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India Himalaia


Ladakh, con Nubra e Pangong

Estensione, traversata himalaiana: Spiti e Kinnaur


Tikse Gompa

Lago di Pangong

Chemrey, affresco di Vajrasattva

Valle di Dankar

Chitkul

PARTENZA
03/8/2024
RITORNO
17/8/2024
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
25/8/2024
2a ESTENSIONE
DURATA
15 – 23 giorni
PARTECIPANTI
massimo 12
GUIDA
Federica Sagretti

 Sintesi del viaggio


Il viaggio, molto completo, mette a frutto l’esperienza venticinquennale di Amitaba: si esplorano le alte valli dell’Indo da Leh, capitale della regione, fino a Mulbeck, il punto più occidentale, incontrando oasi incastonate tra monti altissimi, villaggi e monasteri che hanno reso celebre questi territori sospesi nel tempo. Ci si reca a Nubra, il punto più settentrionale dell’India alle falde del Karakorum, dove tra le dune bianche si incontrano i cammelli bactriani, e si arriva fino al lago turchese di Pangong, vera gemma dell’altopiano tibetano del Ciangtang. La bellezza inimmaginabile dell’ambiente naturale, la gradevolezza delle persone che vi abitano e l’interesse culturale e storico di questi remoti territori ne fanno senza alcun dubbio una delle aree più belle ed interessanti al mondo. Il percorso include tutti i siti principali ed anche luoghi non frequentati dal turismo ordinario, vicini al cuore della cultura locale.

Segui il fiume e arriverai al mare.
  • Delhi
  • Leh
  • Phyang
  • Alchi
  • Mangyu
  • Rizong
  • Wanla
  • Lamayuru
  • Kanji
  • Mulbeck
  • Shergol
  • Likir
  • Leh
  • Khardung La
  • Nubra
  • Tangtse
  • Lago di Pangong
  • Chemrey
  • Hemis
  • Leh
  • Lago di Tso Kar
  • Keylong
  • Kaza
  • Nako
  • Kalpa
  • Chitkul
  • Sangla
  • Sarahan
  • Shimla
  • Chandigarh

 Presentazione del viaggio


Per chi può fermarsi un poco di più, al termine dell’esplorazione del Ladakh e prevista una traversata himalaiana che porta fino alle pianure dell’India; s’incontrano il Rupshu, il Lahaul, lo Spiti ed il Kinnaur: difficile immaginare un percorso più bello ed avvincente!

Accompagna il viaggio Federica Sagretti, che ha già seguito questo percorso nel 2023, e si avvale della collaborazione di guide locali che parlano la lingua inglese. Si prevede un massimo di 12 partecipanti.

I dettagli del percorso sono indicati di seguito, nel programma del viaggio. Per ulteriori informazioni sul territorio ed un approfondimento delle tematiche culturali e storiche si possono consultare le pagine del sito di Amitaba, con particolare riferimento alla sezione dedicata all’India himalaiana occidentale.

LA GRANDE TRAVERSATA DELL’HIMALAIA

Per tornare nel mondo dai “Monti della Luna” del Ladakh vi è la possibilità di seguire un percorso via terra che è annoverato tra i più belli di tutto l’Himalaia. Si parte per le lontane pianure dell’India seguendo nella parte iniziale la spettacolare strada militare che collega la valle dell’Indo con le regioni meridionali; si attraversano le pasture nomadiche del Rupshu, dove si visita il lago turchese di Tso Kar, e, superate le aride regioni di Karnak e Sanku e valicati due spettacolari passi, si fa tappa a Keylong, “capitale” del Lahaul. Una regione questa che, confrontata col Ladakh, giova di maggiore umidità, dove si osserva un po’ di verde sui pendii.
Oltre Keylong si risale la valle del fiume Chandra, che incanta per le fantastiche guglie, monti turriti di granito e ghiacciai che ne ornano il versante meridionale, giungendo al mitico Chandra Tal, o “Lago della Luna”; da qui si valica il passo del Kun Zum che si apre sullo Spiti, un magnifico territorio a sud-est del Ladakh, anch’esso di cultura buddista, quasi altrettanto arido e forse ancora più selvaggio. Si visitano tutti i villaggi e i monasteri più interessanti avendo modo di ammirare, oltre alla meraviglia naturale di valli profondissime, pressoché desertiche e dai colori contrastati, alcuni dei reperti artistici più preziosi della cultura buddista tibetana. Emergono le radici di una storia millenaria legata alle vicende dell’antico regno tibetano di Gughe: dall’incomparabile tempio di Tabo, che gli amanti dell’arte chiamano l’ “Ajanta dell’Himalaia”, a luoghi meno conosciuti ma altrettanto preziosi, da Tashigang e Lhalung a Nako.
Oltre, si segue il corso del fiume Spiti arrivando alla confluenza col possente Sutlej, con i ripidi monti che cominciano ora gradatamente ad avere una copertura arborea, e si entra nella regione del Kinnaur. Questo antico regno segna il punto di transizione tra la cultura induista e buddista; l’architettura tradizionale qui è caratterizzata da un uso misto di pietra e legno, anche finemente intagliato. Da Kalpa, la vecchia capitale, gli indù scrutano le cime glaciali del Kinnaur Kailash, una montagna sacra che supera i 6000 metri: secondo alcuni questa è la dimora invernale di Shiva, da cui il nome ‘Kinnaur Kailash’, mentre, secondo i devoti del Kinnaur, il classico Kailash sarebbe invece la dimora estiva del grande dio. Si esplora la remota valle di Sangla, dove prosperava l’antico regno di Bushahr, con Kamru e Chitkul, arrivando poi a Sarahan e Bhimakali, un importante tempio induista che presenta l’apice del peculiare stile architettonico della regione. Si giunge così a Shimla, vecchia capitale estiva del periodo coloniale, da dove si prosegue per l‘aeroporto di Chandigarh, completando una tra le più belle traversate della catena himalaiana.

