India Himalaia Trek
Ladakh, valle di Markha
Il percorso più celebre tra i Monti della Luna

Panorama dal Ganda La

Nimaling

Passo del Kongmaru La

Vallata verso Skiu

Discesa dal Kongmaru La

Magia di Markha
Il trekking di Markha è abbastanza impegnativo, ma alla portata anche di persone non specialiste, ed è quasi tutto percorribile anche a cavallo. Non sussistono problemi tecnici, a parte qualche facile guado e dei tratti di sentiero un po’ esposti. Il fattore di acclimatazione è fondamentale per una buona riuscita; si consulti per questo la nota tecnica. Si tenga presente per questo l’opportunità di arrivare in Ladakh possibilmente una settimana prima dell’inizio del percorso a piedi; il tempo potrà essere ottimamente utilizzato per visitare la regione prima di cimentarsi con i sentieri.
Presentazione
Per gli appassionati di trekking Markha è tra i percorsi più interessanti per la varietà dell’ambiente, dalla grande valle del fiume Indo alle strette gole tipiche degli ambienti erosivi, ricche di rocce colorate, fino ai vasti scenari delle alte pasture degli yak poste ai piedi di imponenti montagne glaciali. I sentieri disegnano un ampio anello attorno al gruppo di montagne che culminano nella vetta dello Stock Kangri ed i punti d’imbocco sono tutti facilmente raggiungibili da Leh, con diverse opzioni tra cui scegliere. Nel corso del tempo sono giunte delle strade in tre punti del circuito, che possono essere utilizzate per accorciare le parti a piedi e per iniziare da punti più interni. I tre accessi stradali sono, il primo, la carrozzabile che porta dal monastero di Stock a Zinchen, alle falde del passo del Ganda. Il secondo parte dal fiume Zanskar da Chilling e si inerpica fino a Markha e Hunder, un paesino poco oltre. Il terzo collega Shang, alla base del passo del Kongmaru, fino al fiume Indo.
Amitaba consiglia di seguire una direzione antioraria prendendo come punto di partenza il monastero di Spituk o, più oltre, il villaggio di Zinchen, a pochi chilometri da Leh, perché presenta una salita più graduale rispetto a quella da Hemis o Shang, e consente, in questa direzione, anche il possibile utilizzo di cavalli da sella per le salite ai passi di Ganda (4900 mt) e Kongmaru (5150 mt). Alcuni partono da Stock, un’opzione un poco più lunga che richiede la salita di un passo in più, lo Stock La, interessante per le stratificazioni particolari delle rocce. La durata ottimale suggerita è di 10 giorni, anche se molti compiono questo percorso in 8, e qualche velocista anche in minor tempo. Come sempre, al di là del fattore fisico, si consideri nel fare questo trekking il tempo necessario a gustare i bellissimi luoghi che si attraversano: “quando si potrà nuovamente tornare qui?”. Per contenere i tempi si può rinunciare al passo del Ganda (e dello Stock) arrivando direttamente nella valle di Markha, partendo a piedi da qui o da uno dei villaggi più a valle.
Se si segue il sentiero nella direzione suggerita, il primo dei due passi che si valica è il Ganda (4900 mt), da cui si accede alla valle di Markha. Qui i colori incredibili delle conformazioni morfologiche sono lo sfondo di villaggi isolati che esistono in una dimensione in cui il tempo è assente. Piccoli monasteri, chorten, rovine di antiche costruzioni abbarbicate su pendii impossibili e misteriose grotte scavate da mistici nelle pareti rocciose evocano un archetipo vivere dello spirito. Dal villaggio di Markha si sale gradualmente fino all’alta valle di Nimaling, un mondo lunare, con gli yak tranquilli sulle pendici del maestoso Kang Yaze, la cima glaciale che con i suoi 6500 metri regna su questo spazio. Nel penultimo giorno si supera il passo Kongmaru (5150 mt) che con una ripidissima discesa riconduce alla valle del fiume Indo, non lontano dal monastero di Hemis.
Per chi avesse più tempo vi sono delle splendide possibilità di estendere il percorso. Ad esempio, da Nimaling, ai piedi del maestoso Kang Yaze, si può proseguire lungo la valle ad un passo più orientale del Kongmaru, il Chaktsang (5080 mt), passando a ridosso della barriera glaciale ad est del Kang Yaze ed arrivando nella valle di Gya a Lhato, sulla strada che sale verso il passo del Taklang, verso il Rupshu ed il Lahaul. Da qui si può proseguire a piedi fino al lago di Tso Kar e così via, fino ad arrivare in Spiti! Un’altra possibilità è di aggirare il Kang Yaze a sud, arrivando nella valle di Dat e da qui in Rupshu, un percorso decisamente splendido. Per queste valutazioni può essere utile consultare la pagina che raccogli i diversi percorsi del Ladakh.
ORGANIZZAZIONE DEL TREKKING
