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India Himalaia


Ladakh, Rupshu, Lahaul, Spiti e Kinnaur

Grande traversata della catena himalaiana


Affreschi a Saspol

Salita la passo di Lachlung

Donna ladakha

Nako

Tashigang, Spiti

PARTENZA
12/8/2023
RITORNO
27/8/2023
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
16 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Giunti a Leh, capitale del Ladakh, dopo una visita della città e la visita dei siti storici ed artistici più interessanti, un momento iniziale stupendo che è anche necessario per l’acclimatazione, si procede verso sud arrivando fino alle lontane pianure dell’India, attraversando l’intera catena himalaiana in uno dei suoi punti più larghi. È un itinerario tra i più belli e vari in assoluto in queste regioni per l’incontro con le diverse aree naturali, climatiche ed etniche del Ladakh, del Rupshu, del Lahaul, dello Spiti e del Kinnaur e la visita dei siti più significativi ed importanti.

Fa che sia il tuo cuore a scegliere la meta, e la ragione a cercare la via.
  • Delhi
  • Leh
  • Bazgo
  • Saspol
  • Alchi
  • Keylong
  • Chandra Taal
  • Kunzum La
  • Losar
  • Kaza
  • Monastero di Ki
  • Tashigang
  • Dankar
  • Tabo
  • Nako
  • Rekong Peo
  • Kalpa
  • Sangla
  • Chitkul
  • Sarahan
  • Shimla
  • Chandigarh

 Presentazione del viaggio


Il viaggio è ricchissimo di contenuti, perfetto per ogni viaggiatore che sia interessato a conoscere aree del mondo non ancora “turistiche”, dove è possibile un forte incontro con culture diverse, ma molto ospitali, che sorprendono per la serenità che si riscontra in persone che pur possiedono ben poco da un punto di vista materiale. Non sono richiesti campi mobili o percorsi di trekking, il tour è accessibile a chi abbia il desiderio di vivere una stupenda avventura, arricchita da un interessante approfondimento culturale, e richiede solo un poco di adattabilità.

LA GRANDE TRAVERSATA DELL’HIMALAIA

Dopo uno stupendo inizio con le visite di Leh e dei gioielli storici ed artistici del Ladakh si parte per le lontane pianure dell’India seguendo la spettacolare strada militare che collega la valle dell’Indo con le regioni meridionali e porta inizialmente tra le pasture nomadiche del Rupshu, dove si visita il lago turchese di Tso Kar, e attraverso le aride regioni di Karnak e Sanku e valicati due spettacolari passi, si fa tappa a Keylong, “capitale” del  Lahaul; una regione questa che, confrontata col Ladakh, giova di maggiore umidità e dove si osserva un po’ di verde sui pendii.
Oltre Keylong si risale la valle del fiume Chandra, che incanta per le fantastiche guglie, monti turriti di granito e ghiacciai che ne ornano il versante meridionale, giungendo al mitico Chandra Tal, o “Lago della Luna”; da qui si valica il passo del Kun Zum che si apre sullo Spiti, un magnifico territorio a sud-est del Ladakh, anch’esso di cultura buddista, quasi altrettanto arido e forse ancora più selvaggio. Si visitano tutti i villaggi e i monasteri più interessanti avendo modo di ammirare, oltre alla meraviglia naturale di valli profondissime, pressoché desertiche e dai colori contrastati, alcuni dei reperti artistici più preziosi della cultura buddista tibetana. Emergono le radici di una storia millenaria legata alle vicende dell’antico regno tibetano di Gughe: dall’incomparabile tempio di Tabo, che gli amanti dell’arte chiamano l’ “Ajanta dell’Himalaia”, a luoghi meno conosciuti ma altrettanto preziosi, da Tashigang e Lhalung a Nako.
Oltre, si segue il corso del fiume Spiti arrivando alla confluenza col possente Sutlej, con i ripidi monti che cominciano ora gradatamente ad avere una copertura arborea, e si entra nella regione del Kinnaur. Questo antico regno segna il punto di transizione tra la cultura induista e buddista; l’architettura tradizionale qui è caratterizzata da un uso misto di pietra e legno, anche finemente intagliato. Da Kalpa, la vecchia capitale, gli indù scrutano le cime glaciali del Kinnaur Kailash, una montagna sacra che supera i 6000 metri: secondo alcuni questa è la dimora invernale di Shiva, da cui il nome ‘Kailash’ che sarebbe, invece secondo i devoti del Kinnaur, la sua dimora estiva. Si esplora la remota valle di Sangla, dove prosperava l’antico regno di Bushahr, con Kamru e Chitkul, arrivando poi a Sarahan e Bhimakali, un importante tempio induista che presenta l’apice del peculiare stile architettonico del Kinnaur. Si giunge così a Shimla, vecchia capitale estiva del periodo coloniale, da dove si prosegue per l‘aeroporto di Chandigarh, completando una tra le più belle traversate della catena himalaiana.

