India Himalaia Ladakh
La porta del Tibet
Viaggio da 14 a 17 giorni

Leh, Castello, Gompa e negozietti

Lamayuru

Chemrey Gompa

Tikse Gompa

Donne di Tak Tok

Sintesi del viaggio
Il viaggio prevede la visita dei i siti classici del Ladakh; si arriva ad ovest fino al confine storico di Mulbeck, la ‘Porta del Tibet’, e si vedono i monasteri della valle dell’Indo nella regione di Leh. Un compendio che porta in monasteri dove sono custoditi reperti artistici stupendi e in villaggi ed in siti meno frequentati, ma che riverberano di una fortissima atmosfera spirituale. Il percorso prevede come punto più alto di sosta per la notte la cittadina di Leh.
Se si avesse l’esigenza di contenere i tempi, si possono ridurre di un giorno le visite nei dintorni di Leh e/o si può arrivare verso ovest solo fino a Lamayuru. Per chi invece ha la possibilità di fermarsi più a lungo, si suggerisce un’estensione di tre giorni a nord di Leh, scavalcando l’altissimo passo del Kardung verso la valle di Nubra. La bellezza naturale di questo spazio incastonato tra i monti, che custodisce monasteri e villaggi, costituisce già da sola un ottimo motivo per spingersi fin qui. La cornice di questi monti maestosi ha al suo centro dune di sabbia bianca lambite da due fiumi, dove vivono i cammelli bactriani e si trovano laghetti nascosti e fonti termali. La visita è fattibile eventualmente anche in soli due giorni.
- Delhi
- Leh
- Bazgo
- Saspol
- Alchi
- Alchi
- Wanla
- Lamayuru
- Mulbeck
- Shergol
- Likir
- Leh
- Spituk
- Shey
- Hemis
- Tak Tok
- Delhi
- Karndung La
- Nubra
Presentazione del viaggio
Questo itinerario prevede tutti i pernottamenti entro il limite dei 3500 metri: il punto più alto dove si sosta per la notte è Leh, la capitale del Ladakh. Questo aspetto, importante per coloro che si adattano meno facilmente all’alta quota, non limita la qualità del viaggio: si prevede la visita dei siti principali della valle dell’Indo e ci si spinge fino ai confini occidentali della regione, oltre il monastero di Lamayuru arrivando a Mulbeck, dove una celebre scultura rupestre di Budda Maitreya, che gli esperti datano tra il IV e l’VIII secolo, segna fisicamente il passaggio dal mondo musulmano al mondo buddista himalaiano, ed è per questo considerata “La porta del Tibet”.
Il viaggio prevede di raggiungere e di rientrare da Leh, la capitale del Ladakh, in volo da Delhi. Dopo la visita della cittadina si esegue un’escursione di 5 giorni seguendo verso ovest il corso del fiume Indo ed iniziando le visite dal monastero di Phyang, poi la storica oasi di Bazgo, gli sconosciuti dipinti di Saspol, Alchi, dove sono conservati famosi affreschi di scuola Ghandara reputati come la testimonianza artistica più importante del Ladakh, ed i remoti templi di Mangyu. Si visitano Rizong, un isolato monastero celebre anche per l’austera disciplina monastica, e Wanla, dove un bel villaggio nasconde un tempio dell’XI secolo attribuito a Rinchen Zangpo. Si sosta nell’oasi del monastero di Lamayuru, posto arditamente su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da montagne completamente desertiche. Oltre Lamayuru si valicano due alti passi attraverso un territorio dalla bellezza leggendaria arrivando fino a Mulbeck, dove si trovano alcuni tra i luoghi più pittoreschi del Ladakh: Gyal e Phokar Dzong. Tornando verso Leh ci si reca al monastero di Likir, il cui abate è un fratello di S.S. il Dalai Lama.
