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Laos, Cambogia e Tailandia


Laos, Cambogia e Tailandia

Antichi imperi, mondi etnici e magia dei fiumi tropicali


Bangkok, Wat Po

Bangkok, il fiume

Venditrice sul fiume di Bangkok

Ayutthaya, Phra Si Sanphet

Bimba dell’etnia Bround (Laos)

PARTENZA
19/12/2022
RITORNO
10/01/2023
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
12/01/2023
2a ESTENSIONE
DURATA
23 – 25 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


La parte iniziale del viaggio porta nei siti storici principali della Tailandia, partendo da Bangkok ed arrivando, via Ayutthaya, Sukhothai e Chiang Mai, fino a Chiang Rai nel “Triangolo d’oro”. Da qui si entra in Laos e, navigando per due giorni sul Mekong, si arriva a Luang Prabang, punto di partenza per una crociera ancor più esotica lungo il Nam U che porta tra le etnie del nord. Dopo la visita di Ventiane si prosegue per le regioni meridionali laotiane, incontrando il primo sito Khmer del viaggio ed esplorando in barca le 4000 isole del delta interno del Mekong, con le sue incredibili cascate, e da qui si procede in Cambogia navigando attraverso la magnifica “foresta sommersa” fino a Stung Treng. Proseguendo, si visitano la piramide a gradoni di Koh Ker e Beng Mealea e, dopo un’approfondita visita degli immortali siti di Angkor, vi è l’opzione di una breve estensione per percorrere in barca il lago Tonle Sap ed il fiume Sangker giungendo a Battambang.

Ci sono tre verità: la mia verità. la tua verità, e la verità.
  • Bangkok
  • Ayutthaya
  • Kamphaeng Phet
  • Sukhothai
  • Si Satchanalai
  • Chiang Mai
  • Chiang Rai
  • Sop Ruak
  • Ban Houay Xay
  • Pak Beng
  • Pak Ou
  • Luang Prabang
  • Nong Khiaw
  • Muang Ngoy
  • Muang Khua
  • Muang Xay
  • Luang Prabang
  • Vientiane
  • Pakse
  • Wat Phu
  • Don Khong
  • Don Dat
  • Li Phi
  • Krong Stung Treng
  • Koh Ker
  • Beng Mealea
  • Siem Reap
  • Angkor
  • Siem Reap
  • Tonle Sap

 Presentazione del viaggio


Il viaggio offre una visione d’insieme imperdibile di queste regioni del Sud Est asiatico, include tutti i siti storici principali e si estende a resti archeologici magnifici al di fuori degli usuali circuiti. Si giunge in punti naturali stupendi e si esplora estensivamente il mondo fluviale tropicale scoprendo, nel corso di sei giornate di navigazioni, un mondo sospeso dal divenire del tempo con villaggi bucolici e diversi gruppi etnici, immersi in aree naturali magnifiche e con caratteristiche diverse, dove l’incontro con gli Akha tra i monti del Laos è uno dei momenti più intensi.

I dettagli delle tappe sono indicati nel Programma del Viaggio; di seguito un breve riassunto.

Il percorso in Tailandia è stato studiato per offrire un incontro ampio e completo con la storia e le tradizioni del Paese. Dopo la visita di Bangkok si segue un itinerario che porta fino alle regioni settentrionali potendo visitare i siti più importanti, in gran parte inseriti nel Patrimonio UNESCO. Prima tappa è l’antica capitale di Ayutthaya, quindi Kamphaeng Phet e Sukhotai, la capitale che fu la culla della civiltà tailandese, e Si Satchanalai. Da qui si giunge a Chiang Mai, che vide la gloria del grande regno di Lanna, e Chiang Rai, punto d’inizio del viaggio principale.

Da Chiang Rai si entra nel leggendario “triangolo d’oro”, al confine con Birmania e Laos, dove il museo dell’oppio evoca storie e momenti salienti di vicende che non sono di fatto ancora del tutto concluse. Si procede per il Laos nel modo più bello: attraversando il Mekong e seguendone il corso con una crociera di due giorni in un ambiente di straordinaria bellezza, una via fluviale dove si affacciano villaggi di diverse etnie e si vedono ancora persone che filtrano l’acqua alla ricerca dell’oro; oltre le grotte sacre di Pak Ou, colme di statue di Budda, si arriva all’antica capitale laotiana di Luang Prabang. Annoverata nel Patrimonio UNESCO: un luogo affascinante che offre, oltre all’oggettiva bellezza dei monumenti, dei templi e della natura circostante, un ricco incontro con la variegata cultura del sud est asiatico; si visitano anche i dintorni recandosi alle cascate di Khouang Si. Da Lunag Prabang con un circuito di quattro giorni si risalgono in barca le acque del fiume Nam U esplorando territori di bellezza selvaggia, e si incontra l’interessante etnia degli Akha. Rientrati, si vola a Vientiane, considerata la capitale più tranquilla al mondo, che offre una miscela di influenze architettoniche e diversi templi interessanti. Ci si sposta quindi in volo a Pakse, nel sud del Paese, dove si incontra il grande sito archeologico khmer di Wat Phou, e si prosegue da qui per il delta interno del Mekong, un’area di bucolica bellezza che si esplora anche in barca, conosciuta col nome di Si Phan Don (“le 4000 isole”), che termina con un insieme di spettacolari cascate. Si continua l’esplorazione del grande fiume proseguendo verso sud ed entrando in Cambogia, discendendone le acque fino a Stung Treng attraverso la pittoresca foresta sommersa, che impressiona per le forme bizzarre delle piante scolpite e piegate dalla forza della corrente. Si attraversa poi una parte interna della Cambogia verso Koh Ker, antica e remota capitale dell’Impero Khmer, e si incontra l’impressionante tempio khmer di Beng Melea, nascosto tra grovigli di vegetazione lussureggiante. Giunti a Siem Reap ci si immerge nelle visite di Angkor, una delle meraviglie del mondo, godendo di tutti i siti principali, inclusi il raffinatissimo Benteay Srei, il Bayon e Angkor Wat, dove ci si recherà anche per godere delle prime luci del mattino.

