India Himalaia: Spiti, Rupshu e Ladakh
Mondi tibetani
Grande esplorazione himalaiana, da 19 a 23 giorni

Lhalung Gompa

Tabo, affresco

Monaci di Dankar Gompa

Chandra Tal

Tso Kyagar

Sintesi del viaggio
Questo itinerario eccezionale realizza uno dei grandi sogni di un viaggiatore. Partendo dalle pianure dell’India si entra nelle regioni himalaiane dell’Himachal Pradesh e, dopo Shimla, si visita la regione del Kinnaur arrivando da qui nella remota valle dello Spiti, a ridosso del Tibet, un territorio storicamente parte del mitico regno di Gughe, dove si vedono tutti i siti e le antiche opere d’arte himalaiana. Oltre lo Spiti si visita il Lahaul e, proseguendo la traversata verso nord, si arriva sull’altopiano del Rupshu, il magnifico territorio nomadico che si incontra prima di giungere alla valle dell’Indo in Ladakh.
- Delhi
- Kalka
- Shimla
- Rampur
- Sarahan
- Valle di Sangla
- Reckong Peo
- Kalpa
- Nako
- Tabo
- Dhankhar
- Lhalung
- Kungri
- Kaza
- Passo di Kunzum
- Lago di Chandra Tal
- Keylong
- Sarchu
- Tso Kar
- Karzok
- Hemis
- Leh
- Delhi
Presentazione del viaggio
Si tratta di un vero “viaggio”, non un percorso turistico, che porta a contatto con le popolazioni gentili ed ospitali di questa magnifica parte del mondo, offrendo una visione completa anche dei diversi ambienti naturali di questa vasta area dell’Himalaia: dalle profonde vallate ricche di foreste ai deserti d’alta quota trans himalaiani, dove tra le pasture degli yak i candidi ghiacci di monti che sfiorano le stelle si specchiano nelle acque di laghi turchesi. Il viaggio richiede un buon spirito di adattamento e dimestichezza con la vita in ambienti molto semplici. Non è necessario fare dei percorsi a piedi, fatte salvo delle brevi ed opzionali escursioni. È quindi perfetto per chi desidera un’esperienza fortemente culturale che offra anche un genuino senso di avventura.
DURATA DEL VIAGGIO E NOTE SUL PERCORSO
Il percorso che viene illustrato è completo, tocca tutti i siti di maggior interesse senza però dilungarsi in modo eccessivo. Se si ha la fortuna di avere maggior tempo a disposizione si possono includere dei giorni di sosta nel Kinnaur, in Spiti, in Lahaul o in Rupshu, approfondendo ulteriormente la conoscenza del territorio: Amitaba è a disposizione per fornire validi consigli adatti agli interessi di ciascuno. Il viaggio può essere esteso anche ampliando l’esplorazione al Ladakh, meta di questa grande traversata; per dei suggerimenti si possono consultare le pagine che trattano questa regione, ad esempio le possibilità offerte dalle escursioni nella zona di Leh.
Se si ha la necessità di contenere un poco i tempi è possibile rinunciare a delle visite, senza perdere quanto si possa ritenere ‘irrinunciabile’.
Ad esempio, l’itinerario può essere ben eseguito in 21 giorni se non si esplora la valle di Sangla in Kinnaur, recandosi così direttamente da Sarahan a Kalpa; e sostando a Kaza solo una giornata, visitando Ki Gompa e Kibber nel giorno dell’arrivo senza spingersi fino a Tashigan.
Se si volesse ridurre il percorso a 19 giorni, il consiglio è di sostare una sola notte a Keylong visitando ad esempio Khardong Gompa il giorno dell’arrivo e Lapchang il mattino prima di partire per Sarchu; e di andare da Tso Moriri direttamente a Leh.
Il programma “Da Shimla a Leh” illustra invece come si possa eseguire questa traversata himalaiana utilizzando 14 giorni, rinunciando chiaramente ad alcune parti.
