Mongolia
Piste sconosciute dell’ovest
Montagne sacre e deserti inaccessibili









Sintesi del viaggio
Il percorso è la naturale evoluzione delle tre edizioni precedenti di “Piste sconosciute”; un’importante aggiunta è la montagna sacra di Ikh Bogd Uul che si erge sul Gobi e per i mongoli è una dimora degli spiriti guida degli sciamani mongoli. Da Ulaan Bataar si procede verso sud ovest attraverso la sconfinata steppa fino alla parte più profonda del vasto Gobi, arrivando fino alle propaggini meridionali dei monti Altai. Si incontrano molti dei luoghi naturali più belli della Mongolia e molti dei siti storici principali; in sintesi, una vera esperienza completa di questo affascinante Paese.
L’itinerario segue un grande anello iniziando da Ulaan Bataar verso sud ovest scendendo verso la parte più profonda del vasto Gobi. In queste remote regioni, dove è raro incontrare altri visitatori, si trovano due delle perle più preziose della Mongolia: il mitico monte Eej Khairkhan, il cui sacro nome per rispetto non viene neppure pronunciato dai mongoli, e il canyon di Khermen Tsav, una vera miniera di fossili di dinosauro, luogo dalla bellezza primordiale con un’incredibile cromaticità delle rocce, uno dei luoghi più remoti e belli di questo Paese, pochissimo visitato per la sua remotezza.
Presentazione del viaggio
L’itinerario segue un grande anello iniziando da Ulaan Bataar verso sud ovest scendendo verso la parte più profonda del vasto Gobi. In queste remote regioni, dove è raro incontrare altri visitatori, si trovano due delle perle più preziose della Mongolia: il mitico monte Eej Khairkhan, il cui sacro nome per rispetto non viene neppure pronunciato dai mongoli, e il canyon di Khermen Tsav, una vera miniera di fossili di dinosauro, luogo dalla bellezza primordiale con un’incredibile cromaticità delle rocce, uno dei luoghi più remoti e belli di questo Paese, pochissimo visitato per la sua remotezza. Il percorso tocca così un ampio insieme di aree di eccezionale bellezza naturale; oltre ai siti menzionati si vedono l’oasi di Zulganai, Amarbuyant e si arriva al parco nazionale di Otgontenger, un monte ornato di nevi perenni e considerato di estrema sacralità, paragonato da alcuni per via della forma al monte Kailash. Proseguendo, si raggiunge quindi il lago di Tsagaan con il vulcano Khorgo. Il viaggio porta anche in molti dei principali siti di importanza storica, tra cui Kharkorin, l’antica capitale di Gengis Khan, oltre ad Erdene Zuu e la stessa Ulaanbaatar. Vivremo anche un’esperienza unica in Mongolia soggiornando in uno dei più antichi monasteri buddisti, dove la nostra presenza porterà alla comunità monastica un piccolo aiuto finanziario.
È un percorso che attraversa i molteplici ambienti naturali della Mongolia per quasi 4000 chilometri. Sono previste delle escursioni a piedi che seguono sentieri non impegnativi della durata massima di una giornata.
MODALITÀ DEL VIAGGIO
Per l’intero viaggio vengono utilizzati veicoli a quattro ruote motrici seguendo sia strade che piste tracciate dal passaggio di altri veicoli; gli unici tratti asfaltati sono nei pressi della capitale. La velocità sugli sterrati è comunque abbastanza buona, si tengono medie di circa 50 km/h con alcuni tratti anche più veloci e parti dove l’irregolarità del terreno rende la marcia lenta. Il percorso complessivo previsto è di quasi 4000 chilometri con le tappe di spostamento mediamente di circa 250 chilometri.
