Laghi turchesi dell’altopiano
La regione compresa dalla valle dell’Indo a nord e le catene granitiche del Pin Parbati a sud offre interessantissime opportunità per il trekking. Di particolare interesse è l’altopiano del Rupshu, un vasto spazio tra Ladakh e Spiti che custodisce alcuni stupendi laghi, di cui i maggiori sono Tso Kar e Tso Moriri, che è anche collegato da un bellissimo percorso con lo Spiti. Un territorio dove si possono realizzare anche percorsi lunghi percorrendo alcuni degli itinerari qui suggeriti in sequenza.
Presentazione
L’altopiano del Rupshu è situato per la gran parte a sud del fiume Indo, un vasto spazio tra Ladakh e Spiti che custodisce alcuni stupendi laghi, di cui i maggiori sono Tso Kar e Tso Moriri; nel Rupshu la base delle valli è sempre sopra i 4000 metri e vi sono dei meravigliosi percorsi che si svolgono tutti in alta quota con alcuni che non richiedono di cimentarsi con troppi dislivelli.
Nel Rupshu i sentieri più spettacolari si trovano tra la strada che porta da Manali a Leh ed il confine col Tibet ad occupazione cinese ad est e attraverso la regione dei laghi. Vi sono diverse opzioni, tutte entusiasmanti: iniziando da Rumtse si può giungere fino in Spiti. I sentieri ad ovest di questa strada, anche se in alcune parti possono toccare le zone di Rupshu e Lahaul, vengono inclusi tra i percorsi dello Zanskar (vedi: “Dall’Indo al Lahaul” e “Trek di Jhulam”) e del Ladakh (vedi: “Valle di Markha” e “Oltre Markha, trek di Juktakh”), in quanto la parte maggiore dei sentieri si sviluppa in quelle regioni.
Il Lahaul, incastonato tra le impervie montagne che demarcano la transizione alla zona climatica trans himalaiana, è solitamente percorso da chi si reca in Zanskar; ma vi è un breve trekking che si svolge tutto in Lahaul, dal lago di Chandra al passo del Baracha che si apre sull’altopiano del Rupshu.
Per lo Spiti il percorso più celebre è il sentiero che collega questa remota area himalaiana da Kibber alla regione dei laghi del Rupshu; un breve trekking ‘tutto in Spiti’ esplora invece i monti ad est della valle di Kaza, tra Tag Yud e Lhalung, senza però avvicinarsi troppo alla zona di cessate il fuoco tra India e Tibet. Completa il quadro la traversata del Pin Parbati che porta dallo Spiti a Manali, un percorso interessante e pochissimo frequentato.
In questi vasti territori Amitaba può organizzare ogni percorso richiesto, mettendo a disposizione dei viaggiatori attrezzature, guide, cuochi e portatori, curando tutto l’itinerario dall’Europa includendo i voli, o anche solo fornendo i servizi locali. Qui potete trovare un riassunto degli itinerari principali partendo da nord, considerando come indicative le indicazioni riguardo la stagione di percorrenza, le altezze e la durata delle tappe
Per ogni chiarimento o richiesta, contattateci: amitaba@amitaba.net – tel.: 02 33614196
Percorsi di trekking
I primi due percorsi che trovate di seguito possono essere seguiti in sequenza e, giunti col secondo a Korzok sulle rive di Tso Moriri, si può proseguire lungo il lago verso sud deviando poi per Pang, sulla strada che collega il Ladakh al Lahaul, o arrivando ancora più a sud fino a Kibber in Spiti; le tappe indicate nei programmi che seguono.
<br/ >
Dalla valle di Gya, dove la strada per Manali si inerpica verso il passo del Taklang, partendo dal villaggio di Rumtse si raggiungere il bacino del lago di Tso Kar, situato in posizione stupenda tra le alte pasture nomadiche del Rupshu; si valicano tre passi, con un dislivello contenuto per il secondo. Arrivati al lago si può essere raccolti dalle jeep per il rientro o proseguire da qui fino a Tso Moriri, come indicato nell’itinerario che segue. Nel bacino di Tso Kar è piuttosto frequente l’incontro con i Kyang, gli stupendi cavalli selvatici dell’altopiano.