È possibile svolgere il medesimo viaggio nella direzione contraria, arrivando a Leh in volo ed attraversando l’Himalaia fino alle pianure. La maggior parte dei viaggiatori preferisce lo schema suggerito perché rende l’acclimatazione più facile, con un incremento di quota graduale. Un’altra considerazione di molti è l’aspetto ambientale, il piacere di godere passo per passo della transizione culturale e climatica che si sperimenta partendo da Delhi via terra, e, oltre le pianure, scoprire l’Himalaia fin dalle prime propaggini.
ARRIVARE IN SPITI DA MANALI
L’itinerario non presenta pericoli, ma è soggetto al rischio dato dalle frequenti frane nell’alto Sutlej, tra Kinnaur e Spiti, che in particolare nel periodo monsonico possono bloccare la strada anche per diversi giorni. È un fattore che va tenuto presente; se dovesse capitare questa sfortuna l’unica alternativa è visitare la parte del Kinnaur fin dove possibile, quindi rientrare a Shimla e da qui raggiungere Manali (un giorno di guida) e procedere per lo Spiti dal passo del Rothang. Così facendo, dovendo poi proseguire verso nord, si attraversa per due volte il passo del Kunzum tra lo Spiti ed il Lahaul (…con un percorso così bello e piacevole!). È comunque l’unica alternativa se non si vuole rinunciare allo Spiti. Negli anni scorsi quando la strada del Sutlej è rimasta bloccata si è preferito non andare a Shimla ed in Kinnaur, e si è raggiunto lo Spiti direttamente via Manali, ridisegnando in modo opportuno l’itinerario.
MONTI TIBETANI DELL’INDIA: DALLE PIANURE GANGETICHE ALLA VALLE DELL’INDO
KINNAUR
Il viaggio parte dalle calde ed umide pianure dell’India; per raggiungere Shimla, capitale coloniale estiva alle porte dell’Himalaia, si utilizza il vecchio trenino del Raj che da Kalka si inerpica lungo le creste dei monti fino a questa cittadina creata dagli inglesi per sfuggire alla calura delle pianure. Oltre Shimla risalendo il fiume Sutlej si aprono le valli del Kinnaur, un antico regno tra monti ancora arborei, punto di transizione tra la cultura induista e buddista; l’architettura è caratteristica, con un uso misto di pietra e legno, anche finemente intagliato. Spicca il tempio di Bhimakali. A Kalpa, la vecchia capitale, gli indù scrutano le cime glaciali del Kinnaur Kailash, una montagna sacra che ricorda la forma del mitico Kailash e supera i 6000 metri: secondo alcuni questa è la dimora invernale di Shiva! Proseguendo lungo la profonda gola del Sutlej si lasciano alle spalle le foreste; a Ribba si trova il primo tempio tibetano storicamente significativo, antico di mille anni. La torre di Morag segnala la vicinanza dello Spiti, a pochi passi dal confine con il Tibet.
SPITI
L’ingresso in questa nuova regione completa la metamorfosi delle popolazioni e del territorio: si è ormai giunti nel deserto d’alta quota, valli profondissime dai colori contrastati, una vastità impossibile da riprodurre in fotografia, dove dimorano genti di lingua e tradizioni tibetane. Prima Nako, poi Tabo, dove si respira ancora la presenza dell’antico regno di Gughe. A Tabo ci si sofferma nella visita di un tempio rimasto intatto dai tempi del santo che ne ha voluto curare ogni dettaglio, il grande Rinchen Zangpo. Egli volle dare forma tridimensionale al nostro essere interiore, esponendone ogni simbolo; anche solo questo luogo merita l’intero viaggio, gli amanti dell’arte chiamano questo storico capolavoro l’ ”Ajanta dell’Himalaia”. Oltre il monastero di Dankhar, sospeso tra terra e cielo, si giunge alla piana di Kaza, “capitale” dello Spiti, ed al monastero di Ki, dove nel 2000 si è svolta l’iniziazione di Kalachakra.
