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Mongolia


Altai, il Festival delle aquile

Estensione: traversata della Mongolia


PARTENZA
25/09/2017
RITORNO
07/10/2017
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
10/10/2017
2a ESTENSIONE
DURATA
13 – 16 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio porta nelle regioni nord occidentali mongole degli Altai, il territorio spettacolare dove si erge l’imponente catena montuosa del Tavan Bogd: un’area selvaggia condivisa da kazaki, mongoli e tuvini che è stata lo storico confine naturale tra due mondi culturali, quello nomadico mongolo e quello stanziale di influenza musulmana centroasiatica. Si esplora la regione e si partecipa all’evento più importante dell’anno, il grande raduno per la caccia con le aquile, dove i più esperti in quest’arte venatoria si sfidano in prove di destrezza con i loro stupendi rapaci. Al termine si potrà poi decidere se rientrare a Ulaanbaatar in volo o fare un’interessante traversata via terra che porta tra i laghi della regione centrale, giunge nelle parti storiche di Shank e Kharkhorin e include il Parco di Khustai.

Meglio vedere una volta, che ascoltare mille volte.

 Presentazione del viaggio


IL FESTIVAL DEI CACCIATORI CON LE AQUILE

La caccia con le aquile è un’attività che viene praticata da millenni dai nomadi kazaki alla fine dell’estate. I cacciatori, provenienti da tutti gli angoli della regione del Bayan Ulgii, si ritrovano una volta all’anno per partecipare ad un’emozionante gara di caccia a cavallo utilizzando solo maestose aquile reali tenute su di un braccio protetto da un enorme guanto e sostenuto da un bastone che poggia sulla sella del cavallo.
L’aquila reale (Aquila Chrysaetos) raggiunge una lunghezza che può variare tra i 75 e gli 88 cm e l’apertura alare può raggiungere i 2,30 mt, mentre il suo peso arriva fino a 6 – 7 kg. Le dimensioni maggiori, come in quasi tutti i rapaci, si raggiungono nelle femmine, che dai cacciatori kazaki sono preferite agli esemplari maschi. Cacciano in prevalenza volpi, ma anche marmotte e a volte lupi. Il becco è robusto e ricurvo, le zampe sono forti e ricoperte di piume, gli artigli sono lunghi ed affilati ed il quarto dito, opposto agli altri, è munito di un’unghia più lunga che trafigge le prede. L’aquila è dotata di una vista straordinaria, sei volte più acuta dell’uomo con un campo visivo di 300 gradi. Il piumaggio è di colore bruno scuro con penne dorate sul capo che, ricordando una corona, le hanno conferito il titolo di “reale”. L’addestramento di questi uccelli, che vengono catturati da piccoli, è lungo e impegnativo e il cacciatore lo inizia utilizzando come prede delle pelli di animali. Il rapace viene legato ad una corda e quando afferra la pelle gettata nelle sue vicinanze viene premiato con un pezzo di carne, che sarà sempre più consistente man mano che l’uccello perfeziona la propria abilità nell’artigliare la preda. Il rapporto che si viene a creare tra l’uomo e l’animale è molto stretto e dura fino a quando il rapace non viene liberato al compimento del decimo anno di vita.
Poiché le aquile cacciano in prevalenza volpi, la caccia si svolge quando la Mongolia si ammanta di bianco, e le pellicce sono migliori. Gli uccelli vengono tenuti bendati con un cappuccio, fino a quando il cacciatore avvista una preda: l’aquila viene lanciata in aria e s’innalza in cielo per poi fiondarsi in picchiata. Questa gara è una vera e propria sfida di abilità e velocità dove alla fine viene eletto il cacciatore con l’aquila più precisa. Oggi nel Bayan Ulgii sono rimasti circa 450 cacciatori tradizionali e questo evento è importante anche perché e l’ultima occasione d’incontro collettivo prima della calata del freddo inverno. A contorno del contesto venatorio vengono celebrate feste con danze e canti tradizionali.

