Mongolia
Senza confini – Gobi, Altai e grandi laghi
La vastità infinita del mondo dei nomadi









Sintesi del viaggio
“Mongolia, senza confini” è il frutto di anni di ricerca ed esperienza; rispetto alle sei edizioni precedenti è stata ulteriormente perfezionata ed ampliata l’esplorazione dei territori più occidentali degli Altai ed arricchito il percorso tra i laghi delle regioni centrali, senza togliere nulla alla parte che si svolge nel profondo deserto del Gobi, che quest’anno viene esplorata all’inizio del viaggio. Il risultato è un itinerario avvincente e completo, con un’infinità di punti di estremo interesse, come si evince leggendo il programma dettagliato.
Il percorso segue un grande anello che inizia da Ulaanbataar verso sud ovest raggiungendo, oltre Yoliin Am e Khongoryn Els, la parte più profonda del vasto Gobi. In queste remote regioni, dove è raro incontrare altri visitatori, si trovano due delle perle più preziose della Mongolia: il canyon di Khermen Tsav, un luogo tra più remoti e belli del Paese intriso di un fascino primordiale, pochissimo visitato, dove tra l’incredibile cromaticità delle rocce si nasconde una miniera di fossili di dinosauro; ed il mitico monte Eej Khairkhan.
- Ulaanbaatar
- Yoliin am
- Khongoriin els
- Gurvantes
- Zulganai – Khermen Tsav
- Shinjilst
- Montagna madre Eej Khairkhan
- Tugrug
- Grotta Gurvan tsenkriin agui
- Tolbo nuur
- Ulgii
- Hurgan nuur
- Hoton nuur
- Achit nuur
- Khyargas nuur
- Telmen nuur
- Terme di Tsenkher
- Lago Tsagaan Nuur
- Kharkhorin – Monastero di Shankh
Presentazione del viaggio
Per maggiori dettagli sul Paese, vedi Mongolia.
Il percorso segue un grande anello che inizia da Ulaanbataar verso sud ovest raggiungendo, oltre Yoliin Am e Khongoryn Els, la parte più profonda del vasto Gobi. In queste remote regioni, dove è raro incontrare altri visitatori, si trovano due delle perle più preziose della Mongolia: il canyon di Khermen Tsav, un luogo tra più remoti e belli del Paese intriso di un fascino primordiale, pochissimo visitato, dove tra l’incredibile cromaticità delle rocce si nasconde una miniera di fossili di dinosauro; ed il mitico monte Eej Khairkhan, il cui sacro nome per rispetto dai mongoli non viene neppure pronunciato. Da qui si procede gradatamente verso nord ovest tra luoghi ricchi di magia e bellezza naturale arrivando nelle remote regioni occidentali ed entrando in contatto con i nomadi kazaki, che qui sono l’etnia principale, ed altri gruppi minori tra cui i tuvini. Li si incontra condividendo con loro l’ambiente dove vivono, esplorando per qualche giorno le falde della catena dei monti Altai nel parco del Tavan Bogd, fino a ridosso del confine cinese. Questo territorio rivela laghi stupendi contornati da un ambiente poco arboreo, tra cui il Khoton, il Khurgan ed il Dayan, e sorprenderà trovare qui anche antichi resti e testimonianze di presenza umana che arrivano fino al paleolitico, con pitture rupestri e graffiti. Tornando verso est si attraversa il Paese nelle regioni centrali tra pasture di yak, foreste, monti e laghi, un territorio che è il regno dei pastori nomadi mongoli, con aree ora anche più boschive ed incredibili laghi, vere gemme incastonate tra gli infiniti spazi, tra cui l’Achit Nuur, il Khyargas, il Telmen ed il Tsagaan, circondato questo da crateri vulcanici. Dopo una sosta alle terme di Tsenkher si incontrano i principali siti di importanza storica, tra cui Kharkorin, l’antica capitale di Gengis Khan, con Erdene Zuu e Shank, e la stessa Ulaanbaatar.
È un percorso che attraversa i molteplici ambienti naturali della Mongolia per circa di 5300 chilometri. Sono previste escursioni a piedi che seguono sentieri non impegnativi della durata massima di qualche ora. Si vivrà anche un’esperienza unica in Mongolia soggiornando in uno dei suoi più antichi monasteri buddisti, dove la nostra presenza porterà alla comunità monastica un piccolo aiuto finanziario.