LAHAUL
Si lascia lo Spiti valicando il Kunzum La, di 4551 mt. Dall’Italia questo passo sembra eccessivamente alto; in Himalaia, grazie anche alla progressiva acclimatazione consentita dall’itinerario, la quota sembrerà normale, seppur non abituale come per un pastore Khampa! Una breve deviazione porta a Chandra Tal, il “Lago delle luna”, dove si pone un campo per godere dell’incredibile bellezza naturale; la strada prosegue in un ambiente molto selvaggio, tra montagne turrite di granito e ghiacciai, entrando nel Lahaul. La zona giova di una maggiore umidità rispetto allo Spiti, e per un tratto si osserva un po’ di verde sui pendii. Si sosta a Keylong, la “capitale”, dove si possono visitare degli interessanti monasteri, di cui il più importante è Kardong Gompa.
RUPSHU
Oltre il passo del Baracha (4883 mt) – si apre il territorio magico dei deserti dell’altopiano, e la stupenda traversata che porta ai laghi di Kar e Kyagar, dove spesso si avvistano i Kyang – i cavalli selvaggi del Tibet – e tanti altri animali, tra cui numerosissime marmotte, che condividono i vasti spazi con gli yak e le poche tende dei nomadi. Non è raro osservare le aquile che veleggiano nel cielo. Quassù nel Rupshu siamo nel mondo dei nomadi tibetani di stirpe Khampa, genti libere e tenaci che abitano un mondo lunare. Giunti al “Lago delle montagne”, Tso Moriri, con il solitario monastero di Korzok, anche chi è in viaggio si sentirà un po’ nomade, almeno per un poco!
Raggiunta la valle dell’Indo, si entra nel cuore del Ladakh, il Piccolo Tibet. Si visitano i monasteri più famosi, come Hemis, ed altri meno noti ma carichi di energia spirituale.
Dall’aereo che lascia Leh, si avrà già voglia di tornare…
ORGANIZZAZIONE DEL VIAGGIO
Per questo itinerario è necessario avere una guida che conosca bene il territorio. La maggior parte di queste parla la lingua inglese; se questo è un problema si possono utilizzare due persone, di cui una che fa da interprete. È anche necessario predisporre dei permessi per il transito in alcune parti dello Spiti che vengono rilasciati dalle autorità locali; Amitaba si prende cura di questo dettaglio.
L’unica località dove si trovano hotel anche di alto livello è la città di Delhi mentre a Shimla ed a Leh ci sono alberghi di buona qualità; se si segue il percorso via Manali, anche qui ed a Chandigarh la qualità degli alloggi è buona. Per tutte le altre soste si pernotta in locande, le migliori disponibili; il criterio di scelta sono pulizia ed igiene, ma sono sempre piuttosto spartane. Nella parte che si volge in Rupshu da Sarchu ed oltre per alcune soste si utilizzano dei campi fissi, dove solitamente le tende hanno anche servizi propri.
Per gli spostamenti da Shimla a Leh si utilizzano veicoli tipo jeep, come la Tata o la Toyota indiana; per giungere a Shimla, se non si andasse in treno, e per gli spostamenti a Delhi si utilizza un veicolo privato dotato di aria condizionata. Da Leh a Delhi si utilizza un volo interno indiano.
Il viaggio richiede un buon senso di adattabilità, non tutti sono abituati ad una vita piuttosto semplice e spartana. Per chi è pronto, questo aspetto regala all’itinerario, già di per sé assolutamente entusiasmante, un bel sapore di avventura. Amitaba ha sperimentato con successo la partecipazione a questo tipo di viaggio anche di persone che non avevano avuto precedenti esperienze, ma partite consapevoli e con una buona motivazione.
Il costo non è riportato perché varia in funzione del numero dei partecipanti, del tipo di servizi richiesti e del costo dei voli; sarà nostra cura fornire una valutazione economica in tempi brevi. Tutti i viaggi sono coperti da assicurazione.
Per ogni chiarimento o richiesta, contattateci: amitaba@amitaba.net – tel.: 02 33614196
Programma del viaggio
1°g. Italia – Delhi
Per il volo si può scegliere tra un gran numero di compagnie aeree; per orari e costi contattare Amitaba. All’arrivo si viene ricevuti dal corrispondente indiano di Amitaba e dalla guida; trasferimento in hotel.