Fuori da Ulaanbaatar si alloggia per 8 notti in tenda (prima 3 e poi 5 consecutive), una al monastero di Shank, 4 in alberghetti locali, puliti ma che ricordano a volte i tempi dell’occupazione sovietica e dove una pecca può essere a volte la poca funzionalità degli impianti idrici, e per 5 notti nelle gher: le tipiche tende mongole che si trovano predisposte in campi fissi, forniti di letti con lenzuola e asciugamani. In questi campi si trovano anche servizi e docce con acqua calda, la cucina proposta è semplice ma sostanziosa e anche vegetariana. I campi mobili vengono allestiti con tende di tipo europeo a due posti e si dispone di una tenda comune dove mangiare; cucina e allestimento sono curati da nostro personale mentre le tende individuali vengono montate dai partecipanti, se necessario con l’aiuto degli assistenti. Viene fornita tutta l’attrezzatura necessaria, fra cui il materassino, dall’organizzazione, ad eccezione del sacco a pelo.
Un viaggio in Mongolia richiede quindi un certo spirito d’avventura: lasciata la capitale si diventa di fatto dei nomadi, percorrendo con i veicoli a quattro ruote motrici vaste aree e pernottando la maggior parte delle notti in tenda; molti dei campi fissi sono comodamente attrezzati, ma non sono degli hotel. Per chi ama viaggiare ed è disposto ad affrontare qualche disagio, attraversare la Mongolia è una grandiosa esperienza d’incontro con una popolazione cordiale e ospitale e di totale immersione in un ambiente naturale stupendo.
CLIMA E ATTREZZATURA
Il clima in agosto è mediamente piuttosto secco, le temperature previste sono tra i 15 e i 30 gradi, con possibili punte minime notturne di 5 gradi. È necessario disporre di un sacco a pelo che abbia un gradiente di minimo termico di zero gradi. Prevedere un abbigliamento che possa essere resistente ad acqua e vento, scarponcini tipo trekking leggeri possibilmente con l’interno in goretex, portare creme protettive per il sole e occhiali. Per le escursioni a piedi è utile avere un proprio zaino con cui portare l’occorrente per la giornata. Si tenga presente che lungo il percorso non ci sono lavanderie.
Programma del viaggio
Si ricorda che l’itinerario previsto può subire modifiche dovute a fattori naturali e climatici
1°g. Mercoledì 7 agosto, partenza per Ulaan Baatar
2°g. 8/8 Arrivo a Ulaan Baatar
All’arrivo trasferimento e sistemazione presso l’hotel Sant Asar (3*). Incontro con la guida e presentazione del programma di viaggio. Visita del monastero di Gandan, il principale della Mongolia costruito circa 300 anni fa, ascesa alla collina Zaisan, dove si trova una enorme statua di Buddha con un bellissimo panorama sulla città e delle colline circostanti, e visita del Museo di Bogd Khan, il palazzo invernale dell’ultimo imperatore-lama.
3°g. 9/8 Ulaan Baatar – Khogno Khaan Uul – Arvaikher
Al mattino si parte presto in direzione sud ovest su una buona strada asfaltata fino al capoluogo della regione dell’Ovorkhagai, Arvakhaier. Lungo il percorso si sosta alle pendici del monte Khogno Khaan (1967 mt) dove si trova il monastero Erdene Khamba, che ha trovato nuova vita dal 1992 dopo secoli di abbandono seguiti alla distruzione avvenuta nel XVII secolo. Sistemazione in Hotel locale.
4°g. 10/8 Arvaikher – Grotta di Tsagaan Agui
Questa tappa vede la metamorfosi ambientale tra deserto del Gobi e steppa, con un graduale cambiamento di forme e colori. Si arriva alla grotta di Tsagaan Agui, tempestata di cristalli, in cui sono state ritrovate tracce di presenza umana che risalgono a 700.000 anni fa. Si pone qui il nostro primo campo tendato.
5°g. 11/8 Grotta di Tsagaan Agui – Lago Orog Nuur
Si prosegue il viaggio verso l’Orog Nuur, un lago della Mongolia centro-meridionale che si trova a un’altitudine di 1.216 mt.; ha una superficie di 130 kmq e una profondità massima di 4,5 mt ed è situato in una valle a nord del massiccio dell’Ikh Bogd Uul, che fa parte degli Altai; alimentato dall’abbondante acqua dolce del fiume Tujn sta perdendo l’originaria salinità. Si posiziona il secondo campo tendato nelle vicinanze.
