India Himalaia
Ladakh, il Piccolo Tibet – con Pangong e Nubra
Estensione: altopiano del Rupshu, rientro il 23/8

Tso Kar

Monaco di Rizong

Ladakh, Chorten e Stock Kangri

Nubra, dune a Hunder

Lago di Pangong









Sintesi del viaggio
La regione himalaiana del Ladakh preserva intatta la cultura buddista tibetana, e non ha subito i traumi di un’invasione: da molti è così stata denominata “Piccolo Tibet”. Ma in effetti il Ladakh per la bellezza unica dell’ambiente e per la gradevolezza delle persone che vi abitano brilla di luce propria, con le oasi incastonate tra monti altissimi ornati dai ghiacciai, laghi turchesi tra le pasture degli yak, monasteri che ornano come gemme i crinali delle montagne, mantra intagliati nelle rocce ed il gioioso suono del saluto con cui ti accolgono e ti sorridono le persone: Julley!! Il percorso, che beneficia della lunga esperienza di Amitaba che qui organizza viaggi da 19 anni, è molto completo, comprende tutti i diversi aspetti di uno dei luoghi più belli al mondo ed include luoghi non frequentati dal turismo ordinario. Al termine è prevista un’estensione ai grandi laghi dell’altopiano del Rupshu, nel grandioso territorio dei nomadi.
- Delhi
- Leh
- Tikse
- Hemis
- Stakna
- Matho
- Stock
- Kardung La
- Diskit
- Valle di Nubra
- Sumur
- Panamik
- Ensa
- Turtuk
- Hunder
- Phyang
- Bazgo
- Saspol
- Alchi
- Mangyu
- Rizong
- Wanla
- Lamayuru
- Atise
- Mulbekh
- Shergol
- Likir
- Chemrey
- Pangong
- Shachukul
Presentazione del viaggio
È poi possibile ampliare ulteriormente il programma con una breve estensione ai siti classici indiani.
Il viaggio prevede di raggiungere e di rientrare da Leh, la capitale del Ladakh, in volo da Delhi; si visitano accuratamente Leh ed i dintorni, con Sankar, Shey, Tikse, Hemis, Stakna, Matho e Stock e quindi si effettuano tre escursioni, la prima di tre giorni a Nubra, la seconda verso ovest che ne utilizza quattro e l’ultima a Pangong di due.
La valle di Nubra, a nord di Leh, si raggiunge scavalcando l’altissimo passo del Kardung; è situata ai piedi del Karakorum, custodisce monasteri e villaggi molto interessanti, ma anche solo la magia del luogo e la sua bellezza naturale costituiscono un irrinunciabile motivo per spingersi fin qui. La cornice di monti maestosi ha al suo centro delle insospettate dune di sabbia bianca lambite da due fiumi dove vivono i cammelli bactriani e si trovano laghetti nascosti e fonti termali
L’escursione ad ovest dura quattro giorni e porta lungo l’Indo iniziando con Phyang e scoprendo la storica oasi di Bazgo ed i resti artistici più interessanti del Ladakh: i famosi affreschi di scuola Ghandara di Alchi e gli sconosciuti dipinti di Saspol. Si visitano Mangyu, una perla di bellezza nell’Himalaia, Rizong, mistico monastero di ritiro, Wanla, un’oasi che preserva un tempio dell’XI secolo attribuito a Rinchen Zangpo, il celebre monastero di Lamayuru, posto arditamente su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da montagne completamente desertiche, dove si visita anche il suo eremo di Atise, e si giunge ai confini del Ladakh a Mulbeck, dove si trovano alcuni tra i luoghi più pittoreschi: Gyal e Shergol; non mancherà la visita di Likir, il cui abate è un fratello di S.S. il Dalai Lama.
La terza escursione porta a nord est di Leh attraverso il passo di Chang nelle remote valli a ridosso del Ciangtang tibetano, fino al glorioso lago di Pangong, uno dei punti più belli in assoluto della regione; sul percorso si visita Chemrey ed al ritorno Shachukul.
A completamento del viaggio l’estensione, condotta da una nostra guida locale, porta ai laghi di Tso Moriri e Tso Kar, gemme turchesi dell’altopiano del Rupshu, dove vivono i pastori nomadi con i loro greggi di yak.
