Skip to main content

Mongolia


Profondo Gobi, al confine col nulla

Nelle terre del Signore del Gobi


PARTENZA
17/07/2015
RITORNO
02/08/2015
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
17 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


La Mongolia è conosciuta per gli immensi spazi e le vaste zone di deserto; questo percorso è difficilmente compreso negli itinerari turistici e oltre a coprire alcuni dei tratti più spettacolari di questa straordinaria terra porta nel cuore del suo grande patrimonio storico e umano, esplorando a fondo le regioni centro meridionali.

Il viaggio è stato attentamente studiato per accedere alle aree più segrete e belle dell’infinito Gobi, un mondo di cui si conosce ancora poco, dove si individuano i resti preistorici dell’origine dell’uomo. Si parte da Ulaanbaatar in treno verso sud est per Sainshand, dove i veicoli fuoristrada sono in attesa del gruppo; si inizia da qui con l’esplorazione di un sito affascinante, il regno del Signore del Gobi con il monastero di Khamaryn Khid, il centro energetico di Shambala e la montagna sacra di Bayanzurkh. Da qui ci si spinge verso sud ovest fino alle remote regioni dei monti dell’Ikh Bogd, nel cuore del deserto.

Meglio vedere una volta, che ascoltare mille volte.
  • Ulaanbaatar
  • Sainshand
  • Mandakh Soum
  • Yoliin Am
  • Bayanzag
  • Khongoryn Els
  • Nemegt
  • Kherman Tsav
  • Oasi di Zulganai
  • Bayangovi
  • Tsagaan agui
  • Baruun bayan ulaan sum
  • Monastero di Ong
  • Kharkhorin – Shank

 Presentazione del viaggio


Il viaggio è stato attentamente studiato per accedere alle aree più segrete e belle dell’infinito Gobi, un mondo di cui si conosce ancora poco, dove si individuano i resti preistorici dell’origine dell’uomo. Si parte da Ulaanbaatar in treno verso sud est per Sainshand, dove i veicoli fuoristrada sono in attesa del gruppo; si inizia da qui con l’esplorazione di un sito affascinante, il regno del Signore del Gobi con il monastero di Khamaryn Khid, il centro energetico di Shambala e la montagna sacra di Bayanzurkh. Da qui ci si spinge verso sud ovest fino alle remote regioni dei monti dell’Ikh Bogd, nel cuore del deserto. Si incontra un ampio insieme di luoghi di eccezionale bellezza paesaggistica, da Tsagaan Suvraga e dalle dune di Khongotyn Els ai siti paleontologici di Kermen Tsav, dove l’ambiente straordinario impressiona forse ancor più della profusione di fossili di dinosauro. Si toccano anche siti di grande importanza storica, tra cui primeggia Kharkorin, l’antica capitale di Gengis Khan, Erdene Zuu, la stessa Ulaanbaatar e tanti altri. Per apprezzare da vicino la vera vita della Mongolia si sarà anche ospiti di una famiglia di allevatori nomadi, per avvicinare la bellezza ma anche la durezza di una vita così lontana dai nostri schemi e dalle nostre sicurezze; si sosta presso degli allevatori di cammelli e si vivrà un’esperienza unica in Mongolia soggiornando in un monastero buddista, dove la nostra presenza contribuirà anche un piccolo aiuto finanziario.

In sintesi, è un viaggio adatto a coloro che vogliano vivere un’esperienza profonda e vera della Mongolia.

