Kirghizistan
Scoprire il Kirghizistan
Un viaggio di 8 giorni

Valle di Ala Archa

Son Kul

Monti verso Tash Rabat

Verso Naryn

Karakol, monumento a Przwalski

Sintesi del viaggio
Un viaggio ideale per chi vuole prendere confidenza con questo meraviglioso paese e con il suo caratteristico stile di vita, ancora molto legato alla tradizione dei pastori nomadi.
Il Kirghizistan è un paese straordinario, dotato di una bellezza unica al mondo. Una piccola oasi nel cuore dell’Asia Centrale che colpisce per la grande varietà di paesaggi e per la maestosità dei laghi di montagna, uno su tutti il vasto lago di Issyk-Kul. Il Kirghizistan si è guadagnato il soprannome di “Svizzera dell’Asia” per via delle sue montagne vergini e della ricchezza della sua biosfera, ma offre moltissimo anche in termini di patrimonio culturale ed eredità storica, mantenendo molti tratti della vita nomade. In estate è ancora possibile vedere sui prati le yurte, abitazioni portatili decorate con tappeti di feltro, e incontrare i nomadi, tradizionalmente ospitali e disposti ad accogliere i viaggiatori per un sorso della bevanda tradizionale kirghisa, il kymyz.
- Bishkek
- Son Kul
- Tash Rabat
- Naryn
- Kochkor
- Karakol
- Cholpon-Ata
- Bishkek
Presentazione del viaggio
Il Kirghizistan è un paese straordinario, dotato di una bellezza unica al mondo. Una piccola oasi nel cuore dell’Asia Centrale che vi colpirà per la grande varietà di paesaggi e per la maestosità dei suoi laghi di montagna, uno su tutti il lago di Issyk-Kul. Il Kirghizistan si è guadagnato il soprannome di “Svizzera dell’Asia” per via delle sue montagne vergini e della ricchezza della sua biosfera, ma offre moltissimo anche in termini di patrimonio culturale e eredità storica, mantenendo molti tratti della vita nomade. In estate è ancora possibile vedere sui prati le yurte, abitazioni portatili decorate con tappeti di feltro, e incontrare i nomadi, tradizionalmente ospitali e disposti ad accogliere i viaggiatori per un sorso della bevanda tradizionale kirghisa, il kymyz.
NOTA TECNICA
Il viaggio non presenta difficoltà particolari, richiede solo un minimo di spirito d’adattamento: in mancanza di hotel in Kirghizistan si utilizzano le case private convertite in guesthouse da famiglie locali. Alloggiando in famiglia si potrà sperimentare l’ottima ospitalità di queste persone che, pur abitando in territori selvaggi, sono molto accoglienti. Si tenga però presente che queste abitazioni – per quanto pulite e curate – non sono delle stanze d’albergo, per cui non avranno i servizi in camera e richiederanno di condividere gli spazi tra donne e uomini all’interno del gruppo.
Per ogni chiarimento o richiesta, contattateci: amitaba@amitaba.net – tel.: 02 33614196
Programma del viaggio
1°g. Bishkek – Parco Nazionale di Ala Archa – Bishkek
Arrivo a Bishkek la mattina presto all’aeroporto internazionale di Manas, accoglienza da parte del corrispondente di Amitaba e trasferimento in città (circa 30-40 min) per il check-in in hotel. Un po’ di riposo e una robusta colazione, poi partenza per il parco naturale di Ala Archa (40 km), destinazione molto popolare sia per i picnic che per le lunghe passeggiate, i percorsi di trekking e l’alpinismo. Dentro il parco, che ha un’estensione di 200 km quadrati, ci sono ben 20 ghiacciai e una quantità di gole spettacolari da osservare. Chi è più allenato può tentare il percorso che porta in cima alla cascata, percorrendo 3.75 km in circa 3 ore.
Si torna a Bishkek in tempo per il pranzo, da consumare in un café del luogo, per poi iniziare il tour della città. Tra i punti di interesse della capitale spiccano il monumento all’eroe nazionale Manas, protagonista di un poema epico lungo venti volte l’Odissea e l’Iliade messe insieme, il monumento alla Regina delle Montagne, Kurmanjan Datka, e la caratteristica piazza della Vittoria, dedicata alla sconfitta della Germania nazista, con il cambio della Guardia d’Onore che ha il compito di tenere viva la Fiamma Eterna.
Prima di andare al ristorante per la cena, c’è tempo per un po’ di shopping allo ZUM.
2°g. Bishkek – Lago di Son Kul
