Laos
Civiltà del Mekong; estensione in Cambogia
Dal Triangolo d’Oro a Luang Prabang ed Angkor

Orcelle

Beng Mealea

Foresta sommersa

Wat Phou

Luang Prabang, Wat Xieng Thong









Sintesi del viaggio
Il viaggio inizia dal “Triangolo d’oro” nel nord della Tailandia ed esplora una delle aree più interessanti dell’Asia visitando due Paesi magnifici, il Laos e la Cambogia. Si navigano i tratti più interessanti del fiume che li unisce, il grande Mekong, dove si specchiano le città ed i siti storici più belli, esplorando l’immenso bacino fluviale ed il vasto lago di Tonle Sap.
Si toccano numerosi siti storici con un itinerario che permette anche di godere del proprio tempo, che in questa parte del mondo scorre tranquillo, rilassandosi su un’amaca o una terrazza al tramonto, e osservando la placida vita acquatica, lasciandosi alle spalle le pressioni del mondo moderno.
- Chiang Rai
- Chiang Saen
- Sop Rua (Triangolo d’Oro)
- Huay Xai
- Pakbeng
- Pak Ou
- Luang Prabang
- Khouang Si
- Pakse
- Wat Phu
- Isola di Don Daeng
- Hat Xai Khun
- Isola di Don Khong
- Nakasong
- Don Khon
- Somphamit
- Stung Treng
- Koh Ker
- Beng Mealea
- Siem Reap
- Angkor
- Tonle Sap
Presentazione del viaggio
Il Laos, definito da Tiziano Terzani “non un semplice luogo geografico, ma uno stato d’animo”, è stato l’ultimo Paese dell’Indocina ad essersi aperto agli stranieri e grazie al lungo isolamento rimane ancora oggi parzialmente indenne dagli effetti devastanti del turismo di massa: ovunque, infatti, si avverte un’atmosfera tranquilla che entra nel cuore del visitatore. La popolazione, mite, cordiale ed accogliente, vive con ritmi ormai dimenticati. Vi si trovano alcuni monumenti sensazionali e tanti i luoghi dove si respira spiritualità e sacralità, attorniati da paesaggi incantevoli. Un magnifico modo per esplorare questa terra è senza dubbio quello di lasciarsi trasportare dalle acque della sua arteria principale, il Mekong: tra panorami imperdibili e grotte nascoste in falesie carsiche a picco sull’acqua, si naviga lungo sinuose anse ricche di vegetazione lussureggiante, spazi d’acqua protetti, inaspettate isolette tropicali dove fare il bagno e prendere il sole, cascate impetuose, fitte giungle ed anche una foresta sommersa. Sul percorso si incontrano culture dalle caratteristiche uniche, cittadine dal quieto ed irresistibile fascino, sorprendenti villaggi su palafitte e case galleggianti.
Per chi segue l’estensione l’itinerario culmina con una delle meraviglie del mondo: i templi di Angkor, dove risplende il genio architettonico della cultura khmer.
L’itinerario inizia in territorio tailandese, nel leggendario Triangolo d’oro, al triplo confine con Myanmar e Laos. Da qui si entra nel Laos attraversando il Mekong e seguendone il corso con una crociera di due giorni in un ambiente di straordinaria bellezza, una via fluviale dove si affacciano villaggi di diverse etnie e siti eccezionali come le grotte sacre di Pak Ou, colme di statue del Buddha. Si approda nell’antica fascinosa capitale laotiana di Luang Prabang, annoverata tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco, che offre, oltre all’oggettiva bellezza dei suoi monumenti e della natura circostante, un ricco incontro con la variegata cultura del sud est asiatico. Si visitano anche i dintorni recandosi alle cascate di Khouang e ci si sposta quindi in volo a Pakse, nel sud del Paese, dove si incontra il grande sito archeologico khmer di Wat Phou, e si soggiorna sull’isola del Mekong di Don Daeng. Si prosegue poi per il delta interno del grande fiume, un’area di bucolica bellezza, conosciuta col nome di Si Phan Don (“le 4000 isole”), dove lingue di sabbia più o meno grandi affiorano quando il fiume si ritira nella stagione secca. Qui si esplora la regione in barca, a piedi e/o in bicicletta soggiornando su due diverse isole: Don Khong e Don Khon, arrivando alle cascate di Don Pa Soi e cercando con la barca i delfini d’acqua dolce, le orcelle. Chi rientra prende da qui la via per l’aeroporto di Pakse, dove si imbarca per l’Italia via Bangkok.