IL DESERTO DEL GOBI

Il Gobi è una vasta area desertica dell’Asia centrale, situata in gran parte in Mongolia, di cui occupa un terzo del territorio, misura circa 1610 km da est a ovest e circa 970 km da nord a sud. L’altitudine dell’altopiano di Gobi varia dai 914 mt della zona orientale ai 1514 mt della parte occidentale ed è caratterizzato da piane ondulate e ghiaiose, inframmezzate da bassi rilievi e da colli isolati. Se si esclude la parte sud-orientale, completamente arida, la regione presenta una stentata vegetazione erbacea e arbustiva, sufficiente a nutrire le greggi dei pastori nomadi che vivono nella zona; pozzi occasionali e laghi poco profondi rappresentano le sole riserve idriche. Le zone marginali a nord e a nord-ovest sono fertili, mentre all’estremità sudorientale dell’area desertica prevalgono steppe o praterie. I primi europei che attraversarono il deserto di Gobi furono i membri di una spedizione guidata da Marco Polo nel 1275. In epoca moderna numerose spedizioni si avventurarono nel Gobi, l’American Museum of Natural History di New York promosse negli anni 1921-1930 una serie di spedizioni guidate dal naturalista americano Roy Chapman Andrews che portarono alla scoperta di un bacino incredibilmente ricco di uova fossili di dinosauro. Ma Gobi, oltre a paesaggi mozzafiato, rivela antichi monasteri nascosti tra le lunghe catene di rocce granitiche ed è popolato da antiche leggende di fonti miracolose e di alberi duri come la roccia il cui legno non galleggia.

I nostri viaggi in Mongolia dall’inizio del 2010 vengono organizzati tramite la cooperativa Sain Sanaa (il cui nome in mongolo significa ‘buona idea’), che è stata appositamente fondata con il nostro supporto aggregando un gruppo di persone mongole guidate da Alfredo Savino, che cura attentamente la qualità dei servizi offerti. In questa cooperativa ogni socio mette a disposizione le proprie conoscenze ed abilità per tracciare itinerari poco battuti, che consentano ai viaggiatori di entrare in contatto con la Mongolia più vera, fuori dai circuiti turistici classici. Le finalità della cooperativa sono in sintesi le seguenti: ridistribuire gli utili ricavati dai viaggi ugualmente fra i soci (siano essi guide, autisti o cuochi, stranieri o mongoli); non portare fuori dal Paese i ricavati del turismo; pagare i non soci locali che collaborano alla realizzazione dei viaggi in modo equo; favorire le piccole realtà imprenditoriali locali; cogliere l’opportunità del soggiorno in Mongolia per generare un mezzo concreto d’aiuto; favorire progetti d’aiuto, destinando alle iniziative di sostegno una parte dei ricavi della cooperativa; aiutare gli studenti mongoli meritevoli che studiano l’italiano ad avere delle esperienze formative; soggiornare nei monasteri di campagna con lo scopo di fornire un aiuto a queste piccole realtà locali dando nel contempo ai viaggiatori la possibilità di  conoscere più approfonditamente un aspetto fondamentale della cultura mongola.

MODALITÀ DEL VIAGGIO

Per l’intero viaggio vengono utilizzati veicoli a quattro ruote motrici Uaz seguendo sia strade che piste tracciate dal passaggio di altri veicoli; gli unici tratti asfaltati sono nei pressi della capitale. Le Uaz russe sono i mezzi più idonei per la Mongolia: sono il tipo di veicolo più diffuso e ogni eventuale problema tecnico può essere facilmente risolto pressocchè ovunque, sono molto solide e comunque comode. La velocità sugli sterrati è abbastanza buona, si tengono medie di circa 50 km/h con alcuni tratti anche più veloci o più lenti in relazione all’irregolarità del terreno. Il percorso complessivo previsto è di circa 3300 chilometri.

Fuori da Ulaanbaatar si alloggia per 5 notti in tenda (di cui tre consecutive), una al monastero di Shank (si segnala che qui i servizi igienici sono rudimentali, come erano nelle vecchie campagne italiane), due in un semplice hotel locale, una presso una famiglia e 4 nelle gher: le tipiche tende mongole che si trovano predisposte in campi fissi, forniti di letti con lenzuola e asciugamani. In questi campi si trovano anche servizi e docce con acqua calda, la cucina proposta è semplice ma sostanziosa e anche vegetariana. I campi mobili vengono allestiti con tende di tipo europeo a due posti e si dispone di una tenda comune dove mangiare; cucina e allestimento sono curati da nostro personale mentre le tende individuali vengono montate dai partecipanti, se necessario con l’aiuto degli assistenti. Viene fornita tutta l’attrezzatura necessaria dall’organizzazione, ad eccezione del sacco a pelo e del cuscino. Per il viaggio in treno si utilizzano cuccette da quattro letti fornite di lenzuola. Per la notte a Bayanzag abbiamo invece scelto un campo fisso che è allestito dagli allevatori di cammelli, che forniscono delle gher un po’ spartane per gli ospiti (le condizioni saranno simili a quelle del campo mobile, ma con la facilitazione di un letto), tuttavia riteniamo importante contribuire alle loro magre entrate con la nostra presenza.