NOTA TECNICA

Gli spostamenti vengono effettuati con veicoli privati. A Leh si alloggia in un comodo hotel – si ricorda che il massimo standard disponibile in Ladakh è equivalente a quello di un nostro alberghetto di montagna, ma la pulizia è sufficiente, si dispone di stanze con bagno e acqua calda e l’hotel ha un generatore di corrente nel caso (…spesso) “salti” la luce. Fuori da Leh si alloggia in piccoli alberghetti; queste sistemazioni richiedono un minimo di spirito di adattamento, si immagini una condizione simile a quella che da noi può offrire un rifugio alpino. Alcuni sono decisamente carini, arredati in tipico stile ladakho, e donano la piacevole sensazione di alloggiare con le famiglie locali. Durante l’estensione in Spiti e Kinnaur si utilizza un hotel a Shimla e nel resto del percorso si dispone di semplici alberghi, i migliori disponibili in una zona che non è turistica, comunque puliti anche se a volte basici ma con stanze solitamente dotate di servizi. A Delhi non è previsto l’utilizzo di hotel per via delle connessioni volo che non lo rendono necessario; se si preferisse, Amitaba potrà predisporre questo servizio e soddisfare ogni altra richiesta dei viaggiatori, con costi molto contenuti.

CLIMA E ATTREZZATURA

A Delhi in estate ci possono essere anche 35/40 gradi e piogge. In Ladakh invece il clima è secco e le temperature più miti. A Pangong ed a Tso Kar nel Rupshu, per chi segue l’estensione, le escursioni termiche sono notevoli per via della quota, con il sole caldo che brucia nonostante l’aria fresca, e temperature minime che possono arrivare anche a zero gradi. È opportuno attrezzarsi con indumenti caldi per passare in modo confortevole le serate più fredde. Si consiglia di portare indumenti in pile ed una giacca di piumino o, meglio ancora, una giacca da montagna in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode, ed un paio di scarponcini comodi e caldi per i percorsi a piedi. Molti portano un sacco lenzuolo per evitare di dover per forza utilizzare le lenzuola fornite localmente, a volte non bellissime. Portare uno zaino. È importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi ed una pila, possibilmente frontale (quelle che si tengono in testa con una fascia elastica).

L’ALTA QUOTA DEL LADAKH

Andare in Ladakh significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Leh stessa si trova a quasi 3500 metri. La buona riuscita di un viaggio quindi deve sempre tenere in considerazione questo fattore. Per l’adattamento è necessario prevedere una gradualità di salita e bisogna non esagerare nello sforzo fisico i primi giorni; l’itinerario previsto tiene conto di queste esigenze. Le parti che possono generare più apprensione sono l’escursione a Nubra e la sosta al lago di Pangong, situato a 4240 mt; qui si sosta la decima notte dopo l’arrivo in quota, quindi si è sufficientemente acclimatati. Nubra, a nord di Leh, si raggiunge scavalcando il passo di Kardung alto ben 5354 mt (sulle guide è spesso ancora indicato a 5602 mt, ma la quota corretta data da misura satellitare è questa), dove l’impatto fisico di una salita ad una quota così elevata è attenuato avendo l’accortezza di non sostarvi troppo a lungo e procedendo per la discesa che riporta a circa 3100 mt di quota, più bassa del punto di partenza; così non si subiscono gli effetti dell’esposizione all’aria rarefatta del passo. A Tso Kar in Rupshu (4530 mt), per chi segue l’estensione, si giunge la dodicesima notte. Molti hanno avuto un riscontro positivo utilizzando il diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota, totale: 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2 o 3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso non preventivo, successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico. Si consideri comunque che migliaia di persone affrontano queste difficoltà senza particolari disturbi.