Rientrati a Leh si dedica il tempo restante alle visite dei siti della valle dell’Indo, tenendo Leh come base. Il programma prevede, dopo una mattinata di riposo, di recarsi nel primo giorno al monastero di Spituk e all’oasi di Stock, dove in una situazione bucolica, tra tipiche case coloniche e campi, si trovano il palazzo del Re del Ladakh, un interessante monastero e miriadi di Chorten. Quindi di recarsi a Shey, Tikse, Stakna e Matho; e nell’ultima giornata a Hemis, Chemrey e Tak Tok. Le visite previste in queste due giornate se si preferisce possono essere eseguite in un ordine un poco diverso se si sosta in una locanda a Tak Tok, risparmiando così degli spostamenti; si veda per questo quanto indicato nella pagina La valle di Leh.
ORGANIZZAZIONE DEL VIAGGIO
Il viaggio nella parte himalaiana viene condotto da una guida esperta del territorio che generalmente parla la lingua inglese. Se questo è un problema si possono utilizzare due persone, con una che faccia da interprete. Per le visite a Delhi si utilizza una guida locale che parla l’italiano. Per gli spostamenti nelle regioni himalaiane si utilizzano veicoli tipo jeep, come la Tata o la Toyota indiana; a Delhi si utilizza un veicolo privato dotato di aria condizionata. A Leh e a Delhi si alloggia in comodi hotel – si ricorda che il massimo standard disponibile in Ladakh è equivalente a quello di un nostro alberghetto di montagna, ma la pulizia è sufficiente, si dispone di stanze con bagno e acqua calda e un generatore di corrente per gli eventuali “salti” di luce. Per l’escursione ad ovest di Leh si alloggia in piccoli alberghetti; queste sistemazioni richiedono un minimo di spirito di adattamento, si immagini una condizione simile a quella che da noi può offrire un rifugio alpino. Alcuni sono decisamente carini, arredati in tipico stile ladakho, e donano la piacevole sensazione di alloggiare con le famiglie locali.
Il costo non è riportato perché varia in funzione del numero dei partecipanti, del tipo di servizi richiesti (es. la classe di hotel a Delhi) e del costo dei voli. Il trattamento previsto per la parte himalaiana è solitamente inclusivo dei pasti. Tutti i viaggi sono coperti da assicurazione.
Per ogni chiarimento o richiesta, contattateci: amitaba@amitaba.net – tel.: 02 33614196
NOTA TECNICA
Andare in Ladakh significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Leh, il luogo più alto dove si soggiorna con questo itinerario, si trova a 3500 metri. La buona riuscita di un viaggio quindi deve sempre tenere in considerazione questo fattore; per l’adattamento è necessario prevedere una gradualità nello sforzo fisico i primi giorni. La parte che può generare più apprensione è l’estensione a Nubra, una valle situata a nord di Leh che si raggiunge scavalcando il passo di Kardung alto ben 5602 mt, il punto più alto al mondo raggiungibile con mezzi meccanici. L‘impatto fisico di una salita ad una quota così elevata è attenuato avendo l’accortezza di non sostare troppo a lungo al passo e procedendo per la discesa che riporta a circa 3300 mt; non si ha così il tempo di subire gli effetti dell’esposizione all’aria rarefatta.
Per maggiori informazioni di carattere tecnico (alta quota, attrezzatura, ecc.) consultare la pagina Himalaia dell’India.
Programma del viaggio
1°g. Italia – Delhi
Per il volo si può scegliere tra un gran numero di compagnie aeree; per orari e costi contattare Amitaba. All’arrivo si viene ricevuti dal corrispondente indiano di Amitaba; trasferimento in hotel.
2°g. Delhi
Nella giornata di oggi si prevede una visita guidata della città, che potrà essere completa o più breve in funzione sia dell’orario di arrivo che del gradimento dei partecipanti. I siti toccati da una visita classica sono il Forte Rosso, che fu il palazzo degli imperatori musulmani, la moschea di Jama Masjit, costruita in classico stile mughal, la tomba di Humayun, del XVI secolo, considerato il mausoleo precursore del Taj Mahal, il Qutab Minar, una torre alta 75 metri dalle stupefacenti proporzioni edificata tra il XII e il XIII secolo, l’India Gate, simbolo dell’India moderna, ed il mausoleo di Gandhi, dove una lastra di marmo nero segna il punto della sua cremazione, un luogo molto venerato, nel cuore di tutti gli indiani.