Un viaggio in Mongolia richiede quindi un certo spirito d’avventura: lasciata la capitale non si trovano più hotel e si diventa di fatto dei nomadi, percorrendo con i veicoli a quattro ruote motrici vaste aree e pernottando sempre in tenda; molti dei campi fissi sono comodamente attrezzati, ma non sono degli hotel. Per chi ama viaggiare ed è disposto ad affrontare qualche disagio, attraversare la Mongolia è una grandiosa esperienza d’incontro con una popolazione cordiale e ospitale e di totale immersione in un ambiente naturale stupendo.

CLIMA E ATTREZZATURA

Il clima in luglio è mediamente piuttosto secco, le temperature previste sono tra i 25 e i 35 gradi, con possibili punte minime notturne di 5 gradi. È necessario disporre di un sacco a pelo che abbia un gradiente di minimo termico di zero gradi; Alfredo Savino può procurarlo sia a noleggio (€ 25), fornendo anche un sacco lenzuolo da utilizzare all’interno dello stesso, che acquistandolo a € 50. Prevedere un abbigliamento che possa essere resistente ad acqua e vento, scarponcini tipo trekking leggeri possibilmente con l’interno in goretex, portare creme protettive per il sole e occhiali. Per le escursioni a piedi è utile avere un proprio zaino con cui portare l’occorrente per la giornata. Si tenga presente che lungo il percorso non ci sono lavanderie.

 Programma del viaggio


1°g. Venerdì 17 luglio, partenza per la Mongolia

2°g.  18/7 Arrivo a Ulaanbaatar – Treno per Sainshand   
Visita del monastero di Gandan, il principale della Mongolia costruito circa 300 anni fa, ascesa alla collina Zaisan, da dove si gode un bellissimo panorama della città e delle colline circostanti e si trova una enorme statua di Buddha. Nel pomeriggio si prende il treno della trans mongolica in direzione sud est per la città di Sainshand, che si trova nel deserto del Gobi a circa 480 km di distanza. Pernottamento in treno in cuccetta; all’arrivo ci si accomoda presso l’hotel Shand.

3°g.  19/7 Sainshand: Khamryn Khiid, Shambala e montagna sacra di Bayanzurkh
Arrivo nella notte (verso l’una) a Sainshand, capoluogo della regione del Dornogovi; si andrà in hotel per riposare. Nella giornata di oggi si percorrono i luoghi dove migliaia di mongoli vanno in pellegrinaggio ogni anno, iniziando dal monastero di Khamryn Khiid, fondato nel 1820 e unico di scuola Nyngmapa in Mongolia. A nord del monastero si trovano delle grotte di meditazione e nelle vicinanze anche un particolare punto considerato un importante centro energetico, dove si crede che si possa acquisire, tramite alcuni riti, energia vitale; ma la grande fama del luogo è data dal fatto che fu tradizionalmente considerato una porta segreta per accedere al mistico regno illuminato di Shambala, dove vengono custoditi gli insegnamenti di Kalachakra, la “Ruota del Tempo”. Da qui ci si sposta a Bayanzurkh Uul, la più famosa delle montagne sacre del Gobi orientale; questo sito era originariamente dedicato ai culti  sciamanici e in seguito vi fu costruito, vicino alla sommità, un tempio di meditazione buddista. Oggi questa piccola montagna, la cui salita è facilitata da una serie di gradini, è molto visitata in quanto si crede che sussurrando i propri desideri nei cumuli di pietra sulla sommità questi si avverino. Nel tardo pomeriggio, se ci sarà tempo, si visita il museo dedicato a Danzan Ravjaa, una delle figure culturalmente più significative della Mongolia nel XIX secolo: ottenne la fama di maestro spirituale buddista altamente illuminato; ma fu anche poeta, artista e attivista per la giustizia sociale e l’istruzione pubblica. Il Museo a lui dedicato è stato fondato nel 1991. Alla sua  morte avvenuta nel 1856 il suo discepolo Ishlodon ha assunto il ruolo di “takhilch”, o curatore degli oggetti associati alla sua vita; questo ruolo è stato poi trasmesso all’interno della sua famiglia per cinque generazioni, fino a quando durante le repressioni religiose del 1938 fu dato ordine di distruggere il monastero di Khamryn Khiid e tutto il suo contenuto. Ma fortunatamente il curatore dell’epoca salvò segretamente molti oggetti entrando nel monastero di nascosto ogni notte e riempiendo delle casse con libri, costumi teatrali, opere d’arte religiose e oggetti personali; seppellì tutto nelle vicinanze del monastero, dove questi preziosi oggetti restarono nascosti fino al 1990 quando, con la fine del governo socialista, il nipote di quel coraggioso custode li ha dissotterrati e ha fondato il Museo. Pernottamento in albergo; il tour oggi è di circa 120 km.