Dopo colazione inizia il lungo viaggio verso il lago di Son Kul (360 km, da percorrere in 6-7 ore), attraversando la gola di Boom, la riserva di Orto Tokoi e il suggestivo passo di Kalmak Ashuu, a 3445 metri d’altezza. Per pranzo, sosta al villaggio di Kochkor dove si verrà ospitati da una famiglia locale. Il lago di montagna di Son Kul si trova sulla catena del Tien Shan, ad un’altezza di 3016 metri, circondato da pascoli che sono ancora una meta abituale per le mandrie provenienti dal villaggio di Kochkor e dalle regioni di Naryn e Jumgal. Durante l’estate il pascolo di Son Kul è in assoluto quello più ambito dai pastori. La strada per il lago si snoda attraverso passi montani ventosi ed è così lunga che sembra quasi svanire verso il cielo: ecco perché nella lingua del luogo Son Kul significa “l’ultimo lago”. Arrivati al campo ci si sistema in yurta per la cena e per la notte: il modo migliore per entrare in sintonia con lo stile di vita e con la cultura nomade è dormire in una di queste case di feltro, tipiche di tutta l’Asia Centrale. Gli strati di tessuto sono disposti su uno scheletro di legno, rendendola una soluzione pratica e veloce per le esigenze della gente del luogo. L’interno è decorato con tappeti e ricami tradizionali e ogni struttura può ospitare tre o quattro persone alla volta.
3°g. Lago di Son Kul – Caravanserraglio di Tash Rabat
Colazione al campo in yurta, poi partenza per il Caravanserraglio di Tash Rabat attraverso il passo di Kalmak Ashuu (3665 m). Il paesaggio da questa altezza è spettacolare, dalla catena montuosa del Tien Shan alla strada serpentina che avvolge le sue spire tra i monti fino alla città di Naryn, dove ci si fermerà per pranzo. Naryn è una città lunga e stretta, costruita sulle rive del fiume omonimo, che sorge tra queste montagne e si unisce al Kara Darya in Uzbekistan per formare uno dei fiumi più lunghi dell’Asia Centrale, il Syr Darya (2.290 km). Naryn è l’unica città in tutto il Kirghizistan dove la popolazione è al 90% kirghisa. La prossima tappa è la gola di Kara Koyun, dove ci si sistemerà nuovamente in yurta per la cena e per la notte (4-6 persone alla volta) e si avrà un po’ di tempo libero per sgranchirsi le gambe con una passeggiata. L’escursione al Caravanserraglio di Tash Rabat può essere svolta al meglio il mattino successivo, quando il sole illuminerà la strada con i suoi raggi. Il Caravanserraglio (ovvero l’edificio che un tempo ospitava le carovane) si trova a 3200 metri d’altezza, non molto distante dal confine cinese di Torugart. Le sue origini sono avvolte nel mistero, tuttavia è plausibile che risalga al X secolo. Secondo alcuni storici è nato come monastero Nestoriano, secondo altri come taverna per i viaggiatori delle carovane, mentre altri ancora ritengono più probabile che avesse una funzione difensiva. Quello che è certo, in questa disputa accademica, è che nel passare dei secoli si è prestato a diverse funzioni, di cui porta ancora qualche traccia.
4°g. Caravanserraglio di Tash Rabat – Naryn – Villaggio di Kochkor
Colazione e poi partenza verso il villaggio di Kochkor (230 km), attraversando questa volta il passo di Dolon (3000 m). Approfittando della sosta a Naryn per il pranzo in un café del luogo, si può trascorrere il primo pomeriggio esplorando la cittadina e i suoi maggiori punti di interesse, come la Moschea Blu, la piazza Centrale e il suo piccolo museo storico-etnografico.
Una volta giunti a Kochor, invece, la prima visita sarà a una cooperativa femminile che produce i tradizionali tappeti di feltro (shyrdak) che ricoprono i pavimenti di tutte le abitazioni locali. Il processo di lavorazione tradizionale è stato riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità: è un lavoro duro, che richiede molta abilità e attenzione per i dettagli (dalla scelta del colore ai motivi dei ricami). Chi è interessato a cimentarsi in prima persona può partecipare a una piccola lezione, pagando una quota. Per cena e per la notte si è ospiti di una famiglia locale.
5°g. Villaggio di Kochkor village – Gola di Jety Oguz – Karakol
Dopo colazione si saluta la famiglia e ci si dirige verso le sponde meridionali del lago Issyk Kul, per visitare la cittadina di Karakol (270 km).