Se si segue l’estensione si continua l’esplorazione del grande fiume proseguendo verso sud entrando in Cambogia, dove si raggiungono le grandi cascate di Somphamit per poi discendere le acque del Mekong fino a Stung Treng attraversando la pittoresca foresta sommersa, che impressiona per le forme bizzarre delle piante scolpite e piegate dalla forza della corrente. Si attraversa poi una parte interna della Cambogia verso Koh Ker, antica e remota capitale dell’Impero Khmer, e si incontra l’impressionante tempio khmer di Beng Melea, nascosto tra grovigli di vegetazione lussureggiante. Giunti a Siem Reap ci si immerge nelle visite di Angkor, una delle meraviglie del mondo, godendo di tutti i siti principali, inclusi il raffinatissimo Tempio Rosa di Benteay Srei, il Bayon e Angkor Wat, dove ci si recherà anche per godere delle prime luci del mattino. Si conclude il tour con l’esplorazione in barca del vasto bacino d’acqua del Tonle Sap, con gli impressionanti villaggi su palafitta e le case galleggianti.
NOTA TECNICA
Parte dell’itinerario è dedicato alla navigazione del Mekong su pittoresche e funzionali barche locali. Per i percorsi su strada si usano pulmini privati e, per brevi spostamenti (a Luang Prabang e Angkor), i tuk tuk. In Laos ci si imbarca su un volo interno per passare dalle regioni settentrionali a quelle meridionali. I pernottamenti sono in graziosi boutique hotel, in prevalenza situati in luoghi panoramici, puliti e di buona qualità. La stagione è la migliore dell’anno, con un clima secco e soleggiato; può essere un po’ freddo solo al mattino presto durante la crociera sul Mekong, nel qual caso gli abiti caldi con cui si è partiti dall’Italia potranno essere riutilizzati. Le temperature massime storiche stagionali per Luang Prabang in febbraio sono di 30° C, a Pakse, Stung Treng e Siem Reap di 32°C.
Programma del viaggio
1°g. Martedì 3 febbraio, volo per Bangkok
Per raggiungere Bangkok vi sono tantissime opzioni di volo e Amitaba può prenotare il volo preferito dai viaggiatori; normalmente si viaggia di notte arrivando a destinazione il mattino successivo.
2°g. 4/2 Bangkok – Chiang Rai – Chiang Saen – Sop Rua (Triangolo d’Oro)
A Bangkok ci si trasferisce agli imbarchi nazionali per prendere il volo per Chiang Rai (orari da confermare), dove all’arrivo è in attesa la guida locale. Si parte con un pulmino privato per Chiang Saen, una cittadina affacciata sul Mekong dove si visita il tempio di Wat Chedi Luang, e si prosegue entrando nel “Triangolo d’oro”, dove ci si reca ad un punto panoramico nei pressi del confine tra Tailandia, Myanmar e Laos. Si pernotta in un grazioso alberghetto sulle colline con vista sul fiume.
3°g. 5/2 Sop Rua – Huay Xai (Laos) – Pakbeng (Crociera sul Mekong)
Raggiunta in meno di due ore Huay Xai, sulla sponda laotiana del Mekong, ed effettuate le pratiche doganali al confine, ci si imbarca verso le 9 del mattino su di un vascello, confortevole e dotato di servizi, con cui si seguirà per i successivi due giorni il corso di questo maestoso fiume, principale via di comunicazione tra il Laos settentrionale e Luang Prabang. Si attraversa un ambiente naturale e spettacolare, su cui si affaccia la semplice vita tradizionale dei villaggi; si approda per una visita ad un villaggio e si pranza a bordo. Si prevede di arrivare a Pakbeng dopo circa 7 ore di navigazione, in tempo per una breve visita a questo villaggio abbarbicato su un panoramico pendio di rocce frastagliate, dove vivono persone di etnia Lao, H’mong e Khamu. Pernottamento al The Sanctuary Hotel o simile.
