Laos
Da Luang Prabang alle 4.000 isole, il viaggio in uno “stato d’animo” (T. Terzani)
Estensione in Cambogia, rientro il 13/02

Khouang Si

Mekong a Luang Prabang

Luang Prabang, mercato

Tonle Sap

Luang Prabang









Sintesi del viaggio
Il Laos venne ben definito da Tiziano Terzani: “non un semplice luogo geografico, ma uno stato d’animo”; fu l’ultimo Paese dell’Indocina ad essersi aperto agli stranieri, ed offre un’atmosfera tranquilla e luoghi dove si respira spiritualità e sacralità, attorniati da paesaggi incantevoli. Il viaggio tocca numerosi siti storici, navigando alcuni brevi tratti del fiume Mekong, l’arteria che unisce Laos e Cambogia, dove si specchiano le città ed i siti più belli, tra panorami imperdibili e grotte nascoste in falesie carsiche a picco sull’acqua, inaspettate isolette tropicali, cascate impetuose, fitte giungle ed anche una foresta sommersa. Sul percorso si incontrano culture dalle caratteristiche uniche, cittadine dal quieto ed irresistibile fascino, mercati coloratissimi ed un sito ancora misterioso per archeologi e studiosi.
L’estensione prosegue in terra cambogiana, attraversando le regioni del nord con il sito di Kho Ker, e culmina con una delle meraviglie del mondo: i templi di Angkor, dove risplende il genio architettonico della cultura khmer. E si scopriranno sorprendenti villaggi su palafitte e case galleggianti.
- Luang Prabang
- Asian Black Bear Rescue Center
- Cascate Khouang Si
- Pak Ou
- Phonsavan
- Piana delle Giare
- Muang Khoun
- Vang Vieng
- Vientiane
- Pakse
- Wat Phu
- Don Daeng
- “4000 isole” (Si Phan Don)
- Don Khone
- Cascate di Khone Phapeng
- Stung Treng
- Koh Ker
- Beng Mealea
- Siem Reap
- Angkor
- Tonle Sap
Presentazione del viaggio
L’itinerario inizia nell’antica capitale laotiana di Luang Prabang, un luogo affascinante annoverato tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco, che offre, oltre all’oggettiva bellezza dei monumenti, dei templi e della natura circostante, un ricco incontro con la variegata cultura del sud est asiatico. Si visitano anche i dintorni recandosi alle cascate di Khouang Si e si risale il corso del Mekong, per una escursione fino alle grotte sacre di Pak Ou, colme di statue del Buddha. Si parte poi per la regione centrale del Paese, dove ci attendono gli enigmi della misteriosa Piana delle Giare, un insieme di siti di interesse storico e culturale, contenenti migliaia di vasi di varie forme e dimensioni. Lungo la strada si visitano villaggi rurali dove risplendono nel modo più bello il calore e i sorrisi dei laotiani, ed in particolare delle minoranze etniche: il Laos è infatti anche conosciuto come il Paese del milione di sorrisi. Dopo una visita alla cittadina di Van Vieng con i suoi meravigliosi paesaggi carsici e bucolici, che si ammireranno anche da una zattera di bambù lungo le anse del fiume, si giunge a Vientiane, considerata la capitale più tranquilla al mondo, che offre una miscela di diverse influenze architettoniche e diversi templi interessanti. Ci si sposta quindi in volo a Pakse, nel sud del Paese, dove si incontra il grande sito archeologico khmer di Wat Phou, e si soggiorna sulla rilassata isola del Mekong di Don Daeng. Si prosegue da qui per il delta interno del Mekong, un’area di bucolica bellezza, conosciuta col nome di Si Phan Don (“le 4000 isole”), dove lingue di sabbia più o meno grandi affiorano quando il fiume si ritira nella stagione secca. Si esplora la regione in barca, a piedi e/o in bicicletta soggiornando a Don Khone, arrivando fino alle imponenti cascate sul confine cambogiano e cercando con la barca gli ormai rarissimi delfini d’acqua dolce, le orcelle, in una zona del fiume contornata dalla “foresta sommersa”, che impressiona per le forme bizzarre delle piante, scolpite e piegate dalla forza della corrente. Chi rientra da qui torna a Pakse per imbarcarsi sul volo di rientro, solitamente via Bangkok.