I dettagli del percorso sono indicati di seguito, nel Programma del Viaggio. Per ulteriori informazioni sul territorio ed un approfondimento delle tematiche culturali e storiche si possono consultare le pagine del sito di Amitaba, con particolare riferimento alla sezione dedicata all’India himalaiana occidentale.

NOTA TECNICA

Gli spostamenti vengono effettuati con veicoli privati, tipo jeep e auto, non pulmini, perché sono più adatti alle strade himalaiane. A Leh si alloggia in un comodo hotel – si ricorda che il massimo standard disponibile in Ladakh è equivalente a quello di un nostro alberghetto di montagna, ma la pulizia è sufficiente, si dispone di stanze con bagno e acqua calda e l’hotel ha un generatore di corrente nel caso (…spesso) “salti” la luce. Si utilizza un hotel anche a Shimla mentre nel resto del percorso si dispone di semplici alberghi, i migliori disponibili in una zona che non è turistica, comunque puliti anche se a volte molto basici ma con stanze solitamente dotate di servizi; la sistemazione più umile è quella del villaggio di Losar, dove si utilizza comunque la migliore disponibile. A Delhi non è previsto l’utilizzo di hotel per via delle connessioni volo che non lo rendono necessario; se si preferisse, Amitaba potrà predisporre questo servizio e soddisfare ogni altra richiesta dei viaggiatori, con costi molto contenuti.

CLIMA E ATTREZZATURA

A Delhi in estate ci possono essere anche 35/40 gradi e piogge. In Ladakh, in Lahaul ed in Spiti invece il clima è secco e le temperature più miti, ma le escursioni termiche possono essere notevoli, con il sole caldo che brucia nonostante l’aria fresca e temperature minime che possono arrivare di notte a 10 gradi. Arrivando poi verso la parte meridionale del Kinnaur ed a Shimla è più facile incontrare piogge. È opportuno attrezzarsi con indumenti caldi per passare in modo confortevole le serate più fredde. Si consiglia di portare indumenti in pile ed una giacca di piumino o meglio ancora una giacca da montagna in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode, ed un paio di scarponcini comodi e caldi per i percorsi a piedi. Molti portano un sacco lenzuolo per evitare di dover per forza utilizzare le lenzuola fornite localmente, a volte non bellissime. Portare uno zaino. È importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi e una pila, possibilmente frontale.

L’ALTA QUOTA DELL’HIMALAIA INDIANO

Andare nell’Himalaia indiano significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Leh stessa si trova a quasi 3500 metri. La buona riuscita di un viaggio quindi deve sempre tenere in considerazione questo fattore. Per l’adattamento è necessario prevedere una gradualità di salita e bisogna non esagerare nello sforzo fisico i primi giorni; l’itinerario previsto tiene conto di queste esigenze. La parte che può generare più apprensione è quando si lascia Leh per attraversare l’altopiano del Rupshu valicando gli alti passi del Taglang (5328 mt), Lachlung (5060 mt) e Baralacha (4883 mt), ma si ha già una discreta acclimatazione perché si parte il quarto giorno dall’arrivo in quota e non si sosta per la notte a queste altissime quote arrivando a Keylong, che è situata a 3100 mt; oltre, si valica il passo del Kunzum (4551 mt) scendendo per la notte ai 4080 mt di Losar, che è la quinta che si trascorre in quota.
Molti hanno avuto un riscontro positivo utilizzando il diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota, totale: 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2 o 3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso non preventivo, successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico.
Si consideri comunque che migliaia di persone affrontano queste difficoltà senza particolari disturbi.