4°g. 6/2 Pakbeng – Pak Ou – Luang Prabang
Si prosegue lungo il Mekong verso Luang Prabang, che da qui dista ancora circa 160 km, per circa altre 7 ore di navigazione. Lo scenario continua ad essere spettacolare. È prevista una sosta alle grotte di Pak Ou, un interessante sito dove in due ampi anfratti nella falesia sono custodite migliaia di statue del Buddha, un luogo di pellegrinaggio molto vivo nel cuore dei laotiani, raggiungibile con una breve salita gradinata. In questo bel tratto del Mekong si affacciano alcuni villaggi immersi in una natura pura e i cui abitanti in questo periodo dell’anno setacciano il limo del fiume in cerca di pagliuzze d’oro, oppure tessono coloratissimi tessuti. Si arriva nel tardo pomeriggio a Luang Prabang, Patrimonio Unesco grazie al suo incredibile e straordinariamente ben conservato panorama urbano, eccellente esempio di fusione di architettura tradizionale laotiana e coloniale europea. Ci si trasferisce all’hotel Maison Dalabua o simile.
5°g. 7/2 Luang Prabang
Si dedica la mattina alle visite dei siti più belli della cittadina, senza dubbio una delle più affascinanti di tutto il sud est asiatico, utilizzando per gli spostamenti il mezzo più usato in queste regioni, il simpatico tuk tuk. A Luang Prabang, dove vi sono tutt’ora circa 30 dei 65 templi originari, ci si sofferma sui luoghi più significativi: il Palazzo Reale che ora è un museo, il Vat Mai dove viene custodita la statua d’oro (il “Prabang”) che dà il nome alla cittadina, il Vat Sene, considerato tra i templi più belli per i bassorilievi dorati, il TAEC, piccolo museo etnologico allestito in una tipica magione coloniale francese, che espone costumi dei diversi gruppi etnici laotiani, il Vat Visoun, il Vat Aham e la “Heritage house”, un bell’esempio di palazzo tradizionale laotiano. Dopo pranzo si visita il Vat Xieng, il tempio forse più emblematico e famoso per le stupende decorazioni, posizionato alla fine della penisola su cui sorge la città vecchia, dove il fiume Nam Khan fluisce nel Mekong. Infine si sale al Phou Si, la collinetta al centro della cittadina ornata con diverse statue del Buddha sulla cui cima si trova un piccolo tempio, con uno stupa dorato, punto ideale per godere del tramonto. Il sentiero che porta sul colle ha 328 gradini e sale all’ombra di alberi secolari. Tornati “a valle”, si arriva direttamente nel mezzo del mercato serale, tenuto in buona parte da persone di etnia Hmong.
6°g. 8/2 Luang Prabang ed escursione a Khouang Si
Chi si alza presto non se ne pentirà per via dello spettacolo a cui potrà assistere: la processione dei tak bat, la questua quotidiana dei monaci che passeggiano silenziosi in fila indiana con le loro grandi ciotole scure per ricevere l’elemosina. Ci si reca poi al mercato, dove la gente va quotidianamente per gli acquisti poiché, anche se ormai quasi tutte le abitazioni sono dotate di refrigeratori, la tradizione richiede che le vettovaglie in casa siano sempre freschissime: così la giornata per molte persone inizia qui. Dopo colazione ci si reca a sud ovest di Luang Prabang alle cascate di Khouang Si (32 km). Lungo il percorso si visitano alcuni villaggi, potendo così avvicinare la semplice realtà rurale dei loro abitanti, e “l’Asian Black Bear Rescue Center” che, come indica il nome, si occupa del salvataggio di una specie di orso asiatico. Arrivati poi alle cascate (25 metri di altezza), raggiungibili a piedi in pochi minuti percorrendo un bel sentiero, sarà pressoché impossibile resistere dal fare il bagno data la bellezza naturale del luogo (sono disponibili anche cabine per cambiarsi). Dopo un picnic, sulla via del ritorno si visita il centro di produzione tessile di Ock Pop Tok; la ricchezza di trame e colori delle produzioni laotiane merita di conoscere le arti che le creano. In serata si partecipa ad una cerimonia Baci, un rito animista – buddista celebrato nei momenti salienti della vita: radunate attorno ad una composizione floreale, le persone si dispongono in cerchio tenendosi per mano, tra il suono di canti laotiani e sanscriti, eseguiti dal maestro della cerimonia, e concludono la celebrazione legandosi vicendevolmente un laccetto di cotone al polso. Al termine è prevista una cena tipica.