4°g. 20/7Sainshand – Mandakh Soum  
Oggi inizia lo spostamento che ci porterà verso il Gobi meridionale percorrendo una pista che corre vicino alla frontiera cinese, una tappa di circa 330 km. Pernottamento in tenda.

5°g.  21/7 Mandakh Soum – Valle di Yoliin Am  
Proseguimento del viaggio e ingresso nel Parco Nazionale di Gurvan Saikhan, dove si visita Yoliin Am, posizionata ad un’altezza di 200 mt sul livello del mare e chiamata erroneamente dalle guide “Valle delle aquile” (…qui le aquile non si sono mai viste…), sempre fresca, con lingue di ghiaccio al suo interno anche durante la prima parte dell’estate, in contrasto con l’arido deserto, e dove con un po’ di fortuna sarà possibile vedere gli stambecchi e i gipeti. Si pernotta presso una famiglia locale che mette a disposizione delle gher, un ottimo modo questo anche per aiutare direttamente la popolazione locale. La tappa è di circa 280 km.

6°g.  22/7 Yoliin Am – Bayanzag – Parco Nazionale di Khongoryn Els 
Proseguendo verso est si arriva a Bayanzag – che tradotto significa “Vette infuocate” – dove la spedizione americana di Chapman nel 1924 ha fatto le più grandi scoperte paleontologiche, trovando un’impressionante quantità di reperti tra cui uova e scheletri interi di dinosauri appartenenti a molte specie fino ad allora sconosciute. Si giunge quindi al Parco Nazionale di Khongoryn Els, con le dune di sabbia più alte e spettacolari della Mongolia. Si farà un’escursione sulle dune, alcune delle quali arrivano fino a 800 metri di altezza. Pernottamento presso il campo gher Gobi Erdene; la tappa è di circa 260 km.

7°g. 23/7 Khongoryn Els – Nemegt 
Ci si inoltra nel profondo deserto, dove la presenza umana è sporadica o pressoché assente. Il Nemegt Uul è un complesso montuoso la cui roccia rossa ricorda quella di Bayanzag, un’area famosa per essere un bacino ricchissimo di fossili di dinosauri. Pernottamento in tenda; la tappa è di circa 200 km.

8°g.   24/7 Nemegt – Kherman Tsav  
Si prosegue per il canyon di Khermen Tsav (lungo 25 km), un altro sito in cui sono state ritrovate numerose testimonianze fossili di uova e scheletri di dinosauro. Questo è un luogo fra i più inaccessibili, le piste si perdono e si prosegue grazie all’esperienza. Pernottamento in tenda; la tappa è di circa 180 km.

9°g.  25/7 Khermen Tsav – Oasi di Zulganai
Si trascorre la mattina esplorando quest’area incredibile, un labirinto primordiale dove affiora una profusione di ossa dei giganti del passato, immersi in una natura che evoca il senso della creazione e dove la mente si perde nella spettacolare cromaticità delle falesie. Il punto focale è un canyon lungo all’incirca 15 km, sicuramente uno dei luoghi più belli e inaccessibili della Mongolia. Si transita dall’oasi di Zulganai a circa 40 km da Khermen Tsav sui confini meridionali della Mongolia, attraversata dal piccolo omonimo fiume che nasce negli Altai e si estingue nel deserto. Qui la natura è incontaminata; il tappeto verde di erba e arbusti che la compone si pone in netto contrasto con le sterili colline sullo sfondo di questa tipica oasi del Gobi. Pernottamento in tenda; si percorrono circa 50 km.

