Kirghizistan
Prezioso cuore antico dell’Asia Centrale
Magnifico incontro con uno dei gioielli del mondo

Tash Rabat

Bazar di Bishkek

Gioco degli scacchi a Osh

Monti del Pamir, Sary Moghul

Lago di Tulpar Kol









Sintesi del viaggio
Il Kirghizistan offre una natura avvincente, con grandi catene di montagne che svettano fino ai ghiacciai, impreziosite da laghi e con ampie vallate ricche di pasture, dove ancora oggi i pastori nomadi vivono nelle candide yurte. Questi stupendi spazi furono luogo di transito delle carovane della Via della Seta, e di quei tempi s’incontrano testimonianze storiche e rimangono interessantissimi bazar storici. Il viaggio tesse un percorso che porta a conoscerne le parti principali, spaziando dalla calda valle di Fergana alle nevi del Pamir, per scoprire un mondo che è ben oltre le normali aspettative, sia per la bellezza naturale che per la sincera cordialità delle persone.
- Bishkek
- Passo Too Ashuu
- Suusamyr
- Passo Ala-Bel
- Toktogul
- Arslanbob
- Osh
- Passo di Taldyk
- Sary Moghul
- Lago di Tulpar Kol
- Osh
- Uzgen
- Kazarman
- Passo Moldu-Ashu
- Lago di Son-Kul
- Tash Rabat
- Naryn
- Kochkor
- Lago Issyk-Kul
- Burana
- Bishkek
Presentazione del viaggio
Da Bishkek, la capitale, valicando monti e attraversando alte valli con laghi turchesi si raggiunge verso sud la valle di Fergana, su cui il Paese si affaccia ma che è per la gran parte uzbeka, scoprendo una magica foresta di noci secolari ed i bazar più colorati, vivi ed importanti. Ancora più a sud, si sale sull’altopiano del Pamir, dove le vette superano i 7000 metri e le praterie sono ornate dalle yurte. Ci si sposta quindi nel centro del Paese, arrivando al leggendario lago del Son Kul, decantato tra i luoghi più magici dell’Asia Centrale, e da qui si raggiunge Tash Rabat, uno dei capisaldi della Via della Seta, a ridosso del confine col Sinkiang. Si completa il tour con l’Issyk-kul, il grande lago salato che popola le leggende kirghize, e, rientrando a Bishkek, col sito storico di Burana. Ci esplora così una grande varietà di ambienti, sempre spettacolari, con un itinerario che tocca i punti salienti anche storici del Paese.
IL KIRGHIZISTAN
Il Kirghizistan è un Paese spettacolare, adagiato tra il Pamir a sud, che lo delimita dal Tagikistan, e le montagne del Tien Shan, che lo separano dal Kazakistan e dal Sinkiang dominato dalla Cina. Un territorio che è un succedersi senza fine di montagne, fiumi e vallate, nel cuore dell’Asia Centrale, ornato da paesaggi grandiosi e sconfinati.
La storia del Kirghizistan si estende per oltre duemila anni e comprende un ampio insieme di culture ed imperi. Nel corso dei secoli il suo territorio è stato il crocevia di numerose grandi civiltà, come parte della Via della Seta e di altri percorsi commerciali e culturali. Qui fu combattuta la battaglia di Talas nel 751 d.C., quando gli arabi vinsero l’esercito cinese e poterono espandere l’Islam in tutta l’Asia centrale per i successivi secoli.
Il Kirghizistan è fra le più “russe” delle ex repubbliche sovietiche, con un accattivante insieme di nomadismo, macchine sovietiche, chiese ortodosse, moschee, yurte, bazar, natura incontaminata e minoranze etniche, un insieme che, al di là dell’incomparabile natura che non esige presentazioni, rende questo piccolo paese particolarmente affascinante.
LA GUIDA
Raimondo Giuliana ha condotto parecchi viaggi di Amitaba con un ottimo gradimento da arte di tutti i partecipanti, incluso il Kirghizistan e diverse altre aree dell’Asia Centrale. Di professione medico, ha coltivato per tutta la vita un grande amore e piacere del viaggio, unitamente all’amore ed al piacere dell’incontro con le persone, con i paesaggi, i colori, l’arte ed anche i cibi: in sintesi, con tutto quel che è il frutto della creatività e dell’esperienza umana. Questa sua passione lo ha portato a viaggiare in molti modi: a piedi, in bicicletta, moto, barca, bus, treno e aereo in un gran numero di Paesi dei 5 continenti, collaborando come guida con alcuni dei più importanti operatori di viaggio italiani, oltre ad Amitaba. Raimondo è sempre attento allo scambio di interessi e di esperienze positive, ed ha tra le sue doti il piacere di condividere con chi viaggia ogni stimolo regalato dagli incontri e dall’attraversamento dei luoghi.
