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India Himalaia


Zanskar con Thongde e Festival di Hemis

Un viaggio al cuore della natura e cultura himalaiane


Vetta del Nun

Donne a Rangdum

Castello di Zangla

Chorten di Malakhartse

Valle dello Zanskar da Zangla

PARTENZA
01/07/2017
RITORNO
17/07/2017
PRE-ESTENSIONE
ESTENSIONE
2a ESTENSIONE
DURATA
17 giorni
PARTECIPANTI
GUIDA

 Sintesi del viaggio


Il viaggio inizia con il grande festival di Hemis, il più celebre Cham del Ladakh, e la visita dei siti principali della valle di Leh. Si parte quindi per lo Zanskar seguendo la valle dell’Indo verso ovest incontrando tutti i siti più belli da Bazgo ed Alchi fino a Lamayuru. Valicati gli alti passi che portano oltre Mulbeck fino al fiume Suru se ne risalgono le acque fino ai piedi del Nun Kun (7135 mt) accedendo al remoto regno dello Zanskar, dove si segue un circuito completo della regione e si partecipa al festival di Thongde, un momento ottimo per godere anche del folclore di questa remotissima regione dell’Himalaia. Si rientra quindi in Ladakh, arricchendo il panoramicissimo percorso con la visita di alcuni monasteri di primario interesse.

Ci sono sempre mille soli al di là delle nuvole.
  • Delhi
  • Leh
  • Cham di Hemis
  • Bazgo
  • Alchi
  • Mangyu
  • Lamayuru
  • Mulbeck
  • Kargil
  • Rangdum
  • Phe
  • Padum
  • Monastero di Thongde
  • Bardan
  • Mune
  • Karcha
  • Zangla
  • Dzongkul
  • Shergol

 Presentazione del viaggio


Il viaggio non richiede l’utilizzo di campi mobili: in questi ultimi anni sono sorte alcune sistemazioni accettabili che consentono di raggiungere lo Zanskar in modo più semplice e un poco più comodo. A Leh si utilizza un albergo – si ricorda che il massimo standard disponibile in Ladakh è equivalente a quello di un nostro semplice hotel di montagna, ma la pulizia è sufficiente, le stanze hanno bagno e acqua calda e l’hotel dispone di un generatore di corrente nel caso (… spesso) “salti” la luce. Si parte quindi con le jeep seguendo un itinerario entusiasmante sia per l’incomparabile bellezza della natura che per l’opportunità che offre di visitare molti dei monasteri e villaggi più belli del Ladakh e dello Zanskar, dove il tour prevede la visita di gran parte dei siti significativi della regione. Lasciata Leh si alloggia in semplici hotel e locande per l’intero percorso ed in campo fisso presso il monastero di Rangdum in Zanskar. Gli alberghetti locali richiedono un minimo di spirito di adattamento, si immagini una condizione simile a quella che da noi può offrire un rifugio alpino. Alcuni sono decisamente carini, arredati in tipico stile ladakho, e donano la piacevole sensazione di alloggiare con le famiglie locali.

Amitaba in Zanskar segue diverse attività. A Rangdum collabora al mantenimento del dispensario medico, al villaggio di Aksho alla sistemazione della scuola del villaggio, a Sani ha completato un progetto di restauro e in diversi siti ha collaborato con la “Stupa Onlus” ai restauri degli stupa, tra cui quelli di Rangdum, Phe e Zangla dove, con il Gyalpo (Re) dello Zanskar che è stato nostro ospite in Italia, sono stati fatti interventi nel villaggio e al convento femminile. I partecipanti beneficeranno così dei nostri contatti nella regione, potendo avere un incontro più approfondito con la gente del luogo.

