India Himalaia
Ladakh e Zanskar, con il Festival di Karcha
Estensione in Rupshu con il festival di Korzok; Estensione a Nubra. Possibilità di recarsi a Jaipur ed Agra

Zangla, la regina dello Zanskar

Rangdum Gompa

Phe Gompa, affresco

Karcha Gustor

Zangla, consacrazione Stupa









Sintesi del viaggio
La regione dello Zanskar è tra le più remote dell’Himalaia, un territorio selvaggio semiarido incastonato tra monti stupefacenti; lo spettacolare percorso che ci arriva varrebbe da solo il viaggio, e, quando si è là, si partecipa al festival dell’antico monastero di Karcha, il principale della regione, e si esplorano tutti i villaggi e siti importanti. Rientrati a Leh l’estensione porta a Korzok, l’isolato monastero del lago di Tso Moriri, vasto specchio di acque turchesi nel cuore della regione del Rupshu (il lembo orientale del Ciangtang tibetano) in occasione del festival annuale, dove si avrà un incontro con la vita nomadica delle alte quote. Per una visione d’insieme veramente completa di questi magici territori e delle serene persone che li popolano si può completare con un’ulteriore estensione a Nubra.
- Delhi
- Leh
- Alchi
- Lamayuru
- Mulbekh
- Kargil
- Rangdum
- Dzongkul
- Padum
- Karcha Gustor
- Zangla
- Thongde
- Padum
- Bardan
- Muney
- Rangdum
- SherGol
- Mulbekh
- Likir
- Phyang
- Leh
- Korzok (Lago di Tso Moriri)
- Tso Kar
- Hemis
- Leh
- Khardung La
- Nubra
- Turtuk
- Ensa Gompa
- Khardung La
Presentazione del viaggio
Raggiunta in volo Leh, centro principale del Ladakh nell’Himalaia indiano, si visitano i celebri siti che contornano la valle dell’Indo e quindi si parte per lo Zanskar valicando gli alti passi che portano oltre Mulbeck visitando Alchi, celebre per gli antichi affreschi, e Lamayuru, il più pittoresco tra i monasteri di questa regione. Giunti al fiume Suru se ne risalgono le acque fino ai piedi del Nun Kun (7135 mt) accedendo al remoto regno dello Zanskar dove si esplorano tutti i siti significativi di queste incredibili vallate, includendo l’eremo di Dzongkul dove risedette Naropa, e si partecipa al festival di Karcha godendo delle rappresentazioni ed anche del folclore di questo isolatissimo territorio.
Rientrati a Leh la prima estensione porta ai superlativi laghi dell’altopiano del Rupshu: Tso Moriri, Tso Kyagar e Tso Kar, dove vivono i pastori nomadi con i loro greggi di yak, e si sarà presenti a Korzok, sulle rive di Tso Moriri, per il festival annuale, dove affluiscono i nomadi della regione.
La seconda estensione porta a Nubra, il punto più settentrionale dell’India alle falde del Karakorum, dove tra le dune bianche si incontrano i cammelli bactriani e si scoprono i villaggi dei Baltì. Il dettaglio del percorso è riportato nella descrizione del Programma.
È poi possibile ampliare ulteriormente il programma con una breve estensione (2 notti), che può essere fatta anche prima del programma principale, ai siti classici indiani di Jaipur, Fatehpur Sikri ed Agra, con il celebre Taj Mahal, i cui dettagli sono indicati al termine del Programma di Viaggio.
Amitaba in Zanskar ha seguito diverse attività di sostegno. A Rangdum ha collaborato all’istituzione del dispensario medico, al villaggio di Aksho alla sistemazione della scuola del villaggio, a Sani ha completato un progetto di restauro dell’eremo di Guru Nima Oser Chaphuk e in diversi siti ha collaborato con la “Stupa Onlus” ai restauri degli Stupa, tra cui quelli di Rangdum, Phe e Zangla dove, con il Gyalpo (Re) dello Zanskar, che era anche stato nostro ospite in Italia, sono stati fatti interventi nel villaggio ed al convento femminile. I partecipanti in alcune occasioni potranno così beneficiare dei nostri contatti nella regione, per un incontro più approfondito con la gente del luogo.