NOTA TECNICA
SISTEMAZIONI – Il viaggio si svolge per la gran parte in aree non turistiche e si richiede quindi un certo grado di adattabilità: tutto perfetto per un viaggiatore, ma poco adatto per un “turista”. Nelle città le sistemazioni sono ottime ma nei centri minori gli alloggi sono piuttosto semplici. Si alloggia per una notte nelle yurte al lago Son Kul mentre altrove si utilizzano guest house o case private (comode e pulite).
Alloggiando presso le famiglie locali si potrà sperimentare l’ottima ospitalità di queste persone che, pur abitando spesso in territori selvaggi, sono molto accoglienti. Si tenga presente però che sono alloggi in case private dove a volte può essere necessario dividersi tra donne e uomini del gruppo utilizzando due o tre stanze in tutto (a Sary Moghul ed a Arslanbob la stanza singola non viene infatti garantita, anche se il corrispondente locale farà di tutto per accontentare ogni richiesta). Si richiede quindi un minimo di spirito di adattamento.
PASTI – Sono tutti inclusi ed il cibo che viene proposto è sostanzioso e saporito. La cucina è piuttosto varia, diversa in base alle varie zone del paese: pollo, spiedini di carne, riso, verdure, frutta secca, il tutto come sempre accompagnato dall’ottimo tè e dal piatto nazionale di queste regioni, il plov: una preparazione tipica a base di riso con carote, cipolle, verdure, frutta secca, spezie, erbe ed aromi con sopra carne di agnello, manzo, pecora o montone cotta nel burro, nell’olio ma soprattutto nel grasso dell’animale (non preoccupatevi, che esiste anche la variante vegetariana!). Né gli appassionati della carne né i vegetariani rimarranno mai a bocca asciutta.
ITINERARIO – Per gli spostamenti si utilizzano mezzi in ottimo stato e di recente immatricolazione; in funzione del numero di partecipanti si dispone di veicoli Toyota e se il gruppo è di 12 persone si utilizza un minibus Sprinter. Alcune tappe sono un po’ lunghe, soprattutto il terzo e nono giorno, una scelta necessaria per poter avere una visione completa del Paese, seguendo un itinerario studiato accuratamente e già sperimentato. Alcuni tratti del percorso presentano strade non equiparabili a quelle europee con pezzi di sterrato, come la salita al lago del Son Kul o la salita alla valle di Alay in Pamir. I tempi di percorrenza indicati nel programma sono stati da noi precedentemente testati e tengono in considerazioni anche le diverse soste per le visite, mangiare, fare fotografie o semplicemente per sgranchirsi le gambe e fare due chiacchere con la popolazione locale.
CLIMA – In questo periodo dell’anno le piogge sono poco frequenti ed il clima è molto vario, dal caldo di Bishkek ed Osh alle notti più fresche sui pascoli d’alta quota sulle rive del lago Son Kul o alle pendici del Pamir a Sary Moghul. Si consiglia quindi di vestirsi a strati e di portarsi una giacca un po’ pesante ed un paio di scarponcini impermeabili per poter camminare anche sulla neve quando si è in Pamir.
WIFI, SIM, ELETTRICITA’ – il wi-fi sarà disponibile ovunque tranne a Sary Moghul ed Arslanbob; all’arrivo il corrispondente locale farà trovare le Sim così da restare sempre connessi. Le prese di corrente sono bipolari, come quelle che si trovano in Italia.
CAMBIO – È possibile farlo in aeroporto e nelle maggiori città, ma la guida locale si adopererà ove necessario per trovare soluzioni di cambio in ogni luogo. Si segnala che le carte di credito sono diffuse solamente nelle grandi città e si consiglia quindi di portare denaro contante.