3°g. Delhi – Leh
Partenza di prima mattina in volo per Leh, dove si viene ricevuti dal rappresentante di Amitaba per il Ladakh e dalla guida. Sistemazione in uno dei migliori hotel della cittadina e riposo per favorire l’adattamento alla quota: siamo a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra case coloniche, orti e campi.
4°g. Leh
Giornata dedicata alla visita di Leh: il Palazzo Reale con i templi adiacenti, il panoramico Tsemo Gompa, dove sorgono anche i resti di quello che fu il primo castello della dinastia reale Namgyal a Leh, l’antico chorten di Tashi Gomang, la Pagoda della Pace, la parte vecchia della cittadina e il mercato.
5°g. Leh – Bazgo – Saspol – Alchi
Si lascia Leh seguendo la valle del’Indo verso ovest; con una breve deviazione si raggiunge il monastero di Phyang, un sito molto interessante con sale finemente affrescate e molte statue tipiche dell’esoterica scuola dei Drigung Kagyu, alla cui tradizione appartiene il Gompa. Proseguendo, oltre la spettacolare confluenza col fiume Zanskar si visita Bazgo, un paesino molto pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte ed alcuni templi con decorazioni stupende che contengono due impressionanti statue di Maitreya. Fu da Bazgo che il re Bhagan riuscì a riunificare il Ladakh nel XVI secolo. Ci si reca poi alle grotte di Saspol: custodiscono affreschi di sorprendente bellezza in un luogo che fu casa di santi eremiti. Si prosegue per il vicino monastero di Alchi, fondato nell’XI secolo da Kaldan Sherab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contiene magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Si alloggia in una locanda dell’oasi.
6°g. Alchi – Mangyu – Rizong – Wanla
Si prosegue per un tratto lungo la sponda meridionale dell’Indo per poi risalire una pittoresca valle a sud del fiume che porta allo stupendo villaggio di Mangyu, di bellezza archetipa, dove nei piccoli Gompa ed in alcuni Stupa si trovano reperti artistici di finezza insospettabile che originano dall’XI secolo: ci si chiede come mani così raffinate potettero giungere in una delle valli più remote al mondo! Tornati al fiume si può provare l’ebbrezza di attraversarlo su un (sicurissimo) ponte sospeso mentre i veicoli fanno il giro della vallata arrivando dopo qualche chilometro di strada allo stesso punto. Si prosegue lungo l’Indo e lo si lascia con una deviazione verso nord incontrando un interessante convento femminile e poco oltre il monastero di Rizong, ritenuto tra i più ascetici del Ladakh, che sembra quasi sospeso alla chiusura di una stretta valle. Dopo la visita si continua a seguire l’Indo verso ovest e quindi la strada risale una spettacolare gola a sud; la si lascia con una deviazione che porta all’oasi di Wanla. Si alloggia qui in uuna locanda.
7°g. Wanla – Lamayuru
Dopo la visita dell’antichissimo monastero (XI secolo) ricco di reperti artistici la cui fondazione viene attribuita a Rinchen Zangpo, appartenente alla tradizione dei Drigung e restaurato da un gruppo di svizzeri, si torna sulla strada principale ci si inerpica tra le incredibili erosioni terrose della “valle della luna”. Secondo la tradizione queste peculiari forme indicano la presenza di un antico lago che si dice sia stato fatto defluire dal santo Naropa, che passò qui un lungo periodo di meditazione: ragion per cui questa zona è considerata dai ladakhi una ‘terra pura’. Qui si trova Lamayuru, uno dei monasteri più pittoreschi dell’Himalaia, posto arditamente tra pinnacoli di roccia come un castello delle fiabe, sospeso su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da policrome montagne desertiche. Si alloggia in una locanda e si visitano l’oasi ed il monastero; è uno dei contesti naturali più pittoreschi del Ladakh.
