Mongolia
Dal nord al deserto del Gobi, con il festival del Naadam
Un forte incontro con la natura e le tradizioni









Sintesi del viaggio
Il viaggio segue un ampio anello che porta a nord ovest di Ulaanbaatar all’antico monastero di Amarbayasgalant ed ai laghi di Oghi e Terkhin Tsagaan; da qui si procede verso sud est per Kharkhorin, Shank ed il deserto del Gobi dove si partecipa al Naadam, la maggiore festa nazionale, una fantastica ricorrenza che consente – in particolar modo dove andremo – di assaporare il meglio del folklore della Mongolia. A Gobi si esplorano aree naturali stupende arrivando a Bayanzag, alle grandi dune di Khongoryn Els ed a Yoliin Am, ultima propaggine dei monti Altai. Si rientra godendo della magia di Tsagaan Suvraga e dei monti granitici di Ikh Gasriin, le cui evocative forme plastiche hanno ispirato infinite leggende. Con un percorso così completo si potrà vivere appieno una realtà che offre, oltre alle bellezze naturali, un intenso mondo spirituale che è saldamente collegato in tutte le sue forme alle forze della natura, così fortemente presenti in questo Paese.
- Ulaanbaatar
- Amarbayasgalnt
- Lago Oghi Nuur
- Fiume Suman
- Terkhiin tsagaan nuur
- kharakorin
- Shankh
- Monastero di Ongiin khiid
- Falesia di Bayanzag
- Khongor els
- Yoliin am
- Dalanzadgad Naadam
- Tsagaan Suvraga
- Ikh Gasriin Chuluu
Presentazione del viaggio
L’itinerario è molto ricco, spazia da monasteri immersi nella natura ai luoghi storici e mitici della cultura mongola; si esplorano sia i territori settentrionali che meridionali. Il tour consente la visita di entrambe queste due parti in modo equilibrato, e nasce da una profonda conoscenza di queste terre; è un viaggio perfetto per chi vuole scoprire le diverse anime della Mongolia, i luoghi più famosi ma anche quelli non toccati dal turismo. Sono previste escursioni a piedi che seguono sentieri non impegnativi della durata massima di qualche ora.
Per maggiori dettagli sul Paese, vedi Mongolia.
ORGANIZZAZIONE DI AMITABA IN MONGOLIA
I viaggi di Amitaba in Mongolia dal 2010 vengono organizzati con la cooperativa Sain Sanaa (il cui nome in mongolo significa “buona idea”) che è stata fondata con il nostro supporto aggregando un gruppo di persone mongole guidate da Alfredo Savino, con l’obbiettivo di curare attentamente la qualità dei servizi offerti. Ogni socio mette a disposizione le proprie conoscenze ed abilità iniziando dal tracciare itinerari che consentano ai viaggiatori di entrare in contatto con la Mongolia più vera, e, ovunque opportuno, si estendono al di fuori dai circuiti turistici. Le finalità della cooperativa sono in sintesi le seguenti: ridistribuire gli utili ricavati dai viaggi ugualmente fra i soci (siano essi guide, autisti o cuochi, stranieri o mongoli); non portare fuori dal Paese i ricavati del turismo; pagare i non soci locali che collaborano alla realizzazione dei viaggi in modo equo; favorire le piccole realtà imprenditoriali locali; cogliere l’opportunità del soggiorno di ospiti stranieri in Mongolia per generare un mezzo concreto d’aiuto; favorire progetti d’aiuto, destinando alle iniziative di sostegno una parte dei ricavi della cooperativa; aiutare gli studenti mongoli meritevoli che studiano l’italiano ad avere delle esperienze formative; soggiornare nei monasteri di campagna con lo scopo di fornire un aiuto a queste piccole realtà locali dando nel contempo ai viaggiatori la possibilità di conoscere più approfonditamente un aspetto fondamentale della cultura mongola.
Amitaba in Mongolia è attiva in diverse attività di sostegno, come indicato nel nostro sito.
MODALITÀ DEL VIAGGIO
Per l’intero viaggio vengono utilizzati veicoli a quattro ruote motrici, solitamente Uaz, seguendo sia strade che piste tracciate dal passaggio di altri veicoli; i tratti asfaltati sono nei pressi della capitale e lungo alcune arterie stradali principali. Le Uaz russe sono i mezzi più idonei per la Mongolia: sono il tipo di veicolo più diffuso e ogni eventuale problema tecnico può essere facilmente risolto pressocchè ovunque, sono molto solide e comunque comode. La velocità sugli sterrati è abbastanza buona, si tengono medie di circa 50 km/h con alcuni tratti anche più veloci o più lenti in relazione all’irregolarità del terreno. Il percorso complessivo previsto è di circa 3200 km.