ORGANIZZAZIONE DI AMITABA IN MONGOLIA
I viaggi di Amitaba in Mongolia dal 2010 vengono organizzati con la cooperativa Sain Sanaa (il cui nome in mongolo significa ‘buona idea’) che è stata fondata con il nostro supporto aggregando un gruppo di persone mongole guidate da Alfredo Savino, con l’obbiettivo di curare attentamente la qualità dei servizi offerti. Ogni socio mette a disposizione le proprie conoscenze ed abilità iniziando dal tracciare itinerari che consentano ai viaggiatori di entrare in contatto con la Mongolia più vera, e, ovunque opportuno, si estendono al di fuori dai circuiti turistici. Le finalità della cooperativa sono in sintesi le seguenti: ridistribuire gli utili ricavati dai viaggi ugualmente fra i soci (siano essi guide, autisti o cuochi, stranieri o mongoli); non portare fuori dal Paese i ricavati del turismo; pagare i non soci locali che collaborano alla realizzazione dei viaggi in modo equo; favorire le piccole realtà imprenditoriali locali; cogliere l’opportunità del soggiorno di ospiti stranieri in Mongolia per generare un mezzo concreto d’aiuto; favorire progetti d’aiuto, destinando alle iniziative di sostegno una parte dei ricavi della cooperativa; aiutare gli studenti mongoli meritevoli che studiano l’italiano ad avere delle esperienze formative; soggiornare nei monasteri di campagna con lo scopo di fornire un aiuto a queste piccole realtà locali dando nel contempo ai viaggiatori la possibilità di conoscere più approfonditamente un aspetto fondamentale della cultura mongola.
Amitaba in Mongolia è attiva con diverse attività di sostegno, come indicato nel nostro sito.
MODALITÀ DEL VIAGGIO
Per l’intero viaggio vengono utilizzati veicoli a quattro ruote motrici, solitamente Uaz, seguendo sia strade che piste tracciate dal passaggio di altri veicoli; i tratti asfaltati sono nei pressi della capitale e lungo alcune arterie stradali principali. Le Uaz russe sono i mezzi più idonei per la Mongolia: sono il tipo di veicolo più diffuso e ogni eventuale problema tecnico può essere facilmente risolto pressocchè ovunque, sono molto solide e comunque comode. La velocità sugli sterrati è abbastanza buona, si tengono medie di circa 50 km/h con alcuni tratti anche più veloci o più lenti in relazione all’irregolarità del terreno. Il percorso complessivo previsto è di circa 5300 chilometri.
Fuori da Ulaanbaatar si alloggia per 9 notti in tenda (di cui 5 consecutive e, dopo due notti di albergo, altre 2 consecutive), una al monastero di Shank (si segnala che qui servizi igienici sono rudimentali, come lo erano nelle vecchie campagne italiane), 4 in alberghetti locali, dove una pecca può essere a volte la poca funzionalità degli impianti idrici (il più spartano di questi è a Gurvantes), e per 5 notti nelle gher: le tipiche tende mongole che si trovano predisposte in campi fissi, forniti di letti con lenzuola e asciugamani. In questi campi si trovano anche servizi e docce con acqua calda, la cucina proposta è semplice ma sostanziosa e anche vegetariana. I campi mobili vengono allestiti con tende di tipo europeo a due posti e si dispone di una tenda comune dove mangiare; cucina ed allestimento sono curati da nostro personale mentre le tende individuali vengono montate dai partecipanti, se necessario con l’aiuto degli assistenti. Viene fornita dall’organizzazione tutta l’attrezzatura necessaria, fra cui il materassino, ad eccezione del sacco a pelo.
Il viaggio richiede quindi un certo spirito d’avventura: lasciata la capitale si diventa di fatto dei nomadi, percorrendo con i veicoli a quattro ruote motrici vaste aree e pernottando la maggior parte delle notti in tenda; i campi fissi sono comodamente attrezzati, ma non sono degli hotel, e gli hotel locali non sono certo lussuosi. Per chi ama viaggiare ed è disposto ad affrontare qualche disagio, attraversare la Mongolia è una grandiosa esperienza d’incontro con una popolazione cordiale e ospitale e di totale immersione in un ambiente naturale stupendo.