2°g. Delhi
Nella giornata di oggi si prevede una visita guidata della città, che potrà essere completa o più breve in funzione sia dell’orario di arrivo che del gradimento dei partecipanti. I siti toccati da una visita classica sono il Forte Rosso, che fu il palazzo degli imperatori musulmani, la moschea di Jama Masjit, costruita in classico stile mughal, la tomba di Humayun, del XVI secolo, considerato il mausoleo precursore del Taj Mahal, il Qutab Minar, una torre alta 75 metri dalle stupefacenti proporzioni edificata tra il XII e il XIII secolo, l’India Gate, simbolo dell’India moderna, ed il mausoleo di Gandi, dove una lastra di marmo nero segna il punto della sua cremazione, un luogo molto venerato, nel cuore di tutti gli indiani.
3°g. Delhi – Kalka – Shimla (2130 mt)
Partenza di prima mattina in treno per Kalka, da dove, con il trenino coloniale del Raj, ci si reca a Shimla (2130 mt), vecchia capitale del Raj britannico che conserva ancora molti edifici in stile coloniale. Sistemazione e cena in albergo.
4°g. Shimla – Rampur (924 mt) – Sarahan (2300 mt)
Partenza con le jeep che trasportano anche l’occorrente per fare i campi. La strada inizialmente segue le creste dei monti, per poi raggiungere il fiume Sutlej. Si entra nella valle di Rampur e quindi si sale al villaggio di Sarahan, dove è situato il tempio induista di Bhimakali, un esempio eccellente della tipica architettura locale. A Sarahan si può pernottare in una locanda a pochi metri dal tempio. La tappa è di 194 km.
5°g. Sarahan – Valle di Sangla
Si torna verso il vorticoso fiume Sutlej e se ne risale il corso fino ad una valle posta sul lato orografico destro che porta a Sangla, un villaggio con molte case tradizionali tipiche e alcuni templi, tipiche costruzioni del Kinnaur. Proseguendo si arriva a Chitkul, un villaggio molto ben conservato, situato nel punto più alto della valle. Rientrati a Sangla, dove si alloggia in semplice albergo, si visita il forte di Kamru, capitale dell’antico regno di Bushahr, che si raggiunge con una breve passeggiata.
6°g. Valle di Sangla – Rekong Peo (2290 mt) – Kalpa (2960 mt)
Si torna nella valle del Sutlej e se ne prosegue la risalita per un tratto fino a Rekong Peo, da dove si sale al panoramico villaggio di Kalpa posto sul versante occidentale della valle, da dove si gode di una grandiosa visuale sul Kinnaur Kailash, considerato una dimora invernale di Shiva. Kalpa è un grazioso villaggio con il tipico carattere del Kinnaur, con le costruzioni miste di legno e pietra, e vi si trova un interessante complesso templare. Pernottamento in un semplice albergo.
7°g. Kalpa – Nako (3600 mt)
Da Kalpa si ridiscende al fiume Sutlej. Si sosta a Ribba per visitare l’antico monastero; superata Morag, dove in circa un’ora e mezza a piedi dal fiume chi lo desidera può salire al villaggio che ha un piccolo monastero, si arriva alla confluenza col fiume Spiti e si inizia a risalirne il corso. Con un’escursione a piedi di circa 1 km ci si può recare al monastero di Tilasangh, dove si dice che ad una statua crescano i capelli. Nel bellissimo villaggio di Nako si trova un monastero di scuola Drukpa che risale all’XI secolo, che contiene importanti reperti artistici. Si alloggi in una locanda, la tappa è circa 105 km.
8°g. Nako – Tabo (3050 mt)
Oltre Nako ci si reca al monastero di Chango, situato su una spalla che domina il fiume. A Tabo l’antico Gompa, intatto dai tempi del grande santo tibetano Rinchen Zangpo che ne curò l’attuale disposizione, per l’ineguagliabile bellezza di statue ed affreschi è considerato l’ “Ajanta dell’Himalaia”. Tabo è una perla anche per la potente energia spirituale che lo permea. Si pernotta in una locanda tibetana; tappa di circa 80 km.