I CHAM (FESTIVAL) DELLO ZANSKAR E DEL RUPSHU
I Cham che si tengono nelle remote regioni dell’himalaiane dello Zanskar e del Rupshu, entrambi territori di cultura buddista, offrono un’ottima occasione per avvicinarne la vita e lo spirito. Vengono tenute rappresentazioni di monaci agghindati con maschere e sgargianti costumi tradizionali che al suono di musiche rituali eseguono danze simboliche riferite al complesso immaginario mistico che permea il mondo ideale di queste persone. I temi principali espongono gli insegnamenti del buddismo tibetano ed evocano la vita di Guru Rimpoce (Padmasambhava), grande figura storica il cui profilo sfuma nella leggenda, che fu tra gli artefici principali della diffusione del buddismo nel Paese delle Nevi. Ogni monastero aggiunge parti inerenti alla propria storia ed origine, facendo di ogni Cham un’opera unica. Molto è stato scritto in merito a queste sofisticate rappresentazioni per interpretare il significato trascendente dei movimenti, delle figure, delle musiche e dei testi. Ma al di là di un interesse accademico, in queste occasioni si partecipa ad uno dei rari momenti in cui la gente si stacca dalle fatiche della dura vita dell’ambiente himalaiano: tutti accorrono indossando bellissimi costumi tradizionali e per il visitatore, ma anche per i ladakhi e gli zanskari, l’aspetto umano, folcloristico e di scambio che animano e contornano l’evento hanno un interesse forte almeno quanto il contenuto esoterico.
LA REGIONE HIMALAIANA DELLO ZANSKAR
Lo Zanskar è la regione più remota dell’Himalaia indiano. Per arrivarci da Leh, la capitale del Ladakh, si percorrono 230 km verso ovest fino a Kargil, lungo una strada spettacolare e molto varia che segue inizialmente il fiume Indo e transita dal monastero di Lamayuru, e, valicando due panoramici passi, porta a Mulbeck. Si passa quindi dalla zona a maggioranza islamica di Kargil imboccando l’unica via di accesso allo Zanskar agibile ai veicoli motorizzati, una spettacolare strada sterrata bloccata dalla neve anche per nove mesi all’anno, che risale le acque del fiume Suru, un affluente dell’Indo. Dopo aver sfiorato maestosi ghiacciai che scendono da vette altissime dominate dal Nun (7135 mt) si raggiunge l’isolato monastero di Rangdum, posto su un colle morenico al centro di una valle di inimmaginabile bellezza, dove le vaste pasture degli yak sono coperte da milioni di stelle alpine. Rangdum segna la transizione dal mondo dell’Islam che popola le valli sottostanti alla cultura del buddismo tibetano. Proseguendo oltre il passo del Pensi La, abitato da miriadi di marmotte e alto circa 4400 mt, dove la vista spazia sulle distese glaciali del misterioso massiccio del Sickle Moon, si giunge alla valle del fiume Dado, nello Zanskar.
In questo sperduto territorio la vita è durissima, per riuscire a coltivare un po’ di tsampa e piselli con il primo caldo di primavera i contadini devono spargere terra sulla neve per velocizzarne lo scioglimento, altrimenti con la breve estate anche questo resistentissimo cereale, che abbonda in tutto il Tibet, non fa a tempo a crescere! La durezza delle condizioni non sembra però togliere la serenità ed il sorriso aperto alla gente che si incontra, forse perché ispirata da una profonda fede religiosa.