 Programma del viaggio


1°g.  Sabato 3 agosto, partenza in volo per Delhi
Per raggiungere Delhi in India vi sono diverse possibilità di scelta per i voli ed Amitaba può prenotare quello preferito dai viaggiatori; la maggior parte dei collegamenti giunge a Delhi nelle prime ore del mattino successivo. All’arrivo ci si trasferisce alle partenze nazionali nello stesso aeroporto. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo od altro, Amitaba può predisporre un servizio di accoglienza all’aeroporto, prenotare un hotel e ogni altro servizio richiesto.

2°g.  4/8 Delhi – Leh
Il volo per Leh parte di prima mattina (orari da verificare); dall’aereo si godono panorami stupendi sull’Himalaia dell’India. A Leh si viene ricevuti dal corrispondente di Amitaba in Ladakh; sistemazione in uno dei migliori hotel della città (lo Snowland o simile) e riposo per favorire l’adattamento alla quota; Leh è posta a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra i campi e le tipiche case dei contadini ladakhi.

3°g.  5/8 Leh, escursione a Shey, Tikse, Stakna e Matho
L’escursione inizia con una prima visita a Shey, situato a breve distanza ad est di Leh, un sito storicamente importante perché fu anche la sede del palazzo reale e dove nel tempio si ammirano antichi dipinti. Si continua con Tikse, tra i più celebri e attivi monasteri del Ladakh, una delle perle della regione: ricco di templi, contiene molte importanti opere d’arte ed un’impressionante raffigurazione di Yamantaka che regna nel Gonkhang. La grande statua di Maitreya posizionata nel tempio a destra dell’ingresso, di recente fattura, è diventata uno degli oggetti simbolo più famosi del Ladakh. Proseguendo lungo la valle dell’Indo, si attraversa il fiume Indo poco lontano da Tikse su di uno stretto ponte arrivando al monastero di Stakna, che si staglia su di un panoramico colle morenico sopra il fiume e rivela sale ed interni interessanti, incluso l’appartamento dell’abate, che solitamente si può visitare. Da qui ci si reca alla vicina oasi di Matho, sede di un affascinante sito di scuola Sakya, reso celebre anche dal peculiare festival invernale che è presenziato da… degli oracoli; e in effetti è un luogo che dà a molti la sensazione di essere intriso di energia esoterica, in special modo nello scuro Gonkhang degli oracoli, col pavimento coperto di tsampa e pervaso dall’odore di chang. Da qui si rientra a Leh.

4°g.  6/8 Leh – Phyang – Bazgo – Saspol – Alchi
Si lascia Leh seguendo la valle dell’Indo verso ovest; con una breve deviazione si raggiunge il monastero di Phyang, un sito molto interessante con sale finemente affrescate e molte statue tipiche dell’esoterica scuola dei Drigung Kagyu, alla cui tradizione appartiene il Gompa. Proseguendo, oltre la spettacolare confluenza col fiume Zanskar si visita Bazgo, un paesino molto pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte ed alcuni templi con decorazioni stupende che contengono due impressionanti statue di Maitreya. Fu da Bazgo che il re Bhagan riuscì a riunificare il Ladakh nel XVI secolo. Ci si reca poi alle grotte di Saspol: custodiscono affreschi di sorprendente bellezza in un luogo che fu casa di santi eremiti. Si prosegue per il vicino monastero di Alchi, fondato nell’XI secolo da Kaldan Sherab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contiene magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Si alloggia in una locanda dell’oasi, la New Zimskhang o simile.