Amitaba mette a disposizione tutto quanto richiesto per il trekking ed i servizi dall’Italia a Leh, punto di partenza del percorso (voli, trasferimenti, servizi a Delhi, alberghi, guide, ecc.), e può organizzare degli itinerari culturali in Ladakh per utilizzare al meglio le giornate di acclimatazione. Per il percorso a piedi vengono forniti una guida, un cuoco ed assistenti che curano il montaggio del campo; si tenga presente che le guide himalaiane parlano solo la lingua inglese e se fosse indispensabile reperire un accompagnatore che parla l’italiano bisogna segnalarcelo in tempo utile. Per i campi durante il trekking vengono usate tende a due posti, utilizzabili anche come “singole”, ed una tenda comune dove mangiare e ripararsi. Il materiale necessario ed il bagaglio personale vengono portati da animali da carico; si ricorda che sacche, zaini e borse vengono fissate con le corde, e subiscono parecchia usura. È necessario avere un proprio sacco a pelo; a Leh è comunque possibile noleggiarlo. È possibile utilizzare un cavallo per facilitare il percorso; sono animali docili che si limitano a camminare lungo il sentiero, e non richiedono precedenti esperienze di equitazione: sono scherzosamente chiamati “le seggiovie himalaiane”. A volte può essere utile averne almeno uno a disposizione, poichè è psicologicamente utile sapere che “nel caso” si può montare in sella!
Il costo del viaggio varia in funzione del numero dei partecipanti, del tipo di servizi richiesti e del costo dei voli; sarà nostra cura fornire una valutazione economica in tempi brevi. Tutti i viaggi sono coperti da assicurazione.
Per ogni chiarimento o richiesta, contattateci: amitaba@amitaba.net – tel: 02 33614196 – 333 1953284
Programma
I tempi delle tappe indicate sono in media di circa 5 ore di cammino al giorno.
1°g. Leh – Spituk – Zinchen (possibile anche coi mezzi)
Si lascia Leh con la jeep e si attraversa l’Indo nei pressi del monastero di Spituk a circa 3300 metri di quota, e si segue il percorso del fiume per un lungo tratto. In questa prima parte è stata aperta una mulattiera, percorribile anche in jeep, che risale la stretta valle laterale verso il campo di Zinchen: si può così decidere se iniziare il cammino nei pressi di Spituk o più avanti, e se lo si preferisce si può utilizzare la stradina fino dove giunge potendo così arrivare fino a Yuruntse nella prima giornata di cammino.
2°g. Zinchen – Yuruntze
Si prosegue lungo la valle; alla giunzione col sentiero che scende dal passo di Stock la valle si apre. Salendo verso la casa solitaria di Yuruntze la vetta glaciale dello Stok Kangri domina il panorama con i suoi 6200 mt di quota, in un contesto di colori da tavolozza.
3°g. Yuruntze – Ganda La – Shingu
Dal passo del Ganda La (4900 mt) si apre un ampio panorama che spazia fino allo Zanskar. Una selva immensa di montagne desertiche. Si scende attraverso dei tranquilli pascoli, e ci si ferma nei pressi del minuscolo villaggio di Shingu.
4°g. Shingu – Skiu – Pentze
Discendendo una pittoresca gola, dominata da vette verticali che ricordano le nostre dolomiti, si giunge al fiume Markha nei pressi del piccolo monastero di Skiu, dove oggi serpeggia la mulattiera carrozzabile che arriva dal fiume Zanskar e sale fino a poco oltre Markha. Da qui, risalendo il flusso delle acque, si incontrano piccoli villaggi e sui bordi della valle si osservano tracce di romitaggi e rovine di antiche costruzioni. Purtroppo quasi nulla si conosce della storia di questa valle, e le persone del luogo non posseggono che informazioni generiche; è molto interessante esplorare alcuni di questi affascinanti resti.
5°g. Pentze – Markha
Si prosegue lungo la valle arrivando fino a Markha, il villaggio principale della valle, con le rovine di un vecchio forte ed un piccolo monastero.
6°g. Markha – Tchatchutse
Il Kang Yatse (6500 mt) domina il fondo della vallata; si nota, su un ardito pinnacolo ad est del sentiero, il piccolo monastero di Techa (o Humlung); chi lo desidera potrà salire a visitarlo, servono circa 20 minuti. L’ultimo villaggio presenta delle interessanti rovine di una ardita fortificazione abbarbicata ad un impossibile dirupo.
7°g. Tchatchutse – Nimaling
Si sale gradualmente alle pasture degli yak di Nimaling, ai piedi del Kang Yatse. L’ambiente è simile all’altopiano del Rupshu, la sensazione è di essere in un mondo lunare.
8°g. Nimaling
Giornata di riposo per gustare l’ambiente. Si possono fare diverse passeggiate nei dintorni del campo, lungo la valle, che sale verso il passo di Chaktsang, od anche spingersi sulle pendici del Kang Yatse.
9°g. Nimaling – Kongmaru La – Sumdo
Si sale al passo direttamente dalle pasture di Nimalung. Dal passo (5150 mt) l’occhio spazia a nord est fino alle montagne del Tibet e la visuale sulla valle di Nimaling e la catena del Kang Yatse è stupenda. La discesa precipita in una gola caratterizzata da forme geologiche bizzarre, quasi antropomorfe.
10°g. Sumdo – Shang – Valle dell’Indo – Leh
A Shang con una breve deviazione si raggiunge un interessante monastero. Oggi da questa zona è già possibile utilizzare un veicolo per uscire dalla valle; oppure si può proseguire a piedi fino alla vallata di Hemis, che dista qualche ora di cammino, e prendere un mezzo da qui, dove si è a circa 50 chilometri da Leh.
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Casa di Shingu
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