 Programma del viaggio


1°g.  Sabato 12 agosto, partenza in volo per Delhi
Per raggiungere Delhi in India vi sono diverse possibilità di scelta per i voli e Amitaba può prenotare quello preferito dai viaggiatori; la maggior parte dei collegamenti giunge a Delhi nelle prime ore del mattino successivo. All’arrivo ci si trasferisce alle partenze nazionali nello stesso aeroporto. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può predisporre un servizio di accoglienza all’aeroporto e prenotare un hotel e ogni altro servizio richiesto.

2°g.  13/8 Delhi – Leh
Il volo per Leh parte di prima mattina (orari da verificare); dall’aereo di godono panorami stupendi sull’Himalaia dell’India. A Leh si viene ricevuti dal corrispondente di Amitaba in Ladakh; sistemazione in uno dei migliori hotel della città (lo Snowland o simile) e riposo per favorire l’adattamento alla quota; Leh è posta a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra i campi e le tipiche case dei contadini ladakhi.

3°g.  14/8 Leh
Visita di Leh: il Palazzo Reale con i templi adiacenti, la Pagoda della Pace, il panoramico Tsemo Gompa, dove sorgono anche i resti di quello che fu il primo castello della dinastia reale Namgyal, la parte vecchia ed il mercato.

4°g.  15/8 Leh, escursione a Bazgo, Saspol e Alchi
Si lascia Leh seguendo la valle del’Indo verso ovest e, oltre la spettacolare confluenza col fiume Zanskar, si visita Bazgo, un paesino molto pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte ed alcuni templi con decorazioni stupende che contengono due impressionanti statue di Maitreya. Fu da Bazgo che il re Bhagan riuscì a riunificare il Ladakh nel XVI secolo. Ci si reca poi alle grotte di Saspol: custodiscono affreschi di sorprendente bellezza in un luogo che fu casa di santi eremiti. Si prosegue per il vicino monastero di Alchi, fondato nell’XI secolo da Kaldan Sherab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contiene magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Completata la visita si rientra a Leh.

5°g.  16/8 Leh – Keylong
Si parte presto risalendo la valle dell’Indo seguendo la strada militare che collega il Ladakh con l’Himachal Pradesh; si entra tra le ripide montagne policrome a sud del fiume Indo incontrando il villaggio di Gya, con un monastero su una rupe tra le rovine di un grande forte che cingeva le creste ardite. Si continua a salire con panorami sempre più spettacolari arrivando al passo del Taglang, alto 5328 mt, che si apre sull’altopiano del Rupshu. Si entra nel territorio dei nomadi, gente che sopravvive a condizioni climatiche impensabili; in diversi punti si potranno vedere i loro campi e le greggi di yak, ed a volte anche animali selvaggi come il kyang, le marmotte, raramente i lupi e spesso le aquile. Una breve deviazione porta al lago salato di Tso Kar (4530 mt), imperdibile gemma turchese, il cui sale è stato estratto e usato per secoli come merce di scambio in Ladakh. Si prosegue il viaggio arrivando in breve tempo al campo tendato di Pang e si valica il Lachlung La (5060 mt) accedendo alla zona meridionale del Karnak, uno dei regni del trekking di queste remote regioni. Si prosegue lungo l’altopiano fino al passo del Baralacha (4883 mt) che si apre sui territori del Lahaul, un’area ancora piuttosto desertica ma più arboreo del Ladakh. Oltre Darcha, punto di accesso per un percorso che porta in Zanskar, seguendo il fiume si arriva a Keylong, “capitale” del Lahaul, posta a 3100 mt di quota. Sistemazione in un albergo modesto ma con un piacevole ristorante, il Tashi Delek o simile.

6°g.  17/8 Keylong – Chandra Tal – Kunzum La – Losar
Si prosegue il viaggio arrivando al fiume Chandra, di cui si inizia la risalita; dopo un tratto si lascia la strada principale, che conduce a sud verso Manali, continuando lungo la medesima valle verso est, in un ambiente molto selvaggio dove i ghiacciai giungono fino al fondovalle e le montagne turrite sembrano magiche cittadelle sospese nel cielo. Giunti in fondo alla vallata con una deviazione a nord ed una piacevole passeggiata si raggiunge il lago di Chandra Tal, che ha anche ispirato il bel libro scritto da Massimo Dusi “Il lago delle visioni” (Marsilio edizioni). Superato il passo del Kunzum (4551 mt) si entra in Spiti, incontrando i primi insediamenti a Losar, dove si alloggia in una semplice locanda.