Estensione in Cambogia – Ci si reca nel vasto bacino d’acqua del lago Tonle Sap, con gli impressionanti villaggi su palafitta e le case galleggianti, che si ammirano dalla postazione privilegiata di una barca, e si risale il fiume Sangker arrivando alla graziosa cittadina coloniale di Battambang, da dove, visitato il piacevole centro ed i siti Khmer di Phnom Banan ed Ek Phnom, si rientra a Siem Reap.

ETNIA AKHA

In Laos, in particolare nelle regini settentrionali, vivono diversi gruppi tribali con lingue e tradizioni proprie. Tra questi l’etnia degli Akha, che è un gruppo distinto dei Hmong e si insediò sui monti laotiani provenendo dalla Cina meridionale intorno al 1644, è tra le più interessanti da incontrare perché preserva ancora i propri costumi e tradizioni, pur nel contesto di una modernizzazione del territorio. Tra gli Akha è d’uso vestirsi con gli abiti tradizionali e l’occupazione principale è l’agricoltura, il cui raccolto maggiore è il riso che cresce a secco, anche se con lo sviluppo dell’irrigazione si sono sviluppate culture umide, mentre la tradizionale coltivazione dell’oppio sembra essere orami un ricordo del passato. Gli Akha posizionano i villaggi alti sui versanti delle valli e costruiscono le case con il legno ed il bambù, delimitando gli ingressi al villaggio con particolari cancelli disegnati per tenere fuori gli spiriti negativi ed attirare solo quelli buoni, demarcando così un’area dove sono protetti gli esseri umani e gli animali che ci vivono e lasciando all’esterno le fiere e gli spiriti malvagi; i temi incisi su questi cancelli si ritrovano spesso anche sui tetti delle case, per il medesimo scopo. Lo spazio nelle case è diviso in parti separate per uomini e donne nel contesto di una struttura sociale egalitaria, dove l’autorevolezza deriva dall’età e dall’esperienza delle persone.

NOTA TECNICA

Le parti del viaggio che si svolgono in Laos e Cambogia prevedono tratti di crociera sui fiumi Mekong e Nam U e, nell’estensione, sul Sangker con l’utilizzo di imbarcazioni di tipo diverso; sono dotate di servizi a bordo solo nei due giorni di navigazione che portano fino a Luang Prabang. Sul Nam U serve portare con sé quanto necessario per una notte lasciando il grosso del bagaglio sul pulmino. Sono previsti diversi percorsi a piedi, il più impegnativo è il sentiero che porta con circa un’ora di cammino al villaggio Akha di Ya E. Per i percorsi su strada si usano pulmini privati e, per brevi spostamenti (a Luang Prabang e Angkor), i tuk tuk. In Laos ci si imbarca su due voli interni, il primo per passare dalle regioni settentrionali a Ventiane e poi da qui alle regioni meridionali. I pernottamenti sono ove possibile in graziosi boutique hotel di buona qualità; solo nel circuito a nord di Luang Prabang ci si deve adattare per tre notti con sistemazioni più semplici, le migliori disponibili, comunque pulite. La stagione è la migliore dell’anno, con un clima secco e soleggiato; può essere un po’ freddo solo al mattino presto durante la prima crociera sul Mekong, nel qual caso gli abiti caldi con cui si è partiti dall’Italia potranno essere riutilizzati.

 Programma del viaggio


1°g.  Lunedì 19 dicembre, partenza per la Tailandia
Per raggiungere Bangkok in Tailandia vi è un’ampia scelta di voli; la maggior parte dei collegamenti prevede una partenza dall’Italia in serata con l’arrivo a Bangkok il mattino successivo.

2°g.  20/12 Arrivo a Bangkok
Giunti all’aeroporto di Bangkok ci si trasferisce presso l’hotel Vic3 (vic3bangkok.com); resto della giornata libero.

3°g.  21/12 Bangkok – Ayutthaya
Si visitano le meraviglie di Bangkok: il Palazzo Reale ed il Wat Benchamabophit (Tempio di Marmo). Si prosegue con la visita di due dei principali templi, il Wat Trimitr, con il massiccio Budda d’oro, e il Wat Po, con l’imponente Budda Sdraiato, e si effettua un giro in barca per scoprire i canali di questa incredibile metropoli. Completate le esplorazioni, utilizzando il pulmino con cui si arriverà fino al nord della Tailandia, si parte per Ayutthaya, situata 80 km a nord, un percorso di circa un’ora e mezza, dove ci si accomoda presso l’hotel Classic Kameo (kameocollection.com/classickameo-ayutthaya).