CLIMA E ATTREZZATURA
Il clima in agosto è mediamente piuttosto secco, le temperature previste sono tra i 10 e i 30 gradi, con possibili punte minime notturne di 5 gradi. E’ necessario disporre di un sacco a pelo che abbia un gradiente di minimo termico di zero gradi; Alfredo Savino può procurarlo sia a noleggio (€ 25), fornendo anche un sacco lenzuolo da utilizzare all’interno dello stesso, che acquistandolo a € 50. Prevedere un abbigliamento che possa essere resistente ad acqua e vento, scarponcini tipo trekking leggeri possibilmente con l’interno in goretex, portare creme protettive per il sole e occhiali. Per le escursioni a piedi è utile avere un proprio zaino con cui portare l’occorrente per la giornata. Si tenga presente che lungo il percorso non ci sono lavanderie.
ALCUNI CENNI GENERALI E STORICI
La Mongolia è vasta quasi cinque volte l’Italia e la maggior parte del territorio è situata a quote piuttosto elevate, con un’altezza media di circa 1600 metri e poche aree coltivabili. La popolazione di circa 2,4 milioni si disperde con una densità di solo 1,3 abitanti per chilometro quadrato; la matrice culturale dei mongoli è tipicamente nomadica e nei contenuti abbina tratti di sciamanesimo alla sofisticazione del buddismo tibetano. L’ambiente naturale presenta quattro aree principali: a nord il territorio della taiga, dei grandi laghi e delle foreste di conifere, a ovest i monti dell’Altai, dal centro ad est le steppe e la regione degli altopiani, mentre il sud è il regno del deserto del Gobi.
Le origini della Mongolia secondo le fonti storiche si individuano nella presenza di tribù di stirpe unna a partire dal V secolo e di stirpe turca dal VII secolo. Nel XII secolo la figura mitica di Gengis Khan porta all’unificazione territoriale e sono di questo periodo le più antiche testimonianze documentate. La massima espansione dell’impero mongolo giunse al Mar Giallo ad est ed alla piana del Danubio ad ovest, grazie alla capacità combattiva degli indomabili guerrieri nomadi mongoli, abilissimi cavalieri che seppero adottare strategie razionali ed equipaggiamenti efficienti.
L’occupazione sovietica nel secolo scorso è stata devastante, sia per il tentativo di rendere sedentaria una popolazione storicamente nomadica, sia per la furibonda repressione culturale: al tempo dell’instaurazione del regime sovietico nel 1921 circa 100.000 monaci vivevano in 700 monasteri, ma nei decenni successivi le cerimonie furono dichiarate fuorilegge ed i luoghi di culto furono inizialmente chiusi e poi quasi tutti distrutti. Furono risparmiati solo alcuni dei monasteri principali ed oggi in tutta la Mongolia se ne contano solo una ventina. La libertà di culto è stata reintrodotta solo dal 1990 e da allora l’antico legame con il buddismo tibetano si va rinsaldando; sono attivi anche missionari cristiani appartenenti in maggioranza a chiese minori nordamericane a caccia di conversioni.
Oggi la Mongolia è indipendente ma drammaticamente priva di risorse; si trovano alcuni insediamenti urbani industrializzati fondati durante l’impero sovietico del dopoguerra dove si trovano strutture educative e sanitarie. Il sostentamento della popolazione nomadica è costituito dall’allevamento di animali quali cammelli, yak, cavalli, pecore e capre; la maggioranza dei nomadi vive nelle gher, le tipiche tende mongole.
Programma del viaggio
Si ricorda che l’itinerario previsto può subire modifiche dovute a fattori naturali e climatici
1°g. Venerdì 3 agosto, partenza per la Mongolia
Per raggiungere Ulaanbaatar un volo comodo è quello della Aeroflot, ma vi sono anche opzioni diverse; nel programma si considera l’utilizzo di questo collegamento come riferimento per i servizi del viaggio, ma Amitaba può verificare anche le possibilità offerte dalle altre compagnie (si segnala solo che se per via di un orario d’arrivo diverso fossero necessari servizi d’accoglienza e trasferimento aggiuntivi per questi verrà richiesto un piccolo extra). Con Aeroflot la partenza da Milano Malpensa per Mosca è alle 10.40 con arrivo alle 15.00; da Roma Fiumicino è alle 12.35 con arrivo alle 17.25; il volo transcontinentale da Mosca per Ulaanbaatar parte alle 19.00 (orari da confermare).