Se si segue l’estensione, si continua proseguendo verso sud entrando in Cambogia. La prima cittadina che si incontra è Stung Treng, dove tra i punti d’interesse vi è un centro per la seta. Si attraversa poi una parte interna della Cambogia verso Koh Ker, antica e remota capitale dell’Impero Khmer, e si visita l’impressionante tempio khmer di Beng Melea, nascosto tra grovigli di vegetazione lussureggiante. Giunti a Siem Reap, ci si immerge nelle visite di Angkor, una delle meraviglie del mondo, godendo di tutti i siti principali, inclusi il raffinatissimo Tempio Rosa di Benteay Srei, il Bayon e l’imprescindibile Angkor Wat. Si conclude il tour con l’esplorazione in barca del vasto bacino d’acqua del Tonle Sap, con gli impressionanti villaggi su palafitta e le case galleggianti.
NOTA TECNICA
Per i percorsi su strada si usano pulmini privati e, per brevi spostamenti (a Luang Prabang e Angkor), i tuk tuk. I brevi tratti di navigazione sul Mekong si effettuano su pittoresche e funzionali barche locali. In Laos ci si imbarca su un volo interno per passare dalle regioni centrali a quelle meridionali. I pernottamenti sono in graziosi boutique hotel, in prevalenza situati in luoghi panoramici, puliti e di buona qualità. La stagione è la migliore dell’anno, con un clima secco e soleggiato. Le temperature massime e minime storiche stagionali per Luang Prabang e Vientiane in febbraio sono di 30°C e 18°C, a Pakse 32°C e 21°C, a Siem Reap di 33°C e 23°C.
Programma del viaggio
1°g. Domenica 27 gennaio, volo Luang Prabang
Per raggiungere Luang Prabang, in Laos, non vi sono collegamenti diretti; solitamente si vola su Bangkok e da lì si prosegue in transito. Amitaba può prenotare il volo con la compagnia area preferita dai viaggiatori; normalmente si viaggia di notte arrivando a destinazione il mattino successivo. Il volo consigliato per questo viaggio, che fa da riferimento per i servizi offerti, è quello della Qatar Airlines con partenza da Milano Malpensa alle 16.00 ed arrivo a Doha alle 23.35, mentre da Roma il volo è in partenza alle 16.00 con arrivo a Doha alle 23.35
2°g. 28/1 Arrivo a Luang Prabang
Si riparte da Doha sempre con Qatar Airlines all’1.50 con arrivo a Bangkok alle 12.30 e ripartenza alle 15.05 con arrivo a Luang Prabang alle 16.35. A Luang Prabang è in attesa dei partecipanti l’accompagnatrice italiana. Ci si trasferisce all’hotel Villa Chitdara o simile in centro città. Nel pomeriggio, come primo benvenuto laotiano, si prende parte in una casa privata locale ad una cerimonia tradizionale “Baci”, un rito celebrato nei momenti salienti della vita: radunate attorno ad una composizione floreale, le persone si dispongono in cerchio tenendosi per mano, tra il suono di canti laotiani e sanscriti, eseguiti dal maestro della cerimonia, ed il rito si conclude legandosi vicendevolmente un laccetto di cotone al polso. Al termine si sale al Phou Si, la collinetta al centro della cittadina, ornata con diverse statue del Buddha, sulla cui cima si trova un piccolo tempio con uno stupa dorato, punto ideale per godere del tramonto sulla città ed i dintorni. Il sentiero che porta sul colle ha 328 gradini e sale all’ombra di alberi secolari. Tornati “a valle”, si arriva direttamente nel mezzo del mercato serale, tenuto in buona parte da persone di etnia Hmong, dove si trovano oggetti artigianali e souvenir. Si cena in ristorante tipico.
