India Himalaia
Ladakh, Cham di Lamayuru, Nubra e Rupshu
Un itinerario completo, dalla valle dell’Indo agli altopiani nomadici









Sintesi del viaggio
Si raggiunge Leh, la capitale del Ladakh, in volo da Delhi. Tenendo Leh come base si eseguono tre stupende escursioni: ad ovest lungo l’Indo arrivando a Lamayuru, dove si partecipa al festival che vi si svolge annualmente. Poi a nord, scavalcando l’altissimo passo del Kardung, nella valle di Nubra; quindi ad est ai laghi del Rupshu. In sintesi, è un percorso che porta ad un incontro completo con l’affascinante cultura e l’incredibile ambiente naturale di quella che da molti viene considerata la più bella regione dell’Himalaia.
La prima escursione ad ovest di Leh porta alla storica oasi di Bazgo e prevede la visita dei resti artistici più interessanti del Ladakh: i famosi affreschi di scuola Ghandara di Alchi e gli sconosciuti dipinti di Saspol. Si visitano Mangyu, una perla di bellezza nell’Himalaia, Rizong, il monastero forse più ascetico del Ladakh, Wanla, un’oasi che preserva un tempio dell’XI secolo attribuito a Rinchen Zangpo, e il monastero di Lamayuru, posto arditamente su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da montagne completamente desertiche, giungendo qui nel momento più bello dell’anno.
- Delhi
- Leh
- Bazgo
- Mangyu
- Alchi
- Monastero di Rizong
- Oasi di Wanla
- Lamayuru
- Atize
- Kardung La
- Nubra
- Sumur
- Hunder
- Monastero di Tikse
- Hemis
- Tso Kar
- Korzok
- Tso Moriri
Presentazione del viaggio
Per informazioni generali: India himalaiana occidentale.
La prima escursione ad ovest di Leh porta alla storica oasi di Bazgo e prevede la visita dei resti artistici più interessanti del Ladakh: i famosi affreschi di scuola Ghandara di Alchi e gli sconosciuti dipinti di Saspol. Si visitano Mangyu, una perla di bellezza nell’Himalaia, Rizong, il monastero forse più ascetico del Ladakh, Wanla, un’oasi che preserva un tempio dell’XI secolo attribuito a Rinchen Zangpo, e il monastero di Lamayuru, posto arditamente su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da montagne completamente desertiche, giungendo qui nel momento più bello dell’anno.
La seconda escursione conduce a nord di Leh, scavalcando l’altissimo passo del Kardung verso la valle di Nubra, uno spazio incastonato tra i monti che custodisce monasteri e villaggi molto interessanti, dove anche solo la bellezza naturale costituisce un ottimo motivo per spingersi fin qui. La cornice di monti maestosi ha al suo centro delle insospettate dune di sabbia bianca lambite da due fiumi, dove vivono i cammelli bactriani e si trovano laghetti nascosti e fonti termali.
La terza escursione porta nel Rupshu, il lembo occidentale del vastissimo altopiano tibetano, una zona incontaminata fatta di vasti spazi e abitata da popolazioni nomadi che vivono seguendo tradizioni archetipe, con isolati monasteri nei pressi di laghi turchesi, dove i colori vividi della natura esaltati dall’aria rarefatta sembrano dipingere, come in una tavolozza, le praterie, i laghi e le montagne circostanti.
I CHAM (FESTIVAL) DEL LADAKH
I Cham del Ladakh offrono un ottimo modo per avvicinarne la cultura e lo spirito, ammirando i monaci agghindati con maschere e sgargianti costumi tradizionali che al suono di musiche rituali creano una riproduzione simbolica dello Tse Chu, ovvero l’evocazione di Guru Rimpoce (Padmasambhava) e dei principali insegnamenti del buddismo tibetano. Ogni monastero aggiunge anche parti inerenti la propria storia e origine, facendo di ogni Cham un capolavoro a sé. Molto è stato scritto in merito a queste sofisticate rappresentazioni per interpretare il significato trascendente dei movimenti, delle figure, delle musiche e dei testi. Ma al di là di un interesse accademico, in queste occasioni si partecipa a uno dei rari momenti in cui la gente si stacca dalle fatiche della dura vita dell’ambiente himalaiano: tutti accorrono indossando bellissimi costumi tradizionali e per il visitatore, ma anche per i ladakhi stessi, l’aspetto umano, folcloristico e di scambio che animano l’evento hanno un interesse forte almeno quanto il contenuto esoterico.