Lo Zanskar nella storia ha avuto dei momenti d’indipendenza, ma generalmente è stato un territorio legato alle sorti del regno del Ladakh, con un’autonomia regalatagli di fatto dall’isolamento. Nel villaggio di Zangla risiede ancora il Gyalpo, ovvero il re di questo feudo himalaiano, un personaggio rispettato e autorevole grazie al carisma personale, ma senza poteri oggettivi.
NOTA TECNICA, CLIMA E ATTREZZATURA
A Leh si utilizza un albergo – si ricorda che il massimo standard disponibile in Ladakh è equivalente a quello di un nostro semplice hotel di montagna, ma la pulizia è sufficiente, le stanze hanno bagno ed acqua calda e l’hotel dispone di un generatore di corrente nel caso (… spesso) “salti” la luce. Lasciata Leh si alloggia in semplici hotel e locande che possono richiedere un minimo di spirito di adattamento, si immagini una condizione simile a quella che da noi può offrire un rifugio alpino. Alcuni sono decisamente carini, arredati in tipico stile ladakho, e donano la piacevole sensazione di alloggiare con le famiglie locali.
A Delhi in estate ci possono essere anche 35/40 gradi e piogge. In Ladakh e in Zanskar invece il clima è secco e le temperature più miti, ma le escursioni termiche possono essere notevoli, con il sole caldo che brucia nonostante l’aria fresca e temperature minime che possono arrivare di notte a dieci gradi. Per la notte molti portano un sacco lenzuolo in quanto le lenzuola fornite nelle locande a volte non sono bellissime. È opportuno attrezzarsi con indumenti caldi; si suggerisce di portare indumenti in pile ed una giacca di piumino o meglio ancora una giacca da montagna in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode e un paio di scarponcini comodi e caldi per camminare. Portare uno zaino. È importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi e una pila, possibilmente frontale. Per chi ama la fotografia, si consiglia di portare il filtro polarizzatore.
L’ALTA QUOTA DEL LADAKH E DELLO ZANSKAR
Andare nell’Himalaia indiano significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Leh stessa si trova a 3500 metri di quota. La buona riuscita di un viaggio quindi deve sempre tenere in considerazione questo fattore e l’itinerario previsto tiene conto. Andando in Zanskar il punto più alto dove si transita è il Pensi La (4400 mt), dove si passa il quarto giorno dall’arrivo e da dove si scende per la notte nella valle di Padum a 3550 mt circa. Per chi segue l’estensione al festival di Korzok, a Tso Moriri in Rupshu (4522 mt) si giunge la dodicesima notte. Chi si reca a Nubra, a nord di Leh, attraversa il passo di Kardung alto ben 5354 mt (sulle guide è spesso ancora indicato a 5602 mt, ma la quota corretta data da misura satellitare è questa), dove l’impatto fisico di una salita ad una quota così elevata è attenuato avendo l’accortezza di non sostarvi troppo a lungo e procedendo per la discesa che riporta a circa 3100 mt di quota, più bassa del punto di partenza; così non si subiscono gli effetti dell’esposizione all’aria rarefatta del passo
Molti hanno avuto un riscontro positivo utilizzando il diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota, totale: 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2 o 3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso solo successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico.
Si consideri comunque che centinaia di persone affrontano queste difficoltà senza particolari disturbi.
Programma del viaggio
1°g. Mercoledì 20 luglio, partenza in volo per Delhi
Per raggiungere Delhi in India vi sono diverse possibilità di scelta per i voli e Amitaba può prenotare quello preferito dai viaggiatori; la maggior parte dei collegamenti giunge a Delhi nelle prime ore del mattino successivo. All’arrivo ci si trasferisce alle partenze nazionali nello stesso aeroporto. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può predisporre un servizio di accoglienza all’aeroporto e prenotare un hotel e ogni altro servizio richiesto; solitamente per i trasferimenti viene utilizzato l’Ashok Country Resort che è vicino all’aeroporto.