ACQUISTI – Ci si potrà sbizzarrire negli acquisti nei bazar che si incontrano sul percorso: vestiti, scialli, foulard, tappeti, gemme, coltelli ed artigianato locale, sicuramente è facile trovare qualcosa di interessante da portare a casa.
INGRESSO NEL PAESE – al momento della redazione del viaggio non è obbligatoria alcuna vaccinazione e non è richiesto alcun visto per i cittadini italiani, serve un passaporto con sei mesi di validità minima dal momento dell’arrivo e in aeroporto a Bishkek viene apposto il timbro d’ingresso in Kirghizistan.
PERICOLOSITA’ – Se ci si chiede se in questa regione ci siano dei pericoli la risposta è semplice: no. Si resterà positivamente colpiti dall’amichevolezza e ottima disponibilità delle persone.
Programma del viaggio
1°g. Domenica 29 maggio, partenza per Bishkek
Il volo suggerito è quello della Turkish Airlines che parte da Milano Malpensa alle 14.45 con arrivo a Istanbul alle 18.40; o da Roma Fiumicino alle 15.20 con arrivo alle 19.00. Da Istanbul si prosegue per Bishkek alle 21.00. (Orari da confermare) Per gli orari di altre connessioni contattare Amitaba.
2°g. 30/5 Bishkek (800 mt) – Passo Too Ashuu (3180 mt) – Suusamyr (mt 2200)
Si atterra a Bishek alle 4.55 dove è in attesa dei partecipanti la guida locale e ci si trasferisce presso lo Smart Hotel (4*) o similare. Dopo qualche ora di riposo si inizia la visita della città. A pochi minuti a piedi dall’hotel si inizia visitando l’Oak Park (chiamato anche Chingiz Aitmatov Park, che è il nome di uno dei più famosi scrittori kirghizi), al cui interno si trovano fontane, sculture e memoriali. A pochi minuti a piedi dal parco si visita il museo di Frunze, famoso leader bolscevico dei tempi della rivoluzione del 1917. Il Museo è molto particolare e ricco di reperti storici dell’epoca. Sempre a piedi si raggiunge il Museo statale di storia del Kirghizistan, contenente diversi reperti sul patrimonio culturale del popolo kirghiso. Nella grande piazza di fronte al Museo sventola l’imponente bandiera kirghiza sorvegliata da guardie e sotto di essa si trova la statua a cavallo di Manas, in riferimento al poema epico nazionale in cui 40 tribù capeggiate dal guerriero Manas si unificarono per combattere i loro vicini per l’indipendenza del Paese. Questa epopea è simboleggiata ancora oggi dal sole giallo dai 40 raggi posto al centro della bandiera del Kirghizistan, a memoria delle quaranta tribù del poema epico nazionale.
Dopo pranzo si lascia la capitale valicando le alte montagne verso sud attraverso il passo di Too Ashuu, godendo così dei primi portentosi panorami che questo viaggio ci offre, ed arrivando nella valle di Suusamyr, dove si alloggia al Suusamyr Baitur Resort. La tappa è di circa 250 km, circa 4 ore di viaggio.
3°g. 31/5 Suusamyr – Passo Ala-Bel (3175 mt) – Toktugul – Arslanbob (1700 mt)
Si lascia la valle di Suusamyr in direzione sud-ovest per Arslanbob valicando il passo di Ala-Bel entrando che porta nel bacino idrografico del lago Toktugal; si sosta sulle sue rive, una bella riserva naturale e il più grande dei bacini lacustri lungo il percorso del fiume Naryn. Si prosegue superando un altro passo (circa 2000 mt) e si arriva nel pomeriggio ad Arslanbob, dove ci si accomoda presso la Sky Topchan Guest House, a conduzione familiare; qui è molto piacevole prendere un tè sulla splendida terrazza affacciata sulla verde valle. La tappa è di circa 450 km, circa 7-8 ore di viaggio.
4°g. 1/6 Arslanbob – Osh (950 mt)
Al mattino si inizia la visita della valle, dove sembra di essere nel cuore delle Alpi, con le montagne e le immense foreste di noci che richiamano scenari a noi familiari. Secondo la tradizione locale il grande condottiero Alessandro Magno è passato di qui, e legata alla valle ed alle sue foreste di noci si tramanda un’antica leggenda: sembra infatti che il profeta Maometto incaricò un certo Arslanbob di trovare il paradiso in terra, ed egli trovò una valle rigogliosa con verdi prati, montagne e fiumi d’acqua fresca; ma c’era un problema, non erano presenti alberi. Così Maometto diede ad Arslanbob una sacca di noci da spargere per questa valle, creando così questa grande foresta di noci che copre tutto il territorio!