Programma del viaggio
1°g. Domenica 26 giugno, partenza in volo per Delhi
Per raggiungere Delhi Amitaba utilizza voli Etihad, Lufthansa, Swiss, KLM o di altre compagnie scelte dai viaggiatori; la maggior parte dei voli giunge a Delhi nelle prime ore del mattino successivo. All’arrivo ci si trasferisce alle partenze nazionali nello stesso aeroporto. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può predisporre un servizio di accoglienza all’aeroporto e prenotare un hotel e ogni altro servizio richiesto; solitamente per i trasferimenti viene utilizzato l’Ashok Country Resort che è vicino all’aeroporto.
2°g. 27/6 Delhi – Leh
Il volo per Leh parte alle 5.30 circa; dall’aereo di godono panorami stupendi sull’Himalaia dell’India. A Leh si viene ricevuti dal corrispondente di Amitaba in Ladakh; sistemazione in uno dei migliori hotel della città (il Lasermo o lo Snowland) e riposo per favorire l’adattamento alla quota; Leh è posta a 3500 mt di altezza. Nel pomeriggio tranquilla passeggiata a Sankar Gompa, un piccolo monastero situato tra i campi e le tipiche case dei contadini ladakhi.
3°g. 28/6 Leh
Visita di Leh: il Palazzo Reale con i templi adiacenti, la Pagoda della Pace, il panoramico Tsemo Gompa, dove sorgono anche i resti di quello che fu il primo castello della dinastia reale Namgyal, la parte vecchia e il mercato.
4°g. 29/6 Leh – Alchi
Si lascia Leh in direzione ovest seguendo il deflusso del grandioso fiume Indo; oltre la spettacolare confluenza con lo Zanskar si visita Bazgo, un paesino molto pittoresco e storicamente importante, dove si ergono le rovine di un antico forte e templi con decorazioni stupende che contengono due impressionanti statue di Maitreya. Fu da Bazgo che il re Bhagan riuscì a riunificare il Ladakh nel XVI secolo. Ci si reca poi alle grotte di Saspol, che si raggiungono con una bella passeggiata tra alberi di albicocco: custodiscono meravigliosi affreschi in un luogo che fu casa di santi eremiti. Si prosegue per il vicino monastero di Alchi, fondato nell’XI secolo da Kaldan Sherab, discepolo di Rinchen Zangpo, che contiene dei magnifici dipinti di scuola Ghandara, il reperto artistico più importante del Ladakh. Si alloggia in una locanda dell’oasi, la Alchi Heritage Home.
5°g. 30/6 Alchi – Lamayuru
Si prosegue per un tratto lungo la sponda meridionale dell’Indo per poi risalire una pittoresca valle a sud del fiume che porta allo stupendo villaggio di Mangyu, di bellezza archetipa, dove nei piccoli Gompa e in alcuni Stupa si trovano reperti artistici di finezza insospettabile, che originano dall’XI secolo: ci si chiede come mani così raffinate abbiano potuto giungere in una delle valli più remote al mondo! Tornati al fiume si può provare l’ebbrezza di attraversarlo su un (sicurissimo) ponte sospeso mentre le jeep fanno il giro della vallata percorrendo qualche chilometro di strada e arrivando allo stesso punto. Si prosegue lungo l’Indo e lo si lascia con una deviazione verso nord incontrando un interessante convento femminile e poco oltre il monastero di Rizong, ritenuto tra i più ascetici del Ladakh, che sembra quasi sospeso alla chiusura di una stretta valle; l’abate, Rizong Rimpoce, è l’attuale “Ganden Tripa”, ovvero il capo della scuola Ghelupa. Dopo la visita si continua a seguire la valle dell’Indo verso ovest e quindi la strada risale una spettacolare gola verso sud; la si lascia con una deviazione che porta all’oasi di Wanla, che preserva un antichissimo monastero (XI secolo) appartenente all’esoterica scuola dei Drigung, recentemente restaurato da un gruppo di svizzeri, la cui fondazione viene attribuita a Rinchen Zangpo. Tornati sulla strada principale ci si inerpica tra le incredibili erosioni terrose della “valle della luna”; secondo la tradizione queste peculiari forme indicano la presenza di un antico lago che si dice sia stato fatto defluire dal santo Naropa, che passò qui un lungo periodo di meditazione: ragion per cui questa zona è considerata dai ladakhi una ‘terra pura’. Qui si trova Lamayuru, uno dei monasteri più pittoreschi dell’himalaia, posto arditamente tra pinnacoli di roccia come un castello delle fiabe, sospeso su formazioni erose che sovrastano un villaggio circondato da policrome montagne desertiche. Si alloggia in una locanda dell’oasi.