5°g.  7/8 Alchi – Mangyu – Rizong – Wanla – Lamayuru
Si prosegue per un tratto lungo la sponda meridionale dell’Indo per poi risalire una pittoresca valle a sud del fiume che porta allo stupendo villaggio di Mangyu, di bellezza archetipa, dove nei piccoli Gompa ed in alcuni Stupa si trovano reperti artistici di finezza insospettabile che originano dall’XI secolo: ci si chiede come mani così raffinate potettero giungere in una delle valli più remote al mondo! Tornati al fiume si prosegue lungo l’Indo e lo si lascia con una deviazione verso nord incontrando un interessante convento femminile e, poco oltre, il monastero di Rizong, ritenuto tra i più ascetici del Ladakh, che sembra quasi sospeso alla chiusura di una stretta valle. Dopo la visita si continua a seguire l’Indo verso ovest e quindi la strada risale una spettacolare gola a sud; la si lascia con una deviazione che porta all’oasi di Wanla, che preserva un antichissimo monastero (XI secolo) appartenente alla tradizione dei Drigung, restaurato da un gruppo di svizzeri, la cui fondazione viene attribuita a Rinchen Zangpo. Tornati sulla strada principale ci si inerpica tra le incredibili erosioni terrose della “valle della luna”. Secondo la tradizione queste peculiari forme indicano la presenza di un antico lago che si dice sia stato fatto defluire dal santo Naropa, che passò qui un lungo periodo di meditazione: ragion per cui questa zona è considerata dai ladakhi una ‘terra pura’. Qui si trova Lamayuru, uno dei monasteri più pittoreschi dell’Himalaia, posto arditamente tra pinnacoli di roccia come un castello delle fiabe, sospeso su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da policrome montagne desertiche. Si alloggia in una locanda dell’oasi, la Lamayuru Grand Moonland o simile.

6°g.  8/8 Lamayuru – Atise – Kanji – Gyal – Mulbeck
Dopo la visita di Lamayuru si prosegue lungo la strada che serpeggia verso ovest; prima del passo si segue una stradina sterrata che porta all’eremo di Atise, un luogo di ritiro del monastero di Lamayuru. Superato il Fatu La (4147 mt) giunti sull’altro versante, con una deviazione verso sud che si immerge in uno spettacolare canyon, si raggiunge lo sperduto villaggio di Kanji, molto speciale e caratteristico. Rientrati sulla strada principale si supera il valico del Namika (3760 mt) raggiungendo Gyal, un caratteristico villaggio con un tempio ricavato traforando la roccia, ripreso nel film “Samsara”. Poco oltre si arriva a Mulbekh, dove si trova la famosa statua rupestre di Budda Maitreya (VII secolo); si alloggia presso la Harzoo Guest House o simile.

7°g.  9/8 Mulbeck – Shergol – Likir – Leh
Nei pressi di Mulbeck con una breve deviazione si arriva al villaggio di Shergol, impreziosito da un piccolo monastero abbarbicato ad uno sperone roccioso, anche questo ripreso nel film “Samsara”. A Mulbeck con una piacevole passeggiata si raggiungono i due antichi monasteri posti su di un panoramico colle sopra al villaggio. Si inizia quindi a ripercorrere la panoramicissima strada che, valicati i passi Namika e Fatu, transita da Lamayuru e si tuffa nella valle dell’Indo. Oltrepassata la confluenza tra Indo e fiume Zanskar una breve deviazione porta al monastero di Likir, di tradizione Ghelupa ed il cui abate è un fratello di S.S. il XIV Dalai Lama, con un’imponente statua di Maitreya che sovrasta il bel complesso; vi risiedono circa 150 monaci. Giunti a Leh si alloggia presso il medesimo hotel.

8°g.  10/8 Leh
Mattinata libera. Nel pomeriggio visita di Leh: il Palazzo Reale con i templi adiacenti, la Pagoda della Pace, il panoramico Tsemo Gompa, dove sorgono anche i resti di quello che fu il primo castello della dinastia reale Namgyal, la parte vecchia ed il mercato.

9°g.  11/8 Leh – Kardung La – Nubra
L’escursione alla valle di Nubra inizia con la salita al passo del Kardung (5354 mt – che sulle guide è spesso indicato a 5602 mt) posto a nord della città, che offre una visuale vastissima sulle infinite catene di monti che si estendono lungo il fiume Indo. La discesa si apre sulla valle del fiume Shyok, dove si ridiscende fino a circa 3100 mt, e conduce ad una vasta piana formata dalla confluenza tra questo ed il fiume Nubra, che scorre da nord alimentato dai giganteschi ghiacciai del Karakorum. Giunti a Diskit si visitano il villaggio ed il monastero abbarbicato alle rocce, che offre una splendida panoramica sulla valle. Si alloggia presso l’hotel locale Mystic Earthomes o simile. Si completa la giornata recandosi al vicino monastero di Hunder, situato ai piedi di una stretta gola, un luogo di ritiro dove vivono pochi ospitali monaci; nell’oasi rigogliosa si trovano anche dei bellissimi chorten. Nei pressi vi sono delle splendide dune di sabbia bianca, un luogo indimenticabile.