4°g.  22/12 Ayutthaya – Kamphaeng Phet
L’antica Ayutthaya, Patrimonio Unesco dal 1991, sorge su un’isola formata dalla confluenza di tre fiumi; fu la capitale dell’impero siamese ed ospitò 33 successivi re dal 1351 al 1767, quando venne saccheggiata e distrutta dai birmani e la capitale venne spostata a Bangkok. All’epoca del suo splendore ospitava circa un milione di abitanti e, a partire dal XVI secolo, anche diverse missioni di commercianti europei. Ci si dedica alle visite dei siti più importanti (la lista completa ne include in tutto 425!): Wat Chai Watthanaram (del 1630), Wat Mahathat (del 1374), Phanan Choeng (del 1324), Wat Phra Si Sanphet (del 1350), Thammikarat e Phutthaisawan. Si parte quindi verso nord per la piccola e piacevole cittadina di Kamphaeng Phet, un viaggio di circa tre ore e mezza su una distanza di 283 km, dove si alloggia presso l’hotel Chakungrao River View (chakungraoriverview.com).

5°g.  23/12 Kamphaeng Phet – Sukhothai – Si Satchanalai
Ci si reca al Parco Storico di Kamphaeng Phet, parte del Patrimonio UNESCO, dove, immersi in uno stupendo giardino, si trovano i resti di questa cittadina che, con Si Satchanalai dove si giunge in serata, aveva il ruolo di avamposto difensivo della capitale Sukhotai. Dopo la visita ci si sposta a Sukhothai, situata 79 km in direzione nord est, circa un’ora e mezza di guida. Sukhothai fu la prima capitale del regno del Siam dal 1238 fino al XIV secolo, quando lo scettro passò ad Anutthaya, e, dal 1991, è parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Il ruolo di Sukhothai fu fondamentale per lo sviluppo della Tailandia, con la codifica della scrittura in uso ancora oggi e la spinta alla diffusione delle religione buddista, bilanciò con la propria potenza le pressioni khmer ad est e birmana ad ovest, e promosse un nuovo stile artistico in cui confluivano le diverse forme di queste regioni del mondo, inclusa la Cina. All’interno dell’antico perimetro di cinta rettangolare si trovano le rovine del palazzo reale ed i resti di 26 templi, tra i quali il più noto ed importante è il Wat Mahathal, che costituiva la cappella reale, mentre, fuori dal perimetro murario, è molto interessante il Wat Si Chum. Completata la visita si prosegue il viaggio andando verso nord a Si Satchanalai (67 km, circa un’ora e mezza) dove si alloggia presso il Chanalai Resort.

6°g.  24/12 Si Satchanalai – Chiang Mai
Si Satchanalai fu fondata nei pressi di Chaliang nel 1250 come residenza degli eredi alla corona di Sukhothai e divenne il secondo centro per importanza dell’antico regno siamese. Anche qui vi sono vestigia di estremo interesse, iniziando dal tempo reale di Wat Phra Si Ratana Mahathat e dal tempio degli Stupa, il Wat Chedi Chet Thaeo, per menzionare i due principali. I siti si visitano passeggiando nei bellissimi giardini. Completate le visite di parte per Chiang Mai, situata 259 km a nord ovest, un viaggio che richiede poco più  di quattro ore, dove si alloggia presso l’hotel White Boutique (whiteboutique-cm.com).

7°g.  25/12 Chiang Mai
Chiang Mai sorse nel 1296 quando il potente regno di Lanna, che controllava le regioni settentrionali della Tailandia, spostò qui la capitale da Chiang Rai. S’inizia la giornata recandosi su di un colle ad ovest Chiang Rai (14 km, circa mezz’ora) per ammirare la vista sulla città e visitare il Wat Phrathat Doi Suthep, un tempio meta di pellegrinaggi da tutta la Tailandia che risale al 1383. Dal parcheggio l’accesso più suggestivo è con una scalinata di 309 gradini ai cui bordi vi sono le figure dei due naga (divinità serpente) più lunghi del Paese, che porta al centro del complesso al cospetto del grandioso Stupa alto 24 metri, a base ottagonale e ricoperto d’oro, edificato nello stile della Tailandia settentrionale. Rientrati, ci si dedica alla parte vecchia della città, piacevole da visitare, con diversi siti importanti. Tra i principali, il tempio più antico (XIII secolo) è Wat Chiang Man, dove sono preservate due veneratissime statue del Budda; Wat Phra Sing (del 1345) presenta il tipico stile della Tailandia settentrionale; Wat Chedi Luang (del 1401) ha lo Stupa in stile Lanna; ed appena fuori dalla cinta muraria è molto interessante il Wat Suan Dok (XIV secolo). Si completa la giornata immergendosi nel grande mercato serale, per un bellissimo incontro con la vita della Tailandia.