3°g. 29/1 Luang Prabang ed escursione a Khouang Si
Luang Prabang, senza dubbio una delle più affascinanti città di tutto il sud est asiatico, è Patrimonio Unesco grazie ai templi di squisita fattura ed al ben conservato panorama urbano, un eccellente esempio di fusione di architettura tradizionale laotiana e coloniale europea. La prima tappa è al mercato Phousi, dove la gente va quotidianamente per gli acquisti poiché, anche se ormai quasi tutte le abitazioni sono dotate di refrigeratori, la tradizione richiede che le vettovaglie in casa siano sempre freschissime. Qui si possono trovare pelli di bufalo secche, té locale, verdure di ogni genere e prodotti tessili di diverse etnie. Si lascia quindi la cittadina per una breve escursione, che inizia raggiungendo il centro di produzione tessile di Ock Pop Tok dove viene illustrato come la gente locale lavora la seta, un’arte creativa che presenta grande ricchezza di trame e colori. Si prosegue per “l’Asian Black Bear Rescue Center” che, come indica il nome, si occupa del salvataggio di una specie di orso asiatico e, sempre verso sud, si arriva alle bellissime cascate di Khuang Si (32 km), che si raggiungono con una brevissima passeggiata. Sono alte 25 metri e alimentano invitanti vasche naturali dove è possibile fare un rinfrescante bagno (sono disponibili anche cabine per cambiarsi). Si ritorna poi in città e si dedica il pomeriggio alle visite dei siti più belli; a Luang Prabang sono stati preservati circa 30 dei 65 templi originari. Ci si sofferma sui luoghi più significativi: il Palazzo Reale, che ora è un museo; il Vat Mai, dove viene custodita la statua d’oro (il “Prabang”) che dà il nome alla cittadina; il Vat Visoun e il suo stupa; e infine il Vat Xieng Thong, il tempio forse più emblematico e famoso per le stupende decorazioni, posizionato alla fine della penisola su cui sorge la città vecchia, dove il fiume Nam Khan fluisce nel Mekong. Si cena in centro città in un loale tipico.
4°g. 30/1 Luang Prabang ed escursione a Pak Ou
Chi si alza presto potrà assistere alla processione del tak bat, la questua quotidiana dei monaci che passeggiano silenziosi in fila indiana reggendo grandi ciotole scure per ricevere l’elemosina. Dopo il ritorno in hotel e la colazione, si effettua un’escursione in battello risalendo il Mekong fino alle grotte di Pak Ou, un interessante sito, raggiungibile con una breve gradinata, dove in due ampi anfratti nella falesia sono custodite migliaia di statue del Buddha, realizzate con diversi stili e dimensioni, un luogo di pellegrinaggio molto vivo nel cuore dei laotiani. In questo bel tratto del Mekong si affacciano alcuni villaggi immersi nella natura pura, e spesso si osservano le persone che, se non sono impegnate in altre attività o nella tessitura di coloratissimi tessuti, setacciano il limo del fiume in cerca di pagliuzze d’oro. Si sosta al villaggio di Ban Chan, famoso per l’artigianato di creta. Quindi a Ban Xieng Men, che appartiene alla minoranza etnica Lao, dove si sale sulla collina del tempio di Wat Chom Phet, costruito dall’esercito Siamese nel 1880, e si visita il tempio di Wat Long Khoum, utilizzato dalla famiglia reale laotiana come luogo di meditazione. Risaliti a bordo della nostra barca, ci si ferma per due ultime veloci visite al villaggio di Ban Kok Sa Moy ed a Xang Hai, dove si può osservare il processo di fabbricazione della grappa di riso. Tornati a Luang Prabang ci si reca in hotel; cena tipica.
5°g. 31/1 Luang Prabang – Phonsavan (Piana delle Giare)
In mattinata partenza per la provincia di Xieng Khuang, a sud est di Luang Prabang. Lungo il panoramico e tortuoso percorso (260 km – circa 7 ore di viaggio), che offre bellissimi panorami di verdi valli intervallate da montagne carsiche, si visitano alcuni villaggi delle etnie Khmu e Hmong (Ban Kiu Kam Pone e Ban Son Boom), e si sosta ad un punto panoramico, il Houi Hei. Dopo aver superato il punto più alto raggiungibile in Laos, a 1.500 mt sopra il livello del mare, si visita una grotta di Buddha che veniva utilizzata dalla popolazione locale come rifugio contro i bombardamenti durante la guerra del Vietnam. E’ impressionante ricordare che su questo territorio gli americani tra il 1965 e il 1969 scaricarono 3 milioni di tonnellate di esplosivo ed erbicidi: è la zona che è stata più bombardata del mondo! La furia statunitense era motivata dal fatto che il famoso Sentiero di Ho Chi Min utilizzato dai soldati nord vietnamiti per raggiungere il sud del paese con armi e provvigioni, correva in territorio laotiano, parallelo al confine con il Vietnam. Arrivo a Phonsavan nel tardo pomeriggio; si cena e si pernotta presso l’hotel Vansana o simile.