Fuori da Ulaanbaatar si alloggia 3 notti in tenda, una nel monastero di Shank (si segnala che qui i servizi igienici sono rudimentali, come lo erano nelle vecchie campagne italiane), 1 in alberghi locali e 6 nelle gher: le tipiche tende mongole che si trovano predisposte in campi fissi, forniti di letti con lenzuola e asciugamani. In questi campi si trovano anche servizi e docce con acqua calda, la cucina proposta è semplice ma sostanziosa ed anche vegetariana. I campi mobili vengono allestiti con tende di tipo europeo a due posti e si dispone di una tenda comune dove mangiare; cucina e allestimento delle parti comuni sono curati dal nostro personale mentre le tende individuali vengono montate dai partecipanti, se necessario con l’aiuto degli assistenti. Viene fornita tutta l’attrezzatura necessaria dall’organizzazione, ad eccezione del sacco a pelo.
Un viaggio in Mongolia richiede quindi un certo spirito d’avventura: per chi ama viaggiare ed è disposto ad affrontare qualche disagio, attraversare la Mongolia è una grandiosa esperienza d’incontro con una popolazione cordiale ed ospitale e di totale immersione in un ambiente naturale stupendo.
CLIMA E ATTREZZATURA
Il clima all’inizio di luglio è secco, le temperature previste sono tra i 10 ed i 30 gradi, con possibili punte minime notturne di 5 gradi; le regioni più settentrionali di Amarbayantsgalant e Oghi presentano un ambiente più umido, dove in luglio sono possibili piogge. E’ necessario disporre di un sacco a pelo che abbia un gradiente di minimo termico 5 gradi; Alfredo Savino può procurarlo sia a noleggio (€ 25), fornendo anche un sacco lenzuolo da utilizzare all’interno dello stesso, che acquistandolo a € 50. Prevedere un abbigliamento che possa resistere ad acqua e vento, scarponcini tipo trekking leggeri possibilmente con l’interno in goretex, portare creme protettive per il sole e occhiali. Per le escursioni a piedi è utile avere un proprio zaino con cui portare l’occorrente per la giornata. Si tenga presente che lungo il percorso non ci sono lavanderie.
Programma del viaggio
(Si ricorda che l’itinerario previsto può subire modifiche dovute a fattori naturali e climatici)
1°g. Sabato 1 luglio, partenza per la Mongolia
Per raggiungere Ulaanbaatar un volo comodo è della Aeroflot, ma vi sono anche opzioni diverse; nel programma si considera l’utilizzo di questo collegamento che fa da riferimento per i servizi del viaggio, ma Amitaba può verificare anche le possibilità offerte dalle altre compagnie (si segnala solo che se per via di un orario d’arrivo diverso fossero necessari servizi d’accoglienza e trasferimento aggiuntivi per questi verrà richiesto un piccolo extra). Con Aeroflot la partenza da Milano Malpensa per Mosca alle 12.15 con arrivo alle 16.40; da Roma Fiumicino alle 12.40 con arrivo alle 17.25; il volo transcontinentale da Mosca per Ulaanbaatar parte alle 19.00 (orari da confermare).
2°g. 2/7 Arrivo a Ulaanbaatar
Arrivo alle ore 7.00, trasferimento e sistemazione in centro città presso l’hotel Sant Asar (3*) o simile. Incontro con la guida e presentazione del programma di viaggio. Visita del monastero di Gandan, il principale monastero della Mongolia costruito circa 300 anni fa, ascesa alla collina Zaisan alla cui base si trova una enorme statua di Buddha, da dove si gode un bellissimo panorama sulla città e delle colline circostanti, e visita del Museo di Bogd Khan, il palazzo invernale dell’ultimo imperatore-lama.
3°g. 3/7 Ulaanbaatar – Monastero di Amarbayantsgalant
Partenza per Darkhan, situata a nord di Ulaanbaatar. Lasciata la capitale inizia subito l’incontro con il vasto paesaggio della Mongolia, con le gher che punteggiano le ondulate praterie. Poco prima di entrare in città si devia verso ovest arrivando al monastero di Amarbayasgalant, uno dei più belli e importanti della Mongolia. Visita del monastero, unico nel suo genere; infatti è stato costruito nel 1737 seguendo tutti i canoni architettonici dell’arte mancese ed è dedicato a Zanabazar, il primo imperatore-lama della Mongolia, scienziato e grande scultore, la cui salma venne traslata qui nel 1779. La tappa è di 360 km di buona strada asfaltata. Pernottamento in gher camp, il Amarbaysgalant Urguu o simile.
