Mongolia
Gli Altai, terra dei Kazaki
Agli estremi confini della Mongolia









Sintesi del viaggio
Il viaggio porta nelle spettacolari regioni nord occidentali mongole di Bayan Ulgii, dove si erge la grandiosa, imponente catena montuosa degli Altai. Un territorio selvaggio, storico confine naturale tra due mondi culturali: quello nomadico mongolo e quello stanziale di influenza musulmana centroasiatica.
Nelle remote valli del Bayan Ulgii vivono i kazaki, la principale minoranza etnica che con i mongoli condivide le abitudini nomadiche e abitative. Il programma prevede un di trekking 4 giorni, praticabile anche a cavallo, sicuramente il modo più bello per gustare le bellezze naturali, per immergersi in una dimensione fuori dalla “civiltà” moderna che ci trasporta indietro nel tempo alla scoperta di valli, foreste e laghi dall’aspetto alpino, incontrando molte famiglie di nomadi kazaki.
Presentazione del viaggio
Nelle remote valli del Bayan Ulgii vivono i kazaki, la principale minoranza etnica che con i mongoli condivide le abitudini nomadiche e abitative. Il programma prevede un di trekking 4 giorni, praticabile anche a cavallo, sicuramente il modo più bello per gustare le bellezze naturali, per immergersi in una dimensione fuori dalla “civiltà” moderna che ci trasporta indietro nel tempo alla scoperta di valli, foreste e laghi dall’aspetto alpino, incontrando molte famiglie di nomadi kazaki.
PARTECIPARE AL TREKKING
Per partecipare bisogna essere persone preparate fisicamente, ma non servono precedenti esperienze di trekking difficili o di preparazione alle condizioni di vita in alta montagna; è indispensabile riuscire a essere a proprio agio in situazioni di fatica prolungata ed eventualmente in condizioni climatiche avverse, senza possibilità di supporto esterno. Si percorrono tappe giornaliere di 6/7 ore lungo sentieri privi di grandi salite, con il supporto di cavalli che trasportano il bagaglio e tutta l’ attrezzatura. Per chi volesse, c’è la possibilità di effettuare questa parte del viaggio a cavallo (pagando un piccolo extra di circa € 15 al giorno). Si usano animali docili facilmente cavalcabili anche dai meno esperti. Si consiglia nel caso di questa opzione l’acquisto in Italia di ghette o stivali per coprire l’interno della parte inferiore delle gambe.
LA REGIONE DI BAYAN ULGII
La regione mongola di Bayan Ulghi offre una grande varietà ambientale ed è coronata dalla catena dei monti Altai, che distano 2000 chilometri da Ulaan Baatar e formano il confine naturale con la Russia e il Kazakistan a dominio cinese. Qui si trova la vetta più alta della Mongolia, l’Huiten Uul (4373 mt), che fa parte delle cinque cime del Tavan Bogd (letteralmente, “i cinque illuminati”), un’area che forma il confine tra i tre paesi; la cima più alta è il monte Belukha (4506 mt), posizionato oltre il confine negli Altai russi. Sparsi tra questi stupendi monti si trovano una ventina di grandi ghiacciai, tra cui il Potanina è il più esteso. Una delle aree più belle è il parco nazionale di Altai Tavan Bogd, che si estende tra la Mongolia e il confine cinese, e raccoglie numerosi laghi tra cui l’Hoton, il Dayan Nuur e il Tolbo.
Gli abitanti sono in maggioranza kazaka, di religione musulmana e di lingua turca; hanno iniziato a trasferirsi in queste aree verso il 1840 per pascolare pecore e capre nel periodo estivo e all’inizio del secolo scorso hanno cominciato a stabilirsi permanentemente nella regione. La lingua utilizzata è il kazako, anche se la maggior parte delle persone sono bilingue e parlano anche il mongolo. I kazaki della Mongolia sono rimasti isolati dalle loro terre d’origine e conservano tradizioni millenarie andate ormai perdute nella loro terra d’origine. La moschea di Ulghi dopo la caduta del socialismo è stata riaperta e il pellegrinaggio alla Mecca ha ripreso, ma la religione viene vissuta in modo aperto e tollerante: le donne non devono coprirsi e gli uomini amano consumare alcolici. Dopo il 1990 a molti kazaki mongoli è stato permesso di migrare verso il Kazakistan e la Turchia, con un considerevole flusso migratorio durato alcuni anni, e ci sono state lunghe trattative tra Kazakistan e Mongolia per permettere ai kazaki mongoli di avere la doppia cittadinanza, risolta per ora con il permesso a loro concesso di entrare in Kazakistan senza visto.