8°g.  26/12 Chiang Mai – Chiang Rai
Si parte per Chiang Rai, che dista 189 km in direzione nord est, una tappa di circa quattro ore. Sul percorso dopo circa 75 km si sosta al sito di acque termali e piccoli geyser di Mae Kachan, dove è piacevole fare un’abluzione ai piedi, e, prima di giungere a destinazione, si visita il tempio di Rong Khun, conosciuto come il ‘tempio bianco’, una costruzione recente molto particolare in gesso bianco con piccoli specchietti che riflettono la luce, realizzata da un creativo pittore con un progetto che secondo il fondatore andrà avanti nello sviluppo, sempre piuttosto folle, fino al lontano 2070! Prima di arrivare in città si raggiunge il villaggio comunitario di Ban Ta Khao Pluak dove convivono cinque gruppi etnici: Akha, Karen, Lahu, Paluang e Yao, con la parte principale utilizzata dai Karen (le cui donne, che utilizzano gli anelli di ottone al collo, vengono sepsso chiamte “donne giraffa”). Le persone sono abituate a ricevere i visitatori, con uno stile eco turistico, e si possono vedere anche le produzioni artigianali. Entrando in città si sosta al Tempio Blu, che fa “concorrenza” per stravaganza con il ‘tempio bianco’, edificato a partire dal 2017 da uno studente dell’artista che ha fondato il primo. A Chiang Rai si alloggia presso il Matrini Chiang Rai Hotel.

9°g.  27/12 Chiang Rai – Sop Ruak – Ban Houay Xay (LAOS)
Chiang Rai fu fondata nel 1262 per fungere da capitale della dinastia Mengrai; offre alcuni siti di grande interesse iniziando dal memoriale di Mengrai, che celebra la memoria del fondatore della città ed è anche ritenuto un luogo di buon auspicio da dove cominciare le visite. Gli altri templi importanti sono il Phra Singh, esempio raffinato di arte Lanna, e il Phra Kaeo, situato nei pressi. Si inizia presto con l’obbiettivo di vederli tutti, prima di recarsi all’aeroporto di Chiang Rai per ricevere i partecipanti in arrivo dall’Italia che seguono la parte successiva del programma. Dall’aeroporto si procede verso nord est; si fa una breve sosta a Chiang Saen per ammirare il grande Stupa di Wat Phra That Chedi Luang, edificato nel 1290 in stile Lanna ed alto 88 metri, e si arriva a Sop Ruak (62 km, poco più di un’ora di guida) nel ‘triangolo d’oro’, dove si visita il piccolo museo dell’oppio e ci si reca ad un tempio panoramico da dove si ammira la confluenza del Ruak con il grande Mekong, al confine tra Tailandia, Birmania e Laos. Si procede quindi per il confine laotiano; si ripercorre per un tratto il flusso del Mekong verso sud, e, dopo un tratto attraverso belle aeree naturali, lo si ritrova più ad est arrivando al ponte che porta sulla riva laotiana del grande fiume a Ban Houay Xay (69 km, meno di due ore). Si completano le formalità di confine e ci si accomoda presso il The M.Bokeo Hotel o similare.

10°g.  28/12 Ban Houay Hai – Pakbeng (Crociera sul Mekong)
Ci si imbarca su di un vascello, confortevole e dotato di servizi, con cui si seguirà per i successivi due giorni il corso del maestoso Mekong, che è la principale via di comunicazione tra il Laos settentrionale e Luang Prabang. Si attraversa un ambiente naturale e spettacolare, su cui si affaccia la semplice vita tradizionale dei villaggi; si approda per una visita ad un villaggio dell’etnia Khamu, dove spesso si può visitare anche la scuola, e si pranza a bordo. Si prevede di arrivare a Pakbeng dopo circa 7 ore di navigazione, in tempo per una breve visita a questo villaggio, abbarbicato su un panoramico pendio di rocce frastagliate, dove vivono persone di etnia Lao, H’mong e Khamu. Pernottamento presso l’hotel Le Grand o simile.

11°g.  29/12 Pakbeng – Pak Ou – Luang Prabang (Crociera sul Mekong)
Si prosegue lungo il Mekong verso Luang Prabang, che da qui dista ancora altre 7 ore circa di navigazione. Lo scenario continua ad essere spettacolare; in questo bel tratto del Mekong si affacciano alcuni villaggi immersi in una natura pura i cui abitanti in questo periodo dell’anno spesso setacciano il limo del fiume in cerca di pagliuzze d’oro. Sono previste due soste: alle grotte di Pak Ou, un interessante sito dove in due ampi anfratti nella falesia sono custodite migliaia di statue del Buddha, un luogo di pellegrinaggio molto vivo nel cuore dei laotiani, raggiungibile con una breve salita gradinata; e la visita al villaggio di Ban Xanghai, dove vengono prodotti il vino di riso locale e bei tessuti. Si arriva nel pomeriggio a Luang Prabang, dove ci si accomoda presso il Villa Saykham Hotel. La cittadina è Patrimonio Unesco grazie al suo incredibile e straordinariamente ben conservato panorama urbano, eccellente esempio di fusione di architettura tradizionale laotiana e coloniale europea. S’inizia salendo al Phou Si, la collinetta al centro della cittadina ornata con diverse statue del Buddha, sulla cui cima si trova un piccolo tempio con uno Stupa dorato, un bel punto panoramico sulla città ed il fiume Mekong. Il sentiero che porta sul colle ha 328 gradini e sale all’ombra di alberi secolari. Tornati a valle si prende parte in una casa privata ad una cerimonia tradizionale “Baci”, un rito celebrato nei momenti salienti della vita: radunate attorno ad una composizione floreale, le persone si dispongono in cerchio, tra il suono di canti laotiani e sanscriti, eseguiti dal maestro della cerimonia, ed il rito si conclude legandosi vicendevolmente un laccetto di cotone al polso: il nostro benvenuto a Luang Prabang! Per chi lo desidera, completa questa ricca giornata il famoso mercato notturno, dove si trovano diversi oggetti di artigianato e collezioni di tessuti realizzati dalla gente locale e dalle etnie dei dintorni, situato a distanza di passeggiata dall’hotel.