7°g. 9/2 Luang Prabang – Pakse – Wat Phou – Isola di Don Daeng
In mattinata ci si reca all’aeroporto dove ci si imbarca sul volo per Pakse, che parte alle 10.40 con arrivo alle 12.20 (orario da confermare). Giunti a destinazione, si prosegue in pulmino attraversando la vicina cittadina di Ciampassak (40 km), posta sulla sponda occidentale del fiume Mekong, verso l’antico complesso sacro di Wat Phou (altri 12 km di strada tra risaie e boschi), un sito archeologico sorprendente che risale al V – VI secolo, epoca khmer, designato dall’Unesco come “Patrimonio dell’Umanità”. L’ampio complesso parte dalla pianura con grandi bacini d’acqua, quindi presenta i primi templi e sale lungo le propaggini del monte Lingaparvata, con diversi punti fortemente evocativi. Costruito originariamente come complesso templare dedicato a Shiva, fu trasformato successivamente in tempio buddista ed i re Khmer ne curarono la manutenzione fino alla caduta dell’impero. Se si desidera visitare la parte alta del sito, occorre prepararsi a salire 300 gradoni in pietra. Dopo la visita si raggiungono le rive del Mekong e con una barca si approda sulle rive sabbiose dell’isola di Don Daeng, arrivando al La Folie Lodge, un delizioso albergo con vista sul fiume, tranquillo e dotato di confort.
8°g. 10/2 Isola di Don Daeng – “4000 Isole” – Isola di Don Khong
Si effettua una breve passeggiata intorno all’hotel (a piedi o in bici), che porta tra le ben tenute casette ed al tempio di questo bucolico angolo di mondo. Si riattraversa in barca il Mekong, questa volta verso la sponda est approdando a Ban Muang, e si prosegue il viaggio col pulmino in direzione sud fino a Hat Xai Khun, dove si prende una barca per addentrarsi nel Si Phan Don, le “4000 isole, una stupenda parte del Mekong dove il fiume raggiunge la sua massima ampiezza (ben 14 km!) formando un vero e proprio arcipelago fluviale. Si approda, dopo due ore circa di traghetto, a Don Khong, l’isola più grande e più placida tra le tre abitate dell’arcipelago. Si cena e si pernotta presso l’hotel Pon Arena, un bell’edificio sul fiume.
9°g. 11/2 Don Khong – Don Khon
Sveglia all’alba (per chi lo desidera) per visitare il vivace mercato di Muang Khong, il villaggio dove i laotiani giungono in barca dalle altre isole per vendere e comprare pesce e prodotti di ogni genere. Dopo colazione ci si reca sulle colline dell’isola, percorrendo un sentiero di 1,5 km tra piantagioni di banani, per visitare Tham Phu Khiaw, una piccola grotta con antiche statue e raffigurazioni del Buddha, luogo di pellegrinaggio laotiano. Nel pomeriggio si lascia la pittoresca isola di Don Khong e si torna sulla costa dove, al molo di Hat Xai Khun, si riprende la strada Nazionale 13 verso sud. Dopo appena 20 km si arriva al molo di Ban Nakasong: destinazione, le due isolette gemelle di Don Det e Don Khon. Mentre Don Det è conosciuta per essere un’isola festaiola e mondana, Don Khon, dove si pernotta, è un paradiso rurale di palme di canna da zucchero e verdi risaie, dove pascolano i bufali. Qui i pescatori navigano sulle acque del Mekong che, da limaccioso com’era nelle regioni settentrionali del Laos, ora offre acque turchesi dove bagnarsi. Un ponte che fu costruito dai francesi unisce le due isole e permette di trascorrere la serata in uno dei numerosi e vivaci ristorantini di Don Det. Si alloggia presso l’hotel Sengaloune Resort di Don Khon.