2°g. 4/8 Arrivo a Ulaanbaatar
Arrivo alle ore 6.00, trasferimento e sistemazione in centro città presso l’hotel Sant Asar (3*) o simile. Incontro con la guida e presentazione del programma di viaggio. Visita del monastero di Gandan, il principale monastero della Mongolia costruito circa 300 anni fa, ascesa alla collina Zaisan alla cui base si trova un’enorme statua del Buddha, da dove si gode un bellissimo panorama sulla città e delle colline circostanti, e visita del Museo di Bogd Khan, il palazzo invernale dell’ultimo imperatore-lama.
3°g. 5/8 Ulaanbaatar – Valle di Yoliin Am (Parco Nazionale di Gurvan Saikhan)
Oggi inizia il viaggio verso sud arrivando al Parco Nazionale di Gurvan Saikhan dove si trova la valle di Yoliin Am, la gola del gipeto, chiamata a volte nelle guide “Valle delle aquile” (… anche se qui le aquile non si sono mai viste…), sempre fresca, con lingue di ghiaccio al suo interno anche durante la prima parte dell’estate, in contrasto con l’arido deserto, dove con un po’ di fortuna sarà possibile vedere gli stambecchi ed i gipeti. Questi monti sono le ultime propaggini orientali della catena degli Altai. Si pernotta nel campo gher Ssaikhrakh Gobi o simile; la tappa è di 600 km, tutti asfaltati.
4°g. 6/8 Valle di Yoliin Am – Parco Nazionale di Khongoryn Els
Si parte per il Parco Nazionale di Khongoryn Els, dove si vedono le dune di sabbia più spettacolari della Mongolia; la strada per arrivarci le costeggia da est ad ovest. Salire sulle dune, alcune delle quali arrivano fino a 800 metri di altezza, è molto impegnativo, ma si è ripagati da un panorama incredibile: è sorprende vedere ai bordi della sabbia zone d’acqua che rendono fertile il terreno formando un ottimo pascolo per i cammelli. Pernottamento presso il campo gher Saijrah Gobi o simile; la tappa è di circa 220 km.
5°g. 7/8 Khongoryn Els – Gurvantes
Oggi si saluta la Mongolia più “turistica” per passare oltre le dune di sabbia in un ambiente desertico montuoso, dove le gazzelle dalla coda nera corrono libere; la meta è il piccolo paese di Gurvantes, che dista 80 km dal confine cinese, famoso per le sue saline e per essere stato un luogo di confino per i dissidenti durante il socialismo. Pernottamento in un piccolo hotel locale, la sistemazione forse più spartana del viaggio, con stanze senza bagno privato; la tappa è di 240 km.
6°g. 8/8 Gurvantes – Khermen Tsav
Si raggiunge Khermen Tsav, un luogo che da solo vale un viaggio in Mongolia. Si trascorre parte della giornata esplorando quest’area incredibile, un labirinto primordiale dove affiora una profusione di ossa dei giganti del passato, immersi in una natura che evoca il senso della creazione e dove la mente si perde nella spettacolare cromaticità delle falesie. Il punto focale è un canyon lungo all’incirca 15 km; è uno dei punti più belli ed inaccessibili della Mongolia, ma anche tra i più remoti. Pernottamento in tenda; il percorso è di circa 240 km.
7°g. 9/8 Khermen Tsav – Zona di Shinjilst
Oggi inizia l’allontanamento dal deserto profondo; si monta il campo nelle vicinanze del Sum (paese) di Shinjilst posizionato all’interno di una catena parallela ai Monti Altai. Se ci sarà il tempo, si transiterà per l’oasi di Zulganai, attraversata dal piccolo omonimo fiume che nasce negli Altai e si estingue nel deserto. Qui la natura è incontaminata; il tappeto verde di erba ed arbusti di questa tipica oasi del Gobi si pone in netto contrasto con le sterili colline sullo sfondo. La tappa è di circa 200 km verso nord ovest.
8°g. 10/8 Shinjilst – Montagna sacra di Eej Khairkhan Uul
Oggi proseguendo verso ovest si raggiunge un altro luogo incredibile, il mitico monte di Eej Khairkhan, uno dei luoghi più sacri ai mongoli che per sommo rispetto evitano addirittura di pronunciarne il nome: è un equivalente di Uluru (Ayers Rock) in Australia. Venerata già prima dell’avvento del buddismo, di forma tondeggiante, questa grande montagna di granito che sorge improvvisamente da un mare di sabbia è stata dichiarata monumento nazionale nel 1992. Ai sui piedi si trovano vasche naturali e rocce dalle particolari figure create dal vento. Pernottamento in tenda, la tappa è di circa 200 km.