I CHAM (FESTIVAL) DEL LADAKH E DELLO ZANSKAR

I Cham del Ladakh e dello Zanskar offrono un ottimo modo per avvicinarne la cultura e lo spirito, ammirando i monaci agghindati con maschere e sgargianti costumi tradizionali che al suono di musiche rituali creano una riproduzione simbolica dello Tse Chu, ovvero l’evocazione di Guru Rimpoce (Padmasambhava) e dei principali insegnamenti del buddismo tibetano. Ogni monastero aggiunge anche parti inerenti la propria storia ed origine, facendo di ogni Cham un capolavoro a sé. Molto è stato scritto in merito a queste sofisticate rappresentazioni per interpretare il significato trascendente dei movimenti, delle figure, delle musiche e dei testi. Ma al di là di un interesse accademico, in queste occasioni si partecipa ad uno dei rari momenti in cui la gente si stacca dalle fatiche della dura vita dell’ambiente himalaiano: tutti accorrono indossando bellissimi costumi tradizionali e per il visitatore, ma anche per i ladakhi e gli zanskari stessi, l’aspetto umano, folcloristico e di scambio che animano l’evento hanno un interesse forte almeno quanto il contenuto esoterico.

LA REGIONE HIMALAIANA DELLO ZANSKAR

Lo Zanskar è la regione più remota dell’Himalaia indiano. Per arrivarci da Leh, la capitale del Ladakh si percorrono 230 km verso ovest fino a Kargil, lungo una strada spettacolare e molto varia che segue inizialmente il fiume Indo e transita dal monastero di Lamayuru, e, valicando due panoramici passi, porta a Mulbeck. Si passa quindi dalla zona a maggioranza islamica di Kargil imboccando l’unica via di accesso allo Zanskar agibile ai veicoli motorizzati, una spettacolare strada sterrata bloccata dalla neve anche per 9 mesi all’anno, che risale le acque del fiume Suru, un affluente dell’Indo. Dopo aver sfiorato maestosi ghiacciai che scendono da vette altissime dominate dal Nun (7135 mt) si raggiunge l’isolato monastero di Rangdum, posto su un colle morenico al centro di una valle di inimmaginabile bellezza, dove le vaste pasture degli yak sono coperte da milioni di stelle alpine. Rangdum segna la transizione dal mondo dell’Islam che popola le valli sottostanti alla cultura del buddismo tibetano. Proseguendo oltre il passo del Pensi La, abitato da miriadi di marmotte e alto circa 4400 mt, il punto più alto del viaggio dove la vista spazia sulle distese glaciali del misterioso massiccio del Sickle Moon, si giunge alla valle del fiume Dado, nello Zanskar.
In questo sperduto territorio la vita è durissima, per riuscire a coltivare un po’ di tsampa e piselli con il primo caldo di primavera i contadini devono spargere terra sulla neve per velocizzarne lo scioglimento, altrimenti con la breve estate anche questo resistentissimo cereale che abbonda in tutto il Tibet non fa a tempo a crescere! La durezza delle condizioni non sembra però togliere la serenità e il sorriso aperto alla gente che si incontra, forse perché ispirata da una profonda fede religiosa.
Lo Zanskar nella storia ha avuto dei momenti d’indipendenza, ma generalmente è stato un territorio legato alle sorti del regno del Ladakh, con un’autonomia regalatagli di fatto dall’isolamento. Nel villaggio di Zangla risiede ancora il Gyalpo, ovvero il re di questo feudo himalaiano, un personaggio rispettato e autorevole grazie al carisma personale, ma senza poteri oggettivi.

L’ALTA QUOTA DEL LADAKH E DELLO ZANSKAR

Andare nell’Himalaia indiano significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Leh stessa si trova a 3500 metri. La buona riuscita di un viaggio quindi deve sempre tenere in considerazione questo fattore. Andando in Zanskar il punto più alto dove si transita è il Pensi La (4400 mt), dove si passa dopo otto giorni dall’arrivo.
Molti hanno avuto un riscontro positivo utilizzando il diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota, totale: 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2 o 3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso solo successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico.
Si consideri comunque che centinaia di persone affrontano queste difficoltà senza particolari disturbi.