10°g. 12/2 Don Khon
Sull’isola di Don Khon, che visse un periodo importante nell’epoca coloniale per i commerci tra le diverse regioni dell’Indocina, si trovano ancora la ferrovia costruita dai francesi a fine ‘800, con alcune locomotive abbandonate, un ponte sulle cascate e vecchi canali utilizzati all’epoca per il trasporto del legname. Essendo tutta pianeggiante, la si visita compiendo un piacevole circuito in bicicletta (o se si preferisse, in “songtheaw”, il piccolo camioncino in uso qui) arrivando fino all’isoletta di Don Pa Soi, con belle piscine naturali dove immergersi, e godendo delle cascate di Don Pa Soi. Dal vecchio molo di Ban Han Khon ci si reca poi con la barca verso il confine cambogiano per avvistare le orcelle, i delfini d’acqua dolce, i cui ultimi esemplari hanno qui uno dei loro habitat preferiti. Il periodo migliore per gli avvistamenti è proprio tra gennaio ed aprile, mentre le ore più indicate sono quelle del mattino presto e del tardo pomeriggio.
PER CHI RIENTRA
11°g. 13/2 Isola di Don Khon – Pakse – Bangkok – Volo di ritorno
Di prima mattina si lascia l’isola di Don Khon e si torna con la barca sulla riva orientale del Mekong, dove si saluta chi prosegue l’estensione del viaggio in Cambogia con l’accompagnatrice italiana. Con un pulmino da qui accompagnati dalla guida locale si raggiunge in circa 3 ore (150 km verso nord) l’aeroporto internazionale di Pakse per imbarcarsi sul volo per Bangkok, da dove si prosegue con il volo di rientro arrivando la mattina successiva. Nel caso ci fosse una lunga attesa per il volo di rientro in Italia, Amitaba può prenotare un’ulteriore notte a Bangkok.
12°g. 14/2 Arrivo a destinazione.
PER CHI PROSEGUE
11°g. 13/2 Isola di Don Khon – Somphamit – Stung Treng
Di prima mattina si lascia l’isola di Don Khon e si torna con la barca sulla riva orientale del Mekong, dove si saluta chi rientra in Italia, e si prosegue in pulmino verso la Cambogia. Superate le formalità di frontiera si incontra la guida locale cambogiana e, utilizzando un nuovo mezzo, si torna sul fiume a Vern Kham. Da qui, con una barca di pescatori, veloce e leggera, si risalgono le acque approdando all’imbocco di un sentiero che, con una piacevole camminata di meno di 2 ore, porta alle cascate di Somphamit, le più possenti del Mekong, dove le acque del fiume si incanalano in uno spumeggiante canyon dopo un salto vorticoso. Si torna poi nei pressi del punto d’imbarco e si pranza su un’isoletta al confine col Laos, in vista del bacino d’acqua che ospita le orcelle. Si parte quindi con una barca di maggior stazza seguendo il deflusso del fiume fino a Stung Treng: un percorso molto interessante che dura alcune ore, attraverso la regione più bella delle “foreste sommerse”, così denominate perché vengono invase dalle acque nel periodo di maggior flusso del fiume. Giunti a Stung Treng si alloggia presso l’hotel Golden River o il Mekong Bird Resort.