Utilizzando delle jeep locali ci si reca ad una piccola cascata, dove, arrivando, la stradina è contornata da bancarelle ed ambulanti che propongono dolci ed artigianato locale. Ripresa l’auto si prosegue salendo fino al punto panoramico più alto della valle, dove inizia una breve passeggiata in queste fiabesche foreste di noci che porta ai piedi di un’altra cascata, più grande della prima.
Si ritorna quindi in jeep alla Guest House dove si riparte utilizzando il nostro mezzo; contornando il confine uzbeco che delimita la parte più orientale della valle di Fergana si costeggia la città di Jalal Abad e si prosegue per Osh, dove si arriva nel tardo pomeriggio. Ci si accomoda presso il Grand Hotel Chavo, uno storico hotel nel centro della città a pochi minuti a piedi dal bazar che in origine era un tipico hotel sovietico; oggi è stato completamente ristrutturato ed offre un’oasi di pace e relax. Il paesaggio e l’ambiente sono nettamente cambiati rispetto ai giorni precedenti: si è giunti ai margini della grande regione di Fergana, ampiamente contesa nella storia, dove non c’è più il verde e l’aria fresca, e ci si ritrova in una grande città musulmana con il clima caldo ed una moltitudine di persone attorno. La tappa di oggi è di circa 200 km, circa 4 ore di viaggio.
5°g. 2/6 Osh – Passo di Chyrchyk (2381 mt) – Passo di Taldyk (3615 mt) – Sary Moghul (3150 mt)
Si inizia la visita di Osh salendo al Trono di Sulayman (Salomone), la leggendaria collina che troneggia sulla città ed offre una bella visuale dall’alto. Camminando lungo la collina si arriva al Museo Storico e Archeologico di Sulayman dove viene descritta la storia del paese, con la particolare caratteristica che si trova interamente scavato nella roccia! Usciti dal Museo si costeggiano la grande moschea ed il cimitero che gli è a fianco fino a giungere al Mausoleo di Asaf ibn Burhia, famoso luogo di pellegrinaggio per i musulmani, dove però è vietato entrare. Si riprende poi l’auto per raggiungere l’entrata del parco Navoi, il famoso parco cittadino, che si attraversa tra giostre, bancarelle e tavolini dove i locali bevono il tè. Con un po’ di fortuna si può assistere agli anziani che indossando i loro tipici cappelli bianchi a punta giocano a scacchi (il consiglio che diamo è di chiedere il permesso prima di iniziare a fotografare). Si prosegue poi per il parco Petrovsky dove nell’ampia piazza adiacente troneggia la grande statua di Lenin. Infatti, al contrario di tanti altri stati limitrofi dove una volta caduto il regime sovietico si son subito prodigati nel buttar giù le statue del vecchio regime, in Kirghizistan molte statue e simboli del precedente potere sono rimasti. Questo non è l’unico simbolo di un tempo scomparso, in questo parco si trovano anche il monumento ai caduti durante la guerra russo-afghana (1979-1989) ed il monumento ai deceduti del disastro nucleare di Chernobyl del 1986. Si completa la scoperta della città visitando la chiesa ortodossa di San Michele.
Si parte da Osh verso sud in direzione Sary Moghul; si valida il passo di Chyrchyk (2381 mt) e si percorrono belle valli policrome che conducono all’alto passo di Taldyk (3615 mt), da dove col tempo limpido si vede la vetta del Picco Lenin, e, scesi a Sary Tash, si rimane estasiati di fronte alla grande catena di altissimi monti glaciali che si ergono sulle vaste praterie, uno degli scorci indimenticabili del Pamir. Si arriva poco dopo a destinazione, dove si alloggia presso la Lenin Peak Guest House. La tappa è di circa 250 km, circa 4 ore di viaggio.
6°g. 3/6 Sary Moghul – Lago di Tulpar Kol, Pamir (3500 mt) – Osh