MODALITÀ DEL VIAGGIO
Gli spostamenti vengono effettuati con veicoli privati. A Leh si alloggia in un comodo hotel – si ricorda che il massimo standard disponibile in Ladakh è equivalente a quello di un nostro alberghetto di montagna, ma la pulizia è sufficiente, si dispone di stanze con bagno e acqua calda e l’hotel ha un generatore di corrente nel caso (…spesso) “salti” la luce. Durante l’escursione ad ovest di Leh si alloggia in piccoli alberghetti; queste sistemazioni richiedono un minimo di spirito di adattamento, si immagini una condizione simile a quella che da noi può offrire un rifugio alpino. Alcuni sono decisamente carini, arredati in tipico stile ladakho, e donano la piacevole sensazione di alloggiare con le famiglie locali. A Nubra si alloggia in un piccolo hotel e a Pangong in un campo fisso dotato di tende con letti, lenzuola e servizi. Durante l’estensione ai laghi del Rupshu si utilizzano campi fissi. A Delhi non è previsto l’utilizzo di hotel per via delle connessioni volo che non lo rendono necessario; se si preferisse Amitaba potrà predisporre questo servizio e soddisfare ogni altra richiesta dei viaggiatori, con costi molto contenuti.
L’ALTA QUOTA DEL LADAKH
Andare in Ladakh significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Leh stessa si trova a quasi 3500 metri. La buona riuscita di un viaggio quindi deve sempre tenere in considerazione questo fattore. Per l’adattamento è necessario prevedere una gradualità di salita e bisogna non esagerare nello sforzo fisico i primi giorni; l’itinerario previsto tiene conto di queste esigenze. Le parti che possono generare più apprensione sono l’escursione a Nubra e la sosta al lago di Pangong, situato a 4240 mt; Nubra, a nord di Leh, si raggiunge scavalcando il passo di Kardung alto ben 5354 mt (sulle guide è spesso ancora indicato a 5602 mt, ma la quota corretta data da misura satellitare è questa), dove l’impatto fisico di una salita ad una quota così elevata è attenuato avendo l’accortezza di non sostarvi troppo a lungo e procedendo per la discesa che riporta a circa 3100 mt di quota, più bassa del punto di partenza; non si ha così il tempo di subire gli effetti dell’esposizione all’aria rarefatta del passo. A Pangong si sosta la dodicesima notte dopo l’arrivo in quota, quindi si è sufficientemente acclimatati, ed a Tso Moriri in Rupshu (4522 mt), per chi segue l’estensione, la quattordicesima notte.
Molti hanno avuto un riscontro positivo utilizzando il diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota, totale: 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2 o 3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso non preventivo, successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico.
Si consideri comunque che migliaia di persone affrontano queste difficoltà senza particolari disturbi.
CLIMA E ATTREZZATURA
A Delhi in estate ci possono essere anche 35/40 gradi e piogge. In Ladakh invece il clima è secco e le temperature più miti. A Pangong ed ai laghi del Rupshu, per chi segue l’estensione, le escursioni termiche sono notevoli per via della quota, con il sole caldo che brucia nonostante l’aria fresca, e temperature minime che possono arrivare anche a zero gradi. È opportuno attrezzarsi con indumenti caldi per passare in modo confortevole le serate più fredde. Si consiglia di portare indumenti in pile ed una giacca di piumino o meglio ancora una giacca da montagna in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode, ed un paio di scarponcini comodi e caldi per i percorsi a piedi. Molti portano un sacco lenzuolo per evitare di dover per forza utilizzare le lenzuola fornite localmente, a volte non bellissime. Portare uno zaino. È importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi ed una pila, possibilmente frontale. Per chi ama la fotografia, si consiglia di portare il filtro polarizzatore.
Programma del viaggio
1°g. Sabato 4 agosto, partenza per Delhi
Per raggiungere Delhi Amitaba utilizza voli Etihad, Lufthansa, Swiss, KLM o di altre compagnie scelte dai viaggiatori; la maggior parte dei voli giunge a Delhi nelle prime ore del mattino successivo. All’arrivo ci si trasferisce alle partenze nazionali nello stesso aeroporto. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può predisporre un servizio di accoglienza e prenotare un hotel e ogni altro servizio richiesto; solitamente per i trasferimenti viene utilizzato l’Ashok Country Resort che è vicino all’aeroporto.