10°g.  12/8 Nubra
Si prosegue l’esplorazione di Nubra raggiungendo la parte settentrionale della vallata; oltre Sumur una breve passeggiata porta ad un magico laghetto, cinto da colline moreniche dalla cui sommità si gode una magnifica vista. Proseguendo ancora un poco si incontrano le acque termali di Panamik e, giunti al ponte sul fiume, lo si attraversa e con una passeggiata si raggiunge il panoramico monastero di Ensa. Tornando ci si ferma per una visita a Sumur e si raggiungono le vicine dune bianche, poste non lontano dalla confluenza dei fiumi: un luogo splendido per godere delle luci della sera. Si rientra quindi in hotel.

11°g.  13/8 Nubra – Tangtse – Lago di Pangong
Si lascia la valle di Nubra in direzione sud est risalendo il flusso del fiume Shyok. Raggiunto il villaggetto di Skyok si lascia il corso del fiume entrando nei monti a sud raggiungendo il villaggio di Tangtse (a circa 130 km da Nubra), il principale della regione, con le rovine di un vecchio castello ed un tempio recentemente ricostruito. [NB: se la strada lungo lo Shyok avesse dei problemi di transito per arrivare a Tangtse si può valicare il passo di Wari (5312 mt) che si affaccia sulla valle dell’Indo ad est di Leh e quindi risalire il passo di Chang arrivando così comunque a Tangtse – è un percorso più lungo (circa 190 km), allietato però da panorami bellissimi]. Da Tangtse si prosegue per il lago di Pangong (4240 mt) risalendo una valle verso est, attraverso un ambiente con forti colorazioni dove deserto e pasture si intersecano tra monti sulle cui cime si vedono alcuni ghiacciai; si arriva presto in vista delle acque incredibilmente turchesi del mitico lago. Una vastità azzurra, l’aria incredibilmente pura, tra monti altissimi, oltre ogni nostra capacità descrittiva, che ispirò alcuni passaggi stupendi dell’interessante libro “La via delle nuvole bianche” di A. Govinda. Le sue acque nella parte orientale arrivano nel Tibet a dominio cinese, nei pressi della terza capitale dell’antico regno di Gughe, Rutok. Si alloggia preso il Mystic Pangong Resort o simile.

12°g.  14/8 Lago di Pangong – Shachukul – Tak Tok
Si torna al villaggio di Tangtse; da qui si risale per un tratto il fiume e quindi si imbocca una valle a sud (circa 10 km) arrivando al villaggio ed al monastero di Shachukul, di scuola Drigung Kagyu. Nel vecchio Gompa si ammirano alcune interessanti statue, e, nel Lhakhang, affreschi nuovi ma di ottima fattura che ritraggono, tra i vari soggetti, il lignaggio da cui origina la scuola. Si torna a Tangtse e ci si dirige attraverso monti policromi e pasture all’altissimo passo del Chang (5360 mt), con grandiosi panorami che, quando ci si affaccia verso la valle dell’Indo a sud, spaziano sulle catene dei monti fino al Kang Yaze (6400 mt), la più alta vetta della regione. Alla base del passo s’incontra il villaggio di Shakti, dove si alloggia presso la Solpon Homestay. Nei presi si visita l’antico monastero di Tak Tok, l’unico di tradizione Nyingmapa del Ladakh: è molto interessante, vi sono due sale con affreschi finemente realizzati, ma la sacralità speciale del luogo è data dalla grotta di meditazione, dove secondo la tradizione, meditò Guru Padmasambhava.

PER CHI RIENTRA:

13°g.  15/8 Tak Tok – Chemrey – Hemis – Leh
Si continua la discesa lungo la bella vallata arrivando al pittoresco monastero di Chemrey, un Gompa dalla struttura vicina all’archetipo di quello che ci si può immaginare come un luogo di ritiro himalaiano, con le casette dei monaci incastonate nei versanti di un ripido colle sulla cui cima sorgono i templi, tanto che fu scelto per girarvi il film ‘Samsara’. Proseguendo, arrivati al grande fiume Indo lo si attraversa per raggiungere il versante meridionale della valle giungendo al monastero di Hemis, il principale di scuola Drukpa Kagyu del Ladakh. È un’importante meta di pellegrinaggi, con diverse sale di preghiera affrescate ed ospita una ricca collezione di tanka, statue d’oro e stupa (reliquiari) incastonati con pietre preziose. Completata la visita si salutano i partecipanti e l’accompagnatrice italiana che proseguono per il lago di Tso Kar in Rupshu e si continua per Leh, dove si alloggia nel medesimo hotel. Il resto della giornata è libero.

14°g.  16/8 Leh – Delhi
Il volo per Delhi parte al mattino presto (orari da verificare), all’arrivo è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può prenotare un hotel e predisporre ogni altro servizio richiesto.