12°g. 14/2 Stung Treng – Koh Ker – Beng Melea – Siem Reap
Partenza in pulmino per Siem Reap attraverso la selvaggia provincia cambogiana di Preah Vihear, un percorso di circa 5 ore, soste escluse. A metà strada ci si ferma a Koh Ker, un impressionante sito rimasto a lungo tra i più remoti ed inaccessibili al grande turismo, dove si trovano le rovine di quella che nel X secolo fu la capitale dell’Impero Khmer. Qui si visita il complesso principale del Prasat Thom, con una piramide a 7 gradoni alta 40 metri, che ricorda quelle costruite dai maya. Ripresa la strada, si prosegue per il sito Khmer di Beng Mealea, che dista circa 60 km. Questo splendido tempio induista del XII secolo, dedicato a Vishnu e originariamente posizionato al centro di una città di cui resta solo la traccia dell’antico fossato, è uno dei più grandi dell’Impero Khmer (il suo perimetro misura 181 x 152 mt) oltre che uno dei più spettacolari per l’incredibile groviglio creato dalla vegetazione tropicale che era riuscita a sommergerlo. Completata la visita, si prosegue per Siem Reap, che dista da qui un’altra sessantina di km, dove si alloggia all’hotel Mystere d’Angkor o similare.
13°g. 15/2 Siem Reap, visita di Angkor
Si visitano alcuni dei templi nella zona centrale del complesso di Angkor; si contorna il bacino d’acqua del tempio di Angkor e si prosegue percorrendo le mura perimetrali della città reale di Angkor Thom, costruita da Udayadityavarman II nel XI secolo, fino al cancello meridionale. All’interno della sue vaste mura, si visita il Bayon, un tempio-montagna a forma piramidale, composto da tre piani e situato proprio al centro della città. Questo incredibile edificio è celebre per le stupefacenti torri, ciascuna delle quali è ornata da quattro volti giganteschi che rappresentano Avalokiteshvara, una manifestazione del Buddha. L’itinerario prosegue con Baphuon, Phimean Akas e la Terrazza degli Elefanti. Ci si reca poi al Benteay Srei, magnifico edificio Khmer del X secolo, conosciuto come la “Cittadella delle donne”. Dopo pranzo, utilizzando i tuk tuk, ci si reca al Ta Prohm, il tempio dove più di ogni altra cosa si ammira la celebre “lotta” tra i giganteschi alberi e le antiche rovine. Completano il tour la visita del tempio di Preah Khan (letteralmente la “sacra spada”) e di Ta Som.
14°g. 16/2 Siem Reap, visita di Angkor ed escursione al Tonle Sap
Ci si alza presto per vedere l’alba su Angkor Vat, il tempio più vasto e meglio conservato della vasta area archeologica di Angkor, considerato una delle meraviglie del mondo. Si ritiene fosse stato costruito come tempio e mausoleo per il Re Suryavarman II, all’apice dell’Impero Khmer, nella prima metà del XII secolo. Dopo una dettagliata visita, inclusi i suoi splendidi bassorilievi, si lascia l’area archeologica recandosi a visitare il villaggio di palafitte di Kampong Phluk o di Prek Toal, sulle sponde del vasto lago di Tonle Sap. A causa delle considerevoli variazioni del livello di questa immensa distesa d’acqua (fino ad 8 metri) nel corso delle diverse stagioni, le dimensioni del suo bacino cambiano moltissimo e da qui nasce la necessità di costruire le case su altissime palafitte. Si esplora il lago utilizzando una barca, potendone così osservare la vita, tra pesca, allevamenti ittici e villaggi di case galleggianti. Si prevede anche un tratto (facoltativo) di esplorazione in canoa. Si rientra quindi a Siem Reap.
15°g. 17/2 Siem Reap e volo di rientro
Mattinata libera, per acquisti e possibili attività: un giro della città coi tuk tuk, una visita del Museo Nazionale di Siem Reap, relax in un centro massaggi (attività non incluse nel costo del viaggio). Trasferimento in aeroporto e partenza da Siem Reap per l’Italia via Bangkok in base agli orari dei voli scelti, che in gran parte decollano nel primo pomeriggio. Da Bangkok si prosegue con il volo di rientro arrivando la mattina successiva. Nel caso ci fosse una lunga attesa per il volo di rientro in Italia, Amitaba può prenotare un’ulteriore notte a Bangkok.
16°g. Domenica 18 febbraio, arrivo a destinazione
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