2°g. 21/7 Delhi – Leh
Il volo per Leh parte di prima mattina (orari da verificare); dall’aereo si godono panorami stupendi sull’Himalaia dell’India. A Leh si viene ricevuti dal corrispondente di Amitaba in Ladakh; sistemazione in uno dei migliori hotel della città (il Plaza o lo Snowland) e riposo per favorire l’adattamento alla quota; Leh è posta a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra i campi e le tipiche case dei contadini ladakhi.
3°g. 22/7 Leh – Alchi – Lamayuru – Mulbeck
Si lascia Leh in direzione ovest seguendo il deflusso del grandioso fiume Indo; oltre la spettacolare confluenza con lo Zanskar si transita da Bazgo, un paesino molto pittoresco e storicamente importante dove si ergono le rovine di un antico forte e templi, e proseguendo dopo un tratto si attraversa su di un ponte lo spumeggiante fiume arrivando al monastero di Alchi, fondato nell’XI secolo da Kaldan Sherab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contiene magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Si prosegue quindi lungo l’Indo; oltre Khaltse la strada risale una spettacolare gola verso sud inerpicandosi tra le incredibili erosioni terrose della “valle della luna”; secondo la tradizione queste peculiari forme indicano la presenza di un antico lago che si dice sia stato fatto defluire dal santo Naropa, che passò qui un lungo periodo di meditazione: ragion per cui questa zona è considerata dai ladakhi una ‘terra pura’. Qui si trova Lamayuru, uno dei monasteri più pittoreschi dell’himalaia, posto arditamente tra pinnacoli di roccia come un castello delle fiabe, sospeso su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da policrome montagne desertiche. Dopo la visita si prosegue lungo la strada che serpeggia verso ovest; superato il Fatu La (4147 mt) ed oltre il valico del Namika (3760 mt) si arriva a Mulbekh, dove si alloggia presso la Harzoo Guest House o simile, una semplice locanda.
4°g. 23/7 Mulbeck – Kargil – Rangdum
A Mulbeck, oltre alla famosa statua rupestre di Buddha Maitreya (VII secolo), si trovano due monasteri posti su di un vicino, ripido colle; sono interessanti da visitare e la posizione è stupenda. Dopo la visita si prosegue per Kargil e da qui si imbocca la strada che porta verso lo Zanskar. La zona è un po’ più arborea rispetto al Ladakh ed a maggioranza mussulmana; ogni villaggio ha una piccola moschea con il minareto, molti uomini hanno lunghe barbe ma le donne non hanno il viso coperto. Il Nun ed il Kun, le più alte vette di quest’area himalaiana (7135 mt), dominano un’ampia ansa del fiume Suru in cui si tuffano le possenti seraccate di ghiaccio, che si ammirano proprio di rimpetto alla strada oltre il vorticoso fiume. Superate le gole ai loro piedi si procede lungo una valle spettacolare, ornata da ardite vette di granito da cui si protendono poderosi ghiacciai, che porta al plateau dove, tra le pasture degli yak ricche di stelle alpine, regna solitario il monastero di Rangdum. Si alloggia presso la Himalaya Guest House o simile, una semplice locanda.