Le tappe previste sono come segue:
<br/ >
Questo sentiero prosegue l’itinerario del precedente; si può iniziare da Ponganagu o da Nuruchen, entrambi i punti sono raggiungibili in jeep; come per tutti gli itinerari del Rupshu il fattore di acclimatazione è molto importante, e qui in modo particolare, perché si pone un campo sopra i 5000 mt. Il sentiero attraversa una zona nomadica di pasture d’alta quota dove si incontrano diversi accampamenti e greggi di yak, con molti punti panoramici e l’attraversamento di 4 passi; tra i diversi tratti del Rupshu questo è sicuramente uno dei percorsi più belli. Giunti a Korzok sul lago di Tso Moriri si può rientrare in jeep o proseguire a piedi lungo il lago uscendo a Pang, sulla strada per Manali, o continuare verso sud fino allo Spiti; entrambe queste opzioni sono qui illustrate.
Ecco come si presentano le tappe (NB: spesso si aggiungere un giorno dividendo il tragitto del secondo giorno):
<br/ >
Il lago di Tso Moriri dista circa 7 ore di guida da Leh; è il più grande del Rupshu, un gioiello turchese lungo circa 30 chilometri incastonato tra monti stupendi. Per chi fosse interessato, c’è la possibilità di percorrere un sentiero che ne segue l’intero perimetro; ad est del lago vi sono poi delle pasture d’alta quota con altri piccoli laghi, ma questa zona è in gran parte chiusa al transito del trekking per via della prossimità con la linea di cessate il fuoco con il Tibet occupato dai cinesi. Il sentiero principale segue la costa occidentale da Korzok, il villaggio sulle rive del lago dove termina la strada, con un bel monastero dove ogni estate si svolge un festival; qui si può arrivare anche a piedi seguendo il sentiero che proviene dal lago di Tso Kar. L’itinerario segue la costa occidentale del lago e, proseguendo oltre per un tratto, devia quindi in direzione nord ovest seguendo una vallata che porta attraverso il passo di Thelakung (4980 mt) a Pang, sulla strada che collega Manali con Leh, un punto di sosta situato appena a nord del passo del Lachlung; è una zona questa di pasture e ampie vallate disabitate, con rare tende di nomadi e bellissime visuali sui monti immersi in una natura incontaminata e viva, ma dove l’uomo è pressoché assente ed anche gli escursionisti sono rari. Verso Pang si incontrano anche bellissime formazioni create dall’erosione del terreno. Il percorso non richiede il superamento di grandi dislivelli perché si svolge tutto in alta quota: già Tso Moriri è posto a circa 4500 mt.
Le tappe suggerite sono come segue:
<br/ >
Questo percorso può essere eseguito anche partendo da sud; da nord (Rupshu) però è più facile perché si inizia da circa 4500 metri e si rimane sempre in quota salendo gradatamente fino alla base dell’alto passo di Parang; se si parte da sud la salita al valico è lunga e richiede solitamente un campo intermedio. Da nord la parte iniziale dell’itinerario è la medesima del percorso per Pang; ma giunti in fondo al lago si prosegue verso sud arrivando al guado sul fiume Parang a Norbu Sumdo; per facilitare l’attraversamento chi non avesse dimestichezza con questo tipo di prova può guadare montando un cavallo che viene tenuto e condotto per le briglie da un nostro assistente. Risalire la valle del Parang impegna poi per altri due giorni (alcuni preferiscono impiegarne 3), regalando dei punti panoramici formidabili in un ambiente assolutamente incontaminato e lontanissimo da ogni dove. Si pone l’ultimo campo in Rupshu al lembo inferiore del ghiacciaio che chiude la valle; la salita al passo si esegue nelle prime ore del mattino e non richiede l’uso di ramponi o l’attraversamento di crepacci. Anche i cavalli da carico procedono senza problemi, e nel tratto intermedio è anche possibile montare. La discesa nello Spiti è lunga, fino alla gola del fiume conosciuto localmente come Parlilunghi, un nome buffo per noi italiani. Si riemerge dalle gole sulle alte pasture per raggiungere di nuovo la gola del fiume prima di Kibber, dove arriva la strada.