12°g.  30/12 Luang Prabang
Chi si alza presto non se ne pentirà per lo spettacolo a cui potrà assistere: la processione del tak bat, la questua quotidiana dei monaci che passeggiano silenziosi in fila indiana con le loro grandi ciotole scure per ricevere l’elemosina. Dopo colazione ci si reca al Wat Xieng Thong, superbo capolavoro di architettura Lao posizionato alla fine della penisola su cui sorge la città vecchia, dove il fiume Nam Khan fluisce nel Mekong; tra tutti i 30 templi dei 65 originari che sono stati preservati è considerato il più emblematico per le stupende decorazioni. Si prosegue con la visita del Palazzo Reale, costruito nel 1904 durante l’era coloniale francese per il Re Sisavang Vong e la sua famiglia, oggi diventato un interessante museo, e ci si reca al Centro Visitatori UXO, dove sono esposte le testimonianze inerenti alla guerra in Laos ai tempi del conflitto del Vietnam. Prossima tappa, l’Ock Pop Tock Living Craft Center, situato serenamente vicino al Mekong, un interessante laboratorio in stile tradizionale dove tessitori, filatori e produttori di batik creano tessuti di alta qualità. Si lascia quindi la cittadina per una breve escursione verso sud (32 km) alle splendide cascate di Kuang Si, che si raggiungono con una breve passeggiata. Sono alte 25 metri e alimentano invitanti vasche naturali dove è possibile fare un rinfrescante bagno (sono disponibili anche cabine per cambiarsi). All’ingresso delle cascate si trova l’ “Asian Black Bear Rescue Center” che, come indica il nome, si occupa del salvataggio di una specie di orso asiatico, di cui si ammirano diversi esemplari all’interno dei recinti. Rientrati a Luang Prabang si sosta per ammirare il tramonto sul fiume al Wat Chu Phat Tich.

13°g.  31/12 Luang Prabang – Nong Khiaw – Muang Ngoi (Crociera sul Nam U)
Si lascia la bellissima Luang Prabang in direzione nord seguendo per un tratto il fiume Nam U ed incontrando la prima delle dighe di questo fiume (lungo il suo corso ce ne sono in tutto nove); lo si lascia per raggiungere la località di Nam Bak (119 km) e raccordarsi ancora alle sue acque a Nong Khiaw (altri 29 km), un tragitto che richiede circa tre ore. Qui si lascia il pulmino con il grosso del bagaglio, che si ritroverà nella serata di domani che ci attende a Muang Khua, e, portando con sé lo stretto necessario per una notte, si salpa con una veloce barca locale “Longtrail” dotata di copertura per il sole (o due, perché portano la massimo 8 persone) risalendo le acque del fiume. Dopo circa mezz’ora di navigazione attraverso un ambiente naturale meraviglioso, tra monti tropicali e alcuni bucolici villaggi, si approda a Sopkhong, una località popolata dall’etnia Khmu. Dal villaggio con una passeggiata di circa un’ora minuti che inizia attraverso le risaie e porta nella giungla alle cascate di Tad Mook. Tornati alla barca si prosegue (circa un’ora) per la località di Muang Ngoi, dove si alloggia nella semplice locanda Ning Ning.

14°g.  1/1/2023 Muang Ngoi – Diga n.3 – Muang Khua (Crociera sul Nam U)
Con una passeggiata di circa 40 minuti si raggiunge la grotta di Tham Kang, utilizzata come rifugio dalla popolazione locale durante gli anni del conflitto in Indocina. Tornati al fiume si prosegue la crociera risalendo il Nam U, la meta è Muang Khua, che si raggiunge con circa cinque ore di navigazione attraverso un territorio naturale selvaggio di stupefacente bellezza. Sul percorso si visita il villaggio di Sob Jam (Khum – Lao) dove vengono prodotti e venduti dei bei tessuti, e, superata la terza diga del Nam U, che richiede un cambio barca ed un breve trasbordo con un pulmino locale, si sosta al villaggio di Hatsa e si giunge a destinazione. Qui si ritrova il pulmino col grosso del bagaglio e ci si accomoda in un semplice albergo, il Soukchalern o simile.

