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Mongolia


Gobi, il grande deserto

Bellezze naturali, artistiche e storiche


PARTENZA
03/09/2016
RITORNO
18/09/2016
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
16 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Gobi è un deserto fatto di paesaggi mozzafiato, antichi monasteri nascosti nelle lunghe catene di rocce granitiche, animato da avvincenti leggende di fonti miracolose e di alberi duri come la roccia il cui legno non galleggia; si effettua un’ampia e completa esplorazione partendo da Ulaanbaatar seguendo un circuito di circa 2300 km, più volte sperimentato, che porta a godere di molte delle sue parti più belle.

Il viaggio tocca un ampio insieme di siti storici e naturali seguendo un percorso che da Ulaanbaatar porta al passato glorioso dell’antica capitale Kharkhorin ed ai monasteri di Erdenee Zuu e di Tuvkhun, una perla incastonata tra le montagne; in questa regione si avrà anche l’opportunità di venire ospitati presso l’antico sito monastico di Shank. Si prosegue poi verso le rovine del monastero di Oghii, adagiate sulle rive dell’omonimo fiume che ne vide la grandezza e l’oblio, passando dalle cascate di Khujirt, e si prosegue sempre più a sud giungendo nel deserto del Gobi alle sterminate “dune che suonano”, le Khongoryn Els. Si rientra poi verso nord seguendo un percorso più orientale, che consente di visitare il parco di Ikh Gazryn Chuluu ed il lago di Sangiin Dalai, arrivando ad Ulaanbaatar.

Meglio vedere una volta, che ascoltare mille volte.
  • Ulaanbaatar
  • Parco di Khustai
  • Kharkhorin – Shank
  • Khujirt
  • Onghiin
  • Bayanzag
  • Khongoryn Els
  • Yoliin Am
  • Tsagaan Suvraga
  • Ikh Gazryn Chuluu
  • Baga Gazryn Chuluu

 Presentazione del viaggio


Il viaggio tocca un ampio insieme di siti storici e naturali seguendo un percorso che da Ulaanbaatar porta al passato glorioso dell’antica capitale Kharkhorin ed ai monasteri di Erdenee Zuu e di Tuvkhun, una perla incastonata tra le montagne; in questa regione si avrà anche l’opportunità di venire ospitati presso l’antico sito monastico di Shank. Si prosegue poi verso le rovine del monastero di Oghii, adagiate sulle rive dell’omonimo fiume che ne vide la grandezza e l’oblio, passando dalle cascate di Khujirt, e si prosegue sempre più a sud giungendo nel deserto del Gobi alle sterminate “dune che suonano”, le Khongoryn Els. Si rientra poi verso nord seguendo un percorso più orientale, che consente di visitare il parco di Ikh Gazryn Chuluu ed il lago di Sangiin Dalai, arrivando ad Ulaanbaatar.

I nostri viaggi in Mongolia dall’inizio del 2010 vengono organizzati tramite la cooperativa Sain Sanaa (il cui nome in mongolo significa ‘buona idea’), che è stata appositamente fondata con il nostro supporto aggregando un gruppo di persone mongole guidate da Alfredo Savino, che cura attentamente la qualità dei servizi offerti. In questa cooperativa ogni socio mette a disposizione le proprie conoscenze ed abilità per tracciare itinerari poco battuti, che consentano ai viaggiatori di entrare in contatto con la Mongolia più vera, fuori dai circuiti turistici classici. Le finalità della cooperativa sono in sintesi le seguenti: ridistribuire gli utili ricavati dai viaggi ugualmente fra i soci (siano essi guide, autisti o cuochi, stranieri o mongoli); non portare fuori dal Paese i ricavati del turismo; pagare i non soci locali che collaborano alla realizzazione dei viaggi in modo equo; favorire le piccole realtà imprenditoriali locali; cogliere l’opportunità del soggiorno in Mongolia per generare un mezzo concreto d’aiuto; favorire progetti d’aiuto, destinando alle iniziative di sostegno una parte dei ricavi della cooperativa; aiutare gli studenti mongoli meritevoli che studiano l’italiano ad avere delle esperienze formative; soggiornare nei monasteri di campagna con lo scopo di fornire un aiuto a queste piccole realtà locali dando nel contempo ai viaggiatori la possibilità di conoscere più approfonditamente un aspetto fondamentale della cultura mongola.