CLIMA E ATTREZZATURA

A Delhi in estate ci possono essere anche 35/40 gradi e piogge. In Ladakh e in Zanskar invece il clima è secco e le temperature più miti, ma le escursioni termiche possono essere notevoli, con il sole caldo che brucia nonostante l’aria fresca e temperature minime che possono arrivare di notte a 10 gradi. È opportuno attrezzarsi con indumenti caldi; molti portano un sacco lenzuolo in quanto le lenzuola fornite nelle locande e nel campo fisso a volte non sono bellissime Si suggerisce di portare indumenti in pile e una giacca di piumino o meglio ancora una giacca da montagna in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode e un paio di scarponcini comodi e caldi per camminare. Portare uno zaino. È importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi e una pila, possibilmente frontale. Per chi ama la fotografia, si consiglia di portare il filtro polarizzatore.

 Programma del viaggio


1°g.    Sabato 1 luglio, partenza in volo per Delhi  
Per raggiungere Delhi Amitaba utilizza voli Etihad, Lufthansa, Swiss, KLM o di altre compagnie scelte dai viaggiatori; la maggior parte dei voli giunge a Delhi nelle prime ore del mattino successivo. All’arrivo ci si trasferisce alle partenze nazionali nello stesso aeroporto. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può predisporre un servizio di accoglienza all’aeroporto e prenotare un hotel e ogni altro servizio richiesto; solitamente per i trasferimenti viene utilizzato l’Ashok Country Resort che è vicino all’aeroporto.

2°g.    2/7 Delhi – Leh  
Il volo per Leh parte alle 5.30 circa; dall’aereo di godono panorami stupendi sull’Himalaia dell’India. A Leh si viene ricevuti dal corrispondente di Amitaba in Ladakh; sistemazione in uno dei migliori hotel della città (il Lasermo, lo Snowland o simile) e riposo per favorire l’adattamento alla quota; Leh è posta a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra i campi e le tipiche case dei contadini ladakhi.

3°g.  –  4°g. (3 e 4/7) Leh, Cham di Hemis 
Il grande monastero di Hemis, situato a circa 40 km da Leh, è il principale di scuola Drukpakagyu del Ladakh; è un’importante meta di pellegrinaggi e ospita una ricca collezione di tanka, statue d’oro e stupa (reliquiari) incastonati con pietre preziose. Nella prima giornata lungo il percorso si sosta per una visita a Shey, che fu anche la sede del palazzo reale, e al monastero Ghelupa di Tikse, tra i più celebri e attivi, una delle perle del Ladakh: ricco di templi, contiene molte importanti opere d’arte e un’impressionante statua di Yamantaka che regna nel Gonkhang. La grande statua di Maitreya posizionata nel tempio a destra dell’ingresso, di recente fattura, è diventata uno degli oggetti simbolo più famosi del Ladakh. Giunti a Hemis si seguono le rappresentazioni del festival che si svolgono nel grande cortile antistante i templi ed i rituali che si tengono all’interno. Fuori dal Gompa si tiene un vivace mercatino e tutta l’area pullula di pellegrini agghindati nei costumi tradizionali. Nel tardo pomeriggio si rientra a Leh. Nella seconda giornata ci si reca direttamente a Hemis; oggi si tengono le danze ed i rituali più importanti del Cham. È molto interessante partecipare alle cerimonie che si svolgono nel tempio principale al mattino prima delle rappresentazioni, con i canti profondi dei monaci e le evocative musiche tibetane, immersi nell’atmosfera senza tempo del Lhakhang, dove gli affreschi tantrici che emergono dalla penombra sembrano condurre nelle dimensioni interiori della mente. I momenti più attesi di questa giornata sono la danza delle otto forme di Guru Padmasambhava, eseguita con particolare sfarzo utilizzando antichi costumi e maschere di stupenda fattura, e l’esposizione della grande tanka. Nel pomeriggio rientrando a Leh si sosta all’oasi di Matho, dove si trova un affascinante sito di scuola Sakya reso celebre dal peculiare festival invernale che è presenziato da… degli oracoli; in effetti è un luogo che dà a molti la sensazione di essere intriso di forze esoteriche, in special modo nello scuro Gonkhang degli oracoli, col pavimento coperto di tsampa e pervaso dall’odore di chang.