15°g.  Sabato 17 agosto, arrivo a destinazione

PER CHI PROSEGUE, ESTENSIONE “Traversata himalaiana: Spiti e Kinnaur”:

13°g.  15/8 Tak Tok – Chemrey – Hemis –  Gya – Taglang La – Lago di Tso Kar
Si segue il medesimo programma dei partecipanti che rientrano in Italia fino al monastero di Hemis. Da qui si torna sulla strada principale e si prosegue verso sud est seguendo la strada militare che conduce fino all’Himachal risalendo per un tratto l’Indo e lasciandolo per entrare tra le ripide montagne policrome a sud del fiume. S’incontra il villaggio di Gya, dove sorge un piccolo monastero su una rupe tra le rovine di un grande forte che cingeva le creste ardite. Si continua a salire con panorami sempre più spettacolari arrivando al passo del Taglang, alto 5328 mt, che si apre sull’altopiano del Rupshu. Oltre il passo si entra nel territorio dei nomadi, gente che sopravvive a condizioni climatiche impensabili; in diversi punti a volte si vedono i loro campi e le greggi di yak, e, con un pizzico di fortuna, anche animali selvaggi come il kyang, le marmotte, raramente i lupi e spesso le aquile. Una breve deviazione porta al lago salato di Tso Kar (4530 mt), imperdibile gemma turchese, il cui sale è stato estratto e usato per secoli come merce di scambio in Ladakh. Si alloggia qui presso lo Tso Kar Resort.

14°g.  16/8 Lago di Tso Kar – Lachlung La – Baralacha La – Keylong
Tornati sulla strada militare si prosegue il viaggio arrivando in breve tempo al campo tendato di Pang e quindi si valica il Lachlung La (5060 mt) accedendo alla zona meridionale del Karnak e Sanku, uno dei regni del trekking di queste remote regioni. Si prosegue lungo l’altopiano fino al passo del Baralacha (4883 mt) che si apre sui territori del Lahaul, un’area ancora piuttosto desertica ma più arborea del Ladakh. Oltre Darcha, punto di accesso per un percorso che porta in Zanskar, seguendo il fiume si arriva a Keylong, “capitale” del Lahaul, posta a 3100 mt di quota. Sistemazione in un albergo modesto, il Deykido simile..

15°g.  17/8 Keylong – Chandra Tal – Kunzum La – Kaza
Si prosegue il viaggio arrivando al fiume Chandra, di cui si inizia la risalita; dopo un tratto si lascia la strada principale, che conduce a sud verso Manali, continuando lungo la medesima valle verso est, in un ambiente molto selvaggio dove i ghiacciai giungono fino al fondovalle e le montagne turrite sembrano magiche cittadelle sospese nel cielo. Giunti in fondo alla vallata con una deviazione a nord ed una piacevole passeggiata si raggiunge il lago di Chandra Tal, che ha anche ispirato il bel libro scritto da Massimo Dusi “Il lago delle visioni” (Marsilio edizioni). Superato il passo del Kunzum (4551 mt) si entra in Spiti, incontrando i primi insediamenti a Losar; si prosegue (57 km) per Kaza, il centro principale della regione situato a 3800 mt di quota. Ci si accomoda presso l’hotel Snowlion o simile. Si percorrono in tutto poco più di 200 km, inclusa la deviazione per il lago Chandra Tal, con alcuni tratti di sterrato ed a volte può esservi la necessità di superare piccoli guadi; il tempo di percorrenza può quindi variare, con un minimo di circa sette ore. I panorami lungo l’intero tragitto sono eccezionali ed anche molto vari, dai monti granitici del Chandra alle vette aride e cromatiche dello Spiti.

16°g.  18/8 Kaza, escursione a Ki, Kibber e Tashigang
Si visita Kaza e si effettua un’escursione al monastero di Ki, il principale dello Spiti, dove nel 2000 S.S. il XIV Dalai Lama ha conferito una grande iniziazione di Kalachakra. Consultando il sito di Amitaba nella sezione “Cultura” di “Paesi e tradizioni” si trova la storia di questo evento. Da Ki si prosegue per Kibber (4205 mt) e Tashigang (4400 mt), dove nel tempietto si trovano affreschi antichi e molto belli, un assaggio della preziosa arte di questa remota regione. Questi interessanti villaggi, sui bordi dell’altopiano, sono tra i più alti luoghi permanentemente abitati dell’Himalaia.