2°g. 5/8 Delhi – Leh
Il volo per Leh parte alle 5.30 circa; dall’aereo di godono panorami stupendi sull’Himalaia dell’India. A Leh si viene ricevuti dal corrispondente di Amitaba in Ladakh; sistemazione in uno dei migliori hotel della città (il Lasermo, lo Snowland o simile). Si riposa per favorire l’adattamento alla quota; Leh è posta a 3450 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra i campi e le tipiche case dei contadini ladakhi.
3°g. 6/8 Leh, escursione a Shey, Tikse e Hemis
L’escursione inizia con una prima visita a Shey, situato a breve distanza ad est di Leh, un sito storicamente importante perché fu anche la sede del palazzo reale e dove nel tempio si ammirano antichi dipinti. Si continua con Tikse, tra i più celebri e attivi monasteri del Ladakh, una delle perle della regione: ricco di templi, contiene molte importanti opere d’arte ed un’impressionante raffigurazione di Yamantaka che regna nel Gonkhang. La grande statua di Maitreya posizionata nel tempio a destra dell’ingresso, di recente fattura, è diventata uno degli oggetti simbolo più famosi del Ladakh. Proseguendo lungo la valle dell’Indo si attraversa il grande fiume per raggiungere il versante meridionale della valle e si arriva al monastero di Hemis, il principale di scuola Drukpakagyu del Ladakh; è un’importante meta di pellegrinaggi, con diverse sale di preghiera affrescate ed ospita una ricca collezione di tanka, statue d’oro e stupa (reliquiari) incastonati con pietre preziose. Si rientra a Leh nel pomeriggio.
4°g. 7/8 Leh, escursione a Stakna, Matho e Stock
Si segue la strada per Tikse e, superato il complesso, si attraversa il fiume Indo su di uno stretto ponte arrivando al monastero di Stakna, che si staglia su di un panoramico colle morenico sopra il fiume e rivela sale ed interni interessanti, incluso l’appartamento dell’abate che solitamente si può visitare. Da qui ci si reca alla vicina oasi di Matho, sede di un affascinante sito di scuola Sakya reso celebre dal peculiare festival invernale che è presenziato da… degli oracoli; in effetti è un luogo che dà a molti la sensazione di essere intriso di energia esoterica, in special modo nello scuro Gonkhang degli oracoli, col pavimento coperto di tsampa e pervaso dall’odore di chang. Si segue quindi il versante meridionale della valle dell’Indo tornando verso Leh arrivando nell’oasi di Stock, situata ai piedi del maestoso Stock Kangri, dove si visitano il Palazzo Reale di Stock, che è l’attuale residenza del re del Ladakh – una posizione che oggi è solo carismatica – ed il monastero del villaggio, anche questo sede di un festival oracolare collegato a quello di Matho. Si rientra a Leh nel pomeriggio.
5°g. 8/8 Leh – Kardung La – Nubra
L’escursione alla valle di Nubra inizia con la salita al passo del Kardung (5354 mt) posto a nord della città, che offre una visuale vastissima sulle infinite catene di monti che si estendono lungo il fiume Indo. La discesa si apre sulla valle del fiume Shyok, dove si ridiscende fino a circa 3100 mt, e conduce ad una vasta piana formata dalla confluenza tra questo ed il fiume Nubra, che scorre da nord alimentato dagli enormi ghiacciai del Karakorum. Giunti a Diskit si visitano il villaggio ed il monastero abbarbicato alle rocce, che offre una splendida panoramica sulla valle. Si alloggia presso l’hotel Karma Inn o Mystic Meadows.
6°g. 9/8 Nubra
Si prosegue l’esplorazione di Nubra raggiungendo la parte settentrionale della vallata; oltre Sumur una breve passeggiata porta ad un magico laghetto, cinto da colline moreniche dalla cui sommità si gode una magnifica vista. Proseguendo ancora un poco si incontrano le acque termali di Panamik e, giunti al ponte sul fiume, lo si attraversa e con una passeggiata si raggiunge il panoramico monastero di Ensa. Tornando ci si ferma per una visita a Sumur e si raggiungono le vicine dune bianche poste non lontano dalla confluenza dei fiumi: un luogo splendido per godere delle luci della sera. Si rientra quindi in hotel.