9°g. 11/8 Eej Khairkhan Uul – Villaggio di Tugrug
Oggi inizia l’uscita dal deserto del Gobi, ci si avventura attraverso le montagne degli Altai e si pone il campo poco prima di raggiunge il villaggio di Tugrug. La tappa è di circa 400 km.
10°g. 12/8 Villaggio di Tugrug – Sum di Darvi
Giornata di spostamento attraverso gli Altai meridionali; dal paese di Tugrug, che si trova nella regione di Gov Altai, si arriva nella regione di Khovd al paese di Darvi. Si attraversano altopiani stepposi, dove negli anni scorsi vi è stata la fortuna di vedere molte antilopi saiga. La tappa è di circa 200 km; pernottamento in tenda.
11°g. 13/8 Sum di Darvi – Grotta di Gurvan Tsekhriin Agui – Khovd
Oggi ci si reca all’unica grotta con pitture rupestri della Mongolia. Entrando a Gurvan Tsenheriin Agui si sbuca direttamente nell’Età della Pietra: alta circa venti metri, custodisce alcune pitture di valore inestimabile che risalgono al Paleolitico (dai 12.000 ai 40.000 anni fa). Si tratta di raffigurazioni di animali, nomadi ed altre immagini misteriose. Si prosegue in direzione ovest fermandosi a Khovd, capoluogo dell’omonima regione, che fu un avamposto militare mancese e una delle ultime città ad essere stata liberata dai cinesi nel 1912. Pernottamento presso l’hotel Tsambagarav o simile; il percorso è di circa 280 km quasi tutti asfaltati.
12°g. 14/8 Khovd – Ulgii
Oggi si raggiunge la cittadina di Ulgii, capoluogo del Bayan Ulgii, una regione abitata dalla popolazione kazaka, che ha lingua e tradizioni differenti dai mongoli e che impareremo a conoscere e distinguere. Si percorrerà una bellissima strada che costeggia il fiume Khovd, dove la presenza di moschee e di case di mattoni di fango fanno percepire di essere giunti nella profonda Asia centrale. Entrando nella regione occidentale di Khovd le lancette dell’orologio andranno spostate in avanti di un’ora. Sistemazione presso l’hotel Duman o simile; per la cena si viene accolti da un’ospitale famiglia locale. La tappa di oggi è di 280 km di cui 100 asfaltati in direzione sud ovest
13°g. 15/8 Ulgii – Parco Nazionale del Tavan Bogd; lago Khurgan Nuur
In questo bellissimo Parco Nazionale si trovano la parte più bella degli Altai mongoli, incluso il monte Tavan Bogd, ed i 3 laghi di Khoton, Khurgan e Dayan, con la splendida catena montuosa innevata che segna a sud il confine con la Cina. Vi si trovano inoltre numerosi siti archeologici. Nelle giornate di oggi e di domani si scoprono diverse zone remote abitate dai pastori kazaki, da famiglie tuvaine e di altre minoranze etniche. Pernottamento in tenda; la tappa di oggi è di 240 km in direzione sud ovest, con cui si raggiunge il punto più lontano da Ulaanbaatar.
14°g. 16/8 Lago Khurgan Nuur; esplorazione fino al lago Khoton
Si dedica la giornata all’esplorazione di questa remota area contornata dai monti Altai e ci si reca a vedere dei graffiti rupestri. Pernottamento in tenda; la tappa di oggi è di pochi chilometri.
15°g. 17/8 Lago Khurgan – Ulgii
Ritorno alla città di Ulgii transitando per il paese di Sagsai dove si tiene a fine settembre uno dei due festival delle aquile. Sistemazione in albergo, il Duman o simile; si percorrono circa 200 km.
16°g. 18/8 Ulgii – Lago Achit Nuur
Si lascia la regione del Bayan Ulgii, la tappa è di 200 km in direzione ovest. Si posiziona il campo vicino allo splendido lago Achit, circondato da catene montuose, che funge da porta alla regione kazaka.