5°g.    5/7 Leh – Bazgo – Saspol – Alchi  
Si lascia Leh in direzione ovest seguendo il deflusso del grandioso fiume Indo; oltre la spettacolare confluenza con lo Zanskar si visita Bazgo, un paesino molto pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte e templi con decorazioni stupende che contengono due impressionanti statue di Maitreya. Fu da Bazgo che il re Bhagan riuscì a riunificare il Ladakh nel XVI secolo. Ci si reca poi alle grotte di Saspol: custodiscono meravigliosi affreschi in un luogo che fu casa di santi eremiti. Si prosegue per il vicino monastero di Alchi, fondato nell’XI secolo da Kaldan Sherab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contiene dei magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Si alloggia in una locanda dell’oasi, la Alchi Heritage Home o simile.

6°g.    6/7 Alchi – Mangyu – Lamayuru  
Si prosegue per un tratto lungo la sponda meridionale dell’Indo per poi risalire una pittoresca valle a sud del fiume che porta allo stupendo villaggio di Mangyu, di bellezza archetipa, dove nei piccoli Gompa e in alcuni Stupa si trovano reperti artistici di finezza insospettabile, che originano dall’XI secolo: ci si chiede come mani così raffinate abbiano potuto giungere in una delle valli più remote al mondo! Tornati al fiume si può provare l’ebbrezza di attraversarlo su un (sicurissimo) ponte sospeso mentre le jeep fanno il giro della vallata percorrendo qualche chilometro di strada e arrivando allo stesso punto. Si prosegue lungo l’Indo verso ovest e quindi la strada risale una spettacolare gola verso sud inerpicandosi tra le incredibili erosioni terrose della “valle della luna”; secondo la tradizione queste peculiari forme indicano la presenza di un antico lago che si dice sia stato fatto defluire dal santo Naropa, che passò qui un lungo periodo di meditazione: ragion per cui questa zona è considerata dai ladakhi una ‘terra pura’. Qui si trova Lamayuru, uno dei monasteri più pittoreschi dell’himalaia, posto arditamente tra pinnacoli di roccia come un castello delle fiabe, sospeso su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da policrome montagne desertiche. Si alloggia in una locanda dell’oasi, la Lamayuru Moonland o simile.

7°g.    7/7 Lamayuru – Mulbeck – Kargil  
Si prosegue lungo la strada che serpeggia verso ovest; superato il Fatu La (4147 mt) e oltre il valico del Namika (3760 mt) si raggiunge Gyal, un caratteristico villaggio con un tempio ricavato traforando la roccia, ripreso nel film “Samsara”. Poco oltre si arriva a Mulbekh; qui, oltre alla famosa statua rupestre di Buddha Maitreya (VII secolo), si trovano due monasteri posti su di un vicino, ripido colle. Si prosegue per Kargil, dove si alloggia presso l’Highland Resort.

8°g.    8/7 Kargil – Rangdum  
Da Kargil si imbocca la strada che porta verso lo Zanskar. La zona è un po’ più arborea rispetto al Ladakh ed a maggioranza mussulmana; ogni villaggio ha una piccola moschea con il minareto, molti uomini hanno lunghe barbe ma le donne non sono velate. Il Nun e il Kun, le più alte vette di quest’area himalaiana (7135 mt), dominano un’ampia ansa del fiume Suru in cui si tuffano le possenti seraccate di ghiaccio, che si ammirano proprio di rimpetto alla strada oltre il vorticoso fiume. Superate le gole ai loro piedi una valle spettacolare, ornata da ardite vette di granito da cui si protendono poderosi ghiacciai, porta al plateau dove, tra le pasture degli yak ricche di stelle alpine, regna solitario il monastero di Rangdum. Si alloggia in un campo fisso, il Nun Kun Camp; si percorrono circa 130 km.