6°g. 12/8 Lago Orog Nuur – Ikh Bogd Uul
Oggi si sale l’Ikh Bogd, “Il Grande Santo”, un monte che si solleva dalla pianura fino ad una altezza di 3957 mt. La cima viene chiamata la “Torre di guardia del deserto”, perché da qui lo sguardo spazia per diverse centinaia di chilometri in tutte le direzioni. L’Ikh Bogd è stato anche al centro di un forte terremoto nel 1957 (8,1 gradi della scala Richter); di questo evento si vede ancora un enorme squarcio nel terreno lungo quasi 100 km. Questa zona remota e selvaggia ha poca vegetazione ma ospita una vasta gamma di fauna selvatica e si possono individuare anche le impronte dei leopardi delle nevi. La salita al monte sacro può essere effettuata in buona parte con i nostri automezzi: chi vorrà potrà fare parte della salita a piedi, a cavallo o arrivare con le macchine molto vicino alla sommità raggiungendola a piedi. Pernottamento in tenda.
7°g. 13/8 Ikh Bogd Uul – Bayangovi
Oggi sarà una giornata di riposo, si raggiunge il campo gher che si trova nelle vicinanze del villaggio di Bayangobi, dove si trascorrono due notti.
8°g. 14/8 Bayangovi, escursione ai graffiti rupestri di Bichigt Khad
In mattinata si visita Bichigt Khad, un canyon ricco di particolari petroglifi risalenti a tremila anni fa. I graffiti sono posizionati sui versanti rocciosi e offrono un’incredibile testimonianza della fauna e della vita dell’uomo nell’età del ferro. Ritorno al campo gher.
9°g. 15/8 Bayangovi – Khermen Tsav
Da Bayangovi si raggiunge lo spettacolare canyon di Khermen Tsav. Questo è uno dei luoghi più belli della Mongolia, ma anche tra i più remoti. Pernottamento in tenda.
10°g. 16/8 Khermen Tsav – Oasi di Zulganai
La Mattina è dedicata all’esplorazione di quest’area incredibile, un labirinto primordiale dove affiora una profusione di ossa dei giganti del passato, immersi in una natura che evoca il senso della creazione e dove la mente si perde nella spettacolare cromaticità delle falesie. Nel pomeriggio ci si sposta verso nord passando per l’incredibile oasi di Zulganai, dove vive una comunità di bovini “fantasma”. Pernottamento in tenda.
11°g. 17/8 Oasi di Zulganai – Monastero di Amarbuyant
Seguendo le orme del grande viaggiatore Roberto Ive (Gobi, Bonanno Editore, Acireale 2005) ci reca al misterioso monastero di Amarbuyant, che fu visitato negli anni venti da Nikolaj Roerich, grande pittore, antropologo, diplomatico, archeologo e poeta russo. Il complesso sorge nascosto da una anfiteatro di rocce; dopo la distruzione negli anni ‘30 è stato ricostruito e i monaci hanno ricominciato ad abitarlo. Il sito è d’interesse anche per la particolare organizzazione della comunità: ognuno risiede nella propria gher, a volte con la famiglia, e i templi in muratura vengono utilizzati per le parti cerimoniali. Pernottamento in tenda.
12°g. 18/8 Monastero di Amarbuyant – Montagna Madre di Eej Khairkhan
Si prosegue verso sud ovest fino ad arrivare al mitico monte di Eej Khairkhan, uno dei luoghi più sacri ai mongoli che per sommo rispetto evitano addirittura di pronunciarne il nome: è un equivalente di Uluru (Ayers Rock) in Australia. Venerata già prima dell’arrivo del buddismo, di forma tondeggiante, questa grande montagna di granito che sorge improvvisamente da un mare di sabbia è stata dichiarata monumento nazionale nel 1992. Ai sui piedi si trovano vasche naturali e rocce dalle particolari figure create dal vento. Pernottamento in tenda, nel punto più lontano raggiunto nel viaggio.
13°g. 19/8 Eej Khairkhan – Tainngin Nuruu
La meta di oggi è la zona dei Tainngin Nuruu, una propaggine dei monti Altai che attraverseremo. Qui i paesaggi e i colori cambiano costantemente e il deserto si trasforma in steppa. Pernottamento in tenda.