8°g. Lamayuru – Atise – Gyal – Mulbeck
Si prosegue lungo la strada che serpeggia verso ovest; prima del passo si segue una stradina sterrata che porta all’eremo di Atise, un luogo di ritiro del monastero di Lamayuru. Superato il Fatu La (4147 mt) ed oltre il valico del Namika (3760 mt) si raggiunge Gyal, un caratteristico villaggio con un tempio ricavato traforando la roccia, ripreso nel film “Samsara”. Poco oltre si arriva a Mulbekh, dove si trova la famosa statua rupestre di Buddha Maitreya (VII secolo), si alloggia qui in una locanda. Sopra il villaggio abbarbicati alle rocce si trovano due vecchi monasteri raggiungibili con una piacevole passeggiata, molto belli da visitare ed anche panoramici.
9°g. Mulbeck – Shergol e Pokar Dzong – Likir – Leh
Nei pressi di Mulbeck con una breve deviazione si arriva al villaggio di Shergol, impreziosito da un piccolo monastero abbarbicato ad uno sperone roccioso, anche questo ripreso nel film “Samsara”. Se ci si alza molto presto, chi lo desidera arrivati a Shergol prima di visitare il piccolo gompa potrà recarsi con una passeggiata che parte un poco oltre nella valle e si inerpica lungo uno spettacolare e, a tratti, ripido e strettissimo canyon, all’eremo di Phokar Dzong (stimare circa 2 ore per la salita), uno dei luoghi più sacri di questa regione himalaiana, che riverbera della potente presenza dei maestri di meditazione. Da Shergol si inizia quindi a ripercorrere la panoramicissima strada che, valicati i passi Namika e Fatu, transita da Lamayuru e si tuffa nella valle dell’Indo. Oltrepassata la confluenza tra Indo e fiume Zanskar una breve deviazione porta al monastero di Likir, di tradizione Ghelupa e il cui abate è un fratello di S.S. il XIV Dalai Lama, con un’imponente statua di Maitreia che sovrasta il bel complesso; vi risiedono circa 150 monaci. Sistemazione in hotel.
10°g. Leh: Spituk e Stock
Mattinata libera. Nel pomeriggio ci si reca nei pressi di Leh al monastero di Spituk e all’oasi di Stock, ai piedi dell’omonima montagna, dove si trovano il palazzo del re del Ladakh, molti chorten e un interessante monastero.
11°g. Leh: Shey, Tikse, Stakna, Matho
Si lascia Leh verso est visitando i monasteri di Shey, che fu anche la sede del palazzo reale, e di Tikse, uno dei più celebri e attivi del Ladakh di scuola Ghelupa, che contiene molte importanti opere d’arte e un’impressionante statua di Yamantaka che regna nel Gonkhang. Un ponte sull’Indo porta a Stakna, un monastero posto su di un colle morenico sul bordo del fiume, ricco di interessanti sale affrescate. Proseguendo lungo il versante meridionale della valle si arriva quindi a Matho, l’unico monastero di scuola Sakya del Ladakh, impregnato di potenti energie esoteriche, posto in una posizione molto panoramica.
12°g. Leh: Hemis, Chemrey, Tak Tok
Ci si dirige anche oggi verso est, oltre Stakna, fino al monastero di Hemis, nascosto in una valle laterale sul versante meridionale dell’Indo. È il più grande del Ladakh, meta di pellegrinaggi e stracolmo di reperti artistici. Da Hemis si attraversa il fiume e proseguendo verso nord lungo una valle laterale si arriva a Chemrey, dalla struttura molto vicina all’archetipo di quello che un visitatore immagina essere un luogo di ritiro himalaiano, con le casette dei monaci incastonate nei versanti di un ripido colle sulla cui cima sorgono i templi, tanto che fu scelto per girare il film ‘Samsara’. Oltre Chemrey si arriva al monastero di Tak Tok, l’unico di scuola Nyingmapa del Ladakh, costruito di fronte ad una grotta dove secondo la tradizione meditò Guru Padmasambhava, che contiene interessanti affreschi.
13°g. Leh – Delhi
I voli per Delhi partono al mattino presto; all’arrivo, accoglienza da parte del corrispondente indiano di Amitaba. Si può scegliere se disporre di una stanza in un hotel da utilizzare per la giornata o un veicolo con autista con una guida che parla la lingua italiana se lo si ritiene opportuno, per completare le visite della città e per gli acquisti. Dopo cena ci si trasferisce all’aeroporto internazionale da dove la gran parte dei voli per l’Europa parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino.