17°g. 19/8 Kaza – Dankar – Lhalung – Tabo – Nako
Oltre la confluenza dello Spiti col fiume Pin si lascia la strada principale per inerpicarsi lungo una stradina sul versante orientale della valle raggiungendo lo sperone dove, tra monti policromi, è appollaiato il panoramicissimo monastero di Dankar, che origina dall’XI secolo e contiene diversi oggetti di pregio. Edificato in una posizione decisamente spettacolare, si erge sopra l’oasi e domina la confluenza dei fiumi Pin e Spiti; sulla sommità del monte si trovano i resti del vecchio palazzo nobiliare, utilizzato in passato dal Gyalpo (re) di Dankar. Si lascia questa magica oasi incastonata tra i selvaggi monti himalaiani seguendo una strada sterrata di recente costruzione che passa a mezza costa sopra l’ampia valle dello Spiti e si addentra nella valle laterale che porta a Lhalung. Questo bel villaggio, perfettamente preservato, custodisce un Gompa fondato anch’esso nel periodo del celeberrimo Tabo, intorno all’anno 1000, quando la regione era parte dell’antico regno tibetano di Gughe. Gli interni di questo pressoché ignorato tempio sono un esempio rarissimo della metamorfosi che l’arte giunta da Ghandara e Nalanda ha avuto nell’incontro col mondo dell’Himalaia. Tornati al fiume Spiti si prosegue seguendo il deflusso delle acque lungo la spettacolare valle fino a Tabo, L’antico Gompa di Tabo è rimasto intatto dai tempi del grande santo tibetano Rinchen Zangpo, che ne curò l’attuale disposizione (XI secolo). Tabo è appellato da alcuni l’ “Ajanta dell’Himalaia” per l’ineguagliabile bellezza di statue ed affreschi, ed è una perla anche per la potente energia spirituale che lo permea. Dopo un’approfondita visita si prosegue il viaggio lungo lo Spiti; si transita da Chango, dove su uno sperone sopra il villaggio vi è un vecchio tempio, mentre il monastero Kagyu, di recente costruzione, è situato all’interno dell’ampia vallata ricca oggi di alberi di mele, l’importante fonte di reddito del villaggio. Arrivando a Nako (3600 mt) si incontra uno dei punti più spettacolari del percorso, con la strada che serpeggia sempre più alta sopra la valle con panorami eccezionali; si alloggia in un semplice alberghetto, l’Hotel Rio Purguil o simile.

18°g. 20/8 Nako – Rekong Peo – Kalpa
Passeggiare tra le strette viuzze del paese porta indietro nel tempo; vi è un laghetto, considerato sacro, con diversi piccoli templi ed un monastero storicamente importante di scuola Drukpa, che risale all’XI secolo, dove si assapora un ultimo interessante esempio dell’antica arte pittorica di Gughe. Completate le visite si scende fino al fiume e, oltre una stretta gola, si arriva alla confluenza con il Sutlej, a pochi chilometri dal confine col Tibet. Si segue il possente fiume transitando da Morag, che segna il punto più settentrionale della regione storica del Kinnaur, dove si ammira una torre fortificata costruita stratificando pietre e legno, il tipico stile di questa nuova regione. Le valli rimangono ripidissime ed il territorio diventa progressivamente meno arido, con le foreste che gradatamente iniziano ad ammantare i monti, dove fanno capolino diverse vette turrite ed innevate. Arrivati a Rekong Peo (2290 mt), l’attuale capitale del Kinnaur, si sale al panoramico villaggio di Kalpa (2960 mt), posto sul versante occidentale della valle. Questo grazioso villaggio conserva il tipico carattere del Kinnaur, con le costruzioni miste di legno e pietra, e vi si trova un interessante complesso templare. Fu prescelto come località di soggiorno dai coloni inglesi per il clima e la spettacolarità della visuale che offre: se è limpido si ammira sul versante opposto della vallata il Kinnaur Kailash, mitico monte di oltre 6000 metri, che prende questo nobile nome dal fatto che da molti è considerato la dimora invernale di Shiva, più che per una effettiva somiglianza col monte Kailash. Si alloggia in un semplice hotel, il Kinner Villa o simile.

19°g. 21/8 Kalpa – Sangla e Chitkul
Si torna a valle, si prosegue per un tratto lungo il Sutlej e quindi si imbocca una valle scoscesa che si affaccia sul lato orografico destro, dove tuona un impetuoso torrente himalaiano. Si arriva a Sangla, un villaggio con molte case tradizionali ed alcuni templi, tipiche costruzioni del Kinnaur, che fu una capitale del regno di Bushahr; nei pressi del paese si trova il forte di Kamru, che si può raggiunge con una breve passeggiata. Si prosegue lungo la valle arrivando fino a Chitkul, un tipico villaggio himalaiano molto ben conservato, l’insediamento situato nel punto più alto. Si rientra quindi a Sangla, dove si alloggia in un semplice albergo, il Parkash Regency o simile.