Amitaba in Mongolia sostiene anche le attività di Asral ONG, come indicato nel nostro sito.

MODALITÀ DEL VIAGGIO

Per l’intero viaggio vengono utilizzati veicoli a quattro ruote motrici seguendo sia strade che piste tracciate dal passaggio di altri veicoli. La velocità sugli sterrati è abbastanza buona, si tengono medie di circa 50 km/h con alcuni tratti anche più veloci e parti dove l’irregolarità del terreno rende la marcia lenta.

A Ulaanbaatar si alloggia per tre notti in hotel a tre stelle; fuori dalla capitale si pernotta 4 notti in hotel locali,  due notti in teda (campo mobile) e due notti presso famiglie: un’esperienza davvero speciale, si avranno a disposizione delle stanze comuni nelle loro abitazioni – si segnala che il bagno è esterno. Chi segue l’estensione di trekking utilizza la tenda per una notte in più, avrà una notte meno in hotel locale e due notti in più presso famiglie. I campi mobili vengono allestiti con tende di tipo europeo a due posti e si dispone di una tenda comune dove mangiare; la cucina e l’allestimento del campo sono curati dal nostro personale. La cucina proposta è semplice ma sostanziosa, anche vegetariana. Viene fornita tutta l’attrezzatura necessaria dall’organizzazione, ad eccezione del sacco a pelo.

Il viaggio richiede un certo spirito d’avventura, poiché nella regine degli Altai si diventa di fatto dei nomadi, percorrendo con i veicoli a quattro ruote motrici vaste aree e pernottando anche in tenda. Per chi ama viaggiare ed è disposto ad affrontare qualche disagio, è una grandiosa esperienza d’incontro con una popolazione cordiale e ospitale e di totale immersione in un ambiente naturale stupendo.

IL DESERTO DEL GOBI

Il Gobi è una vasta area desertica dell’Asia centrale, situata in gran parte in Mongolia, di cui occupa un terzo del territorio, misura circa 1610 km da est a ovest e circa 970 km da nord a sud. L’altitudine dell’altopiano varia dai 914 m della zona orientale ai 1514 m della parte occidentale ed è caratterizzato da piane ondulate e ghiaiose, inframmezzate da bassi rilievi e da colli isolati. Se si esclude la parte sud-orientale, completamente arida, la regione presenta una stentata vegetazione erbacea e arbustiva, sufficiente a nutrire le greggi dei pastori nomadi che vivono nella zona; pozzi occasionali e laghi poco profondi rappresentano le sole riserve idriche. Le zone marginali a nord e a nord-ovest sono fertili, mentre all’estremità sudorientale dell’area desertica prevalgono steppe o praterie. I primi europei che attraversarono il deserto di Gobi furono i membri di una spedizione guidata da Marco Polo nel 1275. In epoca moderna numerose spedizioni si avventurarono nel Gobi, l’American Museum of Natural History di New York promosse negli anni 1921-1930 una serie di spedizioni guidate dal naturalista americano Roy Chapman Andrews che portarono alla scoperta di un bacino incredibilmente ricco di uova fossili di dinosauro. Ma Gobi, oltre a paesaggi mozzafiato, rivela antichi monasteri nascosti tra le lunghe catene di rocce granitiche

MODALITÀ DEL VIAGGIO

Per l’intero viaggio vengono utilizzati veicoli a quattro ruote motrici Uaz seguendo sia strade che piste tracciate dal passaggio di altri veicoli; gli unici tratti asfaltati sono nei pressi della capitale. Le Uaz russe sono i mezzi più idonei per la Mongolia: sono il tipo di veicolo più diffuso e ogni eventuale problema tecnico può essere facilmente risolto pressocchè ovunque, sono molto solide e comunque comode. La velocità sugli sterrati è abbastanza buona, si tengono medie di circa 50 km/h con alcuni tratti anche più veloci o più lenti in relazione all’irregolarità del terreno. Il circuito complessivo è di circa 2300 km; le distanze approssimative coperte nelle singole tappe sono indicate nel programma.

