pernottamento al campo gher Bayanzag o simile. La tappa è di circa 190 km
9°g. 10/6 Bayanzag – Monastero di Ongh
Inizia il percorso verso nord, che porta dal deserto del Gobi alle immense steppe verdi e sino alle pendici dei monti Hangayyn Nuruu. La tappa di oggi (circa 160 km) conduce al monastero di Ongh, che in origine era un esteso complesso monastico posto su un’importante arteria carovaniera che qui seguiva l’omonimo fiume. Pernottamento presso il campo gher Ongi Energy o simile.
10°g. 11/6. Ongh – Fiume Orkhon
In mattinata si lasciano le vestigia del monastero di Ongh per entrare nella valle del fiume Orkhon, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. L’Orkhon nasce dalle catene montuose dei Khangai della regione di Arkhangai e scorre verso nord per confluire con il Selenge arrivando fino al lago di Baikal; con i suoi 1.124 km è il fiume più lungo in Mongolia. Pernottamento in tenda; la tappa è di circa 240 km.
11°g. 12/6 Fiume Orkhon – Monastero di Tuvkhun – Ulaan Tsutgalan
Situato in una zona di grande rilevanza storica, creata dalla combinazione di terremoti ed eruzioni vulcaniche, il monastero di Tuvkhun, recentemente restaurato, si trova incastonato tra le montagne che chiudono a settentrione la valle dell’Orkhon. Il paesaggio che si gode dal monastero fa capire perché questo eremo fosse molto amato dalla figura mistica più importante della storia mongola, Bogd Khan Zanabazar, che qui visse e studiò per quasi trent’anni. La visita richiede una facile salita a piedi di circa un’ora in mezzo alla foresta. Da qui si prosegue per le cascate del fiume Ulaan Tsutgalan, che ebbero origine circa 20.000 anni fa in seguito ad un’eruzione vulcanica: l’acqua scende da un’altezza di 20 metri all’interno di una conca circolare formata da roccia basaltica. Pernottamento in famiglia; la tappa è di circa 70 km.
12°g. 13/6 Ulaan Tsutgalan – Kharkhorin – Monastero di Shank
Al mattino si parte presto per Kharkhorin, antica capitale dell’impero mongolo di Gengis Khan, dove sono rimaste 2 delle 4 tartarughe di pietra che originariamente segnavano i confini della città. Visita al monastero-museo di Erdene Zuu, costruito sui ruderi di Kharkhorin. Si prosegue quindi per il monastero di Shank dove saremo graditi ospiti della comunità monastica. Shank è un piccolo e antico monastero che un tempo custodiva la bandiera di Gengis Khan; si trascorre con i monaci parte della giornata e si pernotta nella semplice casa per gli ospiti all’interno del monastero. La sistemazione sarà un po’ spartana, ma pulita, ed è anche l’occasione per dare un contributo concreto a questa piccola comunità monastica. La tappa è di circa 140 km.
13°g. 14/6 Monastero di Shank – Ulaanbaatar
Si parte per Ulaanbaatar che dista circa 380 km, quasi tutti di strada asfaltata; si alloggia presso l’hotel Sant Asar o simile. Ad Ulaanbaatar si assiste ad uno spettacolo folcloristico di musica, danza e canto tradizionali, ascoltando le dolci melodie del morin khuur, il leggendario strumento mongolo.
14°g. 15/6 Ulaanbaatar
Visita al Museo-Monastero di Choijin Lama, uno dei pochi rimasti intatti che conserva le maschere originali utilizzate nelle danze rituali e splendide sculture di Zanabazar. Si avrà del tempo a disposizione per gli acquisti; chi è interessato potrà recarsi al mercato locale di Naraan Tuul.
15°g. Sabato 16 giugno, volo di rientro
Per chi è giunto con Aeroflot, la partenza da Ulaanbaatar è alle 7.10 con arrivo a Mosca alle 8.45; partenza per Milano Malpensa alle 11.05 con arrivo alle 13.40 e per Roma Fiumicino alle 11.35 con arrivo alle 14.25 (orari da confermare).
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Gazryn Chuluu
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.