6°g. 1/2 Phonsavan (Piana delle Giare)
Si dedica l’intera giornata alla visita dell’enigmatica Piana delle Giare, una vasta area che si estende nei dintorni di Phonsavan, tra i 15 e i 35 km a sud, dove si trovano diversi siti dove sono raggruppate le grandi giare di pietra. Avvistate nel secolo scorso da una guardia francese, le ricerche su questi enigmatici reperti iniziarono nel 1930 e, da allora, sono state avanzate dagli archeologi numerose teorie per cercare di spiegarne la funzione. Ciononostante rimangono tutt’ora sconosciute le origini di questi enormi vasi megalitici ed il loro utilizzo: complessi di sepoltura, urne cinerarie, contenitori per la fermentazione del vino o per la conservazione del riso? Si ritiene che la datazione delle giare risalga al 500 a.C.; in merito vi + anche una leggenda che narra che nel VI secolo a.C. l’eroe Khun Jeuam, giunto dalla Cina meridionale, depose il tiranno locale e per celebrare la vittoria fece costruire delle giare per far fermentare il vino di riso. Si ipotizza che le giare furono realizzate con un composto di pelle di bufalo, sabbia, acqua e zucchero di canna e cotte in una fornace all’interno di una grotta calcarea, con condotti simili a canne fumarie, un luogo che in tempi recenti venne utilizzato come rifugio dai membri del Pathet Lao durante la guerra civile. Si inizia assistendo dapprima alla proiezione di un interessante video sulle attività del MAG (Mines Advisory Group), un’organizzazione internazionale che si occupa della bonifica del territorio dalle mine antiuomo e da altri ordigni inesplosi durante la guerra del Vietnam. Si parte quindi in auto per esplorare i luoghi più significativi, iniziando dal sito numero 2, che presenta 90 giare sparse sui versanti di due colline adiacenti. Da qui con una passeggiata di circa un’ora si arriva al sito numero 3, dove si trovano 15 giare in spettacolare posizione in cima ad una collina. Nel pomeriggio si visita il sito numero 1, che è il più vasto, con 330 giare di cui 250 di peso superiore ai 600 kg. La giara più grande pesa ben 6 tonnellate ed è stata nominata a ricordo del leggendario re Jeuam, in quanto la tradizione vuole che questa sia stata la coppa della sua vittoria. Si rientra da qui all’hotel di Phonsavan, dove si cena.
7°g. 2/2 Phonsavan – Muang Khoun – Van Vieng
Si visita il colorato mercato di Phonsavan e quindi si parte per Muang Khoun, la vecchia capitale quasi distrutta dai bombardamenti americani nel secolo scorso, che dista 30 km ad est. Completata la visita, si riparte in direzione di Van Vieng (280 km – 7 ore e mezza di strada). Dopo pranzo, con un tragitto lungo belle risaie terrazzate, si giunge all’interessante villaggio Hmong di Ban Hin Ngon. Un’ultima sosta alla panoramica montagna di Phatang precede l’arrivo alla cittadina di Van Vieng, famosa per i paesaggi sublimi. Cena e pernottamento in hotel con posizione panoramica sul fiume, il Riverside Boutique o simile.
8°g. 3/2 Van Vieng – Vientiane
In mattinata si effettua un’escursione sul fiume Nam Song utilizzando una zattera di bambù arrivando alla grotta di Tham Bang, utilizzata come rifugio della popolazione durante l’occupazione cinese, ed al villaggio di Ban Huai Ngai. Si parte quindi per la capitale (160 km – 4 ore e mezza); ci si ferma presso il piccolo villaggio di Tha Heua, specializzato nella vendita di pesce secco, che viene esposto fuori da ogni casa. Si sosta al grande lago artificiale di Nam Ngum, e, prima di arrivare nella capitale, si visita il mercato di Don Makai. Qui vengono venduti insetti di tutti i tipi – che qui sono considerati delle prelibatezze… – e i più coraggiosi potranno cimentarsi ad assaggiarli. Arrivati a Vientiane nel tardo pomeriggio si cena e pernotta presso l’Hotel City Inn o simile.