Fuori da Ulaanbaatar si alloggia per una notte presso il monastero di Shank (si segnala che qui i servizi igienici sono rudimentali) e le altre notti nelle gher: le tipiche tende mongole che si trovano predisposte in campi fissi, fornite di letti con lenzuola e asciugamani. In questi campi si trovano anche servizi e docce con acqua calda, la cucina proposta è semplice ma sostanziosa e anche vegetariana.

Un viaggio in Mongolia richiede quindi un certo spirito d’avventura: lasciata la capitale non si trovano più hotel e si diventa di fatto dei nomadi, percorrendo con i veicoli a quattro ruote motrici vaste aree e pernottando sempre in tenda; molti dei campi fissi sono comodamente attrezzati, ma non sono degli hotel. Per chi ama viaggiare ed è disposto ad affrontare qualche disagio, attraversare la Mongolia è una grandiosa esperienza d’incontro con una popolazione cordiale e ospitale e di totale immersione in un ambiente naturale stupendo.

CLIMA E ATTREZZATURA

Il clima all’inizio di settembre è secco, le temperature previste sono tra i 10 e i 20 gradi, con possibili punte minime notturne di 5 gradi. Per la notte al monastero di Shank è meglio avere a disposizione un sacco a pelo il cui gradiente termico minimo consigliato è di zero gradi; la nostra organizzazione può procurarlo sia a noleggio (€ 25), fornendo anche un sacco lenzuolo da utilizzare all’interno dello stesso, che acquistandolo a € 50. Nelle gher vengono comunque fornite lenzuola pulite e coperte. Prevedere un abbigliamento che possa essere resistente ad acqua e vento, scarponcini tipo trekking leggeri possibilmente con l’interno in goretex, portare creme protettive per il sole e occhiali. Per le escursioni a piedi è utile avere un proprio zaino con cui portare l’occorrente per la giornata. Si tenga presente che lungo il percorso non ci sono lavanderie.

 Programma del viaggio


Si ricorda che l’itinerario previsto può subire modifiche dovute a fattori naturali e climatici

1°g.  Sabato 3 settembre, partenza per la Mongolia
Per raggiungere Ulaanbaatar un volo comodo è della Aeroflot, ma vi sono anche opzioni diverse; nel programma si considera l’utilizzo di questo collegamento, ma Amitaba può verificare anche le possibilità offerte dalle altre compagnie. Con Aeroflot la partenza da Milano Malpensa per Mosca alle 12.15 con arrivo alle 16.40; il volo transcontinentale da Mosca per Ulaanbaatar parte alle 19.00 (orari da confermare).

2°g.  4/9 Arrivo a Ulaanbaatar
Arrivo alle ore 7.00, trasferimento e sistemazione presso l’hotel Sant Office o simile. Incontro con la guida e presentazione del programma di viaggio. Visita del monastero di Gandan, il principale monastero della Mongolia costruito circa 300 anni fa, ascesa alla collina Zaisan, da dove si gode un bellissimo panorama della città e delle colline circostanti e si trova una enorme statua di Buddha.