4°g. 4/7 Amarbayantsgalant – Lago Oghi Nuur
Si lascia Amarbayantsgalant in direzione ovest attraverso paesaggi straordinari, tra vallate con versanti boscosi abitate da famiglie nomadi allevatrici di yak. Arrivo sulle sponde del lago Oghi Nuur, un vero osservatorio naturale privilegiato per osservare la vita degli uccelli. Si pernotta nel campo gher di Oghi Tur o simile. La tappa di oggi è di 450 km, di cui una buona parte su strada asfaltata.
5°g. 5/7 Lago Oghi Nuur – Lago Terkhin Tsagan Nuur
Trasferimento attraverso foreste boreali verso il lago di Terkhiin Tsagaan, circondato da crateri di vulcani spenti, il più giovane dei quali è il Khorgo. La strada si dipana tra monti e vallate, e dal punto più alto del percorso si può godere un panorama d’inimmaginabile bellezza. Pernottamento in campo gher, l’Ikh Khorgo o simile. La tappa è di 120 km.
6°g. 6/7 Lago Terkhin Tsagan Nuur – Fiume Suman
Visita del vulcano Khorgo, dove in pochi minuti di cammino si raggiunge la sommità del cratere e scendendo all’interno si arriva alle grotte di Shar Nokhoi (traduzione “cane giallo”). Nel pomeriggio ci si sposta al fiume Suman, che scorre attraverso gole create da antiche eruzioni vulcaniche. Si posiziona qui il primo campo tendato; la tappa è di circa 150 km.
7°g. 7/7 Fiume Suman – Kharkhorin – Monastero di Shank
Al mattino si parte presto in direzione sud est percorrendo una buona strada asfaltata che costeggia per un lungo tratto il fiume Chuluut, attraverso un ambiente in gran parte di steppa con canyon formati da antiche eruzioni magmatiche, e si arriva a Kharkhorin, l’antica capitale dell’Impero Mongolo di Gengis Khan. Oggi è solo un villaggio dove sono rimaste 2 delle 4 tartarughe di pietra che originariamente segnavano i confini della città; su di un panoramico colle alle spalle delle casette è stato eretto un moderno monumento che esalta le antiche glorie dell’Impero, quando questo luogo era il centro del mondo. Si visita il monastero-museo di Erdene Zuu, meta di pellegrinaggio per i mongoli, che colpisce anche per le lunghe mura sormontate da piccoli stupa che ne delimitano lo spazio sacro dalle vaste praterie e dai colli verdi; costruito sui ruderi di Kharkhorin, contiene diversi templi molto interessanti da visitare ed un piccolo museo. Ci si sposta quindi al monastero di Shank, situato a 30 km, dove saremo graditi ospiti. Shank è un piccolo e antico monastero situato in un piccolo villaggio tra le vaste praterie che un tempo custodiva la bandiera di Gengis Khan, dove si ammirano alcune importanti tanke del tantra di Kalachakra; si trascorre con i monaci parte della giornata e si pernotta nella semplice casa per gli ospiti all’interno del monastero. La sistemazione sarà un po’ spartana, ma pulita, ed è anche l’occasione per dare un contributo concreto a questa piccola comunità monastica. Si percorrono circa 250 km.
8°g. 8/7 Shank – Monastero di Ongh
Inizia il percorso verso sud che porta nel deserto del Gobi, il più grande dell’Asia; ma mano che si procede non si vedono più alberi ed il territorio diventa progressivamente più arido con la presenza sempre più frequente dei cammelli bactriani. La tappa di oggi, circa 220 km, porta fino alle rovine del monastero di Ongh, di cui è stato recentemente ricostruito un tempio. L’ambiente naturale è di particolare interesse per il contrasto tra le montagne scure, che circondano i resti del monastero, e le rive verdi del fiume che solca la piccola vallata. Sistemazione al campo gher Ongi Energy o simile.
9°g. 9/7 Ongh – Bayanzag – Khongoryn Els
Si continua verso sud arrivando a Bayanzag – che tradotto significa “Vette infuocate”, dove la spedizione americana di Chapman nel 1924 ha fatto le più grandi scoperte paleontologiche trovando un’impressionante quantità di reperti tra cui uova e scheletri interi di dinosauri appartenenti a molte specie sconosciute fino ad allora, tutti resti molto importanti che sono stati portati nei musei. A Bayanzag Le falesie terrose rosse che si aprono sulla vastità del Gobi sono spettacolari, ed il sentiero che ne percorre i bordi stupendo. Proseguendo si giunge al Parco Nazionale di Khongoryn Els, dove si fa un’escursione alle dune di sabbia più grandi e spettacolari della Mongolia. Salire sulle dune più alte è molto impegnativo, ma se si riesce ad arrivarci si è ripagati con uno dei panorami più incredibili della Mongolia; è sorprende vedere ai bordi delle dune zone d’acqua che rendono fertile la zona formando un ottimo pascolo per i cammelli. Pernottamento al campo gher Gobi Erdene o simile; si percorrono circa 340 km.