9°g. 4/2 Vientiane
Visita della città, detta la città del legno di sandalo, o la città della luna, che divenne capitale nel XIX secolo; è tra la capitali più tranquille al mondo, una piccola città ancora a misura d’uomo edificata lungo una grande ansa del Mekong, che in questa regione e verso sud segna il confine con la Tailandia. Si inizia con il tempio più antico, il Wat Sisaket, che presenta 10.000 piccole statue di Buddha, e l’ex tempio reale, che custodiva l’immagine del Buddha di smeraldo, il Wat Prakeo, ora sconsacrato e adibito a museo di arte buddista. Oggetto di venerazione da parte dei laotiani e simbolo nazionale è lo stupa dorato di That Luang, il monumento religioso più importante del Paese che contiene unaa reliquia del Buddha. Dopo la visita all’arco di trionfo di Vientiane, l’imponente monumento Patuxai edcato alle vittime della guerra, ci si reca alla COPE, un centro di riabilitazione per persone che hanno avuto problemi con le bombe inesplose, lasciate in Laos durante la guerra del Vietnam, un grande problema che il Laos sta ancora affrontando. Nel pomeriggio ci si reca al tempio di Wat Sri Muang, il più frequentato e vivo della città, dove solitamente un gran numero di devoti compie offerte alla memoria di una donna considerata una santa protettrice; all’ingresso i monaci sono spesso impegnati a benedire persone, ma anche ogni tipo di oggetti, inclusi motorini e automobili (… una bella benedizione forse tiene lontani meccanici e incidenti!). Si completa con la visita del Buddha Park, a circa 30 minuti dalla città, situato sul sponde del fiume Mekong, dove si ammira un interessantissima collezione di sculture buddiste e induiste e si corona la giornata godendo del tramonto dalle rive del Mekong.
10°g. 5/2 Ventiane – Pakse – Wat Phou – Isola di Don Daeng
Ci si reca all’aeroporto dove ci si imbarca sul volo per Pakse, che parte alle 7.50 con arrivo alle 9.05 (orari da confermare). Giunti a destinazione, si prosegue in pulmino attraversando la vicina cittadina di Ciampassak (40 km), posta sulla sponda occidentale del fiume Mekong, arrivando con altri 12 km di strada tra risaie e boschi al grande sito archeologico khmer di Wat Phou, che risale al V – VI secolo, designato dall’Unesco come “Patrimonio dell’Umanità”. L’ampio insieme parte dalla pianura con grandi bacini d’acqua, quindi presenta i primi templi e sale lungo le propaggini del monte Lingaparvata, con diversi punti fortemente evocativi. Costruito originariamente come complesso templare dedicato a Shiva, fu trasformato successivamente in tempio buddista ed i re Khmer ne curarono la manutenzione fino alla caduta dell’impero. Se si desidera visitare la parte alta del sito (merita!), occorre prepararsi a salire 300 gradoni in pietra. Dopo la visita si raggiungono le rive del Mekong e con una barca si approda sulle rive sabbiose dell’isola di Don Daeng, arrivando al La Folie Lodge, un delizioso albergo con vista sul fiume, tranquillo e dotato di confort, dove ci si rilassa e si cena.
11°g. 6/2 Isola di Don Daeng – “4000 Isole” – Isola di Don Khone
In mattinata si effettua una breve passeggiata nei dintorni dell’hotel (a piedi o in bici), che porta tra le ben tenute casette ed al tempio di questo bucolico e remoto angolo di mondo. Si prosegue il viaggio lasciando l’isola con la barca e procedendo col pulmino in direzione sud fino a Si Phan Don, l’area delle “4000 isole”, una stupenda parte del Mekong dove il fiume raggiunge la sua massima ampiezza (ben 14 km!) formando un vero e proprio arcipelago fluviale. La destinazione di oggi con un breve tragitto in barca sono le due isolette gemelle di Don Det e Don Khone. Mentre Don Det è conosciuta per essere un’isola relativamente festaiola e mondana, Don Khone, dove si pernotta, è un paradiso rurale di palme di canna da zucchero e verdi risaie, dove pascolano i bufali. Qui i pescatori navigano sulle acque del Mekong che, da limaccioso com’era nelle regioni settentrionali del Laos, ora offre acque turchesi dove è possibile bagnarsi. Un ponte che fu costruito dai francesi unisce le due isole e permette di trascorrere la serata in uno dei vivaci ristorantini di Don Det. Si alloggia presso l’hotel Sala Done Khone di Don Khone o simile.