7°g.  18/8 Losar – Kaza
Si prosegue per Kaza (3600 mt), centro principale della regione, dove come primo ‘dovere’ si devono ritirare i permessi di transito per poter proseguire fino al fiume Sutlej; ci si sistema presso l’hotel Snowlion o simile e si visita il paese. Nel pomeriggio ci si reca sui monti ad est per un’escursione a Thag Yud, l’unico Gompa di scuola Sakya della regione. Oltre una profonda gola salendo alti sulla vallata si transita dal villaggio di Comic, dove si trova anche un bel tempio, e proseguendo tra panorami grandiosi si giunge al monastero, situato in una posizione di bellezza incredibile tra i possenti monti dello Spiti, un luogo spiritualmente vivissimo.

8°g.  19/8 Kaza, escursione a Ki, Kibber Tashigang
Si effettua un’escursione al monastero di Ki, il principale dello Spiti, dove nel 2000 S.S. il XIV Dalai Lama ha conferito una grande iniziazione di Kalachakra. Consultando il sito di Amitaba nella sezione “Cultura” si trova la storia di questo evento. Da Ki si prosegue per Kibber (4205 mt) e Tashigang (4400 mt), dove nel tempietto si trovano affreschi antichi e molto belli, un assaggio della preziosa arte di questa remota regione. Questi interessanti villaggi, sui bordi dell’altopiano, sono tra i più alti luoghi permanentemente abitati dell’Himalaia.

9°g.  20/8 Kaza – Dankar – Lhalung – Tabo
Oltre la confluenza dello Spiti col fiume Pin si lascia la strada principale per inerpicarsi lungo una stradina sul versante orientale della valle raggiungendo lo sperone dove, tra monti policromi, è appollaiato il panoramicissimo monastero di Dankar, che origina dall’XI secolo e contiene diversi oggetti di pregio. Edificato in una posizione decisamente spettacolare, si erge sopra l’oasi e domina la confluenza dei fiumi Pin e Spiti; sulla sommità del monte si trovano i resti del vecchio palazzo nobiliare utilizzato in passato dal Gyalpo (re) di Dankar. Si lascia questa magica oasi incastonata tra i selvaggi monti himalaiani seguendo una strada sterrata di recente costruzione che passa a mezza costa sopra l’ampia valle dello Spiti e si addentra nella valle laterale che porta a Lhalung. Questo bel villaggio perfettamente preservato custodisce un Gompa fondato anch’esso nel periodo del celeberrimo Tabo, intorno all’anno 1000, quando la regione era parte dell’antico regno di Gughe. Gli interni di questo pressoché ignorato tempio sono un esempio rarissimo della metamorfosi che l’arte giunta da Ghandara e Nalanda ha avuto nell’incontro col mondo dell’Himalaia. Tornati al fiume Spiti si prosegue seguendo il deflusso delle acque lungo la spettacolare valle fino a Tabo, dove si alloggia presso il Tiger Den, un semplice alberghetto, o simile.

10°g.  21/8 Tabo – Nako
L’antico Gompa di Tabo è rimasto intatto dai tempi del grande santo tibetano Rinchen Zangpo, che ne curò l’attuale disposizione (XI secolo). Tabo è considerato l’ “Ajanta dell’Himalaia” per l’ineguagliabile bellezza di statue ed affreschi, ed è una perla anche per la potente energia spirituale che lo permea. Dopo un’approfondita visita si prosegue il viaggio lungo lo Spiti; si transita da Chango, dove su uno sperone sopra il villaggio vi è un vecchio tempio, mentre il monastero Kagyu, di recente costruzione, è situato all’interno dell’ampia vallata ricca oggi di alberi di mele, l’importante fonte di reddito del villaggio. Arrivando a Nako (3600 mt) si incontra uno dei punti più spettacolari del percorso, con la strada che serpeggia sempre più alta sopra la valle con panorami eccezionali; si alloggia in un semplice alberghetto, l’Hotel Rio Purguil o simile. Passeggiare tra le strette viuzze del paese porta indietro nel tempo; vi è un laghetto, considerato sacro, con diversi piccoli templi e un monastero storicamente importante di scuola Drukpa, che risale all’XI secolo, dove si assapora un ultimo interessante esempio dell’antica arte pittorica di Gughe.