14°g. Volo Delhi – Italia.
ESTENSIONE PER LA VALLE DI NUBRA
13°g. Leh – Kardung La – Nubra
La salita al passo del Kardung offre una visuale vastissima sulle infinite catene di monti che si stendono lungo il fiume Indo: lo sguardo spazia verso est fino ai ghiacci del Kang Yaze, la vetta principale della regione di Markha; a ovest impressiona il groviglio di monti impervi che nascondono il remoto regno dello Zanskar. Lungo la salita a volte si incontrano dei temerari in bicicletta: l’orgoglio di pedalare fino al Kardung forse regala l’ossigeno necessario! La bellissima discesa si apre sulla valle del fiume Shyok (a circa 3300 mt) e conduce a una vasta piana formata dalla confluenza tra il fiume Shyok e il fiume Nubra, che scorre da nord alimentato dagli enormi ghiacciai del Karakorum. Questo spazio incastonato tra i monti custodisce alcuni monasteri e villaggi molto interessanti, ma già la bellezza naturale è sufficiente per spingersi fin qui: la cornice di monti maestosi ha al suo centro dune di sabbia bianca lambite dai due fiumi, laghetti nascosti e fonti di acque termali. Se a Diskit non si utilizza una locanda si pone il campo tra le dune di Hunder o nell’oasi del villaggio di Diskit, sovrastato da un monastero abbarbicato sulle rocce, che risponde appieno a quanto potremmo immaginarci da un tempio del regno di Shambala… luogo ideale per godere di una vista superba e per gustare il tramonto sulla valle! Questo Gompa è il più antico (c.a. 350 anni) e grande (c.a. 70 monaci) di questa regione; contiene statue e affreschi molto belli.
14°g. Nubra e villaggi Baltì
Da Diskit si prosegue lungo il fiume verso ovest, seguendo la vallata fino al villaggio di Turtuk, un tragitto di circa 85 km che richiede approssimativamente 2 ore e mezza. I panorami sono molto belli, si incontrano persone dell’etnia Baltì e si vedono piccole moschee. Rientrati nella valle di Nubra si sosta al minuto monastero di Hunder, situato ai piedi di una stretta gola, un luogo di ritiro dove vivono pochi ospitali monaci; nell’oasi rigogliosa si trovano anche dei bellissimi chorten. Nei pressi vi sono delle splendide dune di sabbia bianca, un luogo indimenticabile.
15°g. Nubra – Kardung La – Leh
Si prosegue l’esplorazione di Nubra raggiungendo la parte settentrionale della vallata, da dove fluisce il fiume Nubra che sgorga dal ghiacciaio del Siachen, il più ampio del Karakorum; oltre Sumur una breve passeggiata porta ad un magico laghetto, cinto da colline moreniche dalla cui sommità si gode una magnifica vista. Proseguendo ancora un poco si transita dalle acque termali di Panamik (non ci si aspetti un granché) e, giunti al ponte sul fiume, lo si attraversa e con una passeggiata si raggiunge il panoramico monastero di Ensa. Tornando ci si ferma per una visita a al monastero di Samtanling (Sumur), il cui abate segue anche il monastero di Rizong: entrambi sono luoghi famosi in Ladakh per la disciplina, la qualità degli insegnamenti e l’impegno con cui si dice vi vengano svolte le pratiche ascetiche. Proseguendo, si raggiungono le vicine dune bianche poste non lontano dalla confluenza dei fiumi. Si inizia quindi il percorso di ritorno – la vista incredibile merita almeno un secondo passaggio! A Leh sistemazione in albergo.
16°g. Leh – Delhi
I voli per Delhi partono al mattino presto; all’arrivo, accoglienza da parte del corrispondente indiano di Amitaba. Si può scegliere se disporre di una stanza in un hotel da utilizzare per la giornata o un veicolo con autista con una guida che parla la lingua italiana se lo si ritiene opportuno, per completare le visite della città e per gli acquisti. Dopo cena ci si trasferisce all’aeroporto internazionale da dove la gran parte dei voli per l’Europa parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino.
17°g. Volo Delhi – Italia.
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Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.