9°g.    9/7 Rangdum – Dzongkul – Padum
Valicato il Pensi La (4400 mt), che offre visuali spettacolari sui ghiacciai, si entra nelle valli dello Zanskar. Si segue il flusso del fiume Doda sostando per una visita al piccolo Gompa del villaggio di Phe; giunti al ponte di Ating si segue la mulattiera jeeppabile che porta nella valle dell’Umasi La, dove sospeso ad una rupe sopra la piccolo monastero si trova l’eremo di Dzongkul, che fu il principale luogo di ritiro dell’importante maestro mistico Naropa, autore del famoso testo sui “sei yoga” che è tutt’ora una delle guide esoteriche utilizzate dagli yogi tibetani. Tornati nella valle principale si arriva nella vasta piana formata dalla confluenza dei fiumi Doda e Tsarap, il cuore dello Zanskar, dove si trovano i principali villaggi e monasteri. Giunti alla vicina  Padum, la nuova “capitale” dello Zanskar con alcuni negozietti e un punto telefonico, si alloggia in un semplice alberghetto, lo Zambala o simile, che fungerà da “base” per le escursioni dei prossimi giorni.

10°g.    10/7 Padum: escursione a Bardan e Mune
Si imbocca la strada sterrata che risale la stretta valle del vorticoso fiume Tsarap: la meta sono Bardan e Mune. Si raggiunge prima Bardan, un monastero di circa 400 anni costruito su una rupe a picco sul fiume, e quindi con le jeep ci si inerpica fino all’oasi e al monastero di Mune, dove il villaggio sopravvive in un ambiente decisamente molto selvaggio. Rientrati a Padum ci si reca sulla collina che sovrasta il villaggio dove è situato un interessante monastero, immerso tra preziosi alberi, da cui si gode anche di uno stupendo panorama.

11°g.    11/7 Padum: escursione a Sani, Karcha e Pipiting
Si visita il Gompa di Sani, protetto da un muro di cinta e ombreggiato da alberi, che qui sono rari, che custodisce la statua di Naropa, lo stupa con i resti di Kanishka, un maestro che visse intorno all’anno mille, e affreschi attribuiti a Zadpa Dorje. Dal Gompa, se si è interessati, una piacevole passeggiata tra i campi dell’oasi porta al convento femminile; per chi è più energetico un’escursione a piedi sull’altro versante della valle (circa un’ora e mezza di cammino) porta all’eremo di Guru Nima Oser Chaphuk, dove si dice abbia svolto un ritiro Guru Padmasambhava, un sito che è stato restaurato da Amitaba. Proseguendo lungo il lato opposto della vallata si giunge al bel villaggio di Karcha, dominato dal grande monastero di scuola Ghelupa costruito sulle rupi rocciose, il principale dello Zanskar. La visita rivela diverse sale e alcuni affreschi dell’XI secolo; sul monte antistante è situato l’antico convento femminile, ricco di sorprendenti reperti artistici. Rientrando a Padum si sosta per una visita al vicino villaggio di Pipiting, dove si trovano un grande stupa e un monastero.

12°g.    12/7 Padum: festival di Thongde e Zangla  
Si segue la strada che percorre verso nord il versante orientale del fiume Zanskar, formato dalla confluenza del Doda e dello Tsarap, arrivando a Thongde (13 km), un interessante monastero posto su di una rupe da cui si gode un’indimenticabile visuale, dove oggi ha inizio il festival; si sosta qui per seguire l’inizio della manifestazione. Si prosegue quindi per Zangla (20 km), la vecchia capitale dello Zanskar, dove se sono presenti si potranno incontrare il Gyalpo dello Zanskar e la sua famiglia e visitare la loro vecchia residenza, che noi considereremmo umile visto il loro stato nobiliare, ma che in questa regione è una vera reggia. Si visitano l’antico castello, sede storica del Gyalpo, posto in una bellissima posizione che domina la valle dove si trovano anche molti chorten, di cui il più recente è quello di Bakula Rimpoce, l’Abate del Ladakh recentemente scomparso; nell’oasi è situato anche un interessante convento femminile.