5°g. 24/7 Rangdum – Dzongkul – Sani – Padum
Valicato il Pensi La (4400 mt), che offre visuali spettacolari sui ghiacciai a meridione, si entra nelle valli dello Zanskar e si segue il flusso del fiume Doda fino al ponte di Ating; da qui si segue la mulattiera jeeppabile risalendo per breve tratto la riva meridionale del Doda, per imboccare la valle che porta a sud verso l’Umasi La, dove sospeso ad una rupe si trova il piccolo monastero con l’eremo di Dzongkul. Fu il principale luogo di ritiro dell’importante maestro mistico Naropa (XI secolo), uno dei maestri principali della tradizione Kagyupa e autore del famoso testo sui “sei yoga”, una guida esoterica tutt’ora utilizzata dagli yogi tibetani. Tornati a valle si giunge in breve nella vasta piana formata dalla confluenza dei fiumi Doda e Tsarap, il cuore dello Zanskar, dove si trovano i principali villaggi e monasteri. Si visita il Gompa di Sani, di scuola Kagyupa, protetto da un muro di cinta ed ombreggiato da alberi, che qui sono rari; custodisce la statua di Naropa, che fu uno dei capostipiti della scuola, e lo stupa con i resti di Kanishka, un maestro che visse intorno all’anno mille, e vi si ammirano alcuni antichi affreschi attribuiti a Zadpa Dorje. Dal Gompa, se si è interessati, una piacevole passeggiata tra i campi dell’oasi porta al convento femminile; per chi è più energetico un’escursione a piedi sull’altro versante della valle (circa un’ora e mezza di cammino) porta all’eremo di Guru Nima Oser Chaphuk, dove si dice abbia svolto un ritiro Guru Padmasambhava, un sito che è stato restaurato da Amitaba. Giunti alla vicina Padum, la nuova “capitale” dello Zanskar con alcuni negozietti, si alloggia in un semplice alberghetto, lo Zhambala o simile; la quota qui è di circa 3600 mt. Tempo permettendo ci si reca sulla collina che sovrasta il villaggio dove è situato un interessante monastero, immerso tra preziosi alberi, da cui si gode anche di uno stupendo panorama.
6°g. 25/7 Padum – Thongde – Zangla
Superato il fiume Tsarap, si procede lungo la strada che percorre verso nord lungo il versante orientale del fiume Zanskar, formato dalla confluenza del Doda e dello Tsarap. Si sosta a Thongde (13 km) per visitare il bellissimo monastero, con diversi templi ed interessanti affreschi e statue, posto su di una rupe da cui si gode un’indimenticabile visuale sulla valle. Si prosegue per Zangla (20 km), la vecchia capitale dello Zanskar, dove se sono presenti. si potranno incontrare il giovane Gyalpo dello Zanskar e la sua famiglia e visitare la loro vecchia residenza, che noi considereremmo umile visto il loro stato nobiliare, ma che in questa regione è una vera reggia. Si visitano l’antico castello, sede storica del Gyalpo, posto in una panoramica posizione che domina la valle, in un punto dove si trovano anche molti chorten, di cui il più recente è quello di Bakula Rimpoce, l’Abate del Ladakh recentemente scomparso. Nell’oasi si visita anche il convento femminile. Per chi fosse interessato è possibile cimentarsi con una passeggiata che porta nella stretta gola dove si trova l’antico Chorten di Malakartse. Si alloggia in una locanda o, se possibile, nella casa del Gyalpo.
7°g. 26/7 Zangla – Karcha (festival del Gustor) – Padum
Da Zangla si torna verso sud arrivando al villaggio di Karcha, dominato dal grande monastero di scuola Ghelupa costruito sulle rupi rocciose, il principale dello Zanskar. La visita rivela diverse sale ed alcuni affreschi dell’XI secolo; sul monte antistante è situato l’antico convento femminile, ricco di sorprendenti reperti artistici. Oggi è in corso la prima giornata delle rappresentazioni del Gustor, con danze ben eseguite tenute nel cortile del tempio dai monaci con maschere e costumi per l’evocazione di Mahakala e Yamantaka, due entità di protezione. Gli spettatori assistono al grande rito assiepati tutt’attorno e sui tetti del Gompa. Per il visitatore è un’ottima opportunità anche per ammirare gli abiti tradizionali sfoggiati dalle persone e godere con loro di uno dei preziosi momenti di festa, un breve intervallo nella vita molto dura di chi riesce a sopravvivere in questa remota regione dell’Himalaia. Da Karcha si prosegue quindi per Padum, sostando al vicino villaggio di Pipiting, dove si trovano un grande stupa ed un monastero. Si alloggia nel medesmo hotel.