7°g. 10/8 Nubra – Kardung La – Leh
Da Diskit si prosegue lungo il fiume verso ovest, seguendo la vallata fino al villaggio di Turtuk, recentissimamente aperta al turismo, un tragitto di circa 85 km che richiede approssimativamente 2 ore e mezza. I panorami sono molto belli, si incontrano persone dell’etnia Baltì e si vedono piccole moschee. Rientrati nella valle di Nubra si sosta al minuto monastero di Hunder, situato ai piedi di una stretta gola, un luogo di ritiro dove vivono pochi ospitali monaci; nell’oasi rigogliosa si trovano anche dei bellissimi chorten. Nei pressi vi sono delle splendide dune di sabbia bianca, un luogo indimenticabile. Si inizia quindi il percorso di ritorno – la vista incredibile merita almeno un secondo passaggio. A Leh sistemazione nel medesimo albergo.
8°g. 11/8 Leh – Phyang – Bazgo – Saspol – Alchi
Si lascia Leh seguendo la valle del’Indo verso ovest; con una breve deviazione si raggiunge il monastero di Phyang, un sito molto interessante con sale finemente affrescate e molte statue tipiche dell’esoterica scuola dei Drigung Kagyu, alla cui scuola appartiene il Gompa. Proseguendo, oltre la spettacolare confluenza col fiume Zanskar si visita Bazgo, un paesino molto pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte e alcuni templi con decorazioni stupende che contengono due impressionanti statue di Maitreya. Fu da Bazgo che il re Bhagan riuscì a riunificare il Ladakh nel XVI secolo. Ci si reca poi alle grotte di Saspol: custodiscono affreschi di sorprendente bellezza in un luogo che fu casa di santi eremiti. Si prosegue per il vicino monastero di Alchi, fondato nell’XI secolo da Kaldan Sherab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contiene magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Si alloggia in una locanda dell’oasi, la Heritage Home o simile.
9°g. 12/8 Alchi – Mangyu – Rizong – Wanla – Lamayuru
Si prosegue per un tratto lungo la sponda meridionale dell’Indo per poi risalire una pittoresca valle a sud del fiume che porta allo stupendo villaggio di Mangyu, di bellezza archetipa, dove nei piccoli Gompa e in alcuni Stupa si trovano reperti artistici di finezza insospettabile che originano dall’XI secolo: ci si chiede come mani così raffinate potettero giungere in una delle valli più remote al mondo! Tornati al fiume si può provare l’ebbrezza di attraversarlo su un (sicurissimo) ponte sospeso mentre i veicoli fanno il giro della vallata arrivando dopo qualche chilometro di strada allo stesso punto. Si prosegue lungo l’Indo e lo si lascia con una deviazione verso nord incontrando un interessante convento femminile e poco oltre il monastero di Rizong, ritenuto tra i più ascetici del Ladakh, che sembra quasi sospeso alla chiusura di una stretta valle. Dopo la visita si continua a seguire la valle dell’Indo verso ovest e quindi la strada risale una spettacolare gola a sud; la si lascia con una deviazione che porta all’oasi di Wanla, che preserva un antichissimo monastero (XI secolo) appartenente all’esoterica scuola dei Drigung, restaurato da un gruppo di svizzeri, la cui fondazione viene attribuita a Rinchen Zangpo. Tornati sulla strada principale ci si inerpica tra le incredibili erosioni terrose della “valle della luna”; secondo la tradizione queste peculiari forme indicano la presenza di un antico lago che si dice sia stato fatto defluire dal santo Naropa, che passò qui un lungo periodo di meditazione: ragion per cui questa zona è considerata dai ladakhi una ‘terra pura’. Qui si trova Lamayuru, uno dei monasteri più pittoreschi dell’himalaia, posto arditamente tra pinnacoli di roccia come un castello delle fiabe, sospeso su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da policrome montagne desertiche. Si alloggia in una locanda dell’oasi, la Lamayuru Moonland o simile.
10°g. 13/8 Lamayuru – Atise – Gyal – Mulbeck
Dopo la visita di Lamayuru si prosegue lungo la strada che serpeggia verso ovest; prima del passo si segue una stradina sterrata che porta all’eremo di Atise, un luogo di ritiro del monastero di Lamayuru. Superato il Fatu La (4147 mt) ed oltre il valico del Namika (3760 mt) si raggiunge Gyal, un caratteristico villaggio con un tempio ricavato traforando la roccia, ripreso nel film “Samsara”. Poco oltre si arriva a Mulbekh, dove si trova la famosa statua rupestre di Buddha Maitreya (VII secolo); si alloggia qui in una locanda del villaggio.