12°g. 7/2 Don Khone
Sull’isola di Don Khone, che visse un periodo importante nell’epoca coloniale per i commerci tra le diverse regioni dell’Indocina, si trovano ancora la ferrovia costruita dai francesi a fine ‘800, con alcune locomotive abbandonate, un ponte sulle cascate e vecchi canali utilizzati all’epoca per il trasporto del legname. Essendo tutta pianeggiante, la si visita compiendo un piacevole circuito in “songtheaw”, il piccolo camioncino in uso qui, arrivando fino alle cascate di Liphi o Somphamit, le più possenti del Mekong, dove le acque del fiume si incanalano in uno spumeggiante canyon dopo un salto vorticoso: una linea di frontiera naturale tra il Laos e la Cambogia. Dal vecchio molo di Ban Han Khon ci si reca poi con la barca verso il confine cambogiano, nella regione più bella delle “foreste sommerse”, così denominate perché vengono invase dalle acque nel periodo di maggior flusso del fiume, per avvistare le orcelle, i delfini d’acqua dolce, i cui ultimi esemplari hanno qui uno dei loro habitat preferiti. Il periodo migliore per gli avvistamenti è tra gennaio ed aprile, mentre le ore più indicate sono quelle del mattino presto e del tardo pomeriggio. Cena in ristorante locale.
PER CHI RIENTRA
13°g. 8/2 Isola di Don Khone – Cascate di Khone Phapeng – Pakse e volo di rientro
Si lascia l’isola di Don Khonedi prima mattina tornando con la barca sulla riva orientale del Mekong, per visitare il vivace mercato dove i laotiani giungono in barca dalle altre isole per vendere e comprare pesce e prodotti di ogni genere. Da qui via terra ci si reca alle famose cascate di Khone Phapeng, ovvero le più grandi cascate del Sud Est Asiatico, conosciute anche come le ‘Niagara dell’Est’. Salutato chi prosegue l’estensione del viaggio in Cambogia con l’accompagnatrice italiana, con un pulmino si raggiunge in circa 2 ore e mezzo (150 km verso nord) l’aeroporto internazionale di Pakse per imbarcarsi sul volo di rientro per l’Italia. Si parte da qui per Ventiane con il volo della Lao Airlines alle 14.00 con arrivo alle 16.00; da qui si riparte con Bangkok Airlines alle 19.35 per Bangkok con arrivo alle 20.55.
14°g. Sabato 9 febbraio, arrivo a destinazione
Da Bangkok si riparte con Thai Airways alle 0.35 con arrivo a Milano Malpensa alle 7.10; l’eventuale proseguimento su Roma Fiumicino con Alitalia parte alle 11.00 e arriva alle 12.20.
PER CHI PROSEGUE PER LA CAMBOGIA
13°g. 8 /2 Isola di Don Khone – Stung Treng
Si segue il medesimo programma di chi rientra e, salutato chi rientra in Italia, si prosegue in pulmino verso la Cambogia con l’accompagnatrice italiana. Superate le formalità di frontiera si incontra la guida locale cambogiana e, utilizzando un nuovo mezzo, ci si dirige verso sud, a Stung Treng. Qui si visitano l’organizzazione umanitaria per lo sviluppo femminile di Blue Mekong e un centro importante per la lavorazione della seta; si alloggia presso l’hotel Mekong Bird Resort, dove si cena su di una terrazza sul Mekong.
14°g. 9/2 Stung Treng – Koh Ker – Beng Melea – Siem Reap
Partenza in pulmino per Siem Reap attraverso la selvaggia provincia cambogiana di Preah Vihear, un percorso di circa 5 ore, soste escluse. A metà strada ci si ferma a Koh Ker, un impressionante sito rimasto a lungo tra i più remoti ed inaccessibili al turismo, dove si trovano le rovine di quella che nel X secolo fu la capitale dell’Impero Khmer. Qui si visita il complesso principale del Prasat Thom, con una piramide a 7 gradoni alta 40 metri, che ricorda quelle costruite dai maya. Ripresa la strada, si prosegue per il sito Khmer di Beng Mealea, che dista circa 60 km. Questo splendido tempio induista del XII secolo, dedicato a Vishnu e originariamente posizionato al centro di una città di cui resta solo la traccia dell’antico fossato, è uno dei più grandi dell’Impero Khmer (il suo lati misurano 181 x 152 mt) oltre che uno dei più spettacolari per l’incredibile groviglio creato dalla vegetazione tropicale che era riuscita a sommergerlo. Completata la visita, si prosegue per Siem Reap, che dista da qui un’altra sessantina di km, dove si alloggia all’hotel La Niche d’Angkor Boutique o simile. Cena e pernottamento.