15°g.  2/1 Muang Khua – Etnia Akha – Muang Xay
Dopo una visita la mercato del mattino ed al ponte vecchio ci si sposta verso ovest seguendo il corso del Nam Phak, affluente del Nam U; nei piccoli villaggi sulla strada si vede come si distilla la grappa di riso, che si potrà assaggiare (. 50 gradi!), e la produzione di fogli di alghe di fiume insaporite con aglio e acqua di zenzero. A Pak Nam Noy (37 km, circa un’ora), si attraversa a piedi un ponte sospeso e si risale il versante opposto a piedi per circa mezz’ora arrivando al villaggio di Houayphong (o Ya E) dell’etnia Akha. Si torna quindi a valle per riprendere il viaggio per Muang Xay, che dista da qui 126 km verso sud ovest, circa tre ore di viaggio. Lungo il percorso ai sosta al tempio di Wat Prasingkham, che ospita una statua molto venerata del Budda che localmente si dice essere stata rinvenuta nel fiume; giungono qui molte persone locali per chiedere grazie e ricevere benedizioni. Proseguendo, si vista un tranquillo villaggio laotiano. Oggi si alloggia in un ottimo hotel, il Nam Kat Yorlapa Resort.

16°g.  3/1 Muang (Oudom) Xay – Luang Prabang
Si parte per rientrare a Luang Prabang spostandosi verso est fino a ricongiungersi alla strada che si è utilizzata per arrivare a Nam Bak e da qui la si segue in direzione sud; il tragitto è di 193 km e richiede al massimo 5 ore di guida. A Muang Xay si visita il tempio principale, Wat Phuthat, situato su una collina con uno Stupa ed un alto Budda alla cui base sono indicati i mudra di buon auspicio che qui sono associati al giorno della settimana in cui si è nati. Sul percorso si visitano due villaggi, Ban Thabu dell’etnia Thai Dam (o Black Thai) e Ban Chong Cha di etnia H’Mong. Giunti a Luang Prabang si alloggia nel medesimo hotel, tempo libero. In serata si assiste ad uno spettacolo culturale di danze, costumi e musica.

17°g.  4/1 Luang Prabang – Ventiane
Si parte con un volo della Lao Airlines per Ventiane (7.40 – 8.30, orari da confermare); arrivati, ci si dedica alla visita della città, conosciuta come la città del legno di sandalo, o la città della luna, che divenne capitale nel XIX secolo. È tra la capitali più tranquille al mondo, piccola ed ancora a misura d’uomo, edificata lungo una grande ansa del Mekong, che in questa regione e verso sud segna il confine con la Tailandia. Si inizia il tour dal tempio più antico, il Wat Sisaket, che presenta 10.000 piccole statue di Budda, e l’ex tempio reale, che custodiva l’immagine del Budda di smeraldo, il Wat Prakeo, ora sconsacrato ed adibito a museo di arte buddista. Prossima tappa, il tempio di Wat Sri Muang, il più frequentato e vivo della città, dove solitamente un gran numero di devoti compie offerte alla memoria di una donna considerata una santa protettrice; all’ingresso i monaci sono spesso impegnati a benedire persone, ma anche ogni tipo di oggetti, inclusi motorini e automobili (… una bella benedizione forse tiene lontani meccanici e incidenti!). Si prosegue poi per lo Stupa dorato di That Luang che contiene una reliquia del Budda, è il monumento religioso più importante del Paese, oggetto di venerazione da parte dei laotiani e simbolo nazionale. Dopo la visita all’Arco della Vittoria di Vientiane, l’imponente monumento alle vittime della guerra, ci si reca alla COPE, un centro di riabilitazione per persone che hanno avuto problemi con le bombe inesplose lasciate durante la guerra del Vietnam, un grande problema che il Laos sta ancora superando. Si completa la giornata (chi preferisce può rilassarsi in albergo) con la visita del Buddha Park, a circa 30 minuti dalla città, situato sulle sponde del fiume Mekong, dove si ammira una collezione di sculture buddiste ed induiste. Si alloggia presso il City Inn hotel (cityinnvientiane.com) o simile.

18°g.  5/1 Ventiane – Pakse – Wat Phou – Don Khong (“4000 isole”)
Ci si reca all’aeroporto dove ci si imbarca sul volo della Lao Airline per Pakse, che parte alle 7.50 con arrivo alle 9.05 (orari da confermare). Giunti a destinazione si prosegue in pulmino attraversando la vicina cittadina di Ciampassak (40 km), posta sulla sponda occidentale del fiume Mekong, arrivando con altri 12 km di strada tra risaie e boschi al grande sito archeologico khmer di Wat Phou, che risale al V – VI secolo, designato dall’Unesco come “Patrimonio dell’Umanità”. L’ampio insieme parte dalla pianura con grandi bacini d’acqua, quindi presenta i primi templi e sale lungo le propaggini del monte Lingaparvata, con diversi punti fortemente evocativi. Costruito originariamente come complesso templare dedicato a Shiva, fu trasformato successivamente in tempio buddista ed i re Khmer ne curarono la manutenzione fino alla caduta dell’impero. Se si desidera visitare la parte alta del sito (merita!), occorre prepararsi a salire 300 gradoni in pietra. Dopo la visita si torna sulla sponda del Mekong e se ne risalgono le acque tornando per un breve tratto verso nord e lo si attraversa su di un semplice traghetto; si prosegue quindi verso sud arrivando al ponte che porta sull’isola fluviale di Don Khong, all’inizio dell’area delle “4000 isole”, una stupenda parte del Mekong dove il fiume raggiunge la sua massima ampiezza (ben 14 km!) formando un arcipelago fluviale. Da Wat Phou si percorrendo in tutto 135 km in meno di tre ore. Si alloggia presso il piacevole Ponarena hotel (ponarenahotel.com), posizionato sul bordo del fiume.