20°g. 22/8 Sangla – Sarahan
Si torna al vorticoso fiume Sutlej e si prosegue verso sud superando le profonde gole intagliate dalle possenti acque, ai piedi di montagne ripidissime e spettacolari. Arrivati nella zona di Rampur (924 mt), si sale a Sarahan (2290 mt). Questo villaggetto fu una capitale del regno di Bushahr; vi si trova il palazzo dell’ultimo Maharaja, ma il sito che attrae fin qui è il tempio induista di Bhimakali, il cui edificio ligneo più antico risale a circa 800 anni fa. È uno degli esempi più belli di architettura tradizionale di queste regioni himalaiane. Si alloggia in un semplice albergo di stato, l’HPTDC.

21°g. 23/8 Sarahan – Shimla
Tornati al fiume lo si segue per un tratto e quindi la strada raggiunge e segue le creste dei monti, arrivando a Shimla (2130 mt). Questa cittadina appollaiata sulle cresta dei monti, vecchia capitale del Raj britannico, conserva ancora molti edifici in stile coloniale. Sistemazione presso l’hotel East Bourne o simile.

22°g. 24/8 Shimla – Chandigarh e volo di rientro  
Si parte per l’aeroporto di Chandigarh, che dista circa 125 km, un percorso che richiede approssimativamente 4 ore. Da qui si prende un volo per l’aeroporto internazionale di Delhi, dove la gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può prenotare un hotel e predisporre ogni altro servizio richiesto, sia a Chandigarh che a Delhi.

23°g.  Domenica 25 agosto, arrivo a destinazione

Nota: chi ne ha la possibilità, può portare indumenti caldi e invernali o cancelleria per la scuola da regalare. Questi materiali verranno raccolti dai nostri collaboratori per essere distribuiti a chi ne ha più bisogno, solitamente alla fine del viaggio: così si possono lasciare anche cose usate che non si desidera riportare a casa.

COSTO VIAGGIO

€ 2500 – Minimo 3 e massimo 12 partecipanti

Estensione Spiti e Kinnaur, € 1700 – Minimo 2 partecipanti

La quota comprende: le spese di iscrizione, le Polizze Assicurative di viaggio (Viaggi rischio zero e polizza base Europ Assistance – su richiesta, su E.A. possono essere estesi i massimali con un costo di € 70 ed emessa la Polizza di Annullamento, che costa 5,5% del valore del viaggio), i trasporti ad esclusone dei voli, la pensione completa tranne che a Delhi, le escursioni e gli ingressi ai siti indicati nel programma, la presenza dell’accompagnatrice italiana e delle guide locali.

La quota non comprende: i voli, il visto indiano, il supplemento per la camera singola, le bevande, le visite e le escursioni non in programma, le mance e tutto quanto non indicato alla voce “la quota comprende”.

Voli: Amitaba provvede alla prenotazione dei voli su richiesta dei viaggiatori, ma non obbliga ad utilizzare questo servizio e chi preferisce può provvedere all’acquisto dei voli direttamente; questo anche per permettere a chi ne ha la possibilità di usufruire di punti, sconti e/o tariffe agevolate.

Supplementi: € 150 con solo 4 partecipanti, € 200 con 3, € 460 per la singola. Estensione in Spiti e Kinnaur: € 150 con solo 5 partecipanti, € 300 con 4 o 3, € 450 con 2; € 360 per la singola.

Visto e documenti: il visto indiano è obbligatorio e deve essere ottenuto prima della partenza; per informazioni sull’ottenimento del visto contattare Amitaba. Si ricorda che il passaporto deve avere almeno sei mesi di validità dal momento dell’arrivo in India.

Riferimento valutario: il prezzo del viaggio è formulato con riferimento al cambio euro – rupia del 27/10/2023 (Banca d’Italia): € 1 = INR 87,751, corrispondente al valore in essere al momento della pubblicazione del programma.

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 DOCUMENTI DI VIAGGIO

PAESI E TRADIZIONI

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Tabo, affresco

 GALLERIA FOTOGRAFICA

Valle dell’Indo da Tikse
Oasi di Mangyu
Tikse Gompa
Lago di Pangong
Chemrey, affresco di Vajrasattva
Valle di Dankar
Chitkul
Bazar street a Leh
Mangyu, statua di Maitreia
Monaco di Rizong
Mulbeck, Maitreia
Donna di Mulbeck
Likir Gompa
Nubra
Donne di Tak Tok
Rosa himalaiana
Lago di Tso Kar
Karnak, fiume Tsarap
Ki Gompa in Spiti
Lhalung Gompa
Erosioni, area di Kaza (Spiti)
Ragazzina di Sarahan

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.