10°g. 10/7 Khongoryn Els – Valle di Yoliin Am
Si seguono i bellissimi cordoni dunari verso est arrivando al Parco Nazionale di Gurvan Saikhan dove si visita Yoliin Am, chiamata a volte nelle guide “Valle delle aquile” (… anche se qui le aquile non si sono mai viste…), sempre fresca, con lingue di ghiaccio al suo interno anche durante la prima parte dell’estate, in contrasto con l’arido deserto, dove con un po’ di fortuna sarà possibile vedere gli stambecchi ed i gipeti. Questi monti sono le ultime propaggini orientali della catena degli Altai; si posiziona in quest’area il secondo campo tendato. La tappa è di circa 180 km.
11°g. 11/7 Yoliin Am – Naadam a Dalanzadgad
Si raggiunge la piccola cittadina di Dalanzadgad, che dista circa 80 km; oggi è il giorno del Naadam, si potranno vedere da vicino le corse dei cavalli e la lotta tradizionale. È un momento unico in cui si assaggeranno i piatti tipici e le bevande tradizionali mongole. La scelta di partecipare a un Naadam di una piccola cittadina è maturata dall’esperienza di questi anni di viaggi in Mongolia, perché in queste località remote le ricorrenze sono più vivibili dal visitatore, che si può mischiare tra la folla, a differenza di quello della capitale dove si assiste alle gare in uno stadio alla stregua di uno spettacolo, senza la possibilità di interagire con la gente. Pernottamento in un hotel locale.
12°g. 12/7 Dalanzadgad – Tsagaan Suvraga
Inizia il percorso di rientro verso nord, attraverso l’ambiente semiarido del Gobi. Giunti sul bordo delle falesie di Tsagaan Suvraga si resta colpiti dai colori intensi delle erosioni; ai propri piedi si apre una distesa di collinette policrome, una incredibile tavolozza naturale con la visuale della steppa all’orizzonte. Questa profonda fenditura che taglia il terreno da est ad ovest un tempo era sommersa, probabilmente non dall’antico mare che occupava l’attuale area del Gobi, ma da acque fluviali. Da lontano le formazioni calcaree di Tsagaan Suvraga, alte fino a 30 metri, evocano le rovine di un’antica città; è molto bello percorrere il sentiero che le contorna alla base. Pernottamento al campo gher Tsagaan Suvarga o simile, la tappa è di circa 260 km.
13°g. 13/7 Tsagaan suvraga – Ikh Gasriin Chuluu
Continuando a nord per altri 280 km si arriva tra i monti granitici di Ikh Gasriin Chuluu, una catena lunga una trentina di chilometri che nasconde molte interessanti grotte intrise di antiche leggende, uno dei luoghi più sorprendenti di questo paese, dove le rocce granitiche consumate dal tempo creano forme plastiche sorprendenti. Si posiziona l’ultimo campo tendato in un punto molto bello, potendo esplorare il territorio con tranquille passeggiate.
14°g. 14/7 Ikh Gasriin Chuluu – Ulaanbaatar
Si parte per Ulaanbaatar che dista circa 360 km, quasi tutti di strada asfaltata; si alloggia presso l’hotel Sant Asar o simile. Ad Ulaanbaatar si assiste ad uno spettacolo folcloristico di musica, danza e canto tradizionali, ascoltando le dolci melodie del morin khuur, il leggendario strumento mongolo.
15°g. 15/7 Ulaanbaatar
Visita al Museo di Storia, dove sono illustrati lo sviluppo della storia dell’uomo nelle terre mongole e i costumi tradizionali delle varie etnie, del Museo-Monastero di Choijin Lama, uno dei pochi rimasti intatti che conserva le maschere originali utilizzate nelle danze rituali e splendide sculture di Zanabazar. Si avrà del tempo a disposizione per gli acquisti; chi è interessato potrà recarsi al mercato locale di Naraan Tuul.
16°g. Domenica 16 luglio, volo di rientro
Per chi è giunto con Aeroflot, la partenza da Ulaanbaatar è alle 8.10 con arrivo a Mosca alle 8.50; partenza per Milano Malpensa alle 11.10 con arrivo alle 13.45 e per Roma Fiumicino alle 11.35 con arrivo alle 14.20 (orari da confermare).
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L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.