3°g.  5/9 Ulaanbaatar – Parco Nazionale di Khustai
Dopo la visita dell’ultima residenza del Bogdo Khan, il signore teocratico della Mongolia, partenza per il Parco Nazionale di Khustai Nuruu, ad ovest della capitale, dove si ha la possibilità di vedere i cavalli selvatici di Przewalski, noti anche come Takhi o Pony della Mongolia. Questo animale è il parente più prossimo del cavallo domestico; negli anni ‘60 erano scomparsi ma grazie ad un programma di reinserimento ora è possibile ammirarli. E’ prevista un’escursione nel parco dove, oltre ai cavalli selvatici, sono presenti diverse specie animali come il cervo rosso asiatico, le gazzelle della steppa, i gatti selvatici manul ed altri. Pernottamento nel campo gher Khustai o simile; la tappa è di circa 100 km.

4°g.  6/9 Parco Nazionale di Khustai – Kharkhorin – Shank
Al mattino si parte presto proseguendo in direzione ovest per Kharkhorin, antica capitale dell’impero mongolo di Gengis Khan, dove sono rimaste 2 delle 4 tartarughe di pietra che originariamente segnavano i confini della città. Visita al monastero-museo di Erdene Zuu, costruito sui ruderi di Kharkhorin. Si prosegue quindi per il monastero di Shank dove saremo graditi ospiti della comunità monastica. Shank è un piccolo e antico monastero che un tempo custodiva la bandiera di Gengis Khan; trascorreremo con i monaci parte della giornata e si pernotta nelle gher che ci mettono a disposizione all’interno del monastero. La sistemazione sarà un po’ spartana, ma pulita, ed è anche l’occasione per dare un contributo concreto a questa piccola comunità monastica. La tappa è di circa 320 km.

5°g.  7/9 Shank – ­Monastero di Tuvkhun  Khujirt
Si parte per Khujirt, dove si effettua un’escursione al monastero di Tuvkhun e alle cascate di Khujirt, situate in una zona di grande rilevanza storica; sono state create dalla combinazione di terremoti ed eruzioni vulcaniche e si trovano in un territorio incantevole e disabitato. Segue la visita al monastero di Tuvkhun, recentemente ristrutturato: si trova incastonato sulle montagne che chiudono a settentrione la valle dell’Orkhon. Questo monastero era molto amato dal Bogdo Khan Zanabazar, che qui visse e studiò per quasi trent’anni. La visita richiede una salita a piedi di circa un’ora in mezzo alla foresta. Sistemazione nel campo gher Bayasgalan o simile; la tappa è di circa 120 km.

6°g.  8/9 Khujirt – Monastero di Onghiin
Inizia il percorso verso sud che porta al deserto del Gobi, il più grande deserto asiatico. La tappa di oggi, circa 240 km, porta fino al monastero di Onghiin, recentemente restaurato. L’ambiente naturale è di particolare interesse per il contrasto tra le montagne nere, che circondano le vestigia del monastero, e il fiume che rende verdi le sue coste. Sistemazione al campo gher Ongi Energy o simile.

7°g.  9/9 Monastero di Onghiin – Bayanzag
Proseguendo per il deserto di Gobi si arriva a Bayanzag – che tradotto significa “Vette infuocate”, dove la spedizione americana di Chapman nel 1924 ha fatto le più grandi scoperte paleontologiche trovando un’impressionante quantità di reperti tra cui uova e scheletri interi di dinosauri appartenenti a molte specie sconosciute fino ad allora. In quest’area ci si reca a visitare anche i graffiti  rupestri di Khavtsgait. Pernottamento al campo gher Bayanzag o simile; la tappa è di circa 160 km.

8°g.  10/9 Bayanzag – Parco Nazionale di Khongoryn Els
Oggi si giunge al Parco Nazionale di Khongoryn Els, dove si fa un’escursione alle dune di sabbia più alte e spettacolari della Mongolia, alcune delle quali arrivano fino a 800 metri di altezza. Pernottamento al campo gher Gobi Erdene o simile; la tappa è di circa 160 km.