11°g.  22/8 Nako – Rekong Peo – Kalpa
Si scende fino al fiume e oltre una stretta gola si arriva alla confluenza con il Sutlej, a pochi chilometri dal confine col Tibet. Si segue il possente fiume transitando da Morag, che segna il punto più settentrionale della regione storica del Kinnaur, dove si ammira una torre fortificata costruita stratificando pietre e legno, il tipico stile di questa nuova regione. Le valli rimangono ripidissime ed il territorio diventa progressivamente meno arido, con le foreste che gradatamente iniziano ad ammantare i monti, dove fanno capolino diverse vette turrite ed innevate. Arrivati a Rekong Peo (2290 mt), l’attuale capitale del Kinnaur, si sale al panoramico villaggio di Kalpa (2960 mt), posto sul versante occidentale della valle. Questo grazioso villaggio conserva il tipico carattere del Kinnaur, con le costruzioni miste di legno e pietra, e vi si trova un interessante complesso templare; fu prescelto come località di soggiorno dai coloni inglesi per il clima e la spettacolarità della visuale che offre: se è limpido si ammira sul versante opposto della vallata il Kinnaur Kailash, mitico monte di oltre 6000 metri, che prende questo nobile nome dal fatto che da molti è considerato la dimora invernale di Shiva, più che per una effettiva somiglianza col monte Kailash. Si alloggia in un semplice hotel, il Kinner Villa o simile.

12°g.  23/8 Kalpa – Sangla e Chitkul
Si torna a valle, si prosegue per un tratto lungo il Sutlej e quindi si imbocca una valle scoscesa che si affaccia sul lato orografico destro, dove tuona un impetuoso torrente himalaiano. Si arriva a Sangla, un villaggio con molte case tradizionali e alcuni templi, tipiche costruzioni del Kinnaur, che fu una capitale del regno di Bushahr; nei pressi del paese si trova il forte di Kamru, che si può raggiunge con una breve passeggiata. Si prosegue lungo la valle arrivando fino a Chitkul, un tipico villaggio himalaiano molto ben conservato, l’insediamento situato nel punto più alto. Si rientra quindi a Sangla, dove si alloggia in un semplice albergo, il Parkash Regency o simile.

13°g.  24/8 Sangla – Sarahan
Si torna al vorticoso fiume Sutlej e si prosegue verso sud superando le profonde gole intagliate dalle possenti acque, ai piedi di montagne ripidissime e spettacolari. Arrivati nella zona di Rampur (924 mt), si sale a Sarahan (2290 mt). Questo villaggetto fu una capitale del regno di Bushahr; vi si trova il palazzo dell’ultimo Maharaja, ma il sito che attrae fin qui è il tempio induista di Bhimakali, il cui edificio ligneo più antico risale a circa 800 anni fa. E’ uno degli esempi più belli di architettura tradizionale di queste regioni himalaiane. Si alloggia in un semplice albergo di stato, l’HPTDC.

14°g.  25/8 Sarahan – Shimla
Tornati al fiume lo si segue per un tratto e quindi la strada raggiunge e segue le creste dei monti, arrivando a Shimla (2130 mt). Questa cittadina appollaiata sulle cresta dei monti, vecchia capitale del Raj britannico, conserva ancora molti edifici in stile coloniale. Sistemazione presso l’hotel East Bourne o simile.

15°g.  26/8 Shimla – Chandigarh e volo di rientro
Si parte per l’aeroporto di Chandigarh, che dista circa 125 km, un percorso che richiede approssimativamente 4 ore. Da qui si prende un volo per l’aeroporto internazionale di Delhi, dove la gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può prenotare un hotel e predisporre ogni altro servizio richiesto.

16°g.  Domenica 27 agosto, arrivo a destinazione

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 DOCUMENTI DI VIAGGIO

PAESI E TRADIZIONI

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Vallata di Pang

 GALLERIA FOTOGRAFICA

Tso Kar
Dankar Gompa
Affreschi a Saspol
Salita la passo di Lachlung
Donna ladakha
Nako
Tashigang, Spiti
Visuale dal passo Baralacha
Monti e villaggio dello Spiti
Erosioni, area di Kaza (Spiti)
Statua a Lhalung
Morag, Kinnaur
Bimbi di Kalpa (Kinnaur)
Chitkul
Gola del Sutlej, Kinnaur

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.