9°g. Tabo – Dankhar (3890 mt) – Lhalung (3950 mt)
Con la jeep si raggiunge il colle dove è appollaiato l’antico monastero di Dankhar, tra monti coperti di ghiacci, che domina la confluenza dei fiumi Pin e Spiti. Una valle laterale porta poi a Lhalung, un bel villaggio il cui Gompa, anch’esso antico di circa 1000 anni, contiene sculture lignee e dipinti stupendi. Per chi lo desidera, è possibile raggiungere Lhalung a piedi in circa 3 o 4 ore da Dankhar, seguendo un sentiero che passa a mezza costa sopra l’ampia valle dello Spiti. Si pernotta nella casa di una famiglia tibetana; tappa di circa 72 km.
10°g. Lhalung – Kungri (3520 mt) – Kaza (3600 mt)
Si risale per un tratto la valle del Pin, porta di accesso di una delle zone più selvagge dell’Himalaia indiano, ed a Kungri si visitano i due antichi Lhakhang che contengono antichissime statue lignee di divinità tantriche rappresentate in unione mistica; i due tempietti sono oggi parte di un grande complesso monastico. Tornati al fiume Spiti in breve si arriva a Kaza, “capitale” dello Spiti, dove ci si sistema in una locanda; una tappa di circa 72 km.
11°g. Kaza
Escursione al monastero di Ki (4116 mt), il principale dello Spiti, dove nel 2000 S.S. il XIV Dalai Lama ha tenuto la grande iniziazione tantrica di Kalachakra. Da Ki si prosegue per Kibber (4205 mt), dove si trova una fonte sacra in un giardino dove sono conservati i resti di un grande Lama, e per Tashigang (4400 mt). Questi interessanti villaggi, sui bordi dell’altopiano, sono tra i più alti luoghi permanentemente abitati dell’Himalaia.
12°g. Kaza
Escursione a Thag Yud sui monti ad est di Kaza, l’unico Gompa di scuola Sakya della regione. Salendo alti sulla vallata e oltre una profonda gola si transita dal villaggio di Comic, dove si trova anche un bel tempio, e proseguendo tra panorami grandiosi si giunge al monastero, situato in una posizione di bellezza incredibile tra i possenti monti dello Spiti, un luogo spiritualmente vivissimo.
13°g. Kaza – passo di Kunzum (4551 mt) – Lago di Chandra Tal (c.a. 4300 mt)
Lasciata Kaza si risale la parte più alta del corso del fiume Spiti arrivando allo spettacolare passo del Kunzum, che si apre sul Lahaul. Con una breve deviazione si arriva nei pressi di Chandra Tal, il “Lago della luna”, raggiungendo il lago a piedi in circa un’ora; per chi lo desidera, anche dal passo del Kunzum c’è un facile sentiero, molto panoramico, che segue il bordo orientale della valle arrivando senza particolari problemi al lago in circa tre ore. Dopo la visita si torna per la notte sotto la base occidentale del passo, dove si trovano delle spartane locande.
14°g. Chandra Tal – Keylong (3350 mt)
Seguendo il fiume Chandra si entra in Lahaul, attraverso un ambiente molto selvaggio e un po’ più arboreo, dove i ghiacciai giungono fino al fondovalle e le montagne turrite sembrano delle magiche cittadelle sospese nel cielo. Sotto il passo del Rothang ci si congiunge alla strada che giunge da Manali, che si seguirà da qui fino in Rupshu. Prima di giungere a destinazione si può eseguire un’escursione salendo a piedi all’antico tempio di Gurughantal, che secondo la tradizione fu fondato da Padmasambava, il secondo Budda per i tibetani, che loro chiamano Guru Rimpoce. A Keylong si alloggia in un semplice albergo; la tappa è di circa 130 km.
15°g. Keylong
Visita della cittadina, “capitale” del Lahaul e dei monasteri appollaiati sui monti circostanti, di cui i più importanti sono Khardong e Lapchang.