Si parte per un breve percorso a piedi sulle montagne del Pamir. In circa 40 minuti di auto si arriva alla valle di Alay, dove vivono alcune famiglie kirghize con i loro animali. Qui ci si incammina ai lati di un piccolo ruscello, arrivando in circa un’ora e mezza di cammino (circa 2/3 km) sull’altopiano trovandosi di fronte un paesaggio letteralmente mozzafiato: il lago di Tulpar Kol con dietro le alte vette del Pamir. Il paesaggio attorno è completamente bianco, in quanto in questo periodo c’è ancora neve. Sembra surreale, il giorno precedente si era ad Osh con quasi 30 gradi mentre oggi si è circondati da un paesaggio tutto innevato … questa magica varietà è infatti una delle magnifiche caratteristiche del Paese! Dopo aver goduto di questa bellezza, ricordando anche che probabilmente i parenti e gli amici a casa nello stesso momento si trovano nel caldo primaverile delle nostre città, si torna alle auto e si parte per Osh, dove si alloggia nel medesimo hotel.
Si avrà del tempo libero per visitare il grande e famoso bazar coperto, che dista 5 minuti a piedi dall’hotel, dove ci si può sbizzarrire con gli acquisti: dai lunghi e colorati vestiti locali, fino alle spezie ed ai tappeti, qui si trova di tutto! Una bella alternativa è tornare a passeggiare al Navoi Park, anche questo vicinissimo, sempre 5 minuti a piedi. Si nota subito ovunque si vada che si è circondati dai bei sorrisi color … oro dei locali. Questa curiosa tradizione centroasiatica nasce dal fatto che in passato non esisteva in queste regioni la possibilità di fare dei denti finti, in quanto la ceramica non era così lavorabile; al contrario, l’oro è un metallo molto malleabile, più duttile ed adatto per fare le protesi ai denti. L’usanza nacque quindi da questa necessità per poi svilupparsi con il tempo come forma di bellezza e di dimostrazione di ricchezza. La tappa è di circa 250 km, circa 4 ore di viaggio.
7°g. 4/6 Osh – Uzgen – Passo di Ak Moinok (2940 mt) – Kazarman (1310 mt)
Si parte in direzione di Kazarman, ripercorrendo la medesima strada del 4° giorno fino a Jalal Abad. Si sosta alla vicina Uzgen, che funse da capitale del canato di Kara-Khanid tra l’XI ed il XII secolo; si ammira l’antico minareto, si visita il mausoleo e ci si si reca al magnifico mercato, che è più piccolo ma forse anche più interessante di quello di Osh. Oltre Jalal Abad si procede in direzione nord est attraversando la catena montuosa di Fergana (una propaggine occidentale del Tien Shan) con il passo di Ak Moinok (2940 mt) e, seguendo gli spettacolari costoni dei monti, si arriva a Kazarman dove si alloggio presso il Kazarman Bed&Breakfast o similare. La tappa di oggi è di circa 250 km, circa 6 ore di viaggio.
8°g. 5/6 Kazarman – Passo Moldu-Ashu (3346 mt) – Lago di Son-Kul (3016 mt)
Si procede in direzione est seguendo la strada che porta a Naryn; la si lascia andando a nord superando attraverso il passo di Moldu-Ashu la barriera di monti che cingono le alte pasture del bacino del Son-Kul. Questo stupendo e vasto lago (270 kmq) è al centro di una regione utilizzata per la transumanza estiva dove si vedono anche diversi animali selvaggi; si alloggia nelle yurte, l’abitazione utilizzata da tutti i kirghisi che passano i mesi caldi attorno al lago. La tappa è di 160 km, circa 4-5 ore di viaggio.
Si inizia l’esplorazione con una bella passeggiata sulla riva del lago fino poi a raggiungere (circa un’ora) una collinetta dove si possono ammirare alcuni petroglifi scolpiti con strumenti di pietra e metallo dai nomadi delle steppe o dagli sciamani su grossi blocchi di pietra. Per chi volesse è possibile noleggiare un cavallo per fare una passeggiata nella zona. La notte trascorsa qui è veramente speciale: come i nomadi si dorme nelle yurte ai bordi del lago, sovrastati da un grandioso cielo stellato.
9°g. 6/6 Son Kul – Tash Rabat – Naryn – Kochkor