Piccola ma molto interessante, Karakol ha mantenuto la tradizionale architettura russa con cui è stata costruita nel XIX secolo, quando era un importante avamposto per le guarnigioni di stanza nella regione.
Il lago di Issik Kul, di origine tettonica, è il secondo lago di montagna più grande del mondo dopo il sudamericano Titicaca: è lungo 182 km e largo 58 km, con una profondità di 668 metri. Durante l’estate l’acqua raggiunge i 20-25 gradi.
Durante il tragitto verso il lago ci si ferma per una breve passeggiata nell’incantevole canyon di “Skazka”, ovvero “Fiaba”: qui il vento ha trasformato il paesaggio, formando bizzarre sculture dall’aspetto quasi magico. Per pranzo, sosta al vicino villaggio di Tamga, in cui si sarà ospiti di una famiglia locale prima di riprendere il viaggio verso Jety Oguz. Questo luogo prende il nome da alcune delle sue formazioni rocciose, che somigliano a sette tori sdraiati sull’erba: a differenza di Skazka, questa gola è circondata da montagne con fitte foreste di abeti. Proprio all’inizio si trova la famosa “Roccia del cuore spezzato”: la guida vi svelerà la leggenda locale legata a questi luoghi, che racconta la storia di una donna contesa tra due khan. Quando il Kirghizistan era una repubblica sovietica, qui c’era un sanatorio per trattamenti con l’acqua al radon che ha avuto tra i suoi ospiti anche molti cosmonauti in riabilitazione, tra cui Yuri Gagarin.
Ritorno a Karakol entro sera, per effettuare il check-in in hotel e farsi ospitare per cena da una famiglia uighura o dungana (hui).
6°g. Karakol – Cholpon-Ata
Dopo colazione si visitano i due edifici più interessanti della città, la moschea dei musulmani dungani – che ricorda nello stile le pagode cinesi – e la chiesa ortodossa, la Cattedrale della Santa Trinità, costruita senza utilizzare neppure un chiodo. La cattedrale custodisce diverse icone sacre, tra cui una dedicata alla Madre di Dio, dipinta nel 1897. Ad appena 12 km dalla città si trova anche il Museo alla Memoria di N.M.Przhevalsky, grande esploratore russo autore di ricerche sull’intero continente asiatico: sarebbe un peccato non approfittarne prima di proseguire verso la prossima tappa, Cholpon-Ata, che si trova a 150 km di distanza.
Arrivo a Cholpon-Ata per pranzo, poi visita del locale museo dei Petroglifi: si tratta di dipinti rupestri che risalgono al periodo Sak-Usun, tra il IX e il III secolo a.C. Il museo si trova alle pendici dei monti Ala-Too, con una splendida vista sul lago.
Dopo la visita, check-in in hotel e tempo libero fino a cena.
7°g. Cholpon-Ata – Bishkek
Dopo colazione, partenza per Bishkek (280 km) avendo cura di fermarsi lungo la strada per una visita al complesso archeologico della Torre di Burana, un minareto medievale patrimonio UNESCO che si trova a circa 12 km dalla città di Tokmok. La torre, insieme alle iscrizioni tombali e al mausoleo, è tutto ciò che rimane dell’antica città di Balasagun, capitale del khanato Karakhanide. Una leggenda locale racconta di una principessa che viveva confinata tra queste mura per sfuggire alla profezia di un veggente, che aveva predetto la sua morte quando era ancora neonata. Per proteggere la figlia il Khan fece costruire la torre e proibì a chiunque di avvicinarsi, eccetto alla serva che aveva il compito di portarle il cibo, ma non servì a nulla: il giorno del suo sedicesimo compleanno fu morsa da un ragno velenoso e morì. Salendo sulla cima si ha una vista spettacolare della vallata di Chuy, mentre ai suoi piedi c’è un piccolo museo all’aperto dove si possono osservare i “balbali”, monumenti funerari ancestrali incisi nella pietra. Pranzo a Tokmok, gentilmente ospitati da una famiglia kazaka, e a scelta visita di al bazaar di Osh.
Arrivo a Bishkek entro sera e check-in in hotel, prima di recarsi al ristorante per una cena d’addio e assistere a uno spettacolo di musica folk organizzato apposta per voi, con strumenti tradizionali e melodie ancestrali.
8°g. Volo di rientro da Bishkek
Trasferimento in aeroporto e volo di rientro.
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Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.