8°g. 27/7 Padum: Karcha (festival del Gustor)
Si torna a Karcha per assistere alle celebrazioni della seconda e conclusiva giornata del Gustor, quando, tra le diverse cerimonie, vengono anche offerti degli animali (offerti nel senso di donati, non vengono uccisi, anzi: essendo donati alle entità di protezione questi fortunati godranno della loro vecchiaia!). Si rientra quindi a Padum.
9°g. 28/7 Padum: Bardan, Mune – Phe Gompa – Rangdum
Si imbocca la strada sterrata che risale verso est la stretta valle del vorticoso fiume Tsarap: la meta sono Bardan e Mune. Si raggiunge prima Bardan, un monastero di circa 400 anni costruito su una rupe a picco sul fiume, e quindi con le jeep ci si inerpica fino all’oasi ed al monastero di Mune, dove il villaggio sopravvive in un ambiente decisamente molto selvaggio. Rientrati a Padum inizia il percorso di rientro; risalendo le acque del fiume Doda si sosta per una visita al piccolo Gompa del villaggio di Phe e si continua lungo la strada che si era utilizzata all’arrivo, valicando il Pensi La – la bellezza inimmaginabile del contesto naturale merita almeno questo secondo passaggio! A Rangdum si alloggia nella medesima locanda.
10°g. 29/7 Rangdum – Shergol – Mulbeck
Si prosegue lungo la medesima strada utilizzata per giungere qui arrivando alle gole del Nun, dove i ghiacci lambiscono le acque potenti del fiume Suru, e se ne segue il flusso fino a Kargil, dove si ritrova la strada principale che collega il Kashimir con Leh. La si segue verso est fino a Mulbeck; nei pressi dell’oasi con una breve deviazione si arriva al villaggio di Shergol, impreziosito da un piccolo monastero abbarbicato ad uno sperone roccioso, ripreso anche nel film “Samsara”. Si alloggia nella medesima locanda utilizzata all’andata.
11°g. 30/7 Mulbeck – Likir – Phyang – Leh
Si continua a ripercorrere il magnifico itinerario dell’andata seguendo la panoramicissima strada che, valicati i passi Namika e Fatu, transita da Lamayuru e si tuffa nella valle dell’Indo. Oltrepassata la confluenza tra Indo e fiume Zanskar una breve deviazione porta al monastero di Likir, di tradizione Ghelupa e il cui abate è un fratello di S.S. il XIV Dalai Lama, con un’imponente statua di Maitreya che sovrasta il bel complesso; vi risiedono circa 150 monaci. Si raggiunge poi il monastero di Phyang, anche questo un sito molto interessante con sale finemente affrescate e molte statue tipiche dell’esoterica scuola dei Drigung Kagyu, alla cui tradizione appartiene il Gompa. A Leh si alloggia presso il medesimo hotel.
12°g. 31/7 Leh
Mattinata libera. Nel pomeriggio visita di Leh: il Palazzo Reale con i templi adiacenti, la Pagoda della Pace, il panoramico Tsemo Gompa, dove sorgono anche i resti di quello che fu il primo castello della dinastia reale Namgyal, la parte vecchia ed il mercato.
PER CHI RIENTRA:
13°g. 1/8 Leh – Delhi Il volo per Delhi parte al mattino presto (orari da verificare), all’arrivo è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può prenotare un hotel e predisporre ogni altro servizio richiesto.