BAYAN ULGII, LA REGIONE DEL TAVAN BOGD

La regione mongola di Bayan Ulghi offre una grande varietà ambientale ed è coronata dalla catena dei monti Altai, che distano 2000 chilometri da Ulaanbaatar e formano il confine naturale con la Russia e il Kazakistan a dominio cinese. Qui si trova la vetta più alta della Mongolia, l’Huiten Uul (4373 mt), che fa parte delle cinque cime del Tavan Bogd (letteralmente, “i cinque illuminati”), un’area che forma il confine tra i tre paesi; la cima più alta è il monte Belukha (4,506 mt), posizionato oltre il confine negli Altai russi. Sparsi tra questi stupendi monti si trovano una ventina di grandi ghiacciai, tra cui il Potanina è il più esteso. Una delle aree più belle è il parco nazionale di Altai Tavan Bogd, che si estende tra la Mongolia e il confine cinese, e raccoglie numerosi laghi tra cui l’Hoton, il Dayan Nuur e il Tolbo.
Gli abitanti sono in maggioranza kazaka, di religione musulmana e di lingua kazaka; hanno iniziato a trasferirsi in queste aree verso il 1840 per pascolare pecore e capre nel periodo estivo ed all’inizio del secolo scorso hanno cominciato a stabilirsi permanentemente nella regione. La lingua utilizzata è il kazako, anche se la maggior parte delle persone sono bilingue e parlano anche il mongolo. I kazaki della Mongolia sono rimasti isolati e conservano tradizioni millenarie andate ormai perdute nella loro terra d’origine. La moschea di Ulghi dopo la caduta del socialismo è stata riaperta e il pellegrinaggio alla Mecca ha ripreso, ma la religione viene vissuta in modo aperto e tollerante: le donne non devono usare il velo e gli uomini amano consumare alcolici. Dopo il 1990 a molti kazaki mongoli è stato permesso di migrare verso il Kazakistan e la Turchia, con un considerevole flusso di persone durato alcuni anni, e ci sono state lunghe trattative tra Kazakistan e Mongolia per permettere ai kazaki mongoli di avere la doppia cittadinanza, risolta per ora con il permesso a loro concesso di entrare in Kazakistan senza visto.
Questa parte della Mongolia, anche perché dista un lungo viaggio di quattro giorni da Ulaanbaatar, ha maggiori contatti con le regioni confinanti russe e cinesi. La popolazione si dedica soprattutto alla pastorizia transumante; durante l’inverno si rifugia in villaggi riparati all’interno di valli profonde utilizzando case di legno, per migrare poi in estate verso i pascoli di montagna. Questi pastori utilizzano delle tende molto simili alle grandi gher mongole, con alcune differenze che le rendono tipiche ed affascinati.

ORGANIZZAZIONE DI AMITABA IN MONGOLIA

I viaggi di Amitaba in Mongolia dal 2010 vengono organizzati con la cooperativa Sain Sanaa (il cui nome in mongolo significa ‘buona idea’) che è stata fondata con il nostro supporto aggregando un gruppo di persone mongole guidate da Alfredo Savino, con l’obbiettivo di curare attentamente la qualità dei servizi offerti. Ogni socio mette a disposizione le proprie conoscenze ed abilità iniziando dal tracciare itinerari che consentano ai viaggiatori di entrare in contatto con la Mongolia più vera, e, ovunque opportuno, si estendono al di fuori dai circuiti turistici. Le finalità della cooperativa sono in sintesi le seguenti: ridistribuire gli utili ricavati dai viaggi ugualmente fra i soci (siano essi guide, autisti o cuochi, stranieri o mongoli); non portare fuori dal Paese i ricavati del turismo; pagare i non soci locali che collaborano alla realizzazione dei viaggi in modo equo; favorire le piccole realtà imprenditoriali locali; cogliere l’opportunità del soggiorno di ospiti stranieri in Mongolia per generare un mezzo concreto d’aiuto; favorire progetti d’aiuto, destinando alle iniziative di sostegno una parte dei ricavi della cooperativa; aiutare gli studenti mongoli meritevoli che studiano l’italiano ad avere delle esperienze formative; soggiornare nei monasteri di campagna con lo scopo di fornire un aiuto a queste piccole realtà locali dando nel contempo ai viaggiatori la possibilità di conoscere più approfonditamente un aspetto fondamentale della cultura mongola.

Amitaba in Mongolia è attiva in diverse attività di sostegno, come indicato nel nostro sito.