10°g.  26/7 Oasi di Zulganai – Bayangovi 
Inizia il percorso di rientro verso nord. Si raggiunge il piccolo centro urbano di Bayangovi che dista circa 200 km, posizionato in un punto strategico per raggiungere alcune località di estremo interesse. Questa zona è dominata dalla catena montuosa dell’Ikh Bogd. Pernottamento presso il campo gher Three Camel Londge per due notti.

11°g.  27/7 Bayangovi: Tsagaan Bulag e Bichigt Khad  
Giornata dedicata all’esplorazione della regione. Si inizia con la visita di Tsagaan Bulag, una formazione rocciosa che per i mongoli ha origini magiche e alle cui sorgenti si abbeverano molti animali domestici e selvatici. Proseguendo verso meridione per altri 70 km si arriva a Bichigt Khad, un canyon ricco di particolari petroglifi risalenti a tremila anni fa. Da qui si rientra poi al campo gher.

12°g.  28/7 Bayangovi – Grotta di Tsagaan – Baruun bayan ulaan sum 
Partenza per  la  grotta di Tsagaan Agui, tempestata di cristalli, dove sono state ritrovate tracce di presenza umana che risalgono a 700.000 anni fa. Dopo la visita si riprende il percorso verso nord est iniziando la transizione ambientale dal deserto alla steppa. Si sosta nelle vicinanze del paesino di Baruun bayan ulaan sum; pernottamento in tenda. Tappa di circa 200 km.

13°g.  29/7 Baruun bayan ulaan sum – Monastero di Ong   
La tappa di oggi conduce al monastero di Ongh, un tempo un esteso complesso monastico che si trovava su una importante arteria carovaniera, segnata dal fiume omonimo. L’ambiente naturale è di particolare interesse per il contrasto tra le montagne nere, che circondano le vestigia del monastero, e il fiume che rende verdi le sue coste. Pernottamento presso il campo gher Tsagaan Ovoo; la tappa è di circa 240 km.

14°g.  30/7 Monastero di Ong – Kharkhorin – Monastero di Shank   
Al mattino si parte presto proseguendo in direzione ovest per Kharkhorin, antica capitale dell’impero mongolo di Gengis Khan, dove sono rimaste 2 delle 4 tartarughe di pietra che originariamente segnavano i confini della città. Visita al monastero-museo di Erdene Zuu, costruito sui ruderi di Kharkhorin. Si prosegue quindi per il monastero di Shank dove saremo graditi ospiti della comunità monastica. Shank è un piccolo e antico monastero che un tempo custodiva la bandiera nera di guerra di Gengis Khan; si trascorre con i monaci parte della giornata e si pernotta nelle gher che ci mettono a disposizione all’interno del monastero. La sistemazione è un po’ spartana, ma pulita, ed è l’occasione per dare un contributo concreto a questa piccola comunità monastica. Tappa di circa 260 km.

15°g.  31/7 Monastero di Shank – Ulaabataar   
Dopo aver assistito alla cerimonia, che si tiene tutte le mattine,  si prosegue per Ulaanbaatar che dista circa 360 km, dove si alloggia presso l’hotel Sant Asar (3*).

16°g.  1/8 Ulaanbaatar  
Alla mattina visita al Museo-Monastero di Choijin Lama, uno dei pochi monasteri rimasti intatti che conserva le maschere originali utilizzate nelle danze rituali e splendide sculture di Zanabazar. Si avrà del tempo a disposizione per gli acquisti; chi è interessato potrà recarsi al mercato locale di Naraan Tuul. Nel tardo pomeriggio si assiste ad uno spettacolo folcloristico di musica, danza e canto tradizionali, ascoltando le dolci melodie del morin khuur, il leggendario strumento mongolo. Pernottamento in hotel.

17°g.  Domenica 2 agosto, volo di rientro

RICHIESTA INFORMAZIONI

Per qualsiasi domanda e curiosità,
compila tutti i campi del form:

 DOCUMENTI DI VIAGGIO

PAESI E TRADIZIONI

Entra nella sezione dedicata agli approfondimenti culturali:

Naadam

 GALLERIA FOTOGRAFICA

Kherman Tsav

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.