6°g. 1/7 Cham di Lamayuru
Inizia oggi il Cham di Lamayuru, di cui si seguiranno le varie fasi. Nel corso della giornata si avrà anche il tempo di visitare bene il monastero, il villaggio e i dintorni dell’oasi, la Lamayuru Moonland.
7°g. 2/7 Lamayuru – Leh
Proseguono le rappresentazioni del Cham. Al termine si rientra a Leh, dove si utilizza il medesimo hotel.
8°g. 3/7 Leh – Kardung La – Nubra
L’escursione alla valle di Nubra inizia con la salita al passo del Kardung (5602 mt) posto a nord della città, che offre una visuale vastissima sulle infinite catene di monti che si stendono lungo il fiume Indo. La discesa si apre sulla valle del fiume Shyok (dove si scende fino a circa 3300 mt) e conduce ad una vasta piana formata dalla confluenza tra il fiume Shyok e il fiume Nubra, che scorre da nord alimentato dagli enormi ghiacciai del Karakorum. A Diskit si visitano il villaggio e il monastero abbarbicato alle rocce, che offre una splendida panoramica sulla valle. Si prosegue poi per il piccolo monastero di Hunder, situato ai piedi di una stretta gola, un luogo di ritiro dove vivono pochi ospitali monaci; nell’oasi rigogliosa si trovano anche dei bellissimi chorten. Nei pressi vi sono delle splendide dune di sabbia bianca, un luogo indimenticabile per godere le luci della sera. Si alloggia in un semplice albergo, il Karma Inn o il Mystic Meadows.
9°g. 4/7 Nubra – Kardung La – Leh
Si prosegue l’esplorazione di Nubra, giungendo nella parte settentrionale della vallata al monastero di Sumur; poco oltre, una breve passeggiata porta ad un magico laghetto, cinto da colline moreniche dalla cui sommità si gode una magnifica vista. Si inizia quindi il viaggio di ritorno – la vista incredibile merita almeno un secondo passaggio. A Leh sistemazione nel medesimo albergo.
10°g. 5/7 Leh – Tso Kar
Lasciata Leh si sosta per una visita del monastero di Tikse, una delle perle del Ladakh, ricco di templi, che contiene molte importanti opere d’arte e un’impressionante statua di Yamantaka che regna nel Gonkhang; la grande statua di Maitreya posizionata nel tempio a destra dell’ingresso, se pur di recente fattura, è ora diventata uno degli oggetti simbolo più famosi del Ladakh. Si prosegue e con una breve deviazione a sud si raggiunge il grande monastero di Hemis, il principale di scuola Drukpakagyu del Ladakh; questo sito è un’importante meta di pellegrinaggi e ospita una ricca collezione di tanka, statue d’oro e stupa (reliquiari) incastonati con pietre preziose. Tornati sulla strada principale si prosegue lungo la strada che porta al passo del Taglang, alto ben 5328 mt, che si apre sull’altopiano del Rupshu. Si entra nel territorio dei nomadi, gente che sopravvive a condizioni climatiche impensabili; in diversi punti si potranno incontrare i loro campi e le greggi di yak, e anche animali selvaggi come il kyang, miriadi di marmotte, raramente i lupi e spesso le aquile. Tso Kar è il primo dei grandi laghi che si incontrano in questa regione, il cui sale è stato estratto e usato per secoli come merce di scambio in Ladakh. Si sosta qui in un campo fisso, lo Tsokar Resort; la quota è di circa 4500 mt.
11°g. 6/7 Tso Kar – Korzok (Lago di Tso Moriri)
Il percorso continua a essere meraviglioso, attraverso due passi e il bellissimo laghetto di Tso Kyagar, capolavoro di questa natura incontaminata, il tipico ambiente dove vive il Kyang, il cavallo selvaggio dell’altopiano che condivide le pasture con gli yak dei nomadi. Si raggiungere poi Korzok, un villaggio con un interessante monastero sulle sponde del lago Tso Moriri, il gioiello turchese del Rupshu; si alloggia in un campo fisso, il Nomadic Resort. Al tramonto le cime innevate che si affacciano a sud del lago e sfiorano i 7000 mt appaiono colorate di rosa.