MODALITÀ DEL VIAGGIO

Per l’intero viaggio vengono utilizzati veicoli a quattro ruote motrici, solitamente Uaz, seguendo sia strade che piste tracciate dal passaggio di altri veicoli. La velocità sugli sterrati è abbastanza buona, si tengono medie di circa 50 km/h con alcuni tratti anche più veloci e parti dove l’irregolarità del terreno rende la marcia lenta.
Ad Ulaanbaatar si alloggia per tre notti in hotel a tre stelle (solo due se dagli Altai si esegue il rientro via terra); fuori dalla capitale si pernotta quattro notti in hotel locali (cinque se si rientra via terra), due notti in tenda (campo mobile) e due notti presso famiglie (3 se si rientra via terra): un’esperienza davvero speciale, si avranno a disposizione delle stanze comuni nelle loro abitazioni – si segnala che il bagno è esterno. I campi mobili vengono allestiti con tende di tipo europeo a due posti e si dispone di una tenda comune dove mangiare; la cucina e l’allestimento del campo sono curati dal nostro personale. La cucina proposta è semplice ma sostanziosa, anche vegetariana. Viene fornita tutta l’attrezzatura necessaria dall’organizzazione, ad eccezione del sacco a pelo. Chi segue il rientro via terra passerà anche una notte presso il monastero di Shank (si segnala che qui i servizi igienici sono rudimentali, come lo erano nelle vecchie campagne italiane) ed una in campo Gher a Kustai.
Il viaggio richiede un certo spirito d’avventura, poiché nella regine degli Altai si diventa di fatto dei nomadi, percorrendo con i veicoli a quattro ruote motrici vaste aree e pernottando anche in tenda. Per chi ama viaggiare ed è disposto ad affrontare qualche disagio, è una grandiosa esperienza d’incontro con una popolazione cordiale e ospitale e di totale immersione in un ambiente naturale stupendo.

CLIMA E ATTREZZATURA

Il clima tra fine settembre ed inizio ottobre è mediamente piuttosto secco e le temperature previste sono tra i 5 e i 15 gradi, con possibili punte minime notturne al di sotto dello zero. È necessario avere un sacco a pelo che abbia un gradiente di minimo termico di almeno -8C°; Alfredo Savino, guida del viaggio, può procurarlo sia a noleggio (€ 25), fornendo anche un sacco lenzuolo da utilizzare all’interno dello stesso, che acquistandolo a € 50. Prevedere un abbigliamento resistente ad acqua e vento, scarponcini tipo trekking leggeri possibilmente con l’interno in goretex, portare creme protettive per il sole e occhiali. Si tenga presente che lungo il percorso non ci sono lavanderie.
Si ricorda che il clima in questa terra è sempre imprevedibile e incline a repentini cambiamenti, da giorni caldi di sole si può passare a nevicate improvvise.

 Programma del viaggio


(Si ricorda che l’itinerario previsto può subire modifiche dovute a fattori naturali e climatici.)

1°g.    Lunedì 25 settembre, partenza per la Mongolia
Per raggiungere Ulaanbaatar un volo comodo è della Turkish Airlines, ma vi sono anche opzioni diverse; nel programma si considera l’utilizzo di questo collegamento che fa da riferimento per i servizi del viaggio, ma Amitaba può verificare anche le possibilità offerte dalle altre compagnie (si segnala solo che se per via di un orario d’arrivo diverso fossero necessari servizi d’accoglienza e trasferimento aggiuntivi per questi verrà richiesto un piccolo extra). Con Turkish la partenza da Milano Malpensa per Istanbul è alle 10.35 con arrivo alle 14.25; da Roma Fiumicino è alle 10.45 con arrivo alle 14.20; il volo transcontinentale da Istanbul per Ulaanbaatar parte alle 19.10 (orari da confermare).

2°g.    26/9 Arrivo a Ulaanbaatar 
Arrivo alle ore 11.05; si viene accolti da una nostra guida mongola che parla l’italiano. Ci si sistema in centro città presso l’hotel Sant Asar (3*) o simile. Nel pomeriggio si visita il monastero di Gandan, il principale monastero della Mongolia costruito circa 300 anni fa, si sale alla collina Zaisan alla cui base si trova una enorme statua di Buddha, da dove si gode un bellissimo panorama sulla città e delle colline circostanti, e visita del Museo di Bogd Khan, il palazzo invernale dell’ultimo imperatore-lama.

3°g.    27/9 Ulaanbaatar – Khovd e Gurvan Tsenheriin Agui 
Trasferimento in aeroporto per l’imbarco sul volo per Khovd; la partenza è prevista alle 11.30 (orario da confermare) e il volo dura circa 2 ore. Atterrati, ci si reca all’unica grotta con pitture rupestri della Mongolia. Entrando nella caverna di Gurvan Tsenheriin Agui si sbuca direttamente nell’Età della Pietra: alta circa venti metri, custodisce alcune meravigliose pitture preistoriche (da 12.000 a 40.000 anni fa). Si tratta di raffigurazioni di animali, nomadi e altre immagini misteriose. Si prosegue verso Khovd, capoluogo dell’omonima regione; questo centro fu un avamposto militare mancese e una delle ultime città ad essere stata liberata dai cinesi nel 1912. Pernottamento presso l’hotel Tsambagarav o simile; si incontrano qui la guida del viaggio, Alfredo Savino, ed i partecipanti che hanno seguito il programma del trekking al Tavan Bogd.