Si lascia il lago attraverso il medesimo passo raggiugendo a valle la strada da cui si era deviato la sera precedente e la si segue ora in direzione est per Naryn, posta sulle rive dell’omonimo fiume. Da questo piccolo centro si prosegue (108 km) seguendo la strada che porta verso lo Sinkiang cinese fino ad arrivare al leggendario caravanserraglio di Tash Rabat, dell’XI secolo, edificato in pietra ed ora restaurato, che fungeva da rifugio per i viaggiatori della Via della Seta, storico punto di incontro, ristoro e di riposo per mercanti e pellegrini. Dopo la visita del caravanserraglio si sosta poco distante per un tè (o in base all’orario il pranzo), potendo godere anche da lontano questo antico luogo incastonato nella valle. Si torna quindi poi verso nord est ripassando da Naryn e proseguendo da qui verso nord giungendo prima di cena a Kochkor, dove si alloggia alla Adamkaliy Guest House o similare. La tappa è di 330 km, circa 7 ore.
10°g. 7/6 Kochkor – Lago Issyk-Kul – Burana – Bishkek
Si prosegue il viaggio in direzione nord fino al bivio dove si prende la deviazione per il lago Issyk-Kul: lungo 170 km e largo 70, è un bacino d’acqua senza emissari che per via del contenuto salino e delle attività termali non gela mai. È situato tra due grandi catene di monti, propaggini del Tien Shan, i Kungey Ala-Too a nord, che delineano il confine col Kazakistan, e i Terskey Ala-Too a sud, dove si trovano diversi sentieri per il trekking. Questo scenario si ritrova in molti racconti di scrittori kirghizi (come non citare “Il battello bianco” di Čyngyz Ajtmatov). Si sosta nella cittadina di Balykchy, posta sul lembo nordoccidentale del grande bacino blu, dove chi lo desidera potrà pucciare i piedi, o ci si potrà semplicemente godere il paesaggio sorseggiando un tè. Si lascia il lago proseguendo il viaggio verso la capitale; una breve deviazione dalla strada principale porta alle rovine dell’antica città dove si erge la torre di Burana, che risale al XII secolo, uno dei simboli del Paese che gli studiosi ritengono fosse in origine un minareto, su cui è consentito salire. Nei pressi della torre si trovano degli interessanti ‘balbali’, ovvero delle antiche stele funerarie monolitiche in pietra che i nomadi scolpivano per ricordare gli esponenti più eminenti della loro comunità. Le pietre raffigurano in modo un po’ rozzo principalmente uomini (ma sono state trovate anche figure femminili) che reggono una sorta di piatto o coppa e con appeso alla cintura una spada o un pugnale. Una probabile interpretazione di questi simboli indica che un guerriero con in mano una coppa è l’emblema della fedeltà al sovrano, mentre la spada simboleggia un guerriero o un uomo con un grande potere, come un capo tribù, un sovrano o anche uno sciamano. Se pur la maggior parte delle pietre furono scolpite in modo primitivo e grossolano, hanno espressioni facciali molto diverse tra loro.
Salutati i ‘balbali’ si pranza in un vicino ristorante e si proseguire per Bishkek, dove ci si accomoda nel medesimo hotel dell’arrivo. Alla sera ci cena in un ristorante tipico raggiungibile in pochi minuti a piedi dall’hotel. La tappa è di 300 km, circa 5 ore.
11°g. Mercoledì 8 giugno, volo di rientro
Il volo suggerito per il rientro è quello della Turkish Airlines che parte alle 6.05 con arrivo ad Istanbul alle 8.55; si riparte per Milano Malpensa alle 11.55 con arrivo alle 13.50 o per Roma Fiumicino alle 12.40 con arrivo alle 14.20. (Orari da confermare) Per gli orari di altre connessioni contattare Amitaba.
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Kirghizistan
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Praterie kirghise

Uomo kirghiso

Tash Rabat

Bazar di Bishkek

Gioco degli scacchi a Osh

Monti del Pamir, Sary Moghul

Lago di Tulpar Kol

Picco Lenin da Sary Tash

Donna kirghisa

Cappelli kirghisi

Osh

Bazar di Osh

Vendita del pane

Cimitero kirghiso

Sary Tash
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.