Le tappe previste sono come segue:
<br/ >
A nord del passo del Rothang, porta di accesso alla regione del Lahaul giungendo da Manali, la strada che prosegue verso est arrivando al valico del Kunzum si snoda tra colossali guglie granitiche dove possenti ghiacciai fanno capolino. Prima di giungere al passo che porta ad est verso lo Spiti, un sentiero continua lungo la valle del fiume Chandra risalendo fino all’omonimo lago; parte del percorso verso il lago è oggi anche fattibile con la jeep. Oltre il lago di Chandra Tal un sentiero prosegue verso nord continuando a risalire la medesima valle arrivando in due giorni al passo del Baracha (4845 mt), dove transita la strada che porta dal Lahaul al Ladakh.
<br/ >
Un sentiero che scorre tra i monti ad est della vallata di Kaza in Spiti collega i villaggi di Tag Yud e Lhalung, entrambi raggiungibili in jeep, seguendo le creste ed i dirupi dei monti. La linea disegnata da questo percorso corrisponde approssimativamente al limite di accessibilità verso est concesso ai visitatori, perché in questa parte dell’Himalaia indiano si è vicinissimi al confine con il Tibet a dominio cinese, un territorio militare.
<br/ >
Ad ovest dello Spiti si ergono catene di montagne estremamente selvagge; ma dalla valle di Kungri in Spiti si può arrivare alla regione di Manali compiendo la traversata del Pin Parbati, impiegando un minimo di 8 giorni. È un percorso piuttosto impegnativo ma fattibile da persone esperte e per questa via si riescono a trovare guide locali affidabili e cavallai dell’Himachal disposti a fare il trasporto dei materiali; si tenga presente che l’organizzazione va predisposta con buon anticipo, perché guide e portatori per questo trekking devono essere tra le persone migliori disponibili nella regione, vanno quindi ingaggiate per tempo e si deve anche calcolare la durata del trasferimento richiesto affinché le montature da carico giungano al punto di partenza prescelto.
Per qualsiasi domanda e curiosità,
compila tutti i campi del form:
Entra nella sezione dedicata agli approfondimenti culturali:
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.
Viale Ca’ Granda, 29 (cit. # 79)
20162 Milano
orari: lun ven 9.30 / 18.00
tel. 02 33614196
cell. 333 1953284
email: amitaba@amitaba.net
part. IVA 13152290154
codice univoco per FE: T9K4ZHO
Amitaba invia bimestralmente ai propri amici viaggiatori tramite posta elettronica il “Diario di bordo”, una raccolta che focalizza alcuni dei viaggi in partenza, presenta diversi argomenti di ambito culturale e immagini dei viaggiatori.
1 day ago
Pakistan: Karakorum, Himalaia e Hindu Kush, con la festa di primavera dei Kalash
amitaba.net
Pakistan: Karakorum, Himalaia e Hindu Kush, con la festa di primavera dei Kalash2 days ago
5 days ago
6 days ago
7 days ago
1 week ago
1 week ago
2 weeks ago
2 weeks ago
Sri Lanka: Festival di Kandy, storia ed ayurveda
amitaba.net
Sri Lanka: Festival di Kandy, storia ed ayurveda. Benessere di corpo e mente nella Gemma dei Tropici.2 weeks ago
3 weeks ago
3 weeks ago
amitaba.net
Conoscere il Madagascar, dagli altopiani alle coste dell'Ovest, dalle foreste pluviali agli altopiani centrali.3 weeks ago
3 weeks ago
4 weeks ago
4 weeks ago
4 weeks ago
Tagikistan: Wakhan e Pamir, nel cuore dell’Asia Centrale
amitaba.net
Tagikistan: Wakhan e Pamir, un viaggio tra culture ed etnie affascinanti, alla scoperta di una natura sorprendente4 weeks ago
1 month ago
1 month ago
1 month ago
1 month ago
Mongolia: cultura nomade e Festival del Naadam
amitaba.net
Mongolia: cultura nomade e Festival del Naadam. Dal nord al deserto del Gobi, alla scoperta di un mondo senza confini1 month ago
1 month ago
1 month ago
Pakistan: Karakorum, Himalaia e Hindu Kush, con la festa di primavera dei Kalash
amitaba.net
Pakistan: Karakorum, Himalaia e Hindu Kush, con la festa di primavera dei Kalash