11°g. 14/8 Mulbeck – Shergol – Likir – Leh
Nei pressi di Mulbeck con una breve deviazione si arriva al villaggio di Shergol, impreziosito da un piccolo monastero abbarbicato ad uno sperone roccioso, anche questo ripreso nel film “Samsara”. A Mulbeck con una piacevole passeggiata si raggiungono i due antichi monasteri posti su di un panoramico colle sopra al villaggio. Si inizia quindi a ripercorrere la panoramicissima strada che, valicati i passi Namika e Fatu, transita da Lamayuru e si tuffa nella valle dell’Indo. Oltrepassata la confluenza tra Indo e fiume Zanskar una breve deviazione porta al monastero di Likir, di tradizione Ghelupa e il cui abate è un fratello di S.S. il XIV Dalai Lama, con un’imponente statua di Maitreya che sovrasta il bel complesso; vi risiedono circa 150 monaci. Giunti a Leh si alloggia presso il medesimo hotel.
12°g. 15/8 Leh
Mattinata libera. Nel pomeriggio visita di Leh: il Palazzo Reale con i templi adiacenti, la Pagoda della Pace, il panoramico Tsemo Gompa, dove sorgono anche i resti di quello che fu il primo castello della dinastia reale Namgyal, la parte vecchia ed il mercato.
13°g. 16/8 Leh – Chemrey – Pangong
Si risale per un tratto la valle dell’Indo e oltrepassato Tikse si imbocca una valle laterale che porta a nord a Chemrey, un Gompa dalla struttura vicina all’archetipo di quello che ci si può immaginare come un luogo di ritiro himalaiano, con le casette dei monaci incastonate nei versanti di un ripido colle sulla cui cima sorgono i templi, tanto che fu scelto per girarvi il film “Samsara”. Si prosegue lasciando le oasi di Chemrey e Tak Tok per salire al passo di Chang (5360 mt), con grandiosi panorami che spaziano sulle catene di monti che si affacciano sulla valle dell’Indo e oltre, fino al Kang Yaze (6400 mt), la più alta vetta della regione. La discesa attraversa alcune pasture e si immerge tra monti policromi fino a giungere al fiume Shyok che da qui scorre verso Nubra; lo si risale per un breve tratto fino al villaggio di Tangtse, il principale della regione con le rovine di un vecchio castello ed un tempio recentemente ricostruito. Si prosegue per il lago di Pangong (4240 mt) risalendo un piccolo affluente dello Shyok verso est, attraverso un ambiente con forti colorazioni dove deserto e pasture si intersecano tra monti sulle cui cime si vedono alcuni ghiacciai; si arriva presto in vista delle acque incredibilmente turchesi del mitico lago. Una vastità azzurra, l’aria incredibilmente pura, tra monti altissimi, oltre ogni nostra capacità descrittiva, che ispirò alcuni passaggi stupendi dell’interessante libro “La via delle nuvole bianche” di A. Govinda. Si alloggia in un campo fisso in vista del lago.
14°g. 17/8 Pangong – Leh
Si torna al villaggio di Tangtse, da qui si risale per un tratto il fiume Shyok e quindi si imbocca una valle a sud (circa 10 km) arrivando al villaggio ed al monastero di Shachukul, di scuola Drigung Kagyu. Nel vecchio Gompa si ammirano alcune interessanti statue, e, nel Lhakhang, affreschi nuovi ma di ottima fattura che ritraggono, tra i vari soggetti, l’origine della scuola Drigung. Si torna a Tangtse e si riprende la strada per Leh superando di nuovo l’altissimo Chang La e tornando nella valle dell’Indo. Giunti a Leh si alloggia nel medesimo hotel.
PER CHI RIENTRA
15°g. 18/8 Leh – Delhi
Verso le 7.30 del mattino volo per Delhi, dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può prenotare un hotel e predisporre ogni altro servizio richiesto.