9°g.  11/9 Khongoryn Els – Dalanzadgad
Proseguimento del viaggio ed ingresso nel Parco Nazionale di Gurvan Saikhan dove si visita Yoliin Am, chiamata erroneamente dalle guide “Valle delle aquile” (…qui le aquile non si sono mai viste…), sempre fresca, con lingue di ghiaccio al suo interno anche durante la prima parte dell’estate, in contrasto con l’arido deserto, e dove con un po’ di fortuna sarà possibile vedere gli stambecchi ed i gipeti. Si arriva poi a Dalanzadgad, capoluogo della regione di Omnogov, dove si visita il mercato locale prima di andare al campo gher Saijrakh Gobi o simile; la tappa è di circa 200 km.

10°g.  12/9 Dalanzadgad – Tsagaan Suvraga
Il percorso attraversa un’area molto bella per i panorami, caratterizzata da una profonda fenditura che taglia il terreno da est ad ovest con la visuale della steppa sul fondo della vallata. Questa zona un tempo era sommersa, probabilmente non dall’antico mare che occupava l’attuale area del Gobi, ma da acque fluviali. Da lontano, le formazioni calcaree di Tsagaan Suvraga, alte fino a 30 metri, assomigliano alle antiche rovine di una città bianca. Pernottamento nel campo gher Tsagaan Suvraga o simile; la tappa è di circa 200 km.

11°g.  13/9 Tsagaan Suvraga – Parco Nazionale di Ikh Gazryn Chuluu
Partenza verso nord in direzione della capitale; la meta di oggi è Ikh Gazryn Chuluu, uno dei parchi naturali più belli della Mongolia. Pernottamento nel campo gher Tuw Bojigon o simile; la tappa è di circa 220 km.

12°g.  14/9 Ikh Gazryn Chuluu  
Visita di Ikh Gazryn Chuluu, dove le rocce alte fino a circa 1700 metri formano una catena lunga una trentina di chilometri e nascondono interessanti grotte che si potranno visitare. Si sale poi sul monte Erlug, dove si sosta per un picnic; nei pressi del monte vi è un antico monumento. Si rientra quindi al campo gher; si percorrono coi mezzi circa 30 km.

13°g.  15/9 Ikh Gazryn Chuluu – Parco Nazionale di Baga Gazryn Chuluu

Partenza per Baga Gazryn Chuluu, una formazione di roccia granitica nel centro delle pianure; arrivo ed escursione nei dintorni. Si prosegue per il lago di Sangiin Dalai, ricco di molte specie di uccelli tra cui aquile, oche, cigni, ecc.; al centro del lago ci sono le rovine di un tempio costruito nel X secolo. Si alloggia nel campo gher Erdene Ukhaa o simile; la tappa è di circa 150 km.

14°g.  16/9 Baga Gazryn Chuluu – Ulaanbaatar
Proseguimento del viaggio per Ulaanbaatar, che dista circa 260 km, dove si alloggia presso l’hotel Office o simile. Ad Ulaanbaatar si assiste ad uno spettacolo folcloristico di musica, danza e canto tradizionali, ascoltando le dolci melodie del morin khuur, il leggendario strumento mongolo.

15°g.  17/9 Ulaanbaatar
Visita al Museo di Storia, dove sono illustrati lo sviluppo della storia dell’uomo nelle terre mongole ed i costumi tradizionali delle varie etnie, del Museo-Monastero di Choijin Lama, uno dei pochi monasteri rimasti intatti che conserva le maschere originali utilizzate nelle danze rituali e splendide sculture di Zanabazar. Si avrà del tempo a disposizione per gli acquisti; chi è interessato potrà recarsi al mercato locale di Naraan Tuul.

16°g.  Domenica 18 settembre, volo di rientro
Per chi è giunto con Aeroflot, la partenza da Ulaanbaatar è alle 8.10 con arrivo a Mosca alle 8.50; partenza per Milano Malpensa alle 11.10 con arrivo alle 13.45 (orari da confermare).

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L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.