15°g. 10/2 Siem Reap, visita di Angkor
Si visitano alcuni dei templi nella zona centrale del complesso di Angkor; si contorna il bacino d’acqua del tempio di Angkor Vat e si prosegue percorrendo le mura perimetrali della città reale di Angkor Thom, costruita da Udayadityavarman II nell’XI secolo, fino al cancello meridionale. All’interno della sue vaste mura si visita il Bayon, un tempio-montagna a forma piramidale, composto da tre piani e situato proprio al centro della città. Questo incredibile edificio è celebre per le stupefacenti torri, ciascuna delle quali è ornata da quattro volti giganteschi che rappresentano Avalokiteshvara, una manifestazione del Buddha. L’itinerario prosegue con Baphuon, Phimean Akas e la Terrazza degli Elefanti. Ci si reca poi al Benteay Srei, magnifico edificio Khmer del X secolo, conosciuto come la “Cittadella delle donne”. Dopo pranzo, utilizzando i tuk tuk, ci si reca al Ta Prohm, il tempio dove più di ogni altra cosa si ammira la celebre “lotta” tra i giganteschi alberi e le antiche rovine. Completano il tour la visita del tempio di Preah Khan (letteralmente la “sacra spada”) e di Ta Som. C’è la possibilità facoltativa anche di effettuare un tratto di esplorazione della zona archeologica in bicicletta, lungo le mura dell’antica città reale, mentre il resto del gruppo prosegue in tuk tuk o pulmino. Alla sera spettacolo tradizionale cambogiano di danzatrici Apsara, con cena tipica a teatro.
16°g. 11/2 Siem Reap, visita di Angkor ed escursione al Tonle Sap
La prima visita alla mattina è Angkor Vat, il tempio più grande e meglio conservato della vasta area archeologica di Angkor, considerato una delle meraviglie del mondo. Si ritiene fosse stato costruito come tempio e mausoleo per il Re Suryavarman II, all’apice dell’Impero Khmer, nella prima metà del XII secolo. Dopo una dettagliata visita, inclusi i suoi splendidi bassorilievi, si lascia l’area archeologica recandosi a visitare il villaggio di palafitte di Kampong Phluk, sulle sponde del vasto lago di Tonle Sap. Per via delle considerevoli variazioni del livello di questa immensa distesa d’acqua nel corso delle diverse stagioni (fino ad 8 metri), le dimensioni dell’immenso bacino cambiano moltissimo e nasce la necessità di costruire le case su altissime palafitte. Si esplora il lago utilizzando una barca, potendone così osservare la vita, tra pesca, allevamenti ittici e villaggi di case galleggianti. Si prevede anche un tratto (facoltativo) di esplorazione in canoa. Si rientra quindi a Siem Reap per la cena e il pernottamento.
17°g. 12/2 Siem Reap e volo di rientro
Mattinata libera, per acquisti e possibili attività: un giro della città coi tuk tuk, una visita del Museo Nazionale di Siem Reap, relax in un centro massaggi (attività non incluse nel costo del viaggio). Trasferimento in aeroporto e partenza con Qatar Airways da Siem Reap per l’Italia alle 13.35 con arrivo a Bangkok alle 16.55; da qui si riparte sempre con Qatar Airways alle 19.35 con arrivo a Doha alle 23.25.
18°g. Mercoledì 13 febbraio, arrivo a destinazione
Si riparte da Doha all’1.35 con arrivo a Milano Malpensa alle 6.25 o all’1.30 con arrivo alle 5.55 a Roma Fiumicino.
RICHIESTA INFORMAZIONI
Per qualsiasi domanda e curiosità,
compila tutti i campi del form:
DOCUMENTI DI VIAGGIO
PAESI E TRADIZIONI
Entra nella sezione dedicata agli approfondimenti culturali:

Kuang Si
GALLERIA FOTOGRAFICA
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.