14°g. 20/8 Tainngin Nuruu – Altai
Oggi si arriva al capoluogo della regione del Gov Altai, dove il tratto finale della catena montuosa degli Altai incontra il deserto, creando uno spettacolo insolito; pernottamento in hotel.
15°g. 21/8 Altai – Uliastai
Si raggiunge Uliastai, uno dei capoluoghi di Aimag (regione) più isolati del paese, completamente circondato dalle montagne, che fu la sede di una guarnigione militare mancese nel XVIII secolo. Pernottamento in hotel per due notti.
16°g. 22/8 Uliastai: escursione al Parco di Otgontenger
Escursione al parco nazionale del sacro monte Otgontenger, dove questo troneggia con i suoi 3900 metri e sulla cui vetta regna la neve perenne. Arrivati al lago di Khukh si salgono con circa un’ora di passeggiata non impegnativa le due cime del Dayan Uul, sovrastate da stupende formazioni di roccia che sono considerate sacre e venerate dai mongoli; da qui si può ammirare il sacro monte Otgontenger nel suo pieno splendore. Ritorno in hotel.
17°g. 23/8 Uliastai – Regione di Zavkhain – Lago Tsagaan Nuur
L’itinerario prosegue verso nord est con una lunga tappa di spostamento per il lago di Terkhiin Tsagaan, circondato da crateri di vulcani spenti, il più “giovane” dei quali è il Khorgo. Il percorso si snoda tra monti e vallate, e dai punti più alti si godono panorami d’inimmaginabile bellezza. Pernottamento in un campo gher.
18°g. 24/8 Lago Tsagaan Nuur
Visita al vulcano Khorgo, dove in pochi minuti di cammino si raggiunge la sommità del cratere e scendendo si arriva alle grotte di Shar Nokhoi (trad.: cane giallo) e di ghiaccio. Si prosegue l’esplorazione con una passeggiata attorno al lago, rientrando quindi al campo gher.
19°g. 25/8 Lago Tsagaan Nuur – Terme di Tsenkher
Si prosegue per la zona termale di Tsenkher, dove le acque raggiungono temperature tra i 60 e gli 80 gradi, ottime per rilassarsi: si può fare il bagno nelle terme e si possono provare il massaggio e le cure tradizionali mongole. Pernottamento in campo gher.
20°g. 26/8 Terme di Tsenkher – Kharkhorin – Monastero di Shank
Al mattino si parte in direzione est per Kharkhorin, antica capitale dell’Impero Mongolo di Gengis Khan, dove sono rimaste due delle quattro tartarughe di pietra che originariamente segnavano i confini della città. Visita al monastero-museo di Erdene Zuu, costruito sui ruderi di Kharkhorin. Si prosegue quindi per il monastero di Shank che dista circa 30 km, dove saremo graditi ospiti; piccolo e antico, un tempo custodiva la bandiera di Gengis Khan. Trascorreremo con i monaci parte della giornata e si pernotta nella nuova foresteria adiacente. La sistemazione sarà un po’ spartana, in camerate, ma è anche l’occasione per dare un contributo a questa piccola comunità monastica.
21°g. 27/8 Monastero di Shank – Ulaan Bataar
Ritorno ad Ulaan Baatar, arrivo e sistemazione presso l’hotel Sant Asar. Si assiste ad uno spettacolo folcloristico di musica, danza e canto tradizionali, ascoltando le dolci melodie del morin khuur, il leggendario strumento mongolo.
22°g. 28/8 Ulaan Baatar
Visita al Museo di Storia, dove sono illustrati lo sviluppo della storia dell’uomo nelle terre mongole ed i costumi tradizionali delle varie etnie, del Museo-Monastero di Choijin Lama, uno dei pochi rimasti intatti che conserva le maschere originali utilizzate nelle danze rituali e splendide sculture di Zanabazar. Si avrà del tempo a disposizione per gli acquisti; chi è interessato potrà recarsi al mercato locale di Naraan Tuul. Pernottamento in hotel.
23°g. Giovedì 29 agosto, volo di rientro
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