12°g. 7/7 Tso Moriri
Si dedica la giornata all’esplorazione della zona, con una magnifica passeggiata lungo le rive del lago, e si visitano il monastero e il piccolo villaggio; nella valle alle spalle del villaggio spesso si accampano i nomadi con i loro grandi greggi di yak. Sono molto speciali i tramonti dal colle che sovrasta monastero e villaggio.
13°g. 8/7 Tso Moriri – Leh
Il percorso di ritorno riporta al laghetto di Tso Kyagar e, oltre il passo, si scende dall’altopiano raggiungendo l’Indo nei pressi del villaggio di Mahe; si seguono le spettacolari gole del fiume che dopo un lungo tratto si aprono sulla valle che porta a Leh, dove si alloggia nel medesimo hotel.
14°g. 9/7 Leh – Delhi
Verso le 7.30 del mattino volo per Delhi, dove è in attesa dei partecipanti il corrispondente di Amitaba. La gran parte dei voli di rientro parte in tarda serata o nelle primissime ore del mattino. Si avrà a disposizione autista e veicolo fino al momento della partenza. Se fosse utile, in funzione degli orari di volo o altro, Amitaba può prenotare un hotel e predisporre ogni altro servizio richiesto
15°g. Domenica 10 luglio, arrivo a destinazione
L’ALTA QUOTA DEL LADAKH
Andare in Ladakh significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Leh stessa si trova a 3500 metri. La buona riuscita di un viaggio quindi deve sempre tenere in considerazione questo fattore. Per l’adattamento è necessario prevedere una gradualità di salita e bisogna non esagerare nello sforzo fisico i primi giorni; l’itinerario previsto tiene conto di queste esigenze. La parte che può generare più apprensione è l’escursione a Nubra, che si raggiunge scavalcando il passo di Kardung alto ben 5602 mt, il punto più alto al mondo raggiungibile con mezzi meccanici. L‘impatto fisico di una salita ad una quota così elevata è attenuato avendo l’accortezza di non sostarvi troppo a lungo ma procedendo per la discesa che riporta a circa 3300 mt di quota; non si ha così il tempo di subire gli effetti dell’esposizione all’aria rarefatta del passo. Nel Rupshu la quota dei laghi è di circa 4500 mt, ma ci si arriva dopo una lunga permanenza ad altitudini sopra i 3000 metri e quindi quasi tutti non ne soffrono o avvertono sintomi leggeri come un po’ di mal di testa.
Molti hanno avuto un riscontro positivo utilizzando il diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota, totale: 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2 o 3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso non preventivo, successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico.
Si consideri comunque che migliaia di persone affrontano queste difficoltà senza particolari disturbi.
CLIMA E ATTREZZATURA
A Delhi in estate ci possono essere anche 35/40 gradi e piogge. In Ladakh invece il clima è secco e le temperature più miti. Alle alte quote del Rupshu le escursioni termiche sono notevoli, con il sole caldo che brucia nonostante l’aria fresca, e temperature minime che nell’altopiano dei laghi in Rupshu possono arrivare anche sotto gli zero gradi. Nei campi fissi vengono fornite le trapunte; alcuni per motivi igienici portano con se un sacco lenzuolo e altri preferiscono utilizzare un proprio sacco a pelo. È opportuno attrezzarsi con indumenti caldi per passare in modo confortevole le serate più fredde. Si consiglia di portare indumenti in pile ed una giacca di piumino o meglio ancora una giacca da montagna in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode, ed un paio di scarponcini comodi e caldi per i percorsi a piedi. Portare uno zaino. È importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi e una pila, possibilmente frontale. Per chi ama la fotografia, si consiglia di portare il filtro polarizzatore.
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Lamayuru
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni Generali di Partecipazione; la quota include la polizza “Assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danneggiamento bagaglio” fornita da Europ Assistance, la polizza “Viaggi Rischio Zero” di UnipolSai Assicurazioni e la polizza “Filodiretto Protection” fornita da Nobis Compagnia di Assicurazioni. Le normative (Condizioni Generali e polizze assicurative) sono visibili nel sito di Amitaba e presso il nostro ufficio.
Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in viale Ca’ Granda, 29 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lecco col numero 313373, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. È autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 50 del Codice del Turismo (D.lgs 79/2011) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la UnipolSai Assicurazioni n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.