19°g.  6/1 Don Khong – Don Dat, Don Khone e Li Phi – Khone Phapeng – (Crociera sul Mekong) – Stung Treng (CAMBOGIA)
Si lascia l’hotel con una barca, il pulmino lo si ritrova dopo la visita delle isole. Si segue il flusso del Mekong, che qui è piuttosto ampio, arrivando con circa un’ora e mezza di navigazione all’isoletta di Don Dat, anche questa bucolica e molto bella, che oggi è frequentata dai giovani viaggiatori ed è relativamente vivace. Qui i pescatori navigano sulle acque del Mekong che, da limaccioso com’era nelle regioni settentrionali, ora offre acque dove è possibile bagnarsi. Con un trattorino locale si attraversa un tratto dell’isola e, attraverso il ponte coloniale francese, si arriva all’isola di Don Khone, un paradiso rurale di palme, canna da zucchero e verdi risaie dove pascolano i bufali, giungendo alle stupende cascate del Mekong di Li Phi. Si riprende quindi la barca in un punto diverso dall’approdo e, navigando tra bellissimi canali, si arriva sulla sponda orientale del Mekong, dove è in attesa il pulmino con cui ci si reca (10 km) alle grandiose cascate di Khone Phapeng, le più grandi del sud est asiatico, situate tra il Laos e la Cambogia. Si pranza qui e si prosegue per il confine cambogiano (7 km); qui si trova il nuovo mezzo con cui si raggiunge il grande bacino lacustre al confine, dove, per via della acque relativamente profonde di questo punto, prospera un banco di delfini d’acqua dolce, o orcelle. Si salpa da qui con una barca seguendo il deflusso del fiume fino a Stung Treng: un percorso molto interessante che dura circa quattro ore, attraverso la regione più bella delle “foreste sommerse”, così denominate perché vengono invase dalle acque nel periodo di maggior flusso del fiume ed i loro rami sono tutti piegati nella direzione della corrente, uno spettacolo unico al mondo. Giunti a Stung Treng si alloggia lungo il fiume presso l’hotel Mekong Bird (mekongbirdresort.com) o simile.

20°g.  7/1 Stung Treng – Koh Ker – Beng Mealea – Siem Reap
Ci si reca di prima mattina un poco a nord della cittadina in un punto del Mekong dove l’acqua è profonda e si esplora con una barca la zona cercando di avvistare le orcelle, cosa che in questo punto al mattino è frequente. Si parte quindi in pulmino per Siem Reap (300 km) attraverso la selvaggia provincia cambogiana di Preah Vihear, un percorso verso ovest di circa cinque ore, soste escluse. Dopo circa tre ore di viaggio ci si sosta a Koh Ker, un impressionante sito rimasto a lungo tra i più remoti ed inaccessibili al grande turismo, dove si trovano le rovine di quella che nel X secolo fu la capitale dell’Impero Khmer. Qui si visita il complesso principale del Prasat Thom, con una piramide a 7 gradoni alta 40 metri, che ricorda quelle costruite dai maya. Ripresa la strada, si prosegue per il sito Khmer di Beng Mealea, che dista circa 60 km. Questo splendido tempio induista del XII secolo, dedicato a Vishnu e originariamente posizionato al centro di una città di cui resta solo la traccia dell’antico fossato, è uno dei più grandi dell’Impero Khmer (il suo perimetro misura 181 x 152 mt) oltre che uno dei più spettacolari per l’incredibile groviglio creato dalla vegetazione tropicale che era riuscita a sommergerlo. Completata la visita, si prosegue per Siem Reap, che dista da qui un’altra sessantina di km, dove si alloggia all’hotel La Nich Boutique (lanichedangkor.business.site) o similare

21°g.  8/1 Siem Reap: Angkor
Si dedica la giornata alle visite nella vastissima area archeologica di Angkor; se non si avrà il tempo per ammirare tutti i siti menzionati, che sono una cernita di quanto di più importante e bello vi è da vedere, o se ne volesse aggiungere qualche altro, si avrà tempo di completare il tour nella mattina di domani. S’inizia questa fantastica immersione nella storia da Angkor Wat, il tempio più vasto e meglio conservato, considerato una delle meraviglie del mondo. Si ritiene fosse stato costruito come tempio e mausoleo per il Re Suryavarman II, all’apice dell’Impero Khmer, nella prima metà del XII secolo. Dopo una dettagliata visita, che include gli splendidi bassorilievi, si prosegue per la città reale di Angkor Thom, costruita da Udayadityavarman II nell’XI secolo. All’interno della vaste mura si visita il Bayon, un tempio-montagna a forma piramidale situato al centro dell’antica città, un incredibile edificio composto da tre piani celebre per le stupefacenti torri, ciascuna delle quali è ornata da quattro volti giganteschi che rappresentano Avalokiteshvara, una manifestazione del Budda. Nei pressi, la Terrazza degli Elefanti è il luogo delle parate imperiali. Assolutamente eclatante è il Ta Prohm, il tempio dove si ammirano gli scorci più impressionanti della celebre “lotta” tra i giganteschi alberi e le antiche rovine. Quindi il Preah Khan (letteralmente la “sacra spada”), Banteay Srei, un magnifico edificio Khmer del X secolo, conosciuto come la “Cittadella delle donne”, che impressiona per la qualità di statue e bassorilievi, Bantay Kdei e Ta Som, con incredibili grovigli di vegetazione sul portale.