17°g. 19/8 Lago Achit Nuur – Lago Khyargas
Oggi si entra nella regione di Uvs, il percorso si snoda attraverso una natura di verdeggianti montagne dove pascolano gli yak. Si raggiunge il lago Khyargas, famoso per le rocce calcaree e la presenza nelle vicinanze di antiche stele di cervo collegate alla presenza di popolazioni turche, dove si pernotta presso il campo gher Itsu Khad. La tappa è di circa 100 km in direzione est.
18°g. 20/8 Lago Khyargas – Lago Telmen
In mattinata si parte per la regione di Zavkhan, dove l’ora torna uguale alla capitale, l’ultima delle regioni occidentali, ricca di acque, tra cui il lago salato di origine tettonica di Telmen, sulle cui rive si posiziona l’ultimo campo tendato. La tappa è di circa 320 km, in direzione est.
19°g. 21/8 Lago Telmen – Parco Nazionale Terkhin Tsagaan Nuur
L’itinerario prosegue verso est per il Parco Nazionale del lago di Terkhin Tsagaan Nuur, circondato da crateri di vulcani spenti, il più “giovane” dei quali è il Khorgo. In pochi minuti di cammino si raggiunge la sommità del cratere e scendendo all’interno si arriva alle grotte di Shar Nokhoi (traduzione “cane giallo”). Pernottamento nel campo gher Ikh Khorgo o simile; la tappa è di circa 300 km quasi tutti asfaltati.
20°g. 22/8 Lago Terkhin Tsagaan Nuur – Terme di Tsenkher
Si prosegue per le terme di Tsenkher, situate in un’incantevole valle verde ricca di alberi e fiori, dove le acque sorgive vengono riscaldate a 80 gradi dai plutoni magmatici. Il carbonato di sodio, l’idrocarbonato, il solfato, la fluorite e l’idrogeno solforato rendono queste acque ottime per la cura delle articolazioni. Si alloggia presso il campo gher Shivet Maihan o simile; la tappa è di 320 km.
21°g. 23/8 Terme di Tsenkher – Kharakorin – Shank
Si continua in direzione est per Kharkhorin, antica capitale dell’Impero Mongolo di Gengis Khan, dove sono rimaste due delle quattro tartarughe di pietra che originariamente segnavano i confini della città. Visita al monastero museo di Erdene Zuu, costruito sui ruderi di Kharakurm. Si prosegue quindi per il monastero di Shank che dista da qui circa 30 km, dove saremo graditi ospiti; piccolo e antico, un tempo custodiva la bandiera di Gengis Khan. Si trascorre con i monaci parte della giornata e si pernotta nella nuova foresteria del monastero. La sistemazione sarà un po’ spartana, in stanze comuni e con i bagni esterni alla mongola, ma è anche l’occasione per dare un aiuto reale a questa piccola comunità monastica. La tappa è di 200 km.
22°g. 24/8 Shank – Ulaanbaatar
Dopo aver assistito alla cerimonia religiosa che si tiene al mattino, che risulta essere la più antica tutt’ora praticata in Mongolia, si parte per Ulaanbaatar che dista circa 360 km. In città si alloggia presso l’hotel Sant Asar (3*) o simile.
23°g. 25/8 Ulaanbaatar
Visita al Museo di Storia, dove sono illustrati lo sviluppo della storia dell’uomo nelle terre mongole ed i costumi tradizionali delle varie etnie, del Museo-Monastero di Choijin Lama, uno dei pochi rimasti intatti che conserva le maschere originali utilizzate nelle danze rituali e splendide sculture di Zanabazar. Si avrà del tempo a disposizione per gli acquisti; chi è interessato potrà recarsi al mercato locale di Naraan Tuul.
24°g. Domenica 26 agosto, volo di rientro
Per chi è giunto con Aeroflot, la partenza da Ulaanbaatar è alle 7.10 con arrivo a Mosca alle 8.45; partenza per Milano Malpensa alle 11.05 con arrivo alle 13.40 e per Roma Fiumicino alle 11.35 con arrivo alle 14.25 (orari da confermare).
RICHIESTA INFORMAZIONI
Per qualsiasi domanda e curiosità,
compila tutti i campi del form:
DOCUMENTI DI VIAGGIO
PAESI E TRADIZIONI
Entra nella sezione dedicata agli approfondimenti culturali:

Naadam
GALLERIA FOTOGRAFICA

Tugrug donna anziana
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.