4°g.    28/9 Khovd – Parco del Tsamba Garav Uul
Da Khovd ci si dirige verso est, raggiungendo le pendici settentrionali del monte Tsamba-Garav (4208 mt), ubicato al confine di tre aimag (regioni mongole): Bayan Ulgii, Uvs e Khovd; è una delle più belle cime sempre innevate della Mongolia. Si visitano diverse valli scoprendo sorgenti d’acqua cristallina e si effettua un’escursione per avvicinarci ai ghiacciai del Tsamba-Garav. Si percorrono circa 150 km; pernottamento in tenda.

5°g.    29/9 Parco del Tsamba Garav Uul – Ulgii
Si lascia l’imponente montagna per seguire la spettacolare strada che porta al capoluogo del Bayan Ulgii, che da qui dista circa 150 km; pernottamento presso l’Hotel Duman o simile

6°g. – 7°g. (30/9 – 1/10) Festival delle aquile
Per vivere completamente l’evento ci si sistema in una dimora di una famiglia kazaka, dove si pernotterà per due notti. Si dedicano le giornate ad ammirare le gare di abilità e velocità del contesto. Dalle alture circostanti i cacciatori tolgono i cappucci ai loro maestosi animali e li lanciano verso il cielo. Nel frattempo vengono rilasciate le prede, le aquile perdono lentamente quota, poi, con uno scarto improvviso e fulmineo, piombano sulla preda immobilizzandola. Qui interviene il cacciatore che deve essere celere a raggiungere i contendenti, prima che la preda possa ferire l’aquila. A contorno del torneo vi sono molti eventi paralleli come concerti, sfilate con abiti tradizionali, mercatini di borse e tappeti di feltro tradizionali. È molto particolare il “Kokbar”, che ricorda molto il Buskashì, il gioco nazionale afgano: due squadre di cavalieri si contendono la carcassa di una capra decapitata. È un gioco privo di regole: basta impossessarsi della carcassa. Dopo le premiazioni, si avrà il tempo per visitare questa “atipica” città mongola, con il bazar e la moschea dove si respira un’aria quasi medio orientale. Per finire, si segue un concerto di musica tradizionale kazaka

8°g.    2/10 Ulgii – Shiveet Hairhan Uul
Trasferimento verso la zona più occidentale del Paese, una regione ricca di resti archeologici che partono dall’Età del Bronzo arrivando all’epoca Unna e all’invasione turca. Per il pernottamento si posiziona il campo nel parco nazionale di Altai Tavan Bogd nei pressi del monte Shiveet Hairhan, che è considerato sacro dalle popolazioni della repubblica russa di Tuva e dai nomadi di etnia tuvaina che popolano la zona. Qui si ammira uno fra i più grandi petroglifi di epoca unna.

9°g.    3/10 Shiveet Hairhan Uul – Ulgii
Si torna verso la “civiltà” ad Ulgii, dove si alloggia presso l’hotel Duman o simile; nel pomeriggio si ha del tempo libero. Si percorrono circa 160 km.

10°g.    4/10 Ulgii – Lago Achit – Ulaangom
Partenza per la regione di Uvs, famosa per la varietà degli ambienti naturali e per la presenza del lago più grande del Paese, che da il nome alla regione. Prima di arrivare ad Ulaangom, una sonnacchiosa cittadina che è il capoluogo della regione, ci si ferma al lago Achit, che si trova ad un’altitudine di 1435 mt sul livello del mare e si estende su una superficie di 290 kmq. Arrivati in città pernottamento presso l’hotel Chingis Khaan o simile; si percorrono circa 260 km.

PER CHI RIENTRA

11°g.    5/10 Ulaangom – Ulaanbaatar
Si salutano i compagni e la guida Alfredo Savino, che rientrano a Ulaanbaatar con le jeep; mattina a disposizione. Nel primo pomeriggio (orari da confermare) ci si imbarca sul volo per Ulaanbaatar; le visuali dall’aereo sono spettacolari: il lago Uvs, il lago Bus e le montagne siberiane. All’arrivo si viene accolti da una guida locale che parla la lingua italiana e ci si accomoda nel medesimo hotel utilizzato all’arrivo.