14°g. Martedì 2 agosto, arrivo a destinazione
ESTENSIONE IN RUPSHU PER IL FESTIVAL DI KORZOK
13°g. 1/8 Leh – Korzok (Lago di Tso Moriri)
Il percorso inizia risalendo il corso dell’Indo in direzione est immergendosi tra ripide vallate con tratti molto pittoreschi tra ripide formazioni granitiche. Si lascia il fiume nei pressi di Mahe per arrampicarsi a sud sull’altopiano, dove laghi turchesi posti sopra i 4000 metri sembrano dipinti dal cielo! Il lago di Tso Kyagar è il primo capolavoro di questa natura incontaminata. Siamo nel regno dei nomadi tibetani, gente che sopravvive a condizioni climatiche impensabili. In diversi punti si potranno incontrare i loro campi e le greggi di yak, e molti animali selvaggi come il kyang (il cavallo tibetano), miriadi di marmotte, raramente i lupi e spesso le aquile. Si raggiunge Korzok, sulle sponde del lago Tso Moriri, posto a 4522 mt di quota, il gioiello turchese del Rupshu che si estende per 30 chilometri. Oggi presso il monastero di Korkok si tiene la prima giornata del festival annuale, dove confluisce la popolazione nomade di questa parte dell’altopiano, un’occasione eccellente per incontrare questa gente che normalmente vive dispersa negli spazi delle praterie d’alta quota. Se si parte presto da Leh si giunge in tempo per vedere diverse rappresentazioni. Si alloggia presso l’Hotel Dolphin o simile; al tramonto le cime innevate che circondano il lago ed a sud sfiorano i 7000 mt appaiono colorate di rosa.
14°g. 2/8 Cham di Korzok
Il Cham di Korzok è molto interessante anche per la forte presenza di nomadi dell’altopiano. Quando non si seguono gli eventi del festival si possono effettuare stupende passeggiate lungo la sponda occidentale del lago o nella valle alle spalle del villaggio, dove spesso si accampano i nomadi con i loro grandi greggi di yak. Sono molto speciali i tramonti dal colle che sovrasta monastero e villaggio.
15°g. 3/8 Korkok – Tso Kar – Hemis – Leh
Si ritransita dal laghetto di Tso Kyagar (sorprenderà la diversità dei suoi colori); si lascia la strada che ritorna verso Mahe sull’Indo e superato un passo si raggiunge Tso Kar (4530 mt), uno dei grandi laghi di questa regione dove per secoli veniva raccolto il sale, utilizzato come merce di scambio in Ladakh. Raggiunta da qui la strada militare che proviene dall’Himachal si valica il passo del Taklang (5328 mt) che riporta verso la valle dell’Indo, transitando dal villaggio di Gya, dove si ammira un monastero su una rupe tra le rovine di un grande forte che cingeva le creste ardite, e, proseguendo, si entra in una gola tra ripide montagne policrome arrivando in breve al fiume Indo. Lo si segue per un tratto e quindi lo si attraversa per raggiungere il versante meridionale della valle arrivando al monastero di Hemis, il principale di scuola Drukpakagyu del Ladakh. È un’importante meta di pellegrinaggi, con diverse sale di preghiera affrescate ed ospita una ricca collezione di tanka, statue d’oro e Stupa (reliquiari) incastonati con pietre preziose. Completata la visita si prosegue per Leh, dove si alloggia nel medesimo hotel.
PER CHI RIENTRA:
16°g. 4/8 Leh – Delhi
Il volo per Delhi parte al mattino presto (orari da verificare), all’arrivo è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può prenotare un hotel e predisporre ogni altro servizio richiesto.
17°g. Venerdì 5 agosto, arrivo a destinazione
ESTENSIONE A NUBRA
16°g. 4/8 Leh – Kardung La – Nubra
L’escursione alla valle di Nubra inizia con la salita al passo del Kardung (5354 mt – che sulle guide è spesso indicato a 5602 mt) posto a nord della città, che offre una visuale vastissima sulle infinite catene di monti che si estendono lungo il fiume Indo. La discesa si apre sulla valle del fiume Shyok, dove si ridiscende fino a circa 3100 mt, e conduce ad una vasta piana formata dalla confluenza tra questo ed il fiume Nubra, che scorre da nord alimentato dagli enormi ghiacciai del Karakorum. Giunti a Diskit si visitano il villaggio ed il monastero abbarbicato alle rocce, che offre una splendida panoramica sulla valle. Si alloggia presso l’hotel locale Mystic Earthomes o simile.