Questa parte della Mongolia, anche perché dista un lungo viaggio di quattro giorni da Ulaan Baatar, ha maggiori contatti con le regioni confinanti russe e cinesi. La popolazione si dedica soprattutto alla pastorizia transumante; durante l’inverno si rifugia in villaggi riparati all’interno di valli profonde utilizzando case di legno, per migrare poi in estate verso i pascoli di montagna. Questi pastori utilizzano delle tende molto simili alle grandi gher mongole, con alcune differenze che le rendono tipiche e affascinanti.
MODALITÀ DEL VIAGGIO
Per l’intero viaggio vengono utilizzati veicoli a quattro ruote motrici seguendo sia strade che piste tracciate dal passaggio di altri veicoli; gli unici tratti asfaltati sono nei pressi della capitale. La velocità sugli sterrati è comunque abbastanza buona, si tengono medie di circa 50 km/h con alcuni tratti anche più veloci e parti dove l’irregolarità del terreno rende la marcia lenta. La maggior parte delle tappe previste prevedono spostamenti compresi tra i 100 e i 200 chilometri.
Fuori da Ulaan Baatar, dove si alloggia per tre notti in hotel a tre stelle, si dorme per 1 notte nelle gher: le tipiche tende mongole che si trovano predisposte in campi fissi, sono fornite di letti con lenzuola e asciugamani e si hanno a disposizione anche i servizi e docce con acqua calda; viene proposta una cucina semplice ma sostanziosa, anche vegetariana. Si utilizza la tenda per 6 notti (per quattro notti consecutive all’inizio, poi altre due ); i campi mobili vengono allestiti con tende di tipo europeo a due posti e si dispone di una tenda comune dove mangiare; cucina e allestimento sono curati dal nostro personale. Viene fornita tutta l’attrezzatura necessaria dall’organizzazione, ad eccezione del sacco a pelo.
Il viaggio richiede quindi un certo spirito d’avventura: lasciata la civiltà non si trovano più hotel e si diventa di fatto dei nomadi, percorrendo con i veicoli a quattro ruote motrici vaste aree e pernottando sempre in tenda. Per chi ama viaggiare ed è disposto ad affrontare qualche disagio, è una grandiosa esperienza d’incontro con una popolazione cordiale e ospitale e di totale immersione in un ambiente naturale stupendo.
CLIMA E ATTREZZATURA
Il clima in giugno è mediamente piuttosto secco, le temperature previste sono tra i 15 e i 25 gradi, con possibili punte minime notturne di 0 gradi. È necessario disporre di un sacco a pelo che abbia un gradiente di minimo termico di -5 gradi. Prevedere un abbigliamento che possa resistere ad acqua e vento, scarponcini tipo trekking leggeri possibilmente con l’interno in goretex, portare creme protettive per il sole e occhiali. Per le escursioni a piedi è utile avere un proprio zaino con cui portare l’occorrente per la giornata. Si tenga presente che lungo il percorso non ci sono lavanderie.
Programma del viaggio
Si ricorda che l’itinerario previsto può subire modifiche dovute a fattori naturali e climatici
1°g. Sabato 15 Giugno, partenza per la Mongolia
2°g. 16/6 Arrivo a Ulaan Baatar
Arrivo alle ore 6.10, trasferimento e sistemazione presso l’hotel Sant Asar (3*). Incontro con la guida e presentazione del programma di viaggio. Visita del monastero di Gandan, il principale monastero della Mongolia costruito circa 300 anni fa, ascesa alla collina Zaisan, da dove si gode un bellissimo panorama sulla città e delle colline circostanti e si trova una enorme statua di Buddha, e visita del Museo di Bogd Khan, il palazzo invernale dell’ultimo imperatore-lama.
3°g. 17/6 Ulaan Baatar – Ulgii
Dopo colazione trasferimento in aeroporto per prendere il volo verso le 11.30 (orario da confermare) che in circa tre ore porta al capoluogo del Bayan Ulgii, che dista dalla capitale quasi 2000 km. All’arrivo ci si sistema in hotel e dopo pranzo si visita questa “atipica” città mongola, con il bazar e la moschea dove si respira un’aria quasi medio orientale.
4°g. 18/6 Ulgii – Ulghi – Parco Nazionale di Tavan Bodg
Partenza verso il paese di Tsengel, reso famoso dal libro: “Dove volano gli uccelli” di Louisa Waugh; è il più occidentale della Mongolia e punto di partenza per il parco di Tavan Bogd. Posizioneremo il campo all’attacco del sentiero che porta al campo base della cima più alta della Mongolia. Pernottamento in tenda.