12°g.    6/10 Ulaanbaatar
Si completano le viste ad Ulaanbaatar accompagnati da una guida che parla la lingua italiana, in particolare il Museo di Storia Nazionale Mongola. Si avrà del tempo libero a disposizione per fare acquisti e girare in città.

13°g.    Sabato 7 ottobre, volo di rientro
Per chi è giunto con Turkish, la partenza da Ulaanbaatar è alle 11.05 con arrivo a Istanbul alle 17.25; da qui partenza per Milano Malpensa alle 21.50 con arrivo alle 23.45 e per Roma Fiumicino alle 19.10 con arrivo alle 11.05 (orari da confermare).

PER CHI SEGUE L’ESTENSIONE

11°g.    5/10 Ulaangom – Tosontsengel 
Si inizia l’affascinante percorso verso est: Ulaanbaatar dista da qui circa 1500 chilometri. La meta di oggi è Tosontsengel, una lunga tappa di circa 540 km che impegna per l’intera giornata; arrivati, si alloggia presso un hotel locale.

12°g.    6/10 Tosontsengel – Lago Terkhin Tsagaan Nuur 
Prosegue la grande traversata, oggi si devia verso sud est raggiungendo il lago di Terkhin Tsagaan Nuur, dove si alloggia presso una famiglia locale; la tappa è di circa 250 km.

13°g.    7/10 Terkhin Tsagaan Nuur – Kharkhorin – Shank
Al mattino si parte presto in direzione sud est percorrendo una buona strada asfaltata che costeggia per un lungo tratto il fiume Chuluut, attraverso un ambiente in gran parte di steppa con canyon formati da antiche eruzioni magmatiche, e si arriva a Kharkhorin, l’antica capitale dell’Impero Mongolo di Gengis Khan. Oggi è solo un villaggio dove sono rimaste 2 delle 4 tartarughe di pietra che originariamente segnavano i confini della città; su di un panoramico colle alle spalle delle casette è stato eretto un moderno monumento che esalta le antiche glorie dell’Impero, quando questo luogo era il centro del mondo. Si visita il monastero-museo di Erdene Zuu, meta di pellegrinaggio per i mongoli, che colpisce anche per le lunghe mura sormontate da piccoli stupa che ne delimitano lo spazio sacro dalle vaste praterie e dai colli verdi; costruito sui ruderi di Kharkhorin, contiene diversi templi molto interessanti da visitare ed un piccolo museo. Ci si sposta quindi al monastero di Shank, situato a 30 km, dove saremo graditi ospiti. Shank è un piccolo e antico monastero situato in un piccolo villaggio tra le vaste praterie che un tempo custodiva la bandiera di Gengis Khan, dove si ammirano alcune importanti tanke del tantra di Kalachakra; si trascorre con i monaci parte della giornata e si pernotta nella semplice casa per gli ospiti all’interno del monastero. La sistemazione sarà un po’ spartana, ma pulita, ed è anche l’occasione per dare un contributo concreto a questa piccola comunità monastica. Si percorrono circa 340 km.

14°g.    8/10 Shank – Parco Nazionale di Khustai
Il Parco Nazionale di Khustai Nuruu dista circa 280 km verso est. Qui si ha la possibilità di vedere i cavalli selvatici di Przewalski, noti anche come Takhi o Pony della Mongolia. Questo animale è il parente più prossimo del cavallo domestico; negli anni ‘60 erano scomparsi ma grazie ad un programma di reinserimento ora è possibile ammirarli. È prevista un’escursione nel parco dove, oltre ai cavalli selvatici, sono presenti diverse specie animali come il cervo rosso asiatico, le gazzelle della steppa, i gatti selvatici manul ed altri. Pernottamento nel campo gher Khustai o simile.

15°g.    9/10 Khustai – Ulaanbaatar
La capitale dista ora solo circa 100 km ad est; giunti a destinazione si alloggia nel medesimo hotel utilizzato all’arrivo. Si avrà del tempo libero a disposizione per fare acquisti e girare in città.

16°g.    Martedì 10 ottobre, volo di rientro
La partenza con Turkish Airlines è alle 11.05 con arrivo a Istanbul 17.25; da qui, partenza per Milano Malpensa alle 21.50 con arrivo alle 23.50 e per Roma Fiumicino alle 22.20 con arrivo alle 23.55 (orari da confermare).

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Festival delle aquile.

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.