17°g. 5/8 Nubra
Da Diskit si prosegue lungo il fiume verso ovest, seguendo la vallata fino al villaggio di Turtuk, un tragitto di circa 85 km che richiede approssimativamente 2 ore e mezza. I panorami sono molto belli, si incontrano persone dell’etnia Baltì e si vedono piccole moschee. Rientrati nella valle di Nubra si sosta al minuto monastero di Hunder, situato ai piedi di una stretta gola, un luogo di ritiro dove vivono pochi ospitali monaci; nell’oasi rigogliosa si trovano anche dei bellissimi chorten. Nei pressi vi sono delle splendide dune di sabbia bianca, un luogo indimenticabile. Si rientra quindi in hotel.
18°g. 6/8 Nubra – Kardung La – Leh
Si prosegue l’esplorazione di Nubra raggiungendo la parte settentrionale della vallata; oltre Sumur una breve passeggiata porta ad un magico laghetto, cinto da colline moreniche dalla cui sommità si gode una magnifica vista. Proseguendo ancora un poco si transita dalle acque termali di Panamik (non ci si aspetti un granché) e, giunti al ponte sul fiume, lo si attraversa e con una passeggiata si raggiunge il panoramico monastero di Ensa. Tornando ci si ferma per una visita a Sumur e si raggiungono le vicine dune bianche poste non lontano dalla confluenza dei fiumi. Si inizia quindi il percorso di ritorno – la vista incredibile merita almeno un secondo passaggio. A Leh sistemazione nel medesimo albergo.
19°g. 7/8 Leh – Delhi
Il volo per Delhi parte al mattino presto (orari da verificare), all’arrivo è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può prenotare un hotel e predisporre ogni altro servizio richiesto.
20°g. Lunedì 8 agosto, arrivo a destinazione
Nota: chi ne ha la possibilità, può portare indumenti caldi e invernali o cancelleria per la scuola da regalare. Questi materiali verranno raccolti dai nostri collaboratori per essere distribuiti a chi ne ha più bisogno, solitamente alla fine del viaggio: così si possono lasciare anche cose usate che non si desidera riportare a casa.
ESTENSIONE A JAIPUR, FATEHPUR SIKRI ED AGRA
(NB: L’estensione può essere eseguita anche prima del viaggio principale)
L’estensione richiede solo due notti in più (ma se si preferisce la si può ampliare) e porta ai siti ‘superclassici’ dell’India; ci si reca a Jaipur, con il celeberrimo Amber Palace, alla capitale abbandonata di Fatehpur Sikri e ad Agra con l’immortale Taj Mahal. Il programma prevede di venire accolti all’aeroporto di Delhi quando vi si giunge al rientro da Leh e di recarsi direttamente a Jaipur (250 km), utilizzando un veicolo privato di recente immatricolazione dotato di aria condizionata, dove si visitano il Palazzo, l’Osservatorio ed il Palazzo dei Venti; si alloggia presso l’hotel ‘heritage’ Shahpura House (shahpura.com/shahpurahouse). Il giorno successivo si visita l’Amber Palace, salendo le grandi scalinate a dorso d’elefante, e quindi si prosegue per Fatehpur Sikri (210 km) e da qui per Agra (36 km), dove si alloggia presso l’hotel Howard Plaza – the Fern (howardplazaagra.com). Ci si reca al Taj Mahal alle luci dell’alba e, dopo colazione, si visitano il Forte Rosso ed il mausoleo di Itmad Ud Daulah rientrando poi a Delhi andando direttamente all’aeroporto (220 km). Si viene accompagnati da un autista che parla la lingua inglese e se necessario si può richiedere in aggiunta una guida che parla la lingua italiana. Se si desidera seguire il tour prima del viaggio principale la sequenza delle visite viene messa a punto in funzione dei voli utilizzati.
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Monaci di Karcha
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L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.