16°g. Domenica 19 agosto, arrivo a destinazione
PER CHI PROSEGUE, ESTENSIONE “ALTOPIANO DEL RUPSHU”
15°g. 18/8 Leh – Korzok (Lago di Tso Moriri)
Si lascia Leh accompagnati da una guida locale di Amitaba che parla la lingua inglese. Il percorso inizia risalendo il corso dell’Indo in direzione est immergendosi tra ripide vallate con alcuni tratti molto pittoreschi tra ripide formazioni granitiche. Si lascia il fiume nei pressi di Mahe per arrampicarsi a sud sull’altopiano, dove laghi turchesi posti sopra i 4000 metri sembrano dipinti dal cielo! Il lago di Tso Kyagar è il primo capolavoro di questa natura incontaminata. Siamo nel regno dei nomadi tibetani, gente che sopravvive a condizioni climatiche impensabili. In diversi punti si potranno incontrare i loro campi e le greggi di yak, e molti animali selvaggi come il kyang (il cavallo tibetano), miriadi di marmotte, raramente i lupi e spesso le aquile. Si raggiunge Korzok, sulle sponde del lago Tso Moriri, posto a 4522 mt di quota, il gioiello turchese del Rupshu che si estende per 30 chilometri. Al tramonto le cime innevate che circondano il lago e a sud sfiorano i 7000 mt appaiono colorate di rosa. A Korzok, dove si trova anche un bel monastero, si alloggia in un campo fisso, il Nomadic Resort o simile.
16°g. 19/8 Tso Moriri
Si dedica la giornata all’esplorazione della zona, con una magnifica passeggiata lungo le rive del lago, e si visitano il monastero e il piccolo villaggio; nella valle alle spalle spesso si accampano i nomadi con i loro grandi greggi di yak. Sono molto speciali i tramonti dal colle che sovrasta Korzok.
17°g. 20/8 Korzok – Lago di Tso Kar
Il percorso continua ad essere meraviglioso, si ritransita dal laghetto di Tso Kyagar (sorprenderà la diversità dei suoi colori) e superando due passi si raggiunge Tso Kar (4530 mt), uno dei grandi laghi di questa regione da cui per secoli è stato ricavato il sale, utilizzato come merce di scambio in Ladakh. Si alloggia in un campo fisso, lo Tsokar Resort o simile.
18°g. 21/8 Tso Kar – Leh
Raggiunta la strada militare che proviene dall’Himachal si valica il passo del Taklang (5328 mt) che riporta verso la valle dell’Indo. Si transita dal villaggio di Gya, dove si ammira un monastero su una rupe tra le rovine di un grande forte che cingeva le creste ardite, e proseguendo si entra in una gola tra ripide montagne policrome arrivando in breve al fiume Indo di cui si segue il corso fino a Leh. Si alloggia nel medesimo albergo.
19°g. 22/8 Leh – Delhi
Verso le 7.30 del mattino volo per Delhi, dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può prenotare un hotel e predisporre ogni altro servizio richiesto.
20°g. Mercoledì 23 agosto, arrivo a destinazione
Nota: chi ne ha la possibilità, può portare indumenti caldi e invernali o cancelleria per la scuola da regalare. Questi materiali verranno raccolti dai nostri collaboratori per essere distribuiti a chi ne ha più bisogno, solitamente alla fine del viaggio: così si possono lasciare anche cose usate che non si desidera riportare a casa.
POSSIBILE ESTENSIONE AD AGRA E JAIPUR
L’estensione richiede solo due notti in più (ma se si preferisce la si può chiaramente ampliare) e porta ai siti “superclassici” dell’India; ci si reca a Jaipur, con il celeberrimo Amber Palace, alla capitale abbandonata di Fatehpur Sikri e ad Agra con l’immortale Taj Mahal. Il programma prevede di venire accolti all’aeroporto di Delhi e di recarsi direttamente a Jaipur (208 km) dove si visitano il Palazzo, l’Osservatorio ed il Palazzo dei venti; si alloggia presso l’hotel “heritage” Shahpura House. Il giorno successivo si visita l’Amber Palace, potendo anche salire le grandi scalinate a dorso d’elefante, e quindi si prosegue per Fatehpur Sikri (208 km) e da qui ad Agra (36 km), dove si alloggia presso l’hotel Howard Plaza – the Fern. Ci si reca al Taj Mahal alle luci dell’alba e, dopo colazione, si visitano il Forte Rosso ed il mausoleo di Itmad Ud Daulah rientrando poi a Delhi andando direttamente all’aeroporto (220 km). Si viene accompagnati da un autista che parla la lingua inglese e se necessario si può richiedere in aggiunta una guida che parla la lingua italiana. L’estensione può essere eseguita anche prima del viaggio principale.
RICHIESTA INFORMAZIONI
Per qualsiasi domanda e curiosità,
compila tutti i campi del form:
DOCUMENTI DI VIAGGIO
PAESI E TRADIZIONI
Entra nella sezione dedicata agli approfondimenti culturali:

Phyang Gompa
GALLERIA FOTOGRAFICA
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.