PER CHI RIENTRA

22°g.  9/1 Siem Reap: Angkor e volo di rientro
Ci si alza presto per ammirare l’alba su Angkor Wat portando con sé una colazione al sacco e si dedica il resto della mattina a completare le visite nell’area archeologica. Nel tardo pomeriggio ci si imbarca sul volo della Bangkok Airways per Bangkok e si prosegue da qui con il volo di rientro

23°g.  Martedì 10 gennaio, arrivo a destinazione   

ESTENSIONE IN CAMBOGIA

22°g.  9/1 Siem Reap e Angkor
Ci si alza presto per ammirare l’alba su Angkor Wat portando con sé una colazione al sacco e si dedica il resto della mattina a completare le visite nell’area archeologica. Si salutano i compagni di viaggio che rientrano; pomeriggio libero. Dopo cena ci attende il Phare, il Circo Cambogiano, che offre rappresentazioni di teatro, musica, danza, acrobazie, giocolieri e contorsionismo, incentrate su temi della tradizione locale.

23°g.  10/1 Siem Reap – Lago Tonle Sap – Battambang (Crociera su Tonle Sap e Sangker)
Ci si reca nei pressi di Siem Reap al villaggio di palafitte di Kampong Phluk (30 km, circa un’ora), da dove utilizzando una tipica barca locale privata si salpa per un panoramico percorso che inizia raggiungendo il vasto lago di Tonle Sap e, seguendo il fiume Sangker, porta fino alla cittadina di Battambang. L’immensa distesa d’acqua del Tonle Sap ha una formidabile variazione di livello nel corso delle stagioni, circa 8 metri e anche più, che fa sì che le dimensioni del bacino cambino moltissimo, da cui la necessità di costruire le case su altissime palafitte che formano villaggi dall’aspetto particolarissimo, specialmente nelle stagioni secche come in questo periodo, quando le case sembrano sospese nel cielo appoggiate ad altissimi ed esili pilastri di legno; un’alternativa abitativa in uso è l’utilizzo delle case galleggianti, che si vedono ormeggiate ai bordi del lago e dei corsi d’acqua. Dall’imbarcazione si osserva la vita che si svolge tra pesca, allevamenti ittici e villaggi; si sosta al villaggio di palafitte di Prek Toal all’imbocco del fiume Sangker, nei pressi di un’area di natura protetta dove vi sono diverse specie di uccelli rari, e quindi a Wat Cheu Kmao (la pagoda di legno nero) e Wat Sdey. Dopo circa sette ore si arriva a Battambang, dove si alloggia in hotel; ci si reca in centro città per ammirare gli interessanti edifici coloniali lungo il fiume, tra cui la residenza del governatore, ed il vecchio ponte francese. Prima di rientrare in hotel si completa la giornata con una visita al Mercato Notturno locale, anch’esso posto lungo il fiume.

24°g.  11/1 Battambang – Phnom Banan – Siem Reap e volo di rientro
A sud della città (20 km) si visita il sito archeologico di Phnom Banan. Vi si accede salendo 358 gradini in pietra che portano alla sommità del colle dove troneggia il Prasat Banan le cui 5 torri, costruite da Udayadityavarman II nell’XI secolo, ricordano il profilo aereo di Angkor Wat; la vista panoramica sulla campagna all’intorno regala un sentimento di pace. Rientrando a Battambang si sosta al villaggio di Wat Kor, circondato da frutteti e conosciuto per le 21 case storiche, Patrimoni Culturali Khmer, costruite in legno duro, una tecnica oggi molto rara. La visita successiva è a Wat Ek Phnom, un tempio dell’XI secolo situato poco più a nord della città, un sito che ha anche una parte recente meta di pellegrinaggi ed attività religiose. Si lascia quindi la regione di Battambang per raggiungere l’aeroporto internazionale di Siem Reap, un percorso di 153 km (si aggirano le aree acquitrinose dei margini settentrionali del Tonle Sap) che richiede circa 3 ore. Qui ci si imbarca nel tardo pomeriggio sul volo della Bangkok Airways per Bangkok e si prosegue da qui con il volo di rientro.

25°g.  Giovedì 12 gennaio, arrivo a destinazione

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Bangkok, Palazzo Reale
Ayutthaya, Chai Watthanaram
Bangkok, Wat Po
Bangkok, il fiume
Venditrice sul fiume di Bangkok
Ayutthaya, Phra Si Sanphet
Bimba dell’etnia Bround (Laos)
Laos, Wat Phou
Mekong a Don Dat, Laos
Don Khone, Laos
Sopheak Mit, Cambogia
Angkor, il Bayon

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