16°g. Keylong – Sarchu (4200 mt)
Superato il passo del Baralacha (4883 mt) si entra nel Rupshu; da questo passo un trekking di circa tre giorni porta al lago di Chandra Tal, dove si era sostato per un campo. La discesa dal passo è breve, perché ora si è giunti sull’altopiano, dove le quote minime superano i 4000 mt; in questo deserto d’alta quota i colori sono vividi, l’aria purissima. Si sosta nella zona di Sarchu dove ci sono alcun i campi fissi; si percorrono circa 110 km.
17°g. Sarchu – Tso Kar (4600 mt c.a.)
Valicato il Lachlung La (5060 mt) si supera il campo di Pang e lasciata la strada principale in breve si giunge al lago di Tso Kar, uno spettacolare percorso di circa 170 km. Il nome significa lago bianco, per via dei residui minerali che lo circondano e ne fanno risaltare il meraviglioso color turchese. Si alloggia in un campo fisso nei pressi del lago; nei dintorni si notano rare casupole, rifugio invernale dei nomadi; a volte è anche possibile ottenere dei cavalli dai nomadi Khampa per esplorare i dintorni.
18°g. Tso Kar – Korzok (Tso Moriri – 4500 mt c.a.)
La tappa si sviluppa attraverso la zona più bella del Rupshu, regno dei nomadi Khampa. Oltre due facili passi, tra cui si trovano fonti sulfuree, si transita dal lago di Thatsang (conosciuto anche come Tso Kyagar). Con un po’ di fortuna si avvistano i Kyang, i cavalli selvaggi del Tibet; più comuni sono le marmotte ed anche le aquile. Giunti al vasto lago di Tso Moriri, lungo 28 chilometri, e contornato da montagne che raggiungono i 6500 metri, si sosta in una locanda o in un campo fisso a Korzok, dove la strada termina e si trova un bel monastero. Si percorrono circa 80 km.
19°g. Korzok – Mahe (3600 mt) – Hemis (3700 mt)
Lasciato il lago di Tso Moriri si torna verso Tso Kyagar e oltre il passo si segue il torrente fino al fiume Indo a Mahe. Da qui si segue il corso del fiume finché si apre l’ampia valle che porta a Leh arrivando a Hemis, il monastero di scuola Kagyu principale del Ladakh, molto bello da visitare. Si sosta qui in una semplice locanda; la tappa è ci circa 200 km. Se si preferisse, dopo la visita si può proseguire fino a Leh; se si sosta si ha l’opportunità di vedere il sito meglio e di recarsi il mattino seguente all’eremo di Hemis, Kotsang.
20°g. Hemis – Leh (3500 mt)
Al mattino, possibilità di recarsi a piedi all’eremo di Kotsang. Prosecuzione lungo la sponda ovest dell’Indo con la visita dei monasteri di Stakna e Matho. Giunti a Leh, che dista solo circa 45 km, sistemazione in un comodo albergo.
21°g. Leh
Esplorazione di Leh, passeggiando fino al monastero di Sankar e visitando il castello e Tsemo Gompa. Si potrà anche dedicare del tempo agli acquisti nei bei negozietti e mercatini della cittadina. In alternativa si possono anche visitare i monasteri più vicini (Tikse, Phyang, ecc.).
22°g. Leh – Delhi
I voli per Delhi partono al mattino presto; all’arrivo, accoglienza da parte del corrispondente indiano di Amitaba. Si può scegliere se disporre di una stanza in un hotel da utilizzare per la giornata o di un veicolo con autista e, se lo si ritiene opportuno, anche una guida che parla la lingua italiana, per completare le visite della città e per gli acquisti. Dopo cena ci si trasferisce all’aeroporto internazionale, da dove la gran parte dei voli per l’Europa parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino.
23°g. Volo Delhi – Italia
ITINERARIO DI 21 GIORNI
5°g. Sarahan – Kalpa
12°g. e 13°g. condensati in uno
ITINERARIO DI 19 GIORNI
15°g. Keylong – Sarchu
19°g. Tso Moriri – Leh
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