13°g.    13/7 Padum – Festival di Thongde – Rangdum 
Oggi si svolge la seconda e principale giornata del festival di Thongde; si seguono le rappresentazioni di danza in costume eseguite dai monaci, immersi tra la gente giunta da tutta la vallata per assistere a questo grande rito; è un’ottima opportunità anche per ammirare gli abiti tradizionali sfoggiati dalle persone e godere con loro di uno dei preziosi momenti di festa, un breve intervallo nella vita molto dura persone che riescono a sopravvivere in questa remota regione dell’Himalaia. Si torna quindi a Padum iniziando il percorso di rientro; si transita da Sani e si continua la risalita del fiume Doda che porta al passo del Pensi e al bel monastero di Rangdum (104 km da Padum), dove si sosta al campo fisso già utilizzato all’andata, su questa piana incastonata tra i monti dove gli yak brucano le stelle alpine, luogo superbo per un ultimo saluto allo Zanskar.

14°g.    14/7 Rangdum – Kargil
Si prosegue oltre le gole del Nun, dove i ghiacci lambiscono le acque potenti del fiume Suru, e arrivati a Kargil, si alloggia nel medesimo hotel utilizzato all’andata.

15°g.    15/7 Kargil – Shergol – Likir – Phang – Leh
Si parte verso est seguendo la panoramicissima strada che, valicati i passi Namika e Fatu, transita da Lamayuru e si tuffa nella valle dell’Indo. Raggiunta la valle di Mulbeck con una breve deviazione si arriva al villaggio di Shergol, impreziosito da un piccolo monastero abbarbicato a uno sperone roccioso, anche questo ripreso nel film “Samsara”. Oltrepassata la confluenza tra Indo e fiume Zanskar una breve deviazione porta al monastero di Likir, di tradizione Ghelupa e il cui abate è un fratello di S.S. il XIV Dalai Lama, con un’imponente statua di Maitreya che sovrasta il bel complesso; vi risiedono circa 150 monaci. Si raggiunge poi il monastero di Phyang, un sito molto interessante con sale finemente affrescate e molte statue tipiche dell’esoterica scuola dei Drigung Kagyu, alla cui scuola appartiene il Gompa. A Leh si alloggia presso il medesimo hotel.

16°g.    16/7 Leh – Delhi
Verso le 7.30 del mattino volo per Delhi, dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può prenotare un hotel e predisporre ogni altro servizio richiesto.

17°g.    Lunedì 17 luglio, arrivo a destinazione

Nota: chi ne ha la possibilità, può portare indumenti caldi e invernali o cancelleria per la scuola da regalare. Questi materiali verranno raccolti dai nostri collaboratori per essere distribuiti a chi ne ha più bisogno, solitamente alla fine del viaggio: così si possono lasciare anche cose usate che non si desidera riportare a casa.

POSSIBILE ESTENSIONE AD AGRA E JAIPUR

Giunti a Delhi chi volesse visitare i siti ‘superclassici’ dell’India, Agra con l’immortale Taj Mahal e Fatehpur Sikri, e Jaipur, con il celeberrimo Amber Palace, potrà eseguire una breve estensione che richiede solo due notti in più (ma se si preferisce si può chiaramente ampliare). Il programma prevede di venire accolti all’aeroporto di Delhi e di recarsi direttamente ad Agra (220 km a sud est), dove si visitano il Forte Rosso e, alle luci dell’imbrunire, il Taj Mahal. Si riparte al mattino in direzione ovest per Fatehpur Sikri (36 km), la capitale che venne fondata dall’imperatore Mughal Akbar nel 1569 e poi abbandonata solo 16 anni dopo; da qui si continua sempre verso ovest per Jaipur (208 km), dove si sosta la seconda notte. A Jaipur si visitano il Palazzo e l’Osservatorio e, prima di lascare la città, l’Amber Palace, situato tra i colli a nord della città; da qui si prosegue per l’aeroporto di Delhi (240 km).

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Phyang Gompa

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Vetta del Nun
Donne a Rangdum
Castello di Zangla
Chorten di Malakhartse
Valle dello Zanskar da Zangla

L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.

Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.