5°g. 19/6 Parco Nazionale di Tavan Bodg
Oggi inizia il trekking che porta al campo base, si lasciano al campo tutti i bagagli in eccesso e cammelli e cavalli trasportano il necessario. L’avvicinamento al campo base è una lunga passeggiata di circa 7 ore, con un percorso lungo falsipiani, non si attraversano creste e non si incontrano passaggi esposti. Si posizionano le tende al Campo Base, dove si ammira il ghiacciaio Potanina e tutte e cinque le vette del Tavan Bodg.
6°g. 20/6 Parco Nazionale di Tavan Bodg
Giornata dedicata all’esplorazione della zona; lo Shiveet Hairhan Uul dista da qui ancora circa 6 km. Pernottamento in tenda.
7°g. 21/6 Parco Nazionale di Tavan Bodg – Montagna Shiveet Hairhan Uul
Si prosegue il trekking in direzione del Shiveet Hairhan Uul. Tutta l’area è abitata dalle genti Tuva, una popolazione di lingua turcofona e religione sciamanica. Questa minoranza proviene dalla Repubblica Popolare di Tuva, una delle 21 repubbliche della Federazione Russa, che fu annessa solo nel 1944. Qui potremo osservare i più grandi petroglifi del periodo Xiongnu, l’epoca in cui l’imperatore Qin Shi Huangdi iniziò la costruzione della grande muraglia cinese (200 a.C circa). Pernottamento in tenda.
8°g. 22/6 Shiveet Uul – Ulghi
Oggi le vetture verranno a prenderci a circa 3 ore di cammino dal campo per riportarci a Ulghi, dove si pernotta in un campo gher; in serata cena tipica kazaka presso una famiglia locale.
9°g. 23/6 Ulghi – Parco del Tsambagarav Uul
Spostandoci con le vetture verso est si raggiungono le pendici settentrionali del monte Tsamba-Garav (4208 mt), una delle più belle cime sempre innevate della Mongolia ubicata al confine di tre aimag (regioni mongole): Bayan Ulgii, Uvs e Khovd. Si visitano diverse valli scoprendo sorgenti d’acqua cristallina. Pernottamento in tenda.
10°g.24/6 Tsambagarav Uul – Famiglia di cacciatori con le aquile
Con una semplice passeggiata si raggiunge il ghiaccio dello Tsambagarav Uul, uno dei luoghi più spettacolari della Mongolia. Seguirà una visita a una famiglia kazaka dove i componenti maschili sono dei cacciatori con le aquile. I periodi venatori di questi cacciatori Kazaki sono l’autunno e la primavera, d’estate questi maestosi rapaci sono tenuti a riposo in apposite gabbie o legati per allenarli. Pernottamento in tenda.
11°g. 25/6 Tsambagarav Uul – Gurvan Tsenheriin Agui – Città di Khovd
Ci si reca all’unica grotta con pitture rupestri della Mongolia. Entrando nella caverna di Gurvan Tsenheriin Agui si sbuca direttamente nell’Età della Pietra: alta circa venti metri, custodisce alcune meravigliose pitture di valore inestimabile che risalgono al Paleolitico (dai 12.000 ai 40.000 anni fa). Si tratta di raffigurazioni di animali, nomadi e altre immagini misteriose. Si prosegue verso Khovd, capoluogo dell’omonima regione, questo luogo fu un avamposto militare mancese e una delle ultime città a essere stata liberata dai cinesi nel 1912. Pernottamento in hotel.
12°g. 26/6 Khovd – Ulaan Baatar
Partenza in volo per Ulaanbaatar in mattinata (orario da confermare). Arrivo in città e sistemazione presso il medesimo albergo utilizzato all’arrivo; nel tardo pomeriggio si assiste ad uno spettacolo folcloristico di musica, danza e canti tradizionali della Mongolia, ascoltando le dolci melodie del morin khuur, il leggendario strumento mongolo.
13°g. 27/6 Ulaan Baatar
Visita al Museo-Monastero di Choijin Lama, uno dei pochi rimasti intatti che conserva le maschere originali utilizzate nelle danze rituali e splendide sculture di Zanabazar. Si avrà del tempo a disposizione per gli acquisti; chi è interessato potrà recarsi al mercato locale di Naraan Tuul.
14°g. Venerdì 28 Giugno